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‎Silvi D. (cur.)‎

‎Tra le sudate carte. Documenti inediti su Giacomo Leopardi‎

‎br. Durante la sua lunga vita Padre Clemente Benedettucci (1850-1949), sacerdote e importante figura pubblica di Recanati, intrattenne fitte corrispondenze con studiosi, critici ed editori del suo tempo. Tra le pagine di questo corpus spiccano i materiali leopardiani: Benedettucci fu infatti acuto critico dell'opera di Giacomo, mantenendo ottimi rapporti con la famiglia Leopardi. Ciò gli permise di consultare fonti e manoscritti originali e di portare avanti negli anni un lungo lavoro di trascrizione e analisi dell'opera leopardiana, sfociato in diversi commenti ed edizioni critiche. Tre studiosi, sotto la direzione di Daniele Silvi, hanno rinvenuto e analizzato, all'interno della Biblioteca Benedettucci, materiali inediti che ci restituiscono, attraverso i testi di Padre Clemente, un Leopardi diverso, più "familiare" e "autentico". Saggi di Daniele Silvi, Lorenzo Demma, Daniele Guadagno e Marco Parolari.‎

‎Garibaldi Giuseppe‎

‎Fare l'Italia. Lettere e e proclami‎

‎br. Si diceva un tempo di qualcuno, scandalizzati, "ha parlato male di Garibaldi!", tanto era l'amore dell'italica collettività per "l'eroe dei due mondi", artefice primo dell'Unità del nostro paese. Da molti fu però criticato per averlo consegnato alla monarchia piemontese, dicendo, con tragica coscienza della contraddizione, il suo famoso "Obbedisco!". Di questo gesto egli stesso ebbe a pentirsi, deluso del nuovo ordine, esiliandosi volontariamente nella piccola isola sarda di Caprera. Socialista, fu universalmente famoso, e per decenni uno dei personaggi più amati dagli europei. Le sue azioni vennero cantate dai rivoluzionari di ogni paese. Il suo volto servì di simbolo, dopo il 1945, per l'unità delle sinistre. Oggi, nel disastro della nostra scuola e nella dimenticanza del nostro passato e dei suoi personaggi più alti, è sacrosanto che lo si riscopra e che se ne consideri l'esempio. Viva Garibaldi! Prefazione di Renato Zangheri.‎

‎Pavese Cesare; De Martino Ernesto; Angelini P. (cur.)‎

‎La collana viola. Lettere 1945-1950‎

‎br. È il 1945 quando Cesare Pavese ed Ernesto de Martino iniziano a scriversi e a discutere del progetto di una collana editoriale. Argomento dei loro fitti scambi è quella che prenderà il nome di «Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici» dell'editore Einaudi - trasferita poi nel 1957 alla Boringhieri -, la «collana viola» che ebbe il merito di introdurre in Italia scienze fino allora pressoché sconosciute: l'etnologia e la storia delle religioni, la psicologia religiosa e lo studio dei dislivelli culturali. La collana fu un successo - si inseriva al momento giusto nell'ambiente culturale della ricostruzione affamato di novità e fortemente ricettivo -, ma fu anche motivo di scandalo, posta sotto accusa da destra dai crociani, e da sinistra dai comunisti più ortodossi. Pavese e de Martino si difendono dalle accuse e innescano una discussione di straordinaria importanza da cui emergono i punti chiave di quel dibattito tra politica e cultura che caratterizzò il dopoguerra, in uno scambio intellettuale e umano che sarà interrotto dalla tragica morte di Pavese, ma che non segnerà la fine della fortuna della ormai mitica «collana viola». A distanza di vent'anni dalla prima edizione, "La collana viola" viene riproposto con una nuova prefazione, nuove note editoriali e alcune lettere inedite che svelano ulteriormente i retroscena del laboratorio intellettuale della serie di studi che ha fatto conoscere al grande pubblico autori come Jung, Kerényi, Propp, Durkheim, Malinowski e tanti altri.‎

‎Perrin Joseph-Marie; Thibon Gustave‎

‎Simone Weil. Come l'abbiamo conosciuta‎

‎br. È un'impresa tutt'altro che agevole descrivere e comprendere in tutta la sua portata la complessa figura di Simone Weil. Gli autori, che l'hanno conosciuta e frequentata, in questo libro ne raccontano la vicenda umana e intellettuale attingendo all'esperienza di un cammino condiviso, a una comune passione di ricerca, a momenti di intesa a volte profonda, a volte faticosa. Queste pagine ci restituiscono la figura di una donna che porta in sé le inquietudini del Novecento. Nessun libro mai ha saputo presentare una Simone così viva e così intensa, perché, come sosteneva Kierkegaard, "solo i libri di prima mano hanno la fragranza del pane appena sfornato".‎

‎Leibniz Gottfried Wilhelm; Preti G. (cur.)‎

‎Monadologia‎

‎br. 1. La Monade, di cui parleremo qui, è una sostanza semplice che entra nei composti; semplice, ossia senza parti. 2. Ed è necessario che vi siano sostanze semplici, poiché vi sono dei composti; infatti il composto non è altro che un raggruppamento o un aggregatum di sostanze semplici. 3. Ora, là dove non vi sono parti, non vi è estensione, né figura, né divisibilità possibile. E queste monadi sono i veri atomi della Natura e, detto in breve, gli elementi delle cose. 4. Non bisogna dunque temere che una sostanza semplice si dissolva, e non è in alcun modo concepibile che possa naturalmente perire. 5. Per la stessa ragione non è in alcun modo concepibile che una sostanza semplice possa iniziare naturalmente, poiché non potrebbe esser formata mediante composizione. 6. Si può dunque dire che le monadi possono iniziare e finire unicamente all'improvviso, ossia che possono iniziare unicamente per creazione e finire per annientamento, mentre invece ciò che è composto inizia o finisce parte dopo parte. Con uno scritto di Fabio Minazzi.‎

‎Tambini Saul‎

‎Nommer Dieu‎

‎br. «La ricerca mette in luce l'itinerario con cui il filosofo francese ha definito i tratti di un'originale trama metafisica e di un'articolata ermeneutica applicata alle Scritture Sacre. È difficile non riconoscere in esse un'occasione per il pensiero trinitario, affinché conferisca alla sua stessa teorizzazione un adeguato sfondo di credibilità. Le pagine di questo volume prendono anche in considerazione alcune questioni teologiche affrontate direttamente dal filosofo di Valence, soprattutto quelle attinenti alla denominazione divina. Si tratta di tematiche che realizzano un'abbozzata, ma per nulla insignificante, teologia, in cui non è difficile riconoscere la pertinenza per le ricerche trinitarie. Lo studio, inoltre, evidenzia il quadro globale dell'acquisizione del pensiero ricoeuriano in ambito di teologia sistematica: da esso si evince quanto e in che modo la teologia del mistero di Dio abbia già beneficiato del contributo filosofico e teologico del pensatore francese, ma quanto oltremodo essa potrebbe ancora recepire dal suo pensiero ontologico-ermeneutico, dalle sue considerazioni metafisiche e dai suoi contributi teologici ed esegetici».‎

‎Galardi Fernando‎

‎Camillo Sbarbaro‎

‎ill., br. Camillo Sbarbaro (S. Margherita Ligure 1888-Savona 1967) tra i maggiori poeti del Novecento, è qui raccontato nella sua intimità resa oggettiva tramite ricchezza di documenti, lettere, fotografie. A questi fa da contrappunto l'intensa lunga intervista alla sorella Lina (Clelia Sbarbaro detta Lina), raccolta dall'Autore e per la prima volta presentata al pubblico, dove si narra tra l'altro, con testimonianza diretta, come nacquero alcuni volumi del Poeta. Due lettere inedite di Camillo Sbarbaro sono gli ultimi scritti del Poeta a pochi giorni dalla morte.‎

‎Punzo Luigi‎

‎Antonio Labriola. Filosofia della praxis e impegno politico e civile‎

‎br. Il volume raccoglie - parzialmente modificati, ove necessario, nella forma, ma non nei contenuti - alcuni lavori sul pensiero di Labriola già pubblicati in riviste o in opere collettanee. Oltre ai temi connessi alla concezione del diritto e dello Stato - argomenti classici, ma non sufficientemente approfonditi nel dibattito storiografico - sono riproposti all'attenzione del lettore alcuni aspetti del pensiero del filosofo cassinate che possono stimolare ulteriori sviluppi e approfondimenti, come quelli relativi alla teoria dell'epigenesi nella conoscenza storica e alla sua ricaduta sulla visione filosofica ed etica del pensiero contemporaneo, oppure ancora il problema dell'utopia, analizzato non solo in rapporto o in contrapposizione all'ideologia, ma come possibile modalità di comprensione del processo storico. Infine, Pensiero unico e globalizzazione, che conclude la raccolta, rappresenta il tentativo, appena accennato, di includere Labriola tra i pensatori critici, ante-litteram, della Weltanschauung trionfante nella odierna società globalizzata unificata dalla legge del mercato.‎

‎Iovannitti Giacomo‎

‎L'uomo Leopardi. La vicenda esistenziale del poeta di Recanati‎

‎br. Tra le mura di un antico palazzo a Recanati, tra i giochi con i fratelli minori e gli studi sulle sudate carte, il giovane Giacomo, affacciato alla finestra della sua stanza, sogna la gloria, ne ha un desiderio ardente e smoderato. Un prodigio, un genio, un giovane monstrum di intelligenza, l'autore forse più grande dell'Ottocento italiano, il pessimista ateo, che combatte con stoica accettazione contro l'arido vero dell'infelicità umana, il gobbo, l'erudito recanatese chiuso in una stanza. Questo è Leopardi, ma anche molto di più. (...) In questo testo, Giacomo Iovannitti si propone di ripercorrere tutte le tappe della breve e intensa vita del Poeta. Una suggestiva e appassionata messa in scena di un Leopardi per molti versi inedito e insondato, di un uomo che volle affrontare il destino con titanico coraggio e con inesauribile tenacia; lucidissimo e implacabile scopritore dell'animo umano, ma troppo grande per essere compreso e accettato dai suoi contemporanei.‎

‎Morasso Massimo‎

‎L'obbedienza‎

‎br. Chi è veramente libero? Chi si pensa tale e sente di poter decidere in autonomia, vivendo, di fatto, nel continuo dissidio della scelta, oppure chi si riconosce in un compito ed è costretto a confrontarsi, ogni giorno, con l'idea e l'evidenza stessa del limite? Quello che Massimo Morasso costruisce con questo saggio breve è un appassionante viaggio alla ricerca di una possibile risposta all'eterno dilemma tra obbedienza e libertà. Esso prende il via dalla fulminante risposta del dodicenne Gesù di Nazaret a sua madre - «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» - con la quale il Cristo descrive profeticamente la propria esistenza nel segno dell'obbedienza, per poi stabilire un dialogo serrato con la letteratura, l'arte e la poesia. Dalla pittura di Grünewald ai romanzi di Jean Paul e Fëdor Dostoevskij, soprattutto la sua Leggenda del Grande Inquisitore, con un insistito scavo della pagina evangelica del ritrovamento di Gesù al tempio, Morasso si muove con sapienza e singolare abilità tra l'anima e la coscienza, «preso - sono parole sue - dalla domanda sul destino o come nulla o come eternità».‎

‎Forte Maria‎

‎Maria Zambrano. Nascere. Dis-nascere. Rinascere‎

‎br. L'esilio è l'evento fondamentale che ha segnato la biografia della filosofa spagnola Maria Zambrano. Nella stretta connessione tra pensare e vivere, esso diviene anche il concetto fondamentale della sua riflessione filosofica, la traccia su cui prende forma un pensiero delirante, capace di svegliarsi e di incontrare la vita con tutto ciò che non entra nella coscienza desta. Pensare l'esilio pone lo stato di crisi la razionalità dialettica occidentale: il "carcere del concetto" lascia il posto al linguaggio della nascita. Si apre alla generatività che "concepisce" e mette al mondo il mondo, accogliendo tutto ciò che nasce semplicemente perché è nato.‎

‎Recalcati Massimo‎

‎Pasolini. Il fantasma dell'origine‎

‎br. Un ritratto di Pasolini: il dissidio irrisolto tra vita e storia, corpo e ragione, individuo e comunità, mito e demitizzazione; le metamorfosi del potere e la resistenza della parola.‎

‎Messana Maria Sofia‎

‎Inquisitori, negromanti, streghe nella Sicilia moderna (1500-1782)‎

‎br. La repressione della magia (e la sua diffusione) in Sicilia è un aspetto finora non indagato abbastanza, negli studi sull'Inquisizione spagnola. Se ne ha correntemente l'idea di un tribunale interessato per lo più a singoli casi di eresia, malcostume e magia che man mano si presentavano. Dalla chiara esposizione di Maria Sofia Messana, fondata su una enorme vastità di fonti (fino a 6.500 casi giudiziari provenienti dagli archivi siciliani e spagnoli), emerge il disegno di una strategia inquisitoriale, la trama ben più complessa della sua attività. Ossia: abolire o sovvertire ogni autonomia nel pensare il soprannaturale e nella pratica del rapporto con esso. Con uno scopo duplice, religioso e politico: da un lato, «il preciso disegno di dominare e guidare la cultura popolare», riducendo ogni rapporto con il soprannaturale a un rituale sotto il controllo della chiesa; dall'altro, «di servirsi della lotta contro l'eresia per ristabilire distanze, ruoli e ranghi». Un attacco che si dipana a onde successive: l'offensiva contro gli eretici e gli «immorali», e più oltre contro la magia alta, contro la stregoneria e le affatturazioni, contro la negromanzia e le pratiche di magia medica e le credenze popolari: tutt'una visione del mondo più diffusa e pervasiva di quanto si creda. In due secoli di repressione non semplicemente distruttiva ma anche produttiva di una nuova mentalità. Gli autodafé rimandano, come uno specchio fedele, «un profilo dell'eretico, del rinnegato, della strega, dell'adultero, come lo vede l'inquisitore, come lo individua il delatore o come lo rappresenta la popolazione». Questo libro è un itinerario nell'universo inquisitoriale che è anche un viaggio nel magico della Sicilia tra medioevo e moderno.‎

‎Paolini Gabriele‎

‎Pugno di ferro in guanto di velluto. La censura e l'«Antologia» di Vieusseux‎

‎br. La censura toscana della prima metà dell'Ottocento è stata oggetto nel corso del tempo di numerosi studi, spesso incentrati sull'attività dell'Ufficio Censura di Firenze, incaricato di concedere le autorizzazioni per la stampa e di controllare la circolazione di libri e periodici provenienti dall'estero.I documenti raccolti nel volume si concentrano sull'«Antologia» di Gian Pietro Vieusseux, che negli anni della sua pubblicazione (1821-1832) fu spesso sottoposta alle misure repressive delle autorità granducali: quest'ultime, dopo crescenti rifiuti di testi sottoposti all'autorizzazione preventiva, posero fine alla testata. Le lettere, i rapporti, le annotazioni, gli articoli tagliati e respinti, dimostrano quanto invasivo fosse il controllo da parte dei censori e come venissero fortemente ridimensionati gli obiettivi e gli aspetti innovatori del periodico. Dominano queste pagine le figure del principe Neri Corsini, titolare della Segreteria di Stato e giudice di ultima istanza per ogni dubbio sugli articoli, di Aurelio Puccini, presidente del Buon Governo, ovvero del dicastero di polizia, ma soprattutto del padre scolopio Mauro Bernardini‎

‎Bruccoleri L. (cur.)‎

‎L'attualità di Trilussa‎

‎br. L'opera di Trilussa viene riproposta attraverso una selezione basata su riferimenti politici e di costume che sono stati ispirati dalla realtà di ieri e trovano puntuali riscontri nell'attualità di oggi. Un'ulteriore riprova delle intuizioni poetiche che travalicano i limiti dello spazio e del tempo.‎

‎Alcyone 2000. Quaderni di poesia e di studi letterari. Vol. 15‎

‎ill., br. Saggi critici di letteratura su Luigi Fallacara, Jean Gutton, Eugenio Corti... saggi critici di letteratura comparata; sillogi poetiche di autori contemporanei; altri articoli e recensioni. Immagini d'arte di Giovanni Conservo, Filippo Scimeca, Sauro Pardini, Stefano Donati, Iginia Mignosi.‎

‎Meszáros Istvan; Infranca A. (cur.); Mapelli R. (cur.)‎

‎Lukacs maestro di pensiero critico‎

‎brossura "Per quanto lo stesso Lukács non sia riuscito a svolgere la critica radicale necessaria nei confronti dell'ordine sociale post-rivoluzionario, il rifiuto appassionato e intellettualmente coerente della prospettiva di un disarmante pessimismo è rimasto parte legittima e valida del suo discorso. Nel momento in cui il collasso definitivo dello Stato sovietico avrebbe minacciato anche il suo ultimo Prinzip Hoffnung, egli non era più in vita. L'implosione del sistema capitalistico di tipo sovietico ha concluso un'espe- rienza storica durata sette decenni, rendendo storicamente superate tutte le teorizzazioni e le strategie politiche concepite nell'orbita della rivoluzione russa - sia in senso positivo che come varie forme di negazione. Il collasso del sistema non è separabile dalla crisi strutturale del capitale iniziata negli anni settanta. Quella crisi dimostrò chiaramente la vacuità delle strategie prece- denti, fosse il progetto di Stalin di costruire il socialismo superando gli Stati Uniti nella produzione pro-capite di ghisa, o quello altrettanto assurdo del post-stalinismo di costruire una società comunista pienamente emancipata sconfiggendo il capitalismo con una competizione pacifica. Nel sistema capi- talistico di fatto non ci può essere alcuna "competizione pacifica"; neppure quando una delle parti in competizione continua a illudersi di essere libera dalle deformanti costrizioni strutturali del capitale nella sua forma storica- mente specifica".‎

‎Adducci Giovanni‎

‎La Repubblica romana del 1849. La Repubblica delle Repubbliche‎

‎ill., br. La Repubblica Romana del 1849 resta un evento di enorme significato morale e politico e di grande ripercussione storica dell'epopea risorgimentale, che il popolo italiano di ogni epoca ha il dovere di ricordare e raccontare con orgoglio, a dispetto della sua breve vita e degli oltre 170 anni trascorsi dalla sua fine. Donne, uomini, di ogni età e perfino bambini, la maggior parte dei quali passati ignoti alla storia, decisero di sacrificare le loro vite per questa grande idea, che lasciò al mondo intero una moderna, democratica Costituzione. L'autore, del quale un suo avo visse e prese parte a quei giorni di lotta, racconta tale evento in modo scorrevole e dettagliato.‎

‎Marchesini Roberto‎

‎La vita è un bicchiere. Discorsi sulla vita, il lavoro e il buon bere‎

‎br. Quando uno psicologo, seppure "sui generis" come Roberto Marchesini, scrive un libro che parla di birra, vino e spiriti, i casi sono due: o è impazzito e ha deciso di cambiare mestiere e darsi all'alcol; oppure si tratta di una metafora. Per fortuna, vale il secondo caso. La metafora in questione è la stessa che dà il titolo al libro: la vita è un bicchiere. In realtà, utilizzando queste comuni ma straordinarie bevande, Marchesini parla del senso della vita e del lavoro, dell'importanza delle relazioni, di come mantenere la propria esistenza in equilibrio in mezzo alle mille e più difficoltà che quotidianamente incontriamo. L'invito alla lettura è di don Pietro Cesena, parroco di Borgotrebbia, recentemente balzato agli «onori» delle cronache per la sua predica del Natale 2020. Ecco le sue parole: «Vi invito oggi a mangiare bene, a mangiare tutto. A bere con abbondanza. Ma non la Coca-Cola! Vino buono, perché il vino è segno della vita eterna! In paradiso, fratelli miei, gli astemi non potranno entrare... perché si beve il vino!». Un giornalista presente alla Messa ha registrato un video della predica e lo ha lanciato sui social rendendola un caso mediatico. Le parole di don Pietro, manco fossero quelle del papa, hanno fatto il giro del mondo, sono state tradotte in altre lingue. Dando alle stampe questo lavoro coltiviamo la speranza che le parole di don Pietro, unite a quelle di Marchesini, inducano le persone che quotidianamente portano alla bocca un buon bicchiere, a riflettere sulle questioni più importanti della vita.‎

‎Omaggio a Brasillach‎

‎br. Robert Brasillach (Perpignano, 31 marzo 1909 - Arcueil, 6 febbraio 1945) è stato uno scrittore, giornalista, poeta e critico cinematografico francese, principalmente noto per essere stato il caporedattore del settimanale Je suis partout. Dopo la liberazione di Parigi nel 1944, accusato di collaborazionismo con il Terzo Reich, fu condannato a morte e giustiziato dopo il rifiuto di De Gaulle di concedergli la grazia. La sentenza rimane un caso controverso nella storia giuridica francese, perché basata su "crimini intellettuali" piuttosto che su azioni militari o politiche. Con questa raccolta di saggi si vuole fare luce sulla personalità, le opere, il pensiero di questo personaggio brillante ucciso per un ideale.‎

‎Ferrari Curzia; Cavalleri Cesare; Guarracino Vincenzo‎

‎Per Salvatore Quasimodo‎

‎br. La vita, la geografia poetica, gli ideali, le inquietudini, la fede di uno dei grandi protagonisti della nostra letteratura - con un'ampia galleria di foto anche inedite. L'assegnazione del Nobel a Quasimodo nel 1959 (prima di Montale, che lo riceverà nel 1975, e di Ungaretti che non lo riceverà mai) aveva ingelosito certi ambienti accademici e alcuni strati della critica superciliosa. Ora è il momento di «riscoprire» Quasimodo, nella su verità di uomo e di poeta, al di là delle polemiche. È quanto il presente volume si propone: fondamentale è la testimonianza di Curzia Ferrari, profonda conoscitrice del poeta, nel saggio che è un profilo non solo letterario del poeta. L'introduzione di Cesare Cavalleri ripercorre la folgorante stagione «ermetica» e la successiva apertura, nel dopoguerra, verso temi sociali. L'importante e originalissima attività di Quasimodo traduttore (dei lirici greci, di Shakesperare e di poeti contemporanei) è illustrata dal poeta Roberto Mussapi. La bio-bibliografia di Quasimodo è offerta in chiusura del libro da Vincenzo Guarracino. Gli abituali lettori di poesia troveranno in queste pagine elementi per calibrare giudizi e pregiudizi; per i giovani sarà l'avventura di una scoperta.‎

‎Pelgreffi Igor‎

‎Figure dell'automatismo. Apprendimento, tecnica, corpo‎

‎br. Questo libro esplora la questione degli automatismi a cui a vario titolo - sia individualmente che socialmente - siamo assoggettati: le tendenze irriflesse naturali; le abitudini apprese e, dunque, la "seconda natura"; i dispositivi stereotipici di impronta sociale o politica. L'idea di fondo, che il libro percorre lungo direzioni anche molto diverse tra loro (dalla sociologia del digitale all'uomo artigiano, dall'ecologia all'antropologia della tecnica, dal teatro sperimentale alla scrittura automatica) è che tali automatismi vadano pensati congiuntamente, affinché un'eventuale strategia di disautomatizzazione possa "prendere corpo" sul piano storico-materiale. Il nucleo di tale strategia consiste in una rivalutazione del corpo e delle sue capacità di deviazione (clinamen) internamente alla tendenza (conatus) alla ripetizione automatica in cui si trova immerso. La questione di quali modalità di apprendimento dei nostri automatismi siano oggi spendibili sul piano critico va quindi di pari passo con l'indagine su una forma di apprendimento che lasci spazio alle resistenze del corpo: al suo essere mediazione vivente tra differenti livelli di automatismo ma anche al suo essere apertura di spazi espressivi.‎

‎Biondi Giacomelli K. (cur.); Caravita I. (cur.); Giacomelli S. (cur.)‎

‎Mario Giacomelli pittore. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000) è stato uno dei maggiori fotografi italiani del secolo scorso. Di professione tipografo, fin da ragazzo dipinge e scrive poesie, e solo nel 1953 acquista la prima macchina fotografica. Nel 1969 in una mostra personale alla Galleria Il Diaframma di Milano, Giacomelli espone, insieme alle fotografie, anche una quindicina di dipinti. Da questo dettaglio è partito il progetto di ricerca qui raccontato, con l'obiettivo di riscoprire la produzione pittorica del grande fotografo e ripercorrere la fitta rete di relazioni che egli coltivava nel mondo culturale e artistico senigalliese. I disegni, i dipinti e i collage di Giacomelli vengono così ricollocati accanto alla sua fotografia, restituendo una sfumatura in più alla sua complessa personalità, e permettendone una visione più tonda.‎

‎Ridolfi Maurizio‎

‎Italia a colori. Storia delle passioni politiche dalla caduta del fascismo ad oggi‎

‎ill. I colori e le rappresentazioni cromatiche permettono di comprendere le mappe dell'immaginario e le passioni della politica. Negli anni della Repubblica si andò componendo un ricco repertorio di colori e immagini, inteso a condensare e contrapporre identità e appartenenze politiche, storie collettive e memorie pubbliche. Fu uno scenario simbolico rimasto sostanzialmente invariato fino alla crisi di fine Novecento, con l'incerto emergere di nuovi simboli cromatici. I diversi linguaggi cromatici (scritto, orale, metaforico, iconografico) disvelano l'impianto territoriale delle culture politiche, il conflitto tra le generazioni, l'emergere e l'affermazione di una soggettività femminile. I nuovi media concorsero a "mettere in scena" simboli e miti colorati, rimbalzando l'eco di massa di liturgie festive e riti civili, campagne elettorali e mobilitazioni propagandistiche, costumi e stili di vita dettati dalla rivoluzione dei consumi. In una complessa correlazione tra i colori nazionali e i simboli partitici, coppie di colori si alternano e si intrecciano nel delineare storie individuali e di gruppo (rossi e neri, bianchi e rossi, rossi e azzurri), le quali rendono suggestiva la storia delle emozioni e delle passioni politiche nel tempo presente.‎

‎Nietzsche Friedrich; Mati S. (cur.)‎

‎La nascita della tragedia‎

‎br. "Uno dei primi propositi di Nietzsche in questo libro è di liberare il VI secolo a.C., il secolo della sapienza primigenia e della proto-tragedia autentica e incorrotta (dunque il secolo della sapienza tragica), affinché da quell'epoca apparentemente remota si sprigionino quei lampeggiamenti di luce necessari per vedere o intuire la contemporaneità, la quale invece (come Hölderlin aveva insegnato) brancola nella notte esperia. Ecco perché Nietzsche decide di far ritorno, innanzitutto, ai prediletti presocratici, ai pensatori dell'enigma [...]. Ma, appunto, la philosophia non è ancora nata, nel VI secolo; sta per nascere, manca poco: l'avvento definitivo del logos si avrà ai tempi di Socrate e di Platone, che il mito condanneranno e dissolveranno, coinvolgendo di conseguenza anche l'arte in questa rimozione decisiva per la coscienza dell'Occidente" (Susanna Mati). Il primo tra gli importanti libri di Nietzsche, un testo rivoluzionario nella lettura del mondo classico, che lo impose fin da subito tra i grandi filosofi dell'Ottocento, in una nuova e puntuale traduzione e con un importante apparato critico.‎

‎Cambiano G. (cur.); Fonnesu L. (cur.); Mori M. (cur.)‎

‎Storia della filosofia occidentale. Vol. 6: Il pensiero contemporaneo‎

‎br. Con l'inizio del Novecento si apre l'epoca storica, politica e culturale in cui si pongono le premesse per il dibattito filosofico attuale. Sono gli anni della fenomenologia e dell'esistenzialismo, della psicoanalisi e della nuova attenzione per la dimensione sociale dell'individuo, del pragmatismo, della filosofia analitica, della relazione tra filosofia e logica. Fra le personalità di maggior spicco: Husserl, Heidegger, Sartre, Russell, Moore e Wittgenstein.‎

‎Didi-Huberman Georges‎

‎Come le lucciole. Una politica delle sopravvivenze‎

‎br. Ogni essere vivente emette flussi di fotoni. Ne esistono tuttavia di minuscoli per i quali la luce - sprigionata da una sostanza chimica, la luciferina - è parata nuziale, danza d'amore. Un grappolo di cinquemila lucciole produce a malapena il chiarore di una candela. Eppure quella fragile grazia, quel volteggio fosforescente che punteggiano il buio si sono prestati a considerazioni apocalittiche. «Darei l'intera Montedison per una lucciola», scriveva Pier Paolo Pasolini nel 1975, pochi mesi prima di venire ammazzato. Una fascinazione antica, la sua, che risaliva agli anni della guerra, quando osservava estatico «una quantità immensa di lucciole, che facevano boschetti di fuoco dentro boschetti di cespugli». La loro scomparsa gli appariva come un genocidio culturale, l'ultimo crimine di un nuovo fascismo peggiore del precedente: il neocapitalismo, con il suo fulgore artificiale, abbacinante. Da allora parlare di lucciole equivale ad alludere, per via di metafora, ai tratti del mondo umano che rischiano di eclissarsi di fronte all'avanzata irreversibile della stereotipia sociale. Corrono pericolo «uomini-lucciole», «parole-lucciole», «immagini-lucciole», «saperi-lucciole». Ma sono davvero condannati ad andare perduti? Nel suo libro più immediatamente politico, Georges Didi-Huberman coglie benissimo ciò che la disperazione impedì a Pasolini di vedere: che la barbarie non procede senza intoppi; che mettere avanti la rovina del tutto oscura i barlumi che resistono malgrado tutto; che chiudersi nel lutto per l'arcaico paralizza l'intelligenza del presente; che il nostro «adesso» è un montaggio di tempi diversi, da cui il passato non può essere bandito per sempre. Attraverso un confronto appassionato anche con Walter Benjamin e Giorgio Agamben, Didi-Huberman apre a un'idea di sopravvivenza. In questa prospettiva, il declino non prelude alla catastrofe antropologica, ma è risorsa vitale. Le sue armoniche sono le stesse degli atomi che cadono in Lucrezio: inventano forme, preservando «scintille di umanità».‎

‎Rossi Piero O.‎

‎Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il libro costituisce un vero e proprio percorso attraverso l'architettura della Roma contemporanea organizzato secondo un repertorio in cui si succedono più di 260 schede, disposte in rigoroso ordine cronologico, per classificare la complessità e l'eterogeneità dei fenomeni urbani. Le singole schede, rivedute e ampliate in questa quarta edizione, illustrano quanto concretamente è stato costruito o modificato a Roma dagli inizi del Novecento a oggi. Una struttura che, escludendo schemi interpretativi giustapposti, costituisce il vero punto di forza dell'opera perché riesce a collocare le singole architetture nel complesso e tormentato sviluppo della città. Questa nuova edizione fa seguito a quelle del 1984, del 1991 e del 2000 e si arricchisce della presenza di più di 50 nuove schede che riguardano edifici realizzati nell'ultimo decennio o che sono in via di realizzazione. Tra questi, l'auditorium Parco della Musica, la chiesa di Dio Padre Misericordioso, il Museo dell'Ara Pacis, la sala d'esposizione nel giardino romano dei Musei Capitolini, la biblioteca dell'università Lateranense, il MAXXI, l'ampliamento del MACRO e la nuova biblioteca Hertziana. Si tratta di progetti spesso firmati da architetti stranieri di fama internazionale che da alcuni anni sono sempre più coinvolti nella realizzazione di opere pubbliche di grande importanza per la città. Tra le schede spicca quella dedicata al nuovo Piano Regolatore di Roma approvato nel 2008.‎

‎Poli Gabriella; Calcagno Giorgio‎

‎Echi di una voce perduta. Incontri, interviste e conversazioni con Primo Levi‎

‎brossura Questo volume è un ritratto di Primo Levi costruito quasi involontariamente, ma consapevolmente da lui stesso. L'autore di Se questo è un uomo ha passato la vita a testimoniare, si è confessato per decenni nelle sue pagine. Ma non ha lasciato una biografia compiuta. Gli autori, riunendo testimonianze di diverso genere - interviste, dichiarazioni pubbliche, trasmissioni radio e televisive, dibattiti teatrali, incontri, conferenze - ricostruiscono la storia del grande scrittore, dando vita a un profilo definito della sua personalità.‎

‎Guglielminetti Enrico‎

‎Walter Benjamin. Tempo, ripetizione, equivocità‎

‎br. La nozione di un Essere equivoco fu suggerita a Benjamin da un profondo pessimismo storico. La storia è infatti, per Benjamin, caduta, mito. Benjamin, nondimeno, anziché rinserrarsi nel proprio pessimismo, intese abbracciare l'epoca e il tempo. Qui nascono le incomprensioni dei suoi amici e interpreti, i quali, avvertendo in lui un'infelicità ad essi consueta, credettero di potersi aspettare da lui la loro stessa impazienza del mondo. Benjamin sembrava invece voler traslocare dal mondo del mito raccogliendone ancora qualche ultimo pezzo, come se non volesse dimenticare nulla e non lasciare nulla indietro. Il concetto di ripetizione tiene insieme entrambe le cose: la condanna e l'assoluzione di un moderno infernale. Il tempo-ora escatologico ridice, attualizzandola, l'intera vicenda storica, e si costituisce pertanto come la ripetizione di essa. L'Essere contrae un nesso di somiglianza equivoca con il mondo, per quanto miticamente connotato questo possa essere. E proprio in ciò consiste l'autentica novità: che il passato torna a ripetersi. Il passato sopravvive nel futuro, conservandosi in esso e in esso attingendo però una superiore forma di vita (Über-leben), dove la miticità del mito resti esclusa per sempre e dove il contenuto del mito possa invece integrarsi nell'originaria costituzione di Senso. Questo nucleo teoretico si è riversato nel linguaggio di Benjamin, nel quale ogni categoria presenta sempre un referente salvifico - rivoluzionario ed utopico - e uno mitico.‎

‎Golinelli Paolo‎

‎Breve storia di Matilde di Canossa‎

‎br. Novecento anni fa, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1115, moriva a Bondeno di Roncore Matilde di Canossa. Da allora il suo nome ha percorso tutta la storia, e lei è stata vista e rappresentata nei modi più diversi. C'è stato chi l'ha esaltata quasi come una santa, chi l'ha fatta oggetto di scherno e disprezzo, chi l'ha denigrata come l'amante di un papa (Voltaire) e chi ne ha fatto un'antesignana del moderno femminismo. È stata uno dei protagonisti della storia del suo tempo, quel pieno Medioevo in cui la società ha avuto una grande ripresa demografica e un notevole risveglio economico. Ma chi era in realtà Matilde? Quali sono le tracce che ha lasciato nei giorni nostri? Paolo Golinelli questo straordinario personaggio femminile, il più importante e discusso del Medioevo, che tanto ha fatto parlare di sé e che ancora nasconde intriganti segreti.‎

‎Fabris A. (cur.)‎

‎Etiche applicate. Una guida‎

‎br. Il volume offre una presentazione dettagliata delle cosiddette "etiche applicate". Si tratta di ambiti di riflessione sviluppati negli ultimi decenni, allo scopo di approfondire e regolamentare questioni dovute all'impatto delle tecnologie sulla nostra vita. Pensiamo alla bioetica, all'etica della comunicazione, all'etica dell'economia, all'etica ambientale e a vari aspetti dell'etica pubblica. All'interno di questi macroambiti troviamo poi settori più specifici di ricerca, che discutono problemi etici riguardanti ad esempio le cure mediche o il potenziamento umano, l'attività giornalistica o l'uso delle tecnologie comunicative, l'economia globale o il mondo delle imprese, il nostro rapporto con il cibo o quello con le altre specie viventi, i temi dell'immigrazione, della disabilità, delle differenze di genere. Su questi e altri argomenti si soffermano i capitoli del libro, scritti da esperti del settore e corredati da ampia bibliografia. Il lettore troverà un'utile introduzione a temi di grande attualità e sarà in grado di orientarsi nel quadro, complesso e articolato, degli sviluppi più recenti dell'etica.‎

‎Satta Salvatore‎

‎De profundis‎

‎br.‎

‎Sgalambro Manlio‎

‎Del delitto‎

‎br. "Se è vero che le vicende della sua vita sono parte integrante dell'importanza di Socrate, si deve comunque dare tutto il rilievo possibile al fatto che egli morì assassinato" dichiara perentoriamente Manlio Sgalambro. Tuttavia Platone "omette pietosamente quella parola", e dal canto suo Nietzsche afferma - certo a ragione - che "Socrate volle morire". Ma chi desidera morire, osserva Sgalambro, "si trova intrappolato in una insana contraddizione", giacché nello stesso tempo vuole vivere. E così fu anche per Socrate, che delegò infatti il compito a un "benefattore" (euergetikós) - così egli definì l'assassino - e con ciò introdusse una volta per tutte nella filosofia la figura dell'omicida. Eppure la speculazione filosofica ha per lo più evitato di porsi le domande cruciali che ne derivano: quale mistero cela il delitto in se stesso? Chi è l'assassino nella sua essenza? Domande che invece non teme di affrontare qui Sgalambro, tenace esploratore delle zone impervie del pensiero, spingendo lo sguardo verso quel punto dove l'espressione "'L'uomo è mortale' non significa in primis che 'l'uomo muore' - insigne banalità concettuale -, ma che l'uomo è datore di morte".‎

‎Farese Giovanni‎

‎Luigi Einaudi. Un economista nella vita pubblica‎

‎br. "A che cosa servono gli economisti, se oggi stanno zitti, quando una grave questione si impone al Paese?". Luigi Einaudi (1874-1961) è stato uno dei protagonisti della storia d'Italia, spesso più famoso che conosciuto. Questo volume ripercorre, per la prima volta attraverso una sintesi divulgativa, le principali tappe della sua vita, mettendo al centro l'uomo e il suo posto nella società. Si va dagli anni lenti e rigidi della formazione (l'Inverno, 1874-1903) a quelli impegnati e veloci dell'affermazione (la Primavera, 1903-1925); dagli anni opprimenti e pensosi del ritiro (l'Estate, 1925-1943) a quelli brillanti e poi ossidati dell'addio (l'Autunno, 1943-1961). Economista, giornalista, statista, dopo oltre sessanta anni dalla morte, ciò che resta è soprattutto l'intellettuale, il pedagogo, il retore. Einaudi apre, da solo, uno spazio che non esiste prima di lui: la discussione pubblica sull'economia del Paese. Il controllo su chi governa da parte dell'opinione pubblica diventa decisivo. Come lui, e dopo di lui, gli economisti sono saliti al vertice del Paese: ministri, senatori, capi di governo, presidenti della Repubblica.‎

‎Campodonico Angelo‎

‎L'uomo. Lineamenti di antropologia filosofica‎

‎br. Queste pagine intendono rispondere all'esigenza di offrire un'immagine il più possibile aggiornata, completa e unitaria dell'uomo, che tenga conto delle acquisizioni delle scienze e della filosofia e sia integrale nell'approccio, ma senza essere eccessivamente specialistica. Dal punto di vista del metodo la tesi fondamentale del volume è che l'uomo si conosce nella sua specificità riflettendo sulla sua esperienza, sulle sue opere, sulle sue azioni e sulle dimensioni corrispettive, e coniugando questa riflessione con i dati delle scienze in continua evoluzione. Il testo è preceduto da una sintetica storia dell'antropologia filosofica e da un'introduzione di carattere metodologico. I capitoli dal II al V sono espositivi: l'uomo si comprende tra psiche e corporeità, tra ragione e tendenza, tra natura e cultura, tra sé e gli altri, tra passato e futuro. Gli ultimi due capitoli costituiscono una ripresa sintetica in chiave riflessiva, epistemologica e metafisica del discorso svolto in precedenza. Il testo si chiude con un interrogativo particolarmente attuale alla luce dei progressi della tecnologia: in che misura è possibile una trasformazione radicale dell'uomo senza dissolvere la sua identità? Benché tutte le principali concezioni antropologiche siano considerate nell'esposizione, il volume privilegia una prospettiva integrale che si pone in continuità con la tradizione classica.‎

‎Gies Miep; Gold Alison Leslie‎

‎Si chiamava Anne Frank. Con e-book‎

‎brossura Il Diario di Anne Frank, testimonianza dolorosa dell'Olocausto e allo stesso tempo piccolo capolavoro di scrittura, mantiene intatta anno dopo anno la sua popolarità. Pochi sanno però che quel diario, rilegato a scacchi bianchi e rossi e riempito dalla grafia fitta e minuta di una quindicenne, non sarebbe mai arrivato fino a noi se una ragazza olandese di origine austriaca non l'avesse salvato e custodito, con la speranza - purtroppo illusoria - di restituirlo alla sua proprietaria. Quella ragazza si chiamava Miep Gies, e questa è la sua storia: comincia un lunedì mattina del 1933, quando si presenta per un colloquio di lavoro alla ditta Travies & Co. A riceverla è Otto Frank, ebreo tedesco da poco emigrato ad Amsterdam con la moglie Edith e le figlie Margot e Anne per sfuggire alle persecuzioni naziste. Divenuta presto amica di famiglia dei Frank, Miep li aiuta nei loro giorni più difficili: quando nel 1942 i rastrellamenti delle SS rendono ormai impossibile la vita agli ebrei, insieme al marito decide di nascondere la famiglia Frank in un appartamento segreto sopra gli uffici dell'azienda. Per i due anni seguenti sono loro a occuparsi della famiglia di Anne, non solo proteggendoli e sfamandoli ma cercando di rendere la clandestinità un po' più sopportabile. Testimone privilegiata - oltre che amica e aiutante -, Gies illumina gli eventi minimi ed essenziali della vita dentro il rifugio: come ha scritto Elie Wiesel, «vede tutto, immagina il resto, raccoglie gesti, parole, sguardi» fino al noto, terribile epilogo. Ma la morte di Anne, deportata a Bergen Belsen, non è la fine del racconto: Miep riesce a sottrarre il diario a un sicuro destino di oblio e lo riconsegna a Otto Frank, sopravvissuto al lager, che lo fa pubblicare. Finalmente riproposto in Italia con un'inedita postfazione dell'autrice, "Si chiamava Anne Frank" ha ispirato film e documentari ed è ormai un classico, un monumento al quieto coraggio delle persone comuni che, come Miep Gies, mettono a rischio la propria vita per aiutare gli altri, senza il bisogno di essere eroi.‎

‎Bigazzi Francesco‎

‎Il primo Gulag. (Le isole Solovki)‎

‎ill., br. In mezzo al Mar Bianco, a 165 chilometri dal Circolo Polare Artico, sono situate le isole Solovki. Per secoli disabitate, meta solo di pescatori nei mesi estivi, nel XV secolo furono scelte dai monaci ortodossi per costruire un importante monastero. Proprio quel complesso religioso divenne nel corso del Novecento un triste simbolo di violenza: requisito dallo Stato nel 1923 con un decreto firmato da Lenin, dopo la fucilazione degli ultimi monaci fu infatti trasformato nel primo campo di concentramento sovietico, il gulag da cui trasse origine il progetto di sterminio di tanti figli della grande Russia. Pagina dopo pagina, il libro ci fa entrare nella dimensione della tragedia e ciò che si avverte fin dall'inizio come ineluttabile... effettivamente si produce: dietro alla cortina fumogena dei "campi di rieducazione" si profila un mondo fatto di fame, odio, prevaricazione, banalizzazione della morte.‎

‎Cioran Emil M.; Rotiroti G. (cur.)‎

‎Lettere al culmine della disperazione (1930-1934)‎

‎br. Il presente volume costituisce un'antologia delle missive inviate da Emil Cioran, nel periodo 1930-1934, agli amici romeni Bucur Tincu, Petre Comarnescu, Arsavir Acterian, Mircea Eliade, Nicolae Tatù. Ciò che maggiormente colpisce in queste prime lettere è la soggettività del giovane Cioran che si mostra e si ritrae misteriosamente nella lingua. In queste lettere è infatti ancora possibile osservare il processo di verità esposta sulla scena epistolare, e cogliere sul vivo l'attività performativa della parola. Le missive di Cioran, redatte al tempo della composizione e della pubblicazione del suo primo libro in Romania non hanno solamente una valenza storica e documentaria, ma sono lettere appassionate, aggressive oppure tenere, in cui il discorso privato e lo scritto di circostanza si accompagnano a un percorso di elaborazione filosofica e retorica, oltre che una ricerca di stile poetico. La posta in gioco per il Cioran di quegli anni è quella di scrivere al culmine della disperazione.‎

‎Teresi Giovanni‎

‎Sui moti carbonari del 1820-21 in Italia‎

‎brossura‎

‎Semeraro Giandomenico‎

‎Firenze. Le stanze dell'arte da Masaccio ai Macchiaioli. Le targhe degli studi e le case degli artisti lungo le vie della città. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Stabilito che i quadri non sono nati per i musei e che sono stati dipinti da persone in carne e ossa, sarà a parer mio interessante compiere un ulteriore passo in avanti, per rivolgere l'attenzione alle botteghe e/o le abitazioni degli artisti, verso i luoghi cioè dove le opere hanno assunto consistenza materiale e dove gli artisti hanno fisicamente vissuto. Si tratta insomma di testimonianze magari anomale, eppure di rara efficacia per loro immediatezza di lettura e accuratezza di collocazione nella griglia spazio-temporale. Mi riferisco insomma a quel che è visibile passando per la via, cioè alle targhe commemorative poste sui muri delle case, vicino ai portoni.‎

‎Frangipane Ettore‎

‎Bolzano scomparsa. La città e i dintorni nelle vecchie cronache. Vol. 8‎

‎br. Siamo all'ottavo volume della fortunata serie dedicata alla Bolzano Scomparsa, iniziata quasi in sordina nel 2007, e con la quale il giornalista Ettore Frangipane raccoglie via via gli articoli, che appaiono ogni domenica sul giornale "Alto Adige" (e precedentemente sul "Corriere dell'Alto Adige").‎

‎Severini Marco; Montesi Luana; Benedetti Piero M.‎

‎Il testimone. Vita e politica in Francesco Marzi (1823-1903)‎

‎brossura‎

‎Di Pietra Ilaria‎

‎Catania. Viaggi e viaggiatori nella città del vulcano. Itinerari tra il XVI e il XIX secolo‎

‎ill., ril.‎

‎De Paola Silvia‎

‎Gli amori sofferti di Cesare Pavese‎

‎br. La figura femminile ha da sempre avuto un ruolo ambivalente per Cesare Pavese: dalla "donna dalla voce rauca" (Tina Pizzardo) alla "donna venuta di marzo" (Constance Dowling), esprime la ragione prima dell'esistenza e l'ultima speranza prima del suicidio dando voce ad un sentimento tanto autentico, quanto disperato. Attraverso un excursus letterario dell'opera pavesiana, dal neorealismo degli inizi fino al concetto di mito, si è analizzata la sua opera più cara, ovvero "Dialoghi con Leucò", al cui interno assume un ruolo significativo il dialogo "La belva". Infatti la figura della dea Artemide, protagonista della vicenda, chiarisce in modo suggestivo la percezione della creatura femminile per il poeta. Ci è sembrato, a questo proposito, di intravedere un collegamento tra "la belva" e le figure delle donne più importanti della sua vita.‎

‎Calloni Stella‎

‎Operazione Condor. Un patto criminale‎

‎br. Siamo di fronte a un libro imprescindibile per la conoscenza della storia, gli antecedenti, le testimonianze, le prove di uno degli eventi più crudeli e perversi del nostro continente: l'internazionale del terrore che con il nome di Piano Condor, Operazione Condor o Operativo Condor ha prodotto una tragedia continentale senza precedenti. Il libro rivela senza ambiguità, basandosi su dati e fonti precisi, le origini di un patto criminale che, negli anni Settanta e Ottanta, unì le dittature del Cono Sud attraverso il filo conduttore della "teoria della sicurezza nazionale" degli Stati Uniti. Con il pretesto della "lotta anticomunista" e in favore della "civilizzazione occidentale e cristiana", secondo quanto dichiarato dagli stessi criminali, si commise un vero e proprio genocidio. Da parte degli stessi poteri, si pianificò inoltre quell'impunità che finalmente è stata spezzata grazie alla tenacia delle madri - e degli altri familiari delle vittime -, degli avvocati, dei giornalisti e delle organizzazioni umanitarie che non si sono dati tregua.‎

‎Carpinelli C. (cur.); Gioiello V. (cur.)‎

‎Il Risorgimento un'epopea? per una ricostruzione storico-critica‎

‎br. La decisione di pubblicare questo libro, avvalendosi del contributo di studiosi e ricercatori di vario profilo, è frutto di una discussione maturata all'interno della redazione della rivista on-line "Gramsci oggi". A fronte della mole di scritti, celebrazioni, dibattiti, ecc., in occasione del 150° dell'Unità d'Italia, nella quasi totalità contrassegnata da caratteri apologetici e agiografici, si è ritenuto necessario rimettere l'analisi storica con i piedi per terra. È evidente che il riferimento non poteva che essere, innanzitutto, la chiave di lettura che Gramsci fornisce di quel periodo storico, non limitandosi tuttavia a quella visione critica, ma ampliando l'orizzonte ad autori e scritti che mettessero in evidenzai limiti storici e i conflitti, tuttora irrisolti, che hanno caratterizzato il processo che ha portato alla nostra unità nazionale. All'interno di questo quadro, i diversi saggi che compongono questo libro cercano di fornire un panorama complessivo del Risorgimento italiano attraverso una ricostruzione storico-critica.‎

‎Pomodoro Arnaldo; Esengrini S. (cur.)‎

‎Forma, segno, spazio. Scritti e dichiarazioni sull'arte‎

‎ill., br. Queste pagine di Arnaldo Pomodoro, a cura di Stefano Esengrini, sono a testimonianza dell'enunciato che "scrivere per un artista non è un esercizio letterario, ma uno specchio che rinvia e fa rimbalzare le immagini, gli aforismi, la memoria del proprio fare". Il libro appartiene alla collana "Scritti d'artista", fortemente voluta e curata dalla Fondazione Concetto Pozzati sotto l'alto patrocinio dell'Accademia nazionale di San Luca.‎

‎Tentori Antonio‎

‎H. P. Lovecraft e il cinema‎

‎ill., br. L'americano H.P. Lovecraft (1890 - 1937) è morto sconosciuto e in miseria, ma oggi è considerato un artista fondamentale nel genere horror essendo l'autore di capolavori quali "Il colore venuto dallo spazio", "L'orrore di Dunwich", "La maschera di Innsmouth", "Il modello di Pickman", "Il richiamo di Cthulhu", "Colui che sussurrava nel buio" e "Alle montagne della follia". La fama di Lovecraft ha però cominciato a diffondersi solo a partire dagli anni Sessanta, quando le sue opere hanno iniziato a venire adattate per il cinema e la televisione. In seguito, numerose sono state anche le pellicole che, pur senza basarsi su nessuna storia in particolare, hanno ripreso lo spirito, l'atmosfera e i contenuti caratteristici di questo scrittore. Nel presente volume viene definita, catalogata e analizzata proprio l'intera produzione di film e telefilm dell'orrore tratti o anche solo ispirati da Lovecraft, con un corredo di foto.‎

‎Berni Simone‎

‎Il caso imprimatur. Storia di un romanzo italiano‎

‎ill., br. Imprimatur è un romanzo storico ambientato nella Roma del 1683, nella settimana di settembre che coincise con la battaglia di Vienna tra le truppe cristiane e quelle turche. Rita Monaldi e Francesco Sorti, gli autori, sono all'esordio letterario. L'editore Mondadori, acquisisce il manoscritto e lo pubblica nel marzo del 2002. All'inizio il libro scala le classifiche ma a un certo punto l'editore sembra non crederci più. Il libro non viene più ristampato. Imprimatur sparisce dai cataloghi e dai siti di vendita usuali. Gli autori ottengono nuovamente i diritti. Vanno all'estero e cominciano a contattare gli editori più importanti. Il risultato è che ad oggi Imprimatur è stato stampato in almeno quarantacinque paesi e ha venduto più di un milione di copie nel mondo. Ma perché il romanzo era sparito dal novero delle "creature del creato"? Come mai non veniva più recensito? Come mai era sparito dai motori di ricerca librari su internet? Le risposte arrivano a fatica, tra silenzi e "no comment" d'ordinanza.‎

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