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Tortoreto Andrea
Mente e realtà. Oltre il mito del dato
br. Il rapporto tra mente e mondo non è così scontato come si potrebbe supporre a prima vista. Le modalità tramite le quali si realizza tale relazione, e le forme che essa assume, nascondono in effetti interrogativi e ambiguità che hanno interessato i principali pensatori dell'epoca moderna e contemporanea impegnando vasti settori della riflessione filosofica. Il volume indaga tali problematiche analizzando la nozione di dato sensoriale, ossia l'idea che la conoscenza empirica possa fare riferimento a elementi puri che godono di autonomia e capacità fondazionale. La ricerca è condotta mostrando le criticità connesse a una tale visione fin dalle sue origini cartesiane, per seguirne poi gli sviluppi nella gnoseologia successiva. Nella suddetta ricostruzione si accoglie la tesi concettualista, oggi molto discussa in filosofia della percezione, sostenendola teoreticamente sulla scia di alcuni risultati raggiunti nell'epistemologia analitica e neopragmatista; dalla critica di Sellars alla datità, fino alle riflessioni di Putnam e McDowell.
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Panaro Francesco
Contro la cultura. Esseri e universi ben invisibili
br. Alcuni aspetti della cultura occidentale, ben invisibili sotto i nostri occhi, sono il continuo fluire che non diviene della vita intima dell'individuo, l'apparenza di una società dinamica che invece rimane immobile, l'incessante ricomporsi del mondo mentre mima una decomposizione, un illusorio arretrare che non si arrende. Il saggio si addentra nel congegno che muove tutto e non si mostra, nell'apparato che non si fa interrogare, anzi, che non deve essere interrogato perché finge di fare come la rosa del distico di Angelus Silesius: "è senza perché; fiorisce perché fiorisce, a se stessa non bada, che tu la guardi non chiede". La cultura dichiara ricattatoriamente che il mondo non può essere diverso da quello che è. Senza il passato il presente cadrebbe nel silenzio e il futuro prenderebbe la scorciatoia del buio assoluto. Nel suo essere, la natura della cultura permette il ripetersi di consuetudini e modelli non pericolosi per gli assetti sociali. Il continuo peregrinare del passato verso il presente, e viceversa, si candida come futuro, sfida il corso delle cose e si ripropone come fatto iniziale, con la riproduzione apocrifa di una tradizione, con illusori sovvertimenti estetici privi di ogni elemento capace di rinnovamento e cambiamento concreto della vita sociale e individuale. Nell'apparente variabilità, la cultura, intesa come civiltà, nasconde il perpetuo processo di restaurazione delle convenzioni.
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Vigorelli Ilaria
Proprietà di parola. Derrida e la metafora
br. La metafora è un concetto decisivo nella concezione e nel metodo di lavoro di Jacques Derrida, decisivo nella tessitura del suo linguaggio. Non solo perché la metafora è il luogo e il banco di prova privilegiato del fatto che il significante precede il significato, assicurandone il funzionamento. Ma anche perché lo stile di lavoro di Derrida consiste nel circoscrivere il significato, analizzando (de-costruendo, nel linguaggio derridiano) il luogo e le leggi della sua costituzione, che riposano non sulla trasparenza di un logos, ma sull'intreccio originario di un rimando, di una dislocazione non visibile a un colpo d'occhio. La metafora è pensata da Derrida come l'origine, come il movimento generativo del suo stesso discorso. Qui si radica l'originario articolarsi della unità e insieme del differire delle classiche opposizioni: sensibile/intelligibile, esteriore/interiore, trascendentale/empirico, tempo/spazio. "In questo giunto imprendibile, in questo grafico irrappresentabile Ilaria Vigorelli, alla scuola di Derrida, lavora a rintracciare i segni di questa azione unitiva, abissalmente sui generis, nella struttura stessa del logos occidentale" (dalla Prefazione di Gianfranco Dalmasso).
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Cambria Domenico
Le differenze della singolarità. Il divino e l'umano fra Jacques Derrida e Jean-Luc Marion
br. Quale spazio si dischiude per il pensiero speculativo con la decostruzione? Quali forme esso potrà assumere per dire la singolarità del soggetto? La risposta a queste domande sollecita il confronto con le opere di Jacques Derrida, Martin Heidegger, Jean-Luc Marion, a partire dai problemi che la metafisica suscita. Chiedersi se essa sia superata o, viceversa, permanga come ineludibile istanza critica comporta di ragionare sulle categorie e i legami che strutturano ogni definizione dell'umano. Decostruire la metafisica è scoprire differenze e mostrare le forme che esse tracciano. Lo spazio che si dischiude permette di parlare dell'uomo, evitando sia le derive soggettivistiche, sia l'assorbimento nel divino. Evitata la reciproca appropriazione, si scoprono tratti singolari che chiamano in causa la libera decisione affinché l'uomo sia. Riprendere gli interrogativi dell'eredità della fenomenologia francese significa proseguire sui margini del pensiero. Leggere è scrivere, ovvero pensare, secondo possibilità di vivere, perché si riconosce ogni domanda come personale. Il soggetto apprende che il proprio limite non si supera né si trascende, ma diviene soglia minima per volgersi al reale.
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Peruzzotti Francesca
Lo scritto e il suo lettore. In ascolto di Jean-Louis Chrétien, Martin Heidegger, Jean-Luc Marion
brossura
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Toto Francesco
L'individualità dei corpi. Percorsi nell'Etica di Spinoza
br. L'Etica di Spinoza è attraversata dalla tensione tra la centralità riconosciuta al corpo sul piano teorico e la sua marginalizzazione sul piano testuale. Da un lato la mente è inseparabile dal corpo, e l'uomo è l'inscindibile unità di entrambi. Dall'altro, il fine dell'opera è quello di indicare al lettore la strada che conduce a una libertà e a una felicità che sono innanzitutto "della mente", e questo punto di fuga impone a tutta l'argomentazione una prospettiva prevalentemente mentale, nella quale la presenza del corpo si dirada, si fa più rapsodica e defilata. Accogliendo la sfida interpretativa lanciata da questo gioco di presenze e di assenze, il presente lavoro ripercorre con acribia i riferimenti alla corporeità disseminati lungo tutto il testo, rilegge le pagine più celebri a partire dai luoghi più marginali, restaura la rete di connessioni entro la quale i dettagli apparentemente più insignificanti manifestano invece il loro valore propriamente sistematico. Attraverso un percorso che parte dalla fisica dei corpi complessi e arriva fino all'amore intellettuale di Dio, e costeggia temi classici quali immaginazione, desiderio e virtù ma si sofferma soprattutto su figure periferiche come quelle del sonnambulismo, del delirio, dell'amnesia, l'autore ripristina la centralità del corpo in alcuni degli snodi fondamentali dell'ontologia, dell'epistemologia e dell'etica spinoziane.
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Mora Francesco
Thomas Hobbes e la fondazione della tecnica moderna. Realtà e virtualità dell'uomo e del potere
brossura
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Stefanelli Luca
Il divenire di una poetica. Il «logos veniente» di Andrea Zanzotto dalla «Beltà» a «Conglomerati»
ill., br. Il saggio ricostruisce la genesi e lo sviluppo della poetica del "Logos erchomenos" (o "Logos veniente") di Andrea Zanzotto a partire dalla "Beltà" (1968) a "Conglomerati" (2009). L'indagine, condotta sui preziosi materiali autografi del Centro Manoscritti di Pavia, immette il lettore nel vivo del laboratorio zanzottiano degli anni '60 e 70. È qui che, tra le suggestioni provenienti dalla psicoanalisi, dalla filosofia, dalla teologia e dall'antropologia coeve, oltre che dalla fondamentale collaborazione con Federico Fellini, il poeta di Soligo rielabora e attualizza il mito romantico del "Dio a venire". Attraverso l'analisi che ne rivela le molteplici declinazioni e motivazioni storico-culturali, quest'ultimo si rivelerà un'imprescindibile chiave esegetica per comprendere la seconda, più matura fase della scrittura di Zanzotto. Nella selva della postmodernità non vi sono sentieri battuti. Il poeta, e più in generale l'uomo, può solo camminare in una realtà fantasmatica e cosparsa di macerie. Ma se questo è il segno del tempo, dell'epoca, la sua assenza di senso è ciò che continua ad additare ad altro: non una direzione, non una mèta; piuttosto un'assoluta sottrazione nostalgico-utopica, che lascia andare i suoi figli nella più rischiosa e onerosa delle libertà.
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Patella Giuseppe
Bellezza, arte, vita. L'estetica mediterranea di George Santayana
brossura
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Papi Fulvio
Figure del tempo
brossura
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Amato Pierandrea
Lo sguardo sul nulla
brossura
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Ales Bello A. (cur.); Brezzi F. (cur.)
Il filo(sofare) di Arianna. Percorsi del pensiero femminile del Novecento
brossura
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Vozza Marco
I confini fluidi della reciprocità. Saggio su Simmel
brossura
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Pinotti A. (cur.)
Giochi per melanconici. Sulla «Origine del dramma barocco tedesco» di Walter Benjamin
brossura
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Ponzio Augusto
Individuo umano, linguaggio e globalizzazione nella filosofia di Adam Schaff
brossura
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Cappelletto Chiara
Figure della rappresentazione. Gesto e citazione in Bertolt Brecht e Walter Benjamin
brossura
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Gorgone Sandro
Cristallografie dell'invisibile. Dolore, eros e temporalità in Ernst Jünger
brossura
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Arcella Luciano
Oltre la storia: Nietzsche
brossura
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Bellini Manuele
I profili dell'immagine. L'estetica della percezione in Henri Bergson. Dalla metafisica al cinema
brossura
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Cipolletta P. (cur.)
Ereditare e sperare. Un confronto con il pensiero di Ernst Bloch
br. Il libro è distinto in tre parti, come tre sono i modi qui raccolti di leggere Bloch. Un ampio spazio è concesso al tema della disseminazione vicino all'estetica dove la musica e il pensiero affabulante di Bloch hanno una cospicua parte. Nella seconda parte, viene messo in primo piano l'aspetto verticale del pensiero di Bloch che è più vicino al simbolo che allo scorrere diacronico dell'analogia. Nell'ultima parte G. Cacciatore e V. Scaloni guardano a Bloch che si confronta con il pensiero di Hegel e di Nietzsche sul tema del progresso.
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Bonazzi Matteo
Il libro e la scrittura. Tra Hegel e Derrida
br. Il presente lavoro rilegge l'opera e il pensiero di Jacques Derrida in maniera inedita ricercando, nei testi in cui il pensatore francese affronta la pagina hegeliana, il segreto di quell'apertura etica che caratterizza la sua produzione più recente. Il volume si articola su tre livelli: l'interpretazione che Derrida dà di Hegel, il pensiero di Derrida, l'opera di Hegel. Dall'intreccio di queste tre voci prende forma quella domanda teoretica che, tra Hegel e Derrida, cerca di comprendere un pensatore con l'altro e, tra i due, quel noi che scrive su ciò che essi hanno detto.
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Peverada Stefano
Nietzsche e il naufragio della verità. Critica, nichilismo, volontà di potenza
br. Una lettura articolata ed organica del pensiero di Nietzsche, dai saggi giovanili ai frammenti per la progettata 'Volontà di Potenza', che pone al centro dell'indagine il rapporto destrutturante che esso intrattiene con l'idea di verità elaborata dalla tradizione filosofica dell'Occidente.
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Botto Fabio
Madre della filosofia. L'inganno consueto. Vol. 1: Nichilismo e immaginazione
ill., br. Il nichilismo costituisce uno dei problemi centrali del tempo presente. L'autore di questo lavoro ha voluto affrontarlo utilizzando in modo originale l'ottica "immaginale" di James Hillman, a partire da alcune domande fondamentali. Osservando in trasparenza le principali interpretazioni del nichilismo, è ancora possibile sostenere che la civiltà occidentale, nel suo complesso. doveva necessariamente divenire la "terra del Nulla"? In quale misura i fondazionismi metafisici che hanno costituito la strada maestra della storia occidentale hanno rappresentato l'altra faccia di un bimillenario processo di rimozione dell'immaginazione e dei suoi prodotti?
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Moravia Sergio
Adorno. Filosofia dialettico-negativa e teoria critica della società
br. Theodor Wisengrund Adorno (Francoforte sul meno 1903 - Visp, Svizzera 1969) è stato tra i maggiori pensatori contemporanei. Questo volume è l'unica antologia italiana del filosofo francofortese. I testi cruciali di Adorno nell'ambito della riflessione filosofica e della teoria critica della cultura e della società in questa edizione sono preceduti da un ampio saggio introduttivo di Sergio Moravia.
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Guerri M. (cur.); Ophälders M. (cur.)
Oswald Spengler. Tramonto e metamorfosi dell'Occidente
br. Globalizzazione e desimbolizzazione delle civiltà hanno significati concettualmente analoghi: Spengler ha cercato di mostrare come sia la cultura simbolica a dare forza e energia vitale a una civiltà, consentendone la crescita. Agli inizi del Novecento, quando Spengler scriveva il suo capolavoro, l'Europa viveva nella venerazione dell'idea di progresso, che, sia pure attraversando alterne fortune, non ha mai abbandonato l'anima dell'uomo faustiano, l'anima dell'Occidente. Quest'uomo appariva trionfante, pronto a colonizzare con la sua idea di civiltà il mondo. L'uomo faustiano mai avrebbe immaginato che popoli ricchi di simbolicità un giorno avrebbero potuto minacciarlo e, forse, ferirlo a morte.
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Bugliani Adriano
La discrezione dello spirito. La psicanalisi e Hegel
br. La terapia psicanalitica e la fenomenologia dello spirito sono il percorso della coscienza, doloroso e complicato, verso una dimensione di sé che essa in principio non immagina. Ma questo percorrere è un paradosso, perché pur costituendo un'esperienza vitale ed essenziale, il suo risultato non può dirsi né più vero né migliore del punto di partenza. Ciò che rende possibile il percorso, a prescindere dai suoi esiti paradossali, è comunque la presenza discreta - quasi un'assenza - di un'alterità che osserva e accompagna le vicissitudini della coscienza.
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Guindani Sara
Lo stereoscopio di Proust. Fotografia, pittura e fantasmagoria nella Recherche
brossura
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Portioli C. (cur.); Fitzi G. (cur.)
Georg Simmel e l'estetica. Arte, conoscenza e vita moderna
brossura Cosa si cela dietro la questione estetica nell'opera del filosofo e sociologo Georg Simmel? La sua flânerie intellettuale, il suo cosiddetto approccio estetico, hanno rappresentato davvero un ostacolo allo sviluppo di una solida metodologia scientifica in ambito sociologico? O non può piuttosto, il suo modo di procedere, essere messo in relazione con alcune delle più recenti teorie epistemologiche, e se sì, in che misura? L'elemento che accomuna l'insieme dei contributi raccolti nel presente volume, è rappresentato dallo sforzo di offrire uno sguardo nuovo su alcuni degli aspetti più problematici della produzione filosofica e sociologica di questo protagonista del Novecento.
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Invitto Giovanni
L'occhio tecnologico. I filosofi e il cinema
br. Dalla sua nascita a oggi il cinema si è spesso ispirato alla filosofia. Ma altrettanto ricco è il rapporto inverso, quello per cui è la filosofia a prendere lo spunto dalla grande e fantastica fabbrica delle immagini. Il libro approfondisce i due lati di questa interessante relazione. Da Aristotele a Merleau-Ponty la filosofia ha sempre riflettuto su un'esperienza apparentemente semplice come quella del vedere. Ma le domande sono tante, soprattutto quando la tecnologia ci permette letteralmente di inventare nuove immagini e nuovi modi di vedere. Il volume è un percorso a tutto tondo su questi temi.
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Papi F. (cur.)
Il dono sapiente. Pagine su Giosuè Bonfanti
br. Giosuè Bonfanti (1915-2000) appartiene a quella generazione di filosofi, critici, poeti che negli anni Trenta, con il magistero di Antonio Banfi, frequentarono la facoltà di lettere e filosofia di corso Roma a Milano: Sereni (l'amico di tutta la vita), Paci, Cantoni, Antonia Pozzi, Maria Corti, Daria Menicanti, Preti, Formaggio, Anceschi, Pertin. Una generazione che ha dato uno stile all'intelligenza e alla cultura italiana. Il primo libro di Bonfanti uscì una settimana prima della sua scomparsa. Seguirono postumi altri volumi di critica che sono una enciclopedia del sapere, e un diario di guerra. Questo libro contiene testimonianze e i primi contributi critici sul suo lavoro.
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Molteni Gioacchino
Introduzione a Michel Henry. La svolta della fenomenologia
br. La fenomenologia storica del puro atto intenzionale, totalmente spoglio di vissuti, è la celebrazione di un atto di vedere che è vuoto e che, in quanto tale, non può vedere nulla. Michel Henry, ritrovando il vissuto - fatica, gioia, dolore... - dell'atto intenzionale, vissuto che si rivela a sé stesso anteriormente e indipendentemente da ogni relazione e da ogni opposizione (atto e suo oggetto), può portare la fenomenologia al suo approdo naturale e necessario, quello dell'automanifestazione e dell'identità pensiero-sentimento.
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Vaccaro G. Battista
Persona e comunità in Paul L. Landsberg
brossura
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Rodda Fabio
Cioran, l'antiprofeta. Fisionomia di un fallimento
br. "Non c'e uomo politico al mondo d'oggi che m'ispiri più simpatia e ammirazione di Hitler". Nel 1934 Cioran firma l'onta che oscurerà tutto il suo pensiero. Un pensiero "di carne e di sangue", che osserva il mondo con Iucidità e lo distrugge senza allontanarsene, partecipando del fallimento che riconosce come inevitabile. Emil Cioran, rumeno di nascita e francese d'adozione, s'e conquistato in vita una fama che raramente tocca chi si occupa di filosofia. Disilluso e tagliente, squartatore misericordioso secondo una splendida definizione di Ceronetti. Frammentario ed esplosivo: "Credo che la filosofia non sia più possibile se non come frammento. Sotto forma di esplosione". A poco più di dieci anni dalla morte del pensatore transilvano, questo saggio, ripercorrendo i cupi anni venti e il legame col regime di Codreanu, la Francia dei café e lo sviluppo di un pensiero incendiario ma sempre lucido, cerca di far chiarezza su quello che è diventato un "caso" più per lo stile travolgente ed un pesante passato politico che per il percorso filosofico durato tutta una vita.
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Latini Micaela
Il possibile e il marginale. Saggio su Ernst Bloch
brossura
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Patella Giuseppe
Giambattista Vico tra Barocco e Postmoderno
brossura Della cultura barocca, tutt'altro che buia e polverosa, Vico parla in modo insospettato alla sensibilità contemporanea, contribuendo a delineare i tratti di una nuova pratica culturale, basata sul potenziamento delle facoltà connettive come l'immaginazione, la memoria, l'ingegno, e di una nuova visione del sapere fondata sull'apporto paritetico delle diverse facoltà e discipline umane. È così - sostiene l'autore - che il pensiero barocco di Vico entra curiosamente in relazione con i nostri tempi postmoderni, gettando su di essi nuova luce e ricevendone contemporaneamente nuova attualità.
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Biancu Stefano
La poesia e le cose. Su Leopardi
brossura
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Patriarca Salvatore
Dall'assoluto alla realtà. Teodicea e ontogenesi nella Weltalterphilosophie schellinghiana
brossura
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Spinicci Paolo
Quattro saggi fuori luogo
ill., br. Questi quattro saggi hanno una veste dimessa e un compito alto: si propongono di vagliare alcuni concetti generali di una filosofia dell'immaginazione, proponendo una lettura libera, ma attenta di alcuni capolavori della nostra cultura letteraria e pittorica. Così, nella forma di una discussione pacata che prende volutamente le distanze dallo stile del saggio scientifico, l'autore ci invita a riflettere sul tema della memoria e della dimenticanza nell'Odissea, sul rapporto tra cornice e narrazione ne Le città invisibili di Calvino, sul significato di Las Meninas di Velàzquez e su uno splendido duplice ritratto del Ghirlandaio che racchiude in sé una meditazione sul tempo e sul suo trascorrere. Un libro di filosofia, dunque, ma anche un contributo ammirato alla ricchezza di pensiero che è racchiusa nelle opere dell'immaginazione.
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Derrida Jacques; Berto G. (cur.)
Il tempo degli addii
br. L'avvenire ha dunque una storia? Con questa domanda si apre lo scritto "Il tempo degli addii" di Jacques Derrida, pensato come introduzione all'importante testo su Hegel di Catherine Malabou "L'a venir de Hegel", poi sviluppatosi fino ad assumere una sua autonomia. Il filosofo francese in questo testo affronta, attraverso una sorta di resa dei conti filosofica con Hegel, alcune tematiche fondamentali del pensiero contemporaneo. Nel fitto intreccio di rimandi che caratterizzano la prosa di Derrida è possibile sottolineare la sua ripresa della questione, di grande importanza filosofica, della temporalità come luogo dello scontro fra Heidegger e Hegel. Da questo nucleo di partenza si ramificano le considerazioni sull'addio, sull'abbandono, l'evento e la morte che hanno costituito il leitmotìv del pensiero del filosofo francese recentemente scomparso.
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Marzocca O. (cur.)
La solitudine non è una festa. Il pensiero militante di Nicola Massimo De Feo
brossura
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Severino Emanuele; Testoni I. (cur.)
La follia dell'angelo. Conversazioni intorno alla filosofia
br. L'angelo del titolo è il cherubino posto da Dio a sbarrare l'accesso ad Adamo ed Eva al giardino dell'Eden e a negare quindi l'immortalità che è loro dovuta: un angelo che Severino definisce folle, ravvisando nel fondamento della fede cristiana le radici della nostra incompiutezza e infelicità. Da questa immagine parte questa conversazione in cui Severino espone il proprio pensiero e la propria autobiografia intellettuale.
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Longo Giulia
Kierkegaard, Nietzsche: eternità dell'istante, istantaneità dell'eterno
brossura "Il nostro rapporto verso Dio è solo non-verità, grida Nietzsche. Sì, risponde Kierkegaard, e lo diventa sempre di più, quanto più noi abbiamo a che fare con Lui. Ma il rapporto di Dio con noi è verità - nostra verità! - La verità è in noi, non viene dal di fuori, replica Nietzsche. Dio è in noi, viene dall'interno dentro di noi, fa eco Kierkegaard. Allora Dio è il mio fondo dell'anima, ritiene Nietzsche. Allora è il fondo della mia anima l'apertura sorgiva verso Dio, risponde Kierkegaard". Le parole tratte dalla Apokalypse der deutschen Seele di H. Urs von Balthasar, citate a mo' di esergo del presente lavoro - primo in Italia a soffermarsi in maniera specifica e articolata su Kierkegaard e Nietzsche -, restituiscono quanto in esso si è cercato di proporre: una Zwiesprache intesa come un "dialogo a due voci", modalità di approccio privilegiata e non pregiudiziale per un confronto problematico tra i due grandi pensatori, interpellati sul terreno-principe di incontro e scontro quale quello cruciale dell'incrocio tra tempo ed eterno.
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De Conciliis E. (cur.)
Dopo Foucault. Genealogie del postmoderno. Atti del Convegno (Napoli, 15-16 febbraio 2007)
br. Il persistente interesse per l'opera di Michel Foucault sembra essere il sintomo di una profonda corrispondenza tra la genealogia foucaultiana dell'Occidente e le attuali, violente metamorfosi imposte a quest'ultimo dalia mondializzazione. La modernità ha realizzato, sia sui piano individuale (etico e speculativo) che su quello collettivo (sociale e politico), un gigantesco processo di soggettivazione/assoggettamento dell'umano, del quale Foucault ha tracciato la mappatura genealogica scavando nel premoderno. Oggi, nella misura in cui la postmodernità (con i suoi nuovi poteri-saperi) sembra realizzare un'inquietante, regressiva de-soggettivazione dell'Occidente, il lavoro di scavo lasciatoci da Foucault tende a funzionare come un grimaldello: da un lato esso aiuta a comprendere ed interrogare i sensi e gli effetti (anche estetici) della globalizzazione; dall'altro può rovesciare l'epocale perdita d'identità soggettiva occidentale in occasione di "resistenza". Questa potenzialità spiega il significativo allargamento del dibattito su Foucault oltre i limiti specialistici dei foucaultismo, e l'esigenza di esplorare nuovi percorsi archeo-genealogici in grado di catturare il legame tra Foucault e ciò che è apparso "dopo" di lui: il nostro paesaggio enigmaticamente post-umano.
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Vitiello Vincenzo
I tempi della poesia. Ieri/oggi
brossura L'arte non abita più la regione ideale della Bellezza e del Significato. Ancora ieri la poesia viveva l'esperienza dell'estraneità dell'uomo alla Terra fidando nel potere del linguaggio e della ragione di portare pur il silenzio della natura e della morte alla trasparenza della parola e del significato. La poesia di oggi, resa esperta, dalla più recente storia, della catastrofe dell'umano, cerca altro nelle macerie del linguaggio: non nuovi "significati", ma un più antico suono, il respiro del corpo. Accostandosi alla natura, questa poesia ridà alla parola significante dell'uomo il peso e l'umore della terra, delle erbe, delle pietre, degli animali. Ha appreso, e ci ha appreso che, oltre lo stare insieme nella polis, v'è, anche per l'uomo, la possibilità di un più aperto, ospitale, stare-accanto, proprio dell'esperienza del sacro.
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D'Errico Stefano
Anarchismo e politica. Nel problemismo e nella critica all'anarchismo del ventesimo secolo, il «programma minimo» dei libertari del terzo millennio...
br. Camillo Berneri, intellettuale della stessa generazione (e del calibro) di Piero Gobetti, Carlo Rossetti e Antonio Gramsci, dei quali fu stimato interlocutore, è stato pressoché cancellato dall'ufficialità della storiografia (anche di sinistra). La sua colpa? Essere anarchico. Eppure, secondo gli autori, la sua capacità teorica, con uno stile antidogmatico, traccia, oggi più che mai, il "programma minimo" per l'unico (e l'ultimo) socialismo possibile: quello libertario. In Berneri emerge la preoccupazione di affermare il primato dell'etica sulla politica, la cui "autonomia" è per lui all'origine dell'impossibilità d'ogni cambiamento progressivo. Vero "liberale del socialismo", Berneri non contrastò solo il sistema capitalistico o il fascismo, bensì ogni ragion di stato e qualsiasi forma di totalitarismo, bolscevismo compreso. Il suo rigore lo pose in rotta di collisione con tutti gli ideologismi e le soluzioni dottrinarie del "secolo breve". Egli prese le distanze anche dalle semplicistiche ricette di un certo anarchismo, con uno sforzo teorico ed autocritico unico nel panorama libertario.
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Del Bene Marco
Mass media e consenso nel Giappone prebellico
br.
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Ponzio Julia; Silvestri Filippo
Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Giuseppe Semerari
brossura Una ricostruzione teoretica del pensiero di Giuseppe Semerari a partire dal suo dialogo con autori e orientamenti della filosofia del passato, dalle sue "esperienze" del pensiero moderno e contemporaneo, italiano e straniero, in vista di una filosofia possibile, umanamente progettata, esposta al rischio della sconfitta e del fallimento, che si decide nella relazione con se stessi, con gli altri e con il mondo. Si tratta di una filosofia in cui ciò che viene ad essere (senza garanzie ed al rischio del non essere) non è la Verità, ma la responsabilità umana. La subordinazione della gnoseologia all'etica, conseguente alla definizione del trascendentale come insecuritas, è una delle cifre caratterizzanti la filosofia di Semerari: la ricerca della verità procede dallo sforzo dell'essere umano verso la propria responsabilizzazione, la quale assume, dunque, il carattere di elemento costituente.
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Invitto Giovanni
Idee e schermi bianchi. Filosofia e cinema tra il mito e il falso
br. Questa pubblicazione si inserisce nel confronto-disputa, di forte attualità, tra cinema e filosofia. Il volume procede prevalentemente tra due piste di lettura trasversali: quella del "mito" e quella del "falso". Il testo esamina la valenza filosofica, implicita o dichiarata, di film, sceneggiature, registi e intercala il tutto con riferimenti a radici ed echi filosofici. Si troveranno, quindi, riflessioni su Sartre e il cinema americano, sul neorealismo, sulle figure di Aracne e dell'Anticristo nella filmografia occidentale. Sono presenti anche saggi su Dr. Jekyll e Mr. Hyde nel tempo del muto, su Ingmar Bergman e Dreyer, su Bertolucci e il suo "Ultimo tango a Parigi". In appendice, un contributo sull'attore-cantante Domenico Modugno e la sua sicilianità "autofalsificata".
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Foucault Michel; Polidori F. (cur.)
Conversazioni. Interviste di Roger-Pol Droit
brossura Tre interviste rilasciate da Michel Foucault in un momento decisivo per le sue ricerche - è stato da poco pubblicato "Sorvegliare e punire" - e una testimonianza del giornalista Roger-Pol Droit, suo amico, che le ha raccolte. Sono gli ingredienti di questo libro, nel quale vengono a precisarsi i contorni, anche personali, di uno degli intellettuali più importanti del Novecento. Inutile chiedere a Foucault dove si colloca, in quale ambito disciplinare si dispongono le sue ricerche, quali sono le premesse ideologiche del suo lavoro: le sue risposte lo vedranno sempre sottrarsi a una precisa appartenenza, a una identificazione, persino a una istanza di identità. Eppure, attraverso gli abili e talvolta addirittura beffardi smarcamenti, Foucault lascia trapelare una serie di indizi suggestivi, intriganti, ma soprattutto preziosi per chi voglia mettersi sulle tracce di una ricerca sistematicamente rivolta alla costruzione di strumenti in grado di produrre effetti di libertà.
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Dreon Roberta
Il sentire e la parola. Linguaggio e sensibilità tra filosofie ed estetiche del Novecento
brossura
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