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Eduardo Scarpetta
Qui rido io commedie
Qui rido io commedie di Eduardo Scarpetta a cura di Luca Torre Luca Torre 1994 XII-210 PP. SEGNI DI LETTURA AL DORSO, COPERTINA LIEVEMENTE INGIALLITA, PER IL RESTO BUONE CONDIZIONI GENERALI. Nel 1879 Ibsen mette in scena Casa di bambola che segna una doppia svolta culturale, quella legata al teatro tout-court, in cui, come scrive egli stesso in una lettera all'amico Bjorson, "non risparmierà nemmeno il piccolo nascosto nel seno della madre"; e quella che si può definire proto-femminista, sulla scia del sandismo francese. Scarpetta non può non cogliere queste istanze, direttamente o indirettamente. Anche per i personaggi femminili che sono dirompenti e dialettici nei confronti del sesso "forte". E prende a piene mani proprio dal teatro di un paese dove la rivolta borghese ha scardinato definitivamente tutta l'impalcatura dell'ancien regime. È dal repertorio francese, da Labiche, Meilhac, Feydeau, Hennequin e da altri ancora che trae argomento per i suoi lavori. Riadatta questo materiale adeguandolo sapientemente al modo di sentire dei napoletani, non rinnegando cioè, ma mutuando dal vecchio teatro "a braccia" le tipizzazioni; ricreandole dall'interno e senza l'orpello delle maschere e del camicione o di chessoio.
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Carlo Montariello
La "Napoli milionaria!" di Eduardo De Filippo Dalla realtà all'arte senza soluzione di continuità
Introduzione di Mino Argentieri LIGUORI 2006 XVI-197 PP. FONDO DI MAGAZZINO: SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO OTTIMO. Con Napoli milionaria! Eduardo ci offre uno specchio che ha il potere di riflettere una realtà alterata da noi stessi e dietro il quale si annida il vuoto più profondo. Ci invita a meditare, e qui alloggia il suo straordinario potenziale poetico, l´attualità della sua arte, sul pericolo che il denaro, assunto come valore dominante, possa svuotare di senso ogni azione umana e privare l´uomo della sua stessa umanità. Ma non si limita a denunciarne gli effetti, con lo scioglimento della commedia attraverso un dono, ci indica l´evento che può consentire all´uomo, nel momento in cui essa viene negata, di riaffermare la vita. Quello che ci racconta Eduardo, è un invito a donare un dono che non obbedisce al principio di ragione, al logos, al calcolo, al capitale, alla ragion pratica, ma che paradossalmente li fonda originariamente. È in questo dono, estraneo alla logica del profitto, che può realizzarsi l´umanità dell´uomo. Con la sua prima commedia “dispari” Eduardo offre la sua sensibilità alla dolorosa realtà storica; è a partire da questo dolore che fonda il suo nuovo teatro; è da qui che dà una svolta al teatro italiano. Carlo Montariello ha compiuto gli studi universitari alla Sapienza e alla Federico II dove si è laureato in Storia del Cinema. Ha all´attivo numerose esperienze teatrali come aiuto regista e regista. Da diversi anni scrive serie televisive. Soggetti: Cinema, Teatro, Storia, Napoli, Registi e attori, Spettacolo, Cultura, Guerra, Fame, Mercato nero, Recensioni, Malattie, Film, Commedia, Schermo, Aspettative, Folklore, 1942-1945, Bibliografia, Filumena Marturano, Teatro, Napoli, Scarpetta, Peppino, Titina, San Ferdinando, Shakespeare, Viviani, De Sica, , Naples, Filmografie, Cult, Comici, Dialetto napoletano, Genealogia Mastroianni, Vito Pandolfi, Barsotti, Malaparte, Lepre, Corsi, Calvino, Il Mattino
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Riccardo Castellana
Finzione e memoria Pirandello modernista
Liguori 2018 VI-164 PP. FONDO DI MAGAZZINO: LIEVI SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO ALLA COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO INTONSO, MAI SFOGLIATO. Il libro propone una nuova interpretazione di Pirandello, che sfida i luoghi comuni del pirandellismo in un’ottica comparata e attenta alla concretezza dei testi. Ogni capitolo parte da un elemento estremamente concreto: un ricamo nascosto nella trama del Fu Mattia Pascal, un motivo libero che rivela, en abîme, aspetti centrali di un romanzo ancora poco letto come i Quaderni di Serafino Gubbio operatore, la genesi di un tema tipicamente novecentesco come quello dell’amnesia, oppure un procedimento formale (la narrazione simultanea) da un secolo in qua sotto gli occhi di tutti ma a cui nessuno aveva prestato attenzione, come la lettera rubata di Poe. È a partire da questi spunti, e dalla loro interpretazione, che si offre al lettore un’idea complessiva del modernismo pirandelliano: per comprendere meglio l’opera di questo grande scrittore nel quadro della letteratura europea della prima metà del Novecento, ma anche per mostrane l’attualità nel tempo presente. Riccardo Castellana (Roma, 1968) è professore associato di Letteratura italiana contemporanea nell’Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo l’edizione critica dei Ricordi di un giovane impiegato di Federigo Tozzi (Cadmo, 1999) e i volumi Tozzi (Palumbo, 2002), Parole cose persone. Il realismo modernista di Tozzi (Serra, 2009), La teoria letteraria di Erich Auerbach: una introduzione a “Mimesis” (Artemide, 2013), Storie di figli cambiati. Fate, demoni e sostituzioni magiche tra letteratura e folklore (Pacini, 2014). Ha inoltre curato nel 2009, per Mondadori, l’edizione commentata di Satura di Montale, e, con Christian Rivoletti, la raccolta di inediti di Erich Auerbach Romanticismo e realismo (Edizioni della Normale, 2010). Introduzione - Pirandello modernista Parte Prima - Due romanzi Capitolo 1 - Paleomodernismo: Il fu Mattia Pascal Capitolo 2 - La coscienza del realismo: Quaderni di Serafino Gubbio operatore Parte Seconda - Sei personaggi senza memoria Capitolo 3 - Amnesia Parte Terza - Le novelle Capitolo 4 - Pirandello e la novella moderna Capitolo 5 - Indicativo presente: la narrazione simultanea nelle novelle Capitolo 6 - Esotismo/estraneità Soggetti: Critica Letteraria, Linguistica, Filologia, Teatro, Letteratura, Studi culturali, Opere generali, Luigi Pirandello, Drammaturgia, Commedie, Modernismo, Romanzi, Novelle, Verismo, Wakefield, Verità, Falso, Finzione, Memoria, Saggio, Feuilleton, Realismo, Cinema, Sesso, Benjamin, Novecento, Guerra, Soldato, Jean Anouilh, Enrico IV, Oblio, Amnesia, Allegorie, Psicologia, Freud, Come tu mi vuoi, Giraudoux, Smemorato, Novellistica, Novella moderna Narrazione simultanea, Crudeltà, Cronache, Autodiegesi, Viaggio, Viaggiatori, Bagaglio, Erotismo, Teorie, Marinetti, Dogma, Rifiuto, Avanguardie letterarie, Innovazione, Svevo, Tozzi, Italia, Weinrich, Vittorini, Zola, Poe, Calvino, Bibliografia, Libri Vintage fuori catalogo online, Literary Criticism, Linguistics, Philology, Theater, Literature, Cultural Studies, General Works, Dramaturgy, Comedies, Modernism, Novels, Novels, Truth, Fake, Fiction, Memory, Essay, Realism, Sex, Twentieth Century, War, Soldier, Oblivion, Allegories, Psychology, Forgetfulness, Simultaneous narrative, Cruelty, Chronicles, Self-defense, Travel, Travelers, Baggage, Eroticism, Theories, Refusal, Literary avant-garde, Innovation, Italy, Bibliography, Books out of print
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Gioconda Marinelli
Dal Trianon al Sannazaro. Luisa Conte con il teatro nell'anima
Adriano Gallina Editore 1996 226 PP. FONDO DI MAGAZZINO: LIEVI SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO PERFETTO E INTONSO. LUISA CONTE è la straordinaria interprete della scena partenopea che dal suo debutto all'età di cinque anni e le sue prime interpretazioni al Trianon, ba continuato a vivere per il teatro: sceneggiata, rivista, varietà, commedia brillante, prosa. Nel 1947 ba recitato con il marito Nino Veglia e la sua Compagnia in Sud America. Nel 1954 è stata scritturata per "Miseria e nobiltà " in occasione della riapertura del Teatro San Ferdinando, da Eduardo che le affidò sempre ruoli di grande rilievo. Passata dopo quattro anni nella Compagnia di Nino Taranto interpretò commedie di Raffaele Viviani, Giuseppe Marotta, Scarnicci e Tarabusi, Vitaliano Brancati, Ernesto Grassi, Luigi Pirandello. Nel 1969 insieme al marito restituì al Teatro Sannazaro di via Chiaia il suo antico splendore e fondò la Compagnia Stabile Napoletana a cui ha arriso una meritata fortuna. Al Sannazaro fu interprete esemplare delle commedie di Gennaro D'Avino, Paola Riccora, Antonio Petito, Raffaele Viviani, Giovanni Rescigno, Vittorio Paliotti, Domenico Romano, Nino Masiello e di tutto il repertorio scritto per la Compagnia da Gaetano Di Maio e diretto dal regista Giuseppe Di Martino. Questo libro non è soltanto il percorso artistico della grande attrice, degna erede della tradizione della Commedia dell'Arte, ma anche la storia di una donna coraggiosa, forte, dolce e aggressiva, amata e acclamata, della sua vita sofferta, piena di sacrifici, di ansie, ma anche ricca di tante soddisfazioni, una vita vissuta in pieno, da protagonista fino all'ultimo. Gioconda Marinelli è molisana, di Agnone, vive e lavora a Napoli dal 1978. Proviene da un'antica famiglia di fonditori di campane. Si è laureata in Scienze Naturali e Scienze Biologiche presso l'Università di Roma e si è specializzata in Scienza dell'Alimentazione all'Università di Napoli. Il suo percorso professionale spazia in più campi: insegnamento, letteratura, poesia, pittura, Scultura. Una versatilità che le ba dato notevoli consensi ed affermazioni. E autrice di varie pubblicazioni scientifiche e di altri saggi: "Arte e fuoco", 1980 (Premio di Cultura Molise 1981, Premio di saggistica Montecatini Terme, Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri); "L'antro di Vulcano', 1991, Storia di campane, 1995. Per la poesia è stata segnalata al Premio Montale 1994; la sua ultima raccolta di versi, con la prefazione di Maria Luisa Spaziani, si intitola "Fusione di frammenti". E' presente per la pittura e la scultura nel Catalogo Giorgio Mondadori "Colore e Materia" Pittori e scultori del Premio Arte 1995 e nel Catalogo del Premio Michetti 1995- "I bronzetto italiano contemporaneo" E componente del Consiglio di Studi Storici dell Istituto Regionale del Molise "V. Cuoco" Appassionata del Teatro napoletano non ba resistito al richiamo di guardare molto da vicino questo mondo nei suoi risvolti più fascinosi Determinante è stato l incontro con Luisa Conte. Poteva fare tutto, capiva tutto. Lavorare con lei era un riposo, una beatitudine. Eduardo
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LUIGI DE FILIPPO
BUFFO NAPOLETANO COMMEDIA IN DUE ATTI
ADRIANO GALLINA EDITORE 1986 139 PP. FONDO DI MAGAZZINO: SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO ALLA COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO INTONSO, MAI SFOGLIATO. Luigi De Filippo è nato a Napoli. Ormai affermato ed originale attore ed autore, ha debuttato al teatro «Quirino» di Roma nel 1951 nella Compagnia del padre, Peppino, col quale per diversi anni recita sia in teatro che in televisione. Nel 1978 lascia la Compagnia del padre e decide d'intraprendere altre vie e realizzare programmi che più si avvicinano alle sue possibilità ed aspirazioni artistiche, ed infatti è protagonista di alcuni spettacoli che maggior mente mettono in risalto le sue singolari qualità. Interpreta opere di Gogòl, Moliére, Avercenko, Pirandello. Nel 1981 dà vita ad una Compagnia da lui diretta riproponendo al pubblico, e rinnovando con una fantasia vivace e modernissima, alcune fra le più belle commedie di Peppino. Con questa Compagnia e con questi spettacoli, Luigi viene invitato a compiere numerose tournée all'estero, e si reca a recitare a Berna, Zurigo, Losanna, Baden, Basilea, Monaco, Amburgo, Colonia, Grenoble, Marsiglia e Bruxelles con eccezionale successo. Nell'estate del 1985 Maurizio Scaparro, direttore del Teatro di Roma, lo vuole protagonista applauditissimo dello spettacolo «Comoedia» di Ghigo De Chiara da Plauto e con la regia di Ugo Gregoretti. Luigi è anche autore di sceneggiati per la televisione e per la radio. Recentemente ha pubblicato un libro di poesie umoristiche «Il segreto di Pulcinella». Ma soprattutto è autore di alcune belle commedie come «Fatti nostri», «Storia strana su di una terrazza romana», «Come e perché crollò il Colosseo», «Il suicida», «La commedia del re buffone e del buffone re» ed ultimamente di «Buffo napoletano». Lavorando sempre con splendida riuscita alla definizione di un suo mondo poetico legato all'osservazione critica della realtà quotidiana, pur nel solco delle esperienze che gli provenivano dalla grande tradizione familiare.
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TITO SAVELLI
ITALIA O MORTE TRAGEDIA IN QUATTRO ATTI
JOPPOLO EDITORE 1993 87 PP. FONDO DI MAGAZZINO: SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, BRUNITURE AI TAGLI AALTI, PER IL RESTO INTONSO, MAI SFOGLIATO. Due eroi del nostro Risorgimento, i fratelli Bandiera, sono i protagonisti di Italia o morte. Veneziani, figli di un contrammiraglio, entrarono giovanissimi nella marina austriaca, pur desiderando l'indipendenza d'Italia. Nel 1841 fondarono la società segreta dell'Esperia, che aveva come scopo la liberazione dell'Italia dal dominio straniero. Entrati in rapporto con Mazzini, decisero di agire e il 16 giugno 1844 sbarcarono con pochi compagni alla foce del torrente Neto, in Calabria, sperando in un'insurrezione popolare. Traditi da Boccheciampe, un loro compagno, si trovarono a dover fronteggiare un forte contingente di truppe borboniche. Fatti prigionieri a San Giovanni in Fiore, furono processati il 25 luglio 1844 nel vallone di Rovito presso Cosenza. In questi momenti bui per il nostro Paese, appaiono più che mai significative le celebri pagine di storia italiana che rivivono in questa tragedia grazie all'abile penna di Tito Savelli, pseudonimo di un avvocato romano che ha di recente pubblicato il dramma "Cola di Rienzo" Joppolo Editore).
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ARMANDO MARRA
IO DI SCENA. ITINERARIO ALL'ARTE DEL TEATRO
IGEI ISTITUTO GRAFICO EDITORIALE ITALIANO 1998 101 PP. DEDICA AUTOGRAFA DELL'AUTORE IN ANTIPORTA, COME DA FOTO 2, LIEVI SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO ALLA COPERTINA, PER IL RESTO OTTIMO. Nato a Napoli sui palcoscenici d'assalto o di trincea dell'Apollo, passato dal varietà all'avanspettacolo e all'operetta e, forse unico tra gli attori napoletani, al circo. Giunse a maturare la sua piena esperienza con Peppino de Filippo, nonché con Barrault e la sua Comédie Francaise. Viene poi l'esaltante esperienza del "Trinculo" nella Tempesta diretta da Giorgio Streheler, ed è mimo eclettico nel "Palazzo di Cristallo", allestito a Broadway da P. Brooke. L'esperienza americana lo conduce alla riflessione poetico-canora sull'emigrazione che sfocia nel suo primo disco "Portame a casa mia" divenuto poi spettacolo con la collaborazione di Antonio Ghirelli e Antonio Lubrano. Non poteva ovviamente mancare la fondamentale esperienza con Eduardo col grottesco personaggio di "Spanò", nel Pirandelliano "Berretto a sonagli" Numerosissime esperienze teatrali lo conducono dalla irripetibile stagione del "Masaniello" alle uniche quanto magiche serate del settembre al Borgo di Casertavecchia dove è protagonista in "Iesus" con Anna Miserocchi, e di "O iuorno 'e San Michele" con Regina Bianchi. E Cirano Pagliaccio su Rai due. Nutritissima la filmologia che va da "II nome della rosa" di Annaud a "Mosca addio" di Bolognini con Liv Ullman, "II tassinaro" di Alberto Sordi al "Commissario lo Gatto" di Dino Risi a "Intervista" ultima fatica di Federico Fellini, "No, grazie il caffè mi rende nervoso" con Lello Arena e Massimo Troisi, "Mi manda Picone" per la regia di Nanni Loy, "Benvenuta" con Gassman e Fanny Ardant, "Nel giardino delle rose" per la regia di L. Martino con Ottavia Piccolo, Remo Girone e Giancarlo Giannini. Ancora con Giancarlo Giannini nel "Male oscuro" per la regia di Mario Monicelli e con Tino Buazzelli ne "II balordo". Sulla Rete Due della RAI, Marra e Massimo Dapporto tra i protagonisti della serie Sarti Antonio Brigadiere" e "Investigatori d'Italia". Inoltre è tra i protagonisti di "Stradivari" con Antony Quinn per la regia di Giacomo Battiato oltre che nel "Don Bosco" con Ben Gazzara, e in "Scugnizzi" di Nanni Loy. Insignito del Premio "Una vita per il Teatro", Primo a Parigi all'Odeon nel Meeting Internazionale "Polichinelle 91". Raffinato poeta, drammaturgo e regista Sue diverse opere di pregevole fattura come: "Una Notte Mille del Mille", "L'Esperimento" e "Gocce di Luna", spettacolo di grande livello artistico; "Paisà", "Aspettando Toto e "Scugnizza" con Simona Crasto. E' attualmente Direttore dell' Accademia Europea di Teatro. Soggetti: Teatro, Attori napoletani, Drammaturgia, Biografie, Commedianti illustri, Scena, Recitazione, Spettacoli, Improvvisazione, Dizione, Voce, Tecnica, Varietà, Avanspettacolo, Commedia, Operetta, Circo, Jean-Louis Barrault, Peppino De Filippo, Giorgio Strehler, Tempesta, Trinculo, Comédie-Française, Broadway, Peter Brooke, Palazzo di Cristallo, Canzone napoletana, Antonio Ghirelli, Antonio Lubrano, Eduardo, Spanò, Pirandello, Cinema, Televisione, Masaniello, Lina Sastri, Mariano Rigillo, Iesus, Anna Miserocchi, 'O juorno 'e San Michele, Regina Bianchi, Settembre al Borgo, Caserta, Pietro Germi, No grazie, il caffè mi rende nervoso, Massimo Troisi, Lello Arena, Attila flagello di Dio, Diego Abatantuono, Vittorio Gassman, Fanny Ardant, Benvenuta, Alberto Sordi, Il tassinaro, Arrapaho, Cavallo Pazzo, Mi manda Picone, Nanni Loy, Troncone, Il nome della rosa, Jean-Jacques Annaud, Intervista, Federico Fellini, Mosca addio, Liv Ullmann, Il commissario Lo Gatto, Lino Banfi, Il male oscuro, Mario Monicelli, Giancarlo Giannini, Nel giardino delle rose, Luciano Martino, Filmografia, Teatrografia, Cirano Pagliaccio, Accademia Napoletana di Teatro, Maestro Teatrale, Theater, Neapolitan actors, Dramaturgy, Biographies, Distinguished comedians, Scene, Acting, Performances, Improvisation, Diction, Voice, Technique, Variety, Anti-spectacle, Comedy, Circus, Storm, Neapolitan song, Interview, Filmography, Works Neapolitan Theater Academy, Theater Master
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ANTONIA LEZZA a cura di
TEATRI NELLA RETE TESTUALITà ED IPERTESTUALITà DELLA LETTERATURA TEATRALE
Giornata di studio, 29 novembre 2002, Università degli studi di Salerno DELTA 3 EDIZIONI 2006 207 PP. FONDO DI MAGAZZINO: LIEVI SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO INTONSO, MAI SFOGLIATO. TEATRI NELLA RETE L'evidente interesse verso la testualità dei classici, gli aspetti più rilevanti della scrittura teatrale dei contemporanei ed alcuni dei più interessanti progetti ipertestuali realizzati in Italia sono oggetto dei contri buti raccolti in questo quaderno. Ed è proprio nel confronto tra testualità ed ipertestualità l'idea di una Giornata di studio, intitolata Teatri nella Rete Testualità ed ipertestualità della letteratura teatrale, che si è svolta il 29 novembre 2002 all'Università di Salerno e che ha rappresentato un momento di incontro pluridisciplinare, in cui è stato evidenziato lo stretto rapporto tra letteratura/teatro ed informatica, salvaguardando le singole specificità dei settori. La seconda parte del quaderno è dedicata agli scrittori di teatro, alla loro maniera di intendere la macchina teatrale ed all'analisi dell'attuale condizione dei testi e della loro fortuna critica. Antonia Lezza è professore associato di Letteratura italiana e di Letteratura teatrale italiana all'Università degli Studi di Salerno e ha un incarico di Storia del Teatro all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha curato con Pasquale Scialò la prima edizione critica del Teatro di Viviani in sei volumi, edito dalla Guida editori di Napoli; la monografia Viviani, l'autore, l'interprete e il cantastorie urbano (Napoli, 2000) e gli Atti della Giornata di Studio Raffaele Viviani. Teatro, poesia e musica (Napoli, 2003). Nel corso degli anni si è dedicata agli studi di letteratura teatrale, producendo una serie di saggi sul teatro di Carlo Goldoni, Collodi, Salvatore Di Giacomo, Roberto Bracco, Raffaele Viviani, Totò, Eduardo e Poppino De Filippo, Vincenzo Pirrotta; ha, inoltre, studiato Casanova e i suoi rapporti con il teatro europeo. Ha curato per Enciclopedia ofi talian L'iterar/ Studies diverse voci afferenti al teatro meridionale (New York, 2006). È ideatrice e responsabile del sito Teatro Napoletano e ha fondato nel 1998 l'Associazione culturale "Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo" di cui è presidente È membro del comitato scientifico della rivista «Misure Critiche». Soggetti: Narrativa, Letteratura teatrale, Testi teatrali, Cinema, Spettacolo, Critica letteraria, Drammaturgia, Raffaele Viviani: l'autore, l'interprete, il cantastorie urbano, Pasquale Scialò, Luchino Visconti, Vittorio Gassman, Oreste, Volontè, David, Randone, Saul, Varietà, Pubblico, Recitazione, Scena, Teatralità, Classici, Ipertestualità, Storia, Napoli, Teatro napoletano, Attori, Personaggi, Novecento, Franco Vazzoler, Scrittura, Valeria Moretti, Insegnamento, Lingue, Stranieri, Cultura, Icon, Bibit, Italianisti, Biblioteca digitale, Rete, Informatica umanistica, Libri Vintage Fuori catalogo, Saggi, Ipertesto, Web, Franca Angelini, Nunzia Acanfora, Bibliografia, Riflessioni, Manlio Santanelli, Francesco Saponaro, Autiero, Ascoltare il testo, Diffusione, Fruizione, Video, Tecnologia, Video, Ascolto, Fiction, Theater literature, Theatrical texts, Cinema, Entertainment, Literary criticism, Dramaturgy, Interpreter, Urban storyteller, Variety, Audience, Acting, Scene, Theatricality, Classics, Hypertextuality, History, Naples, Neapolitan theater, Actors, Characters, Twentieth century, Writing, Teaching, Languages, Foreigners, Culture, Italianists, Digital library, Network, Humanities informatics, Out of print books, Essays, Hypertext, Bibliography, Reflections, Listening to the text, Diffusion, Use, Technology, Listening.
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RAFFAELE VIVIANI
TEATRO VOLUME IV 4 QUARTO
A CURA DI GUIDO DAVICO BONINO, RAFFAELE SCIALò E ANTONIA LEZZA GUIDA EDITORI 1989 977 PP. FONDO DI MAGAZZINO: SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, TRACCE DI POLVERE AI TAGLI, PER IL RESTO OTTIMO. Le nove commedie comprese in questo quarto volume del Teatro di Raffaele Viviani abbracciano il periodo che va Il volume, che raccoglie Circo Equestre Sgueglia, Fatto di cronaca, Don Giacinto, La figliata, I pescatori, Zingari, Napoli in frac, Fuori l'autore, Tre amici, un soldo, dà prova, nell'intensità e nella corposità delle commedie, della raggiunta maturità di Viviani sul piano della scrittura drammaturgica. Da Circo Equestre Sgueglia, fabula su una comunità circense che, al di là del suo intreccio classico, rivela una sensualità e una protervia inusitate nel teatro del Novecento, a Tre amici, un soldo, una «tipica commedia ad equivoci» che, con Napoli in frac, era sino ad oggi inedita, il teatro di Viviani accede a un periodo che occupa - come scrive Davico Bonino nell'introduzione - «un posto a sé nella produzione vivianea, per l'intensità delle immagini e la ricchezza delle situazioni». L'ispirazione trova forse la sua espressione più felice in Fatto di cronaca, un testo traversato da molteplici valenze etiche, in cui una «vittima sacrificale» aggiunge alla sua «naturale emarginazione, alla sua fisiologica ebetudine» la fuga, il riparo «artificiale » nella pazzia. dal 1922 al 1927. La cura dei testi, le singole note introduttive e le note glossario sono di Antonia Lezza. La cura dei testi musicali, la prefazione e le note introduttive al singoli lavori sono di Pasquale Scialò. Per la revisione dei testi musicali ci si è avvalsi della collaborazione del Maestro Renato Gaudiello. Indice Introduzione di Guido Davico Bonino I testi Nota all'edizione di Antonia Lezza Nota bibliografica Circo Equestre Sgueglia Fatto di cronaca Don Giacinto La figliata I pescatori Zingari Napoli in frac Fuori l'autore Tre amici, un soldo Le musiche Prefazione di Pasquale Scialò Circo Equestre Sgueglia Fatto di cronaca Don Giacinto La figliata I pescatori
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A CURA DI SERGIO LAMBIASE E MICHELE DEL GROSSO
IO, FABRIZIA RAMONDINO NON IMMAGINAVO DI STAR DI CASA SOPRA UN TEATRO CON CD AUDIO
IO, FABRIZIA RAMONDINO NON IMMAGINAVO DI STAR DI CASA SOPRA UN TEATRO CON CD AUDIO A CURA DI SERGIO LAMBIASE E MICHELE DEL GROSSO EDIZIONI INSTABILI 2012 83 PP. FONDO DI MAGAZZINO: PERFETTO E INTONSO, MAI SFOGLIATO. Fabrizia Ramondino (1936-2008) è stata una delle più importanti scrittrici italiane del '900. In questo libro, accompagnato da un disco con la sua voce, su musiche di Marco Zurzolo, Fabrizia si racconta: le sue passioni politiche, gli autori che hanno segnato la sua formazione, le amicizie di una vita, gli affetti, il lavoro intenso con i bambini. Anche gli articoli della Ramondino contenuti nel libro e i dialoghi con alcuni degli artisti che lei apprezzava (Bruno Leone, Ernesto Tatafiore, Mimmo Cuticchio), contribuiscono a gettare luce sul suo irriducibile "nomadismo" culturale. Il Teatro Instabile si fa promotore di un'iniziativa, tra amici e lettori di Fabrizia Ramondino, per collocare una targa-ricordo sulla facciata del Palazzo Spinelli dove la scrittrice visse per lunghi anni. Questo volume è il primo di una collana dal titolo "io". Soggetti: Biografia, Critica letteraria del XX secolo, Biografie, Autobiografie, Teatro, Messer Pulcinella, Itri, Ricordi, Memorie, Diario, Interviste, Racconti, Dialoghi, Napoli, Centro storico, via dei Tribunali, Decumani, Anni Settanta, Colera, Quartieri spagnoli, Pendino, Anni Ottanta, Anni Novanta, Teatro Instabile, TIN, Via Martucci, Avanguardia, Anime Pezzentelle, Cisterna dell'Olio, ARN, Risveglio, Piazza San Domenico, Impegno civile, Operai, Disoccupati, Althénopis, L'isola riflessa, Taccuino tedesco, Copertine, Illustrazioni, Neapel, Sessantotto, Movimento studentesco, Marx, Quaderni piacentini, Rosa Luxemburg, Sinistra, Maggio francese, Contestazione, Kasper, Bruno Leone, Germania, Guerra di infanzia, Elsa Morante, Intellettuali, Scrittrici napoletane, Gesualdo Bufalino, Vera Maone, Carmelo Samonà, Leonardo Sciascia, La via, Lucio Amelio, Andy Warhol, Opera dei Pupi, Letteratura impegnata, Terremoto, Esperienze personali, Mario Martone, Spagna, Dadapolis. Napoli al caleidoscopio, Andreas Friedrich Müller, Cultura contemporanea, Saggi, Libri Vintage Fuori catalogo, Partenope, Capri, Conversazioni, Cosmopolitismo, Dante, Influenze culturali, Marcel Proust, Illuminista, Scrittura in prima persona, Dischi, Formazione, Passione politica, Mimmo Cuticchio, Ernesto Tatafiore, Bruno Leone, Artisti, Tullio Pironti, Rossi Doria, Gea Martire, Marco Zurzolo, Biography, Literary criticism of the twentieth century, Biographies, Autobiographies, Theater, Memories, Diary, Interviews, Tales, Dialogues, Naples, Historical center, Seventies, Cholera, Spanish quarters, Eighties, Nineties, Unstable theater, Avant-garde, Civil commitment, Workers, Unemployed, German notebook, Covers, Illustrations, Sixty eight, Student movement, Piacentini notebooks, Left, French May, Contestation, Germany, Intellectuals, Neapolitan writers, Puppet opera, Committed literature, Earthquake, Personal experiences, Spain, Naples in the kaleidoscope, Contemporary culture, Essays, Out of print books, Conversations, Cosmopolitanism, Cultural influences, Enlightenment, First person writing, Records, Education, Political passion
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RAFFAELE VIVIANI
TEATRO VOLUME III 3 TERZO
A CURA DI GUIDO DAVICO BONINO ANTONIA LEZZA PASQUALE SCIALO GUIDA EDITORI 1988 820 PP. FONDO DI MAGAZZINO: SEGNI DEL TEMPO ALLA SOVRACCOPERTA, TRACCE DI POLVERE AI TAGLI, PER IL RESTO OTTIMO Con la pubblicazione delle opere comprese tra il 1919 e il 1920, prosegue l'edizione completa in cinque volumi del Teatro di Viviani. terzo volume, che comprende Santa Lucia Nova, La Marina di Sorrento, Festa di Piedigrotta, Lo Sposalizio, Campagna Napoletana, La Bohème dei comici, mostra soprattutto la pluralità dei temi e delle figure che alimentano il teatro di Viviani. Da Santa Lucia Nova, cronaca breve, ma intensamente drammatica, della vita di un clan tribale, alla Bohème dei comici, vivo affresco d'una corte dei miracoli, l'effetto finale della drammaturgia di Viviani è - come scrive Davico Bonino nell'introduzione - «un vorticoso caleidoscopio di figure e movenze». Ricchezza di sequenze e simultaneità dell'azione trovano espressione soprattutto in Festa di Piedigrotta, una «sagra popolare in due atti» considerata uno dei capolavori di Viviani. Attraverso una serie sorprendente di personaggi della millenaria festa pagano-cristiana, Viviani vi mette in scena «il dramma dello scatenamento, della repulsa e della sospensione del desiderio». Dall'Introduzione 1. Santa Lucia Nova Con un copione inedito (anche se messo in scena da Viviani insieme a Osteria di campagna), s'apre questo terzo volume del Teatro completo del grande drammaturgo napoletano. I due atti in versi, prosa e musica di Santa Lucia Nova datati 1919 non sono, occorre ammetterlo, del tutto persuasivi dal punto di vista espressivo e scenico: ma riescono, senza dubbio, molto interessanti sotto il profilo tematico e culturale. Si potrebbe definire questo copione una commedia sulla trasformazione e sulla permeabilità. La trasformazione, innegabile, è quella di uno specialissimo quartiere napoletano, quello di Santa Lucia, che nel 1919 partecipava ad un tempo della vita del tessuto urbano, di cui era ai margini, e di quella, più specifica, del sobborgo popolare, di povera economia piscatoria. Sede di una nuova vita mondana e notturna, appannaggio a sua volta di una sottospecie della media borghesia napoletana (i «polli», i «castrati», le «vacche» dediti all'«orgia», da << mezzanotte in poi, all'uscita dei teatri »), Santa Lucia poneva a brusco ed inatteso contatto, all'indomani del primo conflitto, nell'eccessivo ottimismo di una pace ritrovata e di un benessere più sperato che... Indice Introduzione di Guido Davico Bonino I testi Nota all'edizione di Antonia Lezza Nota bibliografica Santa Lucia Nova La Marina di Sorrento Lo Sposalizio Festa di Piedigrotta Campagna napoletana La Bohème dei comici Le musiche Prefazione di Pasquale Scialò Santa Lucia Nova La Marina di Sorrento Lo Sposalizio Festa di Piedigrotta Campagna napoletana La Bohème dei comici Soggetti: Teatro napoletano, Testi teatrali, Storia, Edizioni critiche, Opere teatrali, Musica, Raffaele Viviani, Archivio, Copioni, Goffredo Fofi, Biblioteca teatrale del Burcardo, Commedie scelte, Antologie, Raccolte, Libri rari, Libri Vintage Fuori catalogo, Collezionismo, Da collezione, Consultazione, Riferimento, Bibliografia, Napoli, Versi, Prosa, Cultura napoletana, Capri, Sorrento, Pompei, Inediti, Drammi, Drammaturgia, Comunità circensi, Circo, Personaggi, Intreccio, Coro, Miseria, Povertà, Mestieri, Triangoli amorosi, Omicidio, Mergellina, Tradimenti, Gennarino, O figlio d'a Madonna, Palomma, 'O diavulone, Cicciariello, Zingare, Tragedia vivianea, Piazza del Carmine, Risanamento, Quartieri, Città, Novecento, Amanti, Zenobia, Classici, Don Ciccio, Carmeniello, Scemulillo, Atti, Vicoli, Don Giacinto, Proletariato, Piccola borghesia, Vicenza, Don Peppino, Tragedie, Glossario, Dialetto napoletano, Arti performative, Scenografia, Scena, Spettacolo, Musiche, Successi, Capolavori, Pubblico, Repertorio pittoresco, Tipi, Macchiette, Napoletanità, Gergo, Modi di dire, Compositori, Musicisti napoletani, Drammaturghi italiani del XIX secolo, Poesia, Umorismo, Sarcasmo, Teatro comico, Eduardo Scarfoglio, Eduardo Scarpetta, Lucio D'Ambra, Arte, Novelle, Varietà, Caffè Concerto, Canzoni, Don Raffaele, Poesia dialettale, Letteratura, Palcoscenico, Nino Taranto, Carnevale, Bracco, Maschere, Stabile di Roma, Luisella Viviani, Elvira Donnarumma, Regina Bianchi, Attori, Attrici, Amedeo Girard, Omar Calabrese, Tecla Scarano, Dante Maggio, Vincenzo Scarpetta, Tournée, Piedigrotta, Canzone napoletana, Testi drammatici, Pulcinella, Montevergine, Folklore, Tradizioni culturali, Cultura, Autori, Impresari, Teatro sociale, Fascismo, Anni Venti, Anni Trenta, Assunta Spina, Mese Mariano, Sala Umberto, Compagnie, Stagioni, Scugnizzo, Eden, Enrico Cannio, Totò, Nuovo, Maria Di Majo, Jovinelli, Rino Genovese, Salvatore di Giacomo, Ferdinando Russo, Roberto De Simone, Canzone popolaresca, Operetta, Sottosviluppo, Musiche, Romanza da camera, Periodiche borghesi, Salotti, Inediti, Copioni, Figlie, Yvonne, Luciana, Santa Lucia, Maruzzaro, Concettina, Personaggi, Mendicante, Prestigiatore, Zi Taniello, Ostricaro, Ostricaio, Borgo, Pescatori, Luciane, Carmenella, Marina e Surriento, Topoi, Carmeniello, Vacanze, Hotel Tramontano, Scene, Tradizioni popolari, Guacci, Malato, Salzano, Apparati, Portinaio, Vicenzino, Mmaculatina, Sposalizio, 'O spusarizio, Matrimonio, Nozze, Neapolitan theater, Theatrical texts, History, Critical editions, Theatrical works, Music, Archive, Scripts, Theatrical library, Selected comedies, Anthologies, Collections, Rare books, Out of print books, Collectibles, Consultation, Reference, Bibliography, Naples, Verses, Prose, Neapolitan culture, Pompeii, Unpublished, Dramas, Dramaturgy, Circus communities, Circus, Characters, Intertwining, Chorus, Misery, Poverty, Professions, Love triangles, Murder, Betrayals, Gypsy, Vivianic tragedy, Recovery, Neighborhoods, Cities, Twentieth century, Lovers, Classics, Acts, Alleys, Proletariat, Lower bourgeoisie, Tragedies, Glossary, Neapolitan dialect, Performing arts, Scenography, Scene, Entertainment, Music, Successes, Masterpieces, Audience, Picturesque repertoire, Types, Spots, Neapolitan, Slang, Idioms, Composers, Neapolitan musicians, Italian playwrights of the nineteenth century, Poetry, Humor, Sarcasm, Comic theater, Short stories, Variety, Concerto coffee, Songs, Dialect, Poetry, Literature, Stage, Carnival, Masks, Actors, Actresses, Neapolitan song, Dramatic texts, Cultural traditions, Culture, Authors, Impresarios, Social theater, Twenties, Thirties, Marian month, Companies, Seasons, Popular song, Underdevelopment, Chamber romance, Bourgeois periodicals, Salons, Unpublished, Scripts, Daughters, Characters, Beggar, Magician, Oystermaker, Village, Fishermen, Holidays, Popular traditions, Apparatuses, Porter, Marriage, Wedding
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ANNIBALE RUCCELLO
FERDINANDO
PREFAZIONE DI ISA DANIELI ALFREDO GUIDA EDITORE 1998 116 PP. FONDO DI MAGAZZINO: PERFETTO E INTONSO, PARI AL NUOVO. Ferdinando è stata messa in scena dalla Cooperativa "La Contemporanea '83", la "prima nazionale" ha avuto luogo il 28 febbraio 1986 al Teatro Comunale di San Severo di Foggia. È stata poi riallestita dalla Cooperativa teatrale "Gli Ipocriti" il 10 dicembre 1995 a Castellammare di Stabia, e riproposta per quattro stagioni consecutive. Nel giugno del 1998 è stata registrata da Raidue per la serie "Palcoscenico". Annibale Ruccello, nato a Napoli nel 1956 e scomparso tragicamente nel 1986, è stato tra i protagonisti della rinascita della drammaturgia italiana negli anni Ottanta. Dalla commedia "Ferdinando" è stato tratto l'omonimo film di Memè Perlini. Annibale Ruccello, è oggi più che mai un autore di culto all'interno del panorama teatrale italiano: è l'espressione di una generazione di teatranti ansiosa di ricreare un teatro nuovo dentro la realtà, capace anche di ridere nella tragedia. E' la morte della classe nobiliare ottocentesca, e la morte del napoletano come lingua che Ruccello ci racconta in Ferdinando, attraverso la vita di donna Clotilde, una sessantenne che per esorcizzare la vecchiaia e la morte di innamora di Ferdinando un ragazzo di sedici anni che finge di essere un suo lontano parente per sottrarle fino agli ultimi averi. Ferdinando è la parodia di un momento storico di transizione, quello dell'unità d'Italia, e un capolavoro, divenuto oramai un classico del teatro italiano. PRESENTAZIONE Ferdinando non ha soltanto i caratteri di una proposta di successo, tanto folgorante quanto occa sionale, ma si presenta con tutti i crismi del grande teatro vero, nel segno di un teatrante di razza che, prova dopo prova, aveva portato a piena maturità espressiva, la sua personalissima scrittura, la sua originale capacità di rappresentazione dei fatti e dei sentimenti. Insomma per dirla con Moscato qui natura e storia si fondono. Ad un doppio ordine di fattori, cioè di eventi della storia e di sentimenti, cioè di ripercussioni della realtà esterna nel paesaggio in teriore dei personaggi, si riconduce infatti questa commedia a sfondo nero che alterna abilmente la malinconia al divertimento, i toni ironici a quelli disperati. "Comme si brutta... Comme si brutta adinte Gesualda mia tu mpietto nun t'ie ne o'core. O poste suoie tieno na pianta e urtica, senza bellezza, ca pogne no pe diffondere quaccosa, comme a spina ca protegge e bellezze e na rosa. Ma pogne no piacere e pognere... Anzi è peggio. Tenisse piacere a fa male già fosse quaccosa tu pogne e basta". Fui folgorata, in quella storia, nera e appassionata, non c'era solo il tramonto di una casta all'alba di un nuovo secolo che si annunciava cinico e spietato ma la costruzione di una lingua antica e nuova al tempo stesso. Di una vera e propria Alchimia della parola, fino a diventare uno splendido teorema. Soggetti: Teatro, Testi teatrali, Drammaturgia, Dramma, Commedie, Letteratura teatrale napoletana, Classici, Scena, Atti, Palcoscenico, RAI, Spettacolo, Giulio Baffi, Successo, Successi teatrali, Dialetto napoletano, Ironia, Libri Vintage Fuori catalogo, Libri rari, Collezionismo, Critica, Aristocrazia, Nobiltà, Vecchiaia, Amore, Passioni, Donne anziane, Parodie, Satira sociale, Capolavori napoletani, Teatro ruccelliano, Ricerca linguistica, Antropologia, Emarginati, Castellammare di Stabia, I Dodici Pozzi, La Cantata dei pastori, La gatta Cenerentola, Roberto De Simone, Enzo Moscato, Pièce, Premio Anticoli Corrado, Messinscena, Borbone, Cultura piccolo borghese, Disprezzo, Regno delle Due Sicilie, Odio, Desiderio, Bramosie sessuali, Vendetta, Sopraffazioni, Abbandono, Personaggi, Raffaele Viviani, Opere teatrali, Anni Ottanta, Novecento, Contemporaneo, Dopo Eduardo, Registi teatrali italiani, Studi letterari, Commedia, Theater, Theatrical texts, Dramaturgy, Drama, Comedies, Neapolitan theatrical literature, Classics, Scene, Acts, Stage, Show, Success, Theatrical successes, Neapolitan dialect, Irony, Out of print books, Rare books, Collecting, Criticism, Aristocracy, Nobility, Old age, Love, Passions, Elderly women, Parodies, Social satire, Neapolitan masterpieces, Ruccelliano theater, Linguistic research, Anthropology, Outcasts, Castellammare di Stabia, The Twelve Wells, The Shepherd's Cantata, The Cinderella Cat, Pièces, Bourbon, Bourgeois culture, Contempt, Kingdom of the Two Sicilies, Hate, Desire, Sexual lusts, Revenge, Abandonment, Abandonment, Characters, Theatrical works, Eighties, Twentieth century, Contemporary, Italian theater directors, Literary studies
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PETER BROOK
DIMENTICARE SHAKESPEARE?
PREFAZIONE DI GEORGES BANU ALFREDO GUIDA EDITORE 2005 92 PP. FONDO DI MAGAZZINO: PERFETTO E INTONSO, PARI AL NUOVO. Professore di studi teatrali alla Sorbonne Nouvelle e all'Université catholique de Louvain la Neuve (Belgio), caporedattore della rivista "Alternatives théâtrales", presidente onorario dell'Association Internationale des Critiques de Théâtre. È considerato uno dei migliori conoscitori dell'opera di Peter Brook al quale ha consacrato uno scritto apparso in francese e in italiano Peter Brook, de Timon d'Athènes à Hamlet. Autore di molti scritti dedicati al teatro del XX secolo, ha riunito alcuni suoi saggi in: Le théâtre, sorties de secours, Le théâtre ou l'instant habité et Exercices d'accompagnement. Ha diretto il volume XIII di Voies de la création théâtrale (CNRS) dedicato a Peter Brook. Ha vinto tre volte il premio per il miglior libro sul teatro in Francia. GEORGES BANU BROOK E IL SUO DOPPIO Il cerchio dell'interpretazione Da Shakespeare, il teatro di Peter Brook è indissociabile. Per tutta la vita lo ha messo in scena e commentato e a lui ha fatto costantemente ritorno. Parafrasando il gusto brookiano per le metafore del vivente, Shakespeare è senz'altro stato il suo «concime»> privilegiato. Per niente chimico, ma naturale e concreto, potente e fecondo. Brook si è nutrito di lui. Come della vita. Le sue due fonti originarie. Del resto le ha assimilate a tal punto da con fonderle. Brook le ha avvicinate, ascoltate ed esplorate con la medesima attenzione. Non se n'è mai distaccato. I testi recenti qui pubblicati lo confermano: il legame di un tempo persiste, il dialogo prosegue e il viaggio continua. È con Shakespeare che Brook ha sempre fatto i suoi debutti e dato i suoi addii, certa mente convinto che solo così questi spettacoli di rottura potessero acquisire pienamente il loro senso simbolico. Monta il suo primo...
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ANTONIO PETITO
'NA GRAN CAVALCATA L'ultima commedia
Introduzione, trascrizione e note a cura di Antonio Pizzo Alfredo Guida Editore 2004 159 PP. FONDO DI MAGAZZINO: LIEVI SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO INTONSO, MAI SFOGLIATO. INTRODUZIONE Nuovo repertorio e nuova maschera Il giorno 18 marzo 1876, dalle colonne del "Programma giornaliero", il teatro San Carlino annunciava, fatto inconsueto, il proprio riposo "per concerto generale della nuovissima commedia attualità scritta negli scorsi giorni dall'artista Antonio Petito, e di cui si darà prima rappresentazione domenica 19 febbraio". E l'ultimo testo scritto dall'artista. Quella del San Carlino era una compagnia infaticabile, e proprio in quegli anni dava quotidianamente due spettacoli (pomeridiano e serale) per l'intera settimana; ogni giorno appariva sulle colonne del "Programma giornaliero che, in questo caso, pubblicò in anticipo l'elenco. I problemi di allestimento dello spettacolo erano certo apprezzabili, ma non tali da giustificare la pausa. Anche la famosa parodia dell'Aida richiese un apprezzabile apparato scenico, eppure non vi fu pausa nella programmazione del teatro. Ma forse in quei giorni di marzo la tensione era maggiore. L'ultimo annuncio di una prima assoluta di un testo... ¹ II "Programma giornaliero" era un foglio quotidiano a stampa che riportava l'attività di tutti i teatri napoletani. É una interessantissima fonte per lo studio dello spettacolo a Napoli tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Le varie annate si trovano raccolte in volumi presso la Sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale di Napoli, che si dimostra ancora una volta custode di preziosi documenti. Tutte le successive indicazioni sui cartelloni teatrali napoletani, s'intendono tratte da questa fonte, se non diversamente indicato. Soggetti: Teatro, Drammaturgia, Letteratura teatrale, Testi, Classici, Ottocento, Attori, Pulcinella, Maschere, spettacoli per il popolo, Rappresentazioni, Folklore, Folclore, Totonno 'o pazzo, teatro napoletano, Raffaele Viviani, So' muorto e m'hanno fatto turna' a nascere, Siamo Tutti fratelli, Commedia, Comici, Personaggi Parole e frasi comuni 22 febbraio abbascio Achille addò Agatina aggio Altamura Andreoli Aniello anno 44 Anselmo Antonio Petito Asdrubale attori balcone bastone battuta Bufalone Buffo cammelli cancellato cantina Carnevale carro casa Casalnuovo cattera ccà cchiù Cetrulo chella chesta Chisto comico commedia corretto correzione Cosimo D'Ambra denaro dialettale dialetto napoletano didascalie dint'o dinto Don Asdrubale Don Piepolo Donna Pantalea drammaturgia Eduardo Scarpetta espunta faccio febbraio Felice Mammà Felice Sciosciammocca feste figliema figlio Giulietta guaje l'aggia l'anema de mammeta l'autore l'ha locanda m'aggio magnà Mamma Antonetta manoscritto maschera mbruoglio mettere Miette mmiezo moglie napoletana napoletano Napoli Napule ncoppa nfaccia nfame ortografia Pantalea parlare parodia parola Percochè Percochella personaggi petitiana pigliato Polidoro portavoce primma Pulcinella Puozze sculà quanno rigo Rosina San Carlino sapunarella scena scritto scrittura scrive significato signori stanotte Stella suono teatro Teatro San Carlino testo Trabillon tratta utilizza vedè vestito Vittorio Viviani Viva il carnevale vocale voglio vuje
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FORTUNATO CALVINO
I CRAVATTARI
PRESENTAZIONE DI TANO GRASSO ALFREDO GUIDA EDITORE 1998 43 PP. FONDO DI MAGAZZINO: SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO ALLA COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO INTONSO, MAI SFOGLIATO. L'usura appartiene al "sottosuolo", al sommerso della società civile e dell'economia. Da un lato chi è vittima si vergogna e si nasconde, dall'altro chi sfrutta il bisogno umano agisce per acquisire, di nascosto, sempre maggiori quote di ricchezza. Calvino ci riporta a questo mondo, ma allo stesso tempo ci fa intravedere una via d'uscita: in fondo non è tanta la distanza che separa la Napoli del sottosuolo da quella straordinaria e solare di ogni giorno. Una distanza che può essere colmata dalla speranza. Ha avuto una felice intuizione Fortunato Calvino con il testo Cravattari. L'usura appartiene al "sottosuolo", al sommerso della società civile e dell'economia. Da un lato chi è vittima si vergogna e si nasconde, dall'altro chi sfrutta il bisogno umano agisce per acquisire, di nascosto, sempre maggiori quote di ricchezza. Mi viene di pensare a Delitto e castigo di Dostoevskij: "Molti dei nostri vanno spesso da lui. Ma è una carogna tremenda...". Calvino ci riporta a questo mondo, ma allo stesso tempo ci fa intravedere una via d'uscita: in fondo non è tanta la distanza che separa la Napoli del sottosuolo da quella straordinaria e solare di ogni giorno. Una distanza che può essere colmata dalla speranza. Tano Grasso L'AUTORE Fortunato Calvino è nato a Napoli nel 1955. Inizia la sua attività artistica nel 1978 come teatrante e fil maker. Nel 1982, nell'ambito di "Estate a Napoli" organizza la "Rassegna Giovane Cinema Campano". Dal 1982 al 1983 è aiuto regista prima di Gianfranco De Bosio poi di Ugo Gregoretti. Nel 1984 debutta come regista teatrale con "La signorina Margherita" di Robert Athayde a cui seguono "Basse frequenze" di Antonio Scavone (1987), "Vuoti a rendere" di Maurizio Costanzo (1989), "Il bacio della donna ragno" di Manuel Puig (1990), "Gocce su pietre roventi" di R.W. Fassbinder, "Anna Cappelli" di Annibale Ruccello (1992), "Gardenia" di Maricla Boggio (1996), "Le lacrime amare di Petra Von Kant" di R.W. Fassbinder. Nel 1990 esordisce come autore con "La statua" di cui firma anche la regia teatrale. Fonda nel 1992 l'Associazione "Metastudio '89" assieme all'attrice Rosa Fontanella. Nel 1993 scrive la commedia "Geltrude" che mette in scena per la rassegna "Benevento Città Spettacolo". Nel 1994 mette in scena la sua commedia "La camera dei ricordi". Nel 1995 vince con "Cravattari" il premio G. Fava e il premio Girulà - Teatro a Napoli come miglior autore della stagione teatrale napoletana 1996. Ha partecipato al Festival di Todi edizione 1996, alla ras segna "Maggio dei Monumenti" 1995/96. Nello stesso anno in collaborazione con il Goethe Institut promuove la "Rassegna sulla Drammaturgia Tedesca Contemporanea" con testi di Botho Strauss, Heiner Müller, Franz Xaver Kroetz, George Tabori e Rainer W. Fassbinder. Ha partecipato alla festa nazionale dell'Associazione Libera edizione 1997 e nello stesso anno vince con "Cravattari" il premio speciale Giancarlo Siani. Soggetti: Teatro, Testi teatrali, Classici, Studi letterari, Letteratura teatrale, Commedie, Cultura napoletana, Camorra, Usura, Criminalità, Libri Vintage, Fuori catalogo, Corruzione, Sopraffazione, Malavita, Strozzini, Dopoguerra, Dediti, Debitori, Soldi in prestito, 'O Cinese, Naso 'e Cane, Assunta, Gennaro, Rappresentazioni, Rosa Fontanella, Antonella Morea, Sfruttamento, Miseria, Povertà, Theater, Theatrical texts, Classics, Literary studies, Theatrical literature, Comedies, Neapolitan culture, Wear, Crime, Books out of print, Corruption, Overpowering, Underworld, Strozzini, Postwar period, Deductions, Debtors, Representations, Exploitation, Misery, Poverty, Collezionismo, Collectibles, Naples, Money on loan, Debts.
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LUCIANA LIBERO
LE LACRIME DI FILUMENA Quattro lezioni su Eduardo
ALFREDO GUIDA EDITORE 2000 59 PP. FONDO DI MAGAZZINO: PERFETTO E INTONSO, MAI SFOGLIATO. Queste lezioni, che in origine erano più di quattro, sono state tenute nel '91 a Napoli, all'Istituto Universitario Orientale per il corso integrativo “La letteratura critica dello spettacolo teatrale e gli strumenti audiovisivi: il caso Eduardo", per la cattedra di Storia del Teatro, dove sono stata invitata dal professore Claudio Vicentini. Per esse sono state utilizzate le messinscene televisive di alcune commedie di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello, scritta nel '31; Napoli milionaria! del '45 e Filumena Marturano del '46; e inoltre il film Filumena Marturano diretto da Eduardo nel 1951, per un confronto tra l'interpretazione di Regina Bianchi e Titina De Filippo nel ruolo di Filumena. Ho scelto le tre opere più significative di Eduardo De Filippo per dare agli allievi, nello spazio ristretto di un seminario, un profilo drammaturgico più ampio possibile dell'autore napoletano, ma anche perché le tre commedie rappresentano quell'epopea familiare ampiamente indagata dall'autore; in esse si condensa la poetica e il coagularsi dei temi a lui più cari, la famiglia, la tradizione; il rapporto con il magico e l'ultraterreno; l'insidia sotterranea di matriarcato, il divario tra realtà e immaginario che le figure maschili e femminili oppongono tra loro, i rituali connessi al cibo e alla morte. Dietro il teatro di Eduardo infatti e in generale della dietro il teatro napoletano si cela spesso un corposo retroterra antropologico connesso ai culti della grande madre mediterranea, della morte e spettacolarizzazione del lutto. Le lezioni sono il risultato di alcune letture di cui si dà in appendice una minima bibliografia; tuttavia l'approccio che ho cercato nell'incontro con gli studenti napoletani si avvale principalmente degli strumenti di interpretazione e di analisi del mio lavoro di critico teatrale, condotto in molti anni per alcuni quotidiani italiani; il quale è spesso un lavoro di svelamento che attraversa diacronicamente l'opera teatrale, prescindendo dalla prospettiva storiografica. Da qui il tentativo di "leggere" Eduardo come un autore contemporaneo, scartando e sottraendo le letture sociologiche e moralistiche - operazione certamente già condotta da altri studiosi nell'ultimo decennio - e individuando le linee più sintomatiche della sua modernità: dall'universo simbolico e dalle numerose suggestioni sotterranee alla costruzione di sapienti macchine teatrali ad uso del pubblico il quale è un elemento precipuo della sua scrittura drammaturgica. Un pubblico che partecipa, mediante numerosi espedienti e trappole tese dall'autore, allo sviluppo della commedia; un pubblico che non "consuma" il prodotto Eduardo ma ne è parte integrante a monte del processo creativo di scrittura. Luciana Libero ha scelto, come esemplificazione, le tre opere più significative di Eduardo: Natale in casa Cupiello (1931); Napoli milionaria! (1945); Filumena Marturano (1946). Nei quattro saggi e nell'Introduzione emergono un completo profilo drammaturgico dell'autore napoletano, un'esauriente analisi dell'epopea familiare ampiamente indagata da Eduardo, la sua poetica ed il coagularsi dei temi a lui più cari: la famiglia; la tradizione; il rapporto con il magico e l'ultraterreno; l'insidia sotterranea di matriarcato; il divario tra realtà ed immaginario; i rituali legati al cibo ed alla morte. La commedia Filumena Marturano, scritta per la sorella, ha fatto si che Edoardo toccasse il cuore di Napoli, quello dei nobili e del popolo, quello della miseria. Soggetti: Teatro Napoletano, Attori e registi, Eduardo De Filippo, Classici, Testi teatrali, Dialetto napoletano, Questi fantasmi, Novecento, Cantata dei giorni dispari, Drammaturgia, Pessimismo, Mammasantissima, Eduardo Scarpetta, Peppino, Titina, Regina Bianchi, Lando Buzzanca, Enzo Cannavale, Opere teatrali, Fame, Società, Giulio Baffi, Costume, Sceneggiata, Folklore, Libri rari, Critica letteraria, Letteratura teatrale, Testi teatrali classici, Dialetti, Commedia popolare, Libri Vintage Fuori catalogo, Napoli, Napoletanità, Personaggi, Neapolitan theater, Actors and directors, Classics, Theatrical texts, Neapolitan dialect, These ghosts, Twentieth century, Odd day, Dramaturgy, Pessimism, Theatrical works, Hunger, Society, Costume, Scened, Rare books, Literary criticism, Theatrical literature, Texts classic theatricals, Popular comedy, Books out of print, Naples, Characters, Sketch, Riferimento, Bibliografia, Autori, Miseria, Nobiltà, Fame, Analisi sociologica, Lezioni,Teoria, Borghesia, Classe media, Messinscene televisive, Rai, Napoli milionaria, Filumena Marturano, Natale in casa Cupiello, Valentina Valentini, Bulzoni, Collezionismo, Libri rari, Letture critiche, Lettura, Dramma moderno, Capolavori, Bestsellers, Immagine, Finzione, Cinema, Reference, Bibliography, Authors, Misery, Nobility, Hunger, Sociological analysis, Lessons, Theory, Bourgeoisie, Middle class, Television staging, Christmas, Collecting, Rare books, Critical readings, Reading, Modern drama, Masterpieces, Bestsellers, Image, Fiction
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EDUARDO TARTAGLIA
CI STA UN FRANCESE UN INGLESE E UN NAPOLETANO
PRESENTAZIONE DI ALDO GIUFFè GUIDA 2003 112 PP. FONDO DI MAGAZZINO: LIEVI SEGNI DEL TEMPO, VOLUME INTONSO, MAI SFOGLIATO. Un campo di prima accoglienza profughi di una forza multinazionale di pace in un paese "lontano". Un gruppo di soldati di varia nazionalità alle prese con un'estrazione a sorte per scegliere un volontario la cui "missione" sarà alquanto... delicata e non esattamente militare: dovrà sposare una donna del luogo che, incinta di un soldato scomparso, rischierebbe la pena capitale... Ovviamente l'"eroe per caso" è, guarda un po', il napoletano, Salvatore di nome e di fatto. PRESENTAZIONE Con "Ci sta un Francese, un Inglese e un Napoletano..." Eduardo Tartaglia, più che una commedia borghese con accenti critici, scrive quasi una "ballata". Che sia tale non s'avverte a tutta prima, non essendo l'apporto musicale completo come in un vero e proprio componimento poetico-musicale; ma nel ritmo scandito del testo, che, a mio avviso, è assai vicino al "ballo"; per cui la perfetta quadratura dovrebbe allontanare il sospetto che si tratti, appunto, di una commedia borghese per definizione, o, meno che mai, di una commedia di carattere. E per completare la bella impressione che si ricava da una lettura attenta, diciamo che è "La ballata del Napoletano eroe per forza", o "eroe senza volerlo", o "eroe malgré lui". Quel Napoletano, antico come il mondo, che si allontana per atavico istinto (non per disobbedienza politica!) dalle regole; e le vani fica perché ne ha un rifiuto storico. Quel Napoletano incapace di decidere per se stesso, che lascia, un po' vigliaccamente, che siano gli altri, la sorte, an che la malasorte, a scegliere per lui. Salvatore, il "piccolo soldato napoletano", qui dipinto con grande maestria, si mozzerebbe le dita pur di non partecipare alla "conta" da cui dovrà venir fuori "l'Eroe". E quando poi tocca a lui ricoprire quel ruolo, non riesce a vedere null'altro nell'eroe, se non una mera vittima sacrificale. C'è poi in questo testo una parte centrale addirittura elegiaca, quando Salvatore confessa candida Soggetti: Classici, poesia, teatro e critica, Letteratura teatrale, Napoli, Cultura napoletana, Testi teatrali, Ballate, Commedie, Umorismo, Sceneggiature, Film, Commedia Napoletana, Veronica Mazza, Biagio Izzo Salvatore è un militare in missione umanitaria in un paese del medioriente. Per un gioco del destino il giovane dovrà aiutare una ragazza incinta a prendere soggiorno in Italia, sposandola e riconoscendo il bambino che la donna aspetta. Salvatore, promesso sposo a Nunzia detta Noemi, non può far altro che accettare, scatenando la disperazione della famiglia della sua fidanzata che comunque non si arrende a perdere il suo innamorato. Parole e frasi comuni aggio allora arriva Aspe bbè bbuono bella blowin brava broccoletti buona c'entra campo canzone Capitano Inglese carità cascatina cavallo che l'erba cchiù ccose Chella Chesto chillo china chisto chitarra colesterolo detto dire domani donna Eduardo Tartaglia esce faccia fare fesserie ffà gesto giusto guarda INGLESE Salvatore invece Jean l'erba cresce l'ho Majena mamma manco Maradona Marilè MAX NOEMI mette miette Miss Noemi mmè mmiezo Salvatò nuje Padre Pio parlare Patrizio Caiazzo Peace and love pecché piace piccolo pienze piglià poco polipo proprio pure purpo quanno RAFFAELE VIVIANI rametti rinoceronte risotto risposta rotoletti salvato Capitano Gomme Noemi Timotè Scappa cavallo sceta scudo scusa sente signora Varcatella Sissignore soldato napoletano Sorridendo sposa ssape stile impero T'aggio ditto tenda di Noemi TIMOTEO tocco troppo umanitario vede voglio vuò zitto
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Luigi A. Santoro
Amleto e Don Chisciotte Il teatro e il testo instabile
La casa USHER 1992 158 PP. FIORITURE E SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN COPERTINA, COME DA FOTO, PER IL RESTO OTTIMO Si può rinunciare «definitivamente» all'idea di testo teatrale come oggetto immobile e pacificato? Questa prova con l'Amleto di Shakespeare si addentra nella complessità e nell'instabilità del testo teatrale utilizzando differenti prospettive disciplinari e ricorrendo a concetti come quelli di strutture dissipative, orizzonte degli eventi e distorsione spazio-temporale, ripresi dalle scienze fisiche e biologiche, ma in qualche modo già adombrati dall'invenzione shakespeariana. La complicazione è solo apparente: ne risulta al contrario favorita la comprensione dei fenomeni di turbolenza che si verificano all'interno di un testo teatrale come del lavoro dell'attore e nell'attività creativa dello spettatore: una prospettiva critica che tiene conto delle attuali tensioni storiografiche e dei loro rapporti col fare del teatro contemporaneo. La lettura dell'Amleto si dipana così attraverso una ragnatela di relazioni tesa fra i luoghi dello spettacolo elisabettiano e le forme dei teatri, le pratiche di messa in scena e la scrittura drammaturgica, la recitazione degli attori e lo sguardo degli spettatori, le immagini della follia e le riflessioni sul teatro: un movimentato affresco della vita teatrale londinese tra XVI e XVII secolo e dei processi creativi del teatro shakespeariano. A conclusione, una breve visita al Don Chisciotte di Cervantes - che attiva ancora echi e suggestioni nel confronto con l'Amleto - conferma le possibi lità di un metodo disponibile ad affrontare quell'oggetto instabile, o fascio di eventi, che è un testo teatrale «in vita». Luigi A. Santoro (Melendugno, 1944), allievo di Alessandro D'Amico, insegna Storia del teatro e dello spettacolo presso l'Università di Lecce. Autore di numerosi saggi e resoconti di esperienze teatrali, ha pubblicato La Rassa a Bute. Spettacoli, feste e teatri nel Salento tra Medio Evo e Illuminismo (Lecce 1989) e ha curato la regia di numerose opere teatrali, radiofoniche e televisive.
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Léon Moussinac
Il teatro dalle origini ai nostri giorni
Laterza 1981 396 PP. UNA ABRASIONE IN COPERTINA, COME DA FOTO, SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO SEMPRE ALLA COPERTINA, PER IL RESTO BUONE CONDIZIONI GENERALI. Una storia ormai classica che, partendo dalle manifestazioni religiose primitive, giunge al teatro del Novecento; dai riti vedici alle atellane, dai misteri medievali alla commedia dell'arte, dalla tragedia classica al teatro borghese. Euripide, Plauto, Shakespeare, Molière, 'Goldoni, Ibsen, Cechov, Pirandello, Brecht, O'Neill nel più completo e agile repertorio storico. Léon Moussinac (1890-1964), scrittore, storico e teorico del cinema e del teatro, regista e organizzatore di cultura, è una figura di grande rilievo nella cultura francese del Novecento. Tra le sue opere principali ricordiamo: «Naissance du cinéma» (1925), «Le cinéma soviétique» (1928), «Tendance nouvelles du théâtre» (1930), «L'età ingrata del cinema» (Milano 1950). INTRODUZIONE Le origini viventi del teatro vanno senza dubbio ricercate nell'animismo e nella magia. L'animismo, elemento passivo, e la magia, elemento attivo, delle religioni al loro nascere, caratterizzano infatti una parte dell'attività dei gruppi umani primitivi ed è stato notato che le prime forme reali di teatro si creano e si sviluppano contemporaneamente alla creazione ed allo sviluppo dei riti, delle cerimonie e dei culti. Certo, anzitutto l'uomo deve mangiare, bere, farsi un riparo; le forze esterne, per prime quelle della natura, domi nano la vita quotidiana delle origini e si presentano all'uomo primitivo con un inspiegabile carattere misterioso. Per utilità, indubbiamente, per prima cosa l'uomo imita l'animale, che poi dovrà uccidere. Attorno al fuoco, ove l'orda è riunita, le ombre aumentano il mistero; il movimento della fiamma spinge il corpo a danzare e con i suoi riflessi già modella una maschera sui volti. Allora qualcuno si serve del proprio corpo per comunicare con il gruppo: i suoi movimenti creano il primo linguaggio. Questa rappresentazione mimica è già teatro; dando spettacolo di sé l'uomo è già un attore. Ma quest'uomo, impotente a lottare contro certi elementi, il fulmine e l'inondazione, viene a credere nel soprannaturale, negli spiriti. Ad uno stadio più evoluto l'uomo primitivo crede nella sopravvivenza degli antenati, poi in alcuni dèi. Inoltre per lui il mondo si sdoppia e nasce quindi un. mondo misterioso in cui egli scopre delle «apparizioni incantate», delle immagini nate dal suo cervello, poiché questo ben presto viene ad animarsi di vita propria, abbozzando delle rappresentazioni.
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Tennessee Williams
Teatro La camera buia Ritratto di Madonna La lunga permanenza interrotta ovvero Una cena poco soddisfacente Proibito Lo zoo di vetro Un tram che si chiama desiderio Estate e fumo La gatta sul tetto che scotta Baby Doll La calata di Orfeo
Traduzione di Gerardo Guerrieri Einaudi 1970 529 PP. SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO ALLA SOVRACCOPERTA, PERALTRO INGIALLITA, PER IL RESTO OTTIMO. Tennessee Williams è indubbiamente una delle personalità piú interessanti del teatro americano contemporaneo. Le ragioni del suo successo che, iniziato nel 1944-45 con The Glass Menagerie, ha toccato l'apice nel primo decennio del dopoguerra, possono essere trovate nel l'intreccio degli elementi contraddittori con i quali lo scrittore compone i suoi drammi, che appaiono così una sorta di riflesso, esasperato e lucidamente torbido, delle inquietudini e del disagio morale di molta parte della coscienza moderna. I personaggi che Williams ci presenta, come le storie che ci narra, nascono sempre dalla fusione di un realismo violento, spesso brutale e provocatorio, con struggimenti patetici, quasi romantici e non di rado morbosi, da una specie di fermentazione dolorosa ed esaltante del la memoria entro un presente crudele, che delude e violenta i sogni e che travolge il sognatore incapace di mantenere i contatti con la realtà. Lo stesso Williams ha giustificato autobiograficamente le sue contraddizioni, i suoi impulsi contrastanti. Figlio del Sud, esuberante e sensuale, insofferente di costrizioni, abbandonato a dodici anni il tranquillo e vecchiotto rettorato episcopale di Columbus, dove il nonno era pastore, e trapiantato al seguito del padre commesso viaggiatore nel grigiore del Nord, tra il fumo e le fabbriche di St Louis, egli racconta d'essersi sentito improvvisamente frustrato, avvilito, estraneo al mondo, e d'aver cominciato a sognare, idealizzandolo, il paradiso perduto. Soprattutto, dice, si rese conto quanto difficile fosse per lui comunicare con il prossimo e realizzarsi pienamente. Certo la biografia non basta a spiegare l'opera di un autore, ma è indubbio che frustrazioni, rimpianti, sforzo per adeguare la realtà all'ideale, angoscioso senso di solitudine sono temi ricorrenti in tutte le opere di Williams, per il quale il «lirismo personale» altro non è che «un grido da prigioniero a prigioniero, lanciato dalla solitudine della cella in cui ciascuno è confinato per tutta la durata della sua vita». Effettivamente nel teatro di Williams il lirismo non è soltanto un aspetto formale, ma è anche e soprattutto una componente drammatica, un atteggiamento dei personaggi, che si manifesta nel loro bi sogno costante di abbellire e nobilitare la realtà, di cui paventano la nuda concretezza. In sostanza si tratta di una for ma di bovarismo, a sfondo erotico, che raggiunge il diapason e l'espressione più completa e allucinata nella figura di Blanche, la protagonista di A Streetcar Named Desire, ma presente nella quasi totalità dei personaggi femminili, che son certamente i personaggi più caratteristici dello scrittore, sino a Baby Doll, dove si colora di fanciullesca e perversa ingenuità. D'altronde anche la sensualità, che elettrizza temporalescamente tutto il teatro di Williams e che proprio nelle donne di questo autore, esasperata da una compressione puritana, lancia i suoi bagliori più sanguigni, si ricollega al fondamentale bisogno di comunicare, di essere per gli altri. Un bisogno tanto più bruciante quanto più insoddisfatto e cronico perché sempre insoddisfatto. La solitudine dell'uomo moderno si specchia nell'opera del commediografo americano e riceve di se stessa un'immagine dilatata fino all'artificio e all'esibizione e scorge, come ebbe a dire recentemente Williams, la presenza della morte.
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JOHN OSBORNE
TEATRO Ricorda con rabbia L'istrione Epitaffio per George Dillon Il mondo di Paul Slickey Materia di scandalo e preoccupazione Lutero Il sangue dei Bamberg Per pacco postale
EINAUDI 1970 523 PP. SEGNI DEL TEMPO FRONTE RETRO IN SOVRACCOPERTA, COME DA FOTO, INGIALLIMENTO DEL DORSO, PER IL RESTO OTTIMO. La comparsa di Osborne costituisce certo il fatto più nuovo verificatosi nel teatro inglese durante questo dopoguerra. Molti critici hanno addirittura salutato la prima opera dello scrittore (figlio di operai, attore, giornalista, per lo più però disoccupato), Look Back in Anger (Ricorda con rabbia), rappresentata al Royal Court Theatre l'8 maggio 1956, come la più importante commedia che si fosse vista a Londra da circa un ventennio. È stata del resto una commedia capace di rinnovare l'aria sui palcoscenici britannici, in quanto il suo improvviso e larghissimo successo ha stimolato un risveglio creativo per certi aspetti così impetuoso da assumere i caratteri di uno sfogo troppo a lungo represso. Alludiamo al movimento dei «giovani arrabbiati», gli angry young men (da Pinter a Simpson, dalla Jellicoe ad Arden, dalla Lessing a Wesker...), un gruppo di scrittori forse difficilmente riducibili ad una rigorosa unità, tuttavia contraddistinti da una innegabile aria di famiglia: per la maggior parte di provenienza o ispirazione popolare, insofferenti di ogni inibizione formalistica, anzi quasi compiaciuti di far propri, in odio all'ipocrisia, modi considerati poco convenienti, e con in comune un atteggiamento di protesta verso la società, spesso colorito di dileggio, di volontà provocatoria: ma anche segretamente malinconico, come può esserlo per delusione la bramosia giovanile di fronte al mondo troppo asse stato ed egoista degli adulti. Simbolo di questo malessere è il protagonista della prima commedia di Osborne, Jimmy Porter, al quale l'autore ha messo in bocca una battuta diventata famosa: «Perché non vogliamo litigare? È l'unica cosa che so fare bene». E difatti la commedia è un lungo inconcludente litigio, consumato nella noia di interminabili domeniche ed alimentato dalla smania iconoclasta di profanare tutti i valori e tutti i modelli tradizionali: dalla famiglia alla religione, dall'ordine costituito alla letteratura, dalla monarchia (siamo in Inghilterra) alle donne. In tutto ciò si avverte una sorta di angoscioso rancore. In proposito è stato acutamente osservato che questo teatro è la voce «di coloro che dal dopoguerra, dai laburisti al potere, dallo stato di benessere ecc., avevano atteso il sorgere di un mondo veramente nuovo e che erano rimasti delusi constatando che le antiche strutture non solo resistevano, ma passavano abbastanza rapidamente al contrattacco». Osborne non ha soluzioni da proporre: si limita a denunciare; d'altronde, a differenza di Brecht, con il quale sono stati tentati superficiali raffronti, egli non intende darci un teatro che si rivolga prevalentemente all'intelligenza: «Voglio che la gente senta, ha scritto. - Voglio insegnarle a sentire. Dopo, potrà pensare». Così, in mancanza di messaggi logicamente articolati, sin dalla seconda opera, The Entertainer (L'istrione), composta su sollecitazione di Sir Laurence Olivier, che poi, come interprete, la portò al successo, il commediografo si dispiega nella satira: nel caso specifico, una sorta di raffronto tra la decadenza del music hall e la decadenza della nazione inglese. E così ne Il mondo di Paul Slickey (attacco contro la stampa, la Chiesa Anglicana, l'aristocrazia, ecc.) come ad esempio, ancora, ne Il sangue dei Bamberg, dove la monarchia e la politica sono paradossalmente messe in burla. In questa commedia la polemica diventa spesso comicità. Solo accostandosi ad un personaggio come Lutero lo scrittore ritrova toni di irriverente serietà. Sebbene sia praticamente impossibile enucleare organicamente il pensiero di Osborne, tuttavia nelle opere di questo giovane scrittore (nato nel 1929) si avverte, allo stato di vampa emotiva e di carica passionale, di là di un certo forse ostentato cinismo, un genuino impegno umano, che egli definisce il suo socialismo, cioè «un'idea sperimentale, non un dogma; una tendenza alla verità e alla libertà; il modo in cui la gente dovrebbe vivere e comportarsi verso il prossimo». È questo atteggiamento morale a dare lievito e peso al teatro di Osborne; mentre per altro canto un pungente gusto per il linguaggio, un felice estro nel cogliere situazioni, nel rendere emblematico ogni gesto, nel dosare il paradosso e nell'accennare un ritratto o una caricatura, ne fanno uno scaltro divertimento abilmente giocato sulle tastiere dell'ironia sfrontata e dell'amarezza.
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GUTIERREZ BENIAMINO.
Piazza della Scala nella vita e nella storia. Con prefazione di Msgr. Dr. Giovanni Galbiati Prefetto dell'Ambrosiana.
In 4°, cart. edit. ill. (modesti segni d'uso e fioriture sparse), pp. 178,(6), con num. fot. b.n. in tavv. f.t., due riproduzioni a col. applicate e due cartine ripieg.; nel complesso buon es.. (p014)
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SARTORI DANTE.
Vecie storie. A cura di Riccardo Maroni.
In 16°, br. edit. ill. con alette, pp. 120, con alcune ill. b/n n.t.; coll. "Voci della terra trentina. 10"; commedia di 3 atti, in dialetto trentino, copia molto buona. (L003) (spedizione standard SEMPRE tracciata con raccomandata-piego di libri, eventuale FATTURA da richiedere all'ordine)
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SPADARO ODOARDO.
A richiesta del pubblico (Ricordi di artista).
In 8°, br. edit. ill., pp. 170,(2); un poco brunito. (spedizione standard SEMPRE tracciata con raccomandata-piego di libri, eventuale FATTURA da richiedere all'ordine)
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BERETTA PIER CARLO.
Storia del teatro dialettale genovese. Prefazione di E. Poggi.
In 8°, br. edit. con sovrac., pp. (4) 513 (19), num. tavv. ill. n.t..
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DI GIACOMO SALVATORE
Teatro. 'O voto - A San Francisco - 'O mese mariano - Assunta spina - Quand l'amour meurt…
in 16°, cart. con tas. al dorso e piatto della br. originale conservato, pp. (4),450,(2), lievi fioriture sparse. .
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D'ANNUNZIO GABRIELE
Il ferro. Dramma in tre atti.
In 16°, br. edit., pp. (8),200,(4), fogli ancora chiusi.
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CECOV ANTON
Ivanov. Dramma in quattro atti. Prima traduzione dal russo con introduzione di Carlo Grabher.
In 16°, br. edit. (modeste tracce d'uso e lievi fioriture sparse), pp. 87,(9); coll. "Classici moderni. II", brunito il bordo delle pp., discreto es.. (m131) (spedizione standard SEMPRE tracciata con raccomandata-piego di libri, eventuale FATTURA da richiedere all'ordine)
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Design in the theatre. Commentary by George Sheringgham and James Laver, togheter with literary contributions by E. Gordon Craig, Charles B. Cochran and Nigel Playfair.
In 4°, br. edit., pp. (4),VIII, 31,(1), con numerosiss. tavv. d'ill. f.t., lievi tracce d'uso.
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LYNHAM DERYCK
Storia del balletto.
In 8°, cart. edit. (difetto alle cerniere), pp. 235,(1), con num. ill. n.t., lievissime bruniture ai margini, buon es..
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VITALIANO ITALO - MURABITO GIUSEPPE
Angelo Musco nella vita e nell'arte.
In 8°, br. edit., pp. 240,(2), con num. ill. f.t., fogli ancora chiusi, lievissime bruniture.
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CORSI MARIO
Maschere e volti sul palcoscenico e in platea. Prefazione di Luigi Chiarelli.
In 8°, br. edit. ill., pp. 275,(5), firma d'appartenenza al front., lieviss. e marginali bruniture ma buon es...
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LORENZI ALBERTO
I segreti del varietà.
In 8°, t.t. edit. con sovrac. ill., pp. 174,(2), num. ill. n.t. b.n.; ottimo es.. (m114)
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RHEINHARDT E. A.
Eleonora Duse. Traduzione dal tedesco di Lavinia Mazzucchetti.
In 8°, t.t. edit. con sovrac. edit. (modeste tracce d'uso, piccole mancanze e strappetti), pp. 322,(6) seguite da pp. 16 di catalogo "Le scie", num. tavv. d'ill. f.t.; buon es..
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SEVERGNINI SILVESTRO
Alla scala con... Immagini di musicisti.
2 voll. in 8°, t. tela edit. con sovrac. edit., pp. 239,(1); 148.
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Scenografie del Museo Teatrale alla Scala dal XVI al XIX secolo. Catalogo della mostra a cura di Carlo Enrico Rava.
In 8°, br. edit. con sovrac. edit., pp. 150,(2) con numerosis. tavv. d'ill. n.t., lievis. bruniture.
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SOFOCLE
Le tragedie. Tradotte in versi da Ettore Bignone.
In 8°, t. tela edit. (fiorita) con sovrac. edit. (tracce d'usura), pp. XX,667,(5).
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TONELLI LUIGI
Il teatro italiano dalle origini ai giorni nostri.
In 8°, br. edit. (lievis. tracce d'uso), pp. 426,(2) con lievis. e marginale brunitura, prima edizione.
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MUSCARA' SARAH - ZAPPULLA ENZO
Angelo Musco il gesto la mimica l'arte. introduzione di Gregorio Napoli, pref. di Gian Luigi Rondi.
in 4°, t.t. edit. con sovracc., pp. 333, (3), num. ill. n.t.; ed. f.c. omaggio del Banco di Sicilia.
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BISICCHIA ANDREA
Teatro a Milano 1968-1978. Il Pier Lombardo e altri spazi alternativi.
in 8° icc., br. edit. ill., pp. 198, (2); "Problemi di storia dello spettacolo", 8.
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BENAVENTE JACINTO
Teatro scelto. A cura di Antonio Gasparetti.
In 8°, t.t. edit. con sovrac. ill. e astuccio in cartoncino muto (tracce d'uso), pp. XX,734,(6); coll. "I grandi maestri. 30"; ottima copia. (a007)
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GOGOL' NIKOLAJ.
Tutto il teatro. Le anime morte: frammenti e abbozzi. A cura di Eridano Bazzarelli.
In 8°, t. tela edit., pp. XXVIII,780,(8). (m088)
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MOLIERE
Teatro. Volume I [-II].
2 voll. in 8°, t. tela edit. con sovracc. edit. e astucci a cart. muto, pp. XXXII,976,(4); (8),994,(6). Collana: "I grandi classici stranieri".
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GOLDONI CARLO
Commedie. A cura di Giuseppe Petronio. I [-II].
2 voll. in 8°, p. pegamoide edit. con astuccio edit. ill., pp. 1005,(3); 1021,(3) con due ritratti f.t.., copia molto buona. (m103)
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GERON GASTONE
Carlo Goldoni cronista mondano. Costume e moda nel Settecento a Venezia.
In 8°, t. tela edit. con sovrac. illustrata (lievi tracce d'uso e piccoli strappetti), pp. 186,(6) e alcune tavv. d'ill. f.t.; il volume è in condizioni più che buone. (m125) (spedizione standard SEMPRE tracciata con raccomandata-piego di libri, eventuale FATTURA da richiedere all'ordine)
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DORT BERNARD
Teatro pubblico 1953-1966.
In 8°, br. edit. con sovrac. ill. (piccolo strappetto), pp. 382; coll "Saggi - nuova serie / 6. Teatro, cinema e musica", copia molto buona, modesta brunitura del bordo delle pp.. (m157) (spedizione standard SEMPRE tracciata con raccomandata-piego di libri, eventuale FATTURA da richiedere all'ordine)
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BERGONZINI RENATO - MALETTI CESARE - ZAGALIA BEPPE
Burattini e burattinai.
in 4°, t.t. edit. con sovrac. ill., pp. 259,(5), num. ill. n.t. e f.t..
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ANDRIEU J.
Etude critique sur les sigles de personnages et les rubriques de scene dans les anciennes eitions de Terence.
in 8°, br. edit. (piccoli strappetti), pp. XVI,129,(1), buon es..
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Il teatro milanese. Cenni storici a cura di Severino Pagani.
in 8°, br. edit., pp. 277, XXXII tavv. f.t., alcuni fogli ancora chiusi, pubblicato sotto gli auspici della Famiglia Meneghina; buon es..
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TOLSTOI LEONE.
Teatro. Traduzioni di O. Campa e G. Faccioli. Note a c. di M.B. Gallinaro. Introduzione di O. Campa.
In 8°, piena pelle rossa edit., titolo e decor al dorso in oro, pp. XXIV,593,(3); buon esemplare
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