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Number of results : 19,226 (385 Page(s))

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‎Hegel Friedrich; Hölderlin Friedrich; Parinetto L. (cur.)‎

‎Eleusis. Carteggio‎

‎brossura‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€5.89 Buy

‎Hegel Friedrich; Meo O. (cur.)‎

‎Le ouvertures della Fenomenologia dello spirito‎

‎br. La «Prefazione» e l'«Introduzione» alla Fenomenologia dello spirito, qui presentate in nuova traduzione italiana, sono fra i testi più importanti, noti e studiati della produzione hegeliana. Le due ouvertures hanno una diversa funzione e un diverso impianto. La prima, pensata come ampia premessa al «sistema della scienza», così come Hegel lo prefigurava al momento della sua stesura, espone non solo l'intento informatore dell'opera, la struttura concettuale della sua articolazione e la sua costruzione polifonica, ma fornisce anche un quadro dell'evoluzione della filosofia in età moderna e della situazione in cui versava all'epoca. Vi si intrecciano pertanto motivi sistematici, logico-ontologici e più marcatamente storico-polemici. Nella sua eccezionale difficoltà, la seconda, pensata come premessa alla parte del sistema che Hegel intendeva in un primo tempo titolare Scienza dell'esperienza della coscienza, si presenta come un organico trattatello di filosofia, caratterizzato - pur nella sua brevità e secchezza - dall'intreccio di problemi fondamentali: quello del metodo, quello teoretico-conoscitivo, quello concernente l'evoluzione storica della coscienza e il suo rapporto con l'assoluto. Di questi temi si propone di dare conto il commento analitico che, avvalendosi di un'ampia letteratura, correda la traduzione.‎

‎Hegel Friedrich; Merker N. (cur.)‎

‎Il dominio della politica‎

‎br. Il dominio della politica è un'antologia classica che traccia, attraverso i testi che vanno dal 1794 al 1831, un ricco profilo dello Hegel pensatore politico. All'attenzione verso le vicende storiche della sua epoca si accompagna la capacità di rapportarle a un orizzonte di riflessione più ampio.‎

‎Hegel Friedrich; Nicolaci F. (cur.)‎

‎La morte dell'arte. Testo tedesco a fronte‎

‎br. "L'arte in conformità alla sua più alta determinazione, è e rimane per noi qualcosa di passato".‎

‎Hegel Friedrich; Sabbatini C. (cur.)‎

‎Le maniere scientifiche di trattare il diritto naturale. Testo tedesco a fronte‎

‎br. Con il saggio sulle Maniere scientifiche di trattare il diritto naturale (Jena, 1802-1803) termina l'esperienza del Giornale critico della filosofia di Schelling ed Hegel. Si tratta dell'ultimo lavoro pubblicato dal filosofo di Stoccarda prima della "Fenomenologia dello Spirito" (1807). Seguito dai manoscritti jenesi di Logica e Metafisica, Filosofia della natura e Filosofia dello spirito, il contributo non presenta solo un confronto con le epistemologie di empirismo e formalismo sul terreno del Naturrecht, ma costituisce anche uno spartiacque tra le ricerche del giovane Hegel e la fase in cui prende forma la dialettica del sapere assoluto.‎

‎Hegel Friedrich; Tassi A. (cur.)‎

‎L'Illuminismo. La lotta contro la superstizione nella Fenomenologia dello spirito‎

‎br. Quali sono i tratti distintivi dell'illuminismo? La superstizione è la forma del credere alla quale si contrappone l'intelletto? In apparenza la coscienza criticamente illuminata lotta contro quella che vive nell'errore e nell'oscurità, a vantaggio di un'autorità esteriore e di un'oggettività costituita. Ma quella coscienza illuminata come si pone a sua volta di fronte a se stessa? E quale credere è chiamato in discussione, il vago trasporto di un'anima contemplativa o quello che si arroga anch'esso una ragion d'essere? Questa parte centrale della Fenomenologia dello spirito, qui tradotta e commentata da Adriano Tassi, rappresenta un capitolo fondamentale della filosofia moderna, articolato nei tre momenti della lotta dell'intelletto contro la superstizione, della verità dell'illuminismo e della libertà assoluta che questo aveva issato a bandiera del suo tempo.‎

‎Hegel Friedrich; Valagussa F. (cur.)‎

‎Estetica‎

‎br. Guida alla lettura dell'"Estetica" di Hegel, uno dei massimi emblemi di storia ragionata delle forme del bello. All'introduzione - che contestualizza sul piano storico le lezioni hegeliane sull'estetica, ne analizza i principali nuclei tematici e ne approfondisce gli snodi concettuali - segue un'ampia scelta di brani, fra i più significativi e intensi, affiancati da un commento storico-critico e da un indice ragionato dei concetti fondamentali, con lo scopo di offrire una visione generale dell'opera e un'analisi della sua articolazione complessiva.‎

‎Hegel Friedrich; Valagussa F. (cur.)‎

‎Sul Wallenstein. Tragedia senza dialettica‎

‎br. "Wallenstein cerca la propria decisione, il proprio agire e il proprio destino nelle stelle" (Hegel)‎

‎Hegel Friedrich; Virgili E. (cur.)‎

‎Antigone‎

‎br. Il libro raccoglie i passi più che celebri in cui Hegel parla della tragedia di Sofocle, della sua eroina e di come questa si scontri con le leggi. Passi che hanno dato il via a numerose interpretazioni che hanno tenuto in vita la giovane tebana.‎

‎Hegyi, Lórand - Brun, Jeanne - Thévenet, Pascal - Pierini, Marco - Collectif‎

‎Fiat Flux: La nébuleuse Fluxus, 1962-1978‎

‎Mm 165x200 Exposition présentée au Musée d'Art Moderne, Saint-Etienne Métropole, 27 octobre 2012 - 27 janvier 2013, consacrée au groupe Fluxus. Couv. ill. rempliée, 287 pp., ill. en couleur. Texte bilingue français-anglais. Neuf - brand-new.‎

MareMagnum

Salvalibro Snc
Foligno, IT
[Books from Salvalibro Snc]

€25.00 Buy

‎Hehenkamp Carolina‎

‎Bambini indaco. Un dono sconosciuto. Sembrano «bambini difficili» ma hanno una marcia in più‎

‎br. Se ci troviamo di fronte a comportamenti dei nostri figli che ci fanno innervosire o che non riusciamo a comprendere, forse abbiamo a che fare con un "bambino indaco", dotato cioè di particolari qualità mentali. Difficoltà ad accettare l'autorità, incapacità di stare tranquilli, problemi di concentrazione e iperattività, frustrazione in situazioni non creative, atteggiamenti apparentemente antisociali, originalità, capacità di fare osservazioni profonde che stupiscono e ricerca di compagnie più mature sono caratteristiche tipiche di bambini che vivono in un campo di coscienza più aperto e creativo e che mostrano un livello evolutivo più elevato. Poiché spesso la loro stranezza viene mal interpretata, possono presentare disturbi dell'apprendimento e del comportamento, che sfociano poi nel noto "disturbo da deficit dell'attenzione", nell'iperattività, nelle allergie o nel rifiuto di psicologi e terapeuti. Il libro chiarisce in maniera esauriente i misteri e il significato del "fenomeno indaco", con soluzioni, punti di vista ed esperienze per comprendere un mondo nuovo e affascinante e affrontare serenamente il complesso rapporto tra "bambini indaco", genitori e società.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Aristotele. Metafisica (1-3). Sull'essenza e la realtà della forza‎

‎br. Questo corso di lezioni, tenuto presso l'Università di Friburgo i. B. nel semestre estivo 1931, non è dedicato semplicemente all'interpretazione dei primi tre capitoli del libro IX della Metafisica di Aristotele, ma mira, attraverso tale interpretazione, alla comprensione del concetto greco dell'essere. Il titolo sotto il quale era stato originariamente concepito, Interpretazioni della filosofia antica, definisce tematicamente l'ambito della ricerca: con i concetti di dynamis ed energheia, Aristotele ha inteso rispondere alla domanda originaria sull'essere come presenza. Aristotele ha mostrato che c'è un modo di essere presente della capacità (forza) di produrre e che quindi la presenza della forza non presuppone un ente cui apparterrebbe, ma al contrario l'ente trova nella forza il suo a priori (Heidegger si richiama a Leibniz e al suo concetto di una vis primitiva, cfr. § 10 a). Nell'ambito della concezione greca dell'essere come presenza, Aristotele ha dunque cercato di stabilire quale sia la verità dell'essere come presenza: non è casuale, secondo Heidegger, che il capitolo finale del libro IX, che nei capitoli precedenti si occupa appunto della dynamis e dell'energheia, tratti nuovamente dell'essere come vero e come falso (sull'interpretazione di questo capitolo, Heidegger si era già soffermato negli anni precedenti). Mostrare che per Aristotele la forza ha un'essenza e una realtà indipendenti dall'esecuzione di ciò cui la forza dà capacità, significa per Heidegger accedere a quello che si sono chiesti i Greci chiedendosi dell'essere come presenza, significa cioè accedere alla domanda originaria della filosofia.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Che cosa significa pensare?‎

‎br.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Essere e tempo‎

‎br. Testo complesso e radicale - qui proposto in una traduzione innovativa che ne restituisce tutta la complessità e radicalità -, "Essere e tempo" (1927) non è solo il libro cui si deve principalmente la fama di Martin Heidegger, maestro dell'esistenzialismo, ma è soprattutto una delle opere più importanti della filosofia del Novecento: si propone infatti una reimpostazione di tutta la ricerca filosofica, dalla nascita stessa della filosofia fino al tempo presente. Essa intende risvegliare la comprensione di quel problema del senso dell'essere che, dopo i suoi esordi nella Grecia classica, ha finito per oscurarsi nella storia della metafisica a causa del primato implicito assegnato a una sola dimensione temporale, quella della presenza. Poiché la domanda sull'essere è tipica dell'uomo e solo l'uomo se la pone, si tratta per Heidegger di analizzare in primo luogo l'"esserci" dell'uomo, con l'effetto di approdare a una riconcettualizzazione dell'intero lessico ereditato dalla tradizione filosofica, da Platone a Hegel.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Fenomenologia della vita religiosa‎

‎ril. Senza rinunciare al proprio punto di vista squisitamente filosofico, e professandosi "in linea di principio ateo", Heidegger interpreta l'esperienza religiosa come matrice esemplare per capire la dinamica originaria della vita umana nella sua "fatticità", quindi nella sua "gettatezza", finitudine e storicità. In particolare egli si accosta ai documenti del primo cristianesimo, e soprattutto alle lettere dell'apostolo Paolo e alle "Confessioni" di Agostino, per assimilarne con avidità le intuizioni filosofiche e delineare sulla loro scorta i tratti genuini della vita umana nella sua fatale tendenza alla perdizione e allo scacco, ma anche nella sua ricerca di un'ardua eppur raggiungibile riuscita.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Hegel‎

‎brossura Per Heidegger il confronto con Hegel è stata un'esigenza costante nel corso del suo itinerario speculativo e filosofico. Gli scritti a lui dedicati sono notoriamente complessi, ma mostrano una profonda connessione tra i due pensatori e il rapporto di entrambi con la fenomenologia. Nella presente pubblicazione viene proposta una traduzione chiara e attenta di un trattato sulla negatività, "La negatività" (1938-39), e di "Commento all'Introduzione della Fenomenologia dello Spirito" (1942), in cui Heidegger offre una lettura penetrante della fenomenologia dello spirito di Hegel. Riprendendo temi sviluppati nei "Contributi alla filosofia" (1936-38), Heidegger mette in relazione la sua interpretazione di Hegel con la nozione di "evento" - "parola guida" del suo pensiero. Le interpretazioni qui presenti sono considerate fondamentali in quanto inseriscono Hegel nella traiettoria filosofica di Heidegger.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€14.25 Buy

‎Heidegger Martin‎

‎Introduzione alla metafisica‎

‎brossura L'Introduzione alla metafisica ha una posizione centrale nello svolgimento del pensiero di Heidegger, giacché è il primo documento ampio e organico della "svolta" seguita a Essere e tempo e riprende e sviluppa quel compito di una "distruzione della storia dell'ontologia" di cui Essere e tempo aveva parlato. E proprio nello sforzo di recuperare i termini originari del problema dell'essere di là dal suo presentarsi in formule cristallizzate, solo apparentemente "ovvie", Heidegger incontra in tutta la sua portata l'importanza del linguaggio, che costituisce il tema essenziale delle sue opere più recenti. Questo testo ha dunque l'intento di rimettere in questione le categorie base che da secoli costituiscono lo sfondo comune della filosofia occidentale partendo dalla stessa grammatica ed etimologia della parola "essere". La storia di questa parola, lungi dall'essere solo un campo di indagini specialistiche senza effettivi riflessi pratici, coincide per Heidegger con il destino stesso del nostro mondo, quello della "civiltà occidentale" allargatasi ormai a coprire l'intero pianeta. Un'opera decisiva per la comprensione del significato del pensiero heideggeriano e, in generale, degli sviluppi ontologici dell'esistenzialismo.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Kant e il problema della metafisica‎

‎br. Concepito come prima parte del secondo volume (mai comparso) di 'Essere e tempo', questo scritto introduce - attraverso il confronto con Kant - al cuore della riflessione heideggeriana. In appendice il testo del celebre dibattito svoltosi nel 1929 fra Heidegger e Cassirer.‎

‎Heidegger Martin‎

‎La questione della tecnica‎

‎br. "Il mondo si trasforma in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l'uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo". Così si esprimeva Martin Heidegger in una lezione del 1953. Il grande e controverso pensatore tedesco non è un tecnofobo come si tende, talvolta, a rappresentarlo. La sua meditazione sulla tecnica non è una riflessione che può essere compresa nello schema tecnofobia vs. tecnofilia o tecnopessimisti vs. tecnottimisti. Quella di Heidegger, infatti, non è una critica alla tecnica, piuttosto una critica della tecnica, in quanto questa, insieme all'arte al linguaggio, è una via del disvelamento dell'Essere. Come tale è una questione eminentemente metafisica. Proprio per questo l'essenza della tecnica non è per niente tecnica. Un'affermazione densa di conseguenze. Torna finalmente disponibile, con un'approfondita introduzione di Federico Sollazzo, il più importante lavoro filosofico dedicato alla tecnologia, un testo ormai introvabile in lingua italiana.‎

‎Heidegger Martin‎

‎Principi metafisici della logica‎

‎brossura‎

‎Heidegger Martin‎

‎Quaderni neri 1948/49-1951. Note VI-IX‎

‎br. Le annotazioni composte tra il 1948-49 e il 1951 si riferiscono ancora, a tratti, ai processi politici e sociali del dopoguerra; tuttavia, quello che emerge in primo piano è un "pensiero dell'Essere" che Heidegger vorrebbe sviluppare al di là della filosofia. Chiavi di volta cruciali del suo pensiero più tardo - come la questione dell'"impianto" - hanno qui la loro prima esposizione. Nelle Note VIII si possono trovare, tra l'altro, le tracce del rinnovato incontro con Hannah Arendt. A colpire sono la ricchezza di formulazioni sempre nuove e l'esplorazione di vie ignote del pensiero, che offrono una visione esemplare della potenza creativa del filosofo.‎

‎Heidegger Martin; Barison M. (cur.)‎

‎Ernst Jünger. Testo tedesco a fronte‎

‎ril. "A questo punto si dovrebbe entrare nel merito del suo trattato 'Sul dolore' e mettere in luce l'intima connessione tra il 'lavoro' e il 'dolore'. Questa connessione rinvia ai riferimenti metafisici che le si manifestano a partire dalla posizione metafisica della sua opera II lavoratore." Così Heidegger in occasione dei sessant'anni di Jünger, in un decisivo (quanto inquietante) passaggio di "La questione dell'essere". Che riesce però in parte oscuro. Il loro confronto, infatti, è sempre rimasto vincolato a poche intensissime battute, quelle raccolte nel volumetto "Oltre la linea", in mancanza di ulteriori attestazioni dell'"Auseinandersetzung" tra i due inconciliabili "Titani". Ecco allora che Ernst Jünger, il volume che presentiamo, e che raccoglie tutti gli appunti degli anni Trenta, il "Colloquio su Jünger" (che Heidegger tenne con un ristretto gruppo di colleghi all'Università di Freiburg), un manoscritto sul concetto jungeriano di forma del 1954 e ciascuna delle glosse manoscritte appuntate dal filosofo sulle sue copie di lavoro, colma questa lacuna, mettendo a disposizione del lettore italiano l'intera mole degli scritti dedicati a Jünger in cui emerge con assoluta chiarezza il ruolo di prim'ordine giocato dall'autore delle "Tempeste d'acciaio" nelle celeberrime pagine heideggeriane consacrate alla questione della tecnica.‎

‎Heidegger Martin; Blust F. K. (cur.); Volpi F. (cur.)‎

‎I concetti fondamentali della filosofia antica‎

‎brossura Il pensiero greco è l'alpha e l'omega della filosofia. Forte di questa convinzione - da lui tradotta nella sentenza "la filosofia nasce grande" Heidegger ha cercato di mostrare come i concetti fondamentali coniati dai greci abbiano segnato il destino della civiltà occidentale. Lungo il suo itinerario speculativo, egli è perciò tornato di continuo a misurarsi con la grecità filosofica, al punto di voler "pensare in modo più greco dei greci". In questo volume, il filosofo illustra lo sviluppo del pensiero dai presocratici ad Aristotele, seguendo il filo conduttore dei testi originali e obbedendo insieme all'esigenza di guidare anche il profano alla comprensione di quei vertici speculativi.‎

‎Heidegger Martin; Camera F. (cur.)‎

‎Concetti fondamentali‎

‎brossura‎

‎Heidegger Martin; Caracciolo A. (cur.)‎

‎In cammino verso il linguaggio‎

‎brossura Gli scritti raccolti in In cammino verso il Linguaggio cadono in un arco di tempo che va dal 1950 al 1959 e costituiscono uno dei momenti più alti della meditazione heideggeriana posteriore a Essere e tempo (1927). L'oscillazione presente nel Nulla di Essere e tempo tra il niente oggettivistico e il Nulla religioso si è da lungo risolta con il drastico rifiuto del primo e con la decisione per il secondo. Il Nulla è apparso nella sua convertibilità con l'Essere. L'Essere è la Parola che dona senso, filtrando di eternità il tempo, instaurando il "mondo" come dimora poeticamente abitabile. È nell'acquisita consapevolezza della fondamentalità di tale Parola che si colloca e si sviluppa, in quest'opera, la riflessione sul linguaggio.‎

‎Heidegger Martin; Cicero V. (cur.)‎

‎Introduzione alla filosofia. Pensare e poetare. Testo tedesco a fronte‎

‎br. Pensare e poetare è il titolo con cui Heidegger (1889-1976) aveva annunciato un corso universitario di introduzione alla filosofia per il semestre invernale 1944/45. Interrotto dopo la seconda lezione a causa della guerra, sarà l'ultimo corso accademico tenuto dal filosofo come titolare ufficiale di cattedra. Il manoscritto, finora inedito in Italia, è speculativamente densissimo e quanto mai provocatorio: la sua tesi di fondo è che non può esserci filosofia senza l'essenziale reciprocità di pensiero e poesia. L'edizione è stata curata da Vincenzo Cicero.‎

‎Heidegger Martin; Costa V. (cur.)‎

‎Fenomenologia dell'intuizione e dell'espressione. Teoria della formazione del concetto filosofico‎

‎br. Il volume contiene il testo del corso tenuto da Martin Heidegger presso l'università di Friburgo nel semestre estivo del 1920. Queste lezioni costituiscono un passaggio fondamentale per comprendere la formazione del suo pensiero, e gettano luce su molti temi che riappariranno in "Essere e tempo". In esse viene distesamente presentato cosa intenda l'autore per "distruzione fenomenologica", concepita come il metodo stesso della filosofia. Per Heidegger infatti si tratta sempre di ricondurre i concetti filosofici al loro processo di formazione, alla loro fonte, e dunque alla vita che in essi si esprime. Delineando questo percorso Heidegger si misura con l'intero clima filosofico dell'epoca, da Spengler a Simmel, per soffermarsi in particolare sul trascendentalismo di Natorp e sulla filosofia della vita di Dilthey. Dal confronto critico con questi due orientamenti emerge con chiarezza perché, nell'impostazione fenomenologica di Heidegger, la storicità debba da ultimo assumere un valore fondamentale.‎

‎Heidegger Martin; Fink Eugen; Ardovino A. (cur.)‎

‎Eraclito‎

‎brossura Un testo classico che, se da un lato fornisce un'autentica 'introduzione' al pensiero di Heidegger e Fink, dall'altro illumina la figura più suggestiva, ma anche più enigmatica, della filosofia greca: Eraclito di Efeso (ca. 535 a.C. - ca. 475 a.C.). Heidegger e Fink si cimentano in un'interpretazione serrata e rigorosa, fornendo un ritratto vivo di Eraclito. Quello che il lettore potrà leggere è un vero e proprio esercizio di filosofia, un colloquio attualizzante con Eraclito e con l'intera tradizione occidentale da lui discesa, che fornisce a sua volta un ritratto altrettanto prezioso di due grandi filosofi contemporanei, colti in una discussione vivace e appassionata.‎

‎Heidegger Martin; Galimberti U. (cur.)‎

‎Sull'essenza della verità‎

‎br. Questo saggio heideggeriano sull'essenza della verità - presentato per la prima volta nel 1930 e che annuncia la "svolta" (Kehre) nel suo pensiero - avanza da un lato la possibilità di uno sguardo sull'intero problema della verità come storicamente si è sviluppato in Occidente, dall'altro la proposta di una nuova comprensione del problema a partire dal superamento del nichilismo che, a giudizio di Heidegger, affligge la civiltà occidentale. In gioco è un concetto di verità come alethéia - disvelamento, "non nascondimento" - che risulta fondativo del concetto di verità proprio della tradizione metafisica, come adeguamento tra pensiero e realtà. La traduzione e il commento di Galimberti - che ricostruisce il contesto storico e teoretico delle affermazioni heideggeriane - guidano il lettore nella lettura e interpretazione di un testo che è un classico del Novecento.‎

‎Heidegger Martin; Gander H. (cur.); Menga F. G. (cur.)‎

‎Problemi fondamentali della fenomenologia (1919-20)‎

‎br. In questo testo, che raccoglie il corso del semestre invernale 1919/20, Martin Heidegger - giovane docente presso la facoltà di Filosofia dell'Università di Friburgo - espone, per la prima volta, in modo esteso e puntuale, la struttura portante e i concetti chiave della sua prima dottrina fenomenologica, che si pone l'obiettivo di proporre una scienza filosofica in grado di cogliere la vita nella sua originarietà e radicale concretezza: il fenomeno della vita nel suo «essere di fatto» - così lo definisce precisamente Heidegger. In aperta contrapposizione alle tendenze filosofiche e scientifiche del tempo, che cercavano in genere di "oggettivare" il fenomeno della vita, inquadrandolo in una qualche rigida cornice epistemologica, Heidegger propone invece una modalità d'accesso esattamente opposta: penetrare la vita nella sua «fatticità» e nelle sue effettive manifestazioni - come vita che si presenta da sé nel mondo-ambiente, nel mondo collettivo e nel mondo-del-sé - evitando a ogni costo di renderla "oggetto" di studio; coglierla nella sua pulsante vitalità, riuscendo così a restituirla, sul piano conoscitivo, senza alcuna alterazione. Si delinea, in tal modo, l'enorme posta in gioco del tentativo filosofico condotto in questo corso friburghese, che per Heidegger dovrebbe aprire la strada a una «fenomenologia come scienza originaria della vita in sé»: come elaborare un afferramento conoscitivo della vita che, lungi dal ridurla a oggetto, sappia accompagnarla nella sua vitalità fino al punto di coglierla intatta nella sua figura originaria, nel suo «mysterium tremendum»? Svolta decisiva nel cammino speculativo del giovane Heidegger, questo corso - di cui si offre qui la prima edizione italiana integrale - non è soltanto uno strumento indispensabile per ricostruire la genesi di quel pensiero che, nel 1927, confluirà in Essere e tempo. Nell'opus magnum, infatti, non tutti i sentieri aperti in questa prima esplorazione potranno trovare adeguato sviluppo. Proprio la centralità della vita, anzi, sarà messa parzialmente in ombra, per fare spazio alla nuova analitica del Dasein. Dai "sentieri interrotti" di questi esperimenti giovanili, possono emergere, così, delle potenzialità ancora inesplorate, in grado di incidere in modo del tutto originale sul pensiero contemporaneo.‎

‎Heidegger Martin; Gurisatti G. (cur.)‎

‎Identità e differenza‎

‎br. "Quando il pensiero, chiamato da una questione, la segue, durante il cammino può accadergli di mutare. Per questo è consigliabile, qui di seguito, prestare attenzione alla via, e meno al contenuto ". Con queste parole si apre il primo dei testi raccolti in "Identità e differenza", preziose testimonianze di due conferenze, tenute nel 1957, in cui Heidegger da alla propria speculazione una forma meno didattica che nei corsi universitari, ma anche meno esoterica che nei trattati. Nel celebre "II principio d'identità", quello che viene "indicato "è l'opportunità di "staccarsi dall'atteggiamento del pensiero rappresentativo", compiendo un "salto" al di fuori del principio d'identità e della metafisica che su di esso si fonda per lanciarsi nell'abisso dell'Evento, in cui uomo ed essere coappartengono. In "La struttura onto-teo-logica della metafisica", che riproduce in forma rielaborata un'esercitazione seminariale, in un serrato colloquio con Hegel, ed "esperendo nella loro autentica importanza termini usurati come "ontologia" e "teologia", Heidegger esorta a fare il "passo indietro" che "ci trasferisca dalla metafisica all'essenza della metafisica". Un passo indietro che preparerebbe quel contromovimento di pensiero in grado di sottrarre l'uomo al nichilismo della tecnica.‎

‎Heidegger Martin; Herrmann F. V. (cur.); Strummiello G. (cur.)‎

‎L'evento‎

‎br. Dei sette trattati inediti - compresi nella terza sezione dell'edizione tedesca delle opere di Martin Heidegger - "L'evento" è il testo che, dopo i "Contributi alla filosofia" (2007) con cui è stata inaugurata la pubblicazione dei trattati, introduce nel cuore pulsante della riflessione heideggeriana. In questo scritto, composto tra il 1941 e il 1942 attorno alla parola-guida Ereignis ("evento"), Heidegger ripercorre e approfondisce, attraverso un percorso vertiginoso, non lineare ma potentemente evocativo, temi, questioni e figure che sono al centro della sua filosofia a partire dalla metà degli anni Trenta: il pensiero della storia dell'essere, il primo e l'altro inizio del pensiero, la questione della verità, la differenza tra essere ed ente, la critica della metafisica e della modernità, il destino dell'Occidente e dell'Europa, il ruolo e il compito dell'uomo, e, infine, il rapporto tra la filosofia e il pensiero e tra il pensiero e la poesia.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€23.75 Buy

‎Heidegger Martin; Herrmann F. V. (cur.); Strummiello G. (cur.)‎

‎L'evento‎

‎br. Dei sette trattati inediti - compresi nella terza sezione dell'edizione tedesca delle opere di Martin Heidegger - "L'evento" è il testo che, dopo i "Contributi alla filosofia" (2007) con cui è stata inaugurata la pubblicazione dei trattati, introduce nel cuore pulsante della riflessione heideggeriana. In questo scritto, composto tra il 1941 e il 1942 attorno alla parola-guida Ereignis ("evento"), Heidegger ripercorre e approfondisce, attraverso un percorso vertiginoso, non lineare ma potentemente evocativo, temi, questioni e figure che sono al centro della sua filosofia a partire dalla metà degli anni Trenta: il pensiero della storia dell'essere, il primo e l'altro inizio del pensiero, la questione della verità, la differenza tra essere ed ente, la critica della metafisica e della modernità, il destino dell'Occidente e dell'Europa, il ruolo e il compito dell'uomo, e, infine, il rapporto tra la filosofia e il pensiero e tra il pensiero e la poesia.‎

‎Heidegger Martin; Marini A. (cur.)‎

‎Essere e tempo. Testo tedesco a fronte‎

‎ril. Pubblicata nel 1927, "Essere e tempo" è un'opera che ha esercitato grande influenza sulla filosofia del Novecento. Heidegger non ha voluto elaborare un vero e proprio sistema concettuale ma piuttosto affrontare con radicalità le questioni originarie della tradizione filosofica occidentale attraverso gli strumenti dell'indagine fenomenologica. Il volume, con testo tedesco a fronte, è stato tradotto da Alfredo Marini: oltre all'introduzione e a una cronologia, Marini firma un saggio linguistico e un glossario dei termini-chiave e delle loro ascendenze etimologiche.‎

‎Heidegger Martin; Marini A. (cur.)‎

‎Interpretazione fenomenologica della «Critica della ragion pura» di Kant‎

‎brossura‎

‎Heidegger Martin; Michalski M. (cur.); Gurisatti G. (cur.)‎

‎Concetti fondamentali della filosofia aristotelica‎

‎ril. L'interesse di Heidegger per Aristotele, testimoniato da questo corso universitario che il filosofo tenne nel 1924, si colloca nel periodo cruciale dell'elaborazione dell'analitica ontologico-esistenziale di Essere e tempo. In particolare, nell'analisi della Retorica aristotelica compaiono già, in nuce, alcuni 'concetti fondamentali della filosofia heideggeriana' - come "Dasein" (esserci) , "In-der-Welt-sein" (essere nel mondo) e "Befindlichkeit" (il sentirsi situato, la situatività, e anche la situazione emotiva) - destinati a lasciare un segno indelebile nella filosofia del Novecento. Ma, soprattutto, Heidegger si impegna qui - come raramente in seguito - in una brillante fenomenologia dei "pàthe", delle «passioni», e del ruolo determinante che esse svolgono nella vita e nell'esistenza dell'uomo. La messa in questione del tradizionale privilegio accordato agli atti intellettivi superiori che questo implica suggerisce l'idea che siano costitutivi dell'uomo, allo stesso titolo della ragione, anche gli elementi 'inferiori', quali la sensibilità, le affezioni e le passioni.‎

‎Heidegger Martin; Pietropaoli M. (cur.)‎

‎Dell'essenza della libertà umana. Introduzione alla filosofia. Testo tedesco a fronte‎

‎ril. Il corso "Dell'essenza della libertà umana", tenuto a Friburgo nel 1930, è il primo esplicito confronto di Martin Heidegger con il tema della libertà. Essa viene posta in questione tanto nei termini di libertà negativa e libertà positiva quanto in quelli di libertà trascendentale e libertà pratica. Kant infatti è l'autore di riferimento, sebbene l'interrogazione sia diretta alla messa in luce del pensiero dell'essere, di cui la libertà si dimostra fondamento. Un'introduzione alla filosofia dunque come sguardo sull'intero di ciò che è, a partire dalla questione sulla libertà, ma ancor di più quale aggressione all'individuo che pone la questione, tale che lo costringe a decidere della propria essenza.‎

‎Heidegger Martin; Pietropaoli M. (cur.)‎

‎Introduzione all'indagine fenomenologica. Testo tedesco a fronte‎

‎ril. Il corso universitario "Introduzione all'indagine fenomenologica", del semestre invernale 1923-24, è il primo tenuto da Heidegger a Marburgo. Qui viene presentata un'approfondita analisi della fenomenologia che da una parte afferma per la prima volta il distacco del pensiero heideggeriano da Husserl e dall'altra espone nei suoi tratti fondamentali il carattere ermeneutico che contrassegnerà la stessa ontologia fondamentale. Questo accade in particolare mediante l'introduzione in funzione dominante del concetto di cura, il quale viene a determinare lo stesso essere dell'esserci e così il modo originario per l'uomo di essere nel mondo. Infine il distacco da Husserl e dalla sua concezione della filosofia si compie sul percorso di un attento confronto con Descartes, il più esteso che si ritrova nell'opera heideggeriana.‎

‎Heidegger Martin; Scappini T. (cur.)‎

‎Hölderlin-Viaggi in Grecia. Testo tedesco a fronte‎

‎ril. Questo volume, il n. 75 delle opere complete di Heidegger, ha un doppio titolo: "Hölderlin"-"Viaggi in Grecia", legato ai suoi due temi fondamentali. Si tratta di testi di varia lunghezza, quasi tutti alla loro prima pubblicazione, in cui trovano spazio riflessioni sui versi del grande poeta conterraneo e sul suo ruolo di interlocutore privilegiato (insieme a tre autori "autoctoni": Eraclito, Eschilo, Pindaro) nel momento in cui l'esperienza heideggeriana della grecità indugiava nell'abbeverarsi presso luoghi concreti, con l'intima convinzione di rinvenirvi le lontane sorgenti della moderna società scientifico-industriale. Non mancano neppure annotazioni in forma diaristica di pensieri, visite e incontri, il che conferisce ad alcuni testi un delicato tratto personalissimo.‎

‎Heidegger Martin; Schüssler I. (cur.); Curcio N. (cur.)‎

‎Il «Sofista» di Platone‎

‎ril. Se nei primi anni Venti il giovane Heidegger, ancora assistente di Husserl, aveva interrogato soprattutto Aristotele, divenuto professore a Marburgo inizia, con le dense lezioni universitarie qui raccolte, un cammino a ritroso che penetra nelle maglie concettuali di Platone. Ed è in questo percorso che matura quell'indagine sulla questione dell'essere che illuminerà, di lì a breve, l'analitica di "Essere e tempo", e rimarrà sempre cifra ispiratrice di tutta la speculazione heideggeriana. Nell'abbordare il problema ontologico per via negationis, attraverso la ricostruzione dello statuto del non-essere, del nulla - cruciale per tutto l'Occidente sin da Parmenide -, Heidegger mostra come sia dunque di importanza centrale la definizione del "sofista", nucleo dell'omonimo dialogo platonico. Assumendo infatti che egli professi pensieri privi di sussistenza, e affermi cose che non sono, si ammette implicitamente contro il divieto di Parmenide - la realtà di ciò che non è. Ne consegue l'inevitabilità di una riflessione sul "nulla" - il che obbliga a un fondamentale ripensamento della questione dell'essere. La rigorosa chiarificazione storico-filosofica - prima ancora che filologica - del testo platonico (ma anche di decisivi passaggi di Aristotele) segna così l'atto di nascita di un'istanza non più differibile, vale a dire la riproposizione, nel cuore del Novecento, della questione più radicale: perché l'essere e non piuttosto il nulla?‎

‎Heidegger Martin; Trawny P. (cur.)‎

‎Quaderni neri 1931-1938. Riflessioni II-VI‎

‎br. I "Quaderni neri" presentano una forma che, secondo le sue caratteristiche, risulta oltremodo singolare non solo per Heidegger, bensì in generale per la filosofia del XX secolo. Tra i generi testuali di cui solitamente si fa uso i Quaderni sarebbero anzitutto da paragonare a quello del "diario filosofico". In essi gli eventi del tempo vengono sottoposti a considerazioni critiche e messi continuamente in relazione con la "storia dell'Essere". Il presente testo è il primo dei tre volumi in cui saranno pubblicate le "Riflessioni". Il primo quaderno di questo volume incomincia nell'autunno del 1931, l'ultimo, con le "Riflessioni VI," si conclude nel giugno del 1938. Le "Riflessioni" non corrispondono ad "aforismi" da intendersi come "massime di saggezza". Ciò che è "decisivo non è", "che cosa si rappresenti e che cosa venga riunito a formare una costruzione rappresentativa", "bensì solo come si ponga la domanda e assolutamente il fatto che si domandi dell'essere". Dal "tentativo" di Heidegger di riconoscere la "storia dell'Essere" nei suoi segni quotidiani nasce un manoscritto che, dall'inizio degli anni trenta fino all'inizio degli anni settanta, interpreta anche i due decenni più oscuri della storia tedesca e l'eco che ne seguì.‎

‎Heidegger Martin; Trawny P. (cur.)‎

‎Quaderni neri 1942-1948. Note I-V‎

‎br. Con questo volume si pubblica la seconda serie di quelli che Heidegger stesso definì "Quaderni neri", i quali presentano una forma che, secondo le sue caratteristiche, risulta oltremodo singolare non solo per Heidegger, bensì in generale per la filosofia del XX secolo. Questi manoscritti, in cui si alternano osservazioni sugli eventi del tempo, discussioni filosofiche, meditazioni sull'arte e sulla poesia come pure autoriflessioni poetiche, offrono una tessitura di pensiero impressionante. Il presente volume è il primo di due nei quali vedono la luce le "Note I-X". Raccoglie le "Note I-V" e contiene anche quel "Quaderno nero" che fino a poco tempo fa ancora si riteneva disperso. Il primo quaderno del volume comincia nel 1942, l'ultimo si conclude nel 1948. Le "Note I-V" mostrano come il pensiero di Heidegger di una storia dell'essere incominci a sbiadire in favore di un pensiero del Geviert, della "quadratura". Tuttavia, proseguono le problematiche interpretazioni dell'ebraismo nel quadro del tramonto spirituale dei tedeschi che già affioravano nelle "Riflessioni". Il dopoguerra è vissuto come un tradimento del proprio compito da parte dei tedeschi, del compito cioè di fondare l'"altro inizio" della storia dell'essere. In relazione a ciò, Heidegger comincia a elaborare non solo il fallimento dei propri progetti di politica universitaria del 1933-1934, bensì anche la sua interdizione all'insegnamento, ufficializzata nel 1946. Con la pubblicazione del primo volume delle "Note" si rende disponibile un'altra porzione del manoscritto che, compilato dall'inizio degli anni trenta fino all'inizio degli anni settanta, rende manifesto il "cammino di pensiero" di Heidegger attraverso gli scossoni del secolo.‎

‎Heidegger Martin; Trawny P. (cur.)‎

‎Quattro quaderni I e II. Quaderni neri 1947-1950‎

‎br. Il sesto volume dei Quaderni neri comprende due testi composti tra il 1947 e il 1950, i Quattro Quaderni I e i Quattro Quaderni II, a cui Heidegger attribuì un significato così importante da definirli, nelle Note VI-IX, come "la tanto agognata 'II parte di Essere e tempo'". Già nelle Note, dunque, ovvero negli altri Quaderni neri composti parallelamente a questi, Heidegger torna costantemente a farvi riferimento. Nonostante il titolo lasci supporre che si tratti di due di quattro parti programmate, in realtà qui il progetto dei "Quattro quaderni", che di fatto rimarrà incompiuto, viene solo tematizzato e messo dettagliatamente a punto. Con l'accento, assolutamente insolito per Heidegger, posto sul numero quattro, il suo pensiero della "quadratura" viene situato entro un nuovo, inaspettato contesto.‎

‎Heidegger Martin; Trawny P. (cur.); Gurisatti G. (cur.)‎

‎L'inizio della filosofia occidentale. Interpretazione di Anassimandro e Parmenide‎

‎br. Tenuto nel 1932 e dedicato all'interpretazione di Anassimandro e Parmenide - insieme a Eraclito i «pensatori iniziali» della filosofia occidentale -, questo corso universitario rappresenta una vera e propria cesura nel percorso di Heidegger dopo Essere e tempo, e si inserisce nella celebre «svolta» inaugurata dal saggio del 1930 sull'Essenza della verità. Compito della filosofia è ormai per Heidegger, impegnato nella ricerca di tale essenza, quello di rievocare la forza delle parole più elementari del pensiero delle origini - phy?sis, alétheia, noûs, lógos - mediante una comprensione prefilosofica, cioè preplatonica e prearistotelica, del fenomeno della verità. Si tratta cioè di compiere quel passo indietro che permette di ripensare in modo ancora più iniziale l'inizio del pensiero occidentale, prima della soglia che dà accesso alla storia della metafisica: non già per operare una ricostruzione filologica e storiografica, ma nella prospettiva che tale «inizio più iniziale» possa essere «ripetuto» e, soprattutto, trasformato in un nuovo inizio, promosso da un'umanità futura in modo ancora più originario. Sicché, conclude Heidegger, «l'inizio non sta più dietro di noi, alle nostre spalle, bensì sta davanti a noi in quanto compito essenziale della nostra più propria essenza».‎

‎Heidegger Martin; Vitiello V. (cur.)‎

‎La questione della cosa‎

‎br. Svolgendo con la consueta maestria un itinerario che, privilegiando il confronto con la metafisica kantiana, mira a ridiscutere le "decisioni fondamentali" che sono all'origine del pensiero scientifico moderno (Galilei, Cartesio, Newton), Heidegger intende rivelare come la domanda sull'essenza della cosa proietti necessariamente il pensiero in una dimensione altra, che abita oltre le cose e ineluttabilmente precede ogni semplice 'figura' umana, dunque, altrettanto, ogni mera attività calcolante. La questione della cosa rimette infatti alla questione dell'essere, autentica domanda guida dell'intera meditazione heideggeriana che in questa Vorlesung raggiunge indiscutibilmente uno dei propri vertici speculativi.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
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‎Heidegger Martin; Volpi F. (cur.)‎

‎Che cos'è la metafisica?‎

‎br. La metafisica è lo scandalo della filosofia: da un lato essa investe i massimi problemi ed è dunque la ragione medesima in vista della quale gli uomini hanno cominciato a fare filosofia; dall'altro è indefinibile e il suo stesso oggetto, benchè vanamente cercato, resta una perenne fonte di aporie. Nel luglio del 1929 Heidegger tenne all'Università di Friburgo, dov'era tornato come successore di Husserl, una prolusione in cui mostra in che cosa consista l'essenza della metafisica e come essa affondi le sue radici nell'esistenza dell'uomo. Sospeso tra l'essere e il nulla, l'uomo esperisce, nello stato d'animo fondamentale dell'angoscia, una motivazione originaria a interrogarsi circa il senso delle cose.‎

‎Heidegger Martin; Volpi F. (cur.)‎

‎Essere e tempo‎

‎br. Quando nel 1927 Martin Heidegger pubblicò Essere e tempo, si ebbe subito la sensazione che un nuovo astro fosse sorto nel firmamento della filosofia. Da anni le sue lezioni - di cuiEssere e tempo è il distillato - avevano richiamato intorno a quel giovane «sciamano del pensiero» un folto gruppo di allievi e ascoltatori. Ma con l'apparizione del capolavoro fu chiaro a tutti che Heidegger emanava davvero un'aura magica:era un pensatore capace di fare filosofia in grande stile. Adottando una terminologia nuova, a tratti ostica e cruda, con cui cercava di superare la crisi del linguaggio filosofico tradizionale,Heidegger riprende e radicalizza l'antico problema di Platone e Aristotele: il problema dell'essere. Ma nella sua palpitante interrogazione tale questione è riproposta in modo tutt'altro che erudito o astratto, riflettendosi in essa le inquietudini di un intero secolo: il venir meno del sentimento religioso, il tramonto della metafisica e la crisi delle ideologie, la fine dell'assoluto e il diffondersi del nichilismo, lo stridente contrasto tra una macchina moderna sempre più complessa e un uomo sempre più elementare. Essere e tempo ha così ispirato importanti correnti della filosofia, della teologia, della psichiatria del Novecento. E il continuo susseguirsi di nuove letture - che lo interpretano via via comebibbia dell'esistenzialismo, decostruzione dell'ontologia, parabola gnostica o versione moderna della filosofia pratica - non fa che confermarne l'incontestabile centralità e attualità, alimentando ulteriori interrogativi. Perché quest'opera rimase incompiuta? Qual è il segreto del suo inesauribile fascino? Che significato ha la «svolta» fra il primo e il secondo Heidegger? C'è continuità o rottura fra lo Heidegger «ermeneuta dell'esistenza» e quello che si proclama «pastore dell'essere»? Le risposte vanno cercate in questo libro, al quale sempre si è tornati e sempre si tornerà. La nuova edizione italiana approntata da Franco Volpi - rispettando nella terminologia la storica versione di Pietro Chiodi, ma adeguandola ai criteri richiesti da una ormai consolidata tradizione di studi e di rigore filologico - è corredata di cospicui apparati e riporta per la prima volta le Glosse manoscritte da Heidegger a margine della propria copia personale.‎

‎Heidegger Martin; Volpi F. (cur.)‎

‎Il concetto di tempo‎

‎br. In questo breve testo Heidegger analizza il fenomeno del tempo riconducendolo alla radice dalla quale scaturisce: l'esistenza umana, nella sua finitudine e nel carattere transeunte che per definizione la costituisce.‎

‎Heidegger Martin; Volpi F. (cur.)‎

‎Il nichilismo europeo‎

‎br. Che cosa sta all'origine della parola "nichilismo", che l'"intelligencija" russa fece dilagare nell'Europa ottocentesca? Nietzsche la definiva un "ospite inquietante", che inficia ogni atto. E al tempo stesso osava affermare di essere "il primo perfetto nichilista d'Europa, che però ha già vissuto in sé, fuori di sé". Chi ha saputo raccogliere la sfida di Nietzsche è stato innanzittutto Heidegger. A partire dagli anni Trenta, nel lungo periodo in cui elaborò il suo imponente "Nietzsche", Heidegger individuò nel nichilismo il tratto peculiare dell'Occidente, quello che domina la sua storia non già dai sussulti rivoluzionari dell'Ottocento, ma fin dalle origini greche.‎

‎Heidegger Martin; Volpi F. (cur.)‎

‎Il principio di ragione‎

‎brossura‎

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