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Giorgio Bassani a dieci anni dalla morte. Atti del Convegno internazionale di studi (Craiova, 14-15 aprile 2010)
brossura Il 13 aprile del 2000, dopo un lungo periodo di malattia, Bassani si spense. Curiosamente, a dieci anni esatti dalla morte, si è tenuto in Romania, non in Italia, un congresso internazionale di studi sullo scrittore bolognese di nascita e ferrarese d'adozione. Ventotto gli studiosi europei che hanno approfondito molti degli aspetti dell'autore de' "Il Giardino dei Finzi-Contini".
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De Rooy Ronald; Mirisola Beniamino; Paci Viva
Romanzi di (de)formazione (1988-2010)
brossura Sospesa tra intermedialità e tradizione, tra denuncia e disimpegno, tra istrionismo postmoderno e compostezza classica, la narrativa italiana degli ultimi due decenni rivolge al nostro tempo uno sguardo che, pur nella molteplicità delle sue diffrazioni, appare sempre e comunque deformato e deformante. Ad animare questi nuovi romanzi è, una vis straniante che agisce sui generi letterari come sulla psicologia dei personaggi, sulla percezione sensoriale come sulla rappresentazione dello spazio o dei legami familiari. Altre volte, è un guizzo mercuriale che si diletta a confondere i codici più diversi, dando vita a narrazioni che, dalla pagina scritta, potrebbero transitare con disinvoltura sullo schermo, su una partitura musicale o su una tela espressionista. Romanzi di (de)formazione vuol essere uno spiraglio aperto su questo confuso ma affascinante scenario.
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Teucci S. (cur.)
Aspettando il Risorgimento. Atti del Convegno (Siena, 20-21 novembre 2009)
brossura Perché un convegno sulla letteratura del Risorgimento? Per fare una riflessione, alla vigilia del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia e in presenza di posizioni critiche disparate, oltre che contrapposte, su quel periodo e su quelle esperienze, contraddittorie ma ricche di fermenti e di progetti, tese a creare una nuova situazione politica e sociale. Ecco la sfida affrontata dai relatori, che dai prodromi delle aspettative e della creazione di modelli e ideali alla fine del Settecento fino alla delusione del momento immediatamente post-unitario, sono approdati all'immaginario che nel Duemila guarda ad un periodo così importante per la nostra storia. Da Alfieri a Verga, dalla 'scoperta' che i garibaldini fecero di una Sicilia allora pressoché sconosciuta, al teatro, strumento di educazione 'popolare' nonché di cambiamenti sociali, dalla scuola con le sue trasformazioni dopo l'unità del Paese a quella massoneria e carboneria che tanta parte hanno avuto nell'organizzare e portare avanti progetti e legami rivoluzionari, questo il ventaglio ampio e problematico che è stato affrontato.
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Concolino C. (cur.)
Cesare Pavese a San Francisco. Incontro per la celebrazione del centenario della nascita. Atti del Congresso (24-25 ottobre 2008)
brossura
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Hideyuki Doi
L'esperienza friulana di Pasolini. Cinque studi
brossura
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Sipione Marialuigia
Beppe Fenoglio e la Bibbia. Il «culto rigoroso della libertà»
brossura
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Nencioni Giuseppe
Perché lavorare? Ideologie del lavoro nella letteratura italiana del secondo Ottocento
brossura
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Il pensiero teologico e religioso di Maine de Biran. Vol. 7/2: La coscienza morale nel pensiero di Maine de Biran
brossura
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Gori Elena
Tozzi e Dostoevskij. La fuggitiva realtà
brossura In una breve ma memorabile prosa di Persone Federigo Tozzi propone come unica alternativa alle "grandiosità della Bibbia" l'opera di Fëdor Dostoevskij: "Perché leggere, nel nostro tempo, è specialmente esistere. Ed esistere con tutta la nostra anima e con qualche fede". Tenendo costantemente presente questo implicante assunto, Elena Gori articola con sicurezza la sua indagine in tre fasi: la ricostruzione del dibattito critico svoltosi attorno al binomio Tozzi-Dostoevskij dai tempi di Tre croci ai giorni nostri; un'importante ricerca d'archivio che restituisce in tutta la sua imprevista ampiezza l'intero scaffale di letteratura russa nella biblioteca tozziana di Castagneto; un vasto e serrato confronto fra testi, tale da consentire una persuasiva individuazione di temi ed elementi strutturali e stilistici condivisi. La soverchiante figura paterna, il senso di colpa, la condizione di escluso e di "umiliato e offeso" rappresentano così le tappe fondamentali di un percorso letterario parallelo e spesso convergente: un percorso che modernamente si dipana, per Tozzi come per Dostoevskij, nel "sottosuolo" dell'animo umano.
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Sgroi Salvatore C.
Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria
br. Sono qui proposti undici saggi che hanno come tema portante l'italiano scritto di autori otto-novecenteschi, di diversa estrazione culturale e linguistica, per lo più in prima istanza dialettofoni e/o dialettografi: Luigi Capuana, Luigi Pirandello, Vitaliano Brancati, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Ercole Patti, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Gesualdo Bufalino; tutti scrittori per i quali, fatta eccezione per il toscano Dino Campana, l'uso della lingua nazionale ha costituito uno storico problema risolto con esiti diversi e con diversa consapevolezza teorica. Un'occasione, dunque, per osservare in prospettiva linguistica opere di grande valore letterario - da "Scurpiddu" a "L'amica delle mogli", dai "Canti Orfici" a "Il bell'Antonio", passando per "Il Gattopardo" e "Un bellissimo novembre" - per analizzare, in un'ottica descrittivista, la stratificazione della lingua scritta nei suoi vari livelli (grafia, fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testo, ecc.) e nelle sue diverse varietà (di italiano letterario, medio, regionale, popolare, di mistilinguismo, ecc.), non di rado allo specchio con le giustificazioni teoriche e auto-analisi delle scelte dei vari autori.
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Santiloni M. (cur.)
Io nacqui veneziano e morrò per la grazia di Dio italiano. Ippolito Nievo negli scritti autografi verso l'unità d'Italia. Atti del convegno (Roma, 16 marzo 2011)
brossura
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Van den Bossche B. (cur.); Manica G. (cur.); Van Ben Bergh C. (cur.)
Azione/reazione: il futurismo in Belgio e in Europa 1909-2009. Atti del convegno internazionale (Bruxelles/Lovanio, 19-20 novembre 2009)
brossura
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Becherucci Isabella
Scampoli manzoniani
brossura
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Tonani Elisa
Punteggiatura d'autore. Interpunzione e strategie tipografiche nella letteratura italiana dal Novecento a oggi
br. "Punteggiatura d'autore" prosegue un percorso nella punteggiatura letteraria italiana avviato con "Il romanzo in bianco e nero" (Firenze, Cesati, 2010), spostando l'attenzione su un tipo di testi in cui segni d'interpunzione, bianchi tipografici e relativa mise en page sono fortemente esposti e concorrono all'espressività stilistica, alla carica formale esibita e a volte fortemente deviata rispetto allo standard linguistico-grammaticale. La prima parte è infatti dedicata ad alcuni casi di prosa narrativa novecentesca (Tozzi, Landolfi, Delfini, Gadda, Manganelli, Bufalino) caratterizzati da una forma complessa e marcata, quando non propriamente espressionista, alla quale corrispondono l'impiego inedito, l'attribuzione di funzioni diverse (es. valori desueti) a segni interpuntivi della tradizione, l'innovazione di procedure destinate poi a diventare comuni. La seconda parte pone al centro la poesia dagli inizi del Novecento a oggi (da Ungaretti agli autori del XXI secolo, passando per Montale, Sereni, Caproni, Luzi, Zanzotto, Giudici, Sanguineti), nella quale un'accanita lavorazione della scrittura coinvolge tutti i dispositivi grafico-visivi: dallo sfruttamento della mise en page, del bianco e dei segni d'interpunzione - intesi sinergicamente ad assecondare oppure a contrastare la sintassi, le strutture metriche, le ricorsività foniche, la rete semantica del testo - a una valorizzazione della lineetta senza precedenti nella tradizione scrittoria italiana.
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Danelon F. (cur.)
Dal «Piccolo mondo antico» al modernismo. Antonio Fogazzaro cent'anni dopo. Atti della giornata di studio (Brescia, 11 novembre 2011)
ill., br. Cent'anni fa moriva Antonio Fogazzaro: uno scrittore più volte candidato al Nobel e oggi rientrato nella penombra. Seppur dai più etichettato come narratore "veneto" per la sensibilità al fascino della contestazione ideologica e dalla trasgressione amorosa ma, soprattutto, per i suoi versi eleganti e le avvolgenti atmosfere naturali e mentali, emerge in Fogazzaro una forte tinta lombarda, trasmessa dallo spirito materno, dall'attaccamento al paesaggio di Valsolda, agli anni cruciali nella Milano, e visibile nelle dense pennellate realistiche e umoristiche di "Piccolo mondo antico", fil rouge della giornata di studio bresciana e degli atti pubblicati. A presentare e introdurre il tema del volume è il saggio di Giorgio Bárberi Squarotti, fogazzarista di lungo corso, che si sofferma sull'antico e il moderno: i due "piccoli mondi" di Fogazzaro. Segue l'edizione critica e commentata di "Piccolo mondo antico", di Tiziana Piras che sta per inaugurare l'Edizione Nazionale. Adriana Chemello, specialista della letteratura di genere, illustra il rapporto fra l'autore e le donne, un mondo cui lo scrittore era assai sensibile, anche se in modi ben diversi da quelli tristemente celebrati dal casanova D'Annunzio. Giuseppe Magurno, docente nel glorioso liceo "Arnaldo", indaga il modo in cui l'autore ha trovato spazio nelle antologie scolastiche mentre Elisabetta Selmi, docente bresciana nell'università di Padova, propone una rilettura del dialogo Fogazzaro-Bonomelli in chiave religiosa.
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Comberiati Daniele
«Affrica». Il mito coloniale africano attraverso i libri di viaggio di esploratori e missionari dall'Unità alla sconfitta di Adua (1861-1896)
br. Attraverso l'analisi degli scritti di viaggio di esploratori e missionari, il libro analizza quel particolare periodo della storia italiana, dall'Unità alla sconfitta di Adua (1869-1891), in cui funzione unitaria e mire espansionistiche e coloniali trovarono una forte e non casuale convergenza. La letteratura di viaggio appare una lente precisa per comprendere in che modo il nuovo stato si relazionasse all'alterità e quali conseguenze abbia portato la costruzione dell'identità per esclusione. In particolare, le collane di resoconti di viaggio di Treves e Perino mostrano come esploratori e missionari fossero considerati una sorta di avanguardia delle campagne militari; il successo e la diffusione dei loro libri infatti diventarono efficaci strumenti di consenso all'impresa coloniale. Tali riflessioni si rivelano particolarmente attuali nell'Italia contemporanea, il cui tessuto etnico e culturale è negli ultimi venticinque anni radicalmente cambiato.
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Bellomo Leonardo
Dalla «rinunzia» alla crusca al romanzo neoclassico. La lingua di Alessandro Verri in Caffè e Notti romane
br. Il volume si propone di individuare divergenze e tratti di continuità fra la lingua utilizzata da Alessandro Verri nel "Caffè", rivista fondato dai membri dell'Accademia dei Pugni pubblicata in fascicoli tra il 1764 e il 1766, e nel suo romanzo neoclassico, "Notti Romane"; opera dalla lunga gestazione rimasta incompiuta dopo ben tre stesure. Il tragitto compiuto dalla prosa di Alessandro Verri dagli anni Sessanta del Settecento agli Ottanta e Novanta, arco temporale che separa le due opere, si muove infatti lungo due direttrici, distinte, ma, allo stesso tempo, parallele e complementari. L'una conduce ad una selezione più accurata del materiale verbale, l'altra alla ricerca di soluzioni che garantiscano un registro più elevato. A mostrare il cambiamento stilistico e linguistico condotto dal Verri sono i tre capitoli del saggio critico, ben suddivisi in aree grammaticali - fonomorfologia e microsintassi, sintassi della frase semplice e lessico - ognuna delle quali mostra chiaramente quanto profonde siano le divergenze tra la prima e la seconda produzione dell'autore. A un assetto vario e composito, aperto a forme e modi antiquati e caratterizzato da un vocabolario di stampo illuminista, europeo, talvolta tecnico, tipico della lingua del Caffè, si contrappone lo stile culto, il repertorio lessicologico tradizionale, aulico, nobilitante, antirealistico, passato al vaglio delle autorità lessicografiche, proprio delle Notti Romane.
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Rinaldi Rinaldo
Sette e Ottocento irregolari. Casanova, Conti, Quadrio, Nievo, Imbriani, Carducci
br. L'immaginario e il romanzesco, l'utopia, la bizzarria e la satira, il rifiuto della storia in nome dell'estraneità e della malinconia: sono tensioni o tentazioni che attraversano anche il razionale Settecento, anche il nazionale Ottocento, in nome del sogno e del Tempo che ogni cosa travolge. A questi fantasmi il presente volume dedica alcuni esercizi di lettura, su autori marginali ma anche su autori canonici fra Illuminismo e Risorgimento.
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Van den Bossche B. (cur.); Jansen M. (cur.); Dupré N. (cur.)
Finzioni & finzioni. Illusione e affabulazione in Pirandello e nel modernismo europeo. Atti del Convegno internazionale (Lovanio-Anversa, 19-21 maggio 2010)
br. Dopo le passioni e le metamorfosi del testo gli studiosi di Pirandello affrontano il tema dell'illusione e dell'affabulazione nella narrativa dello scrittore novecentesco e, più in generale, nel modernismo europeo. Il volume è diviso in quattro sezioni ognuna delle quali permette di mettere a fuoco un aspetto peculiare della tematica. La prima parte pone l'accento sul rapporto tra modernismo e narrativa, proponendo un parallelismo tra "Uno nessuno e centomila" e "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust, tra novità tecniche e il gioco degli stati di materia che compongono l'universo immaginifico di Pirandello. Segue la seconda sezione incentrata sul paradosso di verità e finzione, "fil rouge" dell'opera pirandelliana: da "Suo marito", fotografia primo-novecentesca della Roma dei cenacoli letterari, alla filigrana dannunziana che si cela dietro il "Fu Mattia Pascal", fino al percorso creativo de "Il figlio cambiato", novella che si fa romanzo. La poetica pirandelliana, in continua tensione tra vero e falso, sogno e illusione, paradossi e nevrosi, ha segnato lo stile di molti autori contemporanei; al meccanismo della doppia finzione, mediata, nelle opere di Savino, Pessoa, Tabucchi e nel teatro di De Filippo è dedicato il tema centrale della terza sezione del volume, percorso verso il Duemila che prende spazio nella quarta e ultima sezione, con saggi su Totò maschera pirandelliana.
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Lauta Gianluca
Il primo «Garofano rosso» di Elio Vittorini. Con un apparato di varianti
br. Amore, passione, ideologia, intrighi politici, moralità e censura fanno del romanzo "Il garofano rosso" di Elio Vittorini un affascinante esempio di letteratura che valica i confini della pagina per mostrare contraddizioni ed eccessi del periodo storico compreso tra fascismo e comunismo. Due le versioni pubblicate, lontane nel tempo (1933-34 e 1948), nei contenuti e nello stile, ieri indagate dalla critica intellettuale - per comprendere quanto in profondità abbia agito la macchina della censura, nera e rossa, - oggi analizzate attraverso la lente linguistica nel saggio di Gianluca Lauta che completa così il quadro d'analisi dell'opera. Il risultato è un apparato completo delle varianti del romanzo che, usando il metodo descrittivo, pone le due versioni una di fronte all'altra e le valuta organicamente rispetto a: qualità del documento storico; trattamento del linguaggio giovanile; rappresentazione dell'italiano neo-standard; grafia, fonologia e punteggiatura; lessico; retorica e testualità.
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Chiummo C. (cur.)
I «Poemi italici» di Giovanni Pascoli. Atti della Giornata di studio (Cassino, 13 aprile 2011)
br. Sei saggi raccontano un'opera, i "Poemi italici", a cento anni dalla composizione, e il suo autore Giovanni Pascoli. È l'idea degli studiosi dell'università di Cassino che, capitolo per capitolo, studiano tematiche, struttura, stile della raccolta e aiutano il lettore a tratteggiare i caratteri dei personaggi protagonisti delle tre odi celebrative. Si parte con il saggio di Carla Chiummo che analizza il primo componimento dell'opera, Paulo Ucello, per poi proseguire con la riflessione di Giorgio Marcon sulla poesia e il suo doppio, nel secondo poema, dedicato a Rossini; poesia su cui tornerà anche Alessandra Iannarelli proponendo una riflessione sui miti italici e miti nordici, memorie leopardiane e wagneriane. Massimo Castoldi nel terzo capitolo si sofferma su Tolstoi mentre Elisa Palmigiani nel quinto richiama al concetto di ricerca della felicità ricavabile nello stesso componimento. Conclude il volume Michelangelo Fino con un saggio sul Risorgimento italiano di Pascoli e Pirandello, dal "mugik eroe" al "fango" romano.
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Polimeni Giuseppe
Il troppo e il vano. Percorsi di formazione linguistica nel secondo Ottocento
br. Il volume raccoglie dieci saggi dedicati alla ricerca di una lingua comune nell'Ottocento italiano. Fulcro storico è l'Unità d'Italia, intesa come spartiacque in cui le istanze del primo Ottocento trovano una concreta possibilità di realizzarsi attraverso il sistema scolastico e i moderni mezzi di comunicazione. Ripercorsi i momenti di un'unificazione intesa come estensione di una varietà all'intera nazione (principalmente attraverso la scuola), il libro si propone di sondare il nodo problematico della definizione di uno strumento linguistico che garantisca a tutti una partecipazione democratica alla vita civile. Centrale si dimostra il concetto di popolo: inteso in prima battuta come una non definita entità a cui lo scrittore è chiamato a rifarsi per costruire una lingua spontanea, il popolo diviene gradualmente proiezione delle istanze della vita civile di un'intera società. I saggi si dispongono lungo un'ideale linea di demarcazione che riguarda il problema della varietà linguistica, di quell'abbondanza di parole e di forme che caratterizza storicamente l'italiano: da un lato i "manzoniani" si adoperano per raggiungere una riduzione di forme concorrenti, considerate come inutile orpello nell'accesso democratico alla parola; dall'altro Graziadio Isaia Ascoli e la sua scuola propongono sondaggi negli strati della lingua con l'intento di ricostruire le valenze storiche della varietà e di favorirne la consapevolezza nell'uso effettivo.
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Santiloni M. (cur.)
Ippolito Nievo: l'avventura del romanzo. Atti della Giornata di studio(Roma, 11 aprile 2013)
br. Eroe dell'Italia Risorgimentale, Ippolito Nievo da sempre suscita l'interesse dei letterati per la sua duplice veste di scrittore e soldato. Il volume "L'avventura del romanzo", curato dalla presidente della fondazione dedicata al patriota veneto, si inserisce a pieno titolo tra i più interessanti saggi sull'autore, raccogliendo le riflessioni di autorevoli accademici. A introdurre il volume è Roberto Bigazzi il quale, dopo un excursus sui romanzi della prima metà dell'Ottocento, propone un confronto tra le "Confessioni" e il romanzo storico "Waverley", nel quale Walter Scott tematizza il conflitto tra realtà e ideali creando così una versione popolare del romanzo di formazione. Si prosegue con il testo di Ugo Maria Olivieri sull'evoluzione dello schema del romanzo durante il periodo rivoluzionario, che pone al centro la figura del giovane e il suo impegno a comporre assieme agli altri la società civile. Interessanti anche il saggio di Simone Casini sul passaggio dall'idillio della novella "Il Varmo" alle "Confessioni" e l'articolata trattazione di Giulio de Jorio Frisari sul problema complesso del rapporto tra le fonti e l'opera dell'autore risorgimentale. A concludere il volume è la riflessione di Fabio Pierangeli sulla dimensione del romanzo breve di Nievo, in particolare sul "Barone di Nicastro", e sulla sua vena satirica.
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Maiolini Elena
Claude Fauriel. Alle origini della comparatistica
br. Sainte-Beuve lo definì "l'iniziatore segreto" degli spiriti più eletti del tempo: tale fu Claude Charles Fauriel (1772-1844), noto in Italia soprattutto per esser stato l'interlocutore privilegiato di Manzoni. Questo libro, che si propone come prima monografia italiana complessiva su un vero maestro degli intellettuali d'Europa, offre al lettore un percorso attraverso la sua poliedrica ed instancabile attività, che ne fa un pioniere della comparatistica letteraria e linguistica: dal giudizio accorto sul saggio "De la littérature di Madame de Staël" alle traduzioni di Baggesen, Berchet e Manzoni; dal contributo alla causa dell'indipendenza greca alle ricerche di linguistica romanza. Coniugando lo studio appassionato delle lettere a un profondo interesse per l'uomo, Fauriel declinò in modo personale la combinazione di cultura e politica, di studio letterario e impegno civile, tipica del gruppo di "Idéologues" di cui fece parte e poi del grande movimento romantico. Ne emerge la figura di un intellettuale di prim'ordine, la cui ricerca rispose anche a meditate esigenze morali.
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Ackermann K. (cur.); Winter S. (cur.)
Spazio domestico e spazio quaotidiano nella letteratura e nel cinema dall'Ottocento a oggi
ill., br. Il tema dello spazio domestico rientra in quel recente ripensamento della spazialità che ha preso il nome di spatial turn. Lo spazio interiore della casa è considerato, da una parte, come luogo dell'autoriflessione, avviando così la nascita del soggetto moderno; dall'altra, ridotto a luogo di isolamento, stagnazione e d'immobilità, è svalutato a favore dello spazio urbano. Il presente volume raccoglie studi sul concetto e sulla funzione della casa nel romanzo italiano dell'Ottocento (Nievo, Verga, Marchesa Colombi, Neera), nella narrativa moderna e contemporanea (Sciascia, Camilleri, Agus, Scego, Falco, Ammanti e altri giovani narratori), nel teatro di Antonelli, nel cinema degli anni Cinquanta e nell'ultima poesia femminile (Anedda, Biagini).
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Fetz Alessia
La narrativa del primo Bilenchi. Adolescenza, scrittura e riflessioni metaletterarie
br. Romano Bilenchi (Colle di Val d'Elsa 1909 - Firenze 1989) è un autore realista affascinato dal vissuto dei suoi giovani protagonisti, i quali giungono man mano, attraverso le loro piccole esperienze quotidiane, a una maggiore consapevolezza del reale. A tale tematica corrisponde una prosa narrativa che scorre in modo quasi inavvertibile verso la realizzazione finale. L'autrice del presente saggio si interroga sulla provenienza di questo particolare stile narrativo, esamina alla luce delle teorie freudiane i processi psichici dei protagonisti bilenchiani, ma avverte che non si possono separare i contenuti dalla scrittura, perché i primi passano attraverso il filtro della scrittura e vanno analizzati anche e soprattutto in rapporto ad essa. Considerando quindi il testo come totalità discorsiva, l'autrice mostra come Bilenchi abbia risolto la problematica narrativa del narratore moderno.
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Spaggiari William
Carducci. Letteratura e storia
br. Il volume riunisce dieci contributi su alcuni momenti significativi dell'esperienza umana e intellettuale di Giosuè Carducci. Sulla scorta di carteggi, documenti, testimonianze e della ricca pubblicistica coeva vengono indagate le connessioni fra poesia e vita civile, prima e dopo l'Unità: il libro politico di "Juvenilia", l'invettiva giambica di "Dopo Aspromonte", le delusioni del primo periodo post-unitario, le molteplici prese di posizione pubbliche, le accensioni polemiche del ciclo di sonetti di "Ça ira". Particolare attenzione viene anche riservata ai legami di Carducci con la cultura classica (il lungo amore per Virgilio, fino al memorabile discorso mantovano del 1884) e con la tradizione letteraria italiana, da Petrarca (l'edizione del Canzoniere nel 1899) ai moderni (gli studi su Parini, il mito di Foscolo). Altri sondaggi sono poi dedicati ai luoghi della poesia e alle relazioni di Carducci con figure eminenti del suo tempo, da Tommaseo a Pascoli, col mondo dell'università e della scuola e con editori, allievi, collaboratori. Chiude il volume una riflessione su uno snodo centrale della fortuna critica del poeta nel Novecento.
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Danelon Fabio
Percorsi critici nel Settecento e nell'Ottocento
br. Il volume, composto di dodici saggi, propone quattro percorsi di studio e di analisi letteraria: lo svilupparsi dell'attività storiografico-letteraria a inizio Settecento nell'atmosfera della Repubblica delle lettere d'impronta muratoriana; la riflessione critica e storiografico-letteraria ottocentesca, anche in chiave di continuità e discontinuità rispetto a quella settecentesca; l'analisi di aspetti rilevanti, tematici e storico-stilistici, di romanzi italiani (Promessi sposi e Fede e bellezza), nonché della loro fortuna e influenza; l'attività di pubblicista e poeta di Niccolò Tommaseo. Percorsi autonomi, ma legati dall'intento comune di seguire alcuni momenti nodali nella trasformazione dell'agire letterario nel passaggio dalle società d'antico regime alla modernità.
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Van den Bossche B. (cur.); Bonciarelli S. (cur.)
La collaborazione artistica nella letteratura italiana del Novecento
br. "Nei vari programmi di rivoluzione estetica lanciati dalle cosiddette avanguardie storiche del primo Novecento, un posto di rilievo spetta all'attenzione a nuove forme d'espressione interartistica che in non pochi casi sconfina nell'esigenza di superare le divisioni fra le varie discipline artistiche. L'obiettivo principale di molti movimenti d'avanguardia è di ridefinire in modo radicale le funzioni sociali e culturali dell'arte, generando le condizioni per un'arte al passo con i tempi, capace di dar voce ad inquietudini ed entusiasmi suscitati da una fase di rapida e massiccia modernizzazione che le società occidentali stanno attraversando tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento. Da un tale obiettivo generale quanto ambizioso - deriva la necessità non solo di una tabula rasa espressiva all'interno di singole discipline artistiche, ma anche un'eliminazione e una trasgressione attiva delle rigide distinzioni fra generi e settori artistici. Queste distinzioni sono percepite come il risultato di un'istituzionalizzazione accademica e sociale dell'arte che non solo costringe la creatività artistica nelle paratie stagne delle varie discipline (imponendo per l'appunto una "disciplina" agli artisti), ma che impedisce all'arte anche di dare forma e voce alle complesse implicazioni esperienziali ed antropologiche della modernità trionfante." (dall'introduzione di Vart van den Bossche e Sarah Bonciarelli)
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Perrone D. (cur.); Tedesco N. (cur.)
Letteratura, musica e arti figurative tra Settecento e Novecento
br. "In questo volume sono riunite le quattordici relazioni della sezione Letteratura, musica e arti figurative tra Settecento e Novecento in Italia, parte integrante dei volumi che riuniscono tutte le relazioni presentate al Convegno Internazionale L'Italia e le arti, svoltosi a Salisburgo dal 5 all'8 settembre 2012. A partire dalla peculiare attenzione rivolta allo specifico della presenza di Metastasio a Malta e dell'uso dei libretti d'opera italiani tradotti in romeno si offre al lettore una illustrazione significativa del dialogo tra letteratura e musica. Il privilegiamento di tale rapporto coinvolge l'interpretazione di opere di D'Annunzio, Montale Ungaretti e Zanzotto fino a giungere all'esame della scrittura tra prosa e musica di Magrelli, Benni e del connubio musica e versi in Mauro Sambi. Scorrono inoltre, nelle pagine critiche degli studiosi, le convergenze letterarie e artistiche riscontrabili in Boito, Migliaro, Serao, Mazzolani, Sciascia. Una relazione specifica è dedicata alla poetica pittorica nella narrativa di Consolo. Mentre in quella dedicata a Joppolo si mette in evidenza l'originale rapporto che si stabilisce ricorrendo, con modalità sinestetiche tra letteratura e pittura, a più codici espressivi." (dalla premessa di Natale Tedesco)
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Trapassi L. (cur.); O'Connel D. (cur.)
L'arte della scrittura delle vite. Contesti auto-biografici e autobiografismo nella letteratura italiana
br. Il volume si propone come spazio di riflessione critica su autobiografia e autobiografismo intorno alla figura e al mito dell'artista. Vi si analizzano narrazioni e testi che nell'arco della storia della letteratura italiana dal Trecento fino alla contemporaneità - progettano, inventano, falsificano, costruiscono, ricostruiscono o decostruiscono un destino artistico. In questo contesto teorico-critico, in Italia e altrove, si inquadrano gli studi intorno alla scrittura auto-biografica, alla rappresentazione letteraria delle vite degli artisti, autobiografie di artisti come narrazione storica e riscrittura della storia ufficiale, su aspetti tematici e modalità stilistiche nella auto-rappresentazione del percorso artistico individuale. sezioni: 1) Figure di artisti - auto-rappresentazioni; 2) Dialoghi auto-biografici tra scrittori; 3) Lo sguardo memoriale delle scrittici del Novecento; 4) Poeti e autobiografismo: esperienze novecentesche.
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Bellardi Marco
Uno smisurato equilibrio. La narrativa sperimentale di Giuseppe Pontiggia
br. La scrittura letteraria di Giuseppe Pontiggia è maturata a partire dal fermento culturale legato alla rivista "il verri" di Luciano Anceschi ed è passata per un distanziamento dalle posizioni del Gruppo 63, con la definizione di uno stile di classica misura, per giungere agli originali esiti dell'ultima produzione. Il saggio entra nell'analisi dettagliata dei testi sintetizzando gli elementi principali della narrativa e dello stile pontiggiani con un linguaggio chiaro e accessibile, e mostra il valore umano e letterario di un'esperienza artistica ancora non pienamente accolta nel canone letterario contemporaneo. Ne emerge l'immagine di uno scrittore tra i più significativi del secondo Novecento, un vero maestro per chi l'ha conosciuto, un ispiratore per chi lo affronterà domani.
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Giannantonio Valeria
Giulio Salvadori nel mondo delle idee
br. Il volume si propone di illustrare la vicenda umana e psicologica di Giulio Salvadori, una singolare figura di poeta e di intellettuale che, dagli anni della partecipazione alla "Cronaca bizantina" fino all'insegnamento presso l'Università Cattolica di Milano, ebbe modo di intrecciare il proprio profilo culturale con quello di molti intellettuali coevi, nel clima incandescente della letteratura della seconda metà dell'Ottocento, in cui l'ideale si contrappone al reale. Sostenuto da una profonda sensibilità religiosa. Giulio Salvadori si mosse nell'arringo letterario del tempo con una singolare versatilità, attento tanto all'aspetto letterario della propria formazione, quanto a quello religioso della sua sensibilità. La sua produzione poetica, che risente di influssi carducciani e pascoliani, fu coeva a quella dannunziana, entro un comune protagonismo culturale nell'ambito della "Cronaca bizantina", che gli valse - per l'appunto - l'attributo di "bizantino". La sua conversione religiosa rappresenta un approfondimento della propria formazione umana, oltre che un rinnovamento della coscienza, il che fa di Salvadori uno dei più singolari interpreti della cultura religiosa e, in senso lato, italiana di fine Ottocento.
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De Robertis Domenico; Becherucci I. (cur.)
Gli studi manzoniani
br. Questa postuma raccolta degli studi manzoniani di Domenico De Robertis colma una lacuna nel corpo della sua imponente bibliografia e adempie a un desiderio più volte espresso ai suoi intimi. La necessità di aggiornare i rinvii al testo del "Fermo e Lucia" sulla base della moderna edizione critica, promossa dalla Casa del Manzoni, impedirono la realizzazione del progetto: il quale finalmente può vedere la luce coi necessari conguagli delle citazioni che rendono rapida e funzionale la verifica dei passi e delle informazioni filologiche dallo studioso empiricamente ricavate nelle carte autografe delle varie redazioni del romanzo e ora restituite integralmente nei volumi della moderna edizione di riferimento. La recente uscita anche dell'edizione critica della tappa intermedia degli "Sposi promessi" conferma, assieme alla precedente del "Fermo e Lucia", tutti i risultati critici dello studioso e potenzia quel suo metodo di lavoro basato sulla lettura della documentazione manoscritta come primo serbatoio del segreto della poesia di ogni autore. I dieci saggi, bipartiti nelle due sezioni della poesia e della prosa in cui naturalmente si dispongono, assieme ai paralleli elzeviri, usciti sul quotidiano "Il Tempo", che ne rappresentano un finissimo distillato, e qui riproposti nell'"Appendice", testimoniano la quasi trentennale frequentazione di Domenico De Robertis di tutta l'opera artistica del Manzoni, circoscritta nella sua piena maturità professionale...
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Fucarino Carmelo
Se nulla cambiò. I garibaldini a Prizzi
ill., br. Il saggio vuole essere una rilettura dell'impresa garibaldina dalla prospettiva della microstoria, per risalire da questa alla macrostoria raccontata dagli Storici nazionali. Avviando l'analisi dal celebre aforisma gattopardiano "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", il saggio ricostruisce il progetto della spedizione garibaldina, a partire dall'idea leggendaria di Garibaldi stesso. Sono documentati i numerosi sbarchi in diverse parti dell'isola, a supporto e accanto a quello dei Mille, e sono analizzate la prospettiva insurrezionale e le atrocità fratricide di guerra civile, evidenziando le motivazioni sociali tradite che portarono all'eccidio di Bronte. A riprova della diffusione di rivolte anti-garibaldine, oltre a quella di Bronte di recente riscoperta e alle numerose altre note, si commenta l'insurrezione abortita di Prizzi, paese al centro della Sicilia sicana, ante litteram rispetto a tutte le altre. Ne segue la pars construens avvenuta nel paese, ovvero l'analisi da un punto di vista socio-economico della partecipazione popolare alla conquista dell'isola. Viene infine analizzato l'organigramma dell'amministrazione comunale di Prizzi, con un raffronto sinottico e analitico tra l'anteriore struttura consiliare borbonica e la nuova nata dall'annessione e insediatasi con il governo savoiardo. Corredano il percorso le schede dei garibaldini prizzesi e una bibliografia certamente nuova nel contesto delle recenti celebrazioni unitarie.
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Varone Giuseppe
I sensi e la ragione. L'ideologia della letteratura dell'ultimo Vittorini
ill., br. Questo studio intende esplorare la figura e l'opera di Elio Vittorini colta nel periodo compreso tra gli anni immediatamente successivi alla chiusura della rivista "Il Politecnico" e la morte dello scrittore, con lo scopo di documentare la sua composita attività narrativa, critica ed editoriale, di riflesso alla nascita di opere e iniziative destinate a divenire indicative della sua inesausta ricerca di una ideologia della letteratura nel clima culturale del secondo Novecento. Il non-finito, l'opera aperta, come il fenomeno della riscrittura - studiati, tra altri fattori, su documenti editi e inediti - rappresentano, accanto a progetti come il "numero zero" della rivista "Gulliver" e gli appunti de "Le due tensioni", non un punto di arrivo, bensì di rinnovata partenza: lavorare per una utopia, una nuova Letteratura a tensione razionale, e crederla possibile nel divenire storico.
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Murgia Sara
L'itinerario poetico di Antonio Rossi. Visioni post-moderne della realtà tra frammentazione, straniamento, caos e perturbazione
br. Il poeta contemporaneo svizzero di lingua italiana Antonio Rossi si ritaglia uno spazio autonomo all'interno del panorama poetico contemporaneo. Dalle sue tre raccolte poetiche, "Ricognizioni", "Diafonie" e "Sesterno", emergono i particolari minimi più sfuggenti, caotici e disarmonici del reale : al di sotto della superficie, tutta la materia appare un impasto disomogeneo di elementi, "una spedita mescola", "un circuito prossimo al perturbato" in cui moti nascono misteriosamente, alterando e scomponendo perennemente le cose, e svanendo nel nulla in uno spazio e in un tempo immobilizzati. I testi di Rossi evocano, allo stesso tempo, la disumanità e la superficiale, ingannevole apparenza dell'epoca contemporanea in cui ogni cosa è ridotta a oggetto e scorre su uno "schermo" che "distrae". La caratteristica originale di questa poetica è la nominazione allusiva degli oggetti, che oscilla tra precisione e indeterminatezza, per cui alla fine i referenti reali non sono individuabili: sono "profili", "superfici", cioè forme, a significare che il reale è uno "sfondo" confuso e indistinto.
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Savoia F. (cur.)
«Favellare ai lontani». Tipologie epistolari tra Sette e Ottocento
br. Adottando una prospettiva liberamente tipologica questa raccolta di saggi esplora la grande varietà di impieghi, forme e registri espressivi che lo scriver lettere assunse in Italia fra il Settecento e il primo Ottocento. Pur appuntandosi su argomenti, casi ed autori particolari della letteratura e cultura epistolare italiane del periodo (Gian Maria Ortes, Giuseppe Baretti, Pietro Chiari, Saverio Bettinelli, Carlo Innocenzo Frugoni, Francesco Algarotti, Pietro e Alessandro Verri, Gaspare Luigi Oderico, Francesco Carrega, Elisabetta Mosconi Contarini, Niccolò Tommaseo), i vari contributi si offrono - nel loro complesso - come un'indagine diacronica e trasversale. Al sondaggio dei motivi sottostanti a singole raccolte di lettere o ad usi particolari del genere epistolare, si accompagna la riflessione teorica e l'illustrazione delle ragioni che ne hanno stimolato la trattazione da parte degli studiosi. Il volume intende arricchire la letteratura critica degli ultimi dieci o quindici anni che si è occupata, sempre più coscientemente, della centralità della scrittura epistolare nella vita sociale, culturale, politica ed economica, sia locale che nazionale e sovranazionale dei secoli diciottesimo e diciannovesimo.
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Santiloni M. (cur.)
Stanislao Nievo a Roma. Narrativa e cultura del secondo Novecento
br. Stanislao Nievo, discendente del grande Ippolito, è stato uno dei protagonisti del secondo Novecento. Dopo un periodo vissuto all'ombra, anche stilistica, del proprio avo, la sua scrittura ha intrapreso un personalissimo percorso, un viaggio, e non è solo un modo di dire: i suoi scritti nascono in luoghi lontani, e soprattutto allora poco frequentati, come la Papua Nuova Guinea, con le sue isole, e la New Ireland, dove Nievo insegue una storia ottocentesca di immigrazione europea. Nel corso della sua carriera letteraria Stanis viaggia in tutto il mondo, fino all'Antartide, ma il luogo a cui è più legato resta Roma: è lì che poggia la valigia, ogni volta che torna in Italia; alla Roma, caput mundi, alla Roma città eterna è dedicata l'ultima sua opera, Canto di Pietra. Al legame viscerale e profondo di Stanislao Nievo con la Capitale è dedicato anche questo volume. All'interno vari contributi di importanti letterati ed esperti di letteratura italiana: Giorgio Patrizi: Stanislao Nievo nella Roma del "boom": società, cultura e politica Fabio Pierangeli: Volti di Roma femminile. Mater Matuta contro Circe nell'Aurora di Stanislao Nievo Anna Pozzi: Stanislao Nievo al Premio Strega Ugo Olivieri: Stanislao Nievo e il paesaggio Giulio de Jorio Frisari: Canto di pietra: gli archetipi Alberto Manodori Sagredo: Le immagini fotografiche del Canto di Pietra Sabino Caronia: Gli ultimi cavalieri dell'Apocalisse.
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Battig von Wittelsbach K. E. (cur.)
Sul confine. Interferenze letterarie franco-italiane
br. Nazioni vicine, cugine; nazioni nemiche-amiche. Da sempre Italia e Francia si occhieggiano al di là e al di qua delle Alpi, un po' gelose un po' ammirate, come tra amanti. Si studiano, si imitano, si "scambiano" genio, bellezza, arte, idee, letteratura e anche la lingua; si pensi a quante parole francesi sono ormai entrate far parte dell'italiano. Di questo antico e fitto legame e intreccio di culture, questo volume indaga le interferenze nelle letterature dei due paesi. Composto da cinque saggi discussi durante la conferenza della American Association of Teachers of Italian (AATI) che si è tenuta a Strasburgo nel 2013, il libro può essere idealmente diviso in due sezioni: la prima analizza l'influenza della lingua francese su alcune opere prodotte in Sicilia, mentre la seconda studia il ruolo della lingua italiana all'estero nei secoli scorsi. Nello specifico, il saggio di Chiel Monzone analizza i francesismi presenti nell'opera del poeta siciliano Domenico Tempio, Daniela Bombara ha svolto un'analisi del Romanticismo in Sicilia partendo dalle riscritture di Paul et Virginie, mentre Elisabetta Gaia Guarasci ha incentrato il suo lavoro sull'influenza che Stendhal e Baudelaire hanno avuto su Tomasi di Lampedusa. La seconda sezione è composta dal saggio di Simone Ventura, che analizza le prime traduzioni transalpine del Decameron, e dall'intervento di Emanuela Pecchioli in cui si discute l'influenza che l'artista-attore italiano del Settecento Antonio Riccoboni ha avuto su Diderot.
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De Liso D. (cur.); Giglio R. (cur.)
C'era una volta la terza pagina. Atti del Convegno (Napoli, 13-15 maggio 2013)
br. C'era una volta la terza pagina... ma quando nacque questa mitica e ormai decaduta terza pagina? La mitologia giornalistica ne assegna l'invenzione ad Alberto Bergamini, direttore del "Giornale d'Italia": era l'11 dicembre 1901. Un avvio casuale: la terza pagina nacque per "fare colpo", per costruire giornalisticamente un "grande avvenimento" quale la prima a Roma, al teatro Costanzi, della Francesca da Rimini di Gabriele D'Annunzio con la compagnia della Duse. Quattro redattori per relazionare e descrivere una serata speciale: un grosso titolo disteso su tutte le colonne, un'intera pagina che, da quel giorno fece scuola e unì la materia letteraria, artistica e affine in una sola pagina, distinta, quasi avulsa da tutte le altre. Dapprima questo spazio fu incerto poi si affinò e affermò sempre più accogliendo rubriche letterarie, artistiche, mondane, scrittori affermati, corrispondenze internazionali che narravano bellezze e costumi di paesi lontani. Sulla terza pagine trovarono spazio scrittori come Tabucchi, Moravia, Ungaretti, Pasolini e molti altri ancora. Questo il dibattito del congresso napoletano del maggio 2013.
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Negro M. Grazia
Il mondo, il grido, la parola. La questione linguistica nella letteratura postcoloniale italiana
br. Questo volume analizza la Letteratura postcoloniale in lingua italiana (PLIL) che, dopo un lungo e contrastato processo di decolonizzazione, non è emersa in modo canonico. Infatti, la caduta del fascismo e la perdita dei domini coloniali hanno "congelato" la PLIL, che ha trovato un alveo di dispiegamento solo a partire dai primi anni '90, all'interno della Letteratura italiana della migrazione (LIM). Oggetto di ricerca è, quindi, la dialettica tra questi due filoni letterari e la definizione di scrittore postcoloniale, sia in senso stretto che allargato, senza dimenticare gli autori contemporanei italiani di argomento coloniale. Dopo aver tracciato una linea di sviluppo temporale e tematico, l'analisi si concentra sul piano linguistico e analizza l'uso e il significato del plurilinguismo nel corpus di scrittori postcoloniali in senso stretto, la loro relazione con l'italiano come lingua di scrittura a livello personale e metaletterario, e infine l'articolazione e l'importanza dell'oralità nelle loro opere.
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Episcopo Giuseppe
L'eredità della fine. «Gravity's rainbow» di Thomas Pynchon e «Horcynus Orca» di Stefano d'Arrigo
br. "L'eredità della fine" è un'incursione nei territori dell'immaginario bellico, percorsi da alcune importanti narrazioni del Novecento. Attraverso un'attenta e originale lettura de "L'arcobaleno della gravità" di Thomas Pynchon e "Horcynus Orca" di Stefano D'Arrigo, il libro approfondisce il processo di elaborazione simbolica della Seconda guerra mondiale nella piena maturità novecentesca; entrambi si distaccano dalla tradizione del metaromanzo storiografico e costituiscono un dittico a parte. "L'arcobaleno della gravità" e "Horcynus Orca" si dimostrano libri necessari per l'interpretazione del tema della rappresentabilità della guerra, che per Pynchon e D'Arrigo è un esplicito processo di fondazione di un nuovo tempo. Il conflitto raccontato in "L'arcobaleno della gravità" e "Horcynus Orca" rappresenta un nuovo capitolo della letteratura del XX secolo: un'indagine su ciò che è vivo e ciò che è morto della Seconda guerra mondiale e l'eredità di lunga durata delle due guerre novecentesche.
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Pîrvu E. (cur.)
La lingua e la letteratura italiana in prospettiva sincronica e diacronica. Atti del 7° Convegno internazionale di italianistica (Cracovia, 19-20 settembre 2013)
br. "Nel mese di febbraio 2014, incoraggiati dal successo dei precedenti cinque convegni internazionali di italianistica dell'Università di Craiova e sostenuti dall'infaticabile dottor Marco Oletti, abbiamo proposto - su suggerimento di alcuni membri del comitato scientifico dell'evento l'organizzazione di un nuovo convegno di italianistica, dal titolo 'La lingua e la letteratura italiana in prospettiva sincronica e diacronica'. L'Ambasciata d'Italia in Romania, l'Istituto Italiano di Cultura 'Vito Grasso' di Bucarest e la Società Dante Alighieri - Sede Centrale di Roma - hanno subito aderito alla proposta e ci hanno offerto il loro patrocinio." (Dalla Premessa)
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Santiloni M. (cur.)
I due secoli di Nievo. Ascendenze e reminiscenze sette-ottocentesche
br. Il volume raccoglie gli Atti della Giornata di Studio svoltasi il 19 novembre 2014 presso l'Università degli Studi "Tor Vergata".
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Baldacci Alessandro
Giorgio Caproni. L'inquietudine in versi
br. L'allegoria della vita a cui Giorgio Caproni dà forma nei suo originalissimo percorso di artigiano della parola - dagli, esordi, sotto il segno di una inquieta sintesi fra tradizione e modernità, sino alla maniera "estrema" della sua stagione tarda - viene qui ripercorsa per intero, ponendo al centro della riflessione il peso decisivo che la Resistenza svolge nella vita e nell'opera dell'autore. Alessandro Baldacci predispone così il percorso di una scrittura dalla vocazione malinconica, dichiaratamente stoica, che pur percorrendo i luoghi della morte e del negativo rimane sempre ancorata alla concreta esperienza del vivere e al desiderio di comunicare con il proprio lettore, investendo nella poesia nel secolo della sua progressiva marginalizzazione culturale e sociale, come strumento di verità ed etica.
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Di Nardo M. (cur.); Gialloreto A. (cur.)
«Nel centro oscuro dell'incandescenza». Studi in onore di Giancarlo Quiriconi
br. "La scelta di concedere alle dissertazioni sulla poesia un'estensione maggiore nell'economia del libro risponde a un criterio di fedeltà rispetto alle predilezioni di lettura e agli interessi scientitici di Giancarlo Quiriconi, le cui propensioni all'explication du texte sono maturate in accordo ai ritmi della parola poetica. Una parola poetica che, tra indugi meditativi e repentine accensioni, ha segnato sul quadrante del secolo scorso i rintocchi di quel Tempo maggiore cui la teoresi e il sentimento ermetici hanno ricondotto le aspirazioni e gli esami di coscienza dell'uomo novecentesco." (Dalla Premessa).
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Santiloni M. (cur.)
Stanislao Nievo e le scritture di viaggio. Atti della giornata di studio (Roma, 15 aprile 2015)
br. "Il Convegno Nievo che qui si presenta è quello giunto alla quinta tappa. E, sempre più, di un percorso si tratta, lungo un cammino segnato dalla collaborazione continua e costante, intensa e estesa, della Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo con l'Università di Roma "Tor Vergata". Ippolito, dunque, e Stanislao ovvero Stanìs, come ormai tutti noi lo chiamiamo per familiarità crescente e non solo per troppo indebita confidenza. A Stanìs è dedicato questo volume, alle sue 'storie di viaggio', che rendono il Viaggio una vicenda vitale, degna di essere raccontata e, quindi, una Storia. Ma Stanìs ci insegna che anche la Storia si concretizza, attraverso lo Stile del racconto, nella forma del Viaggio. I contributi qui raccolti indagano il tema centrale da molti e variegati punti di vista e con molte e variegate cornici ermeneutiche. Il risultato è, ancora una volta, un acquisto sicuramente originale che, mentre tributa al pronipote di Ippolito un giustificato riconoscimento, esalta l'ininterrotta attività poietica dei Nievo" (dall'Introduzione di Rino Caputo).
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Contarini S. (cur.); Marras M. (cur.); Pias G. (cur.)
Nuove (e vecchie) geografie letterarie nell'Italia del XXI secolo
br. Negli ultimi decenni molti studiosi sono stati affascinati dalla geografia letteraria, che trova le sue radici in alcune tra le più importanti riflessioni novecentesche, da "Geografia e storia della letteratura italiana" di Dionisotti, fino all'"Atlante del romanzo europeo" di Franco Moretti. Il rapporto tra geografia e letteratura ha conosciuto così un crescendo di studi interdisciplinari che ancora oggi invitano ad approfondire il tema seguendo nuovi percorsi. Il volume raccoglie un gruppo di saggi di ricercatori italianisti, provenienti non a caso da orizzonti geografici diversi, che si concentrano soprattutto sulla letteratura italiana del XXI secolo per rispondere ad alcune domande. E ancora incisivo l'elemento geografico-culturale nella produzione italiana più recente? In che misura incide il radicamento o lo sradicamento da territori di origine, di transito e di approdo? Le riflessioni convergono su autori contemporanei come Igiaba Scego, Francesco Biamonti, Giorgio Falco, Nicola Lagioia e Christian Raimo, per citarne solo alcuni; ogni testo comunica problematiche identitarie, siano esse individuali o collettive, e ciò che li accomuna è una visione della geografia letteraria non come radice che lega e impedisce, ma come nutrimento dell'immaginario.
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Pozzi Rosanna
Mario Luzi lettore dei poeti italiani del Novecento
br. Mario Luzi per tutta la vita ha affiancato alla sua attività poetica l'indagine critica, con saggi, note e recensioni. Per la prima volta in questo volume vengono analizzati tutti gli scritti che Luzi ha dedicato ai poeti del Novecento: dagli amati autori dei primi del secolo (Campana e Rebora su tutti), ai maggiori protagonisti (Ungaretti e Montale), per arrivare fino ai suoi contemporanei. Ne scaturisce un percorso interessante, che mostra le capacità di ascolto e di osservazione di un grande interprete della cultura del secolo scorso, spesso con prospettive e giudizi originali nonché segnati dal proprio modo di intendere la poesia. Il lavoro costituisce un'importante documentazione: Rosanna Pozzi ha recuperato articoli spesso "sommersi" in vecchi periodici, mai raccolti dall'autore e sconosciuti nella sua bibliografia.
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