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‎Guerra‎
‎Historia‎
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‎Sciascia Leonardo‎

‎Il mare colore del vino‎

‎br. È un libro di racconti scritti fra il 1959 e il 1972. Così Sciascia stesso: "... mi pare di avere messo assieme una specie di sommario della mia attività fino ad ora e da cui vien fuori... che in questi anni ho continuato per la mia strada, senza guardare né a destra né a sinistra (e cioè guardando a destra e a sinistra), senza incertezze, senza dubbi, senza crisi (e cioè con molte incertezze, con molti dubbi, con profonde crisi); e che tra il primo e l'ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarità". Una circolarità che non ha per nulla intaccato, e anzi esalta, la felicità e l'efficacia delle storie qui riunite come in un breve compendio delle molte voci narrative di Sciascia.‎

‎Chevallier Gabriel‎

‎La paura‎

‎br. "La grande novità di questo romanzo, il cui titolo rappresentava già di per sé una sfida, era il fatto che nelle sue pagine si diceva: ho paura". Così scriveva l'autore presentando, a vent'anni di distanza dalla sua uscita, una nuova edizione dell'opera "infamante" che nel 1939, alla vigilia di un'altra guerra, era stata pudicamente ritirata dalle librerie. Eppure, se "La paura" è un libro unico, diverso da tutti quelli pubblicati a caldo per denunciare la barbarie della prima guerra mondiale, non è solo a causa dell'insolenza con cui dà voce a ciò che a detta di molti andrebbe taciuto: lo è anche, e soprattutto, per la forza visionaria della scrittura. Fin dalle prime pagine, infatti, si resta sbalorditi di fronte all'efficacia di Chevallier, il quale (accompagnando il suo alter ego dal tragicomico "carnevale" dell'arruolamento all'impatto con i campi di battaglia, dal lungo ricovero in ospedale al ritorno al fronte, fino al lugubre silenzio che sembra avvolgere la terra intera dopo il "Cessate il fuoco!") sa coniugare con mano saldissima la verità impietosa della testimonianza con la forza affabulatrice del romanzo. E riesce a farci percepire, quasi fisicamente, l'orrore, lo sgomento e la disperazione; a farci vedere l'"esplosione di luce irreale" dei razzi, i cadaveri dilaniati, il "labirinto silenzioso e desolato delle trincee"; a farci condividere la cocciuta voglia di vivere e l'ossessiva paura di morire di tutti.‎

‎Maugham W. Somerset‎

‎Il velo dipinto‎

‎br. "È una situazione fra le più classiche. Lei decide di tradire il marito con un uomo che giudica affascinante. La tresca funziona fino al giorno in cui i due clandestini hanno la sensazione che il marito tradito abbia scoperto tutto. È un guaio. Anche perché, messa alle strette, l'adultera confessa. Che fare? Si dovrà procedere alla separazione e al divorzio. Sconvolta e piangente, lei si reca dall'amante. Gli dice d'aver confessato: vuole separarsi e andare a vivere con lui. Grande è la sorpresa, a quel punto. Infatti, l'amante non ha intenzione di lasciare la moglie e mettersi con lei. Pensiamo tutto questo ambientato nella colonia inglese di Hong Kong alla metà degli anni Venti e affidato alla penna superprofessionale di W. Somerset Maugham. Sarebbe uno dei suoi romanzi caustici, mondani, un po' cattivi. Ma Maugham, influenzato dalla lettura dell'episodio dantesco di Pia de' Tolomei, pensa di aggiungervi qualcosa in più." (Giorgio Montefoschi)‎

‎Grossman Vasilij‎

‎Il bene sia con voi!‎

‎br. Nel 1960 Vasilij Grossman porta a compimento "Vita e destino", subito confiscato dal KGB, e va incontro alla sorte del reietto. Alla stessa stagione e allo stesso universo di quel capolavoro, che descrive le manifestazioni del male e la sua sconfitta in nome della "bontà illogica" dei singoli, appartengono i racconti qui radunati. I ricordi e le testimonianze di prima mano del periodo bellico, che ruotano intorno al destino degli ebrei, ispirano le note drammatiche del "Vecchio maestro" e la dichiarazione di fede nella vita e nel "miracolo della libertà" che conclude "La Madonna Sistina". "Fosforo" è una riflessione tristemente autobiografica sull'amicizia misconosciuta, mentre "Riposo eterno", "Mamma", "L'inquilina"," In periferia" fotografano momenti diversi della lunga stagione sovietica, tra gli sconvolgimenti causati dal meccanismo delle repressioni staliniane e la corruzione morale che ne consegue, all'insegna dell'indifferenza e dell'egoismo. "La strada", parabola sul modello tolstojano di Cholstomer, è il racconto delle disavventure di un mulo italiano sulle strade della Russia in guerra: la mostruosità di un mondo in cui Treblinka e il Gulag, nazismo e comunismo gareggiano in efferatezza colpisce in modo ancora più brutale se vista con gli occhi di un animale. E infine "Il bene sia con voi!", dove le note di un viaggio in Armenia nell'autunno del 1961 si traducono in una sorta di luminoso poema.‎

‎Savinio Alberto; Italia P. (cur.)‎

‎Tutta la vita‎

‎br. "Fra questi racconti alcuni portano in scena poltrone, divani, armadi e altri mobili, in ispecie di personaggi sensibili, parlanti e operanti". Così scrive Savinio, ed è la più efficace presentazione di questo libro, frutto maturo della sua migliore vena narrativa, lussureggiare di immagini in acrobatico equilibrio tra realtà e allucinazione. Così, nella "Pianessa", la signorina Fufù, "vecchia zitella dal nomignolo a vapore e stantuffi", dopo essersi fatta sedurre dall'"occasione stupenda" di "un pianoforte a coda e lungo come una balena, basso sulle zampe tarchiate e tozze", ne avverte la virile presenza con profondo turbamento, salvo poi trovarsi di fronte a una clamorosa agnizione. In "Casa della stupidità" una statua di marmo che sostiene il balcone di un palazzo decide di "andarsene", ben contenta di provocare in tal modo il crollo dell'edificio, giacché tra quelle mura alligna la "stupidità a tutti i piani, in tutte le camere, nei corridoi, nei ripostigli, dalla cantina al solaio". In "Bago" Ismene trova comprensione e protezione nel vecchio armadio che l'ha vista nascere e con il quale ogni giorno si confida, "seduta accanto al battente socchiuso, come per ascoltare i battiti di quel cuore tenebroso ma profondamente buono"...‎

‎Márai Sándor‎

‎Il gabbiano‎

‎br. Quando la giovane donna che ha chiesto udienza (e che lui ha accettato di ricevere nonostante l'ora tarda) entra nel suo ufficio, il consigliere del ministero degli Interni ha una bizzarra reazione: una "delirante, tremenda ilarità si diffonde nelle sue membra come un formicolio". E così che deve ridere il diavolo, pensa l'alto funzionario, "allorché si rende conto che, sia pure in modo deforme e orribile, il suo volto assomiglia a quello di Dio". Perché la splendida creatura che gli sta di fronte è il doppio perfetto di un'altra: colei che molti anni prima, nella penombra di una stanza, gli aveva chiesto, con voce lievemente roca, citando Lord Lyttelton: "Tell me, my Heart, if this be Love?". Poco tempo dopo quella donna si era uccisa, e per amore di un altro. E adesso è tornata, pensa l'uomo: adesso che lui ha quarantacinque anni, e comincia a sentirsi vecchio; e proprio oggi, quando ha appena controfirmato un documento che getterà il suo Paese nella tragedia della guerra. Ma la giovane seduta davanti alla sua scrivania dice di venire dal Nord e di chiamarsi Aino Laine: un nome che in finlandese significa Unica Onda. Che cosa vuole? Una borsa di studio, dice, un permesso di soggiorno... Ma forse non tutto è così limpido, e il consigliere di Stato lo scoprirà al termine di una lunga notte in cui quella donna, comparsa all'improvviso nella sua vita come un gabbiano planato da lontananze boreali, si mostrerà più enigmatica e indecifrabile di quanto avesse immaginato.‎

‎Dennis Patrick; Codignola M. (cur.)‎

‎Zia Mame‎

‎br. Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre - quel ricco, freddo bacchettone poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con sé, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica "Ma Patrick, caro, sono tua zia Mame!", e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro - o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento.‎

‎Simenon Georges‎

‎L'assassino‎

‎br. Il primo martedì di gennaio il dottor Hans Kuperus lascia Sneek, il paesino della Frisia in cui vive, e si reca ad Amsterdam, come tutti i primi martedì del mese. Questa volta, però, non partecipa alla riunione dell'Associazione di Biologia, né va a pranzo dalla cognata. Compra una rivoltella, se la mette in tasca, riprende il treno, poi il traghetto che attraversa lo Zuydersee, poi un altro treno. Solo che, prima di arrivare a Sneek, il convoglio rallenta e si ferma. Allora il dottor Kuperus agisce quasi senza riflettere: scende e si avvia, camminando nella neve, verso il bungalow in riva al lago dove (come ha appreso da una lettera anonima) troverà la moglie in compagnia del suo amante. Tutto avviene molto rapidamente: quando i due escono, Kuperus li uccide e getta i corpi nel lago. Dopodiché, come ogni sera, raggiunge al caffè i membri dell'Accademia di Biliardo. Di quella istituzione, che accoglie tutti i notabili del luogo, Kuperus sogna da tempo di essere eletto presidente: ma forse ora potrà riuscirci, perché il presidente in carica (il conte Shutter, l'uomo più ricco del paese, quello che ha la casa più bella, la barca più bella, le donne più belle, anche sposate) giace in fondo al lago, decisamente morto. A casa, dopo, Hans Kuperus farà una cosa che aveva a lungo desiderato: si porterà a letto Neel, la florida domestica. Così comincia questo romanzo, in cui Simenon segue la discesa nell'abisso di uno dei suoi eroi più tipici: uno di quelli che osano "passare la linea" - e ne pagano il prezzo.‎

‎Faulkner William; Materassi M. (cur.)‎

‎Le palme selvagge‎

‎br. Due storie narrate a capitoli alterni e che mai s'intersecano: quella dei due amanti che fuggono dalla società per chiudersi nel loro rapporto esclusivo e che nel tentativo d'interrompere una gravidanza finiscono con l'autodistruggersi; e quella del detenuto che durante la grande inondazione del Mississippi viene mandato in cerca di una partoriente aggrappata a un albero semisommerso, la trova, fa nascere il bambino, porta entrambi in salvo e poi, invece di darsi alla fuga, rientra nella monastica società del penitenziario. Estraneo a qualsiasi genere conosciuto, Le "Palme selvagge" non ha mai cessato di suscitare interrogativi. Si tratta di due racconti autonomi, intercalati per una qualche audace trovata? Di due racconti sotterraneamente legati? O di un romanzo, ancorché anomalo? Interrogativi ai quali ha fornito una risposta definitiva Kundera: "La "Sonata" opera 111 [di Beethoven] mi fa pensare a "Palme selvagge" di Faulkner, in cui si alternano un racconto d' amore e la storia di un evaso, due soggetti che non hanno nulla in comune, non un personaggio, e neanche una qualunque percettibile affinità di motivi o di temi: una composizione che non può servire da modello a nessun altro romanziere, che può esistere una volta e basta, che è arbitraria, non raccomandabile, ingiustificabile - ed è ingiustificabile perché dietro di essa si avverte un "es muß sein" che rende superflua ogni giustificazione".‎

‎Kipling Rudyard‎

‎Storie proprio così‎

‎ill., br. Nel presentare ai suoi lettori "Storie proprio così", scritte in origine per far addormentare la sua primogenita, Kipling ricordava come non gli fosse permesso, allora, alterarne neanche una parola: andavano raccontate "proprio così", altrimenti la bambina "sarebbe saltata su a ripristinare la frase mancante". In seguito le avrebbe sperimentate con gli altri figli e i loro piccoli amici, studiandone le reazioni, dando ascolto a eventuali loro appunti, rifinendo ogni cadenza e intonazione, tanto che quelle storie hanno finito per diventare vere e proprie formule incantatorie. Così temi didascalici come geografia e preistoria, flora e fauna, nascita della scrittura, "evoluzione della specie" e altro materiale ponderoso, mirabilmente parodiati e reinventati, vengono assunti di diritto nell'empireo fiabesco. E verremo a sapere "perché" il Cammello ha la gobba o il Leopardo le macchie; scopriremo le origini degli Armadilli e come sia stato composto il primo Alfabeto; incontreremo il Gatto che se ne va per i fatti suoi e la Farfalla che batte i piedi - in un tripudio di trovate sempre più fantastiche, accompagnate da rime bislacche e disegni ancor più strani. Giacché qui Kipling ha voluto mostrare, per una volta, un altro suo inedito talento, corredando i testi di disegni in tutti i sensi originali, arabeschi di gusto fin de siècle - con un tocco forse dell'amico Beardsley - che arricchiscono le vie della lettura.‎

‎Bennett Alan‎

‎Gli studenti di storia‎

‎br. Otto studenti, tre professori, un preside: in mano ad Alan Bennett anche un corso propedeutico per l'ammissione all'università può diventare un universo polifonico di meravigliosa ricchezza e comicità. Scegliendo come ambientazione l'Inghilterra degli anni Ottanta, nella sua commedia più recente Bennett mette in scena un mondo semiautobiografico (nel giovane Posner riconosciamo il ragazzo timido di "Scritto sul corpo", innamorato del bel Dakin) in cui si alternano acrobaticamente simposio e gag, sociologia e dialogo filosofico. Mentre si accumulano gli interrogativi: Ha senso il concetto di cultura alta? Come si insegna la storia? Che ruolo ha il caso nelle tragedie della vita? E in che cosa consiste, esattamente, l'istruzione?‎

‎Maugham W. Somerset‎

‎Storie ciniche‎

‎br. "Deve essere un mio difetto, ma i peccati altrui non mi scandalizzano - sempre che non mi riguardino personalmente". La leggendaria sprezzatura di Maugham pervade tutti i racconti di questa raccolta, popolata di personaggi tanto più veri in quanto tratti dalla sua vita multiforme di medico, scrittore, drammaturgo e agente segreto. Il nostro insaziabile viaggiatore spazia da una bettola di Vladivostok al bel mondo della Costa Azzurra, e il suo occhio spietato mette a nudo con sublime cattiveria, o anche con dissimulata compassione, intime tragedie e abissali fallimenti di un pittoresco campionario umano: impostori di lungo corso, madri efferate, coniugi assassini - tutti in balìa della casualità della vita e della cecità delle passioni. Come Elizabeth, "una giocatrice d'azzardo, una scialacquatrice e una donna lasciva"; o come Morton che, tornato in Inghilterra, si sentiva più solo che nella giungla. E segreti ben custoditi, acrobatici patti e rischiosi tradimenti concordati ci apriranno un mondo in cui nulla obbedisce a una rassicurante prevedibilità.‎

‎Bolaño Roberto‎

‎Chiamate telefoniche‎

‎br. I quattordici racconti che compongono questa raccolta apparsa nel 1997, agli esordi della carriera di Roberto Bolaño, distillano già quelle che saranno le ossessioni ricorrenti della sua narrativa e i temi attorno a cui si addensano: la letteratura, la violenza - appena sussurrata o quanto mai tangibile -, l'amore e il sesso. Il lettore vi incontrerà esistenze borderline, apolidi e insane, alla ricerca di un senso o che al senso hanno rinunciato, sballottate dal caso e da un'assurda quotidianità, tra amori infelici, errori evitabili e solitudini. Sono racconti aperti, imprevedibili, che non si esauriscono nella desolante constatazione dell'insensatezza della vita umana, ma giocano con il lettore, spingendolo a cogliere le citazioni occulte, le figure nascoste nella trama dell'ordito, a cercare di comprendere messaggi che risultano indecifrabili in primo luogo ai protagonisti stessi. Come se al fondo di ciascuna di queste storie ci fosse un enigma che sa essere, al tempo stesso, ilare, inquietante e spaventoso.‎

‎Cameron Peter‎

‎Coral Glynn‎

‎br. Ci sono libri, rari e sfuggenti, che all'universo parallelo della letteratura arrivano in un modo diverso, curvando lo spazio tempo della narrazione per portarci in una scena che, al di fuori delle loro pagine, sembra non voler esistere. Ad esempio in una grande villa nella campagna inglese alla fine della seconda guerra mondiale, dove Coral, che al mondo non ha più nulla e nessuno, arriva per assistere nei suoi ultimi giorni la padrona di casa, e poi aiutare il figlio di lei, il maggiore Clement Hart, a guarire dalle ferite che il conflitto gli ha lasciato. In quelle stanze buie, gelide e spettrali come la campagna che le circonda, Coral e Clement arrivano in brevi momenti, con le parole, quasi a toccarsi. Ma ogni volta, dalla caligine che si insinua ovunque, qualcosa, un anello rubato, un inquietante gioco infantile, un misterioso profumo di fiori si materializza, costringendo il desiderio e il bisogno a prendere una forma meno categorica dell'amore. È l'inizio di un viaggio lieve, doloroso e imprevedibile, difficile da raccontare e impossibile da dimenticare. Che Peter Cameron ci invita a intraprendere con una sola promessa, quella di guidarci, per minuscoli slittamenti delle emozioni, a un finale che non ci aspetteremmo e di farci sentire improvvisamente molto vicini "al cuore dorato e incandescente dell'universo".‎

‎Mitford Nancy‎

‎L'amore in un clima freddo‎

‎br. Uno scintillante alone di glamour e di gossip ha sempre circondato le sei celeberrime sorelle Mitford, figlie del barone Redesdale, e Nancy, la maggiore in ogni senso, ne ha trasferito sulla pagina riverberi screziati di veleno. Questa micidiale comedy of manners, ambientata tra le due guerre, mette in scena gli impossibili Montdore, di ritorno da cinque anni in India dove il conte, ricchissimo, aristocraticissimo, congenitamente stolido come i suoi degni pari, era Viceré. La consorte, di una prosaicità adamantina, neanche fosse di origini borghesi o americane, sguazza nel bel mondo. E la figlia Polly, la debuttante più concupita dai giovani blasonati che affollano i balli della stagione, decide per capriccio di farsi impalmare dallo zio, Boy Dougdale, di lei molto più vecchio e da pochi giorni vedovo, maestro nell'arte del ricamo nonché per anni amante della madre. Diseredata ipso facto, si ritira con il marito a vivere "di stenti" in Sicilia. L'eredità passa così a uno spumeggiante cugino canadese, affermato gigolò per signori, e basteranno un paio di sue battute perché Lady Montdore, titillata nel suo organo vitale, la mondanità, si rituffi nel girone festaiolo. Dove finirà per tornare anche Polly, ormai tanto disincantata da reagire ridendo alle sue disgrazie: non per niente siamo in Arcadia, e mentre lei trova un consolatore, saranno ben altri scandali a scuotere tutta l'alta società.‎

‎Biancheri Boris‎

‎La traversata‎

‎br. "È una strana ragazza" dicono tutti di Eileen: singolare incrocio anglo-siciliano, cresce taciturna e solitaria, "poco portata alle cose terrestri e più adatta a quelle del cielo e del mare". Per la luna nutre infatti un attaccamento "intenso e appassionato"; e l'acqua è il solo luogo dove si senta "veramente a suo agio". Quando una giornalista inglese la convince ad attraversare la Manica in solitaria, Eileen accetterà la sfida.‎

‎McGrath Patrick‎

‎Follia‎

‎br. Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.‎

‎Nabokov Vladimir‎

‎Guarda gli arlecchini!‎

‎br. È il 1974 e il settantenne Vadim Vadimovic, scrittore incluso nella rosa dei candidati al Nobel, ripercorre la propria vita con cruda sincerità. Nato a Pietroburgo in una famiglia aristocratica, vive un'infanzia solitaria e infelice che è all'origine di inquietanti turbe psichiche. Quando scoppia la rivoluzione bolscevica fugge avventurosamente all'estero e ripara in Inghilterra; più tardi, in Francia, ha inizio la sua carriera di letterato, illustrata con esilaranti notazioni. Arrogante e asociale, sbrigativo nei rapporti sentimentali, assillato dalla sensazione che la sua esistenza sia la parodia di quella di un altro, si sposa indotto solo da impulsi erotici, indulge a tradimenti con disinvolte fanciulle, prova torbide attrazioni per adolescenti impuberi, e mentre insegna svogliato in una detestabile università della provincia americana vede acuirsi i suoi disordini mentali. Dovrà arrivare alle soglie della vecchiaia per incontrare la vera eroina del libro, una giovane donna il cui nome resterà segreto - perché solo così si preservano le cose preziose della vita. Tutt' altro che segreta è invece la vera identità di Vadim Vadimovic N., il Narratore, che subito si rivela una caricaturale rappresentazione del suo artefice: o meglio, del volgare fraintendimento della sua personalità generato da certa critica, incline a descriverlo come autoreferenziale, ossessionato dai doppi, dai personaggi marionetta che adombrano la mano del burattinaio.‎

‎Némirovsky Irène‎

‎La preda‎

‎brossura "La mia anima, come una nave nella burrasca, è trascinata verso ignoti abissi": quando Jean-Luc Daguerne scoprirà dentro di sé "quel desiderio di tenerezza, quel disperato bisogno di amore" che ha sempre negato e represso, saprà anche che non riuscirà mai a soddisfarli. Lui, che per tutta la vita non ha sognato altro se non di "afferrare il mondo a piene mani", soprattutto quello vicino al potere, e che per riuscirci ha messo incinta la figlia di un ricco banchiere, costringendo così il padre a dargliela in moglie; lui, che ha accettato di essere umiliato, di mentire, di adulare, di fare il doppio gioco, che ha inaridito il proprio cuore perché potesse affrontare senza fremere "un mondo di imbroglioni e di sgualdrine": ebbene, proprio lui si troverà di fronte all'impossibilità di farsi amare dall'unica creatura che abbia amato in vita sua, dall'unica donna nelle cui braccia abbia sentito riemergere in sé, fino a soffocarne, la sua fragilità di bambino. Allora non gli importerà più niente della sua carriera politica, né del successo tanto rabbiosamente cercato. E si chiederà che senso abbia avuto tutto quel lottare ansimante per sottrarsi a un destino di miseria, per intrufolarsi negli ambienti giusti, per avere in mano le carte vincenti. Alla fine, il patto faustiano si rivela una beffa, e il successo che, "da lontano, ha la bellezza del sogno, allorché si trasferisce su un piano di realtà appare sordido e meschino".‎

‎Dennis Patrick‎

‎Genio‎

‎br. Per i membri della comunità di Hollywood mentire, truffare, millantare sono diritti acquisiti, ma Leander Starr ne abusa. E mentre il pubblico perdonerebbe quasi tutto all'autore di Rut nel grano altrui (un kolossal biblico che nessuno ha dimenticato), e di Negretti (il breve documentario che ha cambiato per sempre la percezione comune dei pigmei), ex mogli, direttori d'albergo e agenti del fisco sono per definizione meno condiscendenti. Al punto che Starr, come altri grandi (e grossi) registi americani di quegli anni, ha dovuto riparare in Messico, dove vive in un ex convento sognando di girare II paese degli avvoltoi, il film che lo riscatterà. Ora gli servirebbero solo un po' di soldi e uno sceneggiatore. I primi sta per estorcerli ad alcuni affaristi locali, e quanto al secondo, pare che da quelle parti viva un uomo che potrebbe fare al caso suo. Si tratta di uno scrittore a suo tempo abbastanza noto, ma che da un po' ha un problema con la pagina bianca, e con vari altri nemici dell'ispirazione: Patrick Dennis. Il risultato del loro incontro è questo libro, dove si racconta il making di un film che sembra concepito da Orson Welles in stato di ebbrezza, girato da Ed Wood in stato di grazia, e scritto - qui non ci si sbaglia - semplicemente da Patrick Dennis. Bene, in quale razza di inferno questa somma di talenti precipiti i personaggi - e in quale paradiso trascini i lettori - si può anche immaginare. Anzi, a dirla tutta, assolutamente no.‎

‎Wescott Glenway‎

‎Appartamento ad Atene‎

‎br. "... Siamo in un carcere, come in alcune tragedie greche, nei drammi da camera di Strindberg e nella Metamorfosi di Kafka. Carcere è dovunque, anche sotto il cielo aperto: carcere è soprattutto Atene, dove i bambini greci muoiono di fame e le madri pregano perché muoiano presto; e dove l'Acropoli sembra un tetro fondale da teatro, costruito con la pietra nuda. Carcere è il mondo, da quel poco che possiamo intravedere. E se si scopre all'improvviso una crepa nel muro, 'una porta appena socchiusa, un fievole raggio di sole sul pavimento', possiamo essere certi che è un'illusione: perché la crepa e la porta socchiusa e il finto raggio di sole alzeranno mura sempre più alte, dalle quali nessuno potrà fuggire".‎

‎Némirovsky Irène; Epstein D. (cur.); Rubinstein O. (cur.)‎

‎Suite francese‎

‎br. Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande "sinfonia in cinque movimenti" che doveva narrare, quasi in presa diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l'occupazione nazista: "Tempesta in giugno" (che racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell'arrivo dei tedeschi) e "Dolce" (il cui nucleo centrale è la passione, tanto più bruciante quanto più soffocata, che lega una "sposa di guerra" a un ufficiale tedesco). Pubblicato a sessant'anni di distanza, Suite francese è il volume che li riunisce.‎

‎Bolaño Roberto‎

‎Stella distante‎

‎br. Chi è stato Carlos Wieder? Un poeta o un assassino? Un artista o un criminale? Un pilota spericolato che si esibiva in performance di "scrittura aerea" o un autore di snuff movies? E ha veramente arrestato e torturato e ucciso, nei mesi successivi al golpe di Pinochet, decine di persone, per poi esporre le foto dei cadaveri ridotti a brandelli perché convinto della assoluta, gratuita purezza del male - perché solo il dolore è in grado di rivelare la vita, e perché lo scopo della sua è "l'esplorazione dei limiti"? Nulla, sembra ribadire Bolaño, è più sfuggente della verità. Tant'è che, una pagina dopo l'altra, un tassello dopo l'altro - attraverso un accumulo di indizi, molti dei quali di natura squisitamente letteraria, e di storie parallele, alcune tragiche, alcune grottesche, alcune paradossalmente fiabesche (ma tutte, sempre, eccessive, "come il Cile di quegli anni") -, il nostro percorso di avvicinamento a quella che potrebbe essere la verità diventa via via più sdrucciolevole, come se l'autore medesimo ci invitasse a dubitare degli eventi che narra non meno che degli scrittori che cita, delle poesie, delle riviste, dei movimenti letterari a cui allude. Nonché, in definitiva, della esistenza stessa di un uomo chiamato Carlos Wieder.‎

‎Gogol' Nikolaj; Landolfi I. (cur.)‎

‎Racconti di Pietroburgo‎

‎br. Un barbiere si sveglia di buon'ora, si alza dal letto, spezza il pane appena sfornato, vi scorge dentro "qualcosa di biancheggiante": un naso. Prende così avvio uno dei racconti più celebri della letteratura di tutti i tempi, affiancato in questa raccolta da altri quattro, non meno significativi e famosi: II ritratto, dove un dipinto porta con sé, nel trascorrere degli anni, tutto il male che era nell'animo del personaggio rappresentato; La Prospettiva, storia di incontri e di passioni fatali o fugaci sullo sfondo mutevole, e talora inquietante, del Nevskij Prospekt; II giornale di impazzo, diario di un uomo solo e del suo precipitare nella follia; Il mantello, dramma di un povero impiegato che subisce il furto del cappotto nuovo acquistato avvezzando una vita già misera a ulteriori, patetiche restrizioni.‎

‎Simenon Georges‎

‎Le signorine di Concarneau‎

‎br. Jules Guérec - quarant'anni, celibe, proprietario di due pescherecci - è sempre vissuto nella cittadina bretone in cui è nato, nella casa adiacente all'emporio che la sua famiglia gestisce da generazioni, nello stesso odore "di catrame, cordami, caffè, cannella e acquavite", insieme alle due sorelle rimaste nubili, che lo accudiscono con una sollecitudine benigna, occhiuta e possessiva. A loro Guérec deve rendere conto di come spende ogni centesimo. Persino quando gli capita di andare a Quimper, e di non resistere alla tentazione di tornare in quella certa strada dove un paio di signore "arrivate da Parigi" passeggiano "gettando agli uomini sguardi provocanti", il pensiero di come farà a giustificare i cinquanta franchi mancanti gli rovina il piacere. Sono loro, le sorelle, a sorvegliare tutto, a provvedere a tutto. Anche quella volta che lui, da giovanotto, ha messa incinta una ragazza, è stata Celine - che delle due è la più penetrante e la più spiccia, e che afferma di conoscere il fratello come fosse un figlio suo - a prendere in mano la situazione. Una notte, però, Guérec, senza quasi accorgersene, sarà la causa di un evento tragico, le cui paradossali conseguenze potrebbero forse spingerlo a uscire dal bozzolo soffocante, ma anche tiepido e rassicurante, dei legami familiari.‎

‎Némirovsky Irène‎

‎I cani e i lupi‎

‎br. Le basta vederlo una volta sola, quel bambino ricco, ben vestito, dai riccioli bruni, dai grandi occhi splendenti, che abita nella meravigliosa villa sulla collina e di cui dicono sia un suo lontano cugino, per essere certa che lo amerà per sempre, di un amore assoluto e immedicabile. A Kiev, la famiglia di Ada abita nella città bassa, quella degli ebrei poveri, e suo padre appartiene alla congrega dei maklers, gli intermediari, quegli umili e tenaci individui che si guadagnano da vivere comprando e vendendo di tutto, la seta come il carbone, il tè come le barbabietole. Fra le due città sembra non esserci nessun rapporto, se non il disprezzo degli uni e l'invidia degli altri. Eppure, quando il ragazzine Harry si troverà di fronte la bambina Ada, ne sarà al tempo stesso inorridito e attratto: "come un cagnolino ben nutrito e curato che senta nella foresta l'ululato famelico dei lupi, i suoi fratelli selvaggi". Molti anni dopo il destino li farà rincontrare a Parigi: e Harry cederà a quella misteriosa attrazione del sangue che Ada esercita su di lui.‎

‎Carrère Emmanuel‎

‎L'avversario‎

‎br. "Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L'inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient'altro. Da diciott'anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. È stato condannato all'ergastolo. Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell'uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un'autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un'esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi." (Emmanuel Carrère)‎

‎Conrad Joseph‎

‎Il caso‎

‎br. In "Giovinezza", in "Lord Jim" e in "Cuore di tenebra" Charles Marlow aveva raccontato le vicende di personaggi annientati dall'incontro con il destino. Ma in questo libro Joseph Conrad gli affida un compito ancora più delicato, e per molti versi estremo: raccontare direttamente il destino, o meglio il puro e semplice caso, una forza "assolutamente irresistibile, per quanto si manifesti spesso in forme delicate, quali ad esempio il fascino, reale o illusorio, di un essere umano". "Il caso" è la storia di Flora de Barral, giovanissima figlia di un banchiere rovinato dalla speculazione (dopo avere a sua volta rovinato migliaia di investitori): finendo in carcere questi fa della ragazza una diseredata, senza altro diritto che la compassione. Ed è la storia di come questa creatura esile, silenziosa e ostinata lotti per resistere all'"infatuazione del mondo", e alle attenzioni "di persone buone, stupide, coscienziose". Di come la devozione di un uomo, il capitano Anthony, le sembri all'improvviso una salvezza possibile. Di quello che un lungo viaggio in mare può nascondere, e un matrimonio può rivelare. E della tragedia cui tutto ciò, inevitabilmente, conduce. Eppure "Il caso" è anche un romanzo felice, che per la prima volta conquistò a Conrad schiere di lettori entusiasti: uscito nel 1913, fu il suo unico vero successo popolare.‎

‎Agnon Shemuel Y.; Rathaus A. (cur.)‎

‎Nel cuore dei mari‎

‎br. Tutto comincia con Hanania, l'uomo che ha "girato mezzo mondo e superato molte prove". Sotto la sua guida, un piccolo gruppo di "ferventi" ebrei della Galizia polacca, composto da uomini e donne prescelti "non per propria rettitudine, ma solo in virtù della misericordia divina", intraprende il viaggio verso la terra d'Israele - secondo la tradizione diffusa in quelle regioni dal Baal Shem Tov, il fondatore del chassidismo -, lungo un percorso in cui ogni luogo sprigiona una sorta di incanto. Così è per il punto di partenza, Buczacz, cittadina dove "sembra quasi che le stelle siano appese ai tetti delle case"; per Vaslui, con il suo grande mercato di miele e cera; per Bàrlad, con le lapidi nerofumo dei martiri nel cimitero vecchio. E così è soprattutto per Kushta la Grande, ovvero Istanbul, la "città senza eguali al mondo". Ma via via che il viaggio prosegue, non senza disagi, se ne rivela l'autentica dimensione: paesi, oggetti e persone si trasfigurano in un fitto chiaroscuro fantastico, visioni ed eventi arcani (l'apparizione tentatrice di Satana che cerca di dissuadere i pellegrini dal loro proposito, la misteriosa sparizione di Chanania) si susseguono, e ogni tappa sembra comporre un itinerario mistico-simbolico. E ben diverso dall'Eden annunciato, concreto e insieme celeste, appare infine l'approdo - dove la promessa si adempirà solo a prezzo di molte altre prove, e dove "il nulla deve necessariamente precedere l'esistenza".‎

‎Grossman Vasilij; Curletto M. A. (cur.)‎

‎La cagnetta‎

‎br. La fredda ineluttabilità delle leggi della vita in tre racconti da ascrivere ai vertici della prosa di Grossman.‎

‎Rhys Jean‎

‎Il grande mare dei sargassi‎

‎br. "C'è in "Jane Eyre" di Charlotte Bronté un personaggio minore, ma discretamente inquietante. Il personaggio di una folle reclusa che si dice sia una bella ereditiera creola. Jean Rhys ha avuto l'idea di ricostruire la vita di una simile ombra labile e confusa prima dell'arrivo in Inghilterra. Una idea può essere buona o cattiva, anzi un'idea è in partenza provvisoriamente buona e cattiva. Risulterà essere più buona che cattiva, più cattiva che buona a seconda dell'esecuzione. Ora l'esecuzione di Jean Rhys è straordinaria, un romanzo avvelenato di fascino, squilibrato di passioni, condannato e riscattato dalla magia... Scacciata dal suo paradiso di Coulibri, Antoinette affronta un tragico e tumultuoso destino d'amore e follia proprio perché di tale tragicità e tumultuosità è convinta lei per prima. O, facciamo, per seconda. Per prima ne è convinta Jean Rhys che con mano implacabile e delicata, complice e spietata sospinge la sua eroina a bruciare e consumarsi nello straordinario romanzo che è "II grande mare dei sargassi" sino a ridursi all'ombra labile e confusa di un personaggio minore dello straordinario romanzo che è "Jane Eyre" di Charlotte Bronté." (Oreste del Buono)‎

‎Maugham W. Somerset‎

‎La luna e sei soldi‎

‎br. In questo romanzo W. Somerset Maugham mette in scena, come sempre o quasi, se stesso, ma stavolta nella doppia veste di Strickland, un agente di cambio che per amore della pittura lascia il solido mondo della City per quello assai meno rassicurante di Parigi prima e di Tahiti poi, distruggendo lungo il cammino la vita di due donne, e del suo involontario biografo, un giovane deciso a indagare sugli oscuri, brutali, inaccettabili moventi di ogni vero artista. Celebre per decenni soprattutto come evocazione di Paul Gauguin, questo romanzo oggi ci appare finalmente per quello che è: un'inchiesta conturbante sull'attrazione fisica e totale per il bello, enigma "che in comune con l'universo ha il merito di essere senza risposta".‎

‎Nerval Gérard de; Mariotti G. (cur.)‎

‎La Regina di Saba‎

‎br. Da Adamo, statua di fango, Eva ebbe Abele, amato da Geova; da Eblis, il Satana arabo (nella Bibbia, il Serpente), ebbe Caino, che per Geova fu sin dall'inizio una spina nel fianco. Le due discendenze - i Figli del Fango e quelli del Fuoco - popolarono la Terra. Ai primi toccarono la ricchezza, il potere politico, una saggezza languida e pomposa; ai Figli del Fuoco, l'abilità tecnica, il sentimento vivo dell'arte e della grandezza, l'oscura ferita di una colpa e il risentimento per le ingiustizie patite, la fatica, la solitudine, la miseria. Il mito delle due razze è lo sfondo su cui Gérard de Nerval collocò questo fantasy. Frammenti di leggende bibliche, coraniche e massoniche danno vita a un mito radicalmente nuovo. Da un lato c'è un discendente di Adamo, Solimano ben Daud (Salomone figlio di David), che vorrebbe la gloria di poeta e l'immortalità; dall'altro, nato dalla stirpe di Eblis, il suo capomastro Adoniram, che sogna di emulare gli splendori dell'epoca prima del Diluvio, e, guidato da Tubal-Kain, figlio di Caino, scende nel Regno sotterraneo, dove vede la tomba di Adamo, la pietra di smeraldo che occupa il cuore della terra, le immense serre infuocate dove gli Gnomi coltivano i metalli. Entrambi amano la Regina di Saba, vero cuore del racconto, padrona di un anello magico cui obbediscono gli Spiriti aerei - e incarnazione luminosa della capacità femminile di trasformare in ragione, poesia e grazia gli enigmi più tenebrosi.‎

‎Bolaño Roberto‎

‎Un romanzetto lumpen‎

‎br. "Ormai sono una madre e anche una donna sposata, ma fino a non molto tempo fa ero una delinquente". Così comincia il breve, folgorante racconto dell'adolescenza di Bianca: ancora un personaggio, fra i tanti regalatici da Bolaño, che difficilmente dimenticheremo. Rimasti orfani dei genitori, Bianca e suo fratello scivolano a poco a poco in un'esistenza di ottusa marginalità, che li porterà a non uscire quasi più dall'appartamento in cui si sono rinchiusi, e dove passano nottate intere a guardare la televisione. A loro si aggiungeranno due improbabili soggetti, "il bolognese" e "il libico", con i quali la ragazza dividerà a turno, svogliatamente, il letto - senza quasi sapere chi lo sta facendo. Un giorno però entrerà nella loro vita un ex campione mondiale di culturismo, diventato cieco in seguito a un incidente, che tutti chiamano Maciste perché è stato un divo dei film cosiddetti "mitologici". Uno che forse ha dei soldi, che si potrebbero scovare e rubare. Con questo strano essere, che la attrae e la respinge al tempo stesso, Bianca vivrà una storia che, nata sotto il segno della prostituzione e dell'inganno, diventerà invece quanto di più simile a ciò che noi chiamiamo "una storia d'amore".‎

‎Richler Mordecai‎

‎Joshua allora e oggi‎

‎br. Quasi nulla piace ai lettori di Mordecai Richler quanto addentrarsi nell'albero genealogico di Barney Panofsky, sperando prima o poi di imbattersi nel vero progenitore romanzesco di uno dei personaggi più amati di questi anni. Bene, con questo libro del 1980 la singolare caccia all'uomo iniziata, in Italia, tredici anni fa può considerarsi conclusa. Entra Joshua Shapiro, scrittore e giornalista di successo ricoverato in ospedale dopo la misteriosa sparizione dell'amatissima moglie, e dopo essere stato coinvolto in un clamoroso scandalo di natura sessuale. Nello stato confusionale in cui si trova, joshua non è in grado di dire quale delle innumerevoli voci che circolano sul suo conto sia fondata, e quale invece debba considerarsi una calunnia. Per riuscirci, dovrà infatti andare molto indietro nel tempo, fino a un'infanzia affidata in parti uguali alla madre, nota nella zona di St. Urbain Street per i suoi spogliarelli, e al padre, un pugile a riposo e furfante in attività, molto ansioso di trasmettere al figlio i segreti del suo (secondo) mestiere. Cominciando dall'inizio - attraverso gli anni, le donne, gli amici, e la solita, incontenibile frenesia vitale -Joshua riuscirà, a modo suo, a comporre il rompicapo. Sarà una ricerca movimentata e molto lunga, per lui: ma per il lettore, come sempre e anche di più, persino troppo breve.‎

‎Zweig Stefan‎

‎Gli occhi dell'eterno fratello‎

‎br. Una riflessione sulla Giustizia e sulla sua impossibilità in una narrazione dal respiro ampio, in cui palpitano il divino e una natura incantata. Un libro amato da Hermann Hesse, che vedeva nella "leggenda indiana" dell'amico Zweig un'opera in sintonia con il suo "Siddhartha".‎

‎Keller Gottfried‎

‎Tutte le novelle‎

‎br. "Più ancora che nei romanzi, Keller si rivelò artista di prima grandezza nei racconti, che ora hanno visto la luce in Italia in una splendida e completa raccolta pubblicata dalla casa editrice Adelphi. Novelle ricche di humour, di invenzione fantastica, di grazia fiabesca e di acutezza realistica ... In queste novelle palpita la dimensione più alta, più aperta della narrativa tedesca di quegli anni." (Claudio Magris)‎

‎Simenon Georges‎

‎I fratelli Rico‎

‎br. Sono cresciuti nelle strade di Brooklyn, i tre fratelli Rico; e lì hanno cominciato, ciascuno a modo suo, a lavorare per l'" organizzazione ": Tony, il minore, si limita a guidare le macchine, Gino è diventato un killer e Eddie, il maggiore, un piccolo boss di provincia. Eddie vive in Florida, ha una bella casa, una bella moglie, tre belle figlie. Ha il controllo di un intero settore, dove tutti lo rispettano, dai gestori di sale da gioco agli sceriffi. È soddisfatto della sua vita, ed è certo di essersela meritata. E non gli è mai importato, neanche da ragazzino, che gli avessero affibbiato quel soprannome vagamente sprezzante, il ragioniere. Perché Eddie ha sempre fatto bene i suoi conti, non ha mai parlato troppo né ha mai mirato troppo in alto: ha sempre rigato dritto, insomma. Tutti lo sanno: i suoi capi come i suoi fratelli. Così, quando gli dicono che il fratello minore ha sgarrato, perché si è sposato senza chiedere il permesso e, dopo aver partecipato a un sanguinoso regolamento di conti, è scomparso dalla circolazione, e si sospetta che abbia deciso di collaborare con la polizia, Eddie non esita un istante a mettersi in viaggio per cercarlo. Loro gli hanno detto di suggerire a Tony di cambiare aria per un po', di andarsene in Europa, dai parenti siciliani. E lui ci ha creduto. In ogni caso, ha deciso di crederci. Anche se non può non sapere che loro lo stanno seguendo, e che il destino di Tony è segnato.‎

‎Conrad Joseph‎

‎Un avamposto del progresso‎

‎br. In "Un avamposto del progresso" due belgi si vedono affidare una missione commerciale nel cuore di quell'area di tenebra che per convenzione chiamiamo Africa, e si lasciano inconsapevolmente coinvolgere in un commercio di schiavi, la cui scoperta segnerà l'inizio di un viaggio atroce nella follia e nella morte. Nella laguna, un capitano bianco dà fondo all'ancora su un maestoso fiume malese, e trascorre la notte ascoltando la storia di due fuggitivi, Astar e la sua donna morente, fino a che l'alba gli rivela, "nella luce immensa di un giorno senza nuvole, la tenebra disperata del mondo". Col passare delle pagine, tuttavia, la sensazione iniziale si dissolve, lasciando il posto alla consapevolezza che in questi due casi Conrad ha ridotto il proprio commento al minimo, per far sì che nulla, nemmeno lo scrittore, si frapponesse fra la storia e il suo lettore: in modo da lasciare quest'ultimo senza difese davanti alle parole del racconto, alla lenta allucinazione che sprigionano e al carico di orrore che portano con sé.‎

‎Singer Israel Joshua‎

‎Yoshe Kalb‎

‎br. Chi è l'uomo, assente e impenetrabile, che alla domanda "Chi sei?" dei settanta rabbini appositamente convenuti a Nyesheve dalle grandi città della Polonia russa e della Galizia risponde solo, con voce remota: "Non lo so"? Il sensibile, delicato Nahum, genero dell'onnipotente Rabbi Melech ed esperto di Qabbalah, tornato pressoché irriconoscibile a Nyesheve dopo quindici anni di un misterioso errare? O, come invece sostengono i nemici di Rabbi Melech, il più miserabile e deriso dei mendicanti di Bialogura, Yoshe il tonto, che per placare una spaventosa epidemia è stato unito in matrimonio a Zivyah, la figlia idiota dello scaccino? È un asceta, un santo, degno di succedere all'ormai anziano rabbino di Nyesheve e di guidare i hassidim, o un peccatore, uno spergiuro? Mai la comunità ebraica è stata tanto lacerata e divisa - al punto da istituire un tribunale che risolva il caso -, mai ha conosciuto una così sanguinosa faida, quasi che le sue sorti fossero appese all'esile filo di una vacillante identità e di un incomprensibile vagabondare. E mai come in quest'uomo l'impossibilità di decidere del proprio destino, l'esilio - da se stessi, anzitutto -, l'angosciosa ricerca di una patria inesistente hanno trovato una più arcana, struggente, memorabile incarnazione.‎

‎Tesich Steve‎

‎Karoo‎

‎br. Saul Karoo è lo "script doctor" più pagato di Hollywood, e se si tratta di espungere da un copione le scene più melense o grottesche non c'è nessuno come lui - che quel tipo di situazioni sembra conoscerle piuttosto bene, sul piano personale. Ma adesso deve risolvere alcuni problemi. Primo, cinquant'anni di vita malsana hanno accentuato, dice il medico, la sua naturale inclinazione a "contrarsi in verticale, ed espandersi in orizzontale". Secondo, la delirante separazione da sua moglie è una storia d'amore al contrario, molto divertente per noi, ma molto tormentosa per lui. Terzo, il suo signore e padrone, l'onnipotente produttore Jay Cromwell, gli ha chiesto di massacrare l'ultimo capolavoro di un vecchio regista di genio, Arthur Houseman, che Cromwell considera veleno al botteghino. Eppure, quando sul banco della moviola scopre che a risplendere in una delle scene tagliate è la madre di Billy, suo figlio adottivo, Karoo intuisce che da quegli scarti di pellicola può nascere qualcosa di molto, molto sorprendente. Così come con gli scarti delle pellicole che abbiamo più amato sembra costruito questo romanzo, fatto di una materia grassa, speziata e molto poco "kosher" che ci procura in parti uguali riso, lacrime e notti insonni, e che per comodità continuiamo a chiamare cinema.‎

‎Kincaid Jamaica‎

‎Vedi adesso allora‎

‎br. Nel romanzo che segna il suo ritorno dopo dieci anni di silenzio, Jamaica Kincaid, ormai lontana dai Caraibi, ci racconta la storia di un matrimonio un matrimonio finito. Il suo, forse: l'epoca, la casa (nel Vermont), il marito (musicista), i figli (un maschio e una femmina), la professione della signora Sweet (scrittrice) corrispondono in tutto e per tutto alla vita reale dell'autrice. Come sempre, tuttavia, la sua corrosiva, inconfondibile prosa è più estranea all'autobiografismo di quanto non appaia a prima vista: la stessa Kincaid ha del resto dichiarato che "il protagonista di questo romanzo è il Tempo". E si potrebbe aggiungere che un'aura mitologica e visionaria irradia da una narrazione che è come un'invettiva infuocata - e a tratti esilarante -, dove non a caso i figli della signora Sweet si chiamano Eracle e Persefone. Ma poiché la casa è "un carcere con la secondina dentro", la moglie "quella brutta strega arrivata con la nave delle banane" e il marito "così piccolo che a volte la gente... lo scambiava per un roditore", ci renderemo conto, pagina dopo pagina, che la signora Sweet, proprio come la Xuela dell'"Autobiografia di mia madre", è soprattutto un'abitante di quell'inferno interiore che Jamaica Kincaid sa raffigurare in maniera inimitabile.‎

‎Carrère Emmanuel‎

‎Limonov‎

‎br. Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo...‎

‎Lernet-Holenia Alexander‎

‎Lo stendardo‎

‎br. "È un'opera di forte impianto avventuroso, un largo affresco storico, una palpitante storia d'amore. Il che basterebbe ad assicurargli l'interesse dei lettori un po' semplici, ma rendendolo sospetto di kitsch agli occhi dei critici più esigenti. Invece avviene un piccolo prodigio. Questa storia di una disfatta militare che è anche la fine di un impero (sul fronte balcanico, durante la prima guerra mondiale, le diverse etnie dell'impero asburgico sono già in lacerante tensione centrifuga), questa romantica sonata in cui la passione amorosa ha il dolce strazio del Tristano, perdono sensazionalismo grazie ad alcune caratteristiche capaci di galvanizzare: ...l'epos (un epos che, pur nella cornice di una guerra novecentesca, ha un respiro quasi arcaico), la fiaba (che come tutte le fiabe che si rispettino è mista di candore e malizia, di dolcezza e di crudeltà), la passione (passione per una donna, ma anche per l'avventura, il rischio, la cavalleria, la patria, la bellezza insidiata del mondo). Infine il lutto, questo padre della tragedia ma anche della catarsi. In questo caso, il lutto per un mondo intero che sparisce." (Italo Alighiero Chiusano)‎

‎Prokosch Frederic‎

‎Gli asiatici‎

‎br. "Vi abbondano spicchi di luna e ciò che comunemente e quasi turisticamente (siamo, tuttavia, nel 1935) circola nel bazar orientale. Molti colori indaco, pavone, oro, verdi profondi e molte manciate di pietre che non giureremmo preziose. Ma l'atmosfera c'è: quel nescio quid, quel qualche cosa di morbido, di incosciente, di vizioso e di oppiaceo, di aromatico e di inebriante che parve entusiasmare lettori come Gide, Malraux e Camus... quell'aria da narghilè, da oppio e da vizi segreti gira a spirale intorno a tutto il libro e lascia forse pensare che il successo ottenuto non ne sia estraneo. Ma tant'è, il nostro interesse di lettore è dato da un particolare profumo artificioso, ma non artificiale e ormai assolutamente introvabile oggi. Questo profumo è l'esotismo, merce distrutta dal calpestio dei nuovi asiatici, delle orde di coloro che non sanno più sognare, immaginare e nemmeno vedere". (Goffredo Parise)‎

‎James Henry‎

‎La lezione del Maestro‎

‎br. Paul Overt, giovane scrittore con qualche buon romanzo alle spalle, incontra con grande emozione Henry St. George, lo scrittore da lui idolatrato, che lo mette in guardia dalle insidie dell'amore romantico, essendo persuaso che la vita di famiglia, con i suoi gravami, comprometta la creatività e l'integrità artistica. Esaltato e lacerato dalle parole del collega più anziano, Overt partirà per un lungo viaggio all'estero. Ma al ritorno, due anni dopo, di fronte a una sorpresa dal sapore beffardo, si domanderà se il sublime sacrificio che avrebbe voluto imporsi fosse davvero così imperativo: e la lezione che avrà imparato sarà meno eccelsa, e più venefica, di quella impartitagli dal sommo, ineffabile Maestro. Capolavoro di ambiguità al pari di "Giro di vite", "La lezione del Maestro" è uno dei numerosi racconti che Henry James dedicò all'arte dello scrivere: e uno dei suoi prediletti, tanto che volle includerlo nella selettiva New York Edition delle sue opere (19071909).‎

‎Petrowskaja Katja‎

‎Forse Esther‎

‎br. Si sarà proprio chiamata Esther quella bisnonna che, nella Kiev del 1941, chiese fiduciosa a due soldati tedeschi la strada per Babij Jar, la fossa comune degli ebrei, ricevendone come risposta un distratta rivoltellata? Forse. E dell'intera famiglia, dispersa fra Polonia, Russia e Austria, che cosa ne è stato? Il monolite sovietico conosceva l'avvenire, non la memoria. Per ricostruire quella ramificata genealogia, quel vivace intreccio di culture e di lingue - yiddish, polacco, ucraino, ebraico, russo, tedesco -, Katja Petrowskaja intraprende, sulle tracce degli scomparsi, un intenso viaggio a ritroso nella storia di un Novecento sul quale incombono la stella gialla e quella rossa, e in cui si incrociano i destini di memorabili figure: la babuska Rosa, incantevole logopedista di Varsavia, che salva duecento bambini sopravvissuti all'assedio di Leningrado; il nonno ucraino, prigioniero di guerra a Mauthausen e riemerso da un gulag dopo decenni; il prozio Judas Stern, che spara a un diplomatico tedesco nella Mosca del 1932, e dopo un processo-farsa viene spedito "nel mondo della materia disorganizzata"; il fratello Semén, il rivoluzionario di Odessa, che passando ai bolscevichi cambia in Petrovskij un cognome troppo ebraico... Ma indimenticabili protagonisti sono anche i paesaggi: l'immane pianura russa invasa dai tedeschi e le città della vecchia Europa: Kiev, Mosca, Varsavia, Berlino. E i ghetti, i gulag e i lager nazisti.‎

‎Nabokov Vladimir; De Lotto C. (cur.); Zinato S. (cur.)‎

‎Nikolaj Gogol‎

‎br. Il saggio ottiene subito un grande successo, anche se dall'inizio alla fine Nabokov si guarda bene dal seguire le indicazioni ricevute, e manifesta ripulsa per i riassunti e le pedanti esposizioni tipiche del volgarizzatore. Predilige piuttosto gli effetti sorprendenti (comincia con la morte di Gogol' per finire con la sua nascita), gli aspetti bizzarri, le diversioni impazienti - e si limita a ciò che ritiene il meglio dello scrittore, trascurando il resto. Ma riesce, con il suo tocco magico, a trasformare particolari in apparenza insulsi, dettagli persino privi di senso artistico, in trionfi dell'immaginazione: lo sciame di personaggi secondari del Revisore, che prendono vita nello spazio di una digressione; la splendida poetica dell'irrilevanza e l'apoteosi della volgarità compiaciuta in Anime morte; le oscillazioni perturbanti di un incubo grottesco nel Cappotto, a cui dedica, in un superbo crescendo, l'ultimo capitolo - prologo folgorante all'estetica del Nabokov narratore.‎

‎Mitford Nancy‎

‎L'amore in un clima freddo‎

‎br. Uno scintillante alone di glamour e di gossip ha sempre circondato le sei celeberrime sorelle Mitford, figlie del barone Redesdale, e Nancy, la maggiore in ogni senso, ne ha trasferito sulla pagina riverberi screziati di veleno. Questa micidiale comedy of manners, ambientata tra le due guerre, mette in scena gli impossibili Montdore, di ritorno da cinque anni in India dove il conte, ricchissimo, aristocraticissimo, congenitamente stolido come i suoi degni pari, era Viceré. La consorte, di una prosaicità adamantina, neanche fosse di origini borghesi o americane, sguazza nel bel mondo. E la figlia Polly, la debuttante più concupita dai giovani blasonati che affollano i balli della stagione, decide per capriccio di farsi impalmare dallo zio, Boy Dougdale, di lei molto più vecchio e da pochi giorni vedovo, maestro nell'arte del ricamo nonché per anni amante della madre. Diseredata ipso facto, si ritira con il marito a vivere "di stenti" in Sicilia. L'eredità passa così a uno spumeggiante cugino canadese, affermato gigolò per signori, e basteranno un paio di sue battute perché Lady Montdore, titillata nel suo organo vitale, la mondanità, si rituffi nel girone festaiolo. Dove finirà per tornare anche Polly, ormai tanto disincantata da reagire ridendo alle sue disgrazie: non per niente siamo in Arcadia, e mentre lei trova un consolatore, saranno ben altri scandali a scuotere tutta l'alta società.‎

‎Gadda Carlo Emilio; Vela C. (cur.)‎

‎L'Adalgisa. Disegni milanesi‎

‎br. "Dopo 'I promessi sposi', non esiste, nella letteratura italiana, nessuna rappresentazione d'una città così ricca, complessa, variegata, sonora come nella bellissima 'L'Adalgisa'. Come in Manzoni, la città è Milano: la storia, la società, la psicologia, la cultura, i costumi, i riti, la lingua, l'esistenza quotidiana di Milano, di cui Gadda vuole rappresentare la totalità enciclopedica. Niente deve sfuggire al suo sguardo onnicomprensivo di storico-entomologo-mineralogista: nemmeno il minimo frammento o la minima possibilità... La sua Milano era quella moderna: tra la fine dell'Ottocento e il 1940; la Milano degli anni in cui scriveva febbrilmente romanzi destinati a rimanere incompiuti. Malgrado lo sguardo satirico, aveva per quella città un affetto senza limiti. Amava il suo senso di gruppo, l'affettuosità sincera e recitata, 'la festevolezza e allegria squillanti', la bonomia un po' sciocca, il moralismo spesso grottesco, la velocità in tutte le occasioni della vita, l'intraprendenza, il buon senso a volte assurdo, un vago alone di demenza e, soprattutto, una vocalità femminile che nessun freno poteva arrestare." (Pietro Citati)‎

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