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Proces-verbal d'installation du Conseil des prises. L'an huit de la Re'publique francaise... les citoyens Redon... nomme's President, Membres... du Conseil des prises...
In 8, pp. 10 + (2b). Br. rifatta. Discorso d?insediamento del Conseil des prises. Il Conseil era stato proposto da Napoleone e autorizzato il 27 marzo 1800 al fine di sanare ogni abuso in materia di prese marittime.
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Decision du Conseil des prises sur l'envoi des pie'ces relatives aux affaires de sa compe'tence
In 8, pp. 4. Br. rifatta. Decisione che demanda tutti i giudizi in materia di prese al Conseil.
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Decision du Conseil de prises qui annulle la prise du navire danois la Constance... entre le capitaine J. B. Henrisksen commandant le navire danois? et les armateurs, capitaine, e'quipage et inte'resse's du corsare les Deux-Amis de Marseille
In 8, pp. 8. Br. rifatta. Interessante decisione che annulla i precedenti pronunciamenti che approvavano questa cattura.
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J. B. Roussilhe Morainville, J. F. Dartigaux
Appel au directoire exe'cutive. Des vexations exerce'es par le Gouvernement Batave contre les croiseurs francais et les prises qu?ils conduisent dans les ports de la Hollande: suivi d?une de'nonciation des mesures re'cemment adopte'es par le Directoire Exe'cutive interme'diaire, et le Corps Repre'sentatif de la Re'publique Batave en violation manifeste des traite's qui unissent les deux nations
In 8, pp. 50 + (2b). Br. rifatta. Interessante memoria relativa a molteplici opposizioni fatte dalle autorita' olandesi in occasione di varie prese da parte di corsari francesi. Si citano i casi delle navi inglesi Ary et Maria, Frederic-Stad, Calypso. In alcuni casi gli olandesi fecero fuoco sulle navi corsare, in altri sequestrarono arbitrariamente le navi e i carichi presi, in altri ancora incarcerarono i corsari stessi.
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Au Conseil de prises. Brie'ves observations dans l'affaire du St. Antoine, capitaine Mazino contre les pre'pose's a' l'administration de la marine du port de Monaco
In 8, pp. 4. Testatina xilogr. Macchiolina alle cc. Br. rifatta. Osservazioni relative alla presa del naviglio St. Antoine fatto nel porto di Monaco. Le ragioni si appellano al fatto che nave ed equipaggio fossero genovesi e che fosse stato concluso l'armistizio di Marengo.
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Decision qu'il n'y a lieu a' de'libe'rer sur le Me'moire intitule' Requête civile, pre'sente' par les Armateurs des corsaires l?Effronte' et la Le'ge're Du 3 pluviose an 9...
In 8, pp. 8. Br. rifatta. Decisione relativa alla memoria intitolata Requête civile considerata dal Conseil irricevibile. La presa venne annullata perche' fatta a meno di due leghe dalla costa di un paese neutrale. Cfr. Jurisprudence du XIX siecle, vol. 23. p. 36.
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Au Conseil de prises. Memoire pour Francois Mendez, capitaine du corsare espagnol l'Esperance... contre le corsare francais la Jeune Abeille?
In 8, pp 10 + (2b). Testatina xilogr. Br. rifatta. Memoria relativa alla contesa tra queste due navi corsare, una francese e l?altra spagnola, per il possesso dei vascelli inglesi l'Aigle e l'Anne. I due corsari diedero caccia all?Anne e ad altre navi inglesi al largo di Gibilterra. Il cannoneggiamento dell'Esperance obbligo' il convoglio a dividersi, fece arrendere l'Aigle, e obbligo' l'Anne a finire nelle mani della Jeune Abeille.
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(Perignon Pierre)
Re'ponse a deux e'crits l'un intitule': Re'flexions sur l'e'tat de de'faveur des Pavillons neutres en France; l'autre, Esquisse des Abus de la Jurisprudence, en matie're de Prises. Par l'auteur de l'Ouvrage intitule': Les re'glemens francais venge's des atteintes des partisans de l'Angleterre
In 8, pp. 38 + (2b). Testatina xilogr. Br. rifatta. Libello nel quale Perignon si scaglia contro l'uso da parte degli inglesi di far battere alle loro navi le bandiere di paesi neutrali. A riprova sostiene che, nonostante la guerra e i corsari francesi, il commercio inglese non abbia avuto perdite sostanziali. Attesta inoltre che la perfida Albione mette in opera ogni falsificazione come vendite simulate di navi, naturalizzazioni fittizie dei capitani, sostituzioni di persone e nomi, false dichiarazioni.
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Bre'ves observations sur les relations commerciales de la ville de Hambourg avec la Re'publique francais par rapport au Traite' de 1769, et par rapport a' l?adhe'sion faite par la dite ville a' la proposition du Corps le'gislatif du 24 fe'vrier 1792 d?abolir la corse sur mer. Servant d?addition au Pre'cis communique' dans l?affaire du navire la Jeune Catherine de Hambourg
In 8, pp. 7 + (1b). Testatina xilogr. Br. rifatta. Dibattimento giuridico in cui si entra nel merito di antichi trattati commerciali.
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Au Conseil des prises. Memoire pour le corsaire francais la Gageure, commande' par le cit. Pierre Gois, armateur le cit. Pêche; contre le navire sue'dois l'Ele'gance, commande' par le capitaine Thulin
In 8, pp. 20. Annotazione manoscritta coeva a p. 1. Testatina xilogr. Br. rifatta. L'Elegance era partita dal porto russo di Cronstadt con destinazione il porto militare spagnolo di Ferrol con un carico di legname per la costruzione di navi indirizzato al console di Svezia. Il 2 germinale anno VI la nave venne catturata, gia' in vista della Spagna, dalla fregata inglese Triton. Questa lascio' sull'Elegance dodici marinai inglesi e un capitano e la indirizzo' verso Plymouth. Senonche', nove giorni dopo, venne ad incrociare ben sette navi corsare francesi: tra queste c'era la Gageur che la assalto' e la conquisto' per la seconda volta. Inizio' cosi' una diatriba fra le autorita' svedesi, spagnole e francesi che si protrasse per tre anni.
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Au Conseil des prises. Memoire pour les capitaine et armateur du corsaire francais le Brutus contre les capitaine et proprie'taires de la cargaison du navire soit-disant le Rachel
In 8, pp. 22 + (2b). Testatina xilogr. Br. rifatta. La Rachel venne catturata dalla nave corsara Brutus lungo le coste africane dopo sei ore di caccia. La nave, che batteva bandiera algerina, trasportava grano diretto a Lisbona e l'equipaggio era composto da diciotto uomini veneziani e portoghesi, quindi fra di loro nemici. Anche le carte di bordo, secondo i corsari, risultavano non attendibili e riferite, probabilmente, ad altra nave.
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Au Conseil des prises. Me'moire pour les proprie'taires de la cargaison du navire anglais il Sole Dorato capitaine Emile Pedemonte de Gênes contre les capitaine et armateurs du corsaire francais l'Intre'pide, commande' par le capitaine Podestat
In 8, pp. 11 + (1b). Testatina xilogr. Br. rifatta. La nave Sole Dorato era stata noleggiata dal commerciante livornese Solomon Abudarham al fine di acquistare ad Alessandria delle granaglie. Non trovandone, la nave si sposto' a Damiette dove effettuo' il carico. Durante la navigazione si ruppero nuovamente i rapporti tra Francia ed Inghilterra. L'equipaggio rimase all'oscuro del fatto; cio' ne attesta quindi la totale buona fede e l'illegittimita' della presa da parte dell'Intrepide.
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Au Conseil des prises. Supple'ment au Me'moire pre'sente' au Conseil des Prises pour les proprietaires de la cargaison du navire il Sole Dorato contre le corsaire francais l'Intre'pide
In 8, pp. 10 + (2b). Testatina xilogr. Br. rifatta. Memoria aggiuntiva di impronta fortemente giuridica. Da questa si evince che il Sole Dorato venne abbordato dall'Intre'pide nel momento in cui si trovava gia' nella rada di Livorno, dove la nave corsara risultava essere alla fonda. Questa, visto il Sole Dorato arrivare, battente la bandiera inglese, si mosse contro di lui e lo incrocio' gia' in rada.
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Au Conseil des prises. Re'ponse au Me'moire du cit. Boucanier fils, armateur du corsaire le Redoutable pour Laurenzo Repetto, citoyen Ligurien subre'cargue du navire ragusain la Santa Trinita, et les citoyens Pitalouga et Antoine Boccardi, citoyens Gênois, proprie'taires de la cargaison
In 8, pp. 18 + (2b). Testatina xilogr. Br. rifatta. Importante atto indirizzato al Conseil, legato alla tragica vicenda dell'assedio di Genova avvenuto tra l?aprile e il giugno 1800. La Santa Trinita', vascello che batteva la bandiera neutrale di Ragusa, era stato trovato dai cittadini genovesi Pittaluga e Boccardi al fine di passare indenne il blocco inglese e rifornire di vettovaglie la cittadina alla fame. Venne quindi redatta una falsa bolla di carico in base alla quale il carico, fatto in Sicilia, era diretto a Lisbona. Caricati a Palermo orzo e fave, la nave venne portata dal vento sull?isola di Maiorca e, all?altezza dell'isola di Cabrera, venne catturata dalla nave corsara Redoutable nonostante fosse in acque spagnole. Questa 'reponse' dei cittadini genovesi risponde alle ragioni del capitano del Redoutable, ovviamente convinto della veridicita' della destinazione Lisbona, e del fatto che il carico fosse avvenuto in un porto di un paese nemico.
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De'cision realtive a' la prise du navire prussien la Diana du 13 Ventose an 9
In 8, pp. 8. Br. rifatta. Il Diana, a causa di una tempesta, si rifugio' nella rada di Dunkerque e qui venne catturato. La presa venne riconfermata a causa del fatto che non ci fosse a bordo alcun passaporto prussiano, che non ci fosse corrispondenza tra i membri indicati a ruolo e quelli effettivi e che avesse una falsa destinazione.
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Au Conseil des prises. Re'futation pour le Capitaine du navire ragusain l'Assomption et le Proprie'taire de la cargaison...
In 8, pp. 22 + (2b). Br. rifatta. L'Assomption, partita da Genova e diretta a Cagliari, dovette cambiare destinazione per Biserta. Venne catturata dalla nave corsara Josephine il 20 vendemmiaio dell'anno X, in un periodo in cui erano cessate le ostilita' su mare, all?altezza dell'Isola di Tavolara.
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Decision relative a' la prise du Navire francais l'Assomption Du 13 fructidore an 11... La tartane francais l'Assomption, enregistre'e au port de Canary, partit des iles d'Hie'res...
In 8, pp. 7 + (1b). Br. rifatta. Decisione del Conseil de prise relativa alla ripresa di una tartana francese gia' catturata dai corsari inglese e in seguito riconquistata dal capitano francese in seconda che era sbarcato in Corsica. Nella contesa si dibatteva se barca e carico si dovessero ridare all'armatore o al capitano in seconda. Il caso fece giurisprudenza, infatti si ritrova riportato in Repertoire universel et raisonne de jurisprudence, vol. 13. 1828.
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De'cision relative a' la prise d'un Bateau catalan du 22 Frimaire an 12. Au nom du peuple francais... Le chebeck de la Re'publique le Collin affecte' au service des douanes...
In 8, pp. 7 + (1b). Br. rifatta. Decisione in merito alla cattura di una nave catalana utilizzata dagli inglesi per il contrabbando di armi, finalizzata ad attribuire i proventi della messa in vendita ai doganieri.
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De'cision relative a' la prise des Navires anglais l'Astrea et la Mary Stevens faite a' l'abordage par le corsaire l'Intre'pide, Capitaine Joseph Bavastro. Du 13 nivose an 12? Entre J. J. Donny de Nice armateur du corsaire francais l'Intre'pide Joseph Bavastro capitaine du dit corsaire... Et J. Pollan armateur du corsaire francais l'Espe'rance, de Marseille, capitaine J. Martin...
In 8, pp. 14 + (2b). Br. rifatta. Decisione del Conseil de prises relativamente ad uno dei fatti piu' noti della guerra di corsa francese durante il periodo napoleonico. La presa di due navi da guerra inglesi da parte di Giuseppe Bavastro, all'epoca gia' notissimo per le sue azioni in occasione del blocco di Genova, venne propagandata dalla Repubblica, in realta' debole sui mari, per sostenere l'idea di un inesistente primato. Bavastro, nato a Sampierdarena e vissuto a Nizza, divenne il corsaro per eccellenza sino alla restaurazione e le sue imprese ebbero grande rinomanza. La cattura dell'Astrea e della Mary Stevens fu l'apoteosi di cio'. Meno noto e' il risvolto che sta dietro questa Decision: Bavastro, presa l'Astrea, l'affido' ad alcuni suoi uomini mentre continuava la caccia alla Mary Stevens. Nel frattempo sopraggiungeva la nave corsara francese Esperante con a bordo il capitano Martin. Questi, approfittando dell'inferiorita' numerica degli uomini di Bavastro sull?Astrea, attacco' la nave pur essendo in mano a dei francesi. Nonostante le ragioni, il Conseil de prise attribui' la presa interamente a Bavastro, coprendo d'ignominia il capitano Martin e il suo armatore. Cfr. A. Jaeger Gerard, Grandeur et mise're du corsaire Joseph Bavastro: 1760-1833.
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De'cision relative a' la prise du Corsaire anglais le Hazard, faite, apre's un heure de combat, par le corsaire francais la Repre'saille du 3 Frimaire an 12
In 8, pp. (3) + (1b). Br. rifatta. Il corsaro inglese, comandato dal capitano W. Wishart, con 10 cannoni cannoni e 35 uomini, tento' l'assalto al Repre'saille, armato di 14 cannoni e 75 uomini. La nave francese ebbe la meglio e consegnata l'Hazard al capitano francese J. Sabarthy, dopo molte difficolta' dovute alle avverse condizioni climatiche, raggiunse il 15 fruttidoro il porto di La Guardie e poi quello di Vigo dove venne notificata la cattura.
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Arrêt de la cour d'appel de Gênes
In 8, pp. 18. Stemma xilogr. al fr. Br. rifatta. Decisione in merito alla presa, avvenuta all'altezza di Alassio, della nave Europa, contenente un carico di proprieta' di vari commercianti genovesi, da parte del corsaro l'Aventurier. La corte d?appello rigetta le ragioni della nave corsara e intima il rilascio della stessa come gia' aveva indicato il console francese.
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Anonimo
Factum pour Marie Catherine Cadiere contre le Pere Jean Baptiste Girard, jesuite. Ou' ce religieux est accuse' de l'avoir porte'e par un abominable quie'tisme, aux plus criminels exce's de l'impudicite' et d'avoir sous la voile de la plus haute spiritualit, jette' dans les memes exce's six autres de'votes, qui, comme elle, s'e'toient mises sous sa direction LEG. CON Memoire instructif pour le Pere Jean Baptiste Girard, jesuite, recteur du College Royal...
In 16, pp. (4) + 164; 284; 4 (ripiegate). Ex libris del bibliofilo Moriz Grolig di Vienna e sue annotazioni mmss. alla sguardia. P. pl. coeva con piccole mancanze alla cuffia e danni alle cerniere. Riedizione contemporanea agli originali pubblicati ad Aix (J. David) e a Parigi (Gissey & Bordelet) delle memorie di questo celebre processo mistico-erotico-gesuitico che fu spunto per il romanzo pornografico The're'se philosophe, attribuito a J. B. de Boyer Marquis d?Argens. I fatti sono anche ampiamente narrati da J. Michelet in La Sorciere. J. B. Girard, gesuita, rettore del Seminario Reale della Marina di Tolone, divenuto confessore della diciannovenne Catherine Cadiere, giovane malaticcia e dedita ad incessanti pratiche religiose, inizio' a circuirla, facendola cadere in uno stato di prostrazione tra visioni, crisi mistiche, stimmate, punizioni e violenze sessuali. La giovane, rimasta incinta, venne fatta abortire. In seguito fu messa da Girard in un convento retto da una badessa compiacente, ma anche li' la Cadiere continuava a manifestare uno stato di esaltazione mistica a cui la situazione l?aveva condotta. Girard, nonostante gli appoggi gesuitici e la capacita' di affabulazione sulla giovane, inizio' a temere il crollo del suo castello di menzogne (peraltro egli aveva creato un vero harem di donne a lui devote e succubi in un vortice di gravidanze e aborti), crollo che arrivo' nel momento in cui il Vescovo di Tolone riusci' a sottrarla al convento e li', raccogliendo le sue ingenue confessioni, si convinse che la ragazza era stata stregata e lo stregone fosse Girard. La protezione del vescovo duro' poco, i gesuiti lo minacciarono nel caso Girard fosse finito sotto processo, e lui cedette. Ma ormai troppo grossa era diventata la questione, si avvio' un processo dove, prima, la poveretta venne obbligata a ritrattare le accuse a Girard, poi si arrivo' a minacciarla del rogo ma, infine, il popolo indignato si sollevo' e obbligo' il senato a una soluzione di compromesso. Girard assolto dall'accusa di stregoneria e la Cadiere salva ma trattata da calunniatrice. La storia di questa ragazza di ventun anni si chiude con la sua scomparsa: ripresa dalla famiglia, ma forse internata in qualche convento, in nome delle lotte che opposero in Francia nel XVIII secolo Giansenisti e Gesuiti.
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CALZARONI Francesco
Canzonetta nuova ossia lamento di un condannato a morte. Rime
Foglietto volante (cm 14 x 23), stampato al recto e al verso, contenente il lamento in rima del condannato a morte che si pente dei suoi delitti: 'Domattin di buon'ora / Sulla Piazza del Mercato / Li' saro' decapitato / Daro' fine al mio penar...'.
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TARANTONI Alessio
Canzonetta nuova sopra un carcerato condannato a morte che soffre in pazienza la pena meritata dei suoi delitti. Rime
Foglietto volante (cm 17 x 22,5), stampato al recto e al verso, contenente il lamento in rima di un detenuto al quale sta per essere inflitta la condanna a morte: 'Alla morte io ci vado / Perche' fui troppo insolente / Non diranno omai la gente / Che sia barbera crudelta'...'.
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TARANTONI Alessio
Fatto maraviglioso accaduto la sera del 7 decembre due migia fuor di Porta S. Sebastiano a Luigi Ciambella, ed a Paolo De Santis carrettieri velletrani. Rime
Foglietto volante (cm 16,5 x 24,7), stampato al recto e al verso, contenente versi in rima con il racconto delle vicende capitate a due carrettieri di Velletri sfuggiti una notte a una rapina. I due riuscirono a catturare il ladro e ad assicurarlo alla giustizia.
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Nuovo libro che tratta dei furti commessi dal rinomato Lucchini veronese famoso meccanico, e celebre falsificatore di monete, maniera del di lui arresto, processo e morte, e di Michele Calvo detto di Castro spagnolo ladro sacrilego e prete falso
In 16, pp. 8. Intonso. Placchetta popolare che racconta le vicende di Ridolfi conosciuto con vari nomi fra i quali quello di conte Luchini. Falsario, fu arrestato, ma grazie alla sua abilita' riusci' a evadere dalla prigione. Si trasferi' a Bologna, citta' nella quale porto' a segno diversi furti come quello al Monte di Pieta' di S. Petronio. Fu poi arrestato e condannato al patibolo. Segue poi la storia del falso prete spagnolo Michele Calvo.
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Bossi Giuseppe
Canzonetta nuova sopra un funestissimo caso gia' accaduto in un bosco di un assassino che uccide il proprio figlio incognito. Rime
Foglietto volante (cm 17,5 x 23), stampato al recto e al verso, contenente versi in rima di Giuseppe Bossi ispirati a un fatto di cronaca: un padre, non riconoscendo il figlio dopo tanti anni di lontananza a causa della vita militare, lo uccide per impossessarsi dei suoi averi.
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Canzonetta nuova sopra un barbaro assassinio eseguito in Ferrara nella sera da che uccise dopo aver cenato con lei la sua Benefattrice portandole via parte della collana di granate, denari, ed altro, colla morte dell'assassino
Foglietto volante (cm 17 x 21), stampato al recto e al verso, contenente versi in rima ispirati ad un fatto di cronaca accaduto a Ferrara: una donna venne uccisa e rapinata dei suoi averi. Il colpevole fu poi incastrato proprio perche' trovato con la collana della vittima, e condannato a morte.
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Istoria della vita, e morte, uccisioni ed imprese di Pasquale Riccio di Lauro e suoi compagni
In 16, pp. 16. Intonso. Br. rifatta con carta d'epoca. Canzone che esalta le gesta di Pasquale Riccio, inserendosi nella pubblicistica encomiastica che eleva a mito il brigante-patriota che si oppone ai soprusi dei signori locali e combatte per la liberta'. La figura del brigante tradizionale e' tipica soprattutto della storia e della cultura del Meridione, in particolare di quella fase storica caratterizzata dal passaggio dal Regno borbonico allo Stato Unitario. L'innescarsi di una vera e propria guerra tra briganti ed esercito vide i proprietari terrieri schierarsi con i piemontesi e il popolo appoggiare i briganti, che, in molti casi, acquisirono fama e un alone di eroismo. Ciambelli, I fogli volanti e il brigantaggio, p. 166 (in La scienza e la colpa...).
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Calzaroni Francesco
Il lamento di un detenuto condannato in vita. Gioia del medesimo nell'udir la grazia. Rime
Foglietto volante (cm 13 x 20), stampato al recto e al verso, contenente il lamento in rima di un detenuto e il suo moto di gioia alla notizia della grazia ricevuta.
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Lermil Nicomede
Beatrice di Tenda innanzi al duca suo sposo, ed ai giudici ecc. custodita da guardie, unitamente ad Orobello, dopo che quest'ultimo ha sofferto tortura. Transunto del fatto
Foglietto volante (cm 14,5 x 22), stampato al solo recto, contenente un dialogo in rima tra Beatrice di Tenda e Orombello. Da questa storia di amore e morte Bellini, nel 1833, trasse l'omonimo melodramma. Beatrice Balbo Lascaris-Tenda, detta Beatrice di Tenda (1372-1418) sposo' in prime nozze il condottiero Facino Cane, che la rapi' dal castello paterno, portandola con se' nelle sue imprese guerresche. Dopo essere rimasta vedova, si risposo' con il duca di Milano Filippo Maria Visconti. Fu accusata di adulterio con il domestico Orombello. Dopo aver confessato sotto tortura, venne condannata a morte e decapitata.
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Tarantoni Alessio
Lamento che fa un infelice condannato alli ferri in vita che piange la liberta' perduta
Foglietto volante (cm 16 x 23), stampato al recto e al verso, contenente il lamento in rima del carcerato che ha perduto la liberta': 'O che barbara sciagura / Soffro sempre un duolo interno / Parmi stare in un inferno / Non riposo notte e di' / Condannato sono in vita / Quant'e' acerba la mia pena / Odio questa ria catena / Che mi tiene avvinto qui...'.
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Carlo ossia cenni intorno alla vita di un condannato a' lavori forzati
In 24, pp. 63. Br. rifatta (conservato p. post.). Storia di Carlo G., figlio di notaio stimato, condannato ai lavori forzati a Cayenna per false scritture. In appendice e' raccontata la storia di un giovane di mente ottusa che acquisto' ingegno attraverso la lettura del santo rosario.
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Funestissimo caso di un assassino che uccise il proprio figlio incognito accaduto in un bosco tre miglia distante da Roma. Istoria sull'aria Dolce Chiarina di Nicomede Lermil
In 8, pp. 4. Rara placchetta popolare che racconta il ritorno a casa di un soldato per lungo tempo assente. Ospite della locanda del proprio padre, senza essere riconosciuto, viene da questi ucciso con lo scopo di impossessarsi delle sue ricchezze.
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Arrighi Giovanni
Nuove memorie del maggiore Cav. Domenico Cappa ex comandante delle guardie di P. S. di Milano raccolte ed ordinate. Seconda serie
In 8, pp. 384 con un ritratto all'antip. di Domenico Cappa. Legatura in mz. tl. coeva. Raccolta di memorie del comandante di polizia Domenico Cappa pubblicata a un anno di distanza dalla prima che aveva ottenuto un buon successo editoriale. In questo volume, contenente aggiunte rispetto al primo, si trovano anche spunti polemici e di critica nei confronti della stessa polizia. Cappa ricorda infatti episodi quali la strage di Torino del 1864, quando la polizia massacro' dei pacifici dimostranti che protestavano per il trasferimento della capitale a Firenze, e fatti di corruzione e di cattivo comportamento da parte di graduati delle guardie di P. S. Sono inoltre rammentati lo scandalo che colpi' il questore di Torino e quotidiani fatti di arrivismo e di invidia reciproca all'interno del corpo. Domenico Cappa fu guardia del corpo di Cavour, fece quindi carriera nella polizia divenendo maresciallo delle Guardie di Pubblica Sicurezza a Torino. Fu poi trasferito a Milano e anche qui si fece benvolere dalla citta'. Cappa afferma infatti di non aver mai estratto dal fodero la sciabola d'ordinanza e di aver sempre fermato i malfattori solo grazie al suo carisma e alla prestanza fisica.
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Delitto infame avvenuto a Roma. Un uomo che violenta e soffoca una ragazza
In 16, pp. 8 con ill. n.t. Taglietti ai margg. est. dei p. Br. ed. con ill. ai p. Racconto di un fatto di cronaca, avvenuto a Roma, che ha come vittima una bambina di otto anni violentata e uccisa dal guardiano di una fabbrica, subito riconosciuto come colpevole, e tradotto in carcere dove fu condannato a trent'anni di reclusione e dieci di sorveglianza speciale.
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CAGGIANO Giulio
Anime delinquenti (alta camorra). Dramma in tre atti. Terza edizione
In 16, pp. 79 + (1b) + (8) di avvisi edit. Br. ed. con foto in b/n al p. ant. Dramma sulla malavita napoletana rappresentato dalla Compagnia Pasta-Reiter al Teatro Alfieri di Torino il 7 ottobre 1901, preceduto da alcune recensioni dell'apoca. L'A. era un magistrato napoletano.
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CAGGIANO Giulio
Mala vita napoletana. Come si diventa delinquenti. Da guaglione a giovinotto onorato - Un camorrista - Mala vita - Soldato ribelle - Ragazzi poveri - La tirata - Coscienze nuove. Illustrazioni di Aurelio Caggiano. Quarta edizione
In 16, pp. XV + 209 + (1b) + (10) + (1b) + (1) + (3b) con ill. n. t. anche piena pagina di Aurelio Caggiano. Legatura mod. in mz. tl. con angoli e tit. oro al d. Raccolta di racconti sulla malavita napoletana di questo magistrato che scrisse anche per il teatro sempre affrontando temi sociali e giuridici legati alla sua professione. In appendice compaiono alcune recensioni giornalistiche.
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BONDI Augusto
Rivelazioni postume alle Memorie di un questore 1910-1912
In 8, pp. 219 + (5) con un ritratto n.t. di Augusto Bondi. Legatura in mz. pl. coeva con angoli e tit. oro al d. Memoriale contenente nuove notizie rispetto al precedente Memorie di un Questore (25 anni nella Polizia italiana) pubblicate dall'ex questore Augusto Bondi. Nell'opera sono svelati retroscena della politica dell'epoca e si fa chiarezza sul cosiddetto 'mistero Cavagnati' relativo alla scomparsa, a Bologna, del procuratore del Re Giovanni Cavagnati.
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FREGIER H. A.
Des classes dangereuses de la population dans les grandes ville set des moyens de les rendre meilleurs. Ouvrage recompense en 1838 par l?institut de France. Par H. A. Fre'gier chef de bureau a' la prefecture de la Seine. Tome premier (-deuxieme)
2 voll. in 8, pp. XII + 436; (4) + 528. Marm. M. pl. coeva con fr. al d. Ed. orig. Importante opera che ebbe grande influenza ai suoi tempi. Viva testimonianza del degrado delle masse proletarie inurbate, in particolare a Parigi. Manifesto di quel tipo di criminologia ottocentesca incentrata sulla difesa della societa' dai malvagi. Si fonda sul principio che, pur essendo gli operai di Parigi divisi in due classi, gli operai di bottega, dotati di maniere eleganti e compite, e gli operai delle fabbriche, rudi, ignoranti e grossolani, tutti sono comunque dominati dal vizio. Fregier porta l?esempio di quelle famiglie che tengono i figli sin verso i 12 anni a lavorare nelle fabbriche e nelle filature e poi li collocano presso qualche artigiano: si tratta di una soluzione per evitare che il fanciullo cada nella depravazione anzitempo. Descrive poi le gravidanze affrontate con sfrontatezza e disinteresse per la prole da parte delle giovani operaie e quanto queste si mostrino oscene e sguaiate all?uscita dalla fabbrica. Nell?affrontare il nodo dell?istruzione, l'A. afferma che l?istruzione del povero deve essere sorvegliata dall?autorita' alla luce dei pericoli rappresentati dalla stampa. Per ovviare all?incapacita' di educare i propri figli da parte di molte delle famiglie di operai, suggerisce che i fanciulli siano fatti vivere direttamente in fabbrica, cresciuti e nutriti dal padrone e, nei giorni di festa, portati a giocare nei campi sotto la sorveglianza degli operai piu' adulti. Il XIX secolo fu ossessionato dal terrore che i poveri potessero essere pericolosi. Nel XX si comincio' a ritenere che questo pericolo potesse essere ovviato con una combinazione di repressione e progresso sociale e che, complici anche due guerre mondiali, potessero essere le classi alte a rappresentare un pericolo. Siamo sicuri che il XXI secolo non possa rappresentare un inquietante ritorno alle dottrine di Fregier? Cfr. Foucault, Sorvegliare e punire, pp. 288; 310. Kress, C.5176. Einaudi, 2293. Palgrave, 27709.
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A.D.V.
Sui provvedimenti per la pubblica sicurezza in Sicilia. Brevi considerazioni
In 8, pp. 52. Usuali fioriture della carta. Br. ed. Considerazioni relative agli esiti, poco positivi, dei provvedimenti per la pubblica sicurezza in Sicilia emanati dal Ministero dell'Interno a partire dagli anni Sessanta del secolo. Secondo l'anonimo A. dello scritto, i provvedimenti 'non erano abbastanza radicali e adeguati alle tristi necessita' della presente situazione in Sicilia', mentre altrove, ad esempio in Romagna, questi avevano al contrario sortito esiti soddisfacenti nella riduzione del tasso di criminalita'. L'A. ammette che non si puo' negare al governo italiano l'onesta' dei propositi e il desiderio di aver voluto restaurare la legge in Sicilia, tuttavia sostiene che l'azione del governo 'non e' sempre stata adeguata ne' costante, ne' poteva essere, perche' anzitutto il governo prima d'ora non ebbe forse mai il coraggio di dire tutta la verita' sui mali della Sicilia. Si e' provveduto spesso sotto l'impressione di bisogni momentanei; si sono mutati e rimutati i capi delle amministrazioni troppo spesso'. In Sicilia, invece di mandare persone competenti che si spendessero per la lotta ai mali di quella terra, venivano destinati i funzionari pubblici in punizione. L'A. si sofferma poi ad analizzare la mafia che fonda il suo potere da un lato sul terrore generale, dall'altro sulla sfiducia nella efficacia della protezione del governo, ma anche 'sopra colpevoli connivenze o sul malinteso orgoglio di difendersi e vendicare da se' le offese ricevute senza ricorrere alle autorita' pubbliche'.
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ZIINO Giuseppe
La fisio-patologia del delitto
In 8, pp. IV + 514 + (2). Firma di possesso al p. ant. Danni rip. e lievi mancanze al d. Fioriture sparse. Br. ed. Saggio di antropologia criminale. L'A. espone il metodo di studio nell'analisi del profilo medico-psicologico del criminale: in primo luogo, analizzando il crimine commesso, 'formulo un primo giudizio di mera probabilita' intorno allo stato d'animo dell'imputato prima, durante e dopo l'addebitatogli maleficio'; quindi 'procedo all'interrogatorio minuzioso, ripetuto, variato del giudicabile; cerco con ogni mezzo di guadagnare la fiducia di lui, affinche' m'apra, senza orpelli, il suo pensiero'. Poi 'passo allo studio somatico dell'individuo, e quasi che avessi da fare con un malato ordinario, con metodo rigorosamente clinico, cerco di assodare se esistano in lui anomalie congenite o avventizie'. Secondo Ziino, l'antropometria, ovvero lo studio delle misure del cranio, e' importante ma non fondamentale poiche', al di la' dei centimetri e della circonferenza del capo, sono interessanti 'le asimmetrie della faccia e del cranio, le sporgenze e le creste preternaturali, i vizii congeniti de' sensi, le mostruosita' sulle parti appendiculari e peculiarmente sugli organi genitali, le nevrosi determinate o indeterminate, le organopatie diatesiche, quali lo crofolismo, la rachitide, la pellagra'. Infine, stabilito se l'imputato e' di mente sana o malata, a seconda delle 'risultanze combinate dell'esame psichico e somatico ritorno sopra al fatto, da cui aveva preso l'aire nel mio studio; lo considero come effetto di una determinata efficienza; lo raffronto sotto questo punto di veduta nuovo [...] e mi determino a formulare il parere definitivo sulla ininmputabilita' o l'imputabilita' assoluta o parziale dell'accusato'.
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Borelli Giambattista
Infanticidio e matrimonio
In 8, pp. 62 + (1) + (1b). Lieve mancanza all'ang. est. sup. del p. ant. Br. ed. Nell'opera l'A. mette in correlazione l'aborto e l'infanticidio con il disonore presso la pubblica opinione che deriva dal fatto di aver procreato al di fuori del matrimonio. Borelli sostiene infatti che le madri, quando non ricorrono al suicidio, all'aborto o all'infanticidio, si vedono comunque costrette all'eposizione del neonato: questa e' sicuramente per lei 'una pena morale, che le fara' maledire una societa' ipocrita, che le fa colpa di aver obbedito ad una delle passioni piu' naturali, senza farvi precedere una formalita', che sovente non e' che una menzogna ed un ludibrio'. L'A., originario di Boves, era avvocato, giureconsulto, naturalista, ma si interesso' anche di sociologia, storia e scienze naturali.
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Colajanni Napoleone
La delinquenza della Sicilia e le sue cause
In 16, pp. 69 + (1b) + VIII. Dedica autogr. dell'A. all'occhietto parzialmente abrasa. Occhietto brunito con aloni. Br. muta coeva. Al p. ant. e' applicato il p. ant. orig. pur con mancanze. Ed. orig. di questa importante opera del Colajanni, che raccoglie una serie di articoli precedentemente pubblicati su rivista. L'A. fu avversario energico ed irriducibile delle tesi antropologiche lombrosiane a proposito della mafia contro le quali si scaglia in quest'opera, contestando in particolare la teoria dei criminologi contemporanei, secondo i quali i climi caldi determinerebbero reati di sangue, e il principio di 'distribuzione geografica della delinquenza'. Se cosi' fosse - sostiene - in Sicilia prevarrebbero i delitti di sangue, mentre i reati contro la proprieta' sarebbero piu' diffusi al nord, cosa che si dimostra non essere vera (a Palermo spetta infatti il primo posto nei reati contro la proprieta'). Se inoltre la frequenza dell'omicidio e' posto in relazione al clima, e al caldo, ci si aspetterebbe di trovare un'alta percentuale di casi di omicidio in Algeria, rispetto ad esempio alla Sicilia, cosa che, di fatto, non avviene. Nella prima parte dell'opera l'A. constata come l'Italia abbia il primato della delinquenza in Europa e fornisce una serie di dati statistici relativi ai reati d'omicidio commessi per centomila abitanti dal 1867 al 1870 (in questa classifica Basilicata, Abruzzo e Molise sono al primo posto, segue poi la Sicilia che pero' sale al primo posto nei reati commessi fra 1872 e '77). Segue poi una classifica per citta' divisa sulla base della tipologia del reato (omicidii, ricatti, estorsioni con omicidio, furti, reati contro la proprieta'). Colajanni passa quindi ad analizzare le condizioni di vita dei contadini siciliani individuando nell'analfabetismo 'una delle vere cause efficienti della delinquenza in Sicilia e nella Conca d'Oro'. L'altra causa va invece ricercata 'negli antecedenti politici di Palermo e dell'intera isola' sulla quale non sembra essere spirato il soffio della rivoluzione francese. L'isola, infatti, sembra ancora dominata, in pieno Ottocento, da un tipo di struttura politico-sociale di stampo medioevale. All'interno del volume sono conservati 6 fogli (cm 15 x 19,5) vergati a mano al solo recto, contenenti un riassunto dell'opera e interessanti considerazioni critiche di Pasqualino Vassallo (la cui firma autografa e' apposta in calce). Vassallo (1861-1928), avvocato e politico, fu Ministro delle Poste e Telegrafi nel governo Giolitti del 1920. All'avvento del Fascismo fu compreso nel Listone ed eletto alla nuova Camera dei Deputati (1924) con Mussolini.
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Garofalo Raffaele
Criminologia. Studio sul delitto, sulle sue cause e sui mezzi di repressione
In 8, pp. XVI + 495 + (1b). D. rifatto. Foro al p. ant. e minuscolo forellino al marg. sup. delle prime 50 cc. Br. ed. Fa parte della collana: 'Biblioteca Antropologico-Giuridica', serie I, vol. II. Ed. orig. L'A. (1852-1934), giurista, primo presidente della Corte di Cassazione italiana, e' considerato, insieme ad Enrico Ferri, il padre della criminologia mondiale. Tuttavia il suo pensiero differisce in parte da quello di Ferri. Infatti, pur sposando le teorie positiviste, modera la rigida negazione del libero arbitrio, cioe' della volonta' responsabile, parlando invece dell'importanza delle predisposizioni individuali. Ecco perche' Garofalo assegna alla psicologia un peso maggiore nell'analisi dei comportamenti dei singoli. Lo studioso ritiene inaccettabile la tesi dell''imbecillita' morale', poiche' la spiegazione basata sull'atavismo contrastava con il fondamento patologico del delinquere le cui cause andavano ricercate nella sociologia. Contrario al socialismo e sostenitore di misure di prevenzione per la sicurezza sociale, si pronuncia in favore della pena di morte. Sostiene infatti che 'il sentimento della vendetta e' troppo reale e troppo sparso per potersi trascurare dal sociologo'. Inoltre costituisce un principio biologico che l'individuo scompaia quando le sue imperfezioni gli impediscono di sopportare l'azione dell'ambiente: lo scopo dell'eliminazione 'e' la conservazione dell'organismo sociale, con la estirpazione dei membri disadatti'. Wigmore, A Preliminary Bibliography of Modern Criminal Law and Criminology, p. 35.
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Alongi Giuseppe
Polizia e delinquenza in Italia
In 16, pp. 164. Lievi mancanze ai p. Br. ed. Rara ed. orig. di questo saggio di grande interesse, la cui seconda edizione, la sola ad essere commercializzata, usci' nello stesso anno. Alongi sostiene che formalmente della polizia si parla bene, ma 'se dal campo delle discussioni accademiche scendiamo in quello della vita reale e quotidiana, ci troviamo, senza transizione alcuna, di fronte ad un ambiente diametralmente opposto, parandocisi innanzi un sentimento unanime di avversione pel personale di polizia, alto o basso che sia [...] e' inutile dissimularselo: questa antinomia dello spirito pubblico, questa avversione ora aperta e sfacciata, ora finemente dissimulata, e' generale piu' che non paia e non si pensi'. L'A. si chiede quindi da dove nasca questo sentimento: forse dal ricordo delle vecchie polizie irresponsabili, sfrenate e arbitrarie del dispotismo, tuttavia oggi essa 'e' limitata dalle leggi, reclutata e disciplinata rigorosamente in uno Stato ove associazioni, stampa e Parlamento denunziano ogni piu' piccolo eccesso di zelo di essa'. Una controspinta a quest'odio sarebbe potuta derivare se l'azione della polizia si fosse esercitata anche in certi servizi di pubblica utilita': tuttavia 'la nostra legislazione ha cumulato tutti i servizii positivi negli Uffici Comunali, divenuti competenti ed onnipotenti per volonta' di un gruppo organizzato e cointeressato di elettori che vi attendono come tutti ormai sanno e riunito negli Uffici di polizia tutto quanto vi ha di negativo e odioso'. La principale causa di dissenso e' rappresentata dal fatto che la polizia e' un istituto eminentemente conservativo che si trova nel punto in cui il principio di autorita' si scontra con quello di liberta' e fa da argine all'esplicarsi delle energie individuali. L'A. procede poi ad un'analisi della criminalita' in Italia sostenendo come debbano essere rimosse all'origine le cause della criminalita' e come non serva quindi confidare in un intervento risolutivo quando la delinquenza ha ormai tutte le possibilita' di sviluppo. A tal fine ritiene fondamentale l'educazione, l'istruzione dei bambini: 'datemi un asilo infantile in ogni comune, ove il fanciullo entri a tre anni e ne esca a sei, per entrare fino agli otto nella scuola popolare [...] togliete il ragazzo all'ambiente morboso e letale della famiglia corrotta e corruttrice [...] Istruzione popolare obbligatoria negli asili infantili [...], educazione continuata nelle scuole serali e estive; riformatorii e scuole agricole ed industriali per i parassiti della societa'; societa' di patronato e malleveria severa per pervertiti, pei caduti; cura continua, paternamente rigorosa, spoglia di fiscalismo opprimente e di odiosita' poliziesca: ecco un sistema di prevenzione logico, giuridico, organico, naturale, evolutivo e salutare'.
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Balestrini Raffaello
Aborto, infanticidio ed esposizione d'infante. Studio giuridico-sociologico
In 8, pp. X + 345 + (3b). Firma di possesso al p. ant. Dedica autogr. dell'A. alla prima c. di sguardia. Lievi mancanze al d. Br. ed. Fa parte della Collana 'Biblioteca Antropologico-giuridica', serie I, vol. V. Ed. orig. di questo studio completo e sistematico dei nuovi criteri giuridici con cui andavano considerati l'aborto e l'infanticidio. L'A., avvocato, dopo un iniziale inquadramento storico relativo a tali pratiche nell'antichita', passa in rassegna le principali posizioni in materia (Pessina, Puglia, Carrara), per poi esporre il testo del progetto di riforma dell'ultimo Codice penale. L'A., in particolare, ritiene necessario mitigare le pene per l'infanticidio perche' si tratta della 'soppressione di una esistenza che e' cosi' minacciata e nello stesso tempo minacciosa: minacciata per la frequenza dei nati-morti illegittimi e per la mortalita' che colpisce piu' tardi il trovatello ed in genere il fanciullo non allevato dalla propria madre'.
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Colocci Adriano
Gli zingari. Storia d'un popolo errante
In 8 grande, pp. (6) + 419 + (3) con ill. n.t. xilogr. anche a piena p. e una cartina a colori f.t. piu' volte rip. Rinforzo al d. Taglietti ai margg. est. del p. ant. Br. ed. con ill. xilogr. ai p. Ed. orig. di questa rara storia degli zingari scrittta dal marchese Adriano Colocci Vespucci di Jesi (1855-1941), deputato al parlamento e instancabile viaggiatore. L'A. prende in esame le origini del popolo, la comparsa e la diffusione in Europa, le persecuzioni cui furono soggetti, l'emancipazione, il carattere morale, la religione, le costumanze, la lingua, la poesia, canti, musica e danze e la loro distribuzione geografico-statistica. Scrive a proposito della loro indole: 'Lo Zingaro, natura scaltra, superlativamente leggera, senza morale ma senza fiele, non fa mai il male pel male [...]. Come tutti gli esseri eccezionalmente nervosi, lo Zingaro spinge di frequente tutte le sue sensazioni fino al parossismo [...]. Li vediamo spesso fra loro, obbedendo alla loro natura infiammabile, schiamazzatrice e al sommo grado litigiosa, destare grandi strepiti, specialmente se trovansi sui pubblici mercati e circondati dalla folla...'. In appendice si trovano un'interessante bibliografia sul tema, alcune voci del dialetto zingaresco italiano e il lessico italiano-tchinghiano. Black, A Gipsy Bibliography, p. 25. Bibliotheca bibliographica italiaca (sezione antropologia et etnologia), 4557.
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Ferri Enrico
Delitti e delinquenti nella scienza e nella vita. Conferenze tenute all'Universita' di Bologna 22 e 23 marzo 1889
In 16, pp. 81 + (3b). Intonso. Br. ed. Ed. orig. Enrico Ferri (1856-1929) fu uno dei principali criminologi italiani e mondiali, allievo di Lombroso. In questo discorso avalla l'idea di tre studiosi stranieri, von Liszt, Prins e Van Hamel, di istituire una Unione internazionale di diritto penale con lo scopo di combattere la criminalita' intesa come fenomeno sociale. La scienza criminale e le leggi penali, inoltre, dovranno tenere conto degli studi antropologici e sociologici sulla delinquenza. Wigmore, A Preliminary Bibliography of Modern Criminal Law and Criminology, p. 30.
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Alongi Giuseppe
Studi di patologia sociale. I. L'abigeato in Sicilia
In 16, pp. 85 + (1b) con tavv. sinottiche n.t. Mancanza al d. e all'ang. sup. est. del p. ant. Br. ed. Indagine storica sul fenomeno dell'abigeato in Sicilia e sui rapporti criminosi esistenti tra abigeatari ed esponenti della mafia locale. Si tratta di un fenomeno che, tranne brevi periodi di intermittenza, permane, 'si perfeziona con sempre nuovi scaltrimenti, rivela l'impronta d'una vasta e ben organizzata associazione di delinquenti; si' che non e' temeraria l'affermazione che esso dia in Sicilia il piu' ingente contributo ai reati contro la proprieta''. Nell'opera sono raccontati anche alcuni aneddoti curiosi in cui si dimostra 'fervida la fantasia dei ladri', come quando un ladro si travesti' da frate per rubare in un mese una dozzina di mule, e sono descritti i marchi a fuoco che si applicavano in Sicilia agli animali equini e bovini finalizzati al riconoscimento degli stessi.
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