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‎Antropología‎

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‎Fanon Frantz; Beneduce R. (cur.)‎

‎Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale. Nuova ediz.‎

‎br. Nell'opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d'interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell'indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l'ostinazione di chi aveva scritto "Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo", nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell'epoca. La sua è urìar-cheologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un'etnologia critica dell'Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l'etnopsichiatria e l'antropologia mèdica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell'immigrato, Yeconomia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è "impossibile guarire" in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l'enigma politico della differenza, della malattia e della cura.‎

‎Antropologia museale. Ediz. multilingue. Vol. 43: Oggetti fuori posto, oggetti che parlano‎

‎br. Questo incontro tra arte, antropologia e scienze sociali propone una riflessione sugli oggetti "fuori posto" che possono diventare supporti di creazione basati sull'accumulazione, la derisione, l'appropriazione indebita o la sovversione. Gli artisti e i ricercatori che analizzano, creano, fanno prendere la parola a degli oggetti, ricorrono a volte a nuove strategie narrative. Deteriorabili, esposti all'usura del tempo, gli oggetti diventano tracce o frammenti, interrogano la memoria - la vita, la morte e la rinascita - e sollecitano l'immaginazione. Se gli oggetti industriali - dettati da mode effimere e destinati a un'obsolescenza programmata - sarebbero destinati ad essere distrutti, i manufatti delle società tradizionali esposti nei musei subiscono una morte simbolica e in alcuni casi una rinascita che provoca malintesi, disturba... Non possiamo descrivere le società senza preoccuparci degli oggetti con i quali viviamo. Spostarli implica rimodellarli, trapiantarli, caricarli di nuovi significati. Gli oggetti intrattengono un dialogo con chi li possiede. Secondo alcune religioni e tradizioni terapeutiche, certuni esercitano un potere di vita e di morte sui loro proprietari.‎

‎Magnante Patrizia; Pietropaolo Michela‎

‎Demoetnoantropologia per le professioni sanitarie‎

‎br. Il sapere antropologico fornisce un importante contributo al processo contemporaneo di umanizzazione delle cure. I suoi strumenti concettuali aiutano a capire l'essere umano da diverse prospettive (non solo biologica). Per i professionisti sanitari è importante comprendere i processi di costruzione socio-culturale dei concetti di salute e malattia e delle dinamiche che di conseguenza si sviluppano. Inoltre, fondamentale è anche la riflessione sul tema della corporeità, in quanto essa è centrale nel processo di cura. Differenti culture e visioni del mondo pongono anche il problema della reale comprensione del punto di vista dell'Altro.‎

‎Fabian Johannes‎

‎Il tempo e gli altri. La politica del tempo in antropologia‎

‎brossura "Il tempo e gli altri" è una critica serrata a come noi occidentali costruiamo le "nostre" rappresentazioni degli "Altri", riducendoli spesso a ricettacoli di immobilità in uno Spazio e in un Tempo diversi e separati dai nostri. Anticipatore di tendenze e di teorie affermatesi solo in seguito, Johannes Fabian ricolloca noi e gli Altri nello stesso Spazio e nello stesso Tempo, promuovendo un dialogo in cui tutti sono protagonisti e portatori di una propria, unica e significativa storia, perché ognuno di noi rappresenta una cultura fluida e mutevole. In un ampio affresco che attraversa la filosofia e la teologia, la storia e la linguistica, la pedagogia e la politica, Fabian indaga gli usi e gli abusi del Tempo quale essenziale marcatore di differenze, restituendo un'opera che ha cambiato il modo in cui gli antropologi pensano e costruiscono i loro oggetti di studio: le persone.‎

‎Licci Giorgio‎

‎Antropologia giuridica e criminologica‎

‎br.‎

‎Staid Andrea‎

‎La casa vivente. Riparare gli spazi, imparare a costruire‎

‎br. Abitare è una delle principali caratteristiche dell'essere umano e la casa è il luogo umano per eccellenza. Domandare a qualcuno «dove vivi?» vuol dire chiedere notizie sul posto in cui si svolge la sua attività quotidiana, ma soprattutto su quello che dà senso alla sua vita. Servendosi anche di un suggestivo giro del mondo tra le architetture vernacolari, il libro va in cerca del senso profondo dell'abitare. Dalle Ande peruviane alle montagne indiane, passando per il Vietnam e la Mongolia, Andrea Staid ci racconta che una palafitta sul lago Inle in Myanmar si regge su pali di bambù che vanno controllati e spesso cambiati, oppure che le travi del pavimento di una casa nelle montagne del Laos invecchiano, respirano e vanno revisionate. Ci racconta quindi che le case sono vive. In questo libro non ci sono solo esperienze lontane, perché dai viaggi c'è sempre un ritorno e ovunque sta nascendo la consapevolezza di quanto sia importante vivere (dunque abitare) in un modo più sostenibile ed ecologico. Da questa necessità nascono le esperienze di autocostruzione che stanno crescendo in tutta Italia e la scelta dell'autore di abitare in un rapporto diretto con la natura, in una casa che di natura si nutre e che è stata costruita assecondandone i ritmi e gli spazi. La casa vivente unisce antropologia ed esperienza personale, viaggio ed etnografia e ci invita a ripensare il nostro modo di immaginarci nello spazio.‎

‎Alliegro Enzo Vinicio‎

‎Le dimenticate carte di Ernesto de Martino. Etnografia delle fonti documentarie‎

‎brossura Ernesto de Martino (Napoli 1908 - Roma 1965) è uno degli studiosi italiani di discipline antropologiche e storico-religiose più noti e discussi in Italia e all'estero. L'originalità della sua produzione scientifica, unitamente alla singolarità della sua biografia politica e culturale, ha dato vita a un laboratorio storiografico senza precedenti, sulle cui modalità di anamnesi, tuttavia, non si è ancora svolto un auspicabile bilancio critico. Puntando la lente d'ingrandimento sulla letteratura specialistica e su importanti apparati documentari rimasti per molti decenni pressoché intonsi, in questo volume si configura un de Martino inedito. A emergere è una proposta metodologica incentrata sull'"etnografia delle fonti" indirizzata verso una storia dell'antropologia che normalizzi la ricerca archivistica intesa come irrinunciabile strumento conoscitivo per una storia della scienza riflessiva e matura.‎

‎Cuturi F. G. (cur.)‎

‎La natura come soggetto di diritti. Prospettive antropologiche e giuridiche a confronto‎

‎br. L'Antropocene e le sue manifestazioni sempre più evidenti (cambiamenti climatici, disastri ambientali, perdita di biodiversità, zoonosi, ecc.), sfidano al contempo sia l'antropologia sia il diritto. Rappresentano, infatti, un terreno comune di dialogo percepito come necessario da molti antropologi impegnati in terreni di ricerca dove vigono criteri di sovranità eco-territoriali alternativi, e spesso tormentati da conflitti e disequilibri socio-ecologici destinati a riflettersi sui contesti urbani e sulle nostre vite. Nei tribunali, insieme a tali conflitti, approda lo scontro tra differenti forme e ideologie di relazioni fra umani-non umani spesso poco conciliabili nell'ambito del diritto euro-americano. Questo volume propone un primo confronto italiano tra antropologi, giuristi e linguisti per ragionare su possibili vie d'uscita dalle strettoie del diritto antropo-centrato, riflettendo sulle forme e sulle pratiche di sovranità responsabili e sostenibili dei popoli nativi, nell'urgenza di immaginare paradigmi alternativi a quelli predatori all'origine della crisi socio-ambientale planetaria.‎

‎Barba Bruno‎

‎Il corpo, il rito, il mito. Un'antropologia dello sport‎

‎br. Lo sport sembra oggi aver conquistato definitivamente il proprio ruolo di «fatto sociale totale» privilegiato per leggere dinamiche culturali più generali. Eppure non sempre ha goduto di grande considerazione da parte degli scienziati sociali. In particolare, per quello che riguarda l'antropologia, l'attività sportiva ha scontato almeno due pregiudizi: quello di essere legata al tempo libero e quindi di essere percepita come attività ludica e «poco seria» rispetto ad altre che riguardano la struttura familiare, economica, politica o religiosa di una società; e quella di essere considerata troppo legata al corpo e in qualche modo alla natura. Come se il corpo non fosse esso stesso connesso a dinamiche e logiche culturali. Oggi lo sport è ovunque un grande teatro che coinvolge identità nazionali e capacità di trasformazione culturale; un laboratorio ove sperimentare fattori di ibridazione e meticciato; un fenomeno globale e insieme locale; una fiera delle vanità, una vetrina internazionale - le Olimpiadi, i Campionati del Mondo, i tornei del Grande Slam di tennis - nella quale si esibiscono atleti ma anche filosofie, modi di intendere la religione, il mito, il rito, l'etica, il fair play. Attraverso un'analisi antropologica dello sport - di come un popolo scelga, pratichi, concepisca, si appassioni a una disciplina anziché a un'altra, e di come ne parli, e ne scriva - si può insomma capire come funziona tutta una società.‎

‎Ravera Roberto‎

‎Sierra Leone. Antropologia di un mondo a parte‎

‎ill., ril. Questo libro è la testimonianza di un grande progetto di salute mentale per bambini vittime di violenze e abusi in Sierra Leone. Ma è soprattutto il racconto di un'appassionante viaggio dentro l'antropologia e la psicologia dell'uomo e dei suoi molteplici modi di vivere e interpretare la complessità del mondo.‎

‎Young Iris Marion‎

‎Abiezione e oppressione. Le radici inconsce del razzismo‎

‎br. Lungi dal rappresentare un retaggio ormai superato, razzismo, sessismo e omofobia sono ancora riscontrabili in abitudini quotidiane, in sentimenti e reazioni corporee, in significati culturali sedimentati al punto da costituire strutture inconsce di oppressione. Nei saggi raccolti in Abiezione e oppressione, la filosofa statunitense Iris Marion Young indaga le reazioni di avversione che strutturano le società contemporanee, cosiddette liberali e tolleranti, nelle quali una certa estetica dei corpi si sostituisce alle legittimazioni ufficiali dell'oppressione. Ricorrendo alle categorie di abiezione e di pregiudizio inconscio, l'autrice analizza in che modo le paure e le avversioni automatiche - che ancora oggi definiscono alcuni gruppi come disprezzabili - interagiscano con l'angoscia di soggetti alle prese con una società complessa e mutevole.‎

‎Carriero Maria Grazia; Zito Nicola‎

‎Masquerade. L'universo dietro la maschera. Percorsi tra arte e antropologia‎

‎ill. Il lavoro analizza specifici significati simbolici legati alla Maschera e al Carnevale, temi affrontati dal punto di vista antropologico, etnografico e storico-artistico, mettendo in luce dinamiche rituali, estetiche e interpretative. Vengono inoltre approfonditi gli studi di importanti ricercatori, fornendo una descrizione di particolari sperimentazioni artistiche moderne e contemporanee. Il libro, che contiene alcune preziose testimonianze fotografiche di Vincenzo Spera, documenta i progetti peculiari di Maria Grazia Carriero (Waiting, Hunting Evil e Person Lucky Charm) legati a queste tematiche, cicli di opere che rappresentano il prodotto tangibile di un articolato percorso di studio e di rielaborazione.‎

‎Manili Milena‎

‎Da virale a vitale. Una riconnessione antropologica‎

‎brossura Cogliere lo "spirito del tempo" e cercare di trasformarlo positivamente è un'impresa che nessun individuo di per sé può compiere. Tuttavia esiste un "tempo per lo spirito", frutto dell'esperienza di ogni singola persona: una fucina di idee, sofferenze, narrazioni ed opere, che ognuno di noi innesca dialetticamente nel corso degli eventi, fino a rovesciare la clessidra spazio-temporale che ci opprime. Una sola storia ci appartiene: dobbiamo saperne coglierle la tragicità e la vitalità, la permanenza e la resilienza, la morte e la vita, trasmutandole nel filone aureo dell'esistenza. Rigenerare sé stessa è l'unico "costrutto antropologico" che l'umanità può realizzare nella propria storia evolutiva.‎

‎Buttitta Antonino; Buttitta E. (cur.)‎

‎Vincere il drago. Tempo, storia, memoria‎

‎br. A cinque anni dalla scomparsa di Antonino Buttitta viene pubblicato questo libro che sviscera i temi della storia e della memoria. Il titolo, ripreso da una raccolta di poesie di Arturo Onofri, ne riassume bene il contenuto: Vincere il drago, affermare la vita oltre la morte: nella dimensione laica della vita, l'unica immortalità possibile è affidata alla memoria che salva le parole e le azioni degli uomini. Muovendosi tra Borges - «al di là della nostra morte corporale rimane la nostra memoria, rimangono i nostri atti, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti» - e Agostino - «il presente del passato è la memoria» - questo libro affronta il tema attraverso vari saggi nati in occasioni e tempi diversi ma che si leggono come una ininterrotta riflessione. Nel suo argomentare su storia e memoria, il volume non poteva non includere una densa analisi sulla Sicilia e sulla sua complessa vicenda culturale, sui miti e le utopie, sulle stratificazioni etniche dell'Isola, crocevia di attraversamenti umani e di contraddizioni.‎

‎Pang Camilla‎

‎Manuale di istruzioni per comprendere gli umani. Che cosa ci insegna la scienza sulla vita, l'amore e le relazioni‎

‎br. Che cosa ci insegna la scienza sulla vita, l'amore e le relazioni Che cosa ha che fare l'autostima con la termodinamica? O la ricerca di una vita armoniosa con la teoria delle onde? E l'amicizia con i legami chimici o l'educazione con la teoria dei giochi? Scienziata e giovanissima vincitrice del Royal Society Prize for Science Books, proprio come il suo mito Stephen Hawking, Camilla Pang, affetta da un disturbo dello spettro autistico, ha trovato nel linguaggio della scienza una lente per osservare la complessità delle relazioni umane. «Benché molti la trovino astrusa e piena di tecnicismi, la scienza può gettare luce sugli aspetti più importanti della vita. Le cellule tumorali illustrano i principi della collaborazione efficace meglio di qualsiasi esercizio di team building; le proteine del nostro corpo offrono una prospettiva inedita sui rapporti e le interazioni tra gli esseri umani; il machine learning può aiutarci a prendere decisioni più razionali. La termodinamica spiega perché è così difficile fare ordine nelle nostre esistenze; la teoria dei giochi ci guida nel labirinto delle norme sociali; lo sviluppo cellulare è alla base delle forti divergenze di opinioni che possono sorgere tra le persone. Nel momento in cui capiamo i principi scientifici, comprendiamo meglio anche la vita per come è davvero: da dove nascono le nostre paure, su cosa si fondano le relazioni umane, come funziona la memoria, perché litighiamo, da cosa deriva l'instabilità dei nostri sentimenti, fin dove arriva la nostra indipendenza.» In un'entusiasmante cavalcata attraverso la biologia, la fisica e la chimica, Camilla Pang racconta come dalla sua neurodiversità è arrivata a capire «gli umani» e, inevitabilmente, propone anche un fantastico punto di vista originale e alternativo, grazie al quale ogni persona curiosa può imparare molte cose su di sé, sulle proprie decisioni, sulle proprie relazioni e sulla vita in mezzo agli altri.‎

‎Gobineau Joseph-Arthur de‎

‎Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane‎

‎ril. "Vi sono libri che agiscono sulla realtà più di molti fatti politici e diventano idee-forza, miti, sangue che alimenta i processi storici in atto. A questi libri appartiene il saggio sull'ineguaglianza delle razze umane destinato a trasformarsi in una delle più poderose idee-forza del nostro tempo. [...] Gobineau ha il grande merito di aver affrontato per primo il problema della crisi della civiltà in generale e di quella occidentale in particolare. Senza il libro di Gobineau, senza le gravi, solenni battute che risuonano nel preludio del Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane, in quelle memorabili pagine dove si contemplano le rovine delle civiltà del passato, tutta la moderna letteratura della crisi, Spengler, Huizinga, Evola, divengono inimmaginabili." (A. Romualdi)‎

‎Le Goff Jacques; Truong Nicolas‎

‎Il corpo nel Medioevo‎

‎ril. Perché il corpo nel Medioevo? Perché il corpo ha una storia. La concezione del corpo, il suo spazio nella società, la sua presenza nell'immaginario e nella realtà, nella vita quotidiana e nei momenti salienti hanno subito mutamenti in tutte le società storiche. Quale trasformazione è intercorsa dalla ginnastica e dallo sport dell'antichità greco-romana all'ascetismo monastico e allo spirito cavalleresco del Medioevo! Ebbene, dove si ha una trasformazione nel tempo, vi è storia. La storia del corpo nel Medioevo è dunque parte essenziale della sua storia globale.‎

‎Carli A. (cur.); Cavalli S. (cur.); Savio D. (cur.)‎

‎Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari‎

‎br. Fin dalla sua strutturazione in senso scientifico, l'antropologia intreccia un dialogo proficuo con la letteratura, dai primi episodi ottocenteschi fino al Novecento e oltre, quando le strade delle due discipline convergono in una collaborazione pienamente consapevole. Il dato antropologico, infatti, si presta al coinvolgimento letterario in più di una direzione: dal racconto odeporico, documentaristico o narrativo, al reportage coloniale o post-coloniale; dalla scoperta degli archivi etnografici allo sviluppo addirittura di un fantafolk, che rimanda nel nome all'uso di suggestioni folkloriche nella costruzione di trame fantastiche. Vi sono poi il racconto del periferico, diventato necessità di fronte al livellamento iden-titario causato dalla globalizzazione; il romanzo globalista, che proietta storie locali sullo sfondo di uno scenario mondiale; il noir, il thriller e il romanzo di investigazione, con gli spunti umbratili offerti loro da una criminologia ispiratrice di narrazioni avvincenti. Si giunge infine ai territori del po-stumano, dove anche la fantascienza e le distopie si innervano di richiami antropologici, declinati in sottogeneri tanto inquietanti quanto suggestivi. "Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari" raccoglie gli Atti del XXI Convegno Internazionale della MOD, che si è svolto all'Università degli Studi del Molise dal 13 al 15 giugno 2019.‎

‎Simmel Georg; Rensi G. (cur.)‎

‎Il conflitto della civiltà moderna. Nuova ediz.‎

‎br. Oggetto della storia nel suo significato più alto appare essere il mutamento delle forme della civiltà. Questa è la manifestazione esterna, di cui la storia, come scienza empirica, s'accontenta, in quanto essa pone in luce in ogni singolo caso i concreti esecutori e le cause di quel mutamento. Ma il lato profondo della cosa sta in ciò, che la vita, in forza della sua essenza, che è il moto, lo sviluppo, lo scorrere oltre, lotta di continuo contro i suoi propri prodotti diventati rigidi e non moventisi insieme con essa. Poiché però essa non può possedere la sua stessa esistenza esterna tranne che appunto in qualche forma, così questo processo si rivela in modo visibile e determinabile quale sostituzione della vecchia forma mediante una nuova. Il mutamento continuo dei contenuti della civiltà e da ultimo dell'intero stile di questa, è l'indice o piuttosto la conseguenza della infinita fecondità della vita, ma anche della profonda contraddizione in cui sta il suo eterno divenire e mutarsi con l'obbiettiva validità e l'affermazione delle sue manifestazioni e forme, con le quali o nelle quali essa vive. Essa si muove tra morire e divenire, divenire e morire.‎

‎Steiner Rudolf; Schwarz S. (cur.); Küfferle R. (cur.)‎

‎Antropologia scientifico-spirituale. Vol. 2‎

‎br.‎

‎Salvatti Matteo‎

‎Ci tenevo a precisare. Uno sguardo non scontato sulle cose della vita‎

‎br. In una società dove l'informazione compulsiva ha sostituito la riflessione, c'è urgenza di tornare ad affrontare i grandi temi della vita, e al tempo stesso fronteggiare quelli quotidiani con profondità. Matteo Salvatti convoca scrittori del passato, scienziati, filosofi, artisti, teologi a confortare le sue tesi e ad aprirci squarci di pensiero acuto e spesso simpatico sull'esistenza. Una carrellata di immagini composte con il godibilissimo stile che contraddistingue questo autore, in grado di accompagnare il lettore a interrogarsi con uno sguardo curioso e intelligente sulle "cose del mondo". Capitoli croccanti che spaziano dalla burocrazia ai cambiamenti, dal mistero ai privilegi, dal buonsenso alla saggezza, dal gusto agli eroi; parole capaci di incidere e scrollare dal torpore della retorica, stimolando riflessioni su argomenti con i quali forse non ci si era mai confrontati, dilatando i nostri parametri mentali. Ne risulta una serie di sagge chiacchierate ideali in grado di scuotere con colta originalità e di istruire, tener compagnia e far sorridere: un giardino di osservazioni dove confrontarsi con se stessi e con gli altri.‎

‎Lévi-Strauss Claude‎

‎Siamo tutti cannibali‎

‎br. Dal 1989 al 2000 Lévi-Strauss ha collaborato a "Repubblica" con un insieme di testi che vengono ora raccolti in queste pagine. Epidemia della mucca pazza, forme di cannibalismo alimentare o terapeutico, pregiudizi razzisti legati a pratiche rituali come l'escissione o la circoncisione: partendo da un fatto di cronaca l'antropologo ci esorta a interpretare i fatti sociali che si svolgono sotto i nostri occhi con la piena consapevolezza del superbo etnocentrismo che ci condiziona e che tutto commisura su di noi. Ed evoca il pensiero di Montaigne, secondo cui "ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi". Presentazione di Marino Niola, prefazione di Maurice Olender e postfazione di Bernardo Valli.‎

‎Aime Marco‎

‎Una bella differenza. Alla scoperta della diversità del mondo‎

‎brossura La differenza ha profonde radici storiche e culturali ed è il frutto delle risposte che i diversi gruppi umani hanno saputo dare ai differenti habitat con cui si sono trovati a convivere. Marco Aime, dialogando con le sue nipotine Chiara ed Elena, racconta dei suoi viaggi, dei suoi incontri immaginari con colleghi celebri come Claude Lévi-Strauss o Bronislaw Malinowski - nel libro citati semplicemente per nome, - e mediante aneddoti ed esempi spiega le diverse concezioni che i tanti popoli della terra hanno dello spazio, del tempo, della famiglia, dell'economia, del corpo. Nel suo insieme il libro dà vita a una sorta di breve e semplice corso di antropologia che fornisce ai lettori, giovani e adulti, gli strumenti critici per osservare il mondo con altri occhi.‎

‎Douglas Mary; Isherwood Baron‎

‎Il mondo delle cose. Oggetti, valori, consumo‎

‎br. A che servono le cose? Cosa ci spinge a essere consumatori? Un'antropologa e un economista uniscono le loro competenze per esplorare i significati del comportamento di consumo. I beni non soddisfano solo bisogni ed esigenze individuali: la loro funzione nel sistema sociale è molto più complessa e profonda. Definiscono valori e differenze, categorie sociali e culturali: attraverso di essi e il loro uso è possibile comprendere le concezioni del tempo, le differenze fra i sessi, fra le età, fra ciò che è pubblico e ciò che è privato, i rapporti familiari e di parentela, e soprattutto i rapporti di potere, in ogni tipo di società.‎

‎La Pira Giorgio‎

‎Il valore della persona umana‎

‎br. "Il nuovo non è nient'altro che l'antico caduto nell'oblio e riscoperto". Questa formula manifesta piena verità nel caso di Giorgio La Pira e di questo suo scritto sulla persona umana: attraverso intuizioni e concetti di un'antica e solida tradizione siamo portati davanti a prospettive nuove e nuove applicazioni. Ciò è ancora più chiaro adesso che la questione dell'uomo e il problema antropologico sono diventati onnipresenti. Spiega Vittorio Possenti nella sua Introduzione: "Già nei primi anni '40 questo volume aveva colto con acutezza la centralità moderna della 'questione antropologica' che già allora esisteva, ma che solo vari decenni dopo assunse tale nome. Economia, diritto, cultura, politica, tecnica, bioetica e biopolitica dipendono da determinate concezioni dell'uomo: sono i grandi snodi della vita contemporanea in cui il tema della persona umana è sempre in questione". Per questo ha senso, alla vigilia del 2010, ripubblicare un testo ormai da decenni irreperibile, steso di fronte a un contesto socio-politico ben diverso dall'attuale, perché La Pira individua coordinate essenziali che vanno oltre le congiunture e toccano nuclei permanenti: lui stesso ne è consapevole.‎

‎Simmel Georg; Rensi G. (cur.)‎

‎Il conflitto della civiltà moderna‎

‎brossura "Nel breve scritto che presento si fondono perfettamente insieme i motivi della prima fase, strettamente relativistica, della sua filosofia, coi motivi della seconda, ossia di quella filosofia della «vita», che egli ha esposto in Lebensanschauung, volume di cui la conferenza che qui si legge (con l'unica differenza che in essa spunta l'avvertimento del pericolo e del malessere di quella situazione generale di spiriti che di tale filosofia della vita costituisce la materia e la giustificazione) offre quasi lo scorcio. Non solo, infatti, la prima e la seconda fase della filosofia del Simmel non sono in urto tra di loro, ma anzi il relativismo, motivo fondamentale della prima, trova nel motivo fondamentale della seconda, cioè nel concetto della «vita», come il Simmel la concepisce, la sua integrazione e il suo coronamento". (Giuseppe Rensi)‎

‎Aveni Anthony‎

‎Conversando con i pianeti. Il cosmo nel mito e nella scienza‎

‎ill., br. Il primo libro divulgativo di antropologia astronomica: Aveni ci insegna a rivalutare le antiche credenze di Maya, Cinesi e Babilonesi, fondendo astronomia, mitologia e antropologia.‎

‎La Cecla Franco‎

‎Mente locale‎

‎br. L'abitare è una continua e attiva interazione dell'uomo con l'ambiente che lo circonda, un'attività pari per ricchezza e implicazioni a quella del linguaggio. La "mente locale" è una conversazione ininterrotta tra noi e i luoghi, che La Cecla ritrova tra i pescatori siciliani ma anche nelle poesie di Borges su Buenos Aires, nella religiosità indiana ma anche nelle descrizioni di Parigi fatte da Perec: mappe mentali che consentono di elaborare un'antropologia dell'abitare.‎

‎Deliège Robert‎

‎Storia dell'antropologia‎

‎br. La storia dell'antropologia è più complessa e ricca di quanto suggerito da approcci che la riducono a tradizioni culturali radicate in un determinato paese (a seconda dei casi la Gran Bretagna, la Francia o gli Stati Uniti), se non addirittura a una sola corrente. Questo manuale offre un quadro articolato, comprensivo ed equilibrato della disciplina. A tale risultato si perviene presentando efficacemente una serie di opere etnografiche, pietre miliari nello sviluppo storico dell'antropologia, illustrate non solo nell'impianto teorico, ma anche e soprattutto nel lavoro sul campo, che qui è rilevante come forse in nessun altro ambito di ricerca. Queste caratteristiche rendono il testo particolarmente adatto ai corsi introduttivi destinati a fornire le conoscenze di base della materia.‎

‎Elkin Adolphus Peter‎

‎Sciamani d'Australia. Rito e iniziazione nella società aborigena‎

‎brossura Il testo presenta un'ampia serie di riti attraverso i quali il giovane maschio supera i primi stadi dell'iniziazione sciamanica, ciascuno con la propria parte di sapere esoterico. Essenziali alla coesione sociale dei gruppi sono i karadji, o grandi iniziati, i quali possiedono poteri magici: si pensa che possano far cadere la pioggia, prevedere gli eventi, guarire e uccidere in modo misterioso.‎

‎Alcaro Mario‎

‎Sull'identità meridionale. Forme di una cultura mediterranea‎

‎brossura La realtà del Sud è sicuramente dolorosa, ma per fortuna non è fatta solo di criminalità mafiosa, lavoro nero e disoccupazione: accanto a queste piaghe su cui insiste unicamente un sistema d'informazione pigro e interessato, nel Sud è dato rinvenire consuetudini, modi di sentire e valori in cui rivive la grande tradizione culturale del Mediterraneo. In questo libro se ne segnalano alcuni: la cultura del dono, il senso di ospitalità e l'attaccamento alle "appartenenze" comunitarie; l'intenso rapporto con la natura che trova una espressione esemplare in alcuni esponenti della tradizione filosofica meridionale; la dominanza nella mentalità del Sud dell'"archetipo materno" (e delle sue "umane" manifestazioni) che potrebbe valere come antidoto ai modelli esasperatamente competitivi oggi dominanti; la complessa ideologia della morte, il culto della memoria e il permanente bisogno di un dialogo con i defunti. Queste le tematiche con cui l'autore rivolge un esplicito invito alle comunità meridionali: riconsiderare e ritrovare la propria identità collocando la riscoperta delle proprie tradizioni nell'orizzonte culturale della postmodernità.‎

‎Caillois Roger‎

‎I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine‎

‎brossura In questo saggio Caillois tenta una classificazione di attività e regole apparentemente lontane dal gioco. Sottolinea così una possibile differenziazione delle pratiche ludiche, riconducendole tutte a quattro modalità fondamentali: la competizione, la sorte, la maschera, la vertigine. Queste coordinate si combinerebbero di volta in volta tra loro, determinando le due facce, opposte e complementari, del gioco. Questo libro è un esempio di curiosità intellettuale e un classico dell'antropologia umana.‎

‎Gobbo F. (cur.)‎

‎Etnografia dell'educazione in Europa. Soggetti, contesti, questioni metodologiche‎

‎br.‎

‎Carlucci Nico‎

‎Le stanze dell'antropologia‎

‎br. Questo libro presenta alcuni antropologi, il loro metodo e allo stesso tempo apre alcune stanze della contemporaneità proprio grazie all'antropologia culturale. È un libro che non dimentica le lezioni di Boas, di Kroeber, di Mead, di Magli che in questi anni hanno permesso di decodificare i significati che viviamo, i modelli e i simboli del nostro essere Sapiens-sapiens. Le stanze dell'Antropologia non chiude alcun discorso, ma guarda a spicchi di mondo che vengono informati anche dalla filosofia, dall'arte e dalle scienze in generale. Il tentativo è quello di capire ancora dove andiamo sul piano delle discipline, della lingua nell'ambito di una cultura, quella dell'Occidente in forte trasformazione. In questo momento rileggiamo i classici forse per capire meglio i tratti e le configurazioni di una storia culturale: l'immigrazione-emigrazione, la cosiddetta cancel culture, il politicamente corretto. È una Antropologia che impara il presente dalle mille lezioni sparse, mai esaurite, tuttora interrogative e che ripensa "noi", il modello occidentale.‎

‎Lévy Pierre‎

‎Il fuoco liberatore‎

‎ril. Pierre Lévy torna alla nostra attenzione con un libro che affronta il tema della spiritualità ripercorrendo il cammino della Qabbalah per giungere alle soglie dell'illuminazione buddhista.‎

‎Brombin Alessia‎

‎La vita in Dio. Note per un'antropologia della risurrezione‎

‎br. L'analisi antropologica espressa in questo denso saggio affronta un tema complesso e delicatissimo: una "teologia del corpo" che considera l'essere umano nella sua integralità, ontologicamente teso a una divinizzazione della quale la Risurrezione di Cristo costituisce la chiave. L'unicità del singolo attraversa il paradosso della universale mortalità della carne, che solleva interrogativi estremamente intricati riguardo all'individualità di fronte all'eternità. L'interpretazione del tema si dipana attraverso una visuale antropologico-teologica calata nella storia del pensiero cristiano: abbondano i riferimenti ai grandi ermeneuti della civiltà occidentale e non solo, ma il valore di questo scritto risiede soprattutto nel lavoro interpretativo indipendente condotto sull'idea della perfettibilità dell'umano nel divino: un percorso che è di purificazione ma anche di conservazione del Sé. L'autrice si propone quindi di sviscerare la multipla tensione, la "incessante conversione" e ricerca dell'uomo, nella sua direzione di un'ascesi che passa dall'accettazione dell'offerta divina attraverso la natura terrena di ciascun soggetto. Prefazione di Jean Paul Lieggi.‎

‎Lospinoso Mariannita‎

‎Ombre divine e maschere umane‎

‎brossura‎

‎Gallini Clara‎

‎La sonnambula meravigliosa. Magnetismo e ipnotismo nell'Ottocento italiano‎

‎brossura Fino alla pubblicazione di questo libro, nel 1983, erano stati gli storici, in particolare delle scienze psicologiche e della medicina, a occuparsi di magnetismo. Clara Gallini, invece, legge il magnetismo con un approccio antropologico, individuando temi, quali il rapporto tra corpo e psiche, la logica e l'efficacia di prassi non solo terapeutiche, la circolazione di modelli culturali, la costruzione dell'immagine femminile, che possono essere fecondi anche da altri punti di vista. Raccontando le pratiche che dalla fenomenologia sonnambolica conducono alla sintomatologia isterica, il centro della ricerca diventa la modalità di controllo del corpo e della psiche della donna, da sempre, secondo la concezione cattolica e occidentale, emotivamente instabile e inferiore per natura. Confinata nel ruolo di moglie e madre nella famiglia borghese, l'espressione del suo disagio in termini somatici o di comportamenti trasgressivi rientrerà nel campo di competenza dei medici, che riconducono al patologico quanto prima poteva essere letto come "meraviglioso". Tentativo di dare espressione a quella parte non razionale dell'uomo senza ridurla a patologia, il magnetismo-ipnotismo propose una visione laica e unitaria dell'essere umano. Trent'anni dopo, la nuova edizione di questo libro vuole essere un invito a riprendere a livello storico e antropologico quel filone di ricerca delle scienze umane che, interrotto dal freudismo, si interroga sul pensiero non cosciente.‎

‎Sicuteri Roberto‎

‎Lilith. La luna nera‎

‎br.‎

‎Rossi‎

‎Misteri, avventure e magiche creature‎

‎brossura‎

‎Manzi Giorgio; Vienna Alessandro‎

‎Uomini e ambienti‎

‎ill., br. Come ha avuto origine Homo sapiens? In che modo alcune popolazioni si sono adattate ai climi caldi, altre al freddo e altre ancora all'alta quota? Perché alcuni difetti genetici permettono di sopravvivere meglio in certe condizioni? Come possiamo interagire con l'amhiente per ricavarne il cibo necessario in modo sostenibile? Attraverso un'incursione nella biodiversità umana, nel libro si affronta la varietà delle strategie biologiche e culturali con cui la nostra specie si è potuta adattare ai diversi ambienti, talvolta trasformandoli anche profondamente in rapporto alle proprie esigenze. Alimentazione, clima e complessi patogeni sono le tre grandi sfide che abbiamo dovuto affrontare; a queste abbiamo risposto con strategie adattative di natura genetica, fisiologica e culturale, che ci hanno consentito di giungere sin qui.‎

‎Crudo Antonella‎

‎Ripensare la malattia. Dall'etnomedicina all'antropologia medica e alla psichiatria culturale della Harvard Medical School‎

‎br. Il libro analizza i contributi più significativi della storia dell'antropologia medica negli Stati Uniti. A partire da contesti non occidentali, l'antropologia medica nordamericana si è via via occupata dell'impatto della globalizzazione sulla salute a livello internazionale, dell'intensificarsi dei problemi sociali e di salute mentale, delle biotecnologie, della violenza, delle guerre, della bioetica, sviluppando una critica esplicita al ruolo egemonico della biomedicina e alla burocrazia che pervade la sanità pubblica e manifestando, al contrario, l'interesse verso la medicina come "pratica morale", più vicina ai problemi esistenziali della gente che soffre.‎

‎Segre Reinach Simona‎

‎Un mondo di mode. Il vestire globalizzato‎

‎br. Un viaggio nei luoghi della moda, vecchi, nuovi o immaginari, e negli stereotipi che ne influenzano le immagini, partendo dal centro d'Europa per arrivare fino all'attuale configurazione policentrica e sbilanciata verso l'Asia. Simona Segre Reinach individua nella sua ricerca due direttrici spaziali e concettuali: l'asse oriente-occidente e il rapporto tra nord e sud del mondo. Quella che era considerata solo come 'emancipazione da Parigi', cioè un aggiungersi di diverse città alla lista tradizionale Parigi-New York-Londra-Tokyo-Milano, riflette più precisamente gli equilibri e le tensioni tra i paesi, tra i creativi, tra i modi di consumo. È la moda stessa, con le idee, i prodotti e le sue immagini, a parlarci di questi cambiamenti e delle antiche visioni che convivono con nuove configurazioni che emergono.‎

‎La Cecla Franco‎

‎La moda rende felici (almeno per mezz'ora)‎

‎br. Non solo sfilate: la moda, quando diventa sistema legandosi ai meccanismi della pubblicità, costituisce la cifra del moderno. Scandisce il tempo e lo rende ciclico dettando i ritorni alle "stagioni della moda". Inventa e scrive un linguaggio caricando di simboli i beni materiali. Si dà un'etica dell'entusiasmo e dell'industrializzazione dell'effimero - e la paga con la morte. Perché la moda vive della sua morte continua ed è per questo che la leggerezza di cui si traveste è fortemente ambigua. Ma è proprio di quest'ambiguità che si nutre tutto ciò che va di moda, in ogni aspetto della vita: dall'abbigliamento all'orgasmo, dall'odore della pelle delle rosse, alla noia, ai loft, agli elettrodomestici. Questi e altri temi sono affrontati dall'autore con un taglio originale che racconta con ironia ed efficacia il nostro tempo. Scopriremo che i veri creativi, il vero motore della moda siamo noi, quando creiamo le tendenze, ne decretiamo la morte e la rinascita. Perché la moda ci rende felici. Ma solo per mezz'ora.‎

‎Agier Michel‎

‎La giungla di Calais. I migranti, la frontiera e il campo‎

‎ill., br. Da aprile 2015 a ottobre 2016, sono stati circa diecimila i migranti che hanno vissuto in condizioni estremamente precarie nella "Giungla" di Calais, accendendo passioni, polemiche e timori, ma anche grandi solidarietà. Michel Agier, riconosciuto a livello internazionale per il suo lavoro sull'antropologia urbana, i migranti e i rifugiati, ha riunito ricercatori e attivisti (sociologi, architetti, volontari...) in un progetto rivolto a comprendere L'evento Calais" - un oggetto politico, mediatico e simbolico inedito. In effetti, tutte le reazioni di cui la Giungla è stata oggetto, tutte le violenze fisiche e morali contro i suoi abitanti e tutti i tipi di solidarietà (umanitarie e politiche, individuali e associative, calesiane, britanniche o europee) formano un concentrato delle domande che attraversano oggi tutta l'Europa: come si definisce un "noi" locale, nazionale ed europeo che sia attento alla propria relazione con gli "altri" e con se stesso? Si può, e come, reinventare l'ospitalità? A partire dai campi o contro di essi? Quale futuro si inventa in questi luoghi di emarginazione e di eccezione che finiscono con l'assomigliare a occupazioni e a nuovi spazi politici? "La questione al centro della ricerca di Agier e collaboratori è la vita effimera e insieme testarda di un "campo", non diversa da quella di altre giungle, metafora perfetta dei contemporanei spazi urbani e delle forme di socialità che li caratterizzano e li animano. È questo il merito maggiore del libro: interrogare la moltitudine di atti e di interessi amministrativi, politici, sociali, economici che nutrono la vita di un campo di richiedenti asilo, facendo emergere la produzione di discorsi, di azioni politiche, di relazioni, e ciò tanto fra gli immigrati quanto nelle comunità locali." (Roberto Beneduce)‎

‎Allovio Stefano‎

‎La foresta di alleanze. Popoli e riti in Africa equatoriale‎

‎brossura‎

‎Cottino Gaia‎

‎Il peso del corpo. Un'analisi antropologica dell'obesità a Tonga‎

‎br. Ogni corpo ha un peso fisico, ma il suo corrispondente peso sociale cambia a seconda del contesto. In Polinesia, e in particolare nel regno di Tonga, un corpo grosso è rappresentativo di alto status sociale, forza, potere e buona salute, attributi che nel mondo euroamericano sono invece espressi socialmente da un corpo magro. Ossessionato dalla magrezza, il modello etico-estetico euroamericano ha quindi prima stigmatizzato e poi medicalizzato la grandezza fisica dei polinesiani, rendendola malata. Ha infatti attribuito al peso del corpo dei tongani la responsabilità dell'alto tasso di malattie non trasmissibili, celando le cause strutturali che incidono sulla malnutrizione della popolazione. Dichiarati fuori misura dagli indici europei, i corpi polinesiani si trovano così al centro di un'emergenza sanitaria, incarnando le contraddizioni di un sistema culturale biomedico che prescrive norme alimentari e sanitarie culturalmente incompetenti. Lo studio etnografico del contesto tongano apre perciò ad una riflessione più ampia sulle politiche globali per la salute, sui meccanismi di potere e controllo dei corpi e sull'efficacia di politiche universali in contesti particolari.‎

‎Albera Dionigi; Blok Anton; Bromberger Christian‎

‎Antropologia del Mediterraneo‎

‎brossura‎

‎Fadini Ubaldo‎

‎Soggetto e fantasia. Per una antropologia macchinica‎

‎br. Trasformazioni dell'umano, metamorfosi antropologiche: sono alcune delle formule a cui si fa correntemente ricorso per indicare un presente di configurazione dell'umano sempre più connotato dal rapporto stretto con determinate progressioni tecnologiche. In questa prospettiva, Ubaldo Fadini si confronta con alcuni sviluppi della filosofia contemporanea che sottolineano la centralità della fantasia come facoltà in grado di restituire al meglio la peculiarità di un soggetto che fa della invenzione/innovazione la sua più importante, decisiva, ragion d'essere. È una singolare figura del soggetto quella che in questo studio viene mostrandosi: un soggetto costitutivamente collegato a potenzialità/virtualità che possono far pensare a come le dinamiche oggi date dell'assoggettamento, di qualsiasi genere, non siano le sole realizzabili. Meglio ancora: qui si delinea un'antropologia "macchinica", contrassegnata dalla rilevazione del manifestarsi sempre più evidente di una processualità composta da molteplici singolarità, che ci restituisce un'immagine della soggettività umana integrata a macchine, sistemi di macchine e a produzioni sociali ben determinate. Comporre e assemblare: risultano dunque queste le pratiche effettivamente/concretamente/materialmente significative di un tempo, come quello presente, segnato dal prodursi di relazioni costitutivamente "aperte", che sempre meno sopportano identificazioni di carattere essenzialistico e di fatto violente.‎

‎Graeber David‎

‎Frammenti di antropologia anarchica‎

‎br. Che cosa dovrebbe rendere compatibili, anzi affini, una filosofia politica come l'anarchismo e una disciplina scientifica come l'antropologia (culturale, beninteso)? Per Graeber, anarchico e antropologo, sussistono feconde potenzialità di arricchimento reciproco perché entrambe si muovono da molto tempo sulla stessa traiettoria, non solo perché riconoscono la varietà dei modi di pensare propri degli esseri umani, ma anche perché pongono al centro della loro riflessione la questione cruciale del potere. In un mosaico di appunti e spunti deliberatamente incompiuti, l'autore sviluppa la sua tesi partendo dalle enclaves libertarie ed egualitarie presenti in diversi momenti della socialità umana - di cui già parlano antropologi come Marcel Mauss o Pierre Clastres - per arrivare alle forme di contropotere esistenti nel mondo occidentale, e non solo. Viene così abbozzata una ridefinizione dello Stato e delle organizzazioni politiche che apre a considerazioni fortemente innovative sui concetti di dominio, gerarchia, autorità.‎

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