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Number of results : 20,073 (402 Page(s))

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‎Lazzerini Lucia‎

‎Letteratura medievale in lingua d'oc‎

‎br. Quando, nel 1323, i sette Tolosani fondarono il Concistori del Gai Saber per dare nuovo impulso alla tradizione lirica dell'Occitania, il canto trobadorico sopravviveva come oggetto di culto, modello di ars dictandi, ma la sua stagione creativa era da tempo conclusa; anche se, prima di spegnersi nei territori che ne avevano visto la splendida fioritura, quella poesia aveva trasmesso la sua eredità alle più importanti culture d'Europa. Un lascito ancora vitale nelle varie letterature nazionali, mentre l'affermarsi del francese come lingua egemone e la conseguente, irreversibile riduzione degli idiomi del Midi, fin dal XV secolo, al rango di patois hanno fortemente limitato il successo dei tentativi di riscatto occitanico, iniziati già nel Cinquecento e proseguiti fino ai giorni nostri con un momento di fulgore, legato alla personalità di Frédéric Mistral e al cenacolo dei félibres, nella Provenza della seconda metà dell'Ottocento.‎

‎Rapisarda Stefano‎

‎La filologia al servizio delle nazioni. Storia, crisi e prospettive della filologia romanza‎

‎br. Se un giorno la filologia morisse, la critica morirebbe con lei, la barbarie rinascerebbe, la credulità sarebbe di nuovo padrona del mondo». Così Ernest Renan ne "L'avenir de la science" (1890) tesseva un altissimo elogio della filologia, una delle scienze regine del XIX secolo. Oggi, al tempo delle fake news e della post-verità, quelle parole ci ricordano che la filologia può essere ancora argine alla barbarie. E ci ricordano che la filologia, quella con aggettivi e quella senza, è intrinsecamente politica. Non è utile o interessante in sé: lo è quando è schierata, militante, "calda", quando tocca interessi, quando serve interessi. Quando è "al servizio" di un Principe o di un partito o di uno Stato o di una visione del mondo. Ci ricordano insomma che la filologia è anche politica, come sapevano Lorenzo Valla e Baruch Spinoza, Ernest Renan e Ulrich Wilamowitz-Möllendorff, Gaston Paris e Paul Meyer, Eduard Koschwitz e Joseph Bédier, Ernst Robert Curtius e Erich Auerbach, Cesare Segre e Edward Said. Eppure la filologia, con o senza aggettivi, oggi sa di polvere e di noia. Ciò sollecita varie domande: perché questa antica "scienza del testo" si è ridotta al margine della cultura di oggi? Può tornare al centro dei bisogni intellettuali dell'uomo contemporaneo? Quale tipo di filologia può ancora servire il mondo e servire al mondo?‎

‎Stoppelli Pasquale‎

‎Filologia della letteratura Italiana. Nuova ediz.‎

‎br. Compito primario della filologia è restituire i testi alla loro forma originaria dopo averli liberati dai guasti della trasmissione. Sui testi moderni la filologia si esercita invece nella ricostruzione delle fasi attraverso cui essi pervengono alla forma definitiva. Questo manuale, in una nuova edizione riveduta e ampliata, introduce anzitutto ai metodi e alle tecniche di base del lavoro filologico con riferimento alle opere della letteratura italiana. Ma spetta alla filologia anche far luce sulle vicende che hanno portato i testi ad attraversare i secoli, descrivere i manufatti che li hanno veicolati. È per questa ragione che i nostri maggiori capolavori sono qui raccontati nelle loro storie testuali. Storie che hanno radice nella creatività degli autori, ma hanno preso corpo e vivono in manoscritti e stampe. Ne consegue che lo studio della letteratura fa anzitutto i conti con la materialità dei documenti, poi con le teorie e le ideologie. Ma l'educazione filologica non ha solo un rilievo storico, ha anche un risvolto etico: è esercizio che induce alla valutazione critica di tutto ciò che ci circonda, che aiuta a smascherare dogmatismi e false opinioni.‎

‎Maas Paul‎

‎La critica del testo. Nuova ediz.‎

‎brossura "La critica del testo" di Paul Maas è probabilmente l'introduzione in assoluto più rigorosa e affidabile a questo particolare ambito degli studi filologici. Diffusissima tra i classicisti, ma largamente utilizzata anche da studiosi (e studenti) di altre discipline, è ancora oggi il più classico degli strumenti per acquisire i primi rudimenti critico-testuali, e al tempo stesso per misurarsi con una teoria della critica del testo di inarrivabile coerenza logica ed eleganza. La nuova traduzione di Giorgio Ziffer, condotta sulla 4a edizione del 1960, contribuisce a una migliore comprensione del testo, spesso ritenuto in passato ostico per astrazione e concisione.‎

‎Reynolds Leighton D.; Wilson Nigel G.; Ferrari M. (cur.)‎

‎Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni‎

‎ill., br. La storia della trasmissione dei testi greci e latini e della loro fortuna nel corso dei secoli è l'oggetto di questo manuale, proposto come guida semplice a un campo di studi classici spesso lasciato in margine: questa storia è la chiave per interpretare correttamente gli apparati di varianti nelle edizioni critiche, ma anche per ben valutare l'importanza della tradizione classica nella cultura europea dalla caduta dell'Impero romano all'Età moderna. La prima edizione, apparsa quasi cinquant'anni fa, andava a colmare un vuoto. Subito in Italia ne fu pubblicata la traduzione (1969), raccomandata agli studenti che dovevano affrontare la filologia e la civiltà del mondo antico, del Medioevo e dell'Umanesimo. Se ne offre ora la quarta edizione italiana, traduzione della quarta inglese (2013), che mantiene l'impostazione delle precedenti, ma è ampliata e aggiornata in profondità, per rendere conto del rapido e costante progresso scientifico delle discipline classiche.‎

‎Sangriso F. (cur.)‎

‎Snorri Sturluson. «Heimskringla»: le saghe dei re di Norvegia. Ediz. multilingue. Vol. 2‎

‎br.‎

‎Sangriso F. (cur.)‎

‎Snorri Sturluson. «Heimskringla»: le saghe dei re di Norvegia. Ediz. critica. Vol. 6‎

‎br. 'Dopo il grande affresco narrativo dedicato alla figura di Óláfr Haraldsson, il 're santo', la sesta parte dell'opera di traduzione e commento della Heimskringla a cura di Francesco Sangriso presenta le due saghe dedicate rispettivamente al figlio e al fratello per parte di madre di Óláfr, Magnús e Haraldr (Magnúss saga ins góða, Haralds saga Sigurðarsonar). L'analisi condotta dall'Autore si sofferma sugli elementi caratterizzanti il periodo di regno dei due sovrani, mettendo in evidenza le profonde diversità fra la personalità di Magnús e quella di Haraldr, che esprimono due concezioni della regalità divergenti se non opposte, soprattutto nell'ambito del rapporto con l'aristocrazia fondiaria. All'abilità diplomatica di Magnús, che dopo un iniziale conflitto, riesce a ottenere un solido compromesso con i maggiorenti del paese, fa da contrappunto il deciso, e, talvolta, rozzo, atteggiamento bellicoso di Haraldr che culminerà nell'eliminazione violenta di Einarr þambarskelfir, il più autorevole rappresentante dell'aristocrazia. Si tratta di un vero e proprio 'assassinio politico' che mette in luce come Haraldr si comporti più da condottiero che da regnante. (...)'.‎

‎Renzi Lorenzo; Andreose A. (cur.); Barbieri A. (cur.); Cepraga D. O. (cur.)‎

‎Le piccole strutture. Linguistica, poetica e letteratura‎

‎ril. Maestro della filologia, Lorenzo Renzi incarna una rara figura di studioso in cui la vastità e lo specialismo delle conoscenze sono sempre animati da un'inesauribile curiosità e vivacità culturale. In occasione del suo settantesimo compleanno, il volume riunisce i più importanti saggi prodotti nell'arco di una stagione di studi lunga e appassionata. La ricchezza dei materiali raccolti riflette l'ampiezza dei suoi interessi scientifici: dalla letteratura (i poeti provenzali, Dante, Petrarca) alla linguistica romanza e alla storia della lingua (il fiorentino del Cinquecento), fino all'antropologia della letteratura e al folklore. In tutti questi campi Renzi ha offerto contributi fondamentali, ispirati a una visione di ampio respiro, nella quale ciascun oggetlo di indagine si collega ad altri contesti, ad altre tradizioni culturali.‎

‎Falanga G. (cur.)‎

‎Carmi di Sigurd. Testo feroese a fronte‎

‎br. I "Carmi di Sigurd" in lingua feroese costituiscono una testimonianza della ricchezza di forme e motivi della tradizione nibelungica. Pregevole esempio di poesia orale popolare che affonda le radici nelle più antiche tradizioni letterarie nordiche e germaniche, la ballata tardomedievale ci giunge da un'area remota e isolata della cultura europea e va ad inserirsi in quel già vasto panorama di testimoni di uno dei cicli leggendari più fortunati del Medioevo europeo. La leggenda di Sigfrido, il giovane eroe in lotta fra meravigliose imprese, amori e passioni fatali, si ripropone in una versione vivace ed originale. La traduzione in lingua italiana (la prima in assoluto dalla lingua feroese), è attenta a conservare al meglio la forma metrice.‎

‎Concina Chiara‎

‎La follia di Tristano. Redazione del manoscritto di Berna‎

‎br. Tra i monumenti letterari che attestano la fase più antica del fortunato mito medievale di Tristano e Isotta si colloca il breve testo antico-francese in octosyllabes della "Folie Tristan", tramandato in due diverse redazioni risalenti al xii secolo: una più corta, detta di Berna (che qui si presenta), l'altra più lunga, detta di Oxford. Travestito da folle, Tristano torna alla corte di re Marco per rivedere l'amata Isotta. Da lei tenta di farsi riconoscere, rievocando con un discorso apparentemente insensato gli episodi salienti della loro storia. La regina - dapprima diffidente - finirà per cedere, e dopo l'agnizione finale gli amanti riusciranno a ricongiungersi per un'ultima breve stagione. Ennesima maschera tristaniana, la simulazione della follia permette la messa in atto di un geniale dispositivo della "ricordanza", che restituisce nella miniatura di un breve poemetto le vicende più note degli amanti di Cornovaglia.‎

‎Cucina Carla‎

‎Audun e l'orso. Un racconto medievale islandese‎

‎ill., br. Il "Racconto di Audun dei-fiordi-occidentali" costituisce una delle più note e interessanti opere di narrativa breve del medioevo islandese. La storia del giovane pellegrino che visita le corti scandinave con un orso polare al seguito, curiosa e a tratti divertente, modellata sulle strutture universali della novella popolare e insieme specificamente nordica, viene presentata sia nel testo originale sia, per la prima volta, in traduzione italiana, e corredata da un'attenta analisi che rende conto delle sue organiche combinazioni polisemiche e dei vari possibili livelli - mimetico, storico, antropologico, simbolico - in cui pienamente si realizza la comunicazione narrativa.‎

‎Varvaro Alberto‎

‎Prima lezione di filologia‎

‎br. Alberto Varvaro sceglie di partire da una definizione della filologia assai ampia: quella che considera problematico qualsiasi aspetto di qualsiasi testo, orale o scritto, e fa di questa problematicità l'oggetto della disciplina. La successiva trattazione dei diversi aspetti di questo tema, esposti in forma piana e illustrati con esempi tratti da una vasta gamma di testi (anche se con riferimento preferenziale al mondo del romanzo medievale, di cui l'autore è specialista), privilegia naturalmente i testi scritti di carattere letterario, ma ha sempre cura di tener presente che i problemi esaminati si presentano anche nei testi scritti non letterari e anche nei testi orali di qualsiasi tipo. Il libro tratta i problemi della costituzione del testo ma non considera che essi esauriscano l'ambito della filologia, poiché il testo rimane problematico anche dopo che sia stato costituito correttamente. Per questo motivo esso è preso in esame sotto tutti i suoi profili di enunciato, sia quando è formulato da un autore e si rivolge a un pubblico intenzionale, sia quando è ricevuto e interpretato anche da individui cui l'autore non pensava affatto o addirittura che escludeva. Che è poi quanto accade con la massima parte delle opere del passato o di tradizioni diverse da quella cui noi lettori apparteniamo.‎

‎Sangriso F. (cur.)‎

‎Snorri Sturluson. «Heimskringla»: le saghe dei re di Norvegia. Vol. 7‎

‎br. La settima parte dell'opera di traduzione e commento della Heimskringla a cura di Francesco Sangriso presenta le saghe che concludono il testo di Snorri Sturluson. L'analisi condotta dal curatore si sofferma innanzitutto sulla strutturazione della regalità norvegese durante la lunga reggenza di Óláfr Haraldsson (1066-1093) e sulla successiva politica espansionistica promossa dal suo successore, Magnús Óláfsson. In questo contesto particolare attenzione viene dedicata alla complessa dinamica dei rapporti fra la Norvegia, le isole britanniche e l'Irlanda, oltre che alla centralità del ruolo svolto dagli jarlar delle isole Orcadi. Il periodo successivo alla morte di Magnús Óláfsson (1103) sarà una delle fasi più complesse e tormentate della storia norvegese, soprattutto dopo la scomparsa di re Sigurðr Magnússon (1130), il "re crociato", la cui avventura militare in Terrasanta rappresenta il nucleo centrale della narrazione contenuta nella Magnússona saga, una delle unità narrative tradotte nel volume. Il curatore esamina, attraverso l'analisi delle saghe contenute in questa parte dell'opera, le cause del processo di disgregazione dell'assetto di potere presente del Paese, in cui le forti tensioni centrifughe, da sempre presenti nella realtà norvegese, danno origine ad una lunga stagione di persistente e cruenta conflittualità. La difficoltà di assicurare una linea di successione nel regno che potesse garantire la continuità e la stabilità di un potere monocratico nel Paese e la cruenta dialettica fra il potere regale e i rappresentanti più influenti dell'aristocrazia fondiaria, che controllavano le diverse aree territoriali del Paese, costituiranno così gli elementi caratterizzanti delle saghe con cui si conclude la Heimskringla. In questo tormentato contesto sarà la Chiesa ad operare una sintesi unitaria delle diverse variabili presenti nella realtà politica e sociale norvegese. Al ruolo della Chiesa ed al significato epocale di alcuni eventi come l'istituzione dell'arcidiocesi di Niðaróss e l'incoronazione di re Magnús Erlingsson, il curatore dedica un'analisi approfondita, anche attraverso il confronto fra il testo dell'opera di Snorri e i documenti letterari e giuridici più rilevanti di matrice ecclesiastica, che contribuiranno in modo determinante a definire il nuovo assetto del potere regale in Norvegia, in cui la Chiesa vedeva pienamente riconosciuto il suo ruolo di fonte primaria di legittimazione della sovranità, attraverso il rito dell'incoronazione e della sacra unzione del sovrano.‎

‎Stefanelli Diego‎

‎Cesare De Lollis tra filologia romanza e letterature comparate‎

‎br. Cesare De Lollis fu uno dei più importanti filologi romanzi italiani fra Otto e Novecento. Formatosi all'interno della scuola storica, visse in prima persona la crisi culturale e metodologica di inizio secolo, mettendo in discussione il metodo dei maestri e avvicinandosi all'estetica crociana. La sua concezione della filologia romanza lo portò a uscire dai confini del medioevo e a inoltrarsi nella modernità, con uno sguardo intrinsecamente comparato alle tradizioni letterarie dei paesi romanzi (Italia, Francia e Spagna in particolare). Il volume offre un'approfondita indagine sui più importanti campi di studio del filologo abruzzese, rintracciando continuità e discontinuità di un percorso critico complesso e variegato.‎

‎Negri M. (cur.)‎

‎Zeus prima di Zeus e altri studi cretesi. Persistenze cultuali a Creta fra minoico e miceneo‎

‎ill., br. Uno "Zeus cretese" incontra lo Zeus indeuropeo. I testi del tempo, non più relegati nell'era buia dell'"indecifrabilità", ce ne raccontano, insieme ai miti e ai luoghi, la possibile storia. Mario Negri è ordinario di Civiltà Egee nell'Università IULM di Milano. Fra le altre cose, ha promosso il progetto d'interpretazione del corpus minoico, il cui esito maggiore sono i "Testi minoici trascritti, con interpretazione e glossario" (Roma 1999), di cui è coautore con Carlo Consani. Nell'ambito delle sue ricerche, ha coniugata la prospettiva filologica e storico-linguistica con l'indagine, anche nella prospettiva di una lettura "storica" del mito, dei rapporti di continuità fra il II e il I millennio‎

‎Canfora Luciano‎

‎La meravigliosa storia del falso Artemidoro‎

‎ill., br. Il falso risponde anche ad un bisogno intellettuale e pratico: mira a colmare un vuoto, a completare quanto la tradizione avara o l'ingiuria del tempo ci hanno sottratto. Il falso è perciò anche il sogno, e talvolta l'obiettivo, di più di un filologo di genio. Il falso lo si crea per innumerevoli ragioni: il guadagno è solo una di esse, e forse la meno importante. In realtà, il falso è innanzi tutto opera d'arte: Jakob Burckhardt lo spiegò in una memorabile lezione, or sono moltissimi anni. E additò in Costantino Simonidis (1820-1890) un esempio memorabile di falsario grande e non necessariamente venale. Simonidis, l'autore ormai acclarato del cosiddetto 'papiro di Artemidoro', fu, per i suoi contemporanei, un "enigma", un pericolo, un mito. "Enigma" lo definì Alexander von Humboldt, il maestro della geografia ottocentesca. Ma un pericolo egli fu per tutti: dall'Accademia delle Scienze di Berlino, da lui beffata, alla British Library, cui vendette pezzi buoni e pezzi falsi che ancora oggi ci inquietano. Questo libro, che tra l'altro svela l'incompleta analisi degli inchiostri, mostra, conclusivamente, perché il cosiddetto Artemidoro, inverosimile papiro geografico misteriosamente affiorato in Europa trent'anni or sono e pregevole prodotto di una mente moderna, non può che essere opera sua.‎

‎Canova A. (cur.)‎

‎Tra filologia e storia della lingua italiana. Per Franca Brambilla Ageno‎

‎brossura Franca Brambilla Ageno (1913-1995) è stata una figura determinante per la storia della filologia e della lingua italiana del Novecento: editrice critica delle laude di Bianco da Siena e di Iacopone da Todi, della 'Fiammetta' di Giovanni Boccaccio, del 'Morgante' di Luigi Pulci, delle rime di Panuccio del Bagno e di Franco Sacchetti, e soprattutto del 'Convivio' dantesco, ha anche scritto un manuale di ecdotica sul quale si sono formate almeno due generazioni di studiosi. Sul versante storico-linguistico, la sua instancabile tenacia ha prodotto un capolavoro come 'Il verbo nell'italiano antico. Ricerche di sintassi' (1964) e una schiera di contributi su problemi puntuali, risolti con intelligente spirito di indagine. A cento anni dalla nascita, allievi, collaboratori e prosecutori della sua opera fanno il punto sulla sua straordinaria esperienza, rievocandone il metodo, la dedizione, i rapporti con la parte più alta della disciplina a lei contemporanea (Gianfranco Contini, Giuseppe Billanovich, Sebastiano Timpanaro), e cominciando a estrarre materiali inediti dalla sua biblioteca e dal suo archivio epistolare, ora conservati presso l'Università Cattolica di Brescia.‎

‎Lorris Guillaume de; Jean de Meun; Pagani W. (cur.)‎

‎Roman de la Rose. Introduzione e selezione antologica con traduzione, testo a fronte e note‎

‎br. Il volume si divide in due parti. La prima offre una sintetica introduzione tesa ad evidenziare, da un lato, i tratti essenziali del "Roman de la Rose", un'opera che è stata di importanza decisiva per la cultura europea, dall'altro, i caratteri fortemente distintivi dei due autori dalla personalità molto diversa, entrambi attivi nel sec. XIII, a distanza di quarant'anni l'uno dall'altro. La seconda parte contiene una selezione di passi tra quelli che sono parsi più significativi, vuoi per il tema principale della "quete" amorosa, vuoi per i vari elementi culturali che emergono sia in Guillaume de Lorris sia, sopratutto, in Jean de Meun. La traduzione è accompagnata dal testo francese riprodotto dall'edizione Lecoy di modo che il lettore non specialista, nel contatto col testo, abbia anche la possibilità di farsi un'idea del francese antico, grazie alla possibilità di compararlo con la lingua moderna.‎

‎Lapini Walter‎

‎Testi frammentari e critica del testo. Problemi di filologia filosofica greca‎

‎brossura Scegliendo prevalentemente esempi da pensatori presocratici, Walter Lapini riafferma, in questo volume tanto vario e ricco nei contenuti quanto metodologicamente coeso, la necessità di affrontare i testi filosofici antichi innanzitutto attraverso l'accertamento delle fonti, l'aderenza alla lingua, la riflessione critico-testuale, e conseguentemente di respingere quelle letture semplificate e corrive, o anche volutamente deformate, che se da una parte conquistano ed entusiasmano il grosso pubblico risparmiandogli la delusione dell'incerto e dell'opinabile, dall'altra lo allontanano ulteriormente da una verità spesso già di per sé problematica e oscura. "Questo vorrebbe essere dice Lapini - non dico un libro di metodo, ché sarebbe presuntuoso il solo pensarlo, bensì un promemoria di regole; né ignote né nuove, ma che vanno però ristabilite e difese ogni volta daccapo, generazione dopo generazione".‎

‎Beltrami Pietro G.‎

‎La filologia romanza‎

‎br. Il libro, chiaro e accessibile, si propone come nuovo manuale di riferimento per la filologia romanza, vale a dire la filologia delle lingue che hanno tratto origine dalla frantumazione e dalle trasformazioni del latino parlato nell'Impero romano. Nella prima parte si definisce l'oggetto di studio e si offrono i cenni indispensabili sull'origine e gli sviluppi della disciplina. La seconda parte presenta un quadro storico-linguistico dei cambiamenti avvenuti nel passaggio dal latino alle varietà romanze e descrive i sistemi delle lingue derivate. La terza parte, infine, è dedicata alla ricca letteratura romanza medievale di cui si offre al lettore una sintetica visione d'insieme.‎

‎Lagomarsini Claudio‎

‎Il Graal e i cavalieri della Tavola Rotonda. Guida ai romanzi francesi in prosa del Duecento‎

‎br. Questa sintetica guida è un invito alla lettura del ciclo di prose cavalleresche noto come Lancillotto-Graal: la prima parte esplora la formazione della leggenda di re Artù e lo sviluppo di racconti indipendenti sul Graal, su Lancillotto e Merlino; nella seconda parte sono illustrate la struttura del ciclo in prosa e la sua trasmissione nei manoscritti, le principali tecniche narrative elaborate dagli anonimi prosatori, le questioni interpretative più salienti e, per finire, la fortuna del testo dal Medioevo ai giorni nostri.‎

‎IL PROPUGNATORE. Studii filologici, storici e bibliografici. In appendice alla Collezione di opere inedite o rare.‎

‎In-8, cartonato moderno, conservate copertine originali. Di questo importante periodico bimestrale di studi sulla letteratura italiana, sono disponibili le prime 7 annata (manca la seconda annata), ben conservate:<br> 1868/69 (Anno I, n. 1, magg./giu. - in 6 nn.) - 1870/1871 (Anno III - in 6 nn.) - 1871 (Anno IV - in 6 nn.) - 1872 (Anno V - in 6 nn.) - 1873 (Anno VI - in 6 nn.) - 1874 (Anno VII - in 6 nn.). .‎

‎IL PROPUGNATORE. Studii filologici, storici e bibliografici. In appendice alla Collezione di opere inedite o rare.‎

‎In-8, brossura (slegata). Di questo importante periodico bimestrale di studi sulla letteratura italiana offriamo la prima annata completa: <br> 1868/69 (Anno I, n. 1, magg./giu. - in 6 nn.). Testo in buono stato (text in good condition). .‎

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