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‎Nietzsche Friedrich; Calasso R. (cur.)‎

‎Ecce homo. Come si diventa ciò che si è‎

‎brossura‎

‎Gadda Carlo Emilio; Vela C. (cur.)‎

‎Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo. Conversazione a tre voci‎

‎br. Pochi personaggi hanno scatenato l'acredine e il sarcasmo dell'Ingegnere quanto Ugo Foscolo ("mi fa imbestialire" ha confessato in una lettera) : tanto che nel 1958 non ha esitato a fustigarlo in una virulenta, irresistibile "farsa" a tre voci andata in onda sul Terzo Programma della Radio. Le tre voci sono quelle della stolida e giuliva Donna Quirina Frinelli, imbevuta delle auree riflessioni dell'amica professoressa Gambini; del reboante e didattico Manfredo Bodoni Tacchi, sfegatato ammiratore del poeta; e, infine, dell'insolente e sguaiato Carlo De' Linguagi, implacabile accusatore del Basetta, colpevole ai suoi occhi - nonché a quelli di Gadda - di cialtroneria, istrionismo, virilità scenica ed esasperato narcisismo: "vantarsi del pelo... è un'opinione da parrucchiere" sibila a proposito dell'"irsuto petto" del sonetto-autoritratto. E, quel che è più grave, responsabile di un "macchinoso ed inutile vocabolario", di una "sequenza d'imagini ritenute greche e marmorine", di versi traboccanti di "vergini" e simili a sciarade, nonché di veri e propri strafalcioni. Ma a ben vedere "II Guerriero" è molto più di un divertissement: giacché gli esilaranti attacchi sferrati alla gipsoteca e marmoteca foscoliana e all'epos di Bonaparte, il Nano, altro non sono che l'impetuosa denuncia di una monolingua incapace, nella sua "lindura faraonizzata" di dar conto della realtà - e della fasulla poesia dei Vati, cui spetta il compito di mascherare il volto della sopraffazione e della violenza.‎

‎Prete Antonio‎

‎I fiori di Baudelaire. L'infinito nelle strade‎

‎br. A centocinquant'anni dalla prima edizione dei "Fiori del male", Antonio Prete, critico e traduttore di quegli stessi versi, dedica a Baudelaire un saggio a tutto campo: profilo critico e insieme interpretazione dei motivi che trascorrono nei versi, biografia intellettuale e indagine sui rapporti del poeta con la propria epoca. Sospeso a metà tra la dimensione del racconto critico e il saggio, della biografia intellettuale e la meditazione sulle ragioni fondative dell'arte, questo libro coglie già nel grande poeta parigino quei temi che attraverseranno le esperienze poetiche e intellettuali dell'Ottocento e del Novecento: la metropoli moderna con la sua folla e lo spaesamento dell'individuo, l'emarginazione prodotta dalla modernità, i lampi dell'altrove, del non vissuto, e la loro fascinazione, il sublime e l'abiezione, l'azzurro e la ferita; e poi ancora, il sapere amaro del viaggio, la malinconia del tempo irreversibile, lo splendore e la corruzione della bellezza, il corpo femminile, il profumo, l'artificio, la moda, le forme e la saggezza dell'animale, il grottesco, l'elemento celestiale e infernale che abita l'uomo, l'angelo e la sua imperfezione, il pensiero dell'intimità, il pensiero dell'arte. Un universo di suggestioni passato al setaccio. Al centro, la vicenda delle poesie condannate dal tribunale ed espulse dal corpo del testo.‎

‎Bullock David‎

‎La guerra civile russa (1918-1922). Dalla Rivoluzione d'ottobre alla nascita dell'Unione sovietica‎

‎ill., br. Quella russa è stata senza dubbio la più importante guerra civile del XX secolo. Questo libro descrive come essa cambiò le vite di oltre mezzo miliardo di persone e ridisegnò in gran parte la geografia politica dell'Europa orientale e occidentale, dell'Estremo Oriente e dell'Asia centrale. In quattro anni di estenuante confronto, venti Paesi combatterono nel vasto cuore dell'Eurasia, affrontando una dura prova che avrebbe successivamente portato alla nascita di rivoluzioni comuniste in tutto il mondo e gettato le basi della futura Guerra fredda. Esaminando le forze contrapposte delle armate Bianca, Rossa, Nera e Verde, nonché gli interventi delle forze Alleate, l'autore David Bullock offre una nuova prospettiva su questo controverso conflitto in cui morirono 30 milioni di persone, collocando magistralmente gli eventi bellici nel contesto del dramma umano e analizzando la crudele società che decise di sacrificare la sua popolazione sull'altare del potere politico.‎

‎Hegel Friedrich; De Negri E. (cur.)‎

‎Fenomenologia dello spirito. Vol. 2‎

‎brossura La consapevolezza del poderoso tentativo hegeliano di pensare la vita e insieme la valutazione critica delle sue difficoltà e irrisolte contraddizioni hanno contrassegnato la penetrante "interpretazione di Hegel" di Enrico de Negri, avviata con le sue ricerche sulla nascita della dialettica e la formazione del sistema. Dalla profonda prospettiva ermeneutica nutrita da una ricca conoscenza delle fonti teologiche, filosofiche, letterarie; dall'aver saputo compiere il circolo dalla periferia al centro avvicinandosi il più possibile al cuore sia dell'intenzione speculativa sia della soggettività di Hegel, nasce la grandezza, unicità e ineguagliabilità della sua traduzione della Fenomenologia dello spirito, di cui ha saputo restituire, assieme alla potenza del pensiero, lo stile fluente, sovrabbondante, ma anche pieno di salti, della scrittura, per cui ha adoperato la bella immagine di "una selvaggia fontana di pensiero". Una traduzione che è di per sé un significativo documento della cultura filosofica italiana del Novecento e ha costituito e continuerà a costituire la via regia per avvicinarsi alla filosofia hegeliana e quindi tout court alla filosofia.‎

‎Capo Salvatore‎

‎Perché abbiamo un'anima. Una nuova spiegazione dell'interazione tra coscienza e cervello e delle percezioni extrasensaoriali‎

‎br. Cercare di capire cosa sia e come nasca uno stato di coscienza, e quale sia il suo rapporto con il cervello, è uno dei problemi che da lungo tempo assilla la riflessione filosofica. Secondo l'autore tali fenomeni si possono spiegare unicamente ammettendo che l'anima possa staccarsi dal cervello e "viaggiare" per opera dello stato fotonico che fa interagire tra loro lo stato spirituale e lo stato neurale. Proprio grazie alla "teoria dei tre stati", Capo chiarisce la comunicazione tra le diverse anime e l'influenza degli stati mentali su quelli cerebrali e viceversa.‎

‎Marrocu Luciano‎

‎Deledda. Una vita come un romanzo‎

‎br. In un giorno d'ottobre del 1899, una giovane donna, scrittrice non ancora famosa, arriva a Cagliari, festeggiata ospite della direttrice di una rivista femminile. Nel corso di un blitz durato poche settimane incontra l'uomo della sua vita, lo sposa e con lui si trasferisce a Roma, dove vivrà il resto dei suoi anni. Appena giunta a Cagliari, nessuno sospetta che questa timida ragazza abbia davanti a sé una luminosa carriera letteraria: nel giro di qualche decennio diventerà la prima (e unica) scrittrice italiana a ricevere il Premio Nobel. Così inizia questa biografia di Grazia Deledda, che attraverso la ricerca saggistica e l'evocazione romanzesca trova, tra le pieghe della fitta corrispondenza deleddiana, l'immagine di una donna in continuo movimento tra creazione letteraria, desiderio di autoaffermazione, amori (soprattutto epistolari, ma non per questo meno infelici), tentativi di distacco dalla città dove è nata, Nuoro, e da un ambiente che giudica raggelante e provinciale. Tanti i personaggi che, insieme a lei, incontriamo in queste pagine: da Pirandello, che mostra curiosità nei confronti della scrittrice, a Puccini e alla divina Eleonora Duse, che interpreterà la protagonista di Cenere nell'adattamento cinematografico del romanzo. Diversamente da gran parte dei ritratti biografici della Deledda, dedicati agli anni nuoresi, l'autore si concentra qui sul periodo romano, disegnando la figura di una scrittrice matura e a suo modo integrata nell'ambiente letterario italiano, consapevole del proprio talento e insieme investita dalle ansie e dai dubbi che si accompagnano alla creatività artistica. La vita della Deledda è una storia di determinazione e coraggio; una storia da leggere come un romanzo, per riscoprire la voce di una grande scrittrice, a ottant'anni dalla sua scomparsa.‎

‎Spaemann Robert‎

‎Dio e il mondo. Un'autobiografia in forma di dialogo‎

‎br. In dieci capitoli che si sviluppano nella forma di un dialogo, Robert Spaemann descrive episodi, esperienze ed incontri che lo hanno durevolmente segnato. Dialoghi ed episodi formano così un libro nel quale Robert Spaemann racconta le tappe della sua vita e il proprio itinerario intellettuale. Elementi biografici e filosofici si mescolano, e il racconto - come è tipico per questi e per molti altri dialoghi con Robert Spaemann - si allarga fino a sfociare in un nuovo pensare. Ne è derivato un panorama di immagini e di pensieri dalle tappe di vita, ritratti, discussioni e posizioni, che farà gioire chi già conosce Spaemann, ma terrà pure viva l'attenzione di ogni altro lettore che ancora non lo abbia incontrato. I due interessi della ragione, un testo che in nuce ripropone il pensiero di Robert Spaemann degli ultimi anni, costituisce il punto conclusivo e l'ultimo atto di questa concisa biografia intellettuale in forma di dialogo.‎

‎Ricoeur Paul; Iannotta D. (cur.)‎

‎La memoria, la storia, l'oblio‎

‎brossura L'opera di Paul Ricoeur si divide in tre parti: dedicate rispettivamente a una fenomenologia della memoria, a un'epistemologia della storia e a un'ermeneutica della condizione storica. Lontano da una visione totalizzante delle vicende umane riunite in una filosofia della storia, Ricoeur conduce un'ermeneutica della vita umana che, svolgendosi nel tempo, è storica e come tale intessuta di memoria e oblio.‎

‎Schopenhauer Arthur; Coscia S. (cur.)‎

‎Diario di viaggio‎

‎brossura‎

‎Resta Caterina‎

‎Stato mondiale o «nomos» della terra. Carl Schmitt tra universo e pluriverso‎

‎br. A distanza ormai di quasi sessanta anni dalle pagine dedicate da Schmitt al Nomos della terra, la «grande antitesi della politica mondiale» tra pluriverso e universo, lungi dall'aver trovato soluzione, è divenuta, semmai, di ancor più scottante attualità con il sopraggiungere dell'età globale. Pur con tutti i suoi limiti intrinseci, la teoria schmittiana dei grandi spazi ha l'indubbio merito di porre l'accento sulla necessità di pensare a un pluriverso in grado di contrastare le spinte universalistiche della potenza imperiale di turno, oltre a smascherare il carattere ideologico dell'attuale "umanitarismo". Tuttavia, oltre l'antitesi schmittiana tra universo e pluriverso, se davvero si vuole fugare lo spettro di un Impero universale o quello, altrettanto minaccioso, di una guerra civile mondiale, nell'epoca della globalizzazione universo e pluriverso non sono i termini di un'alternativa, ma vanno pensati insieme. Solo una politica dell'ospitalità può ispirare il pluriverso di una confederazione di grandi spazi, i quali si riconoscono nell'universale con-vivenza che consente a ciascuno di scoprire quell'estraneo che è e quell'ospite che è chiamato a diventare.‎

‎Strassoldo Raimondo‎

‎Da David a Saatchi. Trattato di sociologia dell'arte contemporanea‎

‎br. Che cosa c'è in comune tra Jacques-Louis David e Saatchi, attuale zar mondiale dell'industria pubblicitaria che nel 1997 ha organizzato la repellente mostra 'Sensations'? Tra la 'Morte di Socrate', manifesto delle virtù civiche, di David e le carogne putrescenti di Damien Hirst? A questi interrogativi il libro tenta di dare risposta, analizzando i processi sociali della cosiddetta 'arte contemporanea'. Dalla fine del Settecento la borghesia trionfante ha trovato nell'arte uno dei surrogati laici della religione e un elemento dell'identità nazionale; sono avvenute la feticizzazione dell'artista come genio creatore e la scissione tra estetica ed etica. Nel Novecento la fotografia, la pubblicità e il cinema hanno relegato l'arte d'avanguardia (AC) a ristrette élites. I magnati americani si sono affidati agli intellettuali di sinistra nella sua promozione, riconoscendovi il luogo privilegiato dell'innovazione, logica centrale del ciclo produzione-consumo. Negli ultimi decenni essa è stata integrata nel sistema globale della finanza e dei media, come 'reparto meraviglie e scandali' del mercato e delle industrie culturali.‎

‎Martini G. (cur.)‎

‎Carteggio Verdi-Piroli‎

‎ril. Fra le amicizie più salde di Giuseppe Verdi, quella con Giuseppe Piroli è caratterizzata dalla reciproca stima incondizionata e dalla comune passione per la politica, intesa come atteggiamento morale prima ancora che come gesto di civiltà. Nonostante l'esperienza parlamentare in comune sia stata brevissima, il rapporto epistolare è rimasto costante per trentun anni, sia nello scambio di pareri sullo scenario politico che Piroli osservava dall'interno delle istituzioni, sia nella necessità di confidenza e di stimolo intellettuale che ognuno, in modi differenti, esercitava sull'altro. Nel primo tomo (1859-1876) si può osservare lo sviluppo della corrispondenza dai vagiti della nuova Italia alla caduta della Destra storica, attraverso le delusioni della guerra e le fatiche dell'economia, ma anche attraverso le vicende personali di Verdi e il suo ruolo nella formazione della legge sul diritto d'autore. Gli accadimenti storici si intrecciano con la nascita dei nuovi capolavori verdiani degli anni Sessanta e Settanta, che la particolare natura di questo carteggio rivela soprattutto nel loro fondamentale risvolto all'interno della carriera, degli interessi e della vita privata di Verdi. Nel secondo tomo (1877-1890), il Verdi maturo si avvicina al rifacimento di Simon Boccanegra e alla creazione di Otello maturando al contempo una sempre maggior delusione per la politica italiana e la condotta etica dei suoi protagonisti, senza rinunciare a lamentarsene con Piroli, nominato senatore otto anni dopo la fine della propria esperienza alla Camera. È un'Italia che si affaccia al colonialismo, un'Italia di piccoli e grandi scandali politici. È un Piroli che sempre più accusa le fatiche dell'età e del lavoro, e sempre meno riesce a godere della compagnia di Verdi a Sant'Agata. Ed è un Verdi che osserva il mondo con lucidità e disillusione, con giudizi spietati e folgoranti, sempre più convinto di quei pochi riferimenti intorno ai quali ha costruito la propria dimensione privata: l'amicizia con Piroli resta uno dei più indiscutibili e incrollabili.‎

‎Craveri P. (cur.); De Martini A. (cur.)‎

‎Napoli. Le grandi opere 1925-1930. Ediz. illustrata‎

‎ill. Elegante ristampa integrale del raro volume impresso a Napoli nel 1930. Un libro dimenticato e introvabile, eppure molto utile per la conoscenza dell'evoluzione urbana di Napoli in un periodo breve ma significativo per l'importanza e l'incisività delle opere realizzate, per il clima politico di un regime appena nato e, naturalmente, per comprendere le vicende architettoniche e urbanistiche degli anni successivi. Un libro per non lasciare nell'oblio attività e realizzazioni rilevanti, che una damnatio memoriae aveva relegato in un angolo morto. Quattrocento fotografie e planimetrie a corredo del testo fanno di questo libro uno strumento per lo studio della storia della città di Napoli.‎

‎Anders Günther; Colombo D. (cur.)‎

‎Brevi scritti sulla fine dell'uomo. Testo tedesco a fronte‎

‎br. In questi brevi frammenti con testo originale a fronte, Günther Anders riflette con un tono a metà tra la gaiezza e il pessimismo sul futuro destino dell'uomo e dell'umanità, a partire dalla loro odierna condizione morale ed emozionale. In essi giungono a massima espressione tanto il suo profondo acume filosofico quanto la sua notevole virtù letteraria che avevano indotto Cesare Cases a parlare di Anders come dell'"unico sopravvissuto di quella generazione di ottimi fabbri tedeschi del parlar materno che va da Simmel a Bloch". Prefazione di Michele Sisto.‎

‎Crisafulli Stefano‎

‎L'arte e il grido. Percorsi filosofici tra pittura e cinema‎

‎br. Attraverso un percorso poliedrico, che si snoda facendo incontrare varie discipline (filosofia, pittura, cinema), il saggio "L'arte e il grido" si propone di indagare, con atteggiamento filosofico e intento divulgativo, le principali trasformazioni artistiche del '900 per giungere a una possibile ridefinizione della funzione dell'arte nella contemporaneità. Mettendosi sulle tracce dei filosofi che hanno maggiormente incrociato la loro ricerca con quella di alcuni pittori e utilizzando il cinema come ulteriore terreno di esemplificazione e di confronto, l'autore ha individuato nell'arte quell'urgente necessità di smascheramento delle illusioni e salvaguardia della complessità che si accompagnano da sempre anche alla ricerca filosofica più autentica. Capitolo dopo capitolo, passando senza soluzione di continuità dagli oggetti, alle immagini e, infine, al corpo, si fa strada la possibilità di uno sguardo nuovo sull'enigma del mondo ed emerge la centralità tragica di quel nucleo temporale che è ineludibile nell'essere umano.‎

‎Tagliapietra F. (cur.)‎

‎Esposizione d'arte Excelsior palace hotel giugno 1914 Lido Venezia. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il 20 giugno 1914 si inaugurava presso l'Hotel Excelsior di Venezia la mostra l'Esposizione di artisti rifiutati alla Biennale veneziana. Si verificava, in questo modo, la straordinaria sinergia tra l'albergo più elitario di Europa e il gruppo più trasgressivo di artisti italiani. L'Esposizione di artisti rifiutati alla Biennale veneziana giungeva come ultima mostra d'anteguerra degli artisti cosiddetti "Ribelli di Ca' Pesaro" che, dal 1908 (medesimo anno di inaugurazione dell'Hotel Excelsior), avevano innovato la cultura figurativa veneziana e nazionale, contrapponendosi alle edizioni delle Internazionali d'Arte Biennali (tale era la denominazione delle mostre ai Giardini), di carattere piuttosto tradizionale. La vivacità creativa dei cosiddetti secessionisti, i ribelli di Ca' Pesaro (tra cui si segnalano, per importanza, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Arturo Martini, Gino Rossi, Pio Semeghini), si esprimeva in mostre che, sotto l'egida del direttore della Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro nonché segretario della Fondazione Bevilacqua La Masa, Nino Barbantini, avevano messo in subbuglio il mondo dell'arte contemporanea veneziana e nazionale.‎

‎Fino Lucio‎

‎La Sicilia illustrata da vedutisti architetti e incisori tra il XVI e il XIX. Ediz. illustrata‎

‎ill.‎

‎Raia Ciro‎

‎Napoli 1799. Un sogno di libertà‎

‎brossura‎

‎Borsellino Enzo‎

‎La collezione Corsini di Roma. Dalle origini alla donazione allo Stato italiano. Dipinti e sculture‎

‎br. Il testo si compone di due parti. La prima tratta della storia della raccolta artistica caratterizzata dalla presenza di opere di importanti maestri italiani e stranieri, dal XIV al XVIII secolo, nonché di sculture antiche e moderne, tra cui una pregevole collezione di bronzetti del XVII e XVIII secolo. Un nucleo di quadri del Trecento e del primo Quattrocento, entrato nel XIX secolo, testimonia la vitalità e l'interesse collezionistico della famiglia Corsini anche nell'Ottocento. La collezione è pressoché integra se si escludono sedici dipinti venduti durante l'occupazione francese di Roma, quasi tutti presenti in importanti musei stranieri. La seconda parte presenta un nutrito numero di documenti quasi tutti inediti: inventari, ricevute di pagamento, corrispondenze epistolari, atti notarili, redatti nel corso di tre secoli (dal XVII al XIX secolo), che hanno consentito di ricostruire le origini e dello sviluppo della collezione donata allo Stato italiano nel 1883 e oggi facente parte delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma.‎

‎Benstock Shari‎

‎Donne della Rive Gauche. Parigi 1900-1940‎

‎br. "Donne della Rive Gauche" è la traduzione italiana del testo della studiosa americana Shari Benstock "Women of the left bank" del 1986. È un testo nel quale sono raccontate, nei dettagli, le vite delle donne che popolarono la Parigi della prima metà del '900, dando vita a un fermento culturale senza eguali. Con questo libro scopriamo che quella che è stata definita l'"era di Pound", o la "generazione di Auden", è stata in verità l'era e la generazione anche e soprattutto di donne americane, francesi, inglesi che tra il 1900 e il 1940 abitarono sulla riva sinistra della Senna a Parigi. Così le battezza Shari Benstock: "le donne della Riva Sinistra". E le nomina una per una: si chiamano Gertrude Stein, Djuna Barnes, Natalie Barney, Sylvia Beach, Colette, Nancy Cunard, H.D., Alice B. Toklas, Mina Loy, Anaïs Nin, Adrienne Monnier, e Jean Rhys e Crosby e Flanner e Solano e Vivien e Boyle e Anderson e Wharton e Bryher e Heap e Jolas.‎

‎Arte moderna. Ediz. a colori‎

‎ill., br. L'arte moderna in Occidente - il termine stesso "arte moderna" è occidentale - inizia convenzionalmente con il Quattrocento grazie alle straordinarie espressioni artistiche in Italia e nelle Fiandre, accompagnate da quella temperie culturale che chiamiamo "Umanesimo". La decisione di affidare ad autori diversi i vari secoli segue l'abitudine in storia dell'arte di riferirsi al "Quattrocento", "Cinquecento", "Seicento" ecc. per identificare periodi dell'evoluzione degli stili. Confidiamo che questo metodo, oltre a garantire autori di particolare competenza e verve, permetta anche, a seconda dei periodi, quel cambiamento di tono che può rendere la lettura più accattivante e il contenuto più imprevedibile. L'operazione era partita da un progetto più vasto che non comprendeva la sola arte moderna; ma la felicità del risultato, riguardo al periodo che dalla fine del Medioevo ci conduce al Ventesimo secolo, ci ha consigliato di realizzare una pubblicazione sulla modernità. Con il Rinascimento e l'epoca barocca, l'arte dell'Europa Occidentale è accolta in Russia che, pur non dimenticando l'icona, ospita architetti e artisti italiani e di altri Paesi. La Russia, all'inizio del Ventesimo secolo, contribuirà con le avanguardie allo sviluppo dell'arte contemporanea. Nel Novecento l'arte moderna si internazionalizza completamente e ad un tempo si formano più epicentri rispetto alla sola Europa.‎

‎Fino Lucio‎

‎Capri. Tra ricordi di viaggio e vedute dal XVII al XIX secolo. Ediz. limitata‎

‎ill., br. Volume di grande formato corredato da circa 150 illustrazioni a colori di rare stampe, dipinti e acquerelli. Pregiata edizioni di soli 999 esemplari numerati, su carta pesante, legatura artigianale "alla bodoniana", realizzata a mano, con elegante astuccio.‎

‎Onfray Michel‎

‎Thoreau. Vivere una vita filosofica‎

‎br. È ancora possibile distinguersi dai più e plasmare la propria vita secondo le proprie convinzioni? Si possono ignorare vie precostituite, norme sociali e religiose, giudizio degli altri, per costruire la propria esistenza in accordo con le proprie e più intime esigenze? Con i propri ideali? La risposta di Michel Onfray è in questo breve e felice libro, in cui ci presenta - e ci indica come modello - la vita e le opere di Henry David Thoreau, ecologista ante litteram, apostolo della disobbedienza civile che avrà per continuatori Tolstoj, Gandhi, Martin Luther King, e soprattutto autore del celeberrimo "Walden", ovvero "Vita nei boschi". L'esistenza dello scrittore americano, percorsa istintivamente e intimamente dal desiderio di ritrovare una «relazione originale con l'universo», di eliminare tutto il superfluo dall'esistenza - all'insegna di un individualismo del tutto opposto all'egoismo cui viene comunemente equiparato - diviene così ispirazione esistenziale ma anche politica; in Thoreau il pensiero diventò azione e creò le condizioni di una vita autenticamente filosofica. Se i grandi uomini e le personalità eccezionali sembrano essere davvero passati di moda in un'epoca di solitarie folle livorose, Onfray ci ricorda che è proprio la loro perenne inattualità a costituirne la forza, e soprattutto il valore di esempio duraturo.‎

‎Ackroyd Peter‎

‎Charles Dickens‎

‎br. Il 9 giugno 1870 Charles Dickens muore a cinquantotto anni a Gads Hill, la sua casa a Higham, nel Kent. La notizia del suo decesso fa subito il giro del mondo. Negli Stati Uniti, Longfellow, il poeta più famoso del secondo Ottocento americano, dichiara di non aver mai assistito a un cordoglio tanto diffuso per la morte di un autore, con «il Paese intero colpito dal lutto». Il giorno successivo alla sua dipartita, il Daily News sentenzia: «È stato senza dubbio il romanziere di quest'epoca». In Inghilterra l'opprimente senso di perdita attraversa tutte le classi sociali, in primo luogo la classe lavoratrice che si è sentita ampiamente rappresentata nelle sue opere. La percezione generale è che l'anima stessa del popolo inglese, il suo umorismo e la sua malinconia, la sua baldanza e la sua ironia, abbiano trovato una piena espressione nei romanzi di Dickens. Scrivendo questa imponente biografia dell'autore di "Grandi speranze" e di altri capolavori della letteratura mondiale, Peter Ackroyd non soltanto non si sottrae alla percezione dei contemporanei di Dickens, ma mostra come la sua morte, per tutti i vittoriani, sia stata la testimonianza di un'enorme transizione. Più della stessa regina Vittoria, Charles Dickens appare, in queste pagine, il rappresentante illustre di un'epoca non perché ce ne restituisce semplicemente la testimonianza, ma perché percepisce, saggia, proclama, nella sua narrativa, le svolte e i passaggi fondamentali di un secolo, sino al punto che la sua stessa vita si trasforma in «un simbolo di quel periodo». Sotto la penna di Ackroyd, la biografia di un grande scrittore diventa così uno strumento di vera conoscenza, il segno più compiuto del trascorrere di un'epoca intera.‎

‎Emdin Michele; Henry Barbara; Pavan Ilaria‎

‎Vite sospese. 1938. Università ed ebrei a Pisa‎

‎ill., ril. Il 5 settembre 1938 venivano emanate le leggi "per la difesa della razza", le leggi della vergogna: lo Stato italiano, per mano di chi lo reggeva discriminava, chi aveva origine familiare e credo israelita, con il suggello falso di un attributo razziale inesistente. La Nazione italiana in larga parte accoglieva indifferente il dispositivo che spezzava il legame tra i suoi cittadini ebrei e la società civile. Le Università e le Scuole "sospendevano" i loro Docenti, non consentivano agli studenti e alle studentesse l'iscrizione, li allontanavano quando stranieri. A Pisa l'Università allontanava venti tra i suoi Docenti e oltre duecento Studenti ebrei stranieri. Nell'ambito delle celebrazioni indette dall'Università di Pisa, dalla Scuola Normale Superiore, dalla Scuola Superiore Sant'Anna e dall'IMT e intitolate a "San Rossore 1938" gli allievi delle Scuole il 15 ottobre 2018 hanno ricordato quelle "vite sospese" con i loro Docenti nel corso di una Giornata di confronto e di testimonianza, cui è seguita una installazione artistica presso la Scuola Sant'Anna: quattro stanze, frammenti del poema di vite sospese e spezzate nel 1938 per volontà di un dittatore, per firma di un re d'Italia, per l'acquiescenza dei più in Europa. Questo libro ripercorre quelle storie e ne riafferma al lettore la memoria.‎

‎Fiorella Lucia‎

‎Oltre il patto autobiografico. Da Barthes a Coetzee‎

‎br. Autobiografie al presente, in terza persona, anonime, fantastico-grottesche, autodenigratorie; e ancora: otobiografie, altrobiografie, autofinzioni, biografie e interviste fittizie. Sono solo alcune delle forme che eccedono la celebre teorizzazione di Philippe Lejeune, che con Il Patto autobiografico (1975) ha rifondato gli autobiographical studies; forme che costringono a estendere via via le definizioni e gli spazi letterari delle scritture della vita. Partendo da una ricognizione storiografica sull'impatto del post-strutturalismo (in particolare di Roland Barthes, Jacques Derrida e Paul De Man) sull'autobiografia contemporanea, Lucia Fiorella prende in esame questi casi-limite a livello sia teorico sia critico, illustrando gli aspetti sperimentali delle opere di grandi innovatori del genere, soprattutto J.M. Coetzee, ma anche di artisti come Emilio Isgrò e Christoph Schlingensief.‎

‎Campanella Tommaso‎

‎La città del sole‎

‎br. Le più significative utopie scritte in Italia tra Cinque e Seicento sono La Città del Sole di Tommaso Campanella e La città felice di Francesco Patrizi. La Città del Sole viene composta dal filosofo domenicano nel 1602 ispirandosi a Platone e a Tommaso Moro. La città è retta da un re-sacerdote e da tre magistrati (potenza, sapienza e amore); gli abitanti seguono una religione naturale, conducono un'esistenza organizzata secondo ragione, la proprietà privata è abolita e il principio fondamentale è la comunità dei beni. Mezzo secolo prima, nel  1551, il filosofo Francesco Patrizi aveva scritto La città felice, Richiamandosi alla Repubblica di Platone, ai principi religiosi e all'esempio concreto della Repubblica di Venezia, aveva disegnato il suo modello di Stato, offrendo una delle più pregevoli manifestazioni della tendenza razionalistica del Cinquecento.‎

‎Mangone Angelo‎

‎L'Armata Napoletana dal Volturno a Gaeta (1860-61)‎

‎ill., br. Dopo oltre mezzo secolo ristampiamo questo testo, sulla fine del Regno delle Due Sicilie che fa piena luce sulle battaglie di Caiazzo e del Volturno, chiarisce genesi e natura dell'intervento piemontese e, attraverso gli scontri del Macerone, di Cascano, del Garigliano e di Mola, dà un quadro preciso del memorabile assedio di Gaeta.‎

‎Holtby Winifred‎

‎Virginia Woolf‎

‎br. Winifred Holtby, giovane letterata inglese d'inizio Novecento, è stata la prima a narrare l'opera e la poetica di Virginia Woolf negli anni in cui la sua influenza culturale era già molto forte. Edita nel 1932, questa elegante biografia letteraria intervenne nell'acceso dibattito sul modernismo, bilanciando lucidità analitica e passione. Nel commentare la saggistica e la narrativa di Virginia Woolf, Holtby non esita a evidenziare i limiti di alcune sue scelte tematiche, senza che questo riduca la sincera ammirazione per la scrittrice e per la sua straordinaria capacità di trarre energia creativa dai semplici avvenimenti della vita quotidiana. Un saggio limpido e prezioso, grazie anche alla presenza di alcune testimonianze dirette, che restituisce intatta la dimensione letteraria di una grande autrice, collocandola nell'accesa battaglia ideale del suo tempo.‎

‎Micunco Giuseppe; Ferrari Teresita‎

‎Il Crocifisso glorioso. Arte e fede nella Chiesa di Santa Croce a Casamassima (Bari)‎

‎ill., br. Il volume illustra il significato e il valore di una pregevole opera d'arte che arricchisce da alcuni anni la cultura e la fede del territorio: il Crocifisso glorioso nella chiesa di Santa Croce a Casamassima (Bari). Il fondo blu, colore della notte, accoglie nello splendore dell'oro il corpo del Signore glorioso di luce e di amore; colori che richiamano alla regalità e allo splendore della rivelazione gioiosa. «Non traspare più la morte, ma appare l'Uomo-Dio che ha vinto la morte e, risorto, sembra voler incontrare i fratelli e le sorelle per annunciare e donare loro ancora e sempre la misericordia del Padre» (don Carlo Lattarulo).‎

‎Banti A. M. (cur.); Ginsborg P. (cur.)‎

‎Storia d'Italia. Annali. Vol. 22: Il Risorgimento‎

‎ill., ril.‎

‎Hadot Pierre‎

‎La filosofia come modo di vivere. Conversazioni con Jeannie Carlier e Arnold I. Davidson‎

‎br. Pierre Hadot è solo un ragazzo quando il cielo stellato gli regala un'esperienza indimenticabile, in cui più tardi riconosce ciò che Romain Rolland chiama il "sentimento oceanico". "Credo di essere filosofo a partire da quel momento", dice una sessantina d'anni dopo. Che cos'è filosofare? Per Hadot la filosofia è un'esperienza vissuta. I discorsi filosofici degli antichi sono "esercizi spirituali" che non mirano a informare, ma a formare e a trasformare noi stessi. E se filosofare vuoi dire "esercitarsi a morire", esercitarsi a morire vuoi dire esercitarsi a vivere con piena lucidità, staccarsi dal proprio io per aprirsi a una prospettiva universale l'itinerario della saggezza.‎

‎Borgna Eugenio‎

‎L'indicibile tenerezza. In cammino con Simone Weil‎

‎br. Una vita esemplare e un pensiero folgorante. Eugenio Borgna ha trascorso molto della sua vita in dialogo con gli scritti di Simone Weil, che hanno saputo offrirgli infinite suggestioni per il suo cammino di medico e psichiatra, impegnato nell'ascolto e nella condivisione della sofferenza e della speranza. In questo vero e proprio diario di un lettore d'eccezione, Eugenio Borgna interroga l'enigma di questa giovane donna che ha attraversato un'epoca di guerre e totalitarismi armata della sua fragilità, della sua intelligenza luminosa, della sua febbrile passione per l'amicizia e la trascendenza. Eugenio Borgna rievoca gli anni di formazione di Simone, l'appartenenza alla colta borghesia ebraica della capitale francese, la vicinanza ad alcuni grandi irregolari della cultura del tempo. Mette al centro di questa sua rivisitazione il momento drammatico in cui Simone decide di andare a lavorare in fabbrica con l'idea di condividere la sofferenza degli ultimi in un estremo esperimento con se stessa e con le proprie forze. E indaga in Simone Weil il costante, misterioso intreccio tra una bruciante sensibilità che la avvicina alle grandi figure della mistica e della poesia femminile come Teresa di Lisieux, Etty Hillesum, Madre Teresa di Calcutta, e un impegno politico senza riserve, che la porta alla volontà di partecipare alla guerra civile spagnola e più tardi alla Resistenza francese, morendo a Londra stremata dalla malattia e dalla solitudine.‎

‎Ceci Giovanni Mario‎

‎Moro e il PCI. La strategia dell'attenzione a il dibattito politico italiano (1967-1969)‎

‎br. Apertura ai comunisti? Possibile ingresso del Partito comunista italiano nella maggioranza di governo? Instaurazione di una Repubblica conciliare? Sul finire degli anni Sessanta del Novecento questi interrogativi animarono e in alcuni momenti dominarono il dibattito politico nel nostro paese. Della discussione che si sviluppò intorno alla possibilità di un nuovo corso nei rapporti con i comunisti i protagonisti principali furono indubbiamente Aldo Moro e la Democrazia cristiana. Sulla base di una vasta documentazione, italiana e statunitense, il volume ricostruisce la politica di Moro e della DC verso il PCI tra il 1967 e il 1969, fornendo un quadro analitico anche delle reazioni degli altri partiti, dei commenti della stampa e dell'atteggiamento degli Stati Uniti di fronte alle posizioni espresse dai democristiani e, più in generale, alla "questione comunista".‎

‎Frampton Kenneth‎

‎Richard Meier. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril. Questa monografia ripercorre in ordine cronologico le tappe più importanti dell'attività di Richard Meier, dai primi lavori su abitazioni private ed edifici residenziali (di cui si ricordano i due complessi di Twin Parks nel Bronx e il Bronx Developmental Center) fino ai progetti di più ampio respiro realizzati negli Stati Uniti e in vari Paesi d'Europa, tra cui l'Italia: tra questi il Getty Center di Los Angeles e il Museo di arte contemporanea di Barcellona.‎

‎Manicone M. (cur.); Purini F. (cur.)‎

‎Antonio Sant'Elia. Manifesto dell'architettura futurista. Considerazioni sul centenario‎

‎brossura‎

‎Bennis Mohammed; Corrao F. (cur.); Donzelli M. (cur.)‎

‎Il Mediterraneo e la parola. Viaggio, poesia, ospitalità‎

‎br. "L'idea poetica, per me, non si ferma alle frontiere. Ogni poesia mediterranea è mia. Ogni poesia che annuncia il viaggio, che dà ospitalità, che semina generosità. In ogni angolo del mondo. E lì che comincia il Mediterraneo. Non un luogo recintato da principi geografici o da un'idea che rinnega l'Altro che viene da Sud, da Oriente o da Occidente". Una dichiarazione di principi e d'intenti, quella di Bennis, che colpisce per la sua bruciante attualità. Mohammed Bennis, uno dei poeti marocchini più conosciuti e stimati nel mondo arabo, ha dimostrato negli anni un forte impegno intellettuale e civile. Non a caso è stato l'ideatore della Giornata della poesia dell'Unesco, che si celebra ogni anno il 21 marzo, con lo scopo di stimolare il dialogo attraverso la poesia, ed è da sempre un convinto assertore dell'importanza della traduzione per la promozione della conoscenza tra le culture. Una poetica che sfocia in una pratica di vita sul rapporto tra Mediterraneo e poesia. "Spazio libero e ospitalità come pratica quotidiana: è stata questa lezione che mi ha permesso di comprendere la poesia. La poesia non ammette frontiere chiuse e non obbedisce alla logica degli interessi. Ogni volta che mi trovo nella poesia sento il Mediterraneo divenire la mia casa aperta, senza soffitto né muri né porte. Aperta su uno spazio infinito".‎

‎Pegorari Daniele Maria‎

‎Il codice Dante. Cruces della «Commedia» e intertestualità novecentesche‎

‎br. Questo volume individua nella "Commedia" il "codice" di un sistema intertestuale su tre livelli: i primi due riguardano il rapporto con le fonti e le "autocitazioni" presenti nella "Commedia," il terzo livello scopre nel poema il "codice genetico" della letteratura italiana, europea e americana, che si manifesta particolarmente allorché numerosi autori hanno dovuto dar conto dello sgomento prodotto dalla postmodernità. Da un lato si collocano i tre saggi ruotanti intorno al misterioso lancio della "corda" di Inf., XVI (dietro cui si cela forse la chiave allegorica del primo canto e dell'intera struttura morale dell'opera), dall'altro i sette saggi su Marx e Gramsci, Gozzano, Montale, Pasolini, Luzi, Loi e su quasi sessanta romanzi duemilleschi dimostrano che i debiti contratti con Dante sono indispensabili sia per costruire le più consapevoli poetiche contemporanee, sia per colorare il caleidoscopio della letteratura di consumo, al crocevia fra impegno e "divertissement".‎

‎Rigotti Francesca‎

‎Manifesto del cibo liscio. Per una nuova filosofia in cucina‎

‎br. Che cos'è il cibo liscio? Francesca Rigotti, autrice della "Filosofia in cucina" e della "Filosofia delle piccole cose", prende spunto dalla distinzione tracciata da Deleuze e Guattari tra due tipi di spazi: quello "rigato" (cartesiano, gerarchico, egemonico, rigido: lo spazio del potere) e quello "liscio" (fluido, mutevole: lo spazio del non potere). Il libro vi adatta il modello alimentare per dimostrare come nel cibo liscio nasca la possibilità di nutrirsi con alimenti sani che non provocano disagi e malattie. Un nuovo modo di appassionarsi alla cucina.‎

‎Galluzzi Francesco‎

‎Fantasmi elettrici. Arte e spiritismo tra simbolismo e futurismo‎

‎ill., br. Tra Otto e Novecento, nel clima di rinnovato interesse per le tendenze esoteriche che accompagnava il declinare della dominante cultura positivista, si affermò un'inedita rivisitazione delle tradizionali credenze nell'esistenza dei fantasmi e nel "mondo invisibile". Coniugandosi con le coeve ricerche scientifiche che indagavano il rapporto tra materia ed energia, gli spiritisti della fine del XIX secolo consideravano la realtà visibile permeata di forze occulte che soltanto le peculiari sensibilità dei medium permettevano di rendere percettibili e conoscibili. Un complesso di indagini, oscillanti tra superstizione e ricerca scientifica, che ebbero grande influenza anche sui diversi aspetti della cultura del tempo, dove i riferimenti alle manifestazioni medianiche diventarono sempre più frequenti. Questo libro, dopo aver esaminato le varie accezioni delle credenze di fine secolo nel "mondo occulto", indaga le implicazioni che tale cultura medianica (cui contribuirono anche luminari della scienza nazionale del tempo, come il criminologo Cesare Lombroso) ebbe nel contesto delle arti visive in Italia tra suggestioni iconografiche ed elaborazioni di poetica, dall'affermazione delle tendenze simboliste alla nascita della prima avanguardia nel nostro paese, il Futurismo, con aperture sulla letteratura, la fotografia e il cinema.‎

‎Magrini Silvio; Pesaro A. (cur.)‎

‎Storia degli ebrei di Ferrara. Dalle origini al 1943‎

‎ill., br. "Ho ritrovato gli originali di questo libro nel corso di un trasloco interno di casa Magrini. In tre cartelle di cartone, con fogli dattiloscritti su carta sottile tenuti insieme da fermagli metallici, fittamente annotati e corretti con una scrittura minutissima a penna e matita, mio nonno Silvio Magrini racconta la storia della Comunità Ebraica di Ferrara dalle origini sino al Luglio del 1943 con la salita al potere del generale Badoglio" (dalla prefazione di Andrea Pesaro).‎

‎Torre Lorenzo‎

‎Bicicletta partigiana. Dodici itinerari sulle tracce della Resistenza‎

‎ill., br.‎

‎Chilla Selene; Di Battista Serena‎

‎E sognai di Cime Tempestose. Viaggio nei luoghi del romanzo di Emily Brontë‎

‎ill., br. L'obiettivo delle autrici di questo libro è quello di accompagnare il lettore attraverso i luoghi dell'Inghilterra che hanno ispirato Emily Brontë nella stesura del suo famoso "Cime Tempestose". Frutto dell'esperienza diretta sul posto, dei contatti con gli abitanti del luogo, delle ricerche effettuate con il supporto di esperti e del materiale a disposizione dei membri della Brontë Society, il testo introduce Emily Brontë raccontandone la storia e il particolare attaccamento allo Yorkshire e alla brughiera. La scrittrice aveva un legame viscerale con la terra in cui era nata, e l'ispirazione che traeva dalla natura circostante era vitale ai fini del suo processo creativo. Le autrici vanno dunque alla ricerca di coincidenze e differenze tra la geografia del romanzo come architettata da Emily, e quella reale dei luoghi che l'hanno ispirata, raccontandoci il ruolo allegorico della brughiera, fino ad accompagnare il lettore all'interno di quegli edifici che hanno, secondo la tradizione, dato vita alle case degli Earnshaw e dei Linton: Ponden Hall e Top Withens.‎

‎Canosa Romano‎

‎Storia dell'Abruzzo in età giolittina (1900-1918)‎

‎ill., br. Con un imponente lavoro di ricerca sulle fonti d'archivio e sui giornali dell'epoca, l'autore traccia un ricco quadro: dalle lotte politiche alla situazione economica, dalla gestione dell'ordine pubblico all'accresciuta emigrazione, dal terremoto nella Marsica alla grande epidemia di influenza spagnola, alle prime strutture ferroviarie alla Settimana Rossa. Un vero e proprio libro da collezione, illustrato con disegni e simboli originali dell'autore.‎

‎Schumann Robert‎

‎Lettere da Endenich‎

‎br. Gli eventi che portarono Schumann a chiedere egli stesso il ricovero in una clinica per alienati non sono riconducibili a una sola patologia, a un solo caso. Vi è un probabile tentativo di suicidio (non comprovato); una serie ripetuta di allucinazioni auditive; una forma di malinconia piuttosto grave che tuttavia non gli impediva la frequentazione degli amici o dei conoscenti. Quanto alle cause di questa instabilità emotiva: una malattia venerea contratta in gioventù; l'alcolismo; un probabile bipolarismo in una fase acuta e senza ritorno. Ancora frammenti, ciascuno con una sua verità. Le lettere dal manicomio di Endenich, qui tradotte e raccolte nel loro insieme per la prima volta in italiano, sono semplicemente uno dei frammenti di quell'immagine distrutta.‎

‎Serlorenzi M. (cur.); Barbanera M. (cur.); Pinelli A. (cur.)‎

‎Il classico si fa pop di scavi, copie e altri pasticci. Catalogo della mostra (Roma, 13 dicembre 2018-7 aprile 2019). Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il catalogo accompagna la mostra allestita in due delle sedi del museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo e la Crypta Balbi, dal 14 dicembre 2018 al 7 aprile 2019. La mostra racconta, a partire dalla figura di Giovanni Volpato (artista, incisore, antiquario e imprenditore attivo a Roma nella seconda metà del XVIII secolo) gusti, forme e mode dell'antico, dall'età classica ai giorni nostri, passando per la stagione del Grand Tour, quando nasce il gusto per il souvenir. I saggi critici rilevano l'attualità del classico nel Settecento e nell'Ottocento. Ricordano i cenacoli culturali dell'epoca, lo sviluppo delle raccolte pubbliche di archeologia, i centri di produzione del souvenir, dalla litografia al dipinto alla ceramica, riflettendo sulla figura dell'artista, in Grecia e nella contemporaneità.‎

‎Duce Alessandro‎

‎Storia della politica internazionale (1957-2017)‎

‎br. Questo terzo volume di Storia della politica internazionale valuta l'evoluzione interna ai due blocchi "Est-Ovest" nel periodo 1957-2017. Esclusa la possibilità di prevalere con un confronto militare aumenta lo sforzo dei due competitori per rendere ottimale il proprio modello. Vengono esaminate le alleanze, le unioni economico-sociali, gli impegni umanitari e la presenza all'interno dell'ONU. Emerge il ruolo esercitato dalle grandi potenze sia nel mondo liberal-democratico che in quello marx-lenin-maoista. Gli USA sono impegnati in un ciclopico sforzo nelle Americhe, in Europa, in Asia e anche in Africa sotto la guida di diversi presidenti fra i quali Kennedy, Nixon, Carter, Reagan, Bush, Clinton, Obama e Trump. L'esame del mondo comunista si sofferma sull'evoluzione sovietica fino alla dissoluzione dell'URSS; in questi decenni sono al centro della scena Krusciov, Breznev e Gorbaciov. Negli anni successivi la guida della Russia è assunta da Eltsin e da Putin. Un'attenzione specifca è riservata al lungo dopo- guerra tedesco; la Germania, debellata, occupata e divisa persegue con tenacia la riunificazione. Un rilievo particolare è riservato alla Cina durante gli anni di Mao Tsè-tung, Deng Xiaoping e Xi Jinping; sono esaminate anche la questione tibetana e il dissidio con Formosa. Un breve capitolo conclusivo è dedicato ai Paesi non allineati (PNA) e al loro attuale impegno politico. In questo quadro è avviato il processo integrativo del continente africano prima con l'Organizzazione dell'unità africana (OUA) e, in seguito, con l'Unione africana (UA).‎

‎Rocco Carbone Lorenza; Della Bella B. (cur.)‎

‎Il mondo salvato dai ragazzini. Elsa, la vita come un romanzo. Nuova ediz.‎

‎br. Questa edizione de "Il Mondo salvato dai ragazzini" approfondisce il lungo percorso morantiano dell'autrice con nuove acquisizioni critiche. Al rapporto Morante-Nanini si aggiunge il confronto Morante-Ferrante: realtà e finzione, Storia e storie, infanzia, formazione, amicizia, dolore, l'ambivalente rapporto madre/figlio. Pur confermando l'unicità di Elsa Morante, si individuano qui temi e consonanze nella scrittura di Elena Ferrante, scrittrice senza volto. Dal mistero connaturato alla figura della Morante, al mistero costruito intorno alla Ferrante per un'identità negata, all'anticonformismo comune ad entrambe, in lotta contro gli stereotipi intorno alla scrittura delle donne. Dopo la prima, questa edizione va oltre l'esegesi critica e ermeneutica, capace di fondere dimensione umana e artistica della Morante in un nuovo stimolante romanzosaggio. Un ulteriore tassello all'intuizione critica in fieri: Elsa Morante ed Elena Ferrante, solo un'allitterazione o reale consonanza artistica e umana?‎

‎Taffi Baldacci Marco‎

‎Guida alla lettura di Petrolio. Introduzione al romanzo postumo di Pasolini‎

‎brossura L'edizione a stampa di Petrolio, che è quella su cui abbiamo basato il nostro lavoro, costituisce la riproduzione fedele, quasi fotografica, del manoscritto pasoliniano. L'autore iniziò il suo lavoro presumibilmente nella primavera o estate del 1972 e, quando, nel novembre del 1975, il poeta fu assassinato l'opera non era stata ancora licenziata. Nelle dichiarate intenzioni di Pasolini il progetto prevedeva la redazione di duemila pagine e l'opera, dunque, a rigor di termini, può definirsi incompiuta o perlomeno non degna di essere considerata conclusa. Dal punto di vista oggettivo, infatti, il romanzo (che l'autore, però, nel corso dell'opera, designa frequentemente anche col termine di 'poema') si presenta in un'evidente condizione di frammentarietà, poiché a parti che presentano un certo sviluppo narrativo e, dunque, un certo grado di rifinitura sia formale che contenutistica, se ne affiancano altre che mostrano, invece, lacune ed incongruenze.‎

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