Portal independente de livreros profissionais

‎Roma‎

Main

Padres do tema

‎Itália‎
Número de resultados : 40.176 (804 Página(s))

Primeira página Página anterior 1 ... 793 794 795 [796] 797 798 799 ... 804 Página seguinte Ultima página

‎GUESDON Alfred (Nantes 1808 - ?)‎

‎Rome Vue prise au dessus du Mont-Celio‎

‎Splendida veduta a volo d’uccello, realizzata in litografia, e pubblicata nel celebre L’Italie à vol d’oiseau., o storia e descrizione sommaria delle principali città di questo paese, di H. Etiennez, accompagnate da 40 grandi vedute generali, disegnate dal vero da Alfred Guesdon e litografate con due tinte da A. Rouargue, Jules Arnout, A. Cuvillier, A. Guesdon. Nato nel 1808 a Nantes, Guesdon intraprende senza fortuna la carriera di architetto e decide di dedicarsi al vedutismo anche con l’ausilio del pallone aerostatico in taluni casi e delle foto che ne trae. Per quindici anni l' artistaviaggiatore percorre interamente quella parte d' Europa che va «dal golfo di Napoli alle rive del Reno, dal lago di Ginevra allo stretto di Gibilterra». Per quanto riguarda la produzione iconografica, Guesdon realizza vedute di città italiane, francesi, spagnole e svizzere. A partire dal 1849 vengono pubblicate nell' ordine: L' Italie à vol d' oiseau, o storia e descrizione sommaria delle principali città di questo paese, di H. Etiennez, accompagnate da 40 grandi vedute generali, disegnate dal vero e litografate con due tinte Parigi, Hauser, 1849, volume in-folio. I disegni originari furono realizzati prima del 1848 e rappresentano le città italiane: da Torino a Genova, da Milano a Venezia, da Firenze a Roma, fino a Napoli, Pompei, Palermo, Messina e Catania. Pubblica poi La France a vol d' oiseau. Viaggio aereo sulla Loira e le sue rive, con la rappresentazione di 37 città; infine nel 1853 pubblica L' Espagne à vol d' oiseau con 24 vedute generali delle principali città del paese. Assai meno nota la raccolta di città svizzere dal titolo: La Suisse à vol d' oiseau, composta da almeno dieci litografiea colori realizzate sul finire degli anni Cinquanta.   Litografia tinta, finemente colorata a mano, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia D. Straffolino, Alfred Guesdon, L'Italie a vol d'oiseau (1849). La veduta a volo d'uccello dalle ali di Icaro alla mongolfiera; Cremonini, L’Italia nelle vedute e carte geografiche, pp. 241/242. Alfred Guesdon was born in Nantes, June the 13th 1808. Once he finished his classical studies, in 1829, he went to Paris, to study architecture as a pupil of Antoine Martin Garnaud.Starting from 1830, he devoted himself to experimentations and researches on the art of lithography, especially on historical subjects, views and landscapes he took from his many trips around Europe.The distinctiveness of these views is the fact that they are the first representations of the cities from above, realized on board of an air balloon. In 1849 he published the lithographic plates in the famous L’Italie à vol d’oiseau., o storia e descrizione sommaria delle principali città di questo paese, di H. Etiennez, accompagnate da 40 grandi vedute generali, disegnate dal vero da Alfred Guesdon e litografate con due tinte da A. Rouargue, Jules Arnout, A. Cuvillier, A. Guesdon.Tinted litograph with later hand colour, very good condition.Bibliografia D. Straffolino, Alfred Guesdon, L'Italie a vol d'oiseau (1849). La veduta a volo d'uccello dalle ali di Icaro alla mongolfiera; Cremonini, L’Italia nelle vedute e carte geografiche, pp. 241/242.‎

‎ZUCCAGNI ORLANDINI Attilio (Fiesole 1784 - Firenze 1872)‎

‎Pianta della Città di Roma‎

‎Pianta tratta dall’Atlante geografico degli Stati italiani delineato sopra le migliori e più moderne mappe per servire di corredo alla corografia fisica storica e statistica dell'Italia, di Attilio Zuccagni Orlandini stampato a Firenze, presso gli editori, 1844. In 2° massimo, 2 voll. Il primo volume contenente le carte dell’Italia Superiore in 52 fogli, il secondo volume quelle dell’Italia Inferiore in 77 fogli. Attilio Zuccagni Orlandini (1784-1872) nacque a Fiesole con il nome di Giuseppe Orlandini. In seguito all’adozione da parte del facoltoso zio materno Attilio Zuccagni (1754-1807), botanico e georgofilo, assunse il nome di Attilio Zuccagni Orlandini. La sua più importante opera è la relazione geografico-cartografica di tutti gli Stati preunitari italiani, la grandiosa Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue Isole (Firenze 1835-1845), in dodici volumi per diciannove tomi, con un volume introduttivo sull’intera penisola italiana. L’opera costituì la summa delle centinaia di opere geografiche generali, regionali e locali allora disponibili e presentava, per ogni Stato preunitario, la trattazione fisica, storica, topografica e un inquadramento statistico. Nel 1844-45, la Corografia fu arricchita con cinque volumi di cartografie, vedute e altre illustrazioni di luoghi e monumenti: Atlante geografico degli Stati italiani delineato sopra le migliori e più moderne mappe (due volumi con 144 tavole inclusa la grande carta della penisola in 15 fogli) e Atlante illustrativo ossia raccolta dei principali monumenti italiani antichi, del medio evo e moderni e di alcune vedute pittoriche (tre volumi con 413 illustrazioni, stampate su 269 fogli). Le tavole furono incise, sempre a Firenze, in due apposite officine, da quattro valenti artisti lombardi (Vittorio Angeli, Giacinto Maina, Pietro Manzoni e Giuseppe Pozzi). Soprattutto il primo dei due atlanti rappresenta, ancora oggi, una pietra miliare nella storia della cartografia e dell’iconografia geografica italiana. Fu veramente ‘un’ardua impresa’, dal momento che spesso mancavano ancora (come, ad esempio, per il Ducato di Lucca e lo Stato Pontificio) prodotti cartografici compiutamente geometrici. I due prodotti furono presentati ai Georgofili nel 1843 e nel 1844, insieme alla mappa della Repubblica di San Marino. L’opera si rivelò oltremodo costosa e non ottenne il successo commerciale sperato, ma servì da base per tante altre iniziative editoriali successive che vi attinsero, talora senza neppure rispettarne i diritti d’autore. Incisione in rame, coloritura coeva dei contorni, lievi ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione.  Bibliografia Cfr. Anna Guarducci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 100 (2020). Plan taken from the Atlante geografico degli Stati italiani delineato sopra le migliori e più moderne mappe per servire di corredo alla corografia fisica storica e statistica dell'Italia, di Attilio Zuccagni Orlandini printed in Florence, 1844. The first volume contains the maps of Northern Italy in 52 sheets, the second volume those of Southern Italy in 77 sheets. Attilio Zuccagni Orlandini (1784-1872) was born in Fiesole under the name of Giuseppe Orlandini. Following adoption by his wealthy maternal uncle Attilio Zuccagni (1754-1807), a botanist and georgofile, he took the name Attilio Zuccagni Orlandini.  His most important work is the geographic-cartographic report of all the pre-unification Italian states, the great Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue Isole (Florence 1835-1845), in twelve volumes for nineteen tomes, with an introductory volume on the entire Italian peninsula. The work constituted the sum of hundreds of general, regional and local geographic works then available and presented, for each pre-unification state, the physical, historical, topographical and statistical framework. In 1844-45, the Corografia was enriched with five volumes of maps, views and other illustrations of places and monuments: Atlante geografico degli Stati italiani delineato sopra le migliori e più moderne mappe (two volumes with 144 plates including the large map of the peninsula in 15 sheets) and Atlante illustrativo ossia raccolta dei principali monumenti italiani antichi, del medio evo e moderni e di alcune vedute pittoriche (three volumes with 413 illustrations, printed on 269 sheets). The plates were engraved, again in Florence, in two special workshops, by four talented Lombard artists (Vittorio Angeli, Giacinto Maina, Pietro Manzoni and Giuseppe Pozzi).   Especially the first of the two atlases represents, even today, a milestone in the history of cartography and Italian geographic iconography. It was truly 'an arduous undertaking', since cartographic products were often still lacking (as, for example, for the Duchy of Lucca and the Papal States) fully geometric. The two products were presented to the Georgofili in 1843 and 1844, along with the map of the Republic of San Marino. The work proved to be very expensive and did not achieve the commercial success hoped for, but served as a basis for many other subsequent publishing initiatives that drew on it, sometimes without even respecting the copyright. Copperplate with fine outline colour, good condition.   Literature Anna Guarducci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 100 (2020).‎

‎Anonimo‎

‎Antiquae Urbis Perfecta et Nova Delineatio‎

‎Pianta archeologica a proiezione verticale con alzato, priva di data ed indicazioni editoriali. Si tratta di una fedele replica della pianta archeologica pubblicata da Nicolas van Aelst ed incisa da Ambrogio Brambilla, probabilmente edita a Roma tra la fine del ’500 e l’inizio del secolo successivo. Caldana sottolinea che “l’anonimo incisore è bravo quasi quanto l’autore dell’originale, le differenze sono minime, salvo le misure che nella copia sono leggermente inferiori; imitata persino la calligrafia dei toponimi meno che per alcuni, scritti in lettere maiuscole”. Dal punto di vista editoriale, l’esistenza di un esemplare con l’imprint di Gian Giacomo de Rossi, descritto da Hülsen (1933) nella raccolta del castello di Wolfegg, certifica che il rame fosse in possesso della tipografia romana. Sempre Caldana sostiene, ma senza fondamento, che la pianta fu fatta incidere da Giuseppe de Rossi nel 1637, in occasione della ristampa della pianta di Roma moderna. Crediamo invece che il rame sia più antico e che, come per molte lastre del secolo precedente, solo successivamente venga acquisito dalla tipografia de Rossi. In alto, lungo il bordo superiore, è inciso il titolo: ANTIQUAE URBIS PERFECTA ET NOVA DELINEATIO. Lungo il margine inferiore si trova una legenda numerica di 90 rimandi a luoghi e monumenti notabili distribuita, su quindici colonne. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, OCCIDENS, ORIENS il nord è a sinistra. Nella tavola sono presenti ulteriori indicazioni toponomastiche. Acquaforte e bulino, privo di indicazioni editoriali. Esemplare nel primo stato di due, avanti l'indirizzo di De Rossi. Magnifico esemplare di questa rara pianta archeologica di Roma. In perfetto stato di conservazione.   Bibliografia   Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2368, tav. 1217, I/II; Caldana (2013): n. I.28; Hülsen (1915): pp. 55-56, VIIIc, n. 41; Hülsen (1933): p. 106, VIIIc, n. 41a; Scaccia Scarafoni (1939): p. 28, n. 24. Archaeological map with vertical projection with elevation, without date and printing details. It is a faithful replica of the map published by Nicolas van Aelst and engraved by Ambrogio Brambilla, probably published in Rome between the end of the 16th century and the beginning of the following century. Caldana underlines that "the anonymous engraver is almost as good as the author of the original, the differences are minimal, except for the measurements that in the copy are slightly smaller; even the calligraphy of the place names is imitated, less so for some, written in capital letters". From the editorial point of view, the existence of a copy with the imprint of Gian Giacomo de Rossi, described by Hülsen (1933) in the collection of Wolfegg Castle, certifies that the copper was in the possession of the Roman printing house. Caldana also maintains, but without foundation, that the map was engraved by Giuseppe de Rossi in 1637, on the occasion of the reprinting of the modern Rome map. We believe instead that the copper is older and that, as for many plates of the previous century, it was only later acquired by de Rossi's printing house. At the top, along the upper edge, is engraved the title: ANTIQUAE URBIS PERFECTA ET NOVA DELINEATIO. Along the lower margin there is a numerical legend of 90 references to notable places and monuments distributed on fifteen columns. Orientation on the four sides in the centre with the name of the cardinal points: SEPTENTRIO, MERIDIES, OCCIDENS, ORIENS the north is on the left. In the map there are further toponymic indications. Etching and engraving; exemple in the first state of two, before the De Rossi's address. Magnificent example of this rare archaeological map of Rome. In perfect state of conservation.   Literature   Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2368, tav. 1217, I/II; Caldana (2013): n. I.28; Hülsen (1915): pp. 55-56, VIIIc, n. 41; Hülsen (1933): p. 106, VIIIc, n. 41a; Scaccia Scarafoni (1939): p. 28, n. 24.‎

‎MERIAN "il vecchio" Matthaus (Basilea 1593 - Bad Schwalbach 1650)‎

‎Roma‎

‎Pianta della città incisa ed edita dal Merian, e pubblicata per la prima volta nell'Itinerario Italiae di Martin Zeiller. La carta è la copia in formato ridotto della grande pianta realizzata da Antonio Tempesta nel 1593. "Contenuta oltre che nell'opera di Martin Zeiler del 1640 anche nell'opera del Werdenhaen, De Rebus publicis Hanseaticis, tav. 173 - Francoforte 1641. è certamente la più nota e diffusa riduzione della pianta del Tempesta. Non presenta alcun aggiornamento rispetto al suo prototipo e pertanto raffigura la città nell'anno 1593, sebben sia stata incisa oltre mezzo secolo dopo. Una curiosa correzione rispetto al Tempesta riguarda la Piramide, da questi erroneamente raffigurata all'interno delle mura, è invece qui disegnata più correttamente a cavallo delle stesse" (cfr. Marigliani p. 175). Incisione in rame stampata su due fogli uniti verticalmente, finemente colorato a mano, in ottimo stato di conservazione. Bellissimo esemplare di una delle più belle e decorative rappresentazioni della città. Bibliografia A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", CXXXV, tav. 275; Hulsen 88, Scaccia Scarafoni 186; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 76. Map of Rome, engraved and published by Merian. It was first issued in the Itinerario Italie of Martin Zeiller. The map is a reduction of the big map realized by Antonio Tempesta in 1593. "Contained not only in the 1640 work of Martin Zeiler but also in the work of Werdenhaen, De Rebus publicis Hanseaticis, pl. 173 - Frankfurt 1641. It is certainly the best known and most widespread reduction of the map of Antonio Tempesta. It does not present any update with respect to the its prototype and therefore depicts the city in the year 1593, although it was engraved over half a century later. A curious correction with respect to Tempesta concerns the Pyramid, which he erroneously depicted inside the walls, is instead drawn here more correctly astride themselves "(see Marigliani p. 175). Engraving printed on two sheets, joined up vertically, with fine later hand colour, in very good condition. Magnificent example of one of the most beautiful and highly decorative representations of the city. Bibliografia A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", CXXXV, tav. 275; Hulsen 88, Scaccia Scarafoni 186; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 76.‎

‎NOLLI Giambattista (Como 1701 - Roma 1756)‎

‎La Topografia di Roma di Gio Batta Nolli dalla Maggiore in questa Minor Tavola dal Medesimo Ridotta‎

‎Acquaforte e bulino, 1748, firmata sulla pietra con la scala in basso al centro "Piranesi e Nolli incisero".  Celebre pianta di Roma, incisa da Giovanni Battista Nolli e Carlo Nolli, magnificamente arricchita da  elementi decorativi incisi da Giovanni Battista Piranesi. La mappa descrive il centro di Roma su una grande quinta dispiegata dal putto in alto a destra. In alto a sinistra un putto sorregge lo stemma del cardinale Alessandro Albani, al quale l'opera è dedicata, come riportato nel cartiglio sottostante. Al lato sinistro, al di sotto del putto reggi stemma, si diparte una legenda con un elenco di centosettanta luoghi d'interesse, palazzi, monumenti e chiese, che prosegue sul bordo destro. In basso al centro, sui ruderi di un piedistallo, è riportato il titolo. Nella parte bassa della composizione si osservano un'immagine speculare della Basilica di San Pietro, la facciata della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme di Pietro Passalacqua e Domenico Gregorini, la Fontana di Trevi di Nicola Salvi e la facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore di Ferdinando Fuga. La pianta è conosciuta come "Pianta piccola" del Nolli; piccola per distinguerla dal celebre grande rilievo, impresso su 12 fogli (più 6 di indice), di cui questa pianta rappresenta la riduzione. È numerata 33-34 perché seguiva, nella pubblicazione completa, i 6 fogli di indice della pianta grande. Il titolo è riportato in basso, entro il piedistallo della colonna traiana. Accanto, entro un frammento architettonico su cui è riportata la "scala in palmi romani d'architettura", la sottoscrizione degli incisori C. Nolli e G.B. Piranesi. La dedica di G.B. Nolli al cardinale Alessandro Albani è datata "Roma il dì primo del 1748". L'indicazione di pubblicazione si trova nel lembo, ripiegato, del cartiglio sul lato destro. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, completa dei margini, leggera e diffusa brunitura, minime abrasioni, per il resto in buono stato di conservazione. Bibliografia Scaccia Scarafoni n. 227; Marigliani, 190; Frutaz CLXIX a-c; Wilton-Ely 1994, n. 1007. Etching and engraving, 1748, signed on stone with scale at bottom center "Piranesi e Nolli incisero".  Famous map of Rome, engraved by Giovanni Battista Nolli and Carlo Nolli, beautifully enriched with decorative elements engraved by Giovanni Battista Piranesi. The map depicts the center of Rome on a large backdrop unfolded by the putto in the upper right. On the upper left a putto holds the coat of arms of Cardinal Alessandro Albani, to whom the work is dedicated, as shown in the cartouche below. On the left side, below the putto holding the coat of arms, departs a legend with a list of one hundred and seventy places of interest, palaces, monuments, and churches, which continues on the right border. At the bottom center, on the ruins of a pedestal, is the title. The lower part of the composition shows a mirror image of St. Peter's Basilica, the facade of the Basilica of Santa Croce in Gerusalemme by Pietro Passalacqua and Domenico Gregorini, the Trevi Fountain by Nicola Salvi, and the facade of the Basilica of Santa Maria Maggiore by Ferdinando Fuga. The map is known as Nolli's "Small Plan"; small to distinguish it from the famous large relief, imprinted on 12 sheets (plus 6 of index), of which this map represents the reduction. It is numbered 33-34 because it followed, in the complete publication, the 6 index sheets of the wall map. The title is given at the bottom, within the pedestal of the Trajan column. Next to it, within an architectural fragment on which is the "scala in palmi romani d'architettura", is the signature of engravers C. Nolli and G.B. Piranesi. G.B. Nolli's dedication to Cardinal Alessandro Albani is dated "Roma il dì primo del 1748." The indication of publication is in the flap, folded, of the cartouche on the right side. Etching, impressed on contemporary laid paper, complete with margins, light and diffuse browning, minimal abrasions, otherwise in good condition. Bibliografia Scaccia Scarafoni n. 227; Marigliani, 190; Frutaz CLXIX a-c; Wilton-Ely 1994, n. 1007.‎

‎MOSCHETTI Alessandro (attivo tra il 1830 e il 1845)‎

‎Pianta di Roma Elevata nel MDCCCXLVIII‎

‎Pianta di Roma edita da Alessandro Moschetti nel 1848. Viene attribuita ad Angelo Bertini – in qualità di editore – ed Enrico Salandri come incisore. “è la seconda edizione della pianta del Bertini/Salandri. Attorno alla pianta ci sono sei vedutine di Roma e 117 numeri di legenda come nella prima edizione. Le varie ristampe, come rilevato dal Frutaz, si differenziano tra loro solo per alcuni particolari dell’apparato decorativo estreno. Il prototipo di questa pianta dovrebbe essere quella di anonimo del 1820 circa, in cui piazza del Popolo si presenta ancora con un solo emiciclo realizzato. I nomi del Bertini e del Salandri sono presenti solo nella prima edizione” (cfr. Marigliani p. 363). Alessandro Moschetti, secondo quanto si legge in Giovanna Sapori e Sonia Amadio, Il mercato delle stampe a Roma, XVI-XIX secolo (p. 334) fu incisore di architetture con bottega a Roma in via Bocca di Leone, 63. Secondo altre fonti fu invece attivo a Roma prima e Napoli poi fino al 1868. Si dedicò con successo all’intaglio di vedute della città eterna, pubblicate per la prima volta nella Raccolta delle principali vedute di Roma antica e moderna (1843). La raccolta, che comprende un frontespizio figurato e 35 tavole incise in rame dal Moschetti su disegni di Marchi, Ciconnetti e Zolla, "il cui numero può variare da un esemplare all'altro" (cfr. S. Rossetti, n. 7252) è assai ricercata per la pianta di Roma nel 1843 e soprattutto per le vedute arricchite di scene popolari tipiche del folclore civile e religioso dell'epoca. Successivamente le vedute di Moschetti furono ristampate, in numero sempre crescente. Il presente esemplare è tratto dalle 70 Principali vedute di Roma 1861. Proprietà Cesari, reperibile in via Petra n.89. Scudi 6. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia Cfr. Marigliani, Le piante di Roma nelle collezioni private (2007), p. 363, n. 297; Frutaz n. 199; Scaccia Scarafoni n. 298. Map of Rome edited by Alessandro Moschetti in 1848. It is attributed to Angelo Bertini -as publisher - and Enrico Salandri, as engraver. “è la seconda edizione della pianta del Bertini/Salandri. Attorno alla pianta ci sono sei vedutine di Roma e 117 numeri di legenda come nella prima edizione. Le varie ristampe, come rilevato dal Frutaz, si differenziano tra loro solo per alcuni particolari dell’apparato decorativo estreno. Il prototipo di questa pianta dovrebbe essere quella di anonimo del 1820 circa, in cui piazza del Popolo si presenta ancora con un solo emiciclo realizzato. I nomi del Bertini e del Salandri sono presenti solo nella prima edizione” (cfr. Marigliani p. 363). Alessandro Moschetti, according to Giovanna Sapori and Sonia Amadio, Il mercato delle stampe a Roma, XVI-XIX secolo (p. 334) was an engraver of architecture with a workshop in Rome at Via Bocca di Leone, 63. According to other sources, he was active first in Rome and then in Naples until 1868. He devoted himself successfully to the engraving of views of the Eternal City, published for the first time in the Raccolta delle principali vedute di Roma antica e moderna (1843). The collection, which includes an illustrated frontispiece and 35 plates engraved in copper by Moschetti on drawings by Marchi, Ciconnetti and Zolla, "the number of which may vary from one copy to another" (cf. S. Rossetti, n. 7252) is much sought after for the plan of Rome in 1843 and especially for the views enriched with popular scenes typical of the civil and religious folklore of the time. Subsequently, Moschetti's views were reprinted in increasing numbers. The present example is taken from the 70 Principal Views of Rome 1861.   Copper engraving, in excellent condition. Bibliografia Cfr. Marigliani, Le piante di Roma nelle collezioni private (2007), p. 363, n. 297; Frutaz n. 199; Scaccia Scarafoni n. 298.‎

‎Illustreret Tidende (1859 - 1924)‎

‎Rom, feet i Fughperfpectiv‎

‎Veduta di Roma dal Gianicolo, pubblicata nel numero del marzo 1865 dell’Illustreret Tidende, un settimanale illustrato danese pubblicato dal 1859 al 1924 in Danimarca con contenuti internazionali di attualità, letteratura e intrattenimento. Illustreret Tidende fu fondato da Otto Herman Delbanco (in origine editore musicale) ispirandosi a riviste simili pubblicate altrove, come la tedesca Illustrirte Zeitung e l'inglese Illustrated London News. Nel primo numero si leggeva la ragion d'essere della rivista: "un resoconto settimanale su eventi importanti e celebrità contemporanee, romanzi, racconti, storie di viaggiatori e altri contenuti di scienza, letteratura, arte e industria". Il target era la borghesia e gli accademici. Le illustrazioni del pittore Otto Bache sulla guerra danese-tedesca del 1864 rappresentarono per la rivista una svolta verso il mainstream. Tutte le illustrazioni furono raccolte in un numero speciale del 1964 che comprendeva duecento xilografie di questo importante conflitto, che minò l'identità danese di grande potenza militare europea. Molti giovani talenti della scrittura si unirono alla rivista, come ad esempio Georg Brandes (che scrisse critiche letterarie e teatrali) nel 1862, anche se fu licenziato nel 1869 quando le sue opinioni divergevano da quelle dei redattori. Tra i collaboratori grafici figurano Lorenz Frølich, Carl Bloch, Julius Exner, Peter Tom-Petersen, Anton Dorph e Henrik Olrik. Xilografia, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Rara. View of Rome from the Janiculum Hill, published in the March 1865 issue of Illustreret Tidende, a Danish illustrated weekly published from 1859 to 1924 in Denmark with international content on current affairs, literature and entertainment. Illustreret Tidende was founded by Otto Herman Delbanco (originally a music publisher) with inspiration from similar magazines elsewhere, such as the German Illustrirte Zeitung and the English Illustrated London News. The first issue stated the raison d'être of the magazine: "a weekly report on important events and contemporary celebrities, novels, stories, traveller's stories, and other contents from science, literature, art and industry". The target group was the bourgeoisie and academics. The painter Otto Bache's illustrations from the Danish-German war of 1864 were a break-through into mainstream for the magazine. All the illustrations were compiled into a special issue in 1964 comprising two hundred woodcuts of this important conflict, which undermined the Danish identity of being a major European military power. Many young writing talents joined the magazine, e.g. Georg Brandes (who wrote literary and theater criticism) in 1862, although he was fired in 1869 when his views diverged from those of the editors. Graphic contributors included Lorenz Frølich, Carl Bloch, Julius Exner, Peter Tom-Petersen, Anton Dorph and Henrik Olrik. Woodcut with fine later hand colour, very good condition. Rare.‎

‎BARBEY Antonio (attivo tra il 1690 ed il 1714 circa)‎

‎Nuova Pianta della Citta di Roma coll'Indice de Tempij Palazzi et Altre Fabriche Antiche e Moderne...‎

‎Mappa di Roma del XVII secolo, incisa a Roma da Antonio Barbey e pubblicata da Domenico de Rossi.Si basa sulla grande pianta murale di Giovan Battista Falda, ma mostra con particolare cura gli interventi urbani sotto il pontificato di papa Innocenzo XII, tra i quali la dogana di mare a Ripa Grande (1694). Sono inoltre contenute nella pianta una serie di interessanti note e i nomi delle ville e vigne entro le mura della città.Comprende un elegante cartiglio con titolo e stemma in alto, e un secondo cartiglio con un lungo elenco che individua 464 luoghi di interesse nella Città Eterna.La mappa è orientata a nord-est in alto e comprende siti antichi e moderni. "I lotti edificati sono campiti con puntinato e vengono indicati i nomi di molte strade. L'impostazione generale e vari dettagli denotano la derivazione di questa pianta dalla grande del Falda cui il Barbey apportò però numerosi aggiornamenti. Sono infatti riportati i nuovi interventi di Innocenzo XII tra i quali la dogana di mare a Ripa Grande (1694). Sono inoltre contenute nella pianta una serie di interessanti note e i nomi delle ville e vigne entro le mura della città. In basso a sinistra è scritto Ant. Barbey Sculp. ed a destra Domenico de Rossi [...] l'anno 1697 il di 25 maggio. Sotto il titolo in alto è riportata la dedica a Mons. Ranuccio Pallavicino Governatore di quest'alma Città e vice Camerlengo [...] Innocenzo XII felicemente regnante. Sui due lati legenda con 464 numeri di rimando ed elenco dei XIV rioni, e, in basso a destra, l'indice delle chiese di Roma" (cfr. Marigliani p. 253). Incisione in rame con bellissima coloritura a mano, alcune pieghe di carta perfettamente restaurate, per il resto in buono stato di conservazione. Rara. Bibliografia Frutaz n. 162, Scaccia Scarafoni n. 206, Huelsen n. 135; Marigliani n. 159. Map of Rome from the 17th century, engraved in Rome by Antonio Barbey and published by Domenico de Rossi. It is based on the large wall map by Giovan Battista Falda, but shows with particular care the urban interventions under the pontificate of Pope Innocenzo XII, including the sea customs house at Ripa Grande (1694). The map also contains a number of interesting notes and the names of the villas and vineyards within the city walls.  It includes an elegant cartouche with title and coat of arms at the top, and a second cartouche with a long list identifying 464 places of interest in the Eternal City. The map is oriented north-east at the top and includes ancient and modern sites. Built-up lots are dotted and the names of many streets are indicated. The general layout and various details indicate that this map derives from Falda's great map, to which Barbey however made numerous updates. In fact, the new interventions of Innocent XII are shown, including the sea customs house at Ripa Grande (1694). The map also contains a series of interesting notes and the names of the villas and vineyards within the city walls. At lower left is written Ant. Barbey Sculp. and on the right Domenico de Rossi [...] the year 1697 the 25th of May. Under the title at the top there is the dedication to Monsignor Ranuccio Pallavicino Governor of this great City and Vice Camerlengo. On both sides a legend with 464 reference numbers and a list of the XIV districts, and, at the bottom right, the index of the churches of Rome (cf. Marigliani p. 253). Copper engraving with fine later hand colour, few repaired paper folds, otherwise in good condition. Rare. Bibliografia Frutaz n. 162, Scaccia Scarafoni n. 206, Huelsen n. 135; Marigliani n. 159.‎

‎CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)‎

‎Palatini montis prospectus‎

‎Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, with fine later hand colour, some paper fold perfectly restored, otherwise good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.‎

‎GREUTER Mattheus (Roma 1564 - 1638)‎

‎Sepolcro di Gregorio XIII in San Pietro‎

‎Bulino, circa 1590. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame ed applicata su antico supporto di collezione, leggere tracce di piega centrale, per il resto in ottimo stato di conservazione. Attribuita per motivi stilistici al Greuter, in quanto l’opera, rarissima e non citata dalle bibliografie, non è firmata.  Engraving, 1590 circa. Magnificent work, rich in shades, printed on contemporary laid paper and laid on collector’s paper, light signs of centrefold, otherwise in good condition. Ascribed for stylistic reason to Greuter for the work, very rare and never mentioned in any bibliographies, is not signed.Dimensioni 330x430.‎

‎BRUSTOLON Giambattista (Venezia 1716 – 1796)‎

‎Vue de la Basilique Vaticane & du Chateau S. Ange, jadis Mausolée d’Adrien‎

‎Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a destra. Da un disegno del Canaletto, oggi conservato al British Museum [1858,0626.221].Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con ampli margini, in perfetto stato di conservazione. Il Museo Correr possiede una raccolta di quindici fogli raffiguranti vedute di Roma incise da Brustolon su disegno del Canaletto; il frontespizio, manoscritto, reca l’iscrizione Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. Il catalogo della tipografia Remondini del 1817 elenca sempre 15 soggetti “romani”. Tuttavia secondo il Moschini le vedute di Roma del Brustolon sarebbero addirittura venticinque. Il nostro esemplare differisce nel titolo - in francese - rispetto a quello pubblicato nel catalogo della mostra "Roma Veduta" (Roma, 2000).Rarissima. View of the Tiber and Rome from the Basilica of St Valentino on the Via FlaminiaEtching and engraving, signed on lower right plate. After a drawing of Canaletto, today at the British Museum [1858,0626.221].Magnificent work, printed on contemporary laid paper with wide margins, in perfect condition. The Correr Museum owns a collection of fifteen sheets depicting views of Rome engraved by Brustolon after drawings of Canaletto; the front page, handwritten, bears the inscription Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. The 1817 catalogue of the typography of Remondini lists 15 “Roman” subjects; nonetheless, according to Meschini, Brustolon’s views of Rome are not less than twenty five. Very rare. Succi, Da Carlevarijs ai Tiepolo, p. 82; Maria Catelli Isola, in "I ponti di Roma" (1975): p. 76, n. 120; Roma Veduta (2000): pp. 181-182, n. 37 (variante).‎

‎Anonimo‎

‎Funzione Funebre fatta nella morte di N. S. Papa Clemente XII‎

‎Acquaforte e bulino, 1740, datata il lastra la centro. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in eccellente stato di conservazione. Impressa dalla Calcografia della Reverenda Camera Apostolica, che nel 1739 acquisì la tipografia De’ Rossi, divenendo la più importante tipografia a Roma. Molto rara. Ex collezione Laetitia Pecci Blunt. Dimensioni 350x320. Etching and engraving, 1740, dated on centre plate. Magnificent work printed on contemporary laid paper with margins, in excellent condition. Printed by the chalcography of the Reverenda Camera Apostolica, which bought the typography of De’ Rossi in 1739, becoming the most important printing business in Rome. Very rare. Ex collezione Laetitia Pecci Blunt.‎

‎Anonimo‎

‎Cerimonia del Conclave dopo la morte di papa Clemente XII‎

‎Acquaforte, 1740, datata in lastra in basso. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Impressa dalla tipografia Neria. Molo rara. Dimensioni 295x445. Etching, 1740, dated on lower plate. Magnificent work printed on contemporary laid paper with margins, in excellent condition. Printed by the typography Neria. Very rare.‎

‎BASSET‎

‎Rome‎

‎Questo panorama di Roma risulta essere una copia di quello edito da Chereau intorno al 1730 circa. L’assenza del porto di Ripetta e della scalinata di Trinità dei Monti permette di datare il paesaggio ritratto al 1700 circa. La raffigurazione di San Pietro ricorda quella del Barriere che è forse da ritenersi il lontano prototipo di questa serie di vedute edite in Francia nel XVIII secolo.Di questa incisione è nota una variante, censita da Marigliani, che reca in basso l’indirizzo di François Basset, e la cui edizione risale al 1780 circa.È quindi possibile suppore che questo sia il primo stato della lastra, avanti l’indirizzo editoriale, oppure che Basset abbia successivamente acquisito il rame e pubblicato con l’aggiunta del proprio indirizzo.Incisione in rame, finemente colorata d'epoca, in basso tre righe di testo in francese e legenda numerica 1-16, in ottimo stato di conservazione. This panoramic view of Rome is a copy of the one published by Chereau around 1730 or so. The absence of the port of Ripetta and the stairway of Trinità dei Monti allows us to date the landscape portrayed to around 1700. The depiction of Saint Peter recalls that of the Barriere which is perhaps to be considered the prototype of this series of views published in France in the eighteenth century.Marigliani describes a copy bearing the address of François Basset below, and whose edition dates back to around 1780.It is therefore possible to suppose that this is the first state of the plate, before the editorial address, or that Basset has subsequently acquired the plate and then published it with the addition of his own address.Copper engraving, finely colored at the time, three lines of text in French at the bottom and numerical key 1-16, in excellent condition. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 174 (variante)‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Veduta di Ripa Grande‎

‎Incisione all’acquaforte, circa 1660, firmata in basso dall’editore Giovanni Giacomo De’Rossi. Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini o rifilate al rame, tracce di colla al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione. Attribuite al Falda da Maria Catelli Isola e dal Beltrame Quattrocchi, questo raro gruppo di vedute di Roma tuttavia differisce dallo stile classico del Piemontese. Engraving, 1660 circa, signed on lower part by the publisher Giovanni Giacomo De’Rossi. Beautiful work printed on contemporary laid paper with thin margins or trimmed to platemark, signs of glue on verso otherwise in excellent condition Maria Catelli Isola and Beltrame Quattrocchi ascribed these rare views of Rome to Falda da Maria Catelli Isola e dal Beltrame Quattrocchi. Nonetheless, the style used for this group of works is quite different from the classical Piemontese style. The Illustrated Bartsch vol. 47/2, 4725.317; M. Catelli Isola, I Ponti di Roma 92/96; E. Beltrame Quattrocchi pp. 66-67, 92/96. Dimensioni 360x500 circa.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Altra veduta di Ripa Grande‎

‎Incisione all’acquaforte, circa 1660, firmata in basso dall’editore Giovanni Giacomo De’Rossi. Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini o rifilate al rame, tracce di colla al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione. Attribuite al Falda da Maria Catelli Isola e dal Beltrame Quattrocchi, questo raro gruppo di vedute di Roma tuttavia differisce dallo stile classico del Piemontese. Engraving, 1660 circa, signed on lower part by the publisher Giovanni Giacomo De’Rossi.Beautiful work printed on contemporary laid paper with thin margins or trimmed to platemark, signs of glue on verso otherwise in excellent condition Maria Catelli Isola and Beltrame Quattrocchi ascribed these rare views of Rome to Falda da Maria Catelli Isola e dal Beltrame Quattrocchi. Nonetheless, the style used for this group of works is quite different from the classical Piemontese style. The Illustrated Bartsch vol. 47/2, 4725.318; M. Catelli Isola, I Ponti di Roma 92/96; E. Beltrame Quattrocchi pp. 66-67, 92/96. Dimensioni 360x500 circa.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Templi Veneris Genetricis…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)‎

‎Colisei prospectus.‎

‎Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, with fine later hand colour, some paper fold perfectly restored, otherwise good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.‎

‎GIOVANNOLI Aloisio (Civita Castellana 1550 circa - Roma 1618)‎

‎Moles Hadriani sive Monumentu hodie Castru S. Angeli‎

‎Acquaforte tratta dalla rarissima opera "Vedute degli antichi vestigi di Roma... Acciochè il tempo non distrugga affatto le memorie lasciateci dagl'antichi Romani con li loro mirabilissimi Edificii, ho voluto in questo Volume distinto in sette parti raccorli tutti in disegno ... l'anno del Signore MDCXVI con privilegio...," stampata a Roma nel 1616. Magnifiche prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Il Giovannoli, incisore e miniaturista, è autore di questa insolita e rarissima serie di vedute di Roma, presente in pochissimi esemplari, tutti diversi tra loro, nella raccolte pubbliche. La serie completa di vedute consta probabilmente in 143 lavori, ultimati nella seconda edizione, postuma, pubblicata a Roma nel 1619 con il titolo di Roma Antica di Alo Giovanno da Civita Castellana. Le vedute raffigurano inusuali siti archeologici e monumenti principali, basandosi probabilmente sul modello di Etienne Duperac (1575) e Aegidius Sadeler (1610 circa). Assolutamente innovative sono invece la prospettiva e la tecnica incisoria, con un marcato chiaroscuro costituito da tratti obliqui decisi, forse grossolani, ma con una resa finale originale ed affascinante. Molto rare. From the very rare Vedute degli antichi vestigi di Roma... Acciochè il tempo non distrugga affatto le memorie lasciateci dagl'antichi Romani con li loro mirabilissimi Edificii, ho voluto in questo Volume distinto in sette parti raccorli tutti in disegno ... l'anno del Signore MDCXVI con privilegio..., printed in Rome in 1616. Magnificent work, printed on contemporary laid paper with full margins, in perfect condition. Giovannoli, engraver and miniaturist, realized this uncommon and extremely rare series of views of the city of Rome, printed in few examples, all of them with great differences, in the public collection. The complete series is made of 143 works, completed in the second, posthumous edition published in Rome in 1619, with the title of Roma Antica di Alo Giovanno da Civita Castellana. The views depict uncommon archaeological places and monuments, briving inspiration from Etienne Duperac (1575) and Aegidius Sadler (1610 circa). Completely new, on the other side is the perspective and the engraving technique, with a strong chiaroscuro realized with oblique lines, extremely original and fascinating. Very rare. Cicognara 3748, Olschki 17035. Dimensioni 380x215‎

‎Anonimo‎

‎Solenne Cavalcata per il possesso di N. S. Papa Clemente XIII‎

‎Acquaforte e bulino, 1758, datata in lastra in alto al centro. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in eccellente stato di conservazione. Impressa dalla Calcografia della Reverenda Camera Apostolica, il modello per lastra venne intagliata dallo Specchi nel 1692 ed utilizzata per il possesso di Innocenzo XII. Molto rara. Ex collezione Laetitia Pecci Blunt. Bibliografia Simonetta Tozzi, Incisioni barocche di feste ed avvenimenti, p. 63, I. 28.  Etching and engraving, 1758, dated on upper centre plate. Magnificent work printed on contemporary laid paper with margins, in excellent condition. This plate was printed by the chalcography of the Reverenda Camera Apostolica; the model for the plate was carved by Specchi in 1692 and used for Innocenzo XII’s installation. Very rare. Ex collezione Laetitia Pecci Blunt. Literature: Simonetta Tozzi, Incisioni barocche di feste ed avvenimenti, p. 63, I. 28. ‎

‎Anonimo‎

‎Cerimonia del Conclave dopo la morte di pappa Clemente XIV‎

‎Acquaforte, 1774. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, tracce di pieghe di carta, per il resto in buono stato di conservazione. Impressa dalla tipografia Giovanni Bartolomichi. Molo rara. Dimensioni 320x390. Etching, 1774. Magnificent work printed on contemporary laid paper with margins, signs of paper fold, otherwise in good condition It was printed by the typography Giovanni Bartolomichi. Very rare.‎

‎Anonimo‎

‎Solenne Cavalcata per il possesso da N.S. Pio VI‎

‎Acquaforte e bulino, 1775, datata in lastra in alto al centro. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, tracce di pieghe di carta, per il resto, in eccellente stato di conservazione. Impressa dalla tipografia Reverenda Camera Apostolica, il modello per la lastra venne intagliata dallo Specchi nel 1692 ed utilizzata per il possesso di Innocenzo XII. Molto rara. Ex collezione Laetitia Pecci Blunt. Bibliografia Simonetta Tozzi, Incisioni barocche di feste ed avvenimenti, p. 63, I. 28.  Etching and engraving, 1775, dated on upper centre plate. Magnificent work printed on contemporary laid paper with margins, signs of paper fold, otherwise in good condition. It was printed by the Reverenda Camera Apostolica; the model for the plate was carved by Specchi in 1692 and used for Innocenzo XII’s installation. Very rare. Ex collezione Laetitia Pecci Blunt.‎

‎Anonimo‎

‎Veduta di San Giovanni e Paolo‎

‎Acquaforte, databile alla fine del XVIII secolo. Magnifica prove, impressa su carta vergata coeva con filigrana “petalo di fiore”, con margini, in perfetto stato di conservazione. Sconosciuta a tutti i repertori da noi consultati, queste rarissima incisione è stilisticamente databile all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sulla prima tavola della serie, raffigurante la chiesa di San Giovanni e Paolo, che sembra essere anche il frontespizio della serie, troviamo l’iscrizione “Vedute di Roma Disegnate e Intagliate da Icaorat”. Opere non descritta. Dimensioni 260x195. Etchings, dating from the late eighteenth century. Magnificent proofs, printed on contemporary laid paper with watermark "flower petal", with margins, in good condition. Unknown to all repertoires that we consulted, these rare works depicting places in Rome are stylistically dated to the last decade of the eighteenth century. The first plate depicts the church of San Giovanni e Paolo, which appeared to be the title of the series; we find the inscription "Views of Rome Designed and Carved by Icaorat." However, we were not able to attribute the works, possibly belonging to a series of more than 5 prints. Works not described.‎

‎Anonimo‎

‎Casino del Principe Panfili su la riva del Tevere‎

‎Acquaforte, databile alla fine del XVIII secolo. Magnifica prove, impressa su carta vergata coeva con filigrana “petalo di fiore”, con margini, in perfetto stato di conservazione. Sconosciuta a tutti i repertori da noi consultati, queste rarissima incisione è stilisticamente databile all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sulla prima tavola della serie, raffigurante la chiesa di San Giovanni e Paolo, che sembra essere anche il frontespizio della serie, troviamo l’iscrizione “Vedute di Roma Disegnate e Intagliate da Icaorat”. Opere non descritta. Dimensioni 260x195. Etchings, dating from the late eighteenth century. Magnificent proofs, printed on contemporary laid paper with watermark "flower petal", with margins, in good condition. Unknown to all repertoires that we consulted, these rare works depicting places in Rome are stylistically dated to the last decade of the eighteenth century. The first plate depicts the church of San Giovanni e Paolo, which appeared to be the title of the series; we find the inscription "Views of Rome Designed and Carved by Icaorat." However, we were not able to attribute the works, possibly belonging to a series of more than 5 prints. Works not described.‎

‎Anonimo‎

‎San Bartolomeo dalla parte del Tevere‎

‎Acquaforte, databile alla fine del XVIII secolo. Magnifica prove, impressa su carta vergata coeva con filigrana “petalo di fiore”, con margini, in perfetto stato di conservazione. Sconosciuta a tutti i repertori da noi consultati, queste rarissima incisione è stilisticamente databile all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sulla prima tavola della serie, raffigurante la chiesa di San Giovanni e Paolo, che sembra essere anche il frontespizio della serie, troviamo l’iscrizione “Vedute di Roma Disegnate e Intagliate da Icaorat”. Opere non descritta. Dimensioni 260x195. Etchings, dating from the late eighteenth century. Magnificent proofs, printed on contemporary laid paper with watermark "flower petal", with margins, in good condition. Unknown to all repertoires that we consulted, these rare works depicting places in Rome are stylistically dated to the last decade of the eighteenth century. The first plate depicts the church of San Giovanni e Paolo, which appeared to be the title of the series; we find the inscription "Views of Rome Designed and Carved by Icaorat." However, we were not able to attribute the works, possibly belonging to a series of more than 5 prints. Works not described.‎

‎BRAUN & Franz HOGENBERG Georg‎

‎Urbis Romae Situs Cum Iis Quae Adhuc Conspiciuntur Veter Monumet Reliquiis Pyrrho Ligorio...‎

‎Pianta archeologica di Roma, a proiezione verticale obliqua, orientata con il nord in alto.La pianta deriva da quella che Pirro Ligorio disegna per l'editore Michele Tramezzino nel 1552. Si tratta della prima derivazione stampata all'estero ed è ridotta leggermente nelle dimensioni. Erroneamente viene indicata come data d'esecuzioni il 1570, invece del 1552. Appare per la prima volta nel 1575, inserita nel Civitates Orbis Terrarum, il primo atlante devoto esclusivamente alle piante e vedute delle principali città del mondo. L’opera è inserita nel Civitates Orbis Terrarum, il primo atlante devoto esclusivamente alle piante e vedute delle principali città del mondo. Il primo volume delle Civitates Orbis Terrarum fu pubblicato a Colonia nel 1572. Il sesto e ultimo volume apparve nel 1617. Questo grande atlante di città – cartografia urbana - curato da Georg Braun e inciso in gran parte da Franz Hogenberg, conteneva 546 prospettive, vedute a volo d'uccello e vedute cartografiche di città di tutto il mondo. Franz Hogenberg realizzò le tavole dei primi quattro volumi e Simon van den Neuwel (Novellanus, attivo dal 1580) quelle dei volumi V e VI. Georg Braun (1541-1622), un ecclesiastico di Colonia, fu il principale redattore dell'opera e fu molto aiutato nel suo progetto dalla vicinanza e dal continuo interesse di Abraham Ortelius, il cui Theatrum Orbis Terrarum del 1570 fu, come raccolta sistematica e completa di mappe di stile uniforme, il primo vero atlante. Le Civitates, in effetti, erano destinate ad accompagnare il Theatrum, come indicato dalla somiglianza dei titoli e dai riferimenti contemporanei sulla natura complementare delle due opere. Tuttavia, le Civitates erano progettate per avere un approccio più popolare, senza dubbio perché la novità di una raccolta di piante e vedute di città rappresentava un'impresa commerciale più rischiosa di un atlante mondiale, per il quale c'erano stati diversi precedenti di successo. Franz Hogenberg (1535-1590) era figlio di un incisore di Monaco che si era stabilito a Malines. Incise la maggior parte delle tavole del Theatrum di Ortelius e la maggior parte di quelle delle Civitates, e potrebbe essere anche indicato come il responsabile dell'origine del progetto. Oltre un centinaio di artisti e cartografi diversi, il più importante dei quali fu l'artista di Anversa Georg Hoefnagel (1542-1600), fornirono i disegni per le tavole delle Civitates. Hoefnagel non solo contribuì alla maggior parte del materiale originale per le città spagnole e italiane, ma rielaborò e modificò anche quello di altri collaboratori. Dopo la morte di Hoefnagel, il figlio Jakob continuò il lavoro per le Civitates. Gli autori della raccolta si proponevano di raffigurare "non icones et typi urbium", cioè non immagini generiche e tipizzate, "sed urbes ipsae admirabili caelaturae artificio, spectantium oculis subiectae appareant": non intendeva alludere o idealizzare, ma rappresentare fedelmente sulla carta, riprodurre esattamente, e in tempo reale, ciò che l'occhio vede, come annunciato nella prefazione al primo volume delle Civitates Orbis Terrarum. Incisione in rame, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Archeological map of Rome published in the Civitates Orbis Terrarum of 1575.The map is a close copy of the Pirro Ligorio map of Rome (1552, published by Michele Tramezzino) reduced in size. Latin text edition. The work is included in the Civitates Orbis Terrarum, the first atlas devoted exclusively to plans and views of the world's major cities. Printed in six volumes between 1572 and 1617 it was so successful and widespread that several editions translated into Latin, German and French were printed. The first volume of the Civitates Orbis Terrarum was published in Cologne in 1572. The sixth and the final volume appeared in 1617. This great city atlas, edited by Georg Braun and largely engraved by Franz Hogenberg, eventually contained 546 prospects, bird-eye views and map views of cities from all over the world. Fransz Hogenberg produced the plates for the first four books, and Simon van den Neuwel (Novellanus, active since 1580) those for volumes V and VI. Georg Braun (1541-1622), a cleric of Cologne, was the principal editor of the work, and was greatly assisted in his project by the close, and continued interest of Abraham Ortelius, whose Theatrum Orbis Terrarum of 1570 was, as a systematic and comprehensive collection of maps of uniform style, the first true atlas. The Civitates, indeed, was intended as a companion for the Theatrum, as indicated by the similarity in the titles and by contemporary references regarding the complementary nature of two works. Nevertheless, the Civitates was designs to be more popular in approach, no doubt because the novelty of a collection of city plans and views represented a more hazardous commercial undertaking than a world atlas, for which there had been a number of successful precedents. Franz Hogenberg (1535-1590) was the son of a Munich engraves who settled in Malines. He engraved most of the plates for Ortelius's Theatrum and the majority of those in the Civitates, and may have been responsible for originating the project. Over a hundred of different artists and cartographers, the most significant of whom was Antwerp artist Georg Hoefnagel (1542-1600), engraved the cooper-plates of the Civitates from drawings. He not only contributed most of the original material for the Spanish and Italian towns but also reworked and modified those of other contributors. After Hoefnagel's death his son Jakob continued the work for the Civitates. The author set out to depict "non icones et typi urbium," that is, not generic and typified images, "sed urbes ipsae admirabili caelaturae artificio, spectantium oculis subiectae appareant": not intended to allude or idealize but to represent faithfully on paper, to reproduce exactly, and in real time, what the eye sees, as announced in the preface to the first volume of Civitates Orbis Terrarum. Copperplate with fine later hand colour, good condition. Scaccia Scarafoni p. 29, n. 22.‎

‎D'Anville Jean Baptiste Bourguignon (1697-1782)‎

‎Plan de Rome Ancienne Dressé pour L'intilligence de l'histoire Romaine de Mr. Rollin‎

‎Pianta di Roma antica disegnata da Jean-Baptiste Bourguignon D'anville per la Storia romana del Rollin. Histoire romaine depuis la fondation de Rome jusqu'à la bataille d'Actium di Charles Rollin divenne una tra le opere più durature dedicate alla storia romana, impreziosita da alcune carte geografiche inserite nell'Atlas de géographie ancienne pour servir à l'intelligence des oeuvres de Rollin: gravé d'après les cartes originales de d'Anville. Incisione in rame, consuete pieghe di carta, in ottimo stato di conservazione. Pianta di Roma antica disegnata da Jean-Baptiste Bourguignon D'anville per la Storia romana del Rollin. Histoire romaine depuis la fondation de Rome jusqu'à la bataille d'Actium di Charles Rollin divenne una tra le opere più durature dedicate alla storia romana, impreziosita da alcune carte geografiche inserite nell'Atlas de géographie ancienne pour servir à l'intelligence des oeuvres de Rollin: gravé d'après les cartes originales de d'Anville. Incisione in rame, consuete pieghe di carta, in ottimo stato di conservazione.‎

‎BRUSTOLON Giambattista (Venezia 1716 – 1796)‎

‎Arco di Giano e San Giorgio al Velabro‎

‎Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a destra. Da un disegno del Canaletto.Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “tre mezze lune”, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione. Il Museo Correr possiede una raccolta di quindici fogli raffiguranti vedute di Roma incise da Brustolon su disegno del Canaletto; il frontespizio, manoscritto, reca l’iscrizione Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. Il catalogo della tipografia Remondini del 1817 elenca sempre 15 soggetti “romani”. Tuttavia secondo il Moschini le vedute di Roma del Brustolon sarebbero addirittura venticinque. Rarissima. Etching and engraving, signed on lower right. After a drawing of Canaletto.Magnificent proof, printed on contemporary laid paper with "three crescents" watermark, wide margins, in perfect conditions.The Correr Museum owns a collection of fifteen sheets depicting views of Rome engraved by Brustolon after drawings of Canaletto; the front page, handwritten, bears the inscription Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. The 1817 catalogue of the typography of Remondini lists 15 “Roman” subjects; nonetheless, according to Meschini, Brustolon’s views of Rome are not less than twenty five. Very rare. Succi pagina 82.‎

‎BRUSTOLON Giambattista (Venezia 1716 – 1796)‎

‎Arco di Settimio Severo e Chiesa di Santa Martina‎

‎Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a destra. Da un disegno del Canaletto.Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “tre mezze lune”, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione. Il Museo Correr possiede una raccolta di quindici fogli raffiguranti vedute di Roma incise da Brustolon su disegno del Canaletto; il frontespizio, manoscritto, reca l’iscrizione Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. Il catalogo della tipografia Remondini del 1817 elenca sempre 15 soggetti “romani”. Tuttavia secondo il Moschini le vedute di Roma del Brustolon sarebbero addirittura venticinque. Rarissima. Etching and engraving, signed on lower right plate. After a drawing of Canaletto.Magnificent proof, printed on contemporary laid paper with "three crescents" watermark, wide margins, in perfect conditions.The Correr Museum owns a collection of fifteen sheets depicting views of Rome engraved by Brustolon after drawings of Canaletto; the front page, handwritten, bears the inscription Vari Prospetti di Roma Antica e Moderna. The 1817 catalogue of the typography of Remondini lists 15 “Roman” subjects; nonetheless, according to Meschini, Brustolon’s views of Rome are not less than twenty five. Very rare. Succi pagina 82.‎

‎NICOLLE Victor Jean (Parigi 1754 – 1826)‎

‎Panorama di Roma da Monte Mario‎

‎Acquaforte, fine XVIII secolo, firmata in lastra in basso a destra. Bellissima prova, impresse su carta vergata coeva (una con parziale filigrana non identificata), con margini, in ottimo stato di conservazione. Pittore di paesaggio e di rovine classiche, il Nicolle o Nicole visita roma tra il 1787 ed il 1789 e tra il 1806 e il 1811. Sono censiti oltre 150 acquarelli dei principali siti della città, della quale realizza anche una serie di incisioni.Marigliani (cfr. p. 286), che la definisce molto rara, la descrive: "E' uno dei tre panorami disegnati ed incisi dal Nicole che in questo caso usa come punto di osservazione i prati di castello alle pendici di Monte Mario. DI notevole raffinatezza incisoria e finalmente ritratto dal vero dopo che per quasi un secolo gli incisori Nord europeri avevano prodotto solo panorami copiati l'uno dall'altro con anacronismi ed errori di interpretazione talvolta grossolani. Sono ben riconoscibili i principali monumenti tra cui il Pantheon con le famose "orecchie" del Bernini. In primo piano a sinistra cinque personaggi conversano tra loro ed a destra autoritratto dell'autore mentre disegna il panorama. Firma a destra poco leggibile". Etchings, end on the XVIII century, signed on lower right. Beautiful works, printed on contemporary laid paper with partial unidentified watermark, with full margins, in excellent condition. Nicolle was a landscape painter and an expert in ancient ruins; he lived in Rome between 1787 an 1789 and again between 1806 and 1811. More than 150 watercolours of the main sites of the city have been catalogued. He also realized engravings with the same subjects.Marigliani (cfr. p. 286): "E' uno dei tre panorami disegnati ed incisi dal Nicole che in questo caso usa come punto di osservazione i prati di castello alle pendici di Monte Mario. DI notevole raffinatezza incisoria e finalmente ritratto dal vero dopo che per quasi un secolo gli incisori Nord europeri avevano prodotto solo panorami copiati l'uno dall'altro con anacronismi ed errori di interpretazione talvolta grossolani. Sono ben riconoscibili i principali monumenti tra cui il Pantheon con le famose "orecchie" del Bernini. In primo piano a sinistra cinque personaggi conversano tra loro ed a destra autoritratto dell'autore mentre disegna il panorama. Firma a destra poco leggibile".Very rare. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 208.‎

‎NICOLLE Victor Jean (Parigi 1754 – 1826)‎

‎Veduta du Circo Massimo‎

‎Acquaforte, fine XVIII secolo, firmata in lastra in basso a destra. Bellissima prova, impresse su carta vergata coeva (una con parziale filigrana non identificata), con margini, in ottimo stato di conservazione. Pittore di paesaggio e di rovine classiche, il Nicolle visita roma tra il 1787 ed il 1789 e tra il 1806 e il 1811. Sono censiti oltre 150 acquarelli dei principali siti della città, della quale realizza anche una serie di incisioni. Etchings, end on the XVIII century, signed on lower right. Beautiful works, printed on contemporary laid paper with partial unidentified watermark, with full margins, in excellent condition. Nicolle was a landscape painter and an expert in ancient ruins; he lived in Rome between 1787 an 1789 and again between 1806 and 1811. More than 150 watercolours of the main sites of the city have been catalogued. He also realized engravings with the same subjects.‎

‎Du PINET Antoine (1510 - 1584 circa)‎

‎Description de la Cité de Romme‎

‎Rarissima pianta prospettica della città, sconosciuta ai principali repertori sulle piante di Roma e pubblicata per la prima volta in Marigliani (2007).Si tratta di una copia della pianta del Munster senza alcun aggiornamento e ritrae la città come si presentava alla fine del '400 attingendo al medesimo prototipo comunemente indicato nel panorama di Mantova a sua volta ripreso da un presunto ma tuttora sconosciuto panorama inciso nella bottega di Francesco Rosselli verso il 1485. Tavola tratta dal rarissimo "Plantz, pourtraitz et descriptions de plusieurs villes et forteresses, tant de l'Europe, Asie, & Afrique, que des Indes, & terres neuves: Leurs fondations, antiquitez, & manieres de vivre: Avec plusieurs cartes generales & particulieres, servans à la Cosmographie, iointes à leurs declarations: deux tables fort amples, l'une des chapitres, & l'autre des matieres contenues en ce present livre. Le tout mis par ordre, region par region, par Antoine du Pinets" stampato a Lione dall’editore Jean d’Ogerolles. L'opera, che contiene 55 tavole silografiche - molte dele quali derivanti da Muenster - include il mondo cordiforme sul modello di Appiano, le mappe di europa e Germania e 18 vedute a doppia pagina delle primcipali città del tempo.La veduta di Roma deriva da quella pubblicata sempre a Lione nel 1552 da Guillaume Guéroult nel "Premier livre des figures et portraitz des villes", edita da Balthazar Arnouellet, da cui d’Ogerolles acquisì parte del fondo tipografico. Pertanto possiamo affermare che questa matrice in legno sia la stessa stampata alcuni anni prima, alla quale furono apportate delle correzioni nella cornice e nel titolo. Xilografia, in perfetto stato di conservazione. Rarissima. A very rare map of Rome, unknown by mostly of the repertoiries. The view depicts the city as it was at the end of the 15th century, drawing on the same prototype commonly indicated in the panorama of Mantua in turn taken from a still unknown panorama engraved in the workshop of Francesco Rosselli around 1485.Work taken from the very rare "Plantz, pourtraitz et descriptions de plusieurs villes et forteresses, tant de l'Europe, Asie, & Afrique, que des Indes, & terres neuves: Leurs fondations, antiquitez, & manieres de vivre: Avec plusieurs cartes generales & particulieres, servans à la Cosmographie, iointes à leurs declarations: deux tables fort amples, l'une des chapitres, & l'autre des matieres contenues en ce present livre. Le tout mis par ordre, region par region, par Antoine du Pinets" printed in Lyon by Jean d’Ogerolles. The work include 55 woodcuts, many after Munster, comprising 3 double-page maps (cordiform world after Apianus, Europe and Germany), 7 half-page maps, 18 double-page views (including Lyon, Bordeaux, Geneva, Frankfurt, Florence, Venice, Rome, Constantinople, Jerusalem, Cusco and others), and 27 illustrations (including Mexico city).The view is inspired to Guillame Guéroult’s "Premier livre des figures et portraitz des villes", published in 1552 by Balthazar Arnouellet. From him, d’Ogerolles bought many plates, therefore we can state that this block had been already used many years before and has then undergone some changes before being reprinted. Woodcut, in excellent condition. Valerio pp. 33/34; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 18‎

‎Anonimo‎

‎Palazzo di Nerone in Campovaccino‎

‎Acquaforte, databile alla fine del XVIII secolo. Magnifica prove, impressa su carta vergata coeva con filigrana “petalo di fiore”, con margini, in perfetto stato di conservazione. Sconosciuta a tutti i repertori da noi consultati, queste rarissima incisione è stilisticamente databile all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sulla prima tavola della serie, raffigurante la chiesa di San Giovanni e Paolo, che sembra essere anche il frontespizio della serie, troviamo l’iscrizione “Vedute di Roma Disegnate e Intagliate da Icaorat”. Opere non descritta. Dimensioni 260x195. Etchings, dating from the late eighteenth century. Magnificent proofs, printed on contemporary laid paper with watermark "flower petal", with margins, in good condition. Unknown to all repertoires that we consulted, these rare works depicting places in Rome are stylistically dated to the last decade of the eighteenth century. The first plate depicts the church of San Giovanni e Paolo, which appeared to be the title of the series; we find the inscription "Views of Rome Designed and Carved by Icaorat." However, we were not able to attribute the works, possibly belonging to a series of more than 5 prints. Works not described.‎

‎Münster Sebastian (1488 - 1552)‎

‎Der Statt Rom in aller Welt bekannt Contrashetung nach jetziger gelegenheit‎

‎Bella veduta di Roma tratta dalla Cosmographiae Universalis, edizione in tedesco, Basilea fine del XVI secolo.La veduta di Munster cattura con raffinatezza le mura fortificate e i Sette Colli della Città Eterna, con attività significative lungo il fiume Tevere. Molti dei principali monumenti di Roma sono chiaramente identificabili. In basso una legenda che individua circa 23 punti di riferimento."Seppure incisa mezzo secolo dopo le piante del Bergomense e dello Schedel, la veduta ritrae la città come si presentava alla fine del '400 attingendo al medesimo prototipo comunemente indicato nel panorama di Mantova a sua volta ripreso da un presunto ma tuttora sconosciuto panorama inciso nella bottega di Francesco Rosselli verso il 1485. L'immagine venne inserita in una delle opere più note del '500, la Cosmographiae Universalis per la prima volta edita in latino nel 1550 e poi ristampata più volte in italiano, francese e tedesco. […] è stata più volte rilevata dai critici l'assenza del Colosseo dall'autore stesso curiosamente giustificata alla lettera G della legenda "per mancanza di spazio". Oltre ai Dioscuri presso le Terme di Diocleziano, presenti anche nelle piante di Bergomense e Schedel, è qui indicata acnhe la statua equestre del Marco Aurelio nella sua originale collocazione presso San Giovanni in Laterano da cui fu spostata nel 1538 per la visista di Carlo V a Roma e collocata da Michelangelo in Campidoglio. È ancora in piedi la Meta Romuli sebbene demolita nel 1499 e le due edicole alla fine di Castel Sant'Angelo demolite dopo il Sacco di Roma del 1527. L'edificio più recente raffigurato è il Belvedere Vaticano (1485/87" (cfr. Marigliani p. 118). La Cosmographiae Universalis di Sebastian Münster (1488-1552), stampata per la prima volta Basilea nel 1544 dall’editore Heinrich Petri, venne più volte aggiornata e aumentata di nuove carte geografiche e rappresentazioni urbane nelle sue numerose edizioni che arrivano all’inizio del secolo successivo. Münster aveva lavorato a raccogliere informazioni al fine di ottenere un'opera che non deludesse le aspettative e, dopo un'ulteriore pubblicazione in tedesco abbellita da 910 stampe su legno, giunse nel 1550 all'edizione definitiva in latino, illustrata da 970 silografie. Vi furono poi numerose edizioni in diverse lingue, fra cui latino, francese, italiano, inglese e ceco. Dopo la sua morte di Münster (1552), Heinrich Petri prima, e il figlio Sebastian poi, continuarono la pubblicazione dell’opera. La Cosmographia universalis fu uno dei libri più popolari e di successo del XVI secolo, e vide ben 24 edizioni in 100 anni: l'ultima edizione tedesca venne pubblicata nel 1628, molto tempo dopo la morte dell'autore. La Cosmographia conteneva non solo le ultime mappe e vedute di tutte le città più famose, ma anche una serie di notizie enciclopediche di dettagli relative al mondo conosciuto, e sconosciuto. Il particolare successo anche commerciale di quest'opera fu dovuto in parte alle belle incisioni (tra i cui autori si possono citate Hans Holbein il Giovane, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Silografia, bella coloritura a mano, in buone condizioni. BibliografiaA. P. Frutaz, "Le piante di Roma", XCVIII, tav. 170; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 14; M. Gori Sassoli (a cura di), "Roma Veduta" p. 140, n. 6; Scaccia Scarafoni, n. 126. Munster's view captures a fine sense of the fortified walls and Seven Hills of the Eternal City, with significant activity along the Tiber River. Many of Rome's great landmarks are clearly identifiable in this important early view. The key at the bottom locates approximately 23 landmarks.Although engraved half a century later from the maps by Bergomensis and Schedel, the view depicts the city as it was at the end of the 15th century, drawing on the same prototype commonly indicated in the panorama of Mantua in turn taken from a still unknown panorama engraved in the workshop of Francesco Rosselli around 1485. The image was included in one of the most famous works of the '500, the Cosmographiae Universalis for the first time published in Latin in 1550 and then reprinted several times in Italian, French and German. The absence of the Colosseum - justified by the author himself by the letter G of the legend "for lack of space" - has been noted several times by critics. In addition to the Dioscuri at the Baths of Diocletian, also present in the plants of Bergomensis and Schedel, the equestrian statue of Marcus Aurelius in its original location near San Giovanni in Laterano, from which it was moved in 1538 for the visist of Charles V in Rome and placed by Michelangelo in the Capitoline Hill, is here indicated. It is still standing the Meta Romuli although demolished in 1499 and the two "edicole" at the end of Castel Sant'Angelo, demolished after the Sack of Rome of 1527. The most recent building depicted is the Vatican Belvedere, built in 1485/87. (see Marigliani p. 118). Plate taken from the Cosmographiae Universalis, German edition, Basel, second half of the 16th Century. The Cosmographiae Universalis of Sebastian Münster (1488-1552), printed for the first time in Basel in 1544 by the publisher Heinrich Petri, was updated several times and increased with new maps and urban representations in its many editions until the beginning of the next century. Münster had worked to collect information in order to obtain a work that did not disappoint expectations and, after a further publication in German embellished with 910 woodblock prints, arrived in 1550 to the final edition in Latin, illustrated by 970 woodcuts. There were then numerous editions in different languages, including Latin, French, Italian, English and Czech. After his death in Münster (1552), Heinrich Petri first, and then his son Sebastian, continued the publication of the work. The Cosmographia universalis was one of the most popular and successful books of the 16th century, and saw as many as 24 editions in 100 years: the last German edition was published in 1628, long after the author's death. The Cosmographia contained not only the latest maps and views of all the most famous cities, but also a series of encyclopedic details related to the known, and unknown, world. The particular commercial success of this work was due in part to the beautiful engravings (among whose authors can be mentioned Hans Holbein the Younger, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Woodcut, beautiful hand-coloring, in good condition. BibliografiaA. P. Frutaz, "Le piante di Roma", XCVIII, tav. 170; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tavv. 11/14; M. Gori Sassoli (a cura di), "Roma Veduta" p. 140, n. 6; Scaccia Scarafoni, n. 126.‎

‎BENOIST Felix (1818 - 1896)‎

‎Plan de Rome‎

‎Pianta tratta dalla monumentale opera di Felix Benoist Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes stampata a Parigi in 3 volumi, da Henri Charpentier, nel 1870. La pubblicazione, illustrata da 100 litografie, fu preceduta da una campagna di disegni preparatori, a far data dal 1864 sino al 1869, eseguita soprattutto da Félix Benoist e in parte da Philippe Benoist. Alla vigilia del Concilio Ecumenico Vaticano I, l’11 agosto 1869, Pio IX decretava la realizzazione di una Esposizione romana delle opere d’ogni arte eseguite per il culto cattolico, che venne inaugurata, il 17 febbraio 1870, nel chiostro della Certosa di Santa Maria degli Angeli. In quell’occasione, vennero presentati i tre volumi in folio Rome dans sa grandeur. I volumi, rilegati in modo sfarzoso, con impresso al centro in oro, lo stemma di Pio IX, sono suddivisi in tre sezioni. Il primo volume tratta di Roma antica, il secondo, di Roma cristiana, ed il terzo, dei monumenti e le realizzazioni della Roma moderna. Una visione preziosa della Roma papale alla vigilia della profonda trasformazione di Roma in capitale dell’Italia unita. Un documento che evidenzia la notevole impronta lasciata da Pio IX nella Città Eterna. L’opera rappresenta il capolavoro dell’artista francese, dove ogni veduta è realizzata in litografia tinta, processo ottenuto usando un diverso numero di pietre. Il risultato è un’opera di grande effetto, tanto da porre il Benoist tra la schiera dei più grandi artisti di interni e vedute del suo tempo. Litografia tinta, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione.   Map taken from the monumental work of Felix Benoist Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes printed in Paris in 3 volumes, by Henri Charpentier, in 1870. The publication, illustrated by 100 lithographs, was preceded by a campaign of preparatory drawings, from 1864 to 1869, executed mainly by Felix Benoist and partly by Philippe Benoist. On the eve of the First Vatican Ecumenical Council, August 11, 1869, Pius IX decreed the creation of the Esposizione romana delle opere d’ogni arte eseguite per il culto cattolico (a Roman Exhibition of the works of art created for Catholic worship), which was inaugurated on February 17, 1870, in the cloister of the Charterhouse of Santa Maria degli Angeli. On that occasion, the three volumes in folio Rome dans sa grandeur were presented. The volumes, magnificently bound, with the coat of arms of Pius IX stamped in gold in the center, are divided into three sections. The first volume deals with ancient Rome, the second with “Christian” Rome, and the third with the monuments and achievements of modern Rome. A precious vision of papal Rome on the eve of the profound transformation of Rome into the capital of united Italy. A document that highlights the remarkable imprint left by Pius IX in the Eternal City. The work represents the masterpiece of the French artist, where each view is made in tinted lithography, a process achieved by using a different number of stones. The result is a work of great effect, so much so as to place Benoist among the ranks of the greatest artists of interiors and views of his time. Tinted lithograph, finely hand-colored, in excellent condition.‎

‎JANSSONIUS Johannes (1588-1664)‎

‎Roma Hodierna‎

‎Magnifica veduta a volo d'uccello di Roma con cartiglio decorativo con titolo, che mostra la città com'era nel 1550. Sono incluse varie strutture superstiti dell'antica Roma: le mura circostanti, il Pantheon, il Colosseo, l'Arco di Costantino e il Foro Romano. Nell'angolo sinistro in primo piano si possono vedere il Palazzo Papale e l'Obelisco dal circo di Caligola e Nerone. “La stampa, sebbene incisa ed edita ad Amsterdam nel 1657, riproduce Roma verso il 150, essendo copia della pianta del Braun Hogenberg, dalla quale si differenzia unicamente per i personaggi in primo piano […] In basso, entro due cartigli, una legenda di 101 numeri” (cfr. Marigliani, Le Piante di Roma, p. 153). Il modello originale è da ricercare però nella pianta di Giovanni Francesco Camocio del 1569 (o della precedente di Leon Pitor del 1568, come sostiene Scaccia Scarafoni) nella quale la città è ritratta a volo d'uccello dal Gianicolo. La pianta è inclusa nel Theatrum Celebriorum Urbium Italiae, Aliarumque In Insulis Maris Mediterranei di Janssonius, stampato ad Amsterdam nel 1657. Acquaforte e bulino, finemente colorata a mano, ossidazioni nei margini, per il resto in buono stato di conservazione. Non comune. Bibliografia Marigliani n. 53; Scaccia Scarafoni n. 165; Van der Krogt 4, 42:15. Fine example of Jansson's rare modern view of Rome, from his Theatrum Celebriorum Urbium Italiae, Aliarumque In Insulis Maris Mediterranei. Striking bird's-eye plan of Rome with decorative title cartouche, showing the city as it was c. 1550. Included are various surviving features of ancient Rome: the surrounding walls, the Pantheon, the Coliseum, the Arch of Constantine, and the Forum Romanum. In the left corner in the foreground can be seen the Papal Palace and the Obelisk from the circus of Caligula and Nero. The print, although engraved and published in Amsterdam in 1657, reproduces Rome around 1550, being a copy of Braun Hogenberg's plan, from which it differs only by the figures in the foreground [...] At the bottom, within two cartouches, a legend of 101 numbers" (cf. Marigliani, Le Piante di Roma, p. 153). The original model, however, is to be found in Giovanni Francesco Camocio's plan from 1569 (or Leon Pitor's earlier one from 1568, as Scaccia Scarafoni claims) in which the city is portrayed from a bird's eye view from the Janiculum. Jan Janssonius (also known as Johann or Jan Jansson or Janszoon) (1588-1664) was a renowned geographer and publisher of the seventeenth century, when the Dutch dominated map publishing in Europe. Born in Arnhem, Jan was first exposed to the trade via his father, who was also a bookseller and publisher. In 1612, Jan married the daughter of Jodocus Hondius, who was also a prominent mapmaker and seller. Jonssonius’ first maps date from 1616. In the 1630s, Janssonius worked with his brother-in-law, Henricus Hondius. Their most successful venture was to reissue the Mercator-Hondius atlas. Jodocus Hondius had acquired the plates to the Mercator atlas, first published in 1595, and added 36 additional maps. After Hondius died in 1612, Henricus took over publication; Janssonius joined the venture in 1633. Eventually, the atlas was renamed the Atlas Novus and then the Atlas Major, by which time it had expanded to eleven volumes. Janssonius is also well known for his volume of English county maps, published in 1646. Etching, with fine later hand colour, some foxing on the margins, otherwise good condition. Bibliografia Marigliani n. 53; Scaccia Scarafoni n. 165; Van der Krogt 4, 42:15.‎

‎NOLLI Giambattista (Como 1701 - Roma 1756)‎

‎Roma‎

‎Celebre pianta topografica di Roma, una rielaborazione, su invenzione di Giovanni Battista Nolli, della pianta xilografica di Leonardo Bufalini raffigurante la città nel 1551. La pianta era venduta insieme a quella grande e piccola del Nolli, di cui costituisce le tavv. 35 e 36. Fu incisa da Franco Monaco e Carlo Nolli, la cui sottoscrizione si legge in basso a sinistra. In alto a sinistra, entro un cartiglio, dedica del Nolli al cardinale Silvio Valenti Gonzaga. Nei due angoli inferiori, sono state inserite le vedutine del Pantheon a sinistra, e dell'Arco di Giano a destra. Orientamento con il nord in alto. Scalimetro in palmi romani. Ai lati, legenda di 307 voci. In basso a destra, le note tipografiche della pianta edita da Leonardo Bufalini nel 1551: "Edita per Mag[ist]r[u]mLeonardum Die XXVI. Men. Maij Anno Domini MDLI"; al centro, la notizia del privilegio e la data: "Romae cum privil. Sum. Pontificis, et Super. permissu anno 1748". Nolli non fece alcun tentativo di migliorare le incongruenze della mappa del Bufalini: gli angoli del Tridente di Piazza del Popolo sono ancora disuguali, e il Circo Massimo ha  entrambe le estremità di forma,  invece che una sola. Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia Frutaz, Le piante di Roma, CLXIX a-c. Famous topographical map of Rome, a reworking, on the invention of Giovanni Battista Nolli, of Leonardo Bufalini's xylographic plan depicting the city in 1551. The plan was sold together with Nolli's large and small plans, of which it constitutes Tables 35 and 36. It was engraved by Franco Monaco and Carlo Nolli, whose signature can be read at lower left. Nolli made no attempt to rectify inconsistencies of the Bufalini map when he prepared the reduced copy. The Popolo trivium still has its unequal angles, and the Circus Maximus is still semicircular at both ends instead of one. He did, however, give greater relief than the original to the densely populated part of the city by shading in the city blocks. This is the same graphical convention he used on his own map. He maintained Bufalini's emphasis on antiquity by copying them exactly as in the original.  Indeed he acknowledges this aspect by including views of ancient buildings at the bottom, where the map appears to be scrolled up, so as to reveal the "Colonnacce," a broken aqueduct, and the Pantheon (with Baroque additions) in the lower left corner, and the three ruins of the Forum Boarium in the lower right hand corner: The round Temple of "Mater Matuta," the Arch of Janus (with Medieval additions) and the Temple of "Fortuna Virilis." The map was engraved, as signed, by Franco Monaco and Carlo Nolli. On the upper left, the cartouche with the dedication to the Cardinal Silvio Valenti Gonzaga. Etching with engraving, a fine impression on contemporary laid paper, with margins, perfect condition. Bibliografia Frutaz, Le piante di Roma, CLXIX a-c.‎

‎DUPERAC Etienne (1525-1604)‎

‎Urbis Romae Sciographia ex Antiquis Monumentis Accuratiss Delineata‎

‎Pianta archeologica a proiezione verticale con alzato incisa da Etienne Duperac per l’editore Lorenzo Vaccari. Ricostruzione ideale della Roma Antica eseguita dal Duperac dopo un serio esame della pianta Severiana e della pianta archeologica di Pirro Ligorio, il maggiore studioso dei monumenti antichi di Roma dell’epoca. All’interno della città, è delineato ciascun edificio, riportando i nomi di quelli principali; questi includono il Colosseo, il Pantheon, le Terme di Diocleziano e il Circo Massimo. Fuori città sono contrassegnati le tenute di campagna (per esempio, i Giardini di Domiziano), i monumenti funerari (come i Mausolei di Adriano e di Augusto, ed i circhi di Nerone e Adriano). La lastra è stata intagliata dall’incisore ed editore parigino Étienne Dupérac, che si fece chiamare Stephanus durante il suo periodo di lavoro a Roma (1569-1582). Nella dedica a Carlo IX, l’autore stesso spiega come questa carta sia il frutto di quindici anni di studio di tutte le rovine e dei monumenti della Roma Antica e dei testi letterari correlati. In particolare, viene riportato un dettagliato resoconto della scoperta della pianta Severiana, i cui resti furono scoperti nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano nel 1562. Hülsen segnala come unico esemplare originale conosciuto quello conservato al British Museum, che reca il nome dello stampatore Francesco Villamena. Inoltre, aggiunge che, nel catalogo della stamperia dei Vaccari è annoverata la “Roma antica d’otto fogli reali, intagliata per mano di Stefano Duperach Parisino”, a lui sconosciuta. Frutaz obietta giustamente che la tiratura di Villamena sia solo una ristampa, databile ai primi del ‘600, quando l’editore era attivo a Roma. Nelle nostre ricerche, abbiamo finalmente rinvenuto un esemplare originale della pianta, finora sconosciuto, che è assolutamente da identificarsi con la “Roma antica d’otto fogli reali” del catalogo Vaccari, citata da Hülsen. Infatti l’esemplare, conservato nella collezione cartografica della Newberry Library di Chicago, reca proprio l’imprint di Lorenzo Vaccari, editore anche della raccolta I Vestigi dell’Antichità di Roma Raccolti et Ritratti in Perspettiva con ogni diligentia da Stefano Dv Perac Parisino (1575). Tra il 1649 ed il 1660, Gian Giacomo de Rossi ne pubblica una ristampa, utilizzando i medesimi rami (presumibilmente acquisiti dalla bottega del Villamena), ma aggiungendo scene dell’Antica Roma e una legenda tipografica con 159 richiami a monumenti. L’opera è descritta nell’ultimo catalogo della tipografia de Rossi, redatto da Lorenzo Filippo nel 1735 (p. 16, n. 1) come “Roma Antica di Stefano du Perac Parigino intagliata a bulino da Francesco Villamena co’ trionfi de Romani antichi, intagliati a bulino da Jacopo Lauro in dodici fogli reali grandi”. Dunque le tavole aggiuntive dei trionfi sono, secondo il catalogo, incise da Giacomo Lauro. Tale attribuzione viene respinta da Ashby e quindi da Hollstein, che attribuisce la lastre a Peter de Jode. La tipografia de Rossi fu venduta da Lorenzo Filippo, costituendo il fondo principale della neonata (1738) Calcografia Camerale (poi Regia, quindi Nazionale e oggi Istituto Centrale per la Grafica), luogo in cui sono ancora conservati i rami originali, erroneamente sotto il nome di Francesco Villamena. In alto, lungo il bordo superiore, è impresso il titolo: URBIS ROMAE SCIOGRAPHIA EX ANTIQUIS MONUMENTIS ACCURATISS. DELINEATA. A sinistra lo stemma con la sigla S.P.Q.R. (Senatus Populus Que Romanus). Nel cartiglio in basso a destra, con la raffigurazione dei gemelli Romolo e Remo, troviamo incisa la dedica: KAROLO IX GALLIARUM REGI CHRISTIANISSIMO STEPHANUS DU PERAC PARISIENSIS Quanta fuerit veteris illius popuki R. potentia atque amplitudo, karole regu[m] maxime, omnes sciunt:quae autem ipsius urbis, antiquis temporibus, maiestas ac pulchritudo, non alinde melius ac certius cognosci potest, quam ex admirabilibus veterum aedifitioru[m] vestigiis, q... Vertical projection archaeological map, engraved by Etienne Duperac for the publisher Lorenzo Vaccari. Ideal reconstruction of Ancient Rome carried out by Duperac after a serious examination of the Severian map and the archaeological work by Pirro Ligorio, the greatest scholar of ancient monuments in Rome at the time. Inside the city, each building is outlined with the names of the main ones; these include the Colosseum, the Pantheon, the Baths of Diocletian and the Circus Maximus. Outside the city are marked the country estates (for example, the Gardens of Domitian), the funerary monuments (such as the Mausoleums of Hadrian and Augustus, and the circuses of Nero and Hadrian). The plate was carved by the Parisian engraver and publisher Étienne Dupérac, who called himself Stephanus during his period of work in Rome (1569-1582). In the dedication to Charles IX, the author himself explains how this work is the result of fifteen years of study of all the ruins and monuments of Ancient Rome and related literary texts. In particular, a detailed account is given of the discovery of the Severian map, the remains of which were discovered in the church of Saints Cosma and Damiano in 1562. Hülsen reports as the only known original example the one preserved at the British Museum, which bears the name of the printer Francesco Villamena. Furthermore, he adds that the catalogue of the Vaccari print shop includes the "Roma antica d’otto fogli reali, intagliata per mano di Stefano Duperach Parisino”, unknown to him. Frutaz rightly objects that the Villamena's edition is only a reprint, datable to the early 17th century, when the publisher was active in Rome. In our research, we finally found an original example of the map, hitherto unknown, which is absolutely to be identified with the "Ancient Rome of eight royal sheets" of the Vaccari catalogue, quoted by Hülsen. In fact the exemplar, preserved in the cartographic collection of the Newberry Library of Chicago, bears the imprint of Lorenzo Vaccari, publisher also of the collection I Vestigi dell'Antichità di Roma Raccolti et Ritratti in Perspettiva con ogni diligentia by Stefano Dv Perac Parisino (1575). Between 1649 and 1660, Gian Giacomo de Rossi published a reprint, using the same plates(presumably acquired from the Villamena workshop), but adding scenes from Ancient Rome and a typographical legend with 159 references to monuments. The work is described in the last catalogue of de Rossi's printing house, edited by Lorenzo Filippo in 1735 (p. 16, n. 1) as "Roma Antica di Stefano du Perac Parigino intagliata a bulino da Francesco Villamena co’ trionfi de Romani antichi, intagliati a bulino da Jacopo Lauro in dodici fogli reali grandi”. So the additional plates of the triumphs are, according to the catalogue, engraved by Giacomo Lauro. This attribution is rejected by Ashby and then by Hollstein, who attributes the plate to Peter de Jode. The de Rossi printing house was sold by Lorenzo Filippo, constituting the main fund of the newborn (1738) Calcografia Camerale (later Regia, then Nazionale and now Istituto Centrale per la Grafica), where the original plates are still preserved, mistakenly under the name of Francesco Villamena. Example of the third state of four (cfr. Bifolco-Ronca, p. 2359) with the imprint Cura et Tipis Io. Iacobi de Rubeis in Romae ad Templ. Stae. Mae. De Pace cum Privil. Sum. Pont. Excudebat Romae Io. Iacob. De Rubeis. Etching with engraving, a very good example of the De Rossi edition, with decorations and the key-numbers on the lower part; minor repairs perfectly realized, otherwise in excellent condition.  Literature Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 2358-59, tav. 1214, III/IV; Destombes (1970): n. 96; Caldana (2013): n. I.12; Frutaz (1962): n. XXII e tavv. 37-50; Grelle Iusco (1996): pp. 172, 379; Hollstein (1952): IX, p. 202, nn. 403-414; Hülsen (1915): XI, pp. 60-62, nn. 56-59; Mostra Bergamo (2016): n. 72; Sca...‎

‎NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO‎

‎CM. 20X26,5, GLI SPOSI RICEVONO L'OMAGGIO DI UN GRUPPO FOLKLORISTICO REGIONALE, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA BALLERINI E FANTINI (FIRENZE).‎

‎NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO‎

‎CM. 20X26,5, GLI SPOSI SALUTANO LA FOLLA DAL BALCONE, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA BALLERINI E FANTINI (FIRENZE).‎

‎NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO‎

‎CM. 20X26,5, LA CARROZZA DEGLI SPOSI SCORTATA DAI CORAZZIERI A CAVALLO ATTRAVERSA LA FOLLA, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA BALLERINI E FANTINI (FIRENZE).‎

‎NOZZE DEL PRINCIPE UMBERTO DI SAVOIA CON MARIA JOSE' DEL BELGIO‎

‎CM. 22X16,5, GLI SPOSI SALUTANO UNA FOLLA IMMENSA DAL BALCONE DEL QUIRINALE, FOTOGRAFIA ORIGINALE D'EPOCA LUIGI LEONI.‎

‎Catacombe di San Callisto, Roma.‎

‎Insieme di 2 stampe fotografiche all'albumina di misure 168x122 mm montate su cartoncino di misure 225x159 mm. Buono, ordinari segni d'uso e del tempo, alcune macchie. Lotto di 2 fotografie che raffigurano entrate diverse delle Catacombe di San Callisto a fianco della via Appia Antica. Al recto note manoscritte.‎

‎Piazza di Spagna, Roma.‎

‎Stampa fotografica all'albumina di misure 95x56mm montata su cartoncino di misure 102x63 mm. La fotografia raffigura Piazza Spagna di Roma: al centro la colonna dell'Immacolata, in secondo piano il palazzo di Propaganda Fide. Al verso nota manoscritta.‎

‎Fontana delle Tartarughe, Roma.‎

‎Stampa fotografica all'albumina di misure 139x96 mm. La fotografia raffigura la Fontana delle Tartarughe nella piccola piazza Mattei di Roma.‎

‎Papa Pio IX.‎

‎Stampa fotografica all'albumina di misure 122x94 mm montata su cartoncino di misure 158x111 mm. Foto-ritratto di Pio IX.‎

‎Strada di Cavareno.‎

‎Cartolina postale fotografica alla gelatina di misure 147x104 mm con griglia al verso. Fotografia raffigurante la Via Roma del paese di Cavareno: lungo la strada l'Albergo Corona e delle case. In secondo piano spicca il campanile della Chiesa di S. Maria Maddalena. Cartolina viaggiata a Malè con francobollo e timbro dell'ufficio postale di Cavareno. Al verso note manoscritte.‎

‎Reale Francesco‎

‎Roma, Edificio con portale decorato e altri palazzi in rovina per la guerra‎

‎Le quattro foto di dimensioni 20x25 ritraggono un edificio nel centro di Roma, distrutto dagli eventi bellici. Una delle foto è offerta al governatorato di Roma, ad un'impresa edile, alla chiesa dello Spirito Santo di Napoli‎

MareMagnum

Sonia Natale
Roma, IT
[Livros de Sonia Natale]

€ 120,00 Comprar

‎Fotografo anonimo‎

‎Gita a Roma. I ragazzi del Convitto Nazionale Maria Luigia di Parma‎

‎Foto in buono stato di dimensioni 18x26‎

MareMagnum

Sonia Natale
Roma, IT
[Livros de Sonia Natale]

€ 20,00 Comprar

‎Brunner‎

‎Roma, Monumento a Vittorio Emanuele‎

‎Foto in buono stato di dimensioni 20x27‎

MareMagnum

Sonia Natale
Roma, IT
[Livros de Sonia Natale]

€ 25,00 Comprar

Número de resultados : 40.176 (804 Página(s))

Primeira página Página anterior 1 ... 793 794 795 [796] 797 798 799 ... 804 Página seguinte Ultima página