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Abbattista Guido
La rivoluzione americana
br. Il libro, in questa edizione arricchito con una postfazione, ricostruisce il processo storico di formazione degli Stati Uniti d'America, esaminandone i presupposti all'interno dello sviluppo delle realtà coloniali inglesi dell'America del Nord. Analizzando i fattori strutturali relativi all'economia e alle società e culture coloniali, Guido Abbattista si concentra in modo particolare sui conflitti politici e costituzionali legati alla natura delle relazioni imperiali tra madrepatria e colonie. Del processo rivoluzionario vengono evidenziate le contraddizioni, le esitazioni, la relativa gradualità nell'adozione di soluzioni innovative sul piano politico e costituzionale. Ampio spazio è dedicato all'analisi dei fattori di novità sia sul piano delle concezioni politiche e costituzionali sia su quello dello sviluppo di una nuova forma di società.
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Oliva Gianni
Verga per le vie di Milano. La solitudine del flâneur
br. Un misterioso gentiluomo, in abito scuro, attraversa a piedi Milano nel silenzio dette prime ore pomeridiane, o di notte, quando l'ultima carrozza finisce la sua corsa. È un osservatore curioso, attento e senza fretta, che annota scrupolosamente ciò che vede nelle vie affollate e scintillanti del benessere, ma soprattutto nei bassifondi della periferia sofferente e più degradata, raccontata con la cinica malinconia dello scrittore solitario sorretto dal suo crudo realismo biologico. L'uomo si sofferma ad ascoltare le lamentele del vetturino in piazza della Scala, il chiasso degli amici all'osteria, la baraonda dei ricchi, gli amori e le gelosie tra bambinaie e camerati, la desolata disperazione degli emarginati. Al flâneur non sfugge la vita variegata «della città più città d'Italia» alle prese con l'Esposizione Universale e con gli anni dello sviluppo industriale, mentre il tessuto metropolitano guadagna sempre più spazio «là dove c'era l'erba». Nei decenni Settanta e Ottanta dell'Ottocento Verga visse nella capitale lombarda lunghi anni di operosa solitudine, trascorsi in larga parte nel duro lavoro quotidiano della scrittura, dedicato ad una Sicilia della memoria ricostruita «da lontano». Da quella condizione forzata non riuscivano a distrarlo te esperienze mondane dei veglioni, dei teatri e dei salotti esclusivi. Semmai, il giovamento arrivava dal circolo degli intellettuali frequentatori delle serate al Biffi o al Cova, in compagnia di Felice Cameroni, Luigi Gualdo, Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa, Luigi Capuana e tanti altri. In quelle sedi, tra l'ammirazione per Zola e i maestri francesi, si agitavano anche le discussioni per mettere a punto un metodo diverso per raccontare il reale e dare un nuovo destino al romanzo moderno.
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Botti Francesco Paolo
Scritti su Leopardi
br. Gli studi raccolti in questo volume, composti nell'arco di quasi un ventennio, disegnano un ventaglio variegato di occasioni critiche. Ma, a ricondurre la specificità delle singole analisi a una - seppur inevitabilmente relativa - compattezza monografica provvede la coerenza dei loro esiti interpretativi, tutti convergenti nel mettere in rilievo, in vari oggetti e da varie prospettive, la cesura profondissima che la produzione leopardiana opera all'interno di una secolare tradizione poetica e culturale. Sia che affronti, in maniera radicale, tematiche supreme come il dolore o la felicità, sia che rimoduli una figura cruciale della scrittura letteraria come l'ossimoro, a cui conferisce un nuovo e inconfondibile spessore ideologico, sia che dal cuore stesso della sua educazione classicistica liberi le cadenze assolute della lirica moderna, esperienza separata, diversa dalla precedente, sia che testimoni nella commistione di stili delle "Operette morali" l'impossibilità del tragico nel mondo contemporaneo, la parola di Leopardi, del poeta-filosofo, risuona sempre con l'intensità rivoluzionaria e preveggente che ne fa il primo, grande classico italiano della modernità.
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Crespi Angelo
Nostalgia della bellezza. Perché l'arte contemporanea ama il brutto e il mercato ci specula sopra
br.
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Ruta Anna Maria
Elisa M. Boglino. Un percorso d'arte tra Copenaghen, Palermo e Roma
ill. Nata a Copenaghen il 7 maggio 1905, Elisa Maria Maioli rivela subito le sue tendenze artistiche, frequenta la Reale Accademia danese di Belle Arti ed espone nella sua e nelle città vicine. Dal Nord, arriva a Palermo nel 1925 per studiare l'arte arabo-normanna e appena due anni dopo sposa l'avvocato Giovanni Boglino, vicino al gruppo di artisti che la giovane frequenta negli studi della Zisa. Cattura subito l'ottica straniata con cui Elisa osserva uomini e cose; il suo espressionismo nordico si mescola a quello meridionale sfumando colori e forme. Gli anni Trenta sono probabilmente il periodo più felice: si intensifica la sua attività espositiva - Milano, Roma, Berlino, la sua Danimarca - e la sua produzione artistica tocca vette altissime con quadri come Lavandaia, Ragazza con bambina e Le alienate, la sua opera più importante. Figura eclettica, accompagna alla pittura il disegno - soprattutto negli anni più bui della guerra vissuti a Santa Anastasia, nel cuore della Sicilia - e più tardi, nella Capitale, anche la scultura. Definita «pittrice ribelle, libera», Boglino è un'artista da riproporre oggi allo sguardo della critica e del pubblico come "pittora" di tutto rispetto, tra le protagoniste più significative della storia dell'arte del Novecento.
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Puppa Paolo
La recita interrotta. Pirandello: la trilogia del teatro nel teatro
br.
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Orlandini Alessandro; Bardotti Riccardo; Borri Michelangelo
Storia della Resistenza senese
br. La Resistenza epilogo drammatico di un conflitto civile iniziato con l'avvento del fascismo. Le scelte di campo contrapposte di chi decise di combattere il nazifascismo e di chi lo sostenne. La guerriglia partigiana e la controguerriglia, i rastrellamenti e le fucilazioni nella dissoluzione del fascismo di Salò, fra i bombardamenti aerei e i combattimenti delle truppe tedesche e alleate. Il ruolo politico dei Comitati di liberazione nazionale e dei partiti antifascisti, il rapporto dei partigiani con un mondo contadino circondato dalla guerra e le resistenze disarmate delle donne, degli internati militari, del clero. Sono questi i temi di un libro che racconta il contributo del territorio senese alla nascita della democrazia.
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Montanari Luca
Sulla soglia tra due sapienze. Ebraismo e filosofia in Emmanuel Lévinas
brossura Il pensiero di Emmanuel Lévinas (1906-1995) non smette mai di stupire e affascinare per la sua profondità e per la capacità esemplare di tematizzare la diversità in un'ottica non violenta e inclusiva. Questo libro si concentra sul rapporto tra prospettiva filosofica e sapienza ebraica nell'opera del pensatore francese: una riconsiderazione radicale delle categorie centrali della filosofia occidentale alla luce dei temi del profetismo. Ciò che ne emerge è l'intreccio - fecondo e non dogmatico - di due ordini di significato in grado di offrire un nuovo senso di umano e di inaugurare un inedito approccio alle relazioni secondo rapporti liberi e non dominativi.
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Perale Riccardo
Maioliche da farmacia nella Serenissima. Ediz. illustrata
ill., cart. In questa monografia documentata e ricca di illustrazioni, Riccardo Perale ci accompagna in un viaggio lungo quattro secoli alla scoperta della straordinaria produzione di maioliche a Venezia. Protagonisti di questo viaggio sono le opere di artisti e maestri di bottega fino ad oggi pressoché sconosciuti, le cui qualità pittoriche, ispirate dai più grandi pittori del Rinascimento italiano, non temono confronti.
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Alborno Silvia; Ramò Carmen
Il telegrafista di Margherita. Il soggiorno a Bordighera della regina
ill., br. La Regina Margherita scelse di vivere gli ultimi anni della sua intrepida vita nella lussureggiante Bordighera, nell'estremo ponente ligure. In queste pagine, la figura e la vita della Regina sono filtrate dallo sguardo di molteplici personaggi più o meno locali che ebbero a che fare con lei (dall'architetto Luigi Broggi a padre Giacomo Viale, a Giuseppe Bessone e Miss Eileen Daly, editori del Journal de Bordighera), ma il filo conduttore è Arturo Giacobbe, il fidatissimo telegrafista personale di Margherita, custode di importanti segreti. Un libro che, oltre a raccontarci della Regina, restituisce quell'atmosfera incantata tra la Belle Époque e i ruggenti anni Venti, che a Bordighera persisterà anche dopo la Grande Guerra.
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Sessa Giovanni
L'eco della Germania segreta. «Si fa di nuovo primavera»
br. L'idea di Natura nel pensiero di cinque grandi pensatori antimoderni: Stefan George, Ludwig Klages, Ernst Jünger, Walter Benjamin, Karl Löwith, le cui opere rivelano un'anima nuova e antica della vecchia Germania, segreta ma ancora palpitante.
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Flynn John T.
Il mito di Roosevelt
br. Franklin D. Roosevelt è il più santificato dei presidenti americani del XX secolo, anche se, come dimostra questo libro, prolungò artificialmente la Grande Depressione e condusse gli Stati Uniti in una guerra non voluta. Nonostante le sue promesse di abbattere la burocrazia e tagliare le spese pubbliche, il suo governo fece quello che il complesso militare-industriale gli ordinò di fare. Introduzione di Michele Rallo.
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Scaramella Tommaso
Un doge infame. Sodomia e nonconformismo sessuale a Venezia nel Settecento
br. Anche la libertà dei sensi, celebrata da Giacomo Casanova nell'ultima Venezia, ha una storia che va oltre la narrazione compiaciuta del carnevale, delle maschere, delle cortigiane e dei cicisbei. Immagine simbolo di un secolo, l'indebita ricerca di un piacere deviante dai confini procreativi e coniugali portava con sé il pericolo reale, antisociale, di un modo di vivere e di pensare in contrasto con i fondamenti morali dell'antico regime. Quando nel 1789 a candidarsi a ultimo doge della Serenissima fu Alvise V Sebastiano Mocenigo (1726-1795), un uomo tacciato di vivere apertamente una simile libertà, le reazioni dei più conservatori non si fecero attendere. Attraverso i dispacci delle corti europee, i pamphlet e i processi che il patrizio veneziano dovette subire, questo libro ricostruisce per la prima volta per intero la sua vita: dalle prestigiose ambasciate ricoperte a Madrid e a Parigi al disonore della condanna per sodomia che lo avrebbe portato a essere ricordato come un "doge infame".
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Catalano F. (cur.); Aronica V. (cur.)
Sciascia e il cinema. Conversazioni con Fabrizio
brossura Testimonianze di Roberto Andò, Beppe Cino e Giuseppe Tornatore L'opera letteraria di Leonardo Sciascia ha più volte, soprattutto nei decenni d'oro del cinema europeo, ispirato trasposizioni filmiche. In un contesto sensibilmente diverso da quello attuale, in cui spesso a partire da romanzi di grandi scrittori italiani s'approntavano ambiziose coproduzioni, i romanzi di Sciascia divennero stendardi d'impegno civile. Alcuni film sono diventati dei classici; altri ci appaiono oggi come piccoli gioielli da riscoprire. Quelli erano del resto anni in cui la letteratura e il cinema vicendevolmente si alimentavano: e diversi personaggi, da Pasolini a Calvino, da Malerba a Cerami, oscillavano tra la sacralità del romanzo e la lusinga d'una più immediata narrazione per immagini. D'altro canto, in gioventù, la prima aspirazione di Leonardo Sciascia, trascinato dall'amore per il cinema muto, era stata proprio quella d'essere un regista; una certa ritrosia caratteriale, unita a una più che giustificata diffidenza per un mondo a tratti eticamente disinibito, l'avevano tuttavia indotto rapidamente a rimodulare questo sogno. Sciascia sosteneva però, e non a torto, che la sua scrittura era rimasta cinematografica. E la tentazione del cinema, infatti, sopravvisse costantemente in lui. Questo libro si propone dunque d'analizzare la relazione fra il coraggioso intellettuale di Racalmuto, che così tanto manca alla società in cui viviamo, e la settima arte, attraverso i ricordi e le riflessioni del nipote, il regista Fabrizio Catalano, ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia. Un approccio in cui all'analisi critica s'alternano il ritratto di un mondo storicamente vicino e culturalmente lontano, l'aneddotica familiare, l'indagine nei meandri delle corrispondenze fra donne e uomini che hanno lasciato un segno indelebile nella storia d'Italia.
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Chiarini Roberto
Storia dell'antipolitica dall'Unità a oggi. Perché gli italiani considerano i politici una casta
br. Il termine antipolitica era sconosciuto fino a poco tempo fa. Non compariva nemmeno nei dizionari. Eppure da sempre contrassegna un atteggiamento assai popolare. Designa il disgusto verso la politica e la sua casta. Disgusto che di regola si rifugia in una diserzione dalle urne ma che talora osa l'azzardo di prefigurare un'utopica "buona politica". Tra rifiuto e esercizio politico del rifiuto si apre uno spazio largo in cui ci sono mille sfumature di antipolitica. Coglierle e distinguerle è la sfida che questo studio si propone seguendo l'intero corso della storia nazionale: dal disincanto del dopo-Unità all'antiparlamentarismo di fine Ottocento, dal rifiuto della democrazia liberale d'inizio Novecento al fascismo, per chiudere con la critica della "Repubblica dei partiti" culminata in quest'ultimo ventennio nel populismo antipolitico.
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Santoro Claudio
FEyERAbEND DaDA!
br. Il Grande Novecento vede il succedersi di eventi epocali e, allo stesso modo, anche la Scienza del secolo è proiettata a segnare per sempre l'umanità. Tuttavia, la vita di Paul Feyerabend si svolge oltre i canoni imposti dalla Storia e dalla Scienza con la lettera maiuscola. È un'altalena che oscilla verso i poli autentici di un'esistenza e come tale è disseminata di malanni pericolosi e straordinarie cure, nient'affatto ortodosse. Il suicidio della madre, la "grande D.", l'incomprensione dell'accademia scientifica e della massa si accompagnano ogni volta alla fedeltà di Spund, al gusto per il trash e all'Anarchia. Sofferenza e gioia si mescolano in un guazzabuglio Dada! che si dipana in forma leggera e quasi canzonatoria del vivere: Anything Goes, as long as no one is suffering. Da questo intreccio emergerà a chiare lettere soltanto l'Amore per Grazia.
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Zappella Luciano
Il Vangelo secondo Erri De Luca
br. Esponente di spicco della cultura italiana degli ultimi decenni, Erri De Luca si accosta da tempo al testo biblico da lettore, traduttore, esegeta e riscrittore. In questo volume, Luciano Zappella ci propone un articolato percorso finalizzato a mettere in risalto le coordinate della presenza della Bibbia nella multiforme opera De Luca. Narratore, saggista, poeta e traduttore, nel panorama culturale degli ultimi decenni Erri De Luca rappresenta indubbiamente una voce originale. Le sue esperienze biografiche, le scelte letterarie e il suo rapporto con la Bibbia ne fanno un intellettuale senza parentele. Non credente ma non ateo, De Luca si è accostato al testo biblico da lettore competente, da traduttore autodidatta, da ri-narratore e scrittore poliedrico. Lungi dall'essere semplice motivo ispiratore, la Bibbia - che lo accompagna da quarant'anni - funge per lui da testo fondatore e da codice antropologico universale, influenzandone anche lo stile. Luciano Zappella propone un percorso ragionato nella variegata produzione di De Luca mettendo i lettori a diretto contatto con le sue parole.
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Pontiggia Elena; Francioli Eva; Risaliti Sergio
Vissi d'arte
ill., br. Catalogo della mostra tenuta presso il Museo della città di Livorno dal 31 ottobre 2020. Oggetto dell'esposizione più di cento opere della Collezione Alberto della Ragione - oggi custodite stabilmente presso il Museo Novecento di Firenze - e della Collezione Giovanni Iannaccone, conservate a Milano. Due importanti collezionisti, di epoche diverse ma assai affini, accomunati da una straordinaria sensibilità e occhio critico, che ha permesso loro di raccogliere opere dall'importanza straordinaria di artisti molto noti al pubblico tra cui Carrà, Morandi, Guttuso e Vedova, senza tralasciare gli esponenti della Scuola di via Cavour (Mafai, Raphaël e Scipione) e altri protagonisti la cui opera ha segnato profondamente la nostra storia, come de Pisis, Rosai, Guidi, Birolli e tanti altri. Volume corredato da saggi critici e schede tecniche che aiutano a inquadrare il contesto storico e che accompagnano il visitatore in un vero e proprio viaggio alla scoperta dei Maestri che hanno reso grande e senza tempo l'arte italiana del Novecento, un viaggio reso possibile dalla profonda passione per l'arte dimostrata dai due collezionisti Dalla Ragione prima e Iannaccone poi. "Perché" come sottolinea il curatore Sergio Risaliti "di passione e di vita si tratta, come ci spiega Walter Benjamin quando, citando Balzac, afferma che i collezionisti sono "gli uomini più passionali che esistano al mondo". E "vissi d'arte" sottende questa passione univoca per l'arte e, in essa, una altrettanto convergente esperienza per peculiari produzioni artistiche".
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Zucconi E. (cur.)
Sarzana 21 luglio 1921: una pagina di storia controversa
ill., br.
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De Nicola F. (cur.); Marenco F. (cur.)
A trent'anni dal «congedo» di Giorgio Caproni. «Scendo, buon proseguimento»
br.
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Greene Richard
Roulette russa. La vita e il tempo di Graham Greene
br. La storia personale di Graham Greene è stata appassionante e originale quanto quella dei personaggi da lui inventati. Ebbe un'infanzia difficile, e la sua vita fu segnata dalla malattia bipolare. Giornalista, agente dei servizi segreti, viaggiatore inquieto, fu testimone di molti degli eventi chiave dei suoi tempi. Un ritratto che nasce da migliaia di pagine inedite, ritrovate in tempi recenti, che riguardano la vita e la carriera dello scrittore, e raccoglie nuove testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto intimamente.
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Bottacin Cantoni Lorenza
Metafore per l'altro. Levinas e la generosità della parola tra sofferenza e significazione
br. Il pensiero di Emmanuel Levinas è interamente lacerato dal problema del linguaggio: in che modo, infatti, è possibile rispondere all'appello etico dell'altro, senza ridurlo al regime ontologico? Questo problema del linguaggio è anche un problema di linguaggio che Levinas affronta, lungo tutto il suo percorso speculativo, secondo differenti modalità e con un vocabolario filosofico innovativo. A partire da un tentativo di individuare nella metafora una via d'uscita dal linguaggio dell'essere, Levinas elabora una filosofia capace di farsi carico dell'istanza etica primaria che supera anche la significazione metaforica stessa. Levinas si sforza costantemente di trovare le parole adatte a dire l'etica "altrimenti" rispetto alla tradizione metafisica. Il pensiero levinasiano crea, così, una parola viva che, innestandosi nella carnalità, origina e comanda una generosità del linguaggio e del corpo per l'altro.
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Dubus Andre
Riflessioni da una sedia a rotelle. Scritti autobiografici
br. I venticinque saggi che fanno parte di questa raccolta sono una dimostrazione della vulnerabilità dell'autore, della sua visione del mondo e della sua indistruttibile fede. Dopo essere rimasto bloccato su una sedia a rotelle in seguito a un incidente, Dubus ha sperimentato cosa significhi la depressione, imparando successivamente ad accettare la sua condizione, fino a comprendere come la gioia si possa trovare anche in quella sacramentale magia che è la vita quotidiana. Che scriva del suo rapporto col padre, dello stupro dell'amata sorella, della fede cattolica, della sua ammirazione per scrittori come Hemingway e Mailer, o del semplice gesto del preparare dei panini per le figlie, Dubus ci porta dritti al cuore delle cose.
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Spadolini Giovanni
Gobetti. Un'idea dell'Italia
ill. «Nella mia vita Gobetti è stato l'inalterabile punto di riferimento, il costante termine di paragone, nelle convergenze, nelle discussioni, negli approfondimenti, anche nelle revisioni». Così scrive Giovanni Spadolini nella prefazione al volume. Il libro raccoglie tutti gli scritti su Gobetti e il gobettismo sparsi nel corso di mezzo secolo di immutabile fedeltà gobettiana dell'autore. Nessun italiano di questo secolo ha avuto una così alta idea dell'Italia e nessuno ha insieme scrutato quanto fossero profonde le crepe, gli squilibri, le eredità negative della vita e del costume italiano fino a giudicare, con spietatezza rivelatrice, lo stesso fascismo come «l'autobiografia della nazione». Ricordare Gobetti vuol dire guardare a un'altra Italia, quella in cui egli credette e per la quale si sacrificò intero, «perché dalla nostra sofferenza nascesse uno spirito, perché nel sacrificio dei suoi sacerdoti questo popolo riconoscesse se stesso». Contro tutti i compromessi tradizionali della storia italiana, Gobetti richiamò al coraggio dei propri ideali, all'assunzione delle proprie responsabilità, all'eroismo del proprio impegno: vero esempio di eroe borghese - come lo definì Eugenio Montale, che disse di lui: «il compagno di strada, eguale a noi, migliore di noi, l'uomo che fu cercato invano da una generazione perduta, l'uomo che noi ci ostiniamo a cercare ancora nella parte più profonda di noi stessi». In Gobetti dominava un fondo di idealismo tragico. La pugnace laicità liberale di Gobetti si riassume per noi in queste parole: «La sicurezza di essere condannati - la crudeltà inesorabile del peccato originale per usare forme mitiche di espressione - è la sola che possa dare l'entusiasmo dell'azione, con la responsabilità, con il disinteresse». Quasi un Ecclesiaste laico.
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Steiner George
Tolstoj o Dostoevskij
br. In qualunque storia del romanzo moderno, a prescindere dai metodi e dal gusto di chi la scrive, Tolstoj e Dostoevskij sono inevitabilmente destinati a occupare i capitoli centrali. Nelle loro opere si espandono e giungono a piena maturazione i caratteri maggiormente significativi della grande narrativa dell'Ottocento: il senso del drammatico della storia e dei conflitti sociali, la riflessione individuale, le passioni più pure e quelle più torbide, l'introspezione e l'analisi minuziosa e profonda dell'animo umano. In «Tolstoj o Dostoevskij» Steiner pone a confronto i due maestri, riconoscendo nelle loro opere le massime espressioni della scuola russa, e il momento in cui essa si solleva con più decisione al di sopra delle altre esperienze europee.
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Mancuso Vito
Il coraggio di essere liberi
br. Siamo al mondo per diventare liberi. Esiste veramente la libertà? E, se esiste, dov'è? Com'è? Come definirla? Se invece non esiste, perché tutti ne parlano, la ricercano, la pretendono? In questo libro, Vito Mancuso affronta la questione in modo concreto, interrogandosi non tanto sulla libertà come concetto, quanto sull'essere liberi come condizione dell'esistenza reale. La domanda più importante qui non è: «Esiste la libertà?», quanto piuttosto: «Tu ti ritieni libero? E se non ti ritieni tale, lo vuoi diventare? Hai, vuoi avere, il coraggio di essere libero?». Per essere liberi, infatti, ci vuole coraggio. Guardando al mondo e agli esseri umani, quello che appare è uno sterminato palcoscenico su cui tutti si esibiscono indossando le diverse maschere imposte dall'esistenza, ma ognuno di noi, soprattutto in quei momenti in cui è solo con se stesso, sperimenta anche l'acuta sensazione di essere qualcosa di assolutamente differente e separato da tutto il resto, qualcosa di unico. La scintilla della libertà nasce da questa consapevolezza, per sostenere la quale è necessario però il coraggio: il coraggio di sottrarsi al pensiero dominante e scoprire nuovi valori in cui credere; il coraggio di scrollarsi di dosso le convenzioni che ci soffocano e costruire un rapporto autentico con gli altri e con se stessi; il coraggio di essere liberi per diventare veramente chi siamo.
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Saner Hans; Zucal S. (cur.)
Nascita e fantasia. La naturale dissidenza del bambino
brossura Saner si interroga sul senso antropologico della nascita e sul modo d'essere del bambino: in fondo, non due domande distinte, ma punti di vista da cui osservare la medesima questione. La "natalità" ("geburtlichkeit"), il "principiare" proprio tanto dell'essere quanto dell'atto creativo, che ha luogo nella fantasia, esprime una produttività al contempo ludica e conoscitiva, segno qualificante dell'esistenza umana. In quest'ottica il volume esamina, nell'ordine: il significato propriamente filosofico della nascita; il ruolo sociale del feto; la questione della legittimità o meno dell'aborto, osservato nell'insieme dell'esperienza della maternità; le ragioni della soppressione e del soffocamento della fantasia infantile, grande rimosso della civiltà occidentale e vero e proprio "infanticidio", che ha un emblema in quello compiuto da Erode a Betlemme; il principio della naturale dissidenza del bambino capace di infrangere, e innovare, l'ordine sociale. "L'epoca del bambino", per Saner, è quella capace di cogliere, non incanalare, l'attitudine alla libertà e curiosità che si esprime nel gioco infantile, trasformandola in "dissidenza riflessiva".
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Goria Giulio
La filosofia e l'immagine del metodo
ril. Il libro affronta la questione indagando tre prospettive, quella critica (Kant), dialettica (Hegel) e fenomenologico-ermeneutica (Heidegger). Tre immagini del metodo che, pur in modo diverso, hanno messo in gioco lo statuto scientifico del sapere filosofico, la sua collocazione rispetto al mondo e la definizione del suo modo di essere e del suo senso. Attraverso uno spaccato significativo della storia della filosofia, lo scopo del libro è restituire l'elemento più fortemente problematico del rapporto tra filosofia e metodo: l'esperienza paradossale della riflessione come esercizio speculativo del pensiero.
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Serafini Carlo
Il Fondo Sandro Penna. Biblioteca Guglielmo Marconi-Biblioteche di Roma
br.
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Gatta Costanzo
D'Annunzio da Fiume a Cargnacco
ill., br. «Costanzo Gatta non è soltanto giornalista, scrittore, regista e autore di testi teatrali, ma anche uno dei più profondi biografi dannunziani, e lo ha dimostrato non soltanto nei tre libri editi in questa collana: D'Annunzio pittore, D'Annunzio uscocco e D'Annunzio umorista, ma principalmente negli innumerevoli elzeviri che ultimamente ha pubblicato sul "Corriere della Sera - Edizione di Brescia". Del resto è stata la profonda conoscenza del Poeta che l'ha portato a scrivere questo nuovo libro che vede la luce esattamente nel centenario dell'ingresso di d'Annunzio a Villa Cargnacco, la sua famosa dimora che nel 1923 diverrà Il Vittoriale. Gatta, infatti, ora si occupa del periodo trascorso da d'Annunzio dalla partenza da Fiume all'ingresso in Villa Cargnacco, ossia dal 18 gennaio al 17 febbraio 1921. Si tratta, quindi, di una biografia dannunziana parziale che ripercorre quel delicato momento, come racconta Tom Antongini, in cui il Poeta inconsapevolmente varcò quella soglia "come smemorato e trasognato, col suo passo timido e quasi incerto", quasi consapevole di far ingresso in quello che sarebbe stato il suo mausoleo. È questo, quindi, un altro tassello che Gatta aggiunge alla biografia dannunziana commemorando, tra l'altro, anche l'importante anniversario...» Dall'Introduzione di Franco Di Tizio)
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Morace Aldo Maria
Cartografie letterarie. Da Dante a Montale
br.
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De Ventura Paolo
La leggenda di Rossetti e la voce di Dante
br. È del tutto normale che circolassero voci e dicerie su Dante Gabriel Rossetti, un artista che visse in una Tudor House della famiglia reale, con un giardino di un acro abitato dagli animali esotici più strani, che ai pochi fortunati visitatori si presentava con un mantello scuro di una foggia d'altri tempi, che preferiva girare le strade di Londra soltanto di notte, e che visse i suoi ultimi anni come un eremita. Era un pittore che secondo i pittori non sapeva dipingere, ma i suoi quadri erano sulla bocca di tutti quando pochi li potevano vedere, perché la sua regola era di non esporre per il pubblico.
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Rossi Mario Manlio; Orsi L. (cur.)
Memorie d'un estraneo. Autobiografia
ill., br. Mario Manlio Rossi (1895-1971) è un autore dimenticato tra i letterati del secolo scorso. Ha fatto conoscere in Italia, con prospettive originalissime, l'empirismo inglese, la poesia irlandese e la storia del Regno Unito. Amico di Giovanni Gentile e suo ultimo confidente prima dell'assassinio del 1944, titolare della cattedra di Italianistica a Edimburgo e autore di svariati volumi (nonché di un vasto corpus di inediti), Rossi seppe ritagliarsi una posizione unica di pensatore tra le strettoie dell'idealismo, dello storicismo e dell'esistenzialismo: spirali soffocanti, insieme col marxismo, per la cultura italiana del Novecento. A cinquant'anni dalla morte, questa autobiografia getta una luce definitiva sulla sua tormentata personalità.
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Baragetti Stefania; Morgana S. (cur.); Paccagnini E. (cur.)
Biblioteche, libri e immagini manzoniane
br. La Classe di Italianistica è stata prevista e voluta dal nuovo Statuto dell'Accademia Ambrosiana, emanato il 20 marzo 2008 dal card. Dionigi Tettamanzi. Nel quadro di profondo rinnovamento della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e di apertura verso una dimensione ecumenica del sapere, la Classe di Italianistica, fianco a fianco delle neonate classi di studi classici, slavistici ed orientali e in spirito di dialogo e di collaborazione con esse, si è effettivamente insediata il 27 novembre 2008 con la nomina del direttore, dottore dell'Ambrosiana, e dei sette accademici fondatori, docenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, della Università degli Studi e della Facoltà Teologica di Milano. Secondo gli obiettivi che la Classe di Italianistica persegue, saranno continuate e approfondite le indagini sui cospicui tesori di cui la Biblioteca Ambrosiana è depositaria; saranno studiati protagonisti e testi maggiori e minori della nostra gloriosa tradizione letteraria, in fecondo dialogo con gli esperti di tante discipline di confine (dalla storia alla erudizione, alla iconologia); saranno progressivamente coinvolti negli studi e nei convegni docenti italiani e stranieri delle più prestigiose istituzioni di ricerca per offrire un luogo di incontro e di fertile scambio di idee e promuovere lo sviluppo di una comunità attenta ai valori della tradizione e in grado di comprendere ed illuminare i cambiamenti in atto nella cultura dei nostri tempi.
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Gigli Daniele
T. S. Eliot nel fuoco del conoscere
br. A oltre cinquant'anni dalla morte, il nome di T.S. Eliot e della sua Terra desolata, il poema metamorfico sulla caduta dell'Occidente, risuonano ancora alti e chiari. Ma che cosa c'è dietro le quinte della poesia eliotiana? Che cosa lo rende così capace di trascenderne la natura artistica e di farne una forma-pensiero? Con una messe di documenti inediti in Italia e nuove traduzioni che ne ravvivano i testi già editi, il libro di Daniele Gigli ricostruisce con rigore ed essenzialità la biografia intellettuale di Eliot, disvelando la potenza conoscitiva e il vigore ancora inesausto dei suoi versi e della sua critica sociale.
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Costa Maria Cristina
Dalla parte di Ruskin. Debiti artistici e culturali della modernità
ril. Il pamphlet "Dalla parte di Ruskin, debiti artistici e culturali della modernità" traccia una linea ideale di continuità tra la produzione artistica di tre figure emblematiche dell'Ottocento, William Turner, John Ruskin e Marcel Proust. Lo scritto, con una fine analisi letteraria, si propone di porre in evidenza il profondo legame di interdipendenza dei tre artisti, così incredibilmente diversi, comparando alcuni brani scelti delle loro produzioni, sempre mantenendo un occhio attento all'incrocio di destini personali, di cui Venezia rappresenta un anello di congiunzione. L'attenzione del saggio è incentrata in special modo sulla figura di Ruskin, e il suo particolare e nuovo modo di percepire la Natura e l'Arte, oggi meno noto presso il grande pubblico, sottolineandone l'influenza esercitata dall'epoca vittoriana fino a noi. Personaggio di sorprendente attualità Ruskin, per la modernità del suo pensiero anche sociale, non finisce di appassionare e porre nuovi quesiti rispetto al reale portato della sua eredità culturale.
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Villa A. I. (cur.); Colombo A. (cur.)
R-EM. Rivista internazionale di studi su Eugenio Montale (2020). Vol. 1: Montaliana
br.
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Curci Anita
Nina o sia la pazza per amore
br. Luglio 1789: cade la Bastiglia. Da Parigi si irradiano le idee rivoluzionarie e fanno tremare le corti europee. Un mese prima: nel Regno di Napoli, a San Leucio, nella civile colonia industriale creata per lavorare le sete pregiate, debutta l'opera di Paisiello "Nina o sia la pazza per amore". Questo intenso romanzo di Anita Curci ne prende in prestito il titolo per evocare la temperie sociale, politica e culturale dell'epoca. Fatti veri e di fantasia si intrecciano per seguire la marchesina di un casato decaduto, Antonina Scarca (Nina), povera, costretta a fingersi uomo per sopravvivere e tentare di riportare a miglior sorte il feudo di famiglia. La ragazza diventa spadaccina, tira col moschetto e con una personalità indomita, coraggiosa, e al tempo stesso fragile, si immerge nei destini di un tempo che procede a passi spediti verso le sciagure del sanguinoso e sfortunato '99 napoletano. Il padre voleva infatti un maschio ed ha educato la figlia come se lo fosse: ciò contribuisce a plasmare in lei un carattere pregno di componenti decisamente maschili per i tempi e ad orientarla verso scelte audaci, in un momento storico ben diverso da quelli delle prime lotte di emancipazione femminile.
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Terreni Leonardo Giovanni
Aldo Mantellassi in arte... Storia di un empolese e di una donazione
brossura
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Romito Matilde
Wanderer in Traumlandschaft. Pittori stranieri ad Amalfi, Atrani e Ravello nella prima metà del '900
ill., br. "Wanderer in Traumlandschaft" (Viaggiatori in una terra di sogno) rappresenta una ulteriore sperimentazione di quello che, ormai da vari anni, ho denominato "il metodo Positano" e che mi ha consentito di realizzare ben tre corposi volumi sulla pittura di Positano nel Novecento. Partita da un gruppetto di pittori che avevo già "incontrato" negli ultimi anni di ricerca sugli artisti stranieri in territorio salernitano, mi incanalai nel dedalo delle aste sia in Europa che in America (ma anche in altre parti del mondo), ritrovando un numero strabiliante di dipinti che rappresentavano la diffusione del paesaggio di Positano a livello mondiale, utile sia all'incremento della conoscenza dei numerosi artisti di lì transitati che alle scelte e ai gusti del collezionismo su così vasta scala. Di qui l'idea di sperimentare tale metodologia di ricerca su un altro tratto della costiera amalfitana, appunto Amalfi, Atrani, Ravello, e solo attraverso gli artisti stranieri (tranne che per i manifesti) e in un arco cronologico ristretto alla prima metà del Novecento, considerato che l'Ottocento è già stato sviscerato dalle attente ricerche di altri studiosi, uno per tutti Dieter Richter per Amalfi nel 1989 e anche, con espansioni all'inizio del Novecento, Massimo Ricciardi nel 1998. Il tutto pensando all'importante elemento di "congiunzione" con il resto del territorio che, nell'intero arco del XIX secolo, fu rappresentato, per questa parte del salernitano, dalla strada statale fra Salerno e Sorrento, portata fino ad Amalfi a metà del secolo e soltanto alla fine dell'Ottocento a Positano.
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Pasqualino Giovanni
Il Calamo di Euterpe. Letteratura e musica in Italia tra Otto e Novecento
br. È un cappello a tre punte, questa raccolta di saggi: la musica, la letteratura, la Sicilia. Da tempo la poesia per musica è oggetto di un settore della musicologia, e in tal senso Pasqualino ha fatto scelte precise: narratori, librettisti, critici, musicisti, scrittori nell'accezione più ampia dal romanziere al poeta. I personaggi sono spesso noti, da Boito e Verga a Montale e Vigolo via Pirandello, ma raramente sono altrettanto noti sotto il profilo dell'interesse e della competenza musicale. Delle figure affrontate l'autore ha abbondato in citazioni, da stralci di prosa a passi in versi. Dunque, scrittori e la musica: chi la amava, chi la conosceva quasi per sentito dire, chi ne aveva un'idea intelligente o chi la avvicinava per sfruttarla o per lavorarvi sopra; anche chi la praticava da musicista, dilettante o professionista. Musicista era Bruno Barilli, penna sopraffina e uomo difficile, e proprio musicista non fu Eugenio Montale, che però, studiando canto da giovane, poteva diventarlo (baritono!!). Di alcune «sciocchezze» aveva gran paura Massimo Bontempelli: dell'armonia e del contrappunto, mentre Vitaliano Brancati esagerava un po', ma non aveva mica tutti i torti: la musica è cosa sensuale, corporale, viscerale, che ti conquista nel basso ma forse ti lascia indifferente nell'alto. Federico De Roberto dava fiducia solo al poema sinfonico, a una musica polistrumentale che non vuole fornicare con la vile parola, mentre il povero Giuseppe Vannicola, marchigiano vissuto fra Otto e Novecento che passava dall'archetto alla penna, la musica la voleva assoluta da tutto, diversa dalle altre arti e a tutte superiore. È questo un volume colmo di curiosità da scoprire. Bastava andarle a cercare, e con la sua buona volontà e ottima cultura Giovanni Pasqualino si è messo in moto.
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Bianchi Paola; Merlotti Andrea
Andare per l'Italia di Napoleone
br. L'itinerario ripercorre le tappe dell'Italia napoleonica lasciando in sottofondo i campi di battaglia e restituendo, piuttosto, la fitta rete dei luoghi della memoria: monumenti, edifici, ma anche tracce di civiltà materiale. Accanto all'Italia di Napoleone vi fu, però, anche un'Italia dei Bonaparte (i Napoleonidi, come furono chiamati), che popolarono l'Italia della Restaurazione assai più della Francia. Molte città furono luogo d'azione dei fratelli di Napoleone e dei loro figli, così come delle sorelle Elisa, Carolina e Paolina. Non solo Roma e Firenze, ma anche Trieste, Bologna, Macerata, Viareggio, Senigallia e altre città ancora videro nascere e morire ville e palazzi dei Bonaparte. Una presenza giunta sino agli anni Venti del Novecento e che rese l'Italia - dopo la Francia - il paese più napoleonico d'Europa.
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Valsecchi Giulia
Transiti. Percorsi di scrittura femminile tra Iran e America
br. Negli anni che precedono e seguono la rivoluzione iraniana, il crescendo di atti di restrizione libertaria motiva tentativi di fuga e volontà di autodeterminazione. Le ondate diasporiche, perlopiù verso Europa e Stati Uniti, lentamente tramutano le estraneità vissute in patria in un posizionamento instabile, contrassegnato da "stati del tra" e definizioni confuse. Questa narrazione a più voci vorrebbe abbattere almeno una parete delle mura invisibili sollevate attorno alle opere letterarie di autrici irano-americane di differenti retaggi e generazioni. Poesie, racconti, romanzi e memoir sono la mappa di un'indagine che raccoglie tracce di straniamento e le esamina come prove di riscrittura del sé. Oscillazioni e spaesamenti sembrano predisporre ogni scrittura a essere strumento di revisione di una condizione identitaria incerta, trame e composizioni sono rilette come drammatizzazioni visibili di un transito.
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Des Cars Jean
Elisabetta II. La regina
br. Rispettata, e spesso adulata, Elisabetta II regna attraverso il tempo. E la sovrana più conosciuta al mondo, tuttavia molto di lei rimane ancora segreto e poco noto. Dal 1952 non ha smesso di stupire i contemporanei, adeguandosi al proprio tempo, pur rimanendo sempre la stessa, per preservare la monarchia di cui è erede e garante. La sua figura incarna un universo che sarebbe inimmaginabile senza di lei, senza i suoi immancabili cappelli, il suo sorriso rigoroso e il suo modo discreto di battere il piede destro quando, durante una parata, la banda sfila davanti ai suoi occhi. All'età di novantaquattro anni, sebbene nessuno avesse mai previsto la sua ascesa al trono, Elisabetta II è ancora alla guida del regno più longevo della monarchia britannica. Avvalendosi delle migliori fonti in materia, Jean des Cars ci proietta nella vita di Elisabetta II, dalla sua infanzia all'ascesa al trono, passando per tutti gli episodi piccoli e grandi che hanno segnato la sua vita: la Seconda guerra mondiale, la perdita del padre, i gossip sul marito, la vita dissoluta della sorella, i problemi coniugali dei figli, la relazione con lo zio "maledetto", senza dimenticare la passione per i suoi corgi e i suoi cavalli.
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Introna Franco; Roberto Michele
Bari fra le due guerre dal 1922 al 1940
br.
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Fossaluzza Giorgio
Pittori a Treviso e nella Marca tra Otto e Novecento, con sguardi a Venezia. Catalogo dell'esposizione permanete di Ca' Spineda Fondazione Cassamarca, Treviso
br. Catalogo dell'esposizione permanente di palazzo Cà Spineda, Treviso, che ospita opere di Otto e Novecento del patrimonio di Fondazione Cassamarca in un nuovo percorso espositivo ricavato nella prestigiosa sede cittadina su progetto e a cura dell'autore. Un centinaio di opere, in gran parte inedite, tra dipinti, disegni e acqueforti illustrate criticamente in occasione del loro riordino ed esposizione quali esempi significativi di pittori operanti a Treviso e nella Marca tra i quali: Rosa Bortolan, Guglielmo, Beppe ed Emma Ciardi, Pietro Fragiacomo, Millo Bortoluzzi, Francesco Sartorelli, Cesare Laurenti, V. Zanetti Zilla, Giovanni Salviati, Luigi Serena, G. E. Erler, Aldo Voltolin, T. Wolf Ferrari, V. A. Cargnel, Luigi Zaro, G. Pavan Beninato, Alessandro Pomi, Umberto Martina, Lino Selvatico, Cosimo Privato, Bepi Fabiano, Lulo De Blaas, Nino Springolo, Marco Novati, Giuseppe Basso, Luigi Nono, Antonio Canella, Ettore Tito, Emilio Vedova, Juti Ravenna, Fioravante Seibezzi, Tancredi, Renzo Zanutto, Neno Mori, S. Bottegal, Arturo Malossi, Gianni Ambrogio, G. Barbisan, B. Darzino, N. Coletti, M. Fortuny y Marsal, Mosè Bianchi, Pio Semeghini, L. Bianchi Barriviera, G. Bonaldo.
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Frasca Polara Giorgio; Marchionne V. (cur.); Corradi G. L. (cur.)
La tela del cronista. Tessere la storia con la penna in mano
br. Nato alla clinica Quisisana a Roma - lo stesso giorno dello stesso anno e nello stesso posto dove morì Antonio Gramsci - Giorgio Frasca Polara ha come stampato nel suo DNA la scelta di campo fatta lavorando una vita intera prima a "l'Unità", poi come portavoce della prima donna eletta alla carica di Presidente della Camera, Nilde Iotti per 10 anni, infine continuando a scrivere per le testate amiche, curando libri, continuando a frequentare a 84 anni la sala Stampa del Senato dove i cronisti ancora gli chiedono consiglio e i più giovani imparano cos'è un mestiere, quello del giornalista, che si allontana sempre più dall'ostinazione e dall'amor per le notizie vere e su fatti rilevanti, non chiacchiericci tratti da Facebook o dai social. "La Tela del cronista. Tessere la storia con la penna in mano" raccoglie tutti gli articoli che Giorgio Frasca Polara ha scritto con cadenza mensile tra il 2017 e il 2019 per la rivista on line "www.tessere.org" edita dall'associazione culturale Tessere, raccontando eventi noti e meno noti di questo paese in un arco di tempo che va dal 1869 al 2005. A questi articoli si aggiunge la postfazione che Frasca Polara scrisse per la raccolta di scritti, articoli e lettere di Antonio Gramsci intitolata Il giornalismo, il giornalista, pubblicata nel 2017 a cura di Gian Luca Corradi e con la prefazione di Luciano Canfora e si aggiunge anche la prefazione che scrisse al Memoriale di Yalta di Palmiro Togliatti pubblicato da Sellerio. Con testi di Sergio Sergi, Paolo Franchi, Giuseppe Ceretti, Valeria Marchionne, Gian Luca Corradi, Daniele Pugliese e un articolo di Emanuele Macaluso.
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Dostoevskij Fëdor; Malcovati F. (cur.)
La febbre del gioco
br. È molto semplice e stupido, scrive Dostoevskij, il segreto che permette di vincere al gioco: basta controllarsi continuamente. Ma una volta saputo il segreto, saremo in grado di applicarlo? Per quasi dieci anni, dal 1862 al 1871, Dostoevskij non ci riesce. Febbrile e irrazionale come ogni vero giocatore, le sue mani sono "incatenate al gioco". Vince alla roulette, si ripromette di andarsene, di pagare i debiti; poi torna al tavolo da gioco, e non si stacca finché non perde tutto, "tutto!" Si umilia, si dispera, chiede a moglie e amici i soldi per il biglietto di ritorno, e va a giocarsi anche quelli. Sono gli anni in cui scrive Memorie dal sottosuolo, Delitto e castigo, Il giocatore, I demòni: leggendo queste lettere turbinose pare che scriva soltanto sotto la pressione dei debiti di gioco, per continuare a giocare. Deve toccare il fondo, per ritrovare la concentrazione e concedersi di scrivere, pensa Anja, la seconda moglie. Il gioco per lui era un modo di punirsi? si chiede Freud in un passaggio chiave di Dostoevskij e il parricidio. L'avventura di un uomo e una piaga sociale allucinante.
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?i?ek Slavoj
Il nano e il manichino. Il cuore perverso del cristianesimo
br. Il cristianesimo è una religione perversa? Dio Padre, che pone in mezzo al Paradiso l'albero della conoscenza e poi proibisce alle sue creature di gustarne i frutti, sembra agire come un perverso, e perverso è il piano divino che prevede di sacrificare il proprio Figlio per salvare quelle stesse creature da Lui spinte a peccare... Tuttavia, nonostante questo - o forse proprio per questo - il cristianesimo resta una religione autenticamente «rivoluzionaria», forse la sola in grado di farci riflettere sulla condizione paradossale dell'uomo: e Slavoj ?i?ek, in questo denso volume, arriva a sostenere- da un punto di vista completamente ateo - che «per essere un vero materialista dialettico bisogna andare fino in fondo all'esperienza cristiana». E la vera esperienza cristiana viene trasfigurata: non consiste più (o non soltanto) nella fede nel Grande Altro divino, ma soprattutto nella tragica consapevolezza dell'impotenza radicale di Dio. Riproponendo, con coraggio teoretico ineguagliabile, i dilemmi agostiniani e kierkegaardiani, Slavoj ?i?ek fornisce con questo saggio - tanto ai credenti quanto ai non credenti - una visione veramente sovversiva dell'eterno problema di Dio. E poiché oggi anche i difensori dell'Illuminismo riconoscono che una visione religiosa è necessaria per ancorare il nostro atteggiamento etico e politico in un'epoca post-religiosa, questo libro si candida a punto di partenza per un dibattito quanto mai necessario.
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Piazza Francesco
Waag. We are all greeks. 1821-2021
ill., br. We are all greeks! attraverso il linguaggio universale dell'arte, il catalogo della mostra vuole celebrare e, nello stesso tempo ricordare coloro che, lottando per l'indipendenza e per la libertà dei Greci, fino al sacrificio più grande, hanno contribuito anche alla nascita di un'Europa solidale e unita.
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