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Anonimo
San Bartolomeo dalla parte del Tevere
Acquaforte, databile alla fine del XVIII secolo. Magnifica prove, impressa su carta vergata coeva con filigrana “petalo di fiore”, con margini, in perfetto stato di conservazione. Sconosciuta a tutti i repertori da noi consultati, queste rarissima incisione è stilisticamente databile all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sulla prima tavola della serie, raffigurante la chiesa di San Giovanni e Paolo, che sembra essere anche il frontespizio della serie, troviamo l’iscrizione “Vedute di Roma Disegnate e Intagliate da Icaorat”. Opere non descritta. Dimensioni 260x195. Etchings, dating from the late eighteenth century. Magnificent proofs, printed on contemporary laid paper with watermark "flower petal", with margins, in good condition. Unknown to all repertoires that we consulted, these rare works depicting places in Rome are stylistically dated to the last decade of the eighteenth century. The first plate depicts the church of San Giovanni e Paolo, which appeared to be the title of the series; we find the inscription "Views of Rome Designed and Carved by Icaorat." However, we were not able to attribute the works, possibly belonging to a series of more than 5 prints. Works not described.
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BRAUN & Franz HOGENBERG Georg
Urbis Romae Situs Cum Iis Quae Adhuc Conspiciuntur Veter Monumet Reliquiis Pyrrho Ligorio...
Pianta archeologica di Roma, a proiezione verticale obliqua, orientata con il nord in alto.La pianta deriva da quella che Pirro Ligorio disegna per l'editore Michele Tramezzino nel 1552. Si tratta della prima derivazione stampata all'estero ed è ridotta leggermente nelle dimensioni. Erroneamente viene indicata come data d'esecuzioni il 1570, invece del 1552. Appare per la prima volta nel 1575, inserita nel Civitates Orbis Terrarum, il primo atlante devoto esclusivamente alle piante e vedute delle principali città del mondo. L’opera è inserita nel Civitates Orbis Terrarum, il primo atlante devoto esclusivamente alle piante e vedute delle principali città del mondo. Il primo volume delle Civitates Orbis Terrarum fu pubblicato a Colonia nel 1572. Il sesto e ultimo volume apparve nel 1617. Questo grande atlante di città – cartografia urbana - curato da Georg Braun e inciso in gran parte da Franz Hogenberg, conteneva 546 prospettive, vedute a volo d'uccello e vedute cartografiche di città di tutto il mondo. Franz Hogenberg realizzò le tavole dei primi quattro volumi e Simon van den Neuwel (Novellanus, attivo dal 1580) quelle dei volumi V e VI. Georg Braun (1541-1622), un ecclesiastico di Colonia, fu il principale redattore dell'opera e fu molto aiutato nel suo progetto dalla vicinanza e dal continuo interesse di Abraham Ortelius, il cui Theatrum Orbis Terrarum del 1570 fu, come raccolta sistematica e completa di mappe di stile uniforme, il primo vero atlante. Le Civitates, in effetti, erano destinate ad accompagnare il Theatrum, come indicato dalla somiglianza dei titoli e dai riferimenti contemporanei sulla natura complementare delle due opere. Tuttavia, le Civitates erano progettate per avere un approccio più popolare, senza dubbio perché la novità di una raccolta di piante e vedute di città rappresentava un'impresa commerciale più rischiosa di un atlante mondiale, per il quale c'erano stati diversi precedenti di successo. Franz Hogenberg (1535-1590) era figlio di un incisore di Monaco che si era stabilito a Malines. Incise la maggior parte delle tavole del Theatrum di Ortelius e la maggior parte di quelle delle Civitates, e potrebbe essere anche indicato come il responsabile dell'origine del progetto. Oltre un centinaio di artisti e cartografi diversi, il più importante dei quali fu l'artista di Anversa Georg Hoefnagel (1542-1600), fornirono i disegni per le tavole delle Civitates. Hoefnagel non solo contribuì alla maggior parte del materiale originale per le città spagnole e italiane, ma rielaborò e modificò anche quello di altri collaboratori. Dopo la morte di Hoefnagel, il figlio Jakob continuò il lavoro per le Civitates. Gli autori della raccolta si proponevano di raffigurare "non icones et typi urbium", cioè non immagini generiche e tipizzate, "sed urbes ipsae admirabili caelaturae artificio, spectantium oculis subiectae appareant": non intendeva alludere o idealizzare, ma rappresentare fedelmente sulla carta, riprodurre esattamente, e in tempo reale, ciò che l'occhio vede, come annunciato nella prefazione al primo volume delle Civitates Orbis Terrarum. Incisione in rame, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Archeological map of Rome published in the Civitates Orbis Terrarum of 1575.The map is a close copy of the Pirro Ligorio map of Rome (1552, published by Michele Tramezzino) reduced in size. Latin text edition. The work is included in the Civitates Orbis Terrarum, the first atlas devoted exclusively to plans and views of the world's major cities. Printed in six volumes between 1572 and 1617 it was so successful and widespread that several editions translated into Latin, German and French were printed. The first volume of the Civitates Orbis Terrarum was published in Cologne in 1572. The sixth and the final volume appeared in 1617. This great city atlas, edited by Georg Braun and largely engraved by Franz Hogenberg, eventually contained 546 prospects, bird-eye views and map views of cities from all over the world. Fransz Hogenberg produced the plates for the first four books, and Simon van den Neuwel (Novellanus, active since 1580) those for volumes V and VI. Georg Braun (1541-1622), a cleric of Cologne, was the principal editor of the work, and was greatly assisted in his project by the close, and continued interest of Abraham Ortelius, whose Theatrum Orbis Terrarum of 1570 was, as a systematic and comprehensive collection of maps of uniform style, the first true atlas. The Civitates, indeed, was intended as a companion for the Theatrum, as indicated by the similarity in the titles and by contemporary references regarding the complementary nature of two works. Nevertheless, the Civitates was designs to be more popular in approach, no doubt because the novelty of a collection of city plans and views represented a more hazardous commercial undertaking than a world atlas, for which there had been a number of successful precedents. Franz Hogenberg (1535-1590) was the son of a Munich engraves who settled in Malines. He engraved most of the plates for Ortelius's Theatrum and the majority of those in the Civitates, and may have been responsible for originating the project. Over a hundred of different artists and cartographers, the most significant of whom was Antwerp artist Georg Hoefnagel (1542-1600), engraved the cooper-plates of the Civitates from drawings. He not only contributed most of the original material for the Spanish and Italian towns but also reworked and modified those of other contributors. After Hoefnagel's death his son Jakob continued the work for the Civitates. The author set out to depict "non icones et typi urbium," that is, not generic and typified images, "sed urbes ipsae admirabili caelaturae artificio, spectantium oculis subiectae appareant": not intended to allude or idealize but to represent faithfully on paper, to reproduce exactly, and in real time, what the eye sees, as announced in the preface to the first volume of Civitates Orbis Terrarum. Copperplate with fine later hand colour, good condition. Scaccia Scarafoni p. 29, n. 22.
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D'Anville Jean Baptiste Bourguignon (1697-1782)
Plan de Rome Ancienne Dressé pour L'intilligence de l'histoire Romaine de Mr. Rollin
Pianta di Roma antica disegnata da Jean-Baptiste Bourguignon D'anville per la Storia romana del Rollin. Histoire romaine depuis la fondation de Rome jusqu'à la bataille d'Actium di Charles Rollin divenne una tra le opere più durature dedicate alla storia romana, impreziosita da alcune carte geografiche inserite nell'Atlas de géographie ancienne pour servir à l'intelligence des oeuvres de Rollin: gravé d'après les cartes originales de d'Anville. Incisione in rame, consuete pieghe di carta, in ottimo stato di conservazione. Pianta di Roma antica disegnata da Jean-Baptiste Bourguignon D'anville per la Storia romana del Rollin. Histoire romaine depuis la fondation de Rome jusqu'à la bataille d'Actium di Charles Rollin divenne una tra le opere più durature dedicate alla storia romana, impreziosita da alcune carte geografiche inserite nell'Atlas de géographie ancienne pour servir à l'intelligence des oeuvres de Rollin: gravé d'après les cartes originales de d'Anville. Incisione in rame, consuete pieghe di carta, in ottimo stato di conservazione.
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BRUSTOLON Giambattista (Venezia 1716 – 1796)
Arco di Giano e San Giorgio al Velabro
Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a destra. Da un disegno del Canaletto.Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “tre mezze lune”, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione. Il Museo Correr possiede una raccolta di quindici fogli raffiguranti vedute di Roma incise da Brustolon su disegno del Canaletto; il frontespizio, manoscritto, reca l’iscrizione Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. Il catalogo della tipografia Remondini del 1817 elenca sempre 15 soggetti “romani”. Tuttavia secondo il Moschini le vedute di Roma del Brustolon sarebbero addirittura venticinque. Rarissima. Etching and engraving, signed on lower right. After a drawing of Canaletto.Magnificent proof, printed on contemporary laid paper with "three crescents" watermark, wide margins, in perfect conditions.The Correr Museum owns a collection of fifteen sheets depicting views of Rome engraved by Brustolon after drawings of Canaletto; the front page, handwritten, bears the inscription Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. The 1817 catalogue of the typography of Remondini lists 15 “Roman” subjects; nonetheless, according to Meschini, Brustolon’s views of Rome are not less than twenty five. Very rare. Succi pagina 82.
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BRUSTOLON Giambattista (Venezia 1716 – 1796)
Arco di Settimio Severo e Chiesa di Santa Martina
Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a destra. Da un disegno del Canaletto.Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “tre mezze lune”, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione. Il Museo Correr possiede una raccolta di quindici fogli raffiguranti vedute di Roma incise da Brustolon su disegno del Canaletto; il frontespizio, manoscritto, reca l’iscrizione Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. Il catalogo della tipografia Remondini del 1817 elenca sempre 15 soggetti “romani”. Tuttavia secondo il Moschini le vedute di Roma del Brustolon sarebbero addirittura venticinque. Rarissima. Etching and engraving, signed on lower right plate. After a drawing of Canaletto.Magnificent proof, printed on contemporary laid paper with "three crescents" watermark, wide margins, in perfect conditions.The Correr Museum owns a collection of fifteen sheets depicting views of Rome engraved by Brustolon after drawings of Canaletto; the front page, handwritten, bears the inscription Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. The 1817 catalogue of the typography of Remondini lists 15 “Roman” subjects; nonetheless, according to Meschini, Brustolon’s views of Rome are not less than twenty five. Very rare. Succi pagina 82.
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NICOLLE Victor Jean (Parigi 1754 – 1826)
Panorama di Roma da Monte Mario
Acquaforte, fine XVIII secolo, firmata in lastra in basso a destra. Bellissima prova, impresse su carta vergata coeva (una con parziale filigrana non identificata), con margini, in ottimo stato di conservazione. Pittore di paesaggio e di rovine classiche, il Nicolle o Nicole visita roma tra il 1787 ed il 1789 e tra il 1806 e il 1811. Sono censiti oltre 150 acquarelli dei principali siti della città, della quale realizza anche una serie di incisioni.Marigliani (cfr. p. 286), che la definisce molto rara, la descrive: "E' uno dei tre panorami disegnati ed incisi dal Nicole che in questo caso usa come punto di osservazione i prati di castello alle pendici di Monte Mario. DI notevole raffinatezza incisoria e finalmente ritratto dal vero dopo che per quasi un secolo gli incisori Nord europeri avevano prodotto solo panorami copiati l'uno dall'altro con anacronismi ed errori di interpretazione talvolta grossolani. Sono ben riconoscibili i principali monumenti tra cui il Pantheon con le famose "orecchie" del Bernini. In primo piano a sinistra cinque personaggi conversano tra loro ed a destra autoritratto dell'autore mentre disegna il panorama. Firma a destra poco leggibile". Etchings, end on the XVIII century, signed on lower right. Beautiful works, printed on contemporary laid paper with partial unidentified watermark, with full margins, in excellent condition. Nicolle was a landscape painter and an expert in ancient ruins; he lived in Rome between 1787 an 1789 and again between 1806 and 1811. More than 150 watercolours of the main sites of the city have been catalogued. He also realized engravings with the same subjects.Marigliani (cfr. p. 286): "E' uno dei tre panorami disegnati ed incisi dal Nicole che in questo caso usa come punto di osservazione i prati di castello alle pendici di Monte Mario. DI notevole raffinatezza incisoria e finalmente ritratto dal vero dopo che per quasi un secolo gli incisori Nord europeri avevano prodotto solo panorami copiati l'uno dall'altro con anacronismi ed errori di interpretazione talvolta grossolani. Sono ben riconoscibili i principali monumenti tra cui il Pantheon con le famose "orecchie" del Bernini. In primo piano a sinistra cinque personaggi conversano tra loro ed a destra autoritratto dell'autore mentre disegna il panorama. Firma a destra poco leggibile".Very rare. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 208.
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NICOLLE Victor Jean (Parigi 1754 – 1826)
Veduta du Circo Massimo
Acquaforte, fine XVIII secolo, firmata in lastra in basso a destra. Bellissima prova, impresse su carta vergata coeva (una con parziale filigrana non identificata), con margini, in ottimo stato di conservazione. Pittore di paesaggio e di rovine classiche, il Nicolle visita roma tra il 1787 ed il 1789 e tra il 1806 e il 1811. Sono censiti oltre 150 acquarelli dei principali siti della città, della quale realizza anche una serie di incisioni. Etchings, end on the XVIII century, signed on lower right. Beautiful works, printed on contemporary laid paper with partial unidentified watermark, with full margins, in excellent condition. Nicolle was a landscape painter and an expert in ancient ruins; he lived in Rome between 1787 an 1789 and again between 1806 and 1811. More than 150 watercolours of the main sites of the city have been catalogued. He also realized engravings with the same subjects.
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Du PINET Antoine (1510 - 1584 circa)
Description de la Cité de Romme
Rarissima pianta prospettica della città, sconosciuta ai principali repertori sulle piante di Roma e pubblicata per la prima volta in Marigliani (2007).Si tratta di una copia della pianta del Munster senza alcun aggiornamento e ritrae la città come si presentava alla fine del '400 attingendo al medesimo prototipo comunemente indicato nel panorama di Mantova a sua volta ripreso da un presunto ma tuttora sconosciuto panorama inciso nella bottega di Francesco Rosselli verso il 1485. Tavola tratta dal rarissimo "Plantz, pourtraitz et descriptions de plusieurs villes et forteresses, tant de l'Europe, Asie, & Afrique, que des Indes, & terres neuves: Leurs fondations, antiquitez, & manieres de vivre: Avec plusieurs cartes generales & particulieres, servans à la Cosmographie, iointes à leurs declarations: deux tables fort amples, l'une des chapitres, & l'autre des matieres contenues en ce present livre. Le tout mis par ordre, region par region, par Antoine du Pinets" stampato a Lione dall’editore Jean d’Ogerolles. L'opera, che contiene 55 tavole silografiche - molte dele quali derivanti da Muenster - include il mondo cordiforme sul modello di Appiano, le mappe di europa e Germania e 18 vedute a doppia pagina delle primcipali città del tempo.La veduta di Roma deriva da quella pubblicata sempre a Lione nel 1552 da Guillaume Guéroult nel "Premier livre des figures et portraitz des villes", edita da Balthazar Arnouellet, da cui d’Ogerolles acquisì parte del fondo tipografico. Pertanto possiamo affermare che questa matrice in legno sia la stessa stampata alcuni anni prima, alla quale furono apportate delle correzioni nella cornice e nel titolo. Xilografia, in perfetto stato di conservazione. Rarissima. A very rare map of Rome, unknown by mostly of the repertoiries. The view depicts the city as it was at the end of the 15th century, drawing on the same prototype commonly indicated in the panorama of Mantua in turn taken from a still unknown panorama engraved in the workshop of Francesco Rosselli around 1485.Work taken from the very rare "Plantz, pourtraitz et descriptions de plusieurs villes et forteresses, tant de l'Europe, Asie, & Afrique, que des Indes, & terres neuves: Leurs fondations, antiquitez, & manieres de vivre: Avec plusieurs cartes generales & particulieres, servans à la Cosmographie, iointes à leurs declarations: deux tables fort amples, l'une des chapitres, & l'autre des matieres contenues en ce present livre. Le tout mis par ordre, region par region, par Antoine du Pinets" printed in Lyon by Jean d’Ogerolles. The work include 55 woodcuts, many after Munster, comprising 3 double-page maps (cordiform world after Apianus, Europe and Germany), 7 half-page maps, 18 double-page views (including Lyon, Bordeaux, Geneva, Frankfurt, Florence, Venice, Rome, Constantinople, Jerusalem, Cusco and others), and 27 illustrations (including Mexico city).The view is inspired to Guillame Guéroult’s "Premier livre des figures et portraitz des villes", published in 1552 by Balthazar Arnouellet. From him, d’Ogerolles bought many plates, therefore we can state that this block had been already used many years before and has then undergone some changes before being reprinted. Woodcut, in excellent condition. Valerio pp. 33/34; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 18
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Anonimo
Palazzo di Nerone in Campovaccino
Acquaforte, databile alla fine del XVIII secolo. Magnifica prove, impressa su carta vergata coeva con filigrana “petalo di fiore”, con margini, in perfetto stato di conservazione. Sconosciuta a tutti i repertori da noi consultati, queste rarissima incisione è stilisticamente databile all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sulla prima tavola della serie, raffigurante la chiesa di San Giovanni e Paolo, che sembra essere anche il frontespizio della serie, troviamo l’iscrizione “Vedute di Roma Disegnate e Intagliate da Icaorat”. Opere non descritta. Dimensioni 260x195. Etchings, dating from the late eighteenth century. Magnificent proofs, printed on contemporary laid paper with watermark "flower petal", with margins, in good condition. Unknown to all repertoires that we consulted, these rare works depicting places in Rome are stylistically dated to the last decade of the eighteenth century. The first plate depicts the church of San Giovanni e Paolo, which appeared to be the title of the series; we find the inscription "Views of Rome Designed and Carved by Icaorat." However, we were not able to attribute the works, possibly belonging to a series of more than 5 prints. Works not described.
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Münster Sebastian (1488 - 1552)
Der Statt Rom in aller Welt bekannt Contrashetung nach jetziger gelegenheit
Bella veduta di Roma tratta dalla Cosmographiae Universalis, edizione in tedesco, Basilea fine del XVI secolo.La veduta di Munster cattura con raffinatezza le mura fortificate e i Sette Colli della Città Eterna, con attività significative lungo il fiume Tevere. Molti dei principali monumenti di Roma sono chiaramente identificabili. In basso una legenda che individua circa 23 punti di riferimento."Seppure incisa mezzo secolo dopo le piante del Bergomense e dello Schedel, la veduta ritrae la città come si presentava alla fine del '400 attingendo al medesimo prototipo comunemente indicato nel panorama di Mantova a sua volta ripreso da un presunto ma tuttora sconosciuto panorama inciso nella bottega di Francesco Rosselli verso il 1485. L'immagine venne inserita in una delle opere più note del '500, la Cosmographiae Universalis per la prima volta edita in latino nel 1550 e poi ristampata più volte in italiano, francese e tedesco. […] è stata più volte rilevata dai critici l'assenza del Colosseo dall'autore stesso curiosamente giustificata alla lettera G della legenda "per mancanza di spazio". Oltre ai Dioscuri presso le Terme di Diocleziano, presenti anche nelle piante di Bergomense e Schedel, è qui indicata acnhe la statua equestre del Marco Aurelio nella sua originale collocazione presso San Giovanni in Laterano da cui fu spostata nel 1538 per la visista di Carlo V a Roma e collocata da Michelangelo in Campidoglio. È ancora in piedi la Meta Romuli sebbene demolita nel 1499 e le due edicole alla fine di Castel Sant'Angelo demolite dopo il Sacco di Roma del 1527. L'edificio più recente raffigurato è il Belvedere Vaticano (1485/87" (cfr. Marigliani p. 118). La Cosmographiae Universalis di Sebastian Münster (1488-1552), stampata per la prima volta Basilea nel 1544 dall’editore Heinrich Petri, venne più volte aggiornata e aumentata di nuove carte geografiche e rappresentazioni urbane nelle sue numerose edizioni che arrivano all’inizio del secolo successivo. Münster aveva lavorato a raccogliere informazioni al fine di ottenere un'opera che non deludesse le aspettative e, dopo un'ulteriore pubblicazione in tedesco abbellita da 910 stampe su legno, giunse nel 1550 all'edizione definitiva in latino, illustrata da 970 silografie. Vi furono poi numerose edizioni in diverse lingue, fra cui latino, francese, italiano, inglese e ceco. Dopo la sua morte di Münster (1552), Heinrich Petri prima, e il figlio Sebastian poi, continuarono la pubblicazione dell’opera. La Cosmographia universalis fu uno dei libri più popolari e di successo del XVI secolo, e vide ben 24 edizioni in 100 anni: l'ultima edizione tedesca venne pubblicata nel 1628, molto tempo dopo la morte dell'autore. La Cosmographia conteneva non solo le ultime mappe e vedute di tutte le città più famose, ma anche una serie di notizie enciclopediche di dettagli relative al mondo conosciuto, e sconosciuto. Il particolare successo anche commerciale di quest'opera fu dovuto in parte alle belle incisioni (tra i cui autori si possono citate Hans Holbein il Giovane, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Silografia, bella coloritura a mano, in buone condizioni. BibliografiaA. P. Frutaz, "Le piante di Roma", XCVIII, tav. 170; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 14; M. Gori Sassoli (a cura di), "Roma Veduta" p. 140, n. 6; Scaccia Scarafoni, n. 126. Munster's view captures a fine sense of the fortified walls and Seven Hills of the Eternal City, with significant activity along the Tiber River. Many of Rome's great landmarks are clearly identifiable in this important early view. The key at the bottom locates approximately 23 landmarks.Although engraved half a century later from the maps by Bergomensis and Schedel, the view depicts the city as it was at the end of the 15th century, drawing on the same prototype commonly indicated in the panorama of Mantua in turn taken from a still unknown panorama engraved in the workshop of Francesco Rosselli around 1485. The image was included in one of the most famous works of the '500, the Cosmographiae Universalis for the first time published in Latin in 1550 and then reprinted several times in Italian, French and German. The absence of the Colosseum - justified by the author himself by the letter G of the legend "for lack of space" - has been noted several times by critics. In addition to the Dioscuri at the Baths of Diocletian, also present in the plants of Bergomensis and Schedel, the equestrian statue of Marcus Aurelius in its original location near San Giovanni in Laterano, from which it was moved in 1538 for the visist of Charles V in Rome and placed by Michelangelo in the Capitoline Hill, is here indicated. It is still standing the Meta Romuli although demolished in 1499 and the two "edicole" at the end of Castel Sant'Angelo, demolished after the Sack of Rome of 1527. The most recent building depicted is the Vatican Belvedere, built in 1485/87. (see Marigliani p. 118). Plate taken from the Cosmographiae Universalis, German edition, Basel, second half of the 16th Century. The Cosmographiae Universalis of Sebastian Münster (1488-1552), printed for the first time in Basel in 1544 by the publisher Heinrich Petri, was updated several times and increased with new maps and urban representations in its many editions until the beginning of the next century. Münster had worked to collect information in order to obtain a work that did not disappoint expectations and, after a further publication in German embellished with 910 woodblock prints, arrived in 1550 to the final edition in Latin, illustrated by 970 woodcuts. There were then numerous editions in different languages, including Latin, French, Italian, English and Czech. After his death in Münster (1552), Heinrich Petri first, and then his son Sebastian, continued the publication of the work. The Cosmographia universalis was one of the most popular and successful books of the 16th century, and saw as many as 24 editions in 100 years: the last German edition was published in 1628, long after the author's death. The Cosmographia contained not only the latest maps and views of all the most famous cities, but also a series of encyclopedic details related to the known, and unknown, world. The particular commercial success of this work was due in part to the beautiful engravings (among whose authors can be mentioned Hans Holbein the Younger, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Woodcut, beautiful hand-coloring, in good condition. BibliografiaA. P. Frutaz, "Le piante di Roma", XCVIII, tav. 170; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tavv. 11/14; M. Gori Sassoli (a cura di), "Roma Veduta" p. 140, n. 6; Scaccia Scarafoni, n. 126.
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BENOIST Felix (1818 - 1896)
Plan de Rome
Pianta tratta dalla monumentale opera di Felix Benoist Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes stampata a Parigi in 3 volumi, da Henri Charpentier, nel 1870. La pubblicazione, illustrata da 100 litografie, fu preceduta da una campagna di disegni preparatori, a far data dal 1864 sino al 1869, eseguita soprattutto da Félix Benoist e in parte da Philippe Benoist. Alla vigilia del Concilio Ecumenico Vaticano I, l’11 agosto 1869, Pio IX decretava la realizzazione di una Esposizione romana delle opere d’ogni arte eseguite per il culto cattolico, che venne inaugurata, il 17 febbraio 1870, nel chiostro della Certosa di Santa Maria degli Angeli. In quell’occasione, vennero presentati i tre volumi in folio Rome dans sa grandeur. I volumi, rilegati in modo sfarzoso, con impresso al centro in oro, lo stemma di Pio IX, sono suddivisi in tre sezioni. Il primo volume tratta di Roma antica, il secondo, di Roma cristiana, ed il terzo, dei monumenti e le realizzazioni della Roma moderna. Una visione preziosa della Roma papale alla vigilia della profonda trasformazione di Roma in capitale dell’Italia unita. Un documento che evidenzia la notevole impronta lasciata da Pio IX nella Città Eterna. L’opera rappresenta il capolavoro dell’artista francese, dove ogni veduta è realizzata in litografia tinta, processo ottenuto usando un diverso numero di pietre. Il risultato è un’opera di grande effetto, tanto da porre il Benoist tra la schiera dei più grandi artisti di interni e vedute del suo tempo. Litografia tinta, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Map taken from the monumental work of Felix Benoist Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes printed in Paris in 3 volumes, by Henri Charpentier, in 1870. The publication, illustrated by 100 lithographs, was preceded by a campaign of preparatory drawings, from 1864 to 1869, executed mainly by Felix Benoist and partly by Philippe Benoist. On the eve of the First Vatican Ecumenical Council, August 11, 1869, Pius IX decreed the creation of the Esposizione romana delle opere d’ogni arte eseguite per il culto cattolico (a Roman Exhibition of the works of art created for Catholic worship), which was inaugurated on February 17, 1870, in the cloister of the Charterhouse of Santa Maria degli Angeli. On that occasion, the three volumes in folio Rome dans sa grandeur were presented. The volumes, magnificently bound, with the coat of arms of Pius IX stamped in gold in the center, are divided into three sections. The first volume deals with ancient Rome, the second with “Christian” Rome, and the third with the monuments and achievements of modern Rome. A precious vision of papal Rome on the eve of the profound transformation of Rome into the capital of united Italy. A document that highlights the remarkable imprint left by Pius IX in the Eternal City. The work represents the masterpiece of the French artist, where each view is made in tinted lithography, a process achieved by using a different number of stones. The result is a work of great effect, so much so as to place Benoist among the ranks of the greatest artists of interiors and views of his time. Tinted lithograph, finely hand-colored, in excellent condition.
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JANSSONIUS Johannes (1588-1664)
Roma Hodierna
Magnifica veduta a volo d'uccello di Roma con cartiglio decorativo con titolo, che mostra la città com'era nel 1550. Sono incluse varie strutture superstiti dell'antica Roma: le mura circostanti, il Pantheon, il Colosseo, l'Arco di Costantino e il Foro Romano. Nell'angolo sinistro in primo piano si possono vedere il Palazzo Papale e l'Obelisco dal circo di Caligola e Nerone. “La stampa, sebbene incisa ed edita ad Amsterdam nel 1657, riproduce Roma verso il 150, essendo copia della pianta del Braun Hogenberg, dalla quale si differenzia unicamente per i personaggi in primo piano […] In basso, entro due cartigli, una legenda di 101 numeri” (cfr. Marigliani, Le Piante di Roma, p. 153). Il modello originale è da ricercare però nella pianta di Giovanni Francesco Camocio del 1569 (o della precedente di Leon Pitor del 1568, come sostiene Scaccia Scarafoni) nella quale la città è ritratta a volo d'uccello dal Gianicolo. La pianta è inclusa nel Theatrum Celebriorum Urbium Italiae, Aliarumque In Insulis Maris Mediterranei di Janssonius, stampato ad Amsterdam nel 1657. Acquaforte e bulino, finemente colorata a mano, ossidazioni nei margini, per il resto in buono stato di conservazione. Non comune. Bibliografia Marigliani n. 53; Scaccia Scarafoni n. 165; Van der Krogt 4, 42:15. Fine example of Jansson's rare modern view of Rome, from his Theatrum Celebriorum Urbium Italiae, Aliarumque In Insulis Maris Mediterranei. Striking bird's-eye plan of Rome with decorative title cartouche, showing the city as it was c. 1550. Included are various surviving features of ancient Rome: the surrounding walls, the Pantheon, the Coliseum, the Arch of Constantine, and the Forum Romanum. In the left corner in the foreground can be seen the Papal Palace and the Obelisk from the circus of Caligula and Nero. The print, although engraved and published in Amsterdam in 1657, reproduces Rome around 1550, being a copy of Braun Hogenberg's plan, from which it differs only by the figures in the foreground [...] At the bottom, within two cartouches, a legend of 101 numbers" (cf. Marigliani, Le Piante di Roma, p. 153). The original model, however, is to be found in Giovanni Francesco Camocio's plan from 1569 (or Leon Pitor's earlier one from 1568, as Scaccia Scarafoni claims) in which the city is portrayed from a bird's eye view from the Janiculum. Jan Janssonius (also known as Johann or Jan Jansson or Janszoon) (1588-1664) was a renowned geographer and publisher of the seventeenth century, when the Dutch dominated map publishing in Europe. Born in Arnhem, Jan was first exposed to the trade via his father, who was also a bookseller and publisher. In 1612, Jan married the daughter of Jodocus Hondius, who was also a prominent mapmaker and seller. Jonssonius’ first maps date from 1616. In the 1630s, Janssonius worked with his brother-in-law, Henricus Hondius. Their most successful venture was to reissue the Mercator-Hondius atlas. Jodocus Hondius had acquired the plates to the Mercator atlas, first published in 1595, and added 36 additional maps. After Hondius died in 1612, Henricus took over publication; Janssonius joined the venture in 1633. Eventually, the atlas was renamed the Atlas Novus and then the Atlas Major, by which time it had expanded to eleven volumes. Janssonius is also well known for his volume of English county maps, published in 1646. Etching, with fine later hand colour, some foxing on the margins, otherwise good condition. Bibliografia Marigliani n. 53; Scaccia Scarafoni n. 165; Van der Krogt 4, 42:15.
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NOLLI Giambattista (Como 1701 - Roma 1756)
Roma
Celebre pianta topografica di Roma, una rielaborazione, su invenzione di Giovanni Battista Nolli, della pianta xilografica di Leonardo Bufalini raffigurante la città nel 1551. La pianta era venduta insieme a quella grande e piccola del Nolli, di cui costituisce le tavv. 35 e 36. Fu incisa da Franco Monaco e Carlo Nolli, la cui sottoscrizione si legge in basso a sinistra. In alto a sinistra, entro un cartiglio, dedica del Nolli al cardinale Silvio Valenti Gonzaga. Nei due angoli inferiori, sono state inserite le vedutine del Pantheon a sinistra, e dell'Arco di Giano a destra. Orientamento con il nord in alto. Scalimetro in palmi romani. Ai lati, legenda di 307 voci. In basso a destra, le note tipografiche della pianta edita da Leonardo Bufalini nel 1551: "Edita per Mag[ist]r[u]mLeonardum Die XXVI. Men. Maij Anno Domini MDLI"; al centro, la notizia del privilegio e la data: "Romae cum privil. Sum. Pontificis, et Super. permissu anno 1748". Nolli non fece alcun tentativo di migliorare le incongruenze della mappa del Bufalini: gli angoli del Tridente di Piazza del Popolo sono ancora disuguali, e il Circo Massimo ha entrambe le estremità di forma, invece che una sola. Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia Frutaz, Le piante di Roma, CLXIX a-c. Famous topographical map of Rome, a reworking, on the invention of Giovanni Battista Nolli, of Leonardo Bufalini's xylographic plan depicting the city in 1551. The plan was sold together with Nolli's large and small plans, of which it constitutes Tables 35 and 36. It was engraved by Franco Monaco and Carlo Nolli, whose signature can be read at lower left. Nolli made no attempt to rectify inconsistencies of the Bufalini map when he prepared the reduced copy. The Popolo trivium still has its unequal angles, and the Circus Maximus is still semicircular at both ends instead of one. He did, however, give greater relief than the original to the densely populated part of the city by shading in the city blocks. This is the same graphical convention he used on his own map. He maintained Bufalini's emphasis on antiquity by copying them exactly as in the original. Indeed he acknowledges this aspect by including views of ancient buildings at the bottom, where the map appears to be scrolled up, so as to reveal the "Colonnacce," a broken aqueduct, and the Pantheon (with Baroque additions) in the lower left corner, and the three ruins of the Forum Boarium in the lower right hand corner: The round Temple of "Mater Matuta," the Arch of Janus (with Medieval additions) and the Temple of "Fortuna Virilis." The map was engraved, as signed, by Franco Monaco and Carlo Nolli. On the upper left, the cartouche with the dedication to the Cardinal Silvio Valenti Gonzaga. Etching with engraving, a fine impression on contemporary laid paper, with margins, perfect condition. Bibliografia Frutaz, Le piante di Roma, CLXIX a-c.
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DUPERAC Etienne (1525-1604)
Urbis Romae Sciographia ex Antiquis Monumentis Accuratiss Delineata
Pianta archeologica a proiezione verticale con alzato incisa da Etienne Duperac per l’editore Lorenzo Vaccari. Ricostruzione ideale della Roma Antica eseguita dal Duperac dopo un serio esame della pianta Severiana e della pianta archeologica di Pirro Ligorio, il maggiore studioso dei monumenti antichi di Roma dell’epoca. All’interno della città, è delineato ciascun edificio, riportando i nomi di quelli principali; questi includono il Colosseo, il Pantheon, le Terme di Diocleziano e il Circo Massimo. Fuori città sono contrassegnati le tenute di campagna (per esempio, i Giardini di Domiziano), i monumenti funerari (come i Mausolei di Adriano e di Augusto, ed i circhi di Nerone e Adriano). La lastra è stata intagliata dall’incisore ed editore parigino Étienne Dupérac, che si fece chiamare Stephanus durante il suo periodo di lavoro a Roma (1569-1582). Nella dedica a Carlo IX, l’autore stesso spiega come questa carta sia il frutto di quindici anni di studio di tutte le rovine e dei monumenti della Roma Antica e dei testi letterari correlati. In particolare, viene riportato un dettagliato resoconto della scoperta della pianta Severiana, i cui resti furono scoperti nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano nel 1562. Hülsen segnala come unico esemplare originale conosciuto quello conservato al British Museum, che reca il nome dello stampatore Francesco Villamena. Inoltre, aggiunge che, nel catalogo della stamperia dei Vaccari è annoverata la “Roma antica d’otto fogli reali, intagliata per mano di Stefano Duperach Parisino”, a lui sconosciuta. Frutaz obietta giustamente che la tiratura di Villamena sia solo una ristampa, databile ai primi del ‘600, quando l’editore era attivo a Roma. Nelle nostre ricerche, abbiamo finalmente rinvenuto un esemplare originale della pianta, finora sconosciuto, che è assolutamente da identificarsi con la “Roma antica d’otto fogli reali” del catalogo Vaccari, citata da Hülsen. Infatti l’esemplare, conservato nella collezione cartografica della Newberry Library di Chicago, reca proprio l’imprint di Lorenzo Vaccari, editore anche della raccolta I Vestigi dell’Antichità di Roma Raccolti et Ritratti in Perspettiva con ogni diligentia da Stefano Dv Perac Parisino (1575). Tra il 1649 ed il 1660, Gian Giacomo de Rossi ne pubblica una ristampa, utilizzando i medesimi rami (presumibilmente acquisiti dalla bottega del Villamena), ma aggiungendo scene dell’Antica Roma e una legenda tipografica con 159 richiami a monumenti. L’opera è descritta nell’ultimo catalogo della tipografia de Rossi, redatto da Lorenzo Filippo nel 1735 (p. 16, n. 1) come “Roma Antica di Stefano du Perac Parigino intagliata a bulino da Francesco Villamena co’ trionfi de Romani antichi, intagliati a bulino da Jacopo Lauro in dodici fogli reali grandi”. Dunque le tavole aggiuntive dei trionfi sono, secondo il catalogo, incise da Giacomo Lauro. Tale attribuzione viene respinta da Ashby e quindi da Hollstein, che attribuisce la lastre a Peter de Jode. La tipografia de Rossi fu venduta da Lorenzo Filippo, costituendo il fondo principale della neonata (1738) Calcografia Camerale (poi Regia, quindi Nazionale e oggi Istituto Centrale per la Grafica), luogo in cui sono ancora conservati i rami originali, erroneamente sotto il nome di Francesco Villamena. In alto, lungo il bordo superiore, è impresso il titolo: URBIS ROMAE SCIOGRAPHIA EX ANTIQUIS MONUMENTIS ACCURATISS. DELINEATA. A sinistra lo stemma con la sigla S.P.Q.R. (Senatus Populus Que Romanus). Nel cartiglio in basso a destra, con la raffigurazione dei gemelli Romolo e Remo, troviamo incisa la dedica: KAROLO IX GALLIARUM REGI CHRISTIANISSIMO STEPHANUS DU PERAC PARISIENSIS Quanta fuerit veteris illius popuki R. potentia atque amplitudo, karole regu[m] maxime, omnes sciunt:quae autem ipsius urbis, antiquis temporibus, maiestas ac pulchritudo, non alinde melius ac certius cognosci potest, quam ex admirabilibus veterum aedifitioru[m] vestigiis, q... Vertical projection archaeological map, engraved by Etienne Duperac for the publisher Lorenzo Vaccari. Ideal reconstruction of Ancient Rome carried out by Duperac after a serious examination of the Severian map and the archaeological work by Pirro Ligorio, the greatest scholar of ancient monuments in Rome at the time. Inside the city, each building is outlined with the names of the main ones; these include the Colosseum, the Pantheon, the Baths of Diocletian and the Circus Maximus. Outside the city are marked the country estates (for example, the Gardens of Domitian), the funerary monuments (such as the Mausoleums of Hadrian and Augustus, and the circuses of Nero and Hadrian). The plate was carved by the Parisian engraver and publisher Étienne Dupérac, who called himself Stephanus during his period of work in Rome (1569-1582). In the dedication to Charles IX, the author himself explains how this work is the result of fifteen years of study of all the ruins and monuments of Ancient Rome and related literary texts. In particular, a detailed account is given of the discovery of the Severian map, the remains of which were discovered in the church of Saints Cosma and Damiano in 1562. Hülsen reports as the only known original example the one preserved at the British Museum, which bears the name of the printer Francesco Villamena. Furthermore, he adds that the catalogue of the Vaccari print shop includes the "Roma antica d’otto fogli reali, intagliata per mano di Stefano Duperach Parisino”, unknown to him. Frutaz rightly objects that the Villamena's edition is only a reprint, datable to the early 17th century, when the publisher was active in Rome. In our research, we finally found an original example of the map, hitherto unknown, which is absolutely to be identified with the "Ancient Rome of eight royal sheets" of the Vaccari catalogue, quoted by Hülsen. In fact the exemplar, preserved in the cartographic collection of the Newberry Library of Chicago, bears the imprint of Lorenzo Vaccari, publisher also of the collection I Vestigi dell'Antichità di Roma Raccolti et Ritratti in Perspettiva con ogni diligentia by Stefano Dv Perac Parisino (1575). Between 1649 and 1660, Gian Giacomo de Rossi published a reprint, using the same plates(presumably acquired from the Villamena workshop), but adding scenes from Ancient Rome and a typographical legend with 159 references to monuments. The work is described in the last catalogue of de Rossi's printing house, edited by Lorenzo Filippo in 1735 (p. 16, n. 1) as "Roma Antica di Stefano du Perac Parigino intagliata a bulino da Francesco Villamena co’ trionfi de Romani antichi, intagliati a bulino da Jacopo Lauro in dodici fogli reali grandi”. So the additional plates of the triumphs are, according to the catalogue, engraved by Giacomo Lauro. This attribution is rejected by Ashby and then by Hollstein, who attributes the plate to Peter de Jode. The de Rossi printing house was sold by Lorenzo Filippo, constituting the main fund of the newborn (1738) Calcografia Camerale (later Regia, then Nazionale and now Istituto Centrale per la Grafica), where the original plates are still preserved, mistakenly under the name of Francesco Villamena. Example of the third state of four (cfr. Bifolco-Ronca, p. 2359) with the imprint Cura et Tipis Io. Iacobi de Rubeis in Romae ad Templ. Stae. Mae. De Pace cum Privil. Sum. Pont. Excudebat Romae Io. Iacob. De Rubeis. Etching with engraving, a very good example of the De Rossi edition, with decorations and the key-numbers on the lower part; minor repairs perfectly realized, otherwise in excellent condition. Literature Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 2358-59, tav. 1214, III/IV; Destombes (1970): n. 96; Caldana (2013): n. I.12; Frutaz (1962): n. XXII e tavv. 37-50; Grelle Iusco (1996): pp. 172, 379; Hollstein (1952): IX, p. 202, nn. 403-414; Hülsen (1915): XI, pp. 60-62, nn. 56-59; Mostra Bergamo (2016): n. 72; Sca...
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NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO
CM. 20X26,5, GLI SPOSI RICEVONO L'OMAGGIO DI UN GRUPPO FOLKLORISTICO REGIONALE, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA BALLERINI E FANTINI (FIRENZE).
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NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO
CM. 20X26,5, GLI SPOSI SALUTANO LA FOLLA DAL BALCONE, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA BALLERINI E FANTINI (FIRENZE).
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NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO
CM. 20X26,5, LA CARROZZA DEGLI SPOSI SCORTATA DAI CORAZZIERI A CAVALLO ATTRAVERSA LA FOLLA, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA BALLERINI E FANTINI (FIRENZE).
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NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO
CM. 22X16,5, GLI SPOSI SALUTANO UNA FOLLA IMMENSA DAL BALCONE DEL QUIRINALE, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA LUIGI LEONI.
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Catacombe di San Callisto, Roma.
Insieme di 2 stampe fotografiche all'albumina di misure 168x122 mm montate su cartoncino di misure 225x159 mm. Buono, ordinari segni d'uso e del tempo, alcune macchie. Lotto di 2 fotografie che raffigurano entrate diverse delle Catacombe di San Callisto a fianco della via Appia Antica. Al recto note manoscritte.
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Piazza di Spagna, Roma.
Stampa fotografica all'albumina di misure 95x56mm montata su cartoncino di misure 102x63 mm. La fotografia raffigura Piazza Spagna di Roma: al centro la colonna dell'Immacolata, in secondo piano il palazzo di Propaganda Fide. Al verso nota manoscritta.
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Fontana delle Tartarughe, Roma.
Stampa fotografica all'albumina di misure 139x96 mm. La fotografia raffigura la Fontana delle Tartarughe nella piccola piazza Mattei di Roma.
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Papa Pio IX.
Stampa fotografica all'albumina di misure 122x94 mm montata su cartoncino di misure 158x111 mm. Foto-ritratto di Pio IX.
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Strada di Cavareno.
Cartolina postale fotografica alla gelatina di misure 147x104 mm con griglia al verso. Fotografia raffigurante la Via Roma del paese di Cavareno: lungo la strada l'Albergo Corona e delle case. In secondo piano spicca il campanile della Chiesa di S. Maria Maddalena. Cartolina viaggiata a Malè con francobollo e timbro dell'ufficio postale di Cavareno. Al verso note manoscritte.
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Reale Francesco
Roma, Edificio con portale decorato e altri palazzi in rovina per la guerra
Le quattro foto di dimensioni 20x25 ritraggono un edificio nel centro di Roma, distrutto dagli eventi bellici. Una delle foto è offerta al governatorato di Roma, ad un'impresa edile, alla chiesa dello Spirito Santo di Napoli
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Fotografo anonimo
Gita a Roma. I ragazzi del Convitto Nazionale Maria Luigia di Parma
Foto in buono stato di dimensioni 18x26
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Brunner
Roma, Monumento a Vittorio Emanuele
Foto in buono stato di dimensioni 20x27
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Fotografo anonimo
Roma, La società di navigazione aerea al Planetario
Foto in buono stato di dimensioni 18x25. Sul restro è dattilografata la descrizione dell'evento
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Vasari
Roma, Viale Marconi in costruzione
Foto in buono stato di dimensioni 13x18. Testimonianza della costruzione di una delle vie commerciali più note della capitale
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Vasari
Roma, fondamenta in viale Marconi
Foto in buono stato di dimensioni 13x18. Testimonianza della costruzione di una delle vie commerciali più note della capitale
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Vasari
Roma, le prime macchine a viale Marconi
Foto in buono stato di dimensioni 18x25. Testimonianza della costruzione di una delle vie commerciali più note della capitale
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Fotografo anonimo
Roma, Una botticella a riposo
Foto in buono stato di dimensioni 12x18.
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Fotografo anonimo
Roma, la nascita di Citta Giardino
Foto in buono stato di dimensioni 18x25. Rara documentazione sull'edificazione di Città Giardino, esempio di sperimentazione urbanistica di un quartiere modello
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Moschio
Roma Viale Trastevere, il palazzo del cinema Reale
Foto in buono stato di dimensioni 18x25. La costruzione a viale Trastevere di un palazzo nuovo accanto a vecchie presistenze
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Fotografo anonimo
Roma, Nevica a San Pietro
La foto, di dimensioni 12x18, ritrae San Pietro imbiancata per l'eccezionale nevicata del marzo 1940.
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Vasari
Roma, un palazzo in costruzione a via Oderisi da Gubbio
Foto in buono stato di dimensioni 18x25.
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Flore Vincenzo
Roma. I ragazzi del Liceo Giulio Cesare
Foto in buono stato di dimensioni 18x25. L'abbigliamento degli studenti e i veicoli sul marciapiede documentano il life style del periodo
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Fotografo anonimo
Roma, Inizio della via del Gianicolo su piazza della Rovere
Foto in discreto stato di dimensioni 18x25. Lievi imperfezioni
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Felici G.
Città del Vaticano, La stazione ferroviaria ora completamente finita
Foto in buono stato di dimensioni 18x25. Fine dei lavori di questa opera costruita dal'ingegner Giuseppe Momo, architetto di fiducia del Papa
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Moschioni
Roma Viale Trastevere, l'insegna del cinema Reale
Foto in buono stato di dimensioni 18x25.
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Fotografo anonimo
Una strada di Roma
Foto in buono stato di dimensioni 18x25.
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Fotografo anonimo
Roma. Quartiere Sacco Pastore
4 Foto di dimensioni12X12. 3 foto relative a Sacco Pastore, 1 a viale Etipia
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Moscatelli P.
Roma la ricostruzione edilizia del dopoguerra
Foto in buono stato dimensioni 12x18.
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Moscatelli P.
Roma in costruzione nel dopoguerra
Foto in buono stato dimensioni 12x18.
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Fotografo anonimo
Roma, un tamponamento
Foto in buono stato dimensioni 12x18.
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Fotoreporter Tridici Rocco
Roma, bar con tavolini all'aperto
Foto in buono stato dimensioni 12x18. Angolo sinistro superiore sciupato.
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Fotografo anonimo
Roma. Pubblicità politica a Garbatella
Foto in buono stato dimensioni 12x18.
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Fotografo anonimo
Roma, I balconi alla Garbatella
Foto in buono stato dimensioni 12x18.
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Fotografo anonimo
Roma, L'entrata di un negozio
Foto in buono stato dimensioni 12x18.
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Vasari
Roma, Un palazzo borghese
Foto in buono stato dimensioni 20x25
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Fotografo anonimo
Roma, Portico D'Ottavia
Foto in buono stato dimensioni 20x18
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