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Cristiano Luciano
La filosofia di Carlo Sini. Semiotica, ermeneutica e pensiero delle pratiche
brossura Il pensiero di Sini diviene miccia, esplosivo e, insieme, apertura di una fenditura che permette di vedere in modo più perspicuo le stanze del pensiero contemporaneo. Tout se tient, secondo l'autore, nella riflessione del maestro: la partenza fenomenologica e l'approdo al tema del segno, l'analisi del circolo ermeneutico heideggeriano e la sua assimilazione alla semiosi infinita peirceana, l'individuazione di un'interna differenza tra relazione segnica e relazione simbolica, e il conseguimento della fondamentale distinzione evento-significato. Infine, il prodursi del pensiero delle pratiche e del tema del transito della verità. Ogni aspetto illumina l'altro, in un rinvio continuo che moltiplica esponenzialmente le occasioni di indagine, piuttosto che produrre smarrimento nel lettore. Nulla appare 'sorpassato', pur nello scorrere degli anni, eppure l'approdo finale rimescola completamente le carte che erano state distribuite all'origine. Cristiano riesce così mirabilmente a tenere insieme l'alfa e l'omega della produzione di Sini, mostrando con grande lucidità come l'attenzione al segno, al mondo dei simboli, delle interpretazioni e delle pratiche sia da leggersi produttivamente solo come una freccia, un indizio: verso una filosofia da vivere come un impegno etico, un abito comportamentale, un piano immanente di esperienza viva. Potremmo dire e cito le stesse parole finali dell'autore - come un'azione politica.
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Goggi Giulio
Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di Emanuele Severino
brossura Rivolgendosi al "cuore che non trema della ben recintata verità", Parmenide afferma l'eternità dell'essere. Portandosi oltre Parmenide, il filosofo Emanuele Severino sostiene che ad essere eterno è ogni essente, quale che sia la modalità del suo "essere", e chiama "struttura originaria" la dimensione del sapere che attesta questa eternità in modo incontrovertibile. Il presente volume intende anzitutto riflettere sulle implicazioni della proposta di Severino, anche attraverso l'esposizione e l'esame di alcune delle principali critiche mosse alla tesi dell'eternità dell'ente. A partire dal dialogo di metafisica tra Gustavo Bontadini, Severino e i loro allievi, il testo offre poi uno spaccato del fermento teoretico sollevato da questi grandi maestri del pensiero con i quali si sono confrontati, per la determinazione del senso della verità, filosofi e teologi di diversa provenienza.
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Ferretti Giovanni
La trascendenza dell'amore. Saggi su Max Scheler
brossura Il titolo del volume, "La trascendenza dell'amore", sintetizza il nucleo focale del pensiero di Max Scheler sull'amore. Esso, infatti, è inteso non come un semplice vissuto soggettivo, ma come un vissuto che apre all'alterità, è scoperta dei valori più alti della persona amata, è "gesto di trascendenza cosmica", che ci fa partecipare all'amore stesso di Dio per il mondo. I primi tre saggi del volume sono una riflessione densa ed articolata sulla preziosa fenomenologia dell'amore che Scheler ci ha offerto. Seguono due saggi che esaminano la svolta che egli ha impresso alla filosofia della religione del novecento, influenzando la stessa teologia cattolica. Chiudono la raccolta un saggio sull'attualità della sua diagnosi dello "spirito capitalistico-borghese" proprio dell'Occidente moderno ed uno sulla interpretazione del pensiero di Scheler data in Italia da Vincenzo Filippone-Taulero.
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De Cesare Matteo
L'invincibile estate. Albert Camus
brossura
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Fabbrichesi Rossella
Peirce e Wittgenstein un incontro. Immagini, prassi, credenza
brossura Il volume mette a confronto Peirce e Wittgenstein secondo alcune precise linee interpretative. Nella prima parte si riflette sulla nozione di segno e di icona in Peirce rapportata all'Abbildungstheorie wittgensteiniana; nella seconda si analizzano le nozioni di prassi e di senso comune, così come sono state delineate in modo diverso, ma convergente, da entrambi gli autori. La letteratura critica sui rapporti tra i due pensatori risulta esigua, ma il tema del pragmatismo di Wittgenstein è oggi molto dibattuto. Il volume vuole essere un contributo alla chiarificazione di questo argomento, oltre che una riflessione sull'uso dei segni, in particolar modo quelli iconici, e sul significato della parola 'prassi'.
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Surace Valentina
L'inquietudine dell'esistenza. Le radici luterane dell'ontologia della vita di Martin Heidegger
brossura Nei corsi friburghesi degli anni Venti la lettura heideggeriana non solo degli autori cristiani (Paolo e Agostino), ma anche del "pagano" Aristotele, subisce la decisiva influenza - spesso ignorata o misconosciuta - del giovane Lutero, colui che mette in atto una destructio radicale del "vecchio Adamo", l'uomo del peccato, in vista della sua rinascita, nonché della theologia gloriae, la teologia scolastica, in vista di una theologia crucis, l'esperienza storica di un Dio che si fa uomo e muore crocifisso. In modo analogo Heidegger decostruisce la filosofia speculativa della vita ed elabora una comprensione della vita fattizia, storico-concreta, realizzabile solo attraverso la metánoia dell'esistenza. Nel solco dell'interpretazione luterana, Heidegger ricava dalle Lettere paoline, dalle Confessioni agostiniane e dagli scritti aristotelici le categorie proto-cristiane e proto-fenomenologiche, che indicano formalmente come la vita si attua, lacerata tra possibilità opposte di cui quella più propria, da assumere o fuggire, è la morte -, che la rendono massimamente in-quieta. Tali categorie rappresentano il laboratorio da cui sorgerà l'analitica esistenziale di Essere e tempo, l'analitica di un Dasein finito, gettato-nel-mondo, che non è una "sostanza" fissa e immobile, ma, in quanto apertura al possibile, un a-venire.
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Gorgone S. (cur.); Guerra G. (cur.)
L'eco delle immagini e il dominio della forma. Ernst e Friedrich Georg Jünger e la «visual culture»
ill., br. Il volume si concentra sul rapporto di Ernst e Friedrich Georg Jünger con la visualità, offrendone una ricognizione articolata e sfaccettata nelle sue molteplici direttrici interpretative, ma sempre legata all'istanza filosofica che sta alla base del rapporto tra parola e immagine. Oggetto di questi saggi - a loro volta il prodotto di un seminario tenutosi il 13 aprile 2012 presso l'Università degli Studi di Roma Tre - è la ricerca di possibili risposte all'interrogativo circa l'esistenza di una vera e propria visual culture all'interno della produzione letteraria e filosofica dei due fratelli Jünger. Il tema delle immagini appare, infatti, centrale in Ernst Jünger (ma anche nel fratello Friedrich Georg e nella sua percezione del mito), sia nella sua declinazione più latamente concettuale e soggettiva (il tema dell'osservatore, la centralità dello sguardo e della visione e, a livello quasi metodologico, il concetto di "sguardo stereoscopico" - solo per citare alcuni dei temi e motivi che affiorano nella sua opera), che nella sua articolazione più strettamente iconografica o storico-artistica.
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Gregoratto F. (cur.); Ranchio F. (cur.)
Contesti del riconoscimento
brossura Per Prima Modernità gli autori intendono una sorta di versione "originaria" di un atteggiamento problematico nei confronti di fenomeni sociali e culturali che hanno rappresentato momenti di crisi evidente nello sviluppo della società occidentale, in particolare europea. Si è trattato del presentarsi inatteso di svolte critiche nella gestione della relazioni intersoggettive, della produzione intellettuale e delle concezioni dell'ordine politico, in più occasioni messo alla prova. Queste sono date da due conflitti mondiali, da almeno una rivoluzione sociale, da mutamenti dello stile di vita collettivo, e da un ripensamento generalizzato della funzione e delle modalità di alcune forme artistiche e del sapere. Sono state decisive, in questo senso, soprattutto la musica, la letteratura, le arti visive, ed una rinnovata considerazione del sapere scientifico, dei suoi sviluppi interni, e delle sue applicazioni tecnologiche. Gli autori intervengono offrendo testi interpretativi e di approfondimento delle tematiche sopra annunciate, riuscendo a comporre un quadro della modernità tra metà Ottocento e il secondo dopo guerra. La conclusione della crisi sembra abbia individuato un punto di svolta storico, che ha permesso una delimitazione e un ricompattamento nel senso della densità e della coerenza problematica di questi cento anni, un secolo dopo tutto non tanto breve.
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Pietropaoli Matteo
Ontologia fondamentale e metaontologia. Una interpretazione di Heidegger a partire dal «Kantbuch»
brossura Una rilettura del pensiero di Martin Heidegger che muove dalla sua interpretazione metafisica di Kant per giungere a formulare il continuo e necessario rovesciamento della fondazione ontologica in metaontologia. L'opera si concentra sul periodo tra gli anni '25 e '42, in cui la riflessione sulla possibilità e il significato di un'ontologia fondamentale è ancora centrale per Heidegger, e cerca di portare avanti il tentativo di uno sviluppo positivo della Dialettica trascendentale kantiana. Questo significa per Heidegger ricercare la controparte essenziale di una metaphysica generalis concepita come ontologia fondamentale, vale a dire reinterpretare il senso di una metaphysica specialis. Le nozioni essenziali di trascendenza, mondo e libertà vengono così ricomprese alla luce della lettura heideggeriana della Critica della ragion pura, intesa come luogo decisivo per spiegare la costante fondazione della metafisica ad opera dell'esserci. Sulla base di questo punto di vista privilegiato vengono illuminati i confronti di Heidegger con Nietzsche, Schelling, Leibniz e Platone, nel tentativo di delineare uno sviluppo del suo pensiero che non soltanto sia ancora metafisico ma insieme pratico, caratterizzato cioè da una metafisica duplice che disponga, nel suo rovesciamento in metaontologia, il piano dell'etica.
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Kainos. Vol. 2: Malavita
brossura Perché la filosofia dovrebbe occuparsi di malavita? E perché una rivista come Kainós, che ha come obiettivo e cifra stilistica la riflessione su ciò che è nuovo o insolito, dovrebbe oggi pensarne la novità, e al contempo la stranezza? Non è forse la malavita qualcosa di antico, di consueto e familiare, e soprattutto di concettualmente impenetrabile, qualcosa che non si lascia investire dal pensiero senza ridursi (e ridurla) a divagazione folcloristica sul male di vivere? Al di sotto dell'imponente elaborazione mediatica e artistica del suo mito, quali categorie filosofiche chiama in causa la sua reale diffusione, e come se ne può analizzare l'esperienza? Grazie ad una polifonica genealogia del fenomeno malavitoso e della sua attuale globalizzazione, qui si prova a illuminare il versante governamentale e biopolitico del crimine, con particolare riguardo all'Italia. Nella società italiana contemporanea, la malavita sembra infatti la nuova, inquietante forma assunta dall'economia politica. Testi di: Max Horkheimer, Michel Foucault, Federico Varese, Roberto Terrosi, Isaia Sales, Massimo Canevacci, Gianvito Brindisi, Vincenzo Cuomo, Eleonora de Conciliis, Jean-Claude Lévêque, Giuseppe Russo.
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Santi Massimiliano
La stele di Axum. Da bottino di guerra a patrimonio dell'umanità. Una storia italiana
brossura Questa è la storia del monumento noto ai romani come obelisco di Axum, una stele funeraria di "granito bigio africano", dell'altezza di circa 23,5 metri e del peso di circa 152 tonnellate, proveniente dagli altopiani etiopici, o meglio dall'antica città di Axum, la "seconda Gerusalemme". Dopo la fine della guerra di occupazione italiana e la proclamazione dell'impero, il monumento, che giaceva in terra in cinque pezzi, fu prelevato e trasportato, tra grandi difficoltà, da Axum a Massaua, sul Mar Rosso, superando una distanza di circa 400 chilometri a forti dislivelli, lungo strade con curve a raggi minimi; di lì raggiunse l'Italia via mare e fu ricomposto nella Capitale, al Circo Massimo, ed inaugurato il 31 ottobre 1937, come splendida preda di guerra. Il trattato di pace del 1947 prevedeva per l'Italia l'obbligo di restituire, entro diciotto mesi, tutte le opere d'arte, gli archivi e gli oggetti di valore religioso o storico appartenenti all'Etiopia o ai suoi cittadini e portati in Italia dopo il 3 ottobre 1935, data di avvio della guerra di occupazione. La restituzione della stele di Axum, sostenuta a partire dagli anni Novanta, oltre che dalla mobilitazione etiopica, anche da una campagna internazionale, si è perfezionata il 25 aprile 2005, con un lungo e travagliato percorso diplomatico, spesso condizionato da omissioni e reticenze politiche, oltre che da vere o presunte difficoltà tecniche e finanziarie. Introduzione di Angelo Del Boca.
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Kafka Franz; Di Noi B. (cur.)
Il castello
br. "Il Castello", uno dei capolavori di Kafka, è un romanzo incompiuto. Questa edizione fa rivivere l'opera, integrando i passi cancellati che portano a nuove strade e nuove prospettive di lettura. In molte parti, infatti, la narrazione s'inverte. L'agrimensore K., protagonista e narratore, diventa un personaggio tra gli altri e il punto di vista prevalente diventa quello degli abitanti del borgo. Questo libro racchiude una preziosa panoramica su tutti i percorsi possibili nella rilettura e interpretazione di questo grande romanzo. L'enigma kafkiano si schiude a tutte le possibili dimensioni di un capolavoro che incarna la crisi della coscienza europea. Riuscendo a mettere insieme l'attenzione dell'edizione critica e la passione della lettrice, Barbara Di Noi offre un lavoro che si apre a nuove strade di ricerca, o semplicemente a nuove intuizioni di un'anima allo specchio. Postfazione di Franco Rella.
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Fronzi Giacomo
La filosofia di John Cage. Per una politica dell'ascolto
br. A due anni dalle celebrazioni per il centenario della nascita e il ventennale della morte, si continua a parlare di John Cage (1912-1992), personaggio di assoluto rilievo nel panorama artistico-musicale internazionale, che si colloca - come ha scritto Richard Kostelanetz - tra le menti più radicali del Novecento. Ma Cage era più compositore che filosofo o più filosofo che compositore? In questo volume, non si focalizza (sol)tanto l'attenzione su questo quesito, ma si cercano di bilanciare le diverse chiavi interpretative, privilegiando però una lettura estetica (quindi, filosofica) del pensiero musicale cageano, inteso come banco di prova e, allo stesso tempo, come laboratorio sperimentale di alcune tra le idee che hanno segnato gli sviluppi delle arti nel XX secolo.
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Bojanic Petar; Petrarca G. (cur.)
Violenza e messianesimo
br. Tradotto nel problema del messianismo, la questione che poniamo in questo libro è di sapere se esista un legame tra la violenza (la guerra) e la venuta del Messia (della giustizia, della democrazia, dell'ordine, della pace). In questa prospettiva, di quanta violenza c'è bisogno? E quali figure di violenza sono in grado di condurvi? È possibile l'agire messianico? È necessario agire violentemente perché giunga una nuova epoca? Si tratta dunque di cercare l'agire che, d'urgenza, conduca all'altro e ne sia pertanto l'attesa. A tal riguardo, la filosofia come prassi è già un agire politico che possiede un potenziale messianico o rivoluzionario. Ci coinvolge, poiché essa cerca di associare e includere tutti, cerca di fare entrare in un divenire attivo, o, il che è lo stesso, di far sì che nessuno rimanga passivo. Essa dimostra l'urgenza di costruire, al più presto, una città giusta. Solo ad essa, la possibilità che sopraggiunga una nuova epoca storica ci fornisce una ragione sufficiente per continuare a leggere e a fare filosofia. L'avvenire della prima è inseparabile dall'avvenire della seconda.
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Calcaterra Domenico
Il secondo Calvino. Un discorso sul metodo
br. Il saggio approfondisce le ragioni di quello che si è voluto battezzare il "secondo Calvino": dalla rivoluzione immaginativa delle storie cosmicomiche ai raccontini palomariani; passando per le opere di stampo più combinatorio degli anni Settanta (Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati, Se una notte d'inverno un viaggiatore). Quel Calvino convinto assertore di una letteratura cosmica, entro una visione meno angusta, per forza di cose sovrastorica e antiantropocentrica, della realtà. L'auspicato ritorno a una filosofia della natura, favorita dal virtuoso incontro con la scienza. Così, oltre al Calvino di un solo romanzo, l'esordio del "Sentiero dei nidi di ragno" (1947), oltre all'autore dalla levità e dall'estro ariosteschi della trilogia dei "Nostri antenati" (1960), oltre al Calvino letto sui libri di scuola delle peregrinazioni in città di "Marcovaldo" (1963), esiste un secondo Calvino appunto, frettolosamente rubricato come combinatorio e postmoderno, e che è invece scrittore, profondo, della natura e della memoria. Prefazione di Alessandro Zaccuri.
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Segatori A. (cur.); Tonchia T. (cur.)
Dal Leviatano alla salvezza
brossura Il Leviatano che richiama il titolo dello studio di Thomas Hobbes sullo Stato, rappresenta quella forma di potere della società contemporanea che si manifesta nel suo aspetto artificiale: un Moloch omnidivorante e paralizzante l'essere umano, seppur garante della sua sicurezza e incolumità. Di fronte a questa figura mostruosa, è necessario porsi una domanda che riflette il titolo del libro: possiamo delegare al Leviatano la nostra sicurezza personale oppure la salvezza della singola individualità può manifestarsi solo con il rifiuto della sua soffocante tutela? Il quesito pone un'alternativa per il singolo: diventare parte di una massa - di un gregge - oppure allontanarsi da essa cercando modi per resistere ad un mondo omologante. Seguendo questo percorso, è necessario ricominciare dal "qui ed ora", dalle singole vocazioni, dalla differenziazione personale, dalla determinazione nella prova, dalla "volontà" di potenza. Tali risposte testimoniano la volutas di andare oltre, sfidando la realtà in nome di un bene prezioso: la libertà che fa rinunciare all'anestetica mansuetudine della bestia da branco che la collettività induce.
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Curi Fausto
Il critico stratega e la nuova avanguardia. Luciano Anceschi, i Novissimi, il Gruppo 63
br. La Nuova Avanguardia ha profondamente mutato la condizione della letteratura italiana del Novecento e dei primi anni del Duemila. La fondazione del Gruppo 63, che ha raccolto intorno a un filosofo e a un maestro come Luciano Anceschi i giovani migliori fra coloro che esercitavano la critica, l'estetica, la poesia, la narrativa, il teatro, ha provocato feconde discussioni e fertili proposte. È quindi accaduto che i libri dello stesso Anceschi, le poesie di Sanguineti, di Balestrini e degli altri Novissimi, le opere narrative di Manganelli e di Arbasino, i saggi di estetica e di critica di Eco, di Dorfles, di Barilli, di Angelo Guglielmi abbiano costituito un patrimonio che nel giro di pochi anni ha non solo svecchiato e sprovincializzato la cultura italiana ma è anche diventato un modello per non pochi autori europei e americani. Dopo aver illustrato il fondamentale magistero di Anceschi, questo libro di Fausto Curi, che illumina fatti e personaggi da diversi punti di vista, compie un'esauriente analisi delle poesie dei Novissimi, esamina alcune delle opere più significative dei loro colleghi narratori e mostra con un'indagine chiara e particolareggiata quale senso abbiano avuto la Nuova Avanguardia e il Gruppo 63.
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Marzano Silvia
L'eredità di Kant e la linea ebraica
brossura Con una Prefazione inedita questi studi (1979-2010) interrogano l'eredità kantiana in una doppia valenza: il concetto positivo di limite e di simbolo posto fra conoscere e pensare come un "di più" e un medio (Jaspers, Ricoeur, Pareyson) e d'altro lato l'impossibile e la cancellazione. In questo secondo senso (Lévinas, Derrida, Blanchot) si avverte "un'aria di famiglia" con la teologia negativa, in particolare dionisiana, che intesa criticamente ricorda dall'Osservazione sul sublime della Critica del Giudizio il tema dell'Esodo "Non ti farai immagine o figura..." e il movimento interminabile di ciò che non può presentarsi e ciononostante si presenta. Jaspers, in dialogo anche con Heidegger e con il Tao, sembra guardare dai due lati, il bello e il sublime, le cifre e un continuo naufragio, e in una comunicazione unendlich nell'urto con culture "altre" propone un concetto esistentivo di limite come 'Uno' storico. A partire da questi esiti si intravede anche in Kant una linea "ebraica": dal soffio di una differenza incommensurabile, che per Lévinas "si consuma" capovolgendosi nell'uno per l'altro, e dalle "grandezze negative" del saggio omonimo (1763) al focus imaginarius della dialettica trascendentale fino all'antinomicità e all'aporia del sublime. Una linea che sembra connettersi a un paradossale nietzschianesimo post-nietzschiano ("... e se fossimo dei sognatori?" Lévinas).
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Piro Pietro
I frutti non colti marciscono. Temi weberiani e altre inquietudini sociologiche
brossura Rarissime personalità autonome - figlie di una razza in estinzione morbosamente desiderose di sondare gli abissi, s'aggirano come lupi nella notte in un tempo che le ignora. Delle loro parole non si percepiscono che echi e sussulti. Rumori lontani. La loro diagnosi inquieta la terra.
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Croce Caterina
L'ombra di pólemos, i riflessi del bios. La prospettiva della cura a partire da Jan Patocka e Michel Foucault
br. A partire dalle riflessioni di Jan Patocka e dagli studi di Michel Foucault, il tema della cura - di sé, dell'anima, degli altri, del mondo - si annuncia in quanto forma di relazione etica. Nell'eclissi dei sistemi valoriali tradizionali, le ricerche sulla cura permetterebbero di delineare i vettori lungo i quali le prassi etiche che i singoli ingaggiano con se stessi entrano in rapporto con la politica, giungendo a riformulare i termini della responsabilità collettiva. Muovendo dalle nozioni di "epimeleia tes psyches" (nel caso di Patocka) e di "epimeleia heautou" (nel caso di Foucault), si indaga il significato del termine "anima" nel contesto della fenomenologia asoggettiva di Patocka e il concetto di "sé" presente nell'ultimo Foucault. La nozione foucaultiana di processo di soggettivazione suggerisce un terzo possibile correlato della cura: il "bios" nel senso duplice di stile di esistenza e di orizzonte ontologico dell'essere in comune. Si profila così la possibilità di una cura del "bios" che sia insieme "legame di vita" e "modo di vita".
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Brodesco Alberto
Sguardo, corpo, violenza. Sade e il cinema
br. Il cinema analizzato in questo libro si costruisce attorno alle due interdizioni che secondo André Bazin sanciscono i limiti della rappresentazione cinematografica, ovvero la morte e la piccola morte, l'orgasmo. L'universo letterario e biografico di D. A. F. De Sade costringe i registi che vi si avvicinano - nomi fondamentali nella storia del cinema quali Luis Buñuel e Pier Paolo Pasolini e outsider quali Peter Brook e Jesús Franco - a muoversi sui terreni dell'osceno, del proibito e dell'irrappresentabile. L'analisi dei testi produce una costellazione in cui ogni film dialoga con le altre pellicole, con l'opera di Sade nel suo complesso, con la letteratura critica su Sade e infine con spazi che fungono da cassa di risonanza per gli echi prodotti dai film. Nel bicentenario della morte (1814-2014) Sade dimostra di essere ancora un "prossimo nostro", un autore che continua a far capolino dall'oscurità in cui è costretto e si costringe.
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Mulligan Kevin; Boccolari F. (cur.)
Wittgenstein e la filosofia austro-tedesca
br. La filosofia contemporanea deve molto a due filosofi austriaci - Edmund Husserl e Ludwig Wittgenstein. I problemi che quest'ultimo ha messo al cuore della filosofia analitica si distinguono molto spesso dalle questioni sollevate dai padri di questa tradizione, Frege, Moore, Russell e Ramsey. Questi problemi si trovavano tuttavia al centro delle tradizioni, austriache e poi austro-tedesche, legate ai nomi di Bolzano e di Brentano: la psicologia descrittiva degli eredi di Brentano, la fenomenologia di Husserl e dei suoi primi allievi e le diverse scuole della psicologia della "Gestalt". Si tratta di problemi che appartengono alla filosofia della mente e del linguaggio: che cos'è voler dire qualcosa, volere, voler fare, provare, contare su una certezza primitiva? Esistono oggetti psicologici o mentali privati? "Io" designa qualcosa? Che rapporto c'è tra il non-senso, il significato e le regole? Tra le regole, i segnali che ci guidano e i simboli che rappresentano? L'insieme dei mentalismi, platonismi ed essenzialismi che spesso caratterizzano la filosofia austro-tedesca contrasta col rigetto sistematico da parte di Wittgenstein di tutti questi "ismi". È tuttavia evidente che quest'ultimo, proprio come i suoi predecessori e contemporanei austro-tedeschi, metta la descrizione della mente e del linguaggio al centro delle sue riflessioni.
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Gadamer Hans Georg; Marino S. (cur.)
Ermeneutica, etica, filosofia della storia
br. L'ermeneutica filosofica di Gadamer rappresenta senza dubbio uno dei capisaldi del pensiero contemporaneo. Come tutte le concezioni filosofiche di portata generale, anch'essa si presenta come una costruzione estremamente complessa e ramificata, mirando ad abbracciare la sfera del mondo della vita, in tutte le sue dimensioni, a partire dal concetto di "comprendere". I saggi qui raccolti, "Sulla possibilità di un'etica filosofica", "Causalità nella storia?" e "Sulla pianificazione del futuro", risalgono a una fase particolarmente proficua della produzione gadameriana, quella immediatamente successiva alla pubblicazione del suo capolavoro "Verità e metodo". Essi mostrano come, accanto all'estetica, all'ontologia, alla filosofia del linguaggio, alla teoria delle scienze umane, all'interpretazione delle filosofie del passato e alla riflessione filosofica sulla medicina, anche l'etica e la filosofia della storia abbiano rappresentato dei campi importanti, anzi decisivi, in cui il pensiero ermeneutico di Gadamer si è esercitato in modo originale e produttivo.
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Jullien François; Ghilardi M. (cur.)
Contro la comparazione. Lo «scarto» e il «tra» un altro accesso all'alterità
br. "Come aprirsi un cammino verso l'Altro? Propongo qui due concetti mediatori: quello di scarto e quello di fra. Diversamente dalla differenza, che resta debitrice dell'identità, lo scarto risulta fecondo poiché è esplorativo, avventuroso; mette in tensione ciò che ha separato. Ne consegue il fatto che aprire uno "scarto" significa produrre un "tra"; e produrre un "tra" è la condizione per promuovere ciò che è "altro". In questo "tra", che il nostro pensiero dell'Essere non ha pensato, si intensifica la relazione con l'Altro il quale si trova in tal modo preservato da ogni assimilazione. Non è quindi a partire dal simile, come si crede in genere, ma proprio facendo lavorare degli scarti, dunque attivando del "tra", che si può dispiegare una alterità in grado di far emergere qualcosa di comune. Un comune efficace si ottiene solo a questo prezzo. Bisognerà tenerlo ben presente in quest'epoca di globalizzazione, quando il rischio di assimilazione minaccia ogni cosa e ogni luogo." (François Jullien)
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Jaspers Karl; Arendt Hannah; Bragantini A. (cur.)
Verità e umanità. Discorsi per il conferimento del premio per la pace dei librai tedeschi 1958
br. Il 28 settembre 1958 Karl Jaspers viene insignito del Premio per la pace dei Librai tedeschi. A pronunciare il suo pubblico encomio è Hannah Arendt. Nel discorso di accettazione Jaspers, ispirandosi agli scritti politici di Kant, delinea, nel contesto della Guerra fredda e della minaccia atomica, un progetto per la pace di cui la libertà è condizione di partenza. Al contempo, individuando nella menzogna in politica il più grande pericolo per la Germania del dopoguerra, egli indica nell'esperienza della verità il fondamento di una rinnovata vita pubblica. Per Hannah Arendt la laudatio è lo spunto per riflettere sul modo con cui il discorso espone il chi di ciascuno alla sfera pubblica, sottolineando così la rilevanza del pensiero come lucida resistenza all'inumano. Additando Jaspers ad esempio, Arendt allude ad un modo attivo di essere presenti al proprio tempo, rischiando di agire pubblicamente e assieme rischiarando quell'elemento personale sfuggente eppure manifesto che è l'humanitas.
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Colombo Furio; De Luca Athos; Pavoncello Vittorio
Il paradosso del Giorno della memoria. Dialoghi
br. Il Giorno della Memoria, nato in Italia nel 2000, è divenuto nel 2005 ricorrenza riconosciuta dall'ONU per ricordare la Shoah e i perseguitati politici. A 14 anni dalla sua istituzione mentre conosce un consolidato tributo da parte di istituzioni, scuole e persone, è anche fonte di critiche molto diverse fra di loro.
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Marx Karl; Delfino A. (cur.)
Lettera al padre
br. L'uomo che avrebbe cambiato per sempre l'economia e la politica dell'era industriale, era appena stato cambiato nel profondo dall'incontro con la filosofia. In una notte insonne scrive al padre per spiegare le ragioni della decisione imperdonabile. Mandato a fare studi universitari di giurisprudenza, Marx ha preso la decisione di iscriversi alla facoltà di filosofia. Un giovane che ha trovato la sua strada, cerca la voce del genitore per farsi riconoscere come attore del mondo, come essere autonomo, capace di ritenere e deliberare. La passione per la scoperta del pensiero non è un fuoco che si estingua nella battaglia contro il sonno di una notte. Marx non ha dubbi, anche se il padre si adirerà, la decisione è ormai presa. "La Lettera al padre" di Karl Marx non è certo uno dei testi del marxismo passati alla storia. Ma a suo modo, anche questo testamento di figlio, ha fatto una parte di storia.
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Romano Antonio
Seduzione dell'opera aperta. Una introduzione
brossura Cosa hanno in comune Jacques Lacan e Umberto Bossi? Che rapporti intercorrono tra la Legge e il Porno? Una scultura di Michelangelo e un programma televisivo hanno la stessa incisività? Se la realtà umana è fatta di parole, è come linguaggio che si articola e come "testo" che si può leggere, con le sue strategie espressive, i suoi escamotage linguistici, le sue metafore e i suoi espedienti narrativi. Sotto di essi scava l'ansia del contemporaneo, con la sua fame di realtà, in cerca di un significato che non abbia bisogno d'interpretazione. Seduzione dell'opera aperta guarda questa ansia e il suo lavoro su quella scenografia di parole chiamata "realtà", scomponendosi e adattandosi al suo oggetto, mostrando che "l'opera è aperta in base al suo grado di seduzione".
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Franchi Gian Andrea
Una disperata speranza. Profilo biografico di Carlo Michelstaedter
brossura Lo scopo di questo lavoro sta nel tentativo di cogliere, al suo nascere, il rapporto tra vissuti e pensieri in un autore postumo, come Carlo Michelstaedter, che tentò disperatamente di superare il distacco tra vita e pensiero, sentito come un'imposizione inaccettabile. Il biografo, inteso come colui che si aggira intorno all'inafferrabile di un'esistenza, cerca di cogliere il passaggio fra il quotidiano, con le sue banalità, le sue fragilità, le sue crisi, i suoi slanci e la trasfigurazione ed elaborazione concettuale. Ha inseguito, con attenzione affettiva, lungo la breve esistenza di Carlo Michelstaedter, culminante in poco più di due anni di lavoro matto e disperatissimo, i momenti significativi di questo passaggio in cui l'emozione incomprensibile e potente o il modesto incidente quotidiano vengono piegati creativamente verso immagini che trapassano in concetti. In tale contesto assume particolare importante la dimensione onirica che agisce nel pensiero di Michelstaedter. Più precisamente, il biografo ha cercato di mostrare, attraverso le parole di Michelstaedter, il duplice gioco del pensiero, di trasfigurazione e di difesa nei confronti della fatica di vivere. Il tutto nel contesto storico estremamente denso di una Finis Austriae vissuta da un giovane di famiglia ebraica in una città austriaca, a maggioranza di lingua italiana, capoluogo di un territorio slavo al confine con l'Italia.
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Colombo Raffaella
Leo Strauss e la retorica del ritorno
br. "Un viaggio da Gerusalemme ad Atene". In questo modo Rèmi Brague descrive il percorso intellettuale di Leo Strauss (1899-1973), uno dei più influenti e controversi filosofi del XX secolo. Seguendo questo viaggio dalla sua formazione giovanile alle opere della maturità, il presente lavoro si propone di ricostruire lo sfondo filosofico e storico che condusse Strauss a perseguire il ritorno alla filosofia politica classica come sola risposta possibile alla crisi della modernità.
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Rizzo Francesco
Fenomenologia della grezza materia. Scritto di teoria del linguaggio, etica, estetica
brossura Il saggio contiene momenti di riflessione critica su argomenti di teoria del linguaggio, di estetica, di etica. Si vuole, in qualche modo, mostrare la propensione, propria della filosofia esistenziale e dello schematismo soggettivo post kantiano, considerati in continuum, di creare vuoti, linguistici ed epistemici, perché i pregiudizi della mentalità scientifica positiva possano essere finalmente rivelati nella loro inconsistenza. L'esigenza di restituire il senso delle cose al mondo, umano e transumano, e il tentativo di riportare nella letteratura filosofica un moto regressivo verso l'anarchia del pre-soggettivo, verso la materia grezza, considerata come occasione virtuale e virtuosa di organizzazione di nuove forme di pensiero discorsivo, rendono urgente il ripensamento del rapporto soggetto-oggetto. Il discorso si fa, in conclusione, anche politico.
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Heisig James W.; Saviani C. (cur.)
Il nulla e il desiderio. Un'antifonia filosofica tra Oriente e Occidente
br. Le sei lezioni che formano questo volume, tenute nel marzo del 2011 alla "School of Orientai and Asian Studies" di Londra, sono articolate intorno a due idee, il nulla e il desiderio, e trattano le questioni del sé, di Dio, della moralità, della proprietà e del solco filosofico tra Oriente ed Occidente. Piuttosto che tentare di armonizzare le filosofie orientali ed occidentali in un solo coro, Heisig compone qui quella che egli stesso chiama una "antifonia filosofica": mediante una semplice struttura a "chiamata e risposta" di alcune posizioni storicamente e teoreticamente rappresentative, egli intende partecipare al coro in entrambe le voci. Avvalendosi delle sue straordinarie competenze linguistiche e storico-filosofiche, Heisig approfondisce il tema fondamentale della propria ricerca intellettuale ed esistenziale: il dialogo tra religioni e filosofie orientali ed occidentali come spazio per un ripensamento del rapporto dell'umanità con il divino e la natura.
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Hegel Friedrich; Hölderlin Friedrich; Parinetto L. (cur.)
Eleusis, carteggio. Il poema filosofico del giovane Hegel e il suo epistolario con Hölderlin. Testo tedesco a fronte
br. Hegel si è formato alla scuola della poesia. Prima che la forza della grande ragione prenda il sopravvento nella costruzione del suo sistema, Hegel raccontava, con la passione della parola poetica, le forze in campo in un momento decisivo della storia europea. Questo mirabile testo poetico in dialogo è la lettura dello spirito della storia al lavoro negli esiti giacobini della rivoluzione francese. Un filosofo interprete del presente, Luciano Parinetto, ne rilegge la portata epocale per il pensiero, la letteratura, la storia.
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Ingarao Giulia
Leonora Carrington. Un viaggio nel Novecento. Dal sogno surrealista alla magia del Messico
brossura Leonora Carrington (1917-2011) fa parte del nutrito gruppo di artisti surrealisti che all'inizio degli anni Quaranta si sposta dall'Europa agli Stati Uniti. Per molti surrealisti incarnava i due archetipi del femminile: femme enfant e femme sorcière, unica donna del gruppo capace di tenere testa a Breton. Dopo la tormentata storia d'amore con Max Ernst, la follia e la fuga dal manicomio, si stabilisce prima a New York e poi in Messico. La cultura messicana alimenta la sua creatività dando vita a un universo popolato da figure mitologiche e fantastiche nel quale si mischiano, in creazioni originali e raffinatissime, la profonda conoscenza del Rinascimento italiano, le forme simboliche del surrealismo e gli studi sull'esoterismo e l'alchimia. Il libro ripercorre le tappe fondamentali della sua vita di artista visionaria ed eclettica: la formazione in Europa, l'incontro con il surrealismo e la lunga vita in Messico dove l'autrice l'ha frequentata raccogliendo materiali e interviste inedite.
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Gamba G. (cur.); Molinari G. (cur.); Settura M. (cur.)
Pensare il presente, riaprire il futuro. Percorsi critici attraverso Foucaullt, Benjamin, Adorno, Bloch
brossura È ancora possibile tenere insieme il presente e il futuro? Oppure il real time, il presente dilatato in cui oggi viviamo, non fa che allontanare il futuro e recidere il rimando segreto tra ciò che è e ciò che verrà? Il nuovo libro curato dall'Associazione Odradek XXI di Bresciasi propone di rispondere proprio a questa domanda, inserendola in quel filone che conduce dall'agire politico-sociale (Disseminazioni riflessive. Saperi, professioni, cittadinanze, Mimesis 2009) alle costellazioni dell'abitare (L'abitare e lo scambio. Limiti, confini, passaggi, Mimesis 2013). La prima parte del volume è un tentativo di "pensare il presente" insieme a Foucault. Si tratta di cogliere il senso della distinzione tra il "presente" e l'"attuale": l'attuale diventa chiave critica, approccio "diagonale", che permette di rivelare in controluce le relazioni di potere sottese all'aspetto immutabile del presente. Il pensiero di Foucault vuole dire "che cosa è oggi" attraverso una "archeologia" del presente, un lavoro di scavo sulle sedimentazioni di potere depositate nei discorsi e nelle pratiche. Queste sedimentazioni determinano il nostro vivere sociale in quanto soggetti che si credono liberi. La seconda parte intende invece "riaprire il futuro" tramite il recupero del concetto di "utopia" in Benjamin, Adorno e Bloch. Tentativi diversi di inscenare la presenza-assenza della categoria "futuro" da parte di pensatori che hanno legato il loro nome al noi politico novecentesco.
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Ortega y Gasset José; Savignano A. (cur.)
Meditazioni del Chisciotte
br. Con le meditazioni chisciottesche, Ortega indaga sulla peculiarità unica e irriducibile della vita umana, anche se il suo modo d'essere gli appare sotto forma di eroismo e tragedia, la cui espressione è affidata al romanzo. Dei molteplici approcci ermeneutici con cui è stata analizzata quest'opera unanimemente ritenuta fondamentale nell'evoluzione del pensiero orteghiano prediligiamo il significato filosofico con speciale riferimento al tema della vita circostanziale, che dev'essere salvata attraverso un rinnovato rapporto con la cultura, senza eludere la decisiva questione della verità, intesa come verità vitale e prospettiva. Benché incompiuto, da questo primo libro è possibile arguire uno schema sufficientemente organico, basato sull'insinuazione di una teoria metafisica del reale. Così il Proemio contiene la celebre definizione della vita come l'io interagente con la circostanza, con l'imperativo di salvezza di entrambi. La Meditazione preliminare sviluppa una critica della circostanza personale di Ortega e delle condizioni della Spagna del suo tempo. Infine, la Meditazione Prima delinea un'originale concezione del romanzo.
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Schelling Friedrich W.; Medri A. (cur.)
L'anima del mondo. Un'ipotesi di fisica superiore per la spiegazione dell'organismo universale
br. "A guardare gli esseri viventi, l'uomo fu colto per la prima volta dal presentimento di una originaria unità dell'ideale e del reale, e fin da allora trasferì il concetto di essere animato a tutta la natura; già nei tempi più antichi si concepì l'idea che tutto il mondo fosse pervaso da un principio animatore, detto anima del mondo. Come lo spirito è infinito soltanto nella sua finità, così è anche lo spirito visibile, cioè la natura: un progresso infinito e rettilineo di causa ed effetto non è pensabile nell'universo. Il mondo intero deve essere quindi un'organizzazione: un medesimo principio unisce la natura inorganica alla organica. Non si deve pensare che la natura segua ciecamente date norme, ma nemmeno che agisca liberamente e senza leggi. Vera è l'unione delle due cose: e così Schelling arriva alla visione di un principio originario che organizza non soltanto gli esseri viventi ma il mondo intero, un principio davanti al quale ci fermiamo come davanti all'ultimo ignoto." (Rudolf Haym)
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Sciuto Cinzia
La terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica
br. In un momento storico in cui le sovranità nazionali sono poste di fronte a una sfida cruciale, ritornare alle fondamenta del pensiero cosmopolitico può forse costituire l'unica via d'uscita democratica. Il saggio, dedicato alla prospettiva cosmopolitica di Kant e Kelsen, tenta di mettere in luce il filo rosso che collega questi due autori e che è costituito proprio dagli "occhiali" cosmopolitici con cui entrambi guardano al diritto. "Occhiali" che forse sono ancora oggi indispensabili per capire la crisi - non tanto economica, ma politica - degli stati-nazione e per individuare una via d'uscita che non si lasci tentare da sirene totalitarie. Solo con questi "occhiali" scopriremo forse che, più che con una crisi, siamo alle prese con una mutazione. Da questo punto di vista alcuni passaggi di questi due grandi classici della filosofia sono di un'attualità straordinaria.
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Moiso Francesco; D'Alfonso M. V. (cur.)
La filosofia della mitologia di F.W.J. Schelling. Dagli inizi all'introduzione storico-critica
brossura Nella filosofia di Friedrich Wilhelm Joseph Schelling (1775-1854) la riflessione sulla mitologia è presente fin dai suoi esordi come giovanissimo studente dello Stift di Tubinga del 1792 e costituirà ancora la parte fondamentale delle sue ultime lezioni berlinesi degli anni Quaranta dell'800. In questo corso tenuto nel 1999-2000 all'Università Statale di Milano, Francesco Moiso ripercorre la metamorfosi della filosofia della mitologia schellinghiana, non solo illustrandola alla luce del fervido dibattito coevo, ma soprattutto rivelandone fondamentali implicazioni per la riflessione filosofica attuale: tanto sul piano della gnoseologia e dell'ontologia, quanto su quello della filosofia morale e politica.
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Poma Andrea
Cadenze. Note filosofiche per la postmodernità
br. La postmodernità è in generale la situazione della società e della cultura contemporanee nell'età del capitalismo realizzato. Questo libro si propone di esporre alcune linee di un progetto filosofico e critico per questa cultura, che, in alternativa al pensiero dionisiaco corrente, si presenti come un pensiero lirico della postmodernità. Tale pensiero, nell'assenza della nuova forma, che ancora non c'è, si lascia orientare dalla presenza di quell'assenza. Sospeso tra il passato della modernità e il futuro della postmodernità, che non è ancora configurato, il pensiero filosofico si svolge come una cadenza musicale, che produce significati nel vuoto tra le culture. Su tre temi caratteristici del pensiero postmoderno: la negazione dell'identità e l'affermazione delle differenze, il soggetto infranto, l'assenza di una teleologia nella storia e nella politica, il libro svolge alcune cadenze, nell'intento di proporre un umanesimo postmoderno.
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Guzzoni Mariella
Van Gogh l'infinito specchio. Il problema dell'autoritratto e della firma in «Vincent». Ediz. illustrata
ill., br. Questo studio è dedicato a Vincent van Gogh e a ciò che gli è stato tolto: la grandezza del genio unita alla semplicità del pittore "contadino", "lavoratore" dell'arte, grande sperimentatore, lettore accanito e multilingue. La scommessa di questo libro è quella di raccontare il genio che fu, attraverso i numerosi specchi della sua breve esistenza, tra melanconia "attiva" e melanconia della "disperazione". Entrano in scena disegni, dipinti e oggetti, alcuni dei suoi libri più amati. Emergono lettere in passato censurate, o frammenti di lettere ritrovate, ad oggi mai pubblicate in Italia. Alla luce degli ultimi studi scientifici il quadro è sorprendente: una galleria di autoritratti e di firme che rivela una ricerca pittorica e introspettiva consapevole e determinata. Una continua sfida con se stesso, con la pittura e con lo spettatore, in un confronto - firmato sempre e solo Vincent - che Van Gogh porta avanti senza sosta e senza compromessi, spalancando le porte al Novecento. L'altro lato della medaglia - l'aspetto dell'identità che autoritratto e firma chiamano inevitabilmente in causa mostra quanto la pratica dell'arte sia stata, ad un certo punto della sua vita, quello che egli stesso definì il suo miglior "parafulmine". Vita parola e opera si intrecciano in un sol filo per ritrovare la potenza e il fascino dell'opera di Vincent con un occhio e un animo più liberi da miti e fantasmi. Prefazione di Massimo Recalcati.
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Nancy Jean-Luc; Calabrò D. (cur.); Giugliano D. (cur.)
Il corpo dell'arte
ill., br. "Ogni volta è un gesto del corpo e del pittore che fa apparire l'immagine, cioè la presenza vera di quell'assente che si proietta verso se stesso ritornando a sé per offrirsi come spettacolo, gioco di tratti o di macchie, disposizione di ciò che è effettivamente incorporato nel corpo che dipinge." (Jean-Luc Nancy)
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Bonanni Giandomenico
Con gli occhi di uno straniero. Saggi su Jaspers e altri scritti con tre inediti di Karl Jaspers
brossura "Ho lasciato questo paese sei anni fa perché qui non avevo prospettive. Ero soltanto uno dei migliaia: precariato accademico, generazione Erasmus. Intere leve che in Italia semplicemente non servivano. Giovani ben preparati, persone intraprendenti, che volentieri sarebbero restate in patria, dove qualcosa avrebbero costruito - se solo fosse stata data loro la possibilità. Ma non era possibile, così emigrammo, mantenendoci con piccoli lavori e studiando duramente. Piccoli e grandi riconoscimenti, in Italia impensabili, non ci mancano. Ciò ci ha giovato. Eppure resta il bisogno di agire nel luogo al quale si appartiene. Persino gli scienziati o i manager che lavorano a livello internazionale lo desiderano. Per gli umanisti e gli artisti poi, che si nutrono del rapporto con la propria lingua e cultura, questo diventa una necessità vitale. Può anche essere che questo paese stia morendo. Ma è come una malattia mortale: fintanto che si è in vita, fintanto che si ha la forza, si continua a combattere. Nessuno accetta così semplicemente la propria morte." (G. B.)
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Ferro P. Luigi
La penna d'oca e lo stocco d'acciaio. Gian Pietro Lucini, Arcangelo Ghisleri e i periodici repubblicani nella crisi di fine secolo
br. Cento anni fa, mentre deflagrava la crisi che avrebbe portato allo scoppio della Grande Guerra, moriva Gian Pietro Lucini, il più importante scrittore civile italiano tra Ottocento e Novecento. Il saggio di Pier Luigi Ferro ricostruisce e analizza, sulla base di documenti d'archivio inediti e interventi mai più ripubblicati, uno snodo fondamentale della vicenda umana e intellettuale di Lucini, a partire dagli esordi come giornalista culturale e passando attraverso il coinvolgimento nella nascente editoria industriale. Gli eventi del maggio di sangue milanese, con le stragi di Bava Beccaris, porteranno lo scrittore ad accentuare il suo impegno politico e a esprimere le proprie posizioni critiche sui principali periodici repubblicani legati all'iniziativa di Arcangelo Ghisleri ("La Educazione Politica", "L'Italia del Popolo", "La Ragione"), scontrandosi con la censura e la giustizia monarchica. La storia di un intellettuale "sovversivo", e perciò non casualmente espunto dal canone ufficiale delle patrie lettere, intrecciata a filo doppio con le vicende e le contraddizioni dell'Italia sabauda.
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Raciti Giuseppe
Per la critica della notte. Saggio sul «Tramonto dell'occidente» di Oswald Spengler
br. La civiltà occidentale tramonta sulla notte della tecnica dispiegata. È lo scenario della decadenza, la quale però, come dice Benjamin, "non ha niente da invidiare, quanto a stabilità e magnificenza, alle fasi ascendenti". Da un lato Spengler, fedele al paradigma biologistico, dà una scadenza alla tecnocrazia (all'incirca il 2200), dall'altro lascia indizi piuttosto compromettenti circa la sua effettiva durata. Un acuto lettore come Jünger non aveva dubbi: il mondo della tecnica non cesserà di finire. La Zivilisation, infatti, non è il contrario di una Kultur, ma la sua riproduzione tecnica. Una politica adeguata a questa situazione - una 'politica del tramonto' che oggi non andrebbe confusa con il chiacchierato tramonto della politica - trova ricetto nel mito spengleriano del cesarismo.
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Pirro M. (cur.); Zenobi L. (cur.)
Costruzione di un concetto. Paradigmi della totalità nella cultura tedesca
br. Costruzioni discorsive incentrate sul pensiero della totalità pervadono il disegno generale della cultura tedesca al più tardi dalla seconda metà del Settecento. In questo volume, scaturito da un ciclo di lezioni tenute nel 2012 presso le Università di Bari e dell'Aquila, si prova a documentare la dimensione multidisciplinare di tali costruzioni. Storici della letteratura, della filosofia, delle scienze naturali e della politica ricostruiscono il profilo complesso di un lavoro di invenzione simbolica eterogeneo e stratificato, orientato a vedere nella relazione fra totalità e frammento uno degli assi decisivi dell'immagine del Moderno. Contributi di: Marina Barioglio, Alessandro Bellan, Silvia Caianiello, Raul Calzoni, Patricia Chiantera-Stutte, Gaetano Chiurazzi, Gianluca Garelli, Markus Ophàlders, Maurizio Pirro, Giovanni Sampaolo, Luca Zenobi.
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Cioran Emil M.; Di Gennaro A. (cur.)
Al di là della filosofia. Conversazioni su Benjamin Fondane
br. All'inizio degli anni '40, nella Parigi occupata dalle milizie naziste, due intellettuali di origine rumena, Emil Cioran e Benjamin Fondane, entrambi influenzati dal filosofo russo Lev Sestov, stringono un rapporto di intensa amicizia. Il sodalizio, però, sarà di breve durata: nel marzo del 1944. infatti, l'"ebreo errante" Fondane, arrestato dalla polizia del regime collaborazionista di Vichy, verrà prima internato a Drancy, poi deportato ad Auschwitz, dove troverà la morte tra il 2 e il 3 ottobre dello stesso anno. Cioran, che inutilmente aveva tentato di sottrarre l'amico all'arresto, e alla tragica fine che lo avrebbe atteso, omaggerà Fondane con un toccante ritratto, pubblicato sulla rivista "Non Lieu" (1978) e successivamente negli Exercices d'admiration (1986). Le interviste raccolte nel presente volume, incentrate sulla figura e l'opera di Benjamin Fondane, integrano tale contributo, restituendo l'immagine di un uomo di grande spessore morale, e di un autore di primissimo piano sulla scena culturale europea del primo Novecento.
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Stiegler Bernard; Porrovecchio A. (cur.)
Amare, amarsi, amarci
br. Da sempre accusata di verbosa inutilità, come la nottola di Minerva o un passionale Epimeteo, la filosofia rischia sempre di arrivare in ritardo sulla realtà. Amico e allievo di Deleuze e Guattari, Bernard Stiegler è una figura ancora poco nota in Italia. Questo suo breve e intenso libro ci mette a contatto con l'atto più profondo del filosofare. Si tratta, allo stesso tempo, di un'origine e di un azzardo. L'impatto della meraviglia che si trasforma in comprensione agita della realtà. Capire e agire non stanno più al tempo pigro di Epimeteo, Stiegler riconcilia le due dimensioni in una nuova pratica filosofica che non rinuncia alla passione e fa accedere a quel che fa girare il mondo. L'amore nelle sue infinite forme di emozione e riflessione.
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Bonvecchio Claudio; Annechiarico Sabatino Alfonso
L'ora del dialogo. Il papa, la Chiesa, la Libera Muratoria. Intervista di Sabatino Annecchiarico
ill., br. Fede, ragione, umanesimo, spiritualità, coppie di concetti, di valori che hanno tracciato strade divergenti nella storia della Chiesa cristiana e della cultura laica. Soprattutto per impulso di Papa Francesco, il tempo di questa incomprensione sembra finalmente terminato. La Chiesa del Papa della gente torna a parlare di sentimento, ma anche di razionale confronto con la società e con la storia. Questo libro getta un ponte per il confronto più delicato, ma più proficuo. Un documento possibile per una nuova alleanza che abbia come obiettivo l'uomo. Un inizio di dialogo senza sconti da parte del razionalismo libero e maturo della cultura muratoria, ma anche senza preclusioni.
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Vantini Lucia
L'ateismo mistico di Julia Kristeva
br. Julia Kristeva è autrice poliedrica che si lascia inquietare dai movimenti del presente, spesso difficili da nominare e da rappresentare. Questa povertà simbolica è per lei causa e indice della crisi profonda che ha investito la contemporaneità, costringendo uomini e donne a sradicarsi dai luoghi vitali, per perdersi in un registro astratto e asettico che sembrerebbe in grado di custodire i loro confini. La promessa di protezione non viene però mantenuta. La logica dell'abiezione non funziona: la matrice vitale del senso, dalla fisionomia sacra e materna, non può essere neutralizzata senza condannare le esistenze a una triste autoreferenzialità. Attraverso una formazione linguistica e psicoanalitica, Kristeva tenta di far emergere queste profondità semiotiche, passando per i linguaggi dell'arte, della letteratura e della religione. Scopre così che l'ordine simbolico si costituisce prendendo una distanza dolorosa dal mondo affettivo e sacro, importando al suo interno una fragilità strutturale che si lascia avvertire ogni qualvolta un'esistenza si trova al limite di sé: nell'orrore, nel dolore e nell'amore. È in questo percorso che Kristeva scopre il bisogno di credere come mondo irrinunciabile del soggetto, sempre dipendente dai propri legami e costantemente esposto all'altro. Il nuovo umanesimo mette a tema questo limite inaggirabile, decentrando la singolarità e ricollocandola nella trama delle relazioni grazie alle quali essa può divenire ciò che è. Prefazione di Wanda Tommasi.
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