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JOURNAUX CLANDESTINS]
Libération des V° et VI° Arrondissements de Paris (Organe du mouvement de la libération nationale) : "Patriotes des V° et VI° arrondissements de Paris".
Paris, n° 1, 24 juin 1944, 2 pp. au format in-4 ronéotées (Manque à la B.N.).
Referenz des Buchhändlers : 4101
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JOURNAUX CLANDESTINS]
Libération des V° et VI° Arrondissements de Paris (Organe du mouvement de la libération nationale) : "Patriotes des V° et VI° arrondissements de Paris".
Paris, n° 1, 24 juin 1944, 2 pp. au format in-4 ronéotées (Manque à la B.N.).
Referenz des Buchhändlers : 4101
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JOURNEES DU MONT-DORE
Vers la r?volution communautaire. (Les journ?es du Mont-Dore 10-14 Avril 1943) .
Broch?. 219 pages. Fortes rousseurs. Petit manque au dos.
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Journo Gérard
Dieci vite in una. Romanzo ispirato alla vita di una ballerina del Crazy Horse
br. "Dieci vite in una" è il racconto in prima persona di una vita vera, vestita con un abito di finzione letteraria che non ne stravolge però il senso più autentico, ma lo svela ed esalta: un io narrante che prende per mano il lettore e lo porta nella nostra storia collettiva, dagli anni della seconda guerra mondiale fino a oggi, fino a un presente che talvolta facciamo fatica a riconoscere e che chissà quanto ci appartiene. Si ricapitolano così i luoghi e i momenti della contemporaneità attraverso una vicenda unica e singolare, che ci fa sorridere, riflettere, sperare e commuovere - come tutte quelle che meritano di essere raccontate. In fondo nella protagonista di queste pagine si muovono i sogni di ognuno di noi, che davvero non basterebbero dieci vite per raccontarli tutti, ma già avercene una è un buon punto di partenza.
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Journées D'étude Sur Le Mouvement Syndical Dans La Résistance
Le Mouvement syndical dans la Résistance
Éditions de la Courtille 1975 In-4 relié
Referenz des Buchhändlers : 77513
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JOUVE (Pierre Jean).
Gloire.
Alger Charlot, coll. "Fontaine" 1942 1 vol. Broché in-8, broché, 60 pp. Edition tirée à 650 exemplaires, celui-ci numéroté sur pur fil Saint-Marcel. Dos très légèrement passé, sinon belle condition.
Referenz des Buchhändlers : 31062
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JOUVE (Pierre Jean).
Gloire.
Alger Charlot, coll. "Fontaine" 1942 1 vol. Broché in-8, broché, 60 pp. Edition tirée à 650 exemplaires, celui-ci numéroté sur pur fil Saint-Marcel. Dos très légèrement passé, sinon belle condition.
Referenz des Buchhändlers : 31062
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JOUVE (Pierre Jean).
Ode au peuple.
Paris GLM 1939 1 vol. Broché in-4, en feuilles, 2 ff. sous couverture imprimée de papier Arches. Edition originale sans indication de tirage de ce texte superbe où le poète s'inspire du livre XIII de l'Apocalypse pour lancer un appel aux armes contre "la bête de fer hitlérienne" [Coron, GLM, 200]. Bel exemplaire.
Referenz des Buchhändlers : 4362
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JOUVE (Pierre Jean).
Ode au peuple.
Paris GLM 1939 1 vol. Broché in-4, en feuilles, 2 ff. sous couverture imprimée de papier Arches. Edition originale sans indication de tirage de ce texte superbe où le poète s'inspire du livre XIII de l'Apocalypse pour lancer un appel aux armes contre "la bête de fer hitlérienne" [Coron, GLM, 200]. Bel exemplaire.
Referenz des Buchhändlers : 4362
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JOUVE G?raud
La remont?e de Munich ? Brazzaville.
Broch?. 225 pages. Rousseurs. Couverture d?fra?chie.
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Jovine Francesco
Le terre del Sacramento
brossura
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Jovine Francesco
Signora Ava
ril. Un mondo intero in un romanzo. É l'impresa che riesce a compiere Francesco Jovine, scrittore tra i più arditi del nostro Novecento, in questo che è stato il suo libro più noto e amato, prima di cadere nel dimenticatoio che negli ultimi vent'anni ha ingoiato tutto ciò che ci ricorda l'Italia che eravamo - a meno di un paio di eccellenti eccezioni come "Il Gattopardo" e "Cristo si è fermato a Eboli". Il mondo che Jovine ritrae, infatti, è lo stesso di quei due capolavori, e di quel mondo il romanzo intreccia storie ed emozioni nuove a vecchie credenze e leggende risalenti ai tempi mitici della "Signora Ava", dure a morire in una comunità contadina quale è il Molise, tra il 1859 e il 1860, alla vigilia dell'Unità d'Italia e della fine del regno borbonico. Fatto sta che in questo mondo sospeso tra un presente immobile e un passato che non passa, tra le beghe di paese, il notabile, il curato, il maestro, il proprietario e il bracciante, ecco che a un tratto fa irruzione la "Storia" con i suoi protagonisti. L'impatto è brusco, il pacato ritmo del paese ne esce sconvolto. Immobilismo e azione, folklore e storia, tradizione e futuro: quanti romanzi riescono a mescolare così tanti registri? Non a caso la critica ha evocato, a proposito di Jovine, il realismo manico di un Garda Màrquez: per questa capacita di trasporre un pezzo vivido di realtà in un tempo sospeso tra il fantastico e il mitico. (Prefazione di Goffredo Fofi, postfazione di Francesco D'Episcopo)
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Jovine Francesco
Un uomo provvisorio
br. Protagonista del romanzo è Giulio Sabò, medico ventottenne che vive a Roma per specializzarsi in neurologia. Piuttosto che studiare il ragazzo trascorre le giornate dedicandosi alla vita mondana della Capitale e passando da un amore all'altro. Richiamato all'improvviso al paese d'origine, in Molise, Giulio capisce finalmente quale sia il vero scopo della sua vita.
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Jovine Francesco; De Marco G. (cur.)
Uno che si salva
br. Il protagonista di questa storia - Siro, giovane maestro in una scuola di campagna - oggi sarebbe un campione di mascolinità tossica. A Roma per un esame universitario, finisce in una piccola pensione frequentata da personaggi bizzarri e gestita dalle donne della famiglia De Donato, con cui si instaura un rapporto ambiguo e opportunistico. Non ha talenti o vocazioni. L'unica aspirazione è non tornare nella sua «orribile tana» - la casa paterna, la madre invadente e premurosa, l'aula gelata in cui insegna - trovando rifugio in una città che sembra attrarlo negli aspetti più cupi e decadenti, come una bisca allestita nei bassifondi di Trastevere. Solo con Emma, incontrata per caso nei corridoi della facoltà, nasce un legame inaspettato e perfino sincero. Pubblicato nel 1948, "Uno che si salva" è, tra i testi di Jovine, forse quello più eccentrico e originale rispetto ai romanzi di ambientazione storica che lo hanno reso celebre.
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Joy Fielding nee Tepperman; 1945
Missing Pieces
368 pages. Royal octavo 9 1/2" x 6 1/2" bound in original publisher's quarter black paper with gilt lettering to spine over black boards in original pictorial jacket. First edition. Family therapist Kate Sinclair repairs other people's troubled lives all the while seeming to revel in her picture-perfect marriage and handsome home. But a closer look reveals that things are not as they seem. When her half-sister JoLynn announces plans to marry a man on trial for the murder of 13 women who have gone missing in the Palm Beach area Kate's house of cards begins tumbling down. To say that nothing will ever be the same again is an understatement of the highest order. Condition: Previous owner's name to front end paper else a very good to fine copy in fine jacket. Doubleday & Company hardcover
Referenz des Buchhändlers : BOOKS003978 ISBN : 0385485212 9780385485210
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Joy Fielding nee Tepperman 1945
Tell Me No Secrets
352 pages. Royal octavo 9 1/2" x 6 1/4" bound in original publisher's quarter black cloth with silver lettering to spine over black boards in original jacket. First edition. Jess Koster spends her days putting criminals behind bars. Then she meets Rick Ferguson a man about to be tried for rape. That is until the victim disappears before giving evidence. Fearing for the woman's safety and positive that this is Rick's plan to stop her from testifying Jess is determined to prove that Rick had something to do with her disappearance. But now somebody wants to make Jess disappear too . . . Condition: Jacket hinges sunned else a near fine copy in like jacket. William Morrow & Co hardcover
Referenz des Buchhändlers : BOOKS003442 ISBN : 0688088686 9780688088682
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Joyce John J. John Joseph 1939 . Sigismondo d'India ca1580 1629 a. 15
The Monodies of Sigismondo d'India by John J. Joyce.
UMI Research Press c1981. Studies in Musicology no. 47. Hard Cover. xvi 275 p. index music; 23.5 cm. A revision of a 1975 Tulane thesis on Sigismondo d'India a 17th-century composer born perhaps in Palermo Sicily and raised in Naples. Contents include Chronology of Works; Sigismondo D'India: Life & Works; Monody: The 16th-century Background Solo Song Affective Text-setting Musical Theory & Polemics; D'India's Monodies: Song Classifications Aria Style Recitative Style Arioso Style; D'India's Monodic Style Vocal Melody Basso Continuo & Harmony; Musical Form Schematic Song Structures Through-composed Songs; D'India as Mannerist; Musical Examples pp. 101-201; Musical Supplement p. 202-246; Bibliography p. 267-270; Index. Fine grey cloth no dj. stock#35519. UMI Research Press [c1981]. Studies in Musicology no. 47 hardcover
Referenz des Buchhändlers : 35519 ISBN : 0835711900 9780835711906
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Joyce Edith
Il nostro giorno verrà
br. Erin e Seán hanno occhi profondi come il mare e un sogno rivoluzionario: quello di un'Irlanda unita e libera dalla dominazione inglese. L'Isola di Smeraldo conosce la furia delle rivolte di Pasqua nel 1916, ma da tempo immemore vive una condizione per cui non c'è passione che possa accendersi senza intrecciare l'amore con il terreno della lotta politica. E se imbracciare un fucile può essere più facile che scoprire il proprio posto nella lotta, trovare il coraggio di dichiarare ciò che si prova veramente può rivelarsi un'impresa ancora più difficile. Eppure, mentre l'iniziativa rivoluzionaria è costretta a soccombere sotto il ferro e il fuoco della Corona, Erin e Seán riceveranno dalla sorte un dono prezioso, nascosto tra le parole che, in gaelico, continuano a ripetere generazione dopo generazione: Il nostro giorno verrà...
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Joyce James
Controparti-Una madre-Grazia. Testo inglese a fronte. Ediz. bilingue
br. Proponiamo qui tre racconti di James Joyce tratti dai Dubliners (1914) che esemplificano la sconfitta dell'uomo novecentesco. In Counterparts Farrington, un misero impiegato sempre a corto di denaro per le frequenti visite al pub, tiene testa al suo odioso principale, mandandolo su tutte le furie, Farrington, affatto turbato, se ne va al pub per vantarsi del suo coraggio: ovviamente alla fine della serata l'uomo si ritrova ubriaco e senza un soldo. Tornato a casa, si rivarrà della sua frustrazione scagliandosi su uno dei figli... Un analoga frustrazione anima la signora Kearney, protagonista di A Mother: appiattita in un matrimonio senza amore, cerca la propria realizzazione nella figlia Kathleen. Quando un'organizzazione indipendentista chiama Kathleen per suonare a Dublino, la signora Kearney si convince che sia l'inizio di una luminosa carriera. Le cose però non andranno come previsto, neanche per gli indipendentisti, rivelando un piccolo mondo in cui tutti sono vittime e carnefici. Grace evoca più volte il rapporto ambiguo tra commercio e religione fin dal titolo: questo termine indica infatti sia la grazia di Dio sia la dilazione che si accorda a un debitore per permettergli di regolare il suo debito. L'incapacità dei personaggi di considerare il lato puramente spirituale dell'esistenza segna ancora una volta l'assenza di una concreta redenzione: nella sua Dublino Joyce dipinge l'immoralità, la corruzione, la paralisi di un inferno meschino.
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Joyce James
Dedalus. Ritratto dell'artista da giovane
brossura Stephen Dedalus studia, lontano dai genitori, presso i gesuiti. Quando, ormai adolescente, passa a un altro collegio, vive le prime esperienze sessuali in un bordello di Dublino. Ma in un ritiro spirituale decide di indirizzarsi a una nuova spiritualità. Presto però si sente insoddisfatto e quando inizia l'università avverte nuove esigenze estetiche; capisce così di doversi svincolare dalla famiglia e dalle istituzioni religiose e politiche. Stephen Dedalus si dispone, novello Dedalo, a lasciare l'Irlanda, il suo "labirinto".
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Joyce James
Dubliners (Paladin Books)
Flamingo 1994 272 pages 12 6x2 4x19 4cm. 1994. Broché. 272 pages.
Referenz des Buchhändlers : 500178530
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Joyce James
Finn's Hotel
ill., br. "Joyce è il caso limite di tutto il Novecento letterario, un caso abnorme, forse il più anomalo. L'immane apparato che gli hanno stretto intorno farebbe passar la voglia di affrontarlo, a tutto scapito dell'opera però, della sua vitalità inesausta. Dotato di un orecchio unico, assoluto, di un senso del linguaggio come nessun altro mai, nella sua cecità vedeva la "meccanica" più che il contenuto del linguaggio e ciò gli permise di convogliarvi tutto. Joyce è lo scrittore che fa qualcosa che nessun altro scrittore sa fare o sa fare così bene con le parole e quel qualcosa è il testo stesso in tutta la sua grazia, la sua gloria. Per il lettore questo libro rappresenta l'opportunità di un guado meno arduo, superabile con pochi, brevi, allegri e accorti balzi, tra i due pinnacoli dell'opera joyciana, 'Ulisse' e 'Finnegans Wake. Finn's Hotel' è ancora il primo e già il secondo. E sempre Joyce: il sommo artefice che scrive il Libro, l'opera d'arte totale, la Grande Opera alchemica, passata beninteso al setaccio dell'ottica sprezzante modernista. Da qui, da queste pagine succose, nucleari, è possibile partire per arrivare a intravedere l'onniespansiva ragnatela d'echi da lui messa in onda e che si carica di altre sfumature nel nuovo millennio." (Ottavio Fatica)
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Joyce James
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte. Vol. 2: III-IV
brossura "Libro della notte", prosecuzione del viaggio nell'animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che è l'«Ulisse», «Finnegans Wake» è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, come testimonia Umberto Eco: «Il "senso" di quest'opera ha la ricchezza del cosmo, e l'autore vuole ambiziosamente che esso implichi la totalità dello spazio e del tempo - degli spazi e dei tempi possibili». Questa seconda parte del Libro II è la più corale e la più ricca di narrazioni (compresa una rivisitazione della vicenda di Tristano e Isotta): ambientata almeno inizialmente nel pub di HCE, raccoglie gli aneddoti, il chiacchiericcio, i racconti degli avventori, ma anche l'atmosfera e i profumi di un luogo tipicamente irlandese.
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Joyce James
Gente di Dublino
brossura Un capitolo della storia morale d'Irlanda: secondo la definizione di Joyce, "Gente di Dublino" (1914) è la spietata e nichilista radiografia di una città, del suo ambiente e dei suoi abitanti in quindici racconti brevi, quindici schizzi esistenziali che hanno per protagonisti i "reietti dal banchetto della vita". Storie in equilibrio fra elemento realistico e simbolico, che mescolano angoscia e disperazione. Epifanie, rivelazioni di una verità tragica, ma anche comica, che hanno odore "di cenere, di erbe macerate e di immondizia". Un libro che Joyce ha rigorosamente architettato sullo schema che sarà proprio di tutte le sue opere maggiori, da "Ulisse" a "Finnegans Wake": la vita dell'uomo, dell'intera umanità.
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Joyce James
Gente di Dublino
brossura
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Joyce James
Gente di Dublino
brossura Quindici storie che segnano l'esordio narrativo di James Joyce e compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. In queste pagine Joyce ritrae oggettivamente il mondo della sua città natale, i pregi e i difetti della piccola borghesia dublinese, l'attaccamento alla tradizione cattolica, il sentimento nazionalistico, il decoro, la grettezza, le meschinità, i pregiudizi, osservati e descritti con mordente ironia e profondo senso poetico. Ogni storia, dove pare nulla succeda, rivela in realtà una complessità di sentimenti che smascherano, agli occhi e al cuore di Joyce, la vera anima di Dublino.
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Joyce James
Gente di Dublino
br. È possibile sfuggire a una città spenta, provinciale, intontita dall'alcol e afflitta da una mortificante asfissia morale? Quando Joyce, ventenne irrequieto e pieno di talento, decide di dedicare la sua prima opera alla città in cui è nato, ha già la risposta a questa domanda. Sceglie la forma del racconto, la molteplicità delle circostanze e dei punti di vista, per costringere i suoi concittadini, e i suoi lettori, a guardarsi come in uno specchio. L'immagine che ne trarrà sarà impietosa: le situazioni e i personaggi, gli aneddoti e i dettagli ne illumineranno la spaventosa inconsistenza spirituale. Ma dai pregiudizi e dalle miserie di questa Dublino realissima eppure universale, a oltre un secolo di distanza, quale città può dirsi immune? Introduzione di Luigi Sampietro.
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Joyce James
Gente di Dublino
br. Quindici storie che segnano l'esordio narrativo di James Joyce e compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. In queste pagine Joyce ritrae oggettivamente il mondo della sua città natale, i pregi e i difetti della piccola borghesia dublinese, l'attaccamento alla tradizione cattolica, il sentimento nazionalistico, il decoro, la grettezza, le meschinità, i pregiudizi, osservati e descritti con mordente ironia e profondo senso poetico. Ogni storia, dove pare nulla succeda, rivela in realtà una complessità di sentimenti che smascherano, agli occhi e al cuore di Joyce, la vera anima di Dublino. Introduzione di Giorgio Melchiori.
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Joyce James
Ulisse
brossura È il racconto degli avvenimenti vissuti nel corso di una giornata da Leopold Bloom e Stephen Dedalus a Dublino, in un vagabondaggio che ripercorre le tappe dell'Odissea. Episodi, scene e fatti sono costruiti con più o meno evidente parallelismo rispetto all'opera omerica. Il romanzo però non si esaurisce in questo, vuole essere anche una "summa" di tutti gli aspetti dell'uomo moderno e dei suoi rapporti con la società.
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Joyce James
Ulisse
brossura «Il più bello e il più interessante dei soggetti è quello dell'Odissea. È più grande e più umano di quello dell'Amleto, superiore al Don Chisciotte, a Dante, al Faust. A Roma, quando avevo finito circa la metà del Portrait, mi resi conto che l'Odissea doveva esserne il seguito». Così scriveva Joyce nel 1917. L'«Ulisse» uscì nel 1922, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, per iniziativa di un'intraprendente americana di Baltimora, la ventitreenne Sylvia Beach. Sei anni di intenso lavoro, stesure e continue revisioni, per trasformare il grande mito in grande pantomima. Diciotto capitoli, diciotto luoghi, diciotto ore e momenti, diciotto stili, una miriade di personaggi e situazioni per raccontare l'eroicomica giornata di un ebreo irlandese di origini magiare, Leopold Bloom, un uomo a spasso per Dublino dalle otto del mattino alle due di notte del 16 giugno 1904: le sue azioni, i suoi pensieri, le azioni e i pensieri della città, della gente che incontra, di Stephen Dedalus, ovvero l'altra parte di sé, il giovane intellettuale in cerca di un padre (così come Bloom è in cerca di un figlio), di sua moglie Molly, ovvero il grembo, da cui si salpa e a cui si ritorna. Accompagnato da strumenti di guida alla lettura.
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Joyce James
Ulisse
br. "L''Ulisse' è un libro scritto da qualcuno che doveva diventare tenore (Joyce quando abitava a Trieste), uno che aveva imparato a trasmettere sulla pagina ciò che i musicisti chiamano 'orecchio interno', al di là del senso oggettivo delle parole. In effetti, se facessimo il calcolo di quante cantate spuntano nell''Ulisse' ogni poche pagine, vedremmo un ventaglio di citazioni canterine che sono la spina dorsale joyciana per scavalcare tutti i discorsi e intendersi con diversi richiami musicali: dall'opera lirica alla filastrocca oscena, da un canto gregoriano ('Gloria in excelsis Deo') al rumore della carrozza del viceré che passa sul lungofiume ('Clapclap, Crilclap'), dai nursery rhymes a una poesia tedesca sul canto delle sirene ('Von der Sirenen Listigkeit...'), dal verso del cuculo ('Cucù! Cucù') al Fiore di Siviglia (opera lirica), dalle battute per tenere il ritmo d'una pagina ('Tum' 'Tum') a quelle di altri suoni ('Pflaap! Pflaap! Pflaaaap'), alla cantata mozartiana, ricorrente nei pensieri di Mr Bloom: 'Vorrei e non vorrei, mi trema un poco il cor', e cosi via." (dalla prefazione di Gianni Celati)
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Joyce James; Benati D. (cur.)
Gente di Dublino
br. Considerati tra i capolavori della letteratura del Novecento, questi quindici racconti - terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perché per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono - compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. Fa da cornice a queste vicende la magica capitale d'Irlanda, Dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. Una città che, agli occhi e al cuore di Joyce, è in po' il precipitato di tutte le città occidentali del nostro secolo.
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Joyce James; Cavagnoli F. (cur.)
Un ritratto dell'artista da giovane
br. Un ritratto dell'artista da giovane fu scritto a Trieste nel 1914 e pubblicato nel 1916 negli Stati Uniti, nell'anno della Easter Rising, la sanguinosa insurrezione di Dublino. Noto in Italia e Francia anche con il titolo Dedalus, è un romanzo semiautobiografico in cui si descrivono gli anni formativi della vita di Stephen Dedalus, l'alter ego di Joyce. L'autore narra il risveglio intellettuale, filosofico e religioso di un giovane che comincia a interrogarsi e a ribellarsi contro le convenzioni irlandesi e cattoliche con cui è cresciuto. Alla fine progetterà di partire alla volta di Parigi per fare l'artista. È uno dei romanzi irlandesi più importanti perché è il primo ad analizzare i rapporti distorti fra la comunità irlandese e il dominatore inglese. Secondo Joyce, la situazione in cui versava l'Irlanda non era la conseguenza di un'integrità perduta o dell'annientamento della cultura tradizionale, come peraltro sosteneva Yeats, bensì l'aver fatto proprie idee che hanno mantenuto gli irlandesi sotto il giogo britannico.
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Joyce James; Corti C. (cur.)
I morti. Testo inglese a fronte
br. Racconto conclusivo e momento epifanico della raccolta "Gente di Dublino", "I morti" è divenuto un "objet de eulte" a sé stante della narrativa breve novecentesca. Come nei quattordici racconti che lo precedono, è Dublino la veta protagonista, impietosamente e dolorosamente rappresentata nella paralisi culturale e motale dei suoi abitanti e nella fissità claustrofobica dei suoi rituali, dei suoi ideali e dei suoi simboli asfittici. Ed è appunto il più simbolico dei rituali - la tradizionale festa natalizia delle signorine Motkan - che fa da cornice al racconto: una "natura morta" splendidamente dipinta nel dettagliato resoconto degli arrivi e partenze, nell'inventario minuzioso di cibi e bevande, nell'annuncio gridato delle figute della quadriglia e nelle ridondanti formule di benvenuto e commiato che aprono e chiudono la festa. Officiante supremo del rito è Gabriel Conroy, maschera di Joyce, che si muove insofferente e impacciato tra sussiego e disagio, autocompiacimento e insicurezza, alla ricerca di conferme di una identità traballante sul vuoto vertiginoso della propria paralisi e del proprio fallimento interiote. Fino allo struggente e ambiguo finale, quando percepisce nel turbamento improvviso e nella distanza di sua moglie Gretta la presenza di un fantasma del passato e di una frattura tra loro, sempre esistita sotto la superficie dotata del grande amore e della famiglia felice. È il momento di una dolorosa agnizione, e dell'incontro con i morti, i morti che tornano a minacciare il presente...
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Joyce James; Pontuale D. (cur.)
I morti
br. Gabriel Conroy, giovane professore, in occasione dell'Epifania è invitato con la moglie Gretta alla festa che si tiene ogni anno a casa delle zie. In un clima da salotto borghese, conformista e attento alle etichette, il protagonista cercherà di fare sfoggio della propria cultura di fronte ai commensali e al tempo stesso sarà consumato dall'insicurezza di risultare inadeguato. Fino a quando sarà costretto a fare i conti con il proprio narcisismo dopo il rifiuto amoroso di Gretta: diventerà consapevole della sua incapacità di amare confrontandosi con il paesaggio innevato, memore della presenza dei morti e del loro inquietante richiamo.
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Joyce James; Schenoni L. (cur.)
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte . Vol. 1: V-VIII
br. "Libro della notte", prosecuzione del viaggio nell'animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che è l'Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, come testimonia Umberto Eco: «Il "senso" di quest'opera ha la ricchezza del cosmo, e l'autore vuole ambiziosamente che esso implichi la totalità dello spazio e del tempo - degli spazi e dei tempi possibili». Dopo la presentazione di HCE, in questi capitoli entra in scena il personaggio femminile, ALP - Anna Livia Plurabelle, moglie dell'oste e personificazione del fiume Liffey, che attraversa Dublino -, e con lei i figli, in una trama serrata di simmetrie e corrispondenze che si allargano per circoli concentrici fino a comprendere il mondo intero.
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Joyce James; Schenoni L. (cur.)
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte. Vol. 2: I-II
br. Opera leggendaria della letteratura novecentesca, "Finnegans Wake" è anche l'utima e incompiuta opera di James Joyce. Questo volume comprende i primi due capitoli del secondo libro, considerati dalla critica tra le parti più complesse e dense di significato. Se protagonisti del primo libro erano i coniugi Humphrey Chimpden Earwicker e Anna Livia Plurabelle, coppia archetipica, metafora della città di Dublino e dell'intera umanità, questi primi capitoli del secondo libro si focalizzano invece sui loro figli - Shem, Shaun e Issy - seguendoli nelle loro attività quotidiane, mentre partecipano a una pantomima che si svolge per le strade del quartiere di Chapelizod o quando assolvono i loro doveri scolastici.
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Joyce James; Terrinoni E. (cur.)
Ulisse. Ediz. integrale
ril. Il romanzo è la cronaca di un giorno reale, un inno alla cultura e alla saggezza popolare, e il canto di un'umanità rinnovata. L'intera vicenda si svolge in meno di ventiquattro ore, tra i primi bagliori del mattino del giorno 16 giugno 1904 - data in cui Joyce incontra Nora Barnacle, la futura compagna di una vita, che nel tardo pomeriggio dello stesso giorno lo farà "diventare uomo" - fino alle prime ore della notte della giornata seguente. Il protagonista principale, l'ebreo irlandese Leopold Bloom, non è un eroe o un antieroe, ma semplicemente un uomo tollerante, di larghe vedute e grande umanità, sempre attento verso il più debole e il diverso, e capace di cortesia anche nei confronti di chi queste doti non userà con lui. Gli altri protagonisti sono il giovane intellettuale, brillante ma frustrato dalla vita e dalle forze politiche e religiose che lo costringono, Stephen Dedalus - già personaggio principale del libro precedente di Joyce, "Dedalus. Un ritratto dell'artista da giovane" - e Molly Bloom, la moglie dell'ebreo, vera e propria regina del romanzo. "Ulisse" è un romanzo della mente: i suoi monologhi interiori e il flusso di coscienza sono una vera e propria versione moderna dei soliloqui amletici. Si insinuano gradualmente nelle trame dell'opera, fino a dissolvere ogni limite tra narrazione realistico-naturalista e impressione grafica del pensiero vagante.
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Joyce James; Terrinoni E. (cur.); Pedone F. (cur.)
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte. Vol. 3-4: III-IV
br. "Libro della notte", prosecuzione del viaggio nell'animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che è l'Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a più di quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, che questo sesto volume porta all'infinita fine, smentendone la presunta "intraducibilità". Negli ultimi capitoli il gigante Haun-Yawn è sottoposto a interrogatorio da Quattro inquisitori; rispondendo con molteplici voci si trasforma in HCE, padre universale ma anche voce ancestrale della storia d'Irlanda. Alle prime luci dell'alba ALP, il fiume di Dublino Anna Liffey, e moglie di HCE, lascia il suo letto per andare a morire nel padre-mare: la sua morte apparente è preludio di una rinascita che porta in sé il germe della resurrezione e dell'insurrezione.
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Joyce James; Terrinoni E. (cur.); Pedone F. (cur.)
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte. Vol. 3: I-II
br. "Colui che sognammo era un ombripotente." "Libro della notte", prosecuzione del viaggio nell'animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che è l'Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, come testimonia Umberto Eco: «Ogni avvenimento, ogni parola si trovano in una relazione possibile con tutti gli altri ed è dalla scelta semantica effettuata in presenza di un termine che dipende il modo di intendere tutti gli altri. Il "senso" di quest'opera ha la ricchezza del cosmo, e l'autore vuole ambiziosamente che esso implichi la totalità dello spazio e del tempo - degli spazi e dei tempi possibili». Nel terzo libro Shaun, il messaggero della notte, è in lotta con il fratello Shem: nel suo viaggio oscuro lo vedremo subire un interrogatorio onirico e farsi poi ambiguo mentore di una strana assemblea di ragazze.
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Joyce James; Wilcock J. Rodolfo
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte
br. Il "Finnegans Wake", l'ultima e più ambiziosa opera di James Joyce, che unisce all'estrema e continua sperimentazione linguistica il tentativo di forzare da ogni lato i confini della forma romanzo, vede la luce nel 1939 dopo ben 17 anni di gestazione. "Il libro - dichiara l'autore - è il sogno del vecchio Finn che, morto, giace disteso lungo il fiume Anna Liffey e osserva la storia dell'Irlanda e del mondo - passato e futuro - scorrergli attraverso la mente come rifiuti sul fiume della vita". Il racconto di un sogno, dunque, espresso in un linguaggio tanto intraducibile che ancora oggi non è stato possibile fornirne una traduzione integrale in italiano. Negli anni '60 quel poliedrico scrittore che era J. Rodolfo Wilcock, il "poeta" Wilcock, plurilingue inventore come lo stesso Joyce, tenta di elaborare un condensato in italiano di quest'opera, una traduzione che risulta ridottissima ma completa, quasi riconducesse quella che lui intitola "La veglia di Finnegan" alla perfezione della sua forma embrionale. Nella presente edizione, l'originale di Joyce fa da contrappunto alla versione di Wilcock. Questa è preceduta da un denso saggio di Samuel Beckett, scritto su richiesta dello stesso Joyce al fine di inquadrare la sua poliforme creazione. Chiudono il volume una serie di testi (finora inediti in volume) che Wilcock, nel corso degli anni, ha dedicato alla figura di Joyce. Prefazione di Edoardo Camurri.
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Joyce Rachel
Il negozio di musica
br. Inghilterra, 1988. A Unity Street c'è un negozio di musica che vende vinili di ogni genere, colore e velocità, solo ed esclusivamente vinili. Il suo proprietario, Frank, ha un dono, una specie di sesto senso: chiunque entri nel suo negozio, qualunque sia la musica che cerca o lo stato d'animo in cui si trova, Frank sa leggere ciò che ha davvero nel cuore e consigliare la canzone di cui ha bisogno. C'è solo una persona di fronte alla quale il suo intuito si trova disarmato: la misteriosa donna dal cappotto verde che un giorno sviene proprio sulla soglia del negozio. Si chiama Ilse Brauchmann, è tedesca, ha un singolare talento per aggiustare le cose e vorrebbe delle lezioni di musica... Lezioni di musica? Frank non ha mai dato lezioni a nessuno e, del resto, ha rinunciato all'amore ormai molto tempo fa, la sua vita è perfetta così com'è. Eppure non riesce a nascondere l'emozione che prova specchiandosi in quegli occhi nero vinile. Ma che cosa ha portato Ilse in Inghilterra? Perché non toglie mai quei guanti scuri che coprono le sue mani? Che cosa nasconde nel suo passato? Mentre i negozi di Unity Street rischiano di chiudere uno dopo l'altro, Frank e Ilse dovranno fare i conti con cicatrici profonde, visibili e invisibili, e aprire finalmente i loro cuori. Prima che sia troppo tardi. Una favola contemporanea, un?ode al potere trasformativo della musica e dell'amore.
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Joyce, William & Christina Ellis
Wie die Farben in die Welt kamen
o.J. Übersetzt von Hardy Krüger jr. Köln, Bastei Lübbe, 2015. Quer-4to. Durchgehend illustriert von Christina Ellis. 26 Bl. Farbiger Or.-Pp. mit tlw. transparentem Schutzumschlag; dieser an den Innenlaschen etwas wellig. [4 Warenabbildungen]
Referenz des Buchhändlers : 179988
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JOYEUX Maurice
Mutinerie ? Montluc.
Broch?. 283 pages.
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Jt Horonczyk Sz. 1889 1939.
Geklibene Shriftn
Varshe Warsaw : Farlag "yidish-Bukh". 1950. Paperback. yid1 HOLO8 wiv0512 . FT Original Paper Wrappers 8vo 118 pages. Includes illustrations 22 cm. In Yiddish. Mayse-bikhlekh -- Bay a raykhn korev -- In geroysh fun mashinen -- 1905 -- Zump. SUBJECTS : Yiddish fiction. Some edgewear to covers paper browning as generally found but no tears. Good Condition. HOLO2-87-7 . V?arshe (Warsaw) : Farlag "yidish-Bukh," paperback
Referenz des Buchhändlers : 28746
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Juan Lewis Charles B. 1865 1939 Hudson
Poems
Nabu Press 2010-09-09. Paperback. Good. Nabu Press paperback
Referenz des Buchhändlers : SONG1171798237 ISBN : 1171798237 9781171798231
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Jubani Eldis
Ogni volta dal principio
br. Cosa significa lasciare la propria patria, la lingua, gli affetti, la scuola, una rete di relazioni fittissima e partire per destinazione ignota, inseguendo i desideri e le paure del padre in una terra straniera? A soli sei anni, la protagonista di questa vicenda affronta una burrascosa attraversata in mare dall'Albania all'Italia e deve, insieme alla madre - maestra di pianoforte e concertista -, ricominciare tutto daccapo, inventarsi un'esistenza da zero. Ci riusciranno, a prezzo di enormi sacrifici, ingaggiando una lotta col destino che sembra non avere mai fine: ogni volta che un traguardo è raggiunto, la sorte presenta nuovi ostacoli da superare. I passaggi di questa lotta per la sopravvivenza diventano il tentativo, per Eldis, di capire chi è o chi è diventata, di costruire la sua identità di adulta e di cittadina del mondo, affrontando prove sempre più grandi, compresa la perdita delle persone più care e il naufragio dei suoi desideri: uno su tutti, quello di avere un figlio dalla persona che ama.
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Juch Emma 1861 1939. Operatic Soprano who created the "Emma Juch Opera Company".
AUTOGRAPH NOTE SIGNED by the OPERATIC SOPRANO EMMA JUCH with an additional AUTOGRAPH signed and dated by her.
New York June 30th 1886. 1886. Good. - Seventeen words penned on the lower half of 6 inch high by 4-1/8 inch wide cream paper: "Such persuasive 'autograph friends' are certainly hard to resist - so I send you the signature with pleasure". Signed "Emma Juch". Across the top of the page is this second autograph likely that to which she refers as it boldly fills the width of the page and is dated by her beneath the signature: "Emma Juch / New York June 30th 1886". Folded for mailing with offsetting to the corners. Likely once mounted in an album a paper tab is affixed to the lower edge of the verso. <p>The Operatic soprano Emma Juch 1861-1939 Emma Antonia Juch Wellman was born in Vienna and raised in New York City. Emma Juch took singing lessons and practiced secretly as her father did not approve. It wasn't until he first heard her sing on stage that he had a change of heart. Her debut came as Philine in an Italian version of Ambroise Thomas' "Mignon" at 18 years of age and she was immediately hired to sing for the season at Her Majesty's Theatre in London. She made her American debut at NYC's Academy of Music in 1881 and in 1886 was the first singer contracted by the American Opera Company. Soon after that company folded she formed the Emma Juch Company. The company opened with "Faust" at the Grand Opera House in Los Angeles in 1890 and went on to tour the US and Mexico. Her singing career spanned but a mere 13 years as she retired after marrying the New York lawyer Francis L. Wellman in 1894. New York June 30th, 1886. unknown
Referenz des Buchhändlers : 34702
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Jucker, Sita
Kiwitan
(Ein Suchbuch durch vier Jahreszeiten). Mit Versen von Kurt Baumann. Zürich, Bohem Press, 1984. Fol. Durchgehend farbig illustriert. 13 Bl. Farbiger Or.-Pp. [4 Warenabbildungen]
Referenz des Buchhändlers : 192871
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Judge Gary Marcus
Free to fly
br.
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