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Buraggi, Dionisio
Feritoie
Edizione originale. Esemplare in condizioni davvero molto buone, considerando la cattiva qualità di quest’edizione uscita subito dopo la guerra: fresco e pulito internamente, integro alla copertina (leggera fioritura perimetrale, una microscopica mancanza al bordo esterno dell’unghiatura superiore)-. Rarissimo libro, uno dei titoli più rari della «Collezione diretta da Maria Ginanni» dal 1917 al 1919, prima a Firenze poi a Milano con Facchi editore, ospitando alcuni dei capolavori dell’avanguardia italiana dell’epoca. Questa è la terza — e ultima — raccolta di poesie del “misterioso” Dionisio Buraggi, che aveva esordito con Ricciardi nel 1912 (Vigilia) e poi con «La Voce» nel 1914 (Zodiaco). Cammarota. Futurismo, n. 64.3
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[Forza]
La Forza. Mensile della Federazione Nazionale dei gruppi naturisti-futuristi presieduta da S. E. Marinetti. Anno I. N. 3-4
Prima edizione. Ottimo esemplare, fresco e pulito, integro (appena accennati segni alle piegature orizzontale e verticale). Penultimo fascicolo (su un totale di soli quattro fascicoli per sei numeri: nn. 3/4 e 5/6 doppi) del mensile diretto e curato graficamente da Fillia — qui come Luigi Colombo. Raccoglie la pattuglia naturista reduce dall'esperienza al quindicinale romano «Il Nuovo». «Interamente dedicato alla problematica naturista [...] una serie di interventi a carattere “scientifico” su vari aspetti del naturismo (alimentare, razziale, igienico, medico, giuridico) e di politica culturale, nella preoccupazione di reintrodurre nel programma politico fascista le linee principali dell'estetica futurista» (Diz. Fut., p. 469). -- Fascicolo interamente dedicato al III Congresso naturista-futurista e Mostra del Naturismo in Piemonte, tenutisi a Torino. Salaris, Riviste futuriste, pp. 256-261; Cammarota, Futurismo, Giornali fut., 139
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[Nuovo, Il; direttore Arnaldo Ginna]
Il Nuovo. Quindicinale di energetica umana fascista e futurista. Anno I, N. 11
Edizione originale. In ottime condizioni, con etichetta d’invio a «S. E. Marinetti | Villa Miramare | Levanto». Quindicinale diretto da Arnaldo Ginna, ne uscirono 18 numeri nel 1934. «Organo ufficiale della Federazione dei gruppi naturisti-futuristi e della Confederazione italiana per la bonifica umana fascista», «[...] movimento filosofico dalle basi autarchico-fasciste il cui programma era stato esposto da A. Ginna nell'incredibile libello “L'Uomo futuro”» (Diz. Fut., p. 803). Spazia dall'arte alla medicina, passando per l'industria e il commercio. Salaris, Riviste futuriste, pp. 464-471; Cammarota, Futurismo, Giornali fut., 128
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[Nuovo, Il; direttore Arnaldo Ginna]
Il Nuovo. Quindicinale di energetica umana fascista e futurista. Anno I, N. 13-14
Edizione originale. Brunitura lungo la piegatura verticale nella parte alta della prima pagina; lacerazione in corrispondenza; lacerazione al centro delle pagine in corrispondenza dell’intersezione delle piegature; senza perdite, leggera fragilità. Numero doppio in occasione del «Primo convegno italiano naturista: Energetica e costituzionalismo», da inaugurarsi il 1° ottobre 1934. «Il Nuovo» fu un quindicinale diretto da Arnaldo Ginna, ne uscirono 18 numeri nel 1934. «Organo ufficiale della Federazione dei gruppi naturisti-futuristi e della Confederazione italiana per la bonifica umana fascista», «[...] movimento filosofico dalle basi autarchico-fasciste il cui programma era stato esposto da A. Ginna nell'incredibile libello L'Uomo futuro» (Diz. Fut., p. 803). Spazia dall'arte alla medicina, passando per l'industria e il commercio.
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Aa. vv. (Tavolato, Papini, Palazzeschi, Folgore, Soffici)
Almanacco purgativo 1914 [COPERTINA AZZURRO - ROSA]
Prima edizione. Esemplare con la copertina nella variante azzurra e rosa; in più che buone condizioni (normali segni del tempo perimetrali alla copertina, con qualche piega, brevi lacerazioni e piccole perdite trascurabili). Raccoglie scritti parodistici attribuiti a varie personalità, in verità composti da Folgore, Tavolato, Soffici, Palazzeschi e Papini. Nove pregevoli illustrazioni originali di Soffici — tra le quali alcune xilografie — ornano il volume, che fu pubblicato con una copertina molto colorata, ispirata allo stile delle réclame di inizio secolo, e stampata in numerose combinazioni di colori varianti. Salaris, Riviste futuriste, pp. 42-45; Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 5
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Aa. vv. (Tavolato, Papini, Palazzeschi, Folgore, Soffici)
Almanacco purgativo 1914 [COPERTINA AZZURRO - ARANCIO]
Prima edizione. Esemplare con la copertina nella variante azzurro e arancio; in buone condizioni, con difetti piuttosto evidenti alla copertina (ampia mancanza al dorso, peraltro muto; piccole mancanze perimetrali alla copertina). Raccoglie scritti parodistici attribuiti a varie personalità, in verità composti da Folgore, Tavolato, Soffici, Palazzeschi e Papini. Nove pregevoli illustrazioni originali di Soffici — tra le quali alcune xilografie — ornano il volume, che fu pubblicato con una copertina molto colorata, ispirata allo stile delle réclame di inizio secolo, e stampata in numerose combinazioni di colori varianti. Salaris, Riviste futuriste, pp. 42-45; Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 5
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Settimelli, Emilio
Gli odî e gli amori
Edizione originale. Più che buon esemplare, integro e pulito sia internamente sia alla copertina uniformemente brunita. Raccoglie ritratti di politici e intellettuali del tempo e non. Cammarota, Futurismo, 441.14
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Aa. vv. (Tavolato, Papini, Palazzeschi, Folgore, Soffici)
Almanacco purgativo 1914 [COPERTINA BLU - VERDE]
Prima edizione. Esemplare con la copertina nella variante blu e verde; più che buon esemplare, con difetti perimetrali visibili in copertina e una lieve gora alla prima carta. Raccoglie scritti parodistici attribuiti a varie personalità, in verità composti da Folgore, Tavolato, Soffici, Palazzeschi e Papini. Nove pregevoli illustrazioni originali di Soffici — tra le quali alcune xilografie — ornano il volume, che fu pubblicato con una copertina molto colorata, ispirata allo stile delle réclame di inizio secolo, e stampata in numerose combinazioni di colori varianti. Salaris, Riviste futuriste, pp. 42-45; Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 5
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Aa. vv. (Tavolato, Papini, Palazzeschi, Folgore, Soffici)
Almanacco purgativo 1914 [COPERTINA ROSA - VERDE]
Prima edizione. Esemplare con la copertina nella rara variante rosa e verde; restauri perimetrali alla copertina, anche in dorso e quarta; prime carte con fioriture perimetrali; per il resto in più che buone condizioni. Raccoglie scritti parodistici attribuiti a varie personalità, in verità composti da Folgore, Tavolato, Soffici, Palazzeschi e Papini. Nove pregevoli illustrazioni originali di Soffici — tra le quali alcune xilografie — ornano il volume, che fu pubblicato con una copertina molto colorata, ispirata allo stile delle réclame di inizio secolo, e stampata in numerose combinazioni di colori varianti. Salaris, Riviste futuriste, pp. 42-45; Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 5
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Aa. vv. (Tavolato, Papini, Palazzeschi, Folgore, Soffici)
Almanacco purgativo 1914 [COPERTINA BLU - ROSA]
Prima edizione. Esemplare con la copertina nella variante blu e rosa; difetti perimetrali alla copertina, con brevi lacerazioni, piccole mancanze e fessure fermate al dorso muto; per il resto in ordine. Raccoglie scritti parodistici attribuiti a varie personalità, in verità composti da Folgore, Tavolato, Soffici, Palazzeschi e Papini. Nove pregevoli illustrazioni originali di Soffici — tra le quali alcune xilografie — ornano il volume, che fu pubblicato con una copertina molto colorata, ispirata allo stile delle réclame di inizio secolo, e stampata in numerose combinazioni di colori varianti. Salaris, Riviste futuriste, pp. 42-45; Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 5
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Boccioni, Umberto
Pittura scultura futuriste (Dinamismo plastico). Con 51 riproduzioni. Quadri sculture di Boccioni - Carrà - Russolo - Balla - Severini - Soffici
Edizione originale. Più che buon esemplare, quasi ottimo, appena brunito ai piatti, normalmente scurito al dorso e segnato lungo i fascicoli, con la usuale sfrangiatura all’unghia di copertina; pagine normalmente brunite ma integre e pulite; indicazione di «5° migliaio» in quarta di copertina. Unico libro pubblicato in vita da Boccioni, opera capitale e summa della pittura futurista nel suo momento “eroico”. Marinetti era solito regalare una copia di questo libro ai giovanissimi futuristi, come fosse la Bibbia del movimento; nel 1924 indicava a una di queste nuove leve, inviando il volume: «Conservalo con cura (Edizione quasi esaurita)». Imponente l’apparato iconografico: 51 opere nelle nitidissime fotografie in bianco e nero dello stabilimento fotografico “Achille Ferrario” — storico fotografo milanese specializzato in opere d’arte (tra le altre cose documentò il restauro del cenacolo leonardiano del 1906-1908). L’iconico ritratto fotografico di Boccioni su carta patinata in apertura del volume è invece opera del grande ritrattista Emilio Sommariva. Sull’ultimo numero dell’anno I di «Lacerba» (I,24, 15 dicembre 1913) era uscito l’articolo di Boccioni sul «Dinamismo plastico», che è l’argomento all’ordine del giorno tra gli artisti futuristi: Boccioni ne parla in molte conferenze tra fine 1913 e inizio 1914, mentre costruisce assieme al suo editore, Marinetti, «Pittura scultura futuriste», la raccolta degli scritti teorici, tutti convergenti verso il dinamismo plastico. Il libro è già fuori nel febbraio 1914, reclamizzato su «Lacerba» e sugli altri organi di comunicazione del movimento (tra i quali il catalogo della mostra Roma: Sprovieri, febbraio-marzo 1914). Cammarota, Futurismo, 40.1
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Aa. vv. (Tavolato, Papini, Palazzeschi, Folgore, Soffici)
Almanacco purgativo 1914 [COPERTINA ARANCIO - VERDE]
Prima edizione. Esemplare con la copertina nella rara variante arancione e verde; riparazione amatoriale al dorso, con applicazione di nastro adesivo bianco (comunque ben fatta e appena percepibile); per il resto in più che buone condizioni. Raccoglie scritti parodistici attribuiti a varie personalità, in verità composti da Folgore, Tavolato, Soffici, Palazzeschi e Papini. Nove pregevoli illustrazioni originali di Soffici — tra le quali alcune xilografie — ornano il volume, che fu pubblicato con una copertina molto colorata, ispirata allo stile delle réclame di inizio secolo, e stampata in numerose combinazioni di colori varianti. Salaris, Riviste futuriste, pp. 42-45; Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 5
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Bot, Oswaldo [Osvaldo Barbieri]
Autoritratto futurista [in copertina: Auto-ritratto futurista. 50 illustrazioni]
Edizione originale, primo stato. Esemplare appartenente al primo stato della tiratura, con l’errore «OSWLADO» per Oswaldo a p. [3] (titolo della prefazione di Marinetti), errore poi corretto in tipografia in corso di tiratura. Ottimo esemplare (piccola abrasione al piatto anteriore, minime tracce d’adesione alla brossura, segni di piegatura assolutamente non deturpanti alle unghiature e ai margini della brossura). Rara opera prima del geniale futurista piacentino Osvaldo Barbieri, in arte «Oswaldo Bot», che a partire dai tardi anni ’20 diede vita a un’intensissima attività artistica dispersa in decine di piccole edizioni oggi tutte estremamente difficili da reperire e scarsamente documentate nelle biblioteche pubbliche e private. ICCU registra a oggi solo tre copie dell’«Autoritratto» (BNC Firenze, APICE Milano e ASAC Venezia); a queste vanno aggiunte senz’altro la copia della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza e quella del MART di Rovereto. OCLC registra quattro copie, tutte negli Stati Uniti: UCLA, Getty, Yale e NYPL, alle quali bisogna aggiungere l’esemplare del Wolfsonian-FIU. -- In pochi anni, dalla remota provincia emiliana, Bot s’impose tra le prime file del gruppo futurista che esponeva nelle principali mostre nazionali e all’estero. Nel 1934 litigò con i vertici del movimento (in particolare con il torinese Fillia, all’epoca principale riferimento per il futurismo artistico) e fuoriuscì, mantenendo comunque intatta fino alla seconda guerra una produzione artistico-editoriale di eccezionale qualità. «La genesi di “Autoritratto futurista”, il primo libro che ne è anche a tutti gli effetti l’esordio, è un tour de force condensato in tre mesi: alla fine del ’28 Bot riceve gli apprezzamenti di Marinetti per il suo “ritratto meccanico” del Duce, apparso sul foglio piacentino “La Scure” in ottobre. Appena nel maggio ’29 esce l’“Autoritratto”. [...] il 13 gennaio 1929 Bot invia a Marinetti un fascicoletto di otto fogli manoscritti, con titolo “Filtrazioni cerebrali di Oswaldo Bot”. Il testo manoscritto è disposto in maniera parolibera a incorniciare disegni stampati in piccolo su carta lucida e applicati ad arte sui fogli: trenta tavole esatte di quello che sarà l’“Autoritratto”, contornate dal relativo testo. Da questo invio [...] prendettero il via rapidissimi contatti tra un Marinetti entusiasta e un Bot che smania di cogliere l’occasione. È poi noto il testo della lettera che Marinetti invia a Bot l’11 maggio ’29: “Caro Bot, ecco la prefazione. Vorrei correggerne la bozza. Mandamela. Te la rimanderò senza tardare. Ti consiglio questi due titoli a scelta: Come mi vedo o Autoritratto futurista”. Il 24 maggio il libro è già pronto, e Bot lo presenta alla Festa del Libro di Piacenza, al Palazzo Gotico» (Futurismo Collezione Mughini, p. 297). -- L’«Autoritratto» — il capolavoro futurista di Bot — è perfetta sintesi della sua arte: 41 parolibere con illustrazioni in bianco e nero che rappresentano stati d’animo (non banalmente «50 illustrazioni», come dice il sottotitolo in copertina), aperte da un punto di domanda e chiuse da un punto esclamativo. La prefazione di Marinetti traccia un percorso del paroliberismo psicologico-introspettivo, dalle «Forze umane» di Benedetta alla «Psicopatografia» di Giordano passando per gli «Stati d’animo» di Steiner, per approdare finalmente a «Barbieri Osvaldo il Terribile»: «[…] in queste sue opere bot, senza preoccupazione di disegno o di colore, racconta col pennello la sia anima impetuosa e sfrenata, l’ossessione dell’indagine precisa lo rende meno sintetico di quel che vorrebbe, tutti i moti del suoi io sono fissati coi rudi contrasti elementari e la potenza rompente di un fiume che imprime ovunque a colpi d’onde maestose la passione e la velocità della sua piena rivoluzionaria […]. Così BOT punta il suo pennello come una mitragliatrice BOT! BOT! BOT! BOT!». -- «Certamente assai singolari risultano le sue “tavole psicopatografiche” pubblicate in “Autoritratto futurista” nel 1929 (che ebbe la prefazione di Marinetti), connesse nella pagina a scritte che ne suggeriscono l’interpretazione, e alcune in certo modo simbolicamente più descrittive, altre risolte in soluzioni più astratte. Ed anche questo è un filone al quale Bot ritornerà nelle 18 Psicografie dell’Affrica, pubblicate a Tripoli nel 1940 e tendenti a soluzioni piuttosto astratte. (Un precedente prossimo, anche se d’un livello certo più rigoroso e al confronto assoluto, è nel lavoro d’un personaggio connesso all’ambito futurista piacentino quale Giuseppe Steiner, che nel 1923 ha pubblicato il volumetto “Stati d’animo disegnati”, nelle edizione futuriste di “Poesia”, Milano; e altri ne pubblicava contemporaneamente a Parma in “Rovente”, probabile suggerimento operativo per Bot […])» (Crispolti, Il caso Bot, in: Osvaldo Bot: opere 1925-1958, cat. della mostra Piacenza 1990). Cammarota, Futurismo, 52.1; Lista, Le livre futuriste, nn. 79-81 p. 39; Gazzola, Bot, pp. 64-70; Id., Oswaldo Bot extra moenia, p. 43; Futurismo Collezione Mughini, n. 3 p. 302; Bot: Futurismi di un giocoliere (Piacenza 2015), pp. 59-61
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Curcio, Armando
Coriandoli
Edizione originale. Più che buon esemplare (bruniture e difetti perimetrali non gravi alla copertina; interno ottimo), pregiato da lunga e affettuosa dedica autografa dell’autore a un certo «Vittorio Cafagna», datata «Napoli, aprile 1918. Proveniente dalla prestigiosa collezione futurista di Giampiero Mughini. Rarissima opera prima (due sole copie in ICCU). Raccolta di componimenti versoliberi epigrammatici à la Ungaretti, venne in certo modo associata ad Annunzio Cervi da Paolo Buzzi su “Poesia” di Dessy (1, 15 aprile 1920, p. 39): «Armando Curcio con “Coriandoli” assottiglia al minimo denominatore le sue impressioni e ci dà una collana di chicchi lucidi, nei quali il paesaggio meridionale, con le sue onde canore, si riflette simpaticamente. Annunzio Cervi con le “Cadenze di un Monello” sardo ci parla una voce metafisica ma d’un’ardenza tutta sua». Cammarota. Futurismo, 131.1; Id., La libreria della Diana & C., n. 66
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Aa. vv. (Dottori, Munari, Rosso, Oriani, Di Bosso, Fillia et alii; a proposito di Umberto Boccioni; prefazione di Filippo Tommaso Marinetti)
Omaggio futurista a Umberto Boccioni. Aeropitture, polimaterici, quadri religiosi, architetture, scenografie, arte decorativa [titolo in copertina]
Edizione originale. Ottimo esemplare (normale leggera brunitura e pinzatura minimamente arrugginita). Raro catalogo della collettiva tenutasi alla Galleria Pesaro: «Nel nome di Boccioni l’ultima grande mostra futurista presso la milanese Galleria Pesaro» (NAF I 1933/16). Il nucleo delle opere esposte — quasi 400 per 91 artisti!!! — proviene dalla «Mostra nazionale d’arte futurista» ospitata all’interno della «III settimana mantovana» (Palazzo Ducale di Mantova, maggio 1933: cfr. NAF I 1933/11; Gazzola, Bot, p. 207). Marinetti scrive la «Prefazione» e la presentazione di «Gerardo Dottori pittore futurista» (Cammarota, Marinetti, Prefazioni, 116). L’evento avvenne in accordo con la personale boccioniana ospitata dal Comune di Milano nelle sale della Villa Reale per le «Onoranze nazionali a Umberto Boccioni». Amplissima personale di Gerardo Dottori, e mini-personali di Mino Rosso e Pippo Oriani all’interno di un enorme evento espositivo che rappresenta uno sforzo eccezionale di allargamento del movimento futurista. Cammarota, Marinetti, XI.116; Nuovi archivi del futurismo I, 1933/16; Gazzola, Bot, p. 207
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Marinetti, Filippo Tommaso (copertina di Enrico Sacchetti)
Re Baldoria. Tragedia satirica in 4 atti, in prosa
Prima edizione italiana. CON DEDICA Esemplare pregiato da invio autografo dell’autore vergato di traverso sulla prima carta «all’amico carissimo Alvise Manfroni ! FT Marinetti»; come usuale, con segni del tempo alla copertina (in particolare distacco fermato alla prima cerniera e minute lacerazioni ricomposte al dorso, scurito), ma in più che buone condizioni complessive. Traduzione di «Le Roi Bombance», a cura di Decio Cinti. Molto rara in questa prima edizione, fu seguita da una ristampa con copertina identica ma su carta meno pregiata nel 1920, e da una nuova edizione targata Garzanti nel 1944. Il mese di pubblicazione è desunto dallo spazio dedicato al volume sul quindicinale napoletano «Proarte» (4.1, 20 giugno), riportato da D’Ambrosio (Nuove verità crudeli, p. 286 nota 22). Cammarota, Marinetti, 26
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Boccioni, Umberto
[ Famiglia olandese ]
Edizione originale. Ottimo esemplare. La stampa, molto rara, è uno dei pochi esemplari noti della serie delle «Famiglie Olandesi» realizzata da Umberto Boccioni nel 1904. Il set, stampato dall’editore svizzero Clement Tournier, costituisce la serie 282 dell’editore, stampata nel 1904, e composta da due pezzi. La litografia qui presentata è il primo numero della serie. La datazione del set al 1904 è resa possibile dalla indicazione dell’edizione al retro: il numero di serie 282, infatti, riconduce a quell’anno grazie alla presenza di un ulteriore set, realizzato dall’illustratore Castell, che segnato col numero di serie 281 reca la data 1904. L’ideazione dei pannelli, dunque, si colloca tra il 1903 ed il 1904. -- Del set completo sono noti, attualmente, soltanto tre esemplari: due, uno dei quali reca la firma autografa del pittore oltre al monogramma, si trovano in collezione privata (Calvesi Coen 1983; Bellini 2004; Baradel 2006; Calvesi Damburoso 2016, D’Agati 2018), un terzo è conservato – sebbene attualmente identificato come opera di un seguace di Henri Cassiers a causa del mancato scioglimento del monogramma – presso il Sincfala Museum van de Zwinstreek di Knobbe-Heinst, Belgio (inv. SCHPRXX50171- SCHPRXX50172). -- «Famiglie Olandesi» costituisce un importante documento che testimonia in maniera esemplare l’ampia conoscenza e l’aggiornamento del pittore sulle più moderne tendenze dell’illustrazione europea e, al contempo, testimonia l’ampia diffusione delle realizzazioni giovanili di Boccioni che, lungi dal costituire un semplice ripiego per fini economici, sono da leggere quale vera e propria attività di ricerca in un campo fondamentale della produzione artistica di inizio secolo, come quello delle stampe e del disegno commerciale. -- La realizzazione di questa serie si colloca nel periodo giovanile della produzione di Umberto Boccioni. Agli inizi della sua carriera, infatti, il pittore svolse un’ingente attività di illustratore a Roma lavorando per l’editore e commerciante romano Cesare Racah e la sua impresa Ulderico Bossi. Recenti studi (D’Agati 2018; D’Agati 2019) hanno ricostruito questa fase poco nota dell’attività di Boccioni evidenziando non solo la complessa trama di rapporti commerciali che legavano l’editore romano al circuito internazionale dell’illustrazione europea, motivo che spiega l’edizione del set in svizzera da parte della casa Clement Tournier, ma la complessa e stratificata conoscenza delle punte più avanzate della grafica nordeuropea da parte di Umberto Boccioni. Il pittore, infatti, nelle sue realizzazioni, che spaziano da soggetti di caccia alla volpe a tematiche automobilistiche e a soggetti di genere, come ciociari o, appunto, scenette olandesi, deriva il suo tratto dagli esempi inglesi di Cecil Aldin, Harry Eliott, John Hassall e, nello specifico, di Henri Cassiers, tra i più significativi illustratori belgi tra XIX e XX secolo. (Scheda di Nicolò D’Agati)
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[Folgore, Luciano, pseudonimo di] Omero Vecchi
Hora prima. Versi
Edizione originale. Piatto anteriore un po’ scolorito e con leggere macchie; traccia di piega all’angolo alto delle pagine; per il resto ottimo esemplare pregiato da dedica autografa: «Al prof. Vittorio Cian, omaggio rispettoso | Omero Vecchi | Roma aprile 1908». Il professor Cian (1862-9151), rispettato e influente accademico, aderì fin dalla fondazione al partito nazionalista e divenne poi un intellettuale organico al fascismo. Opera prima di notevole rarità, di cui sono registrati solo tre localizzazioni istituzionali in ICCU (Labronica di Livorno, APICE di Milano — due copie, Reggi e Scheiwiller — e la copia di Alfredo Baccelli con dedica alla Vittorio Emanuele III di Napoli), cui OCLC aggiunge l’esemplare del MART e quello di Marinetti a Yale. Stampata a spese dell’autore appena ventenne, raccoglie versi di matrice dannunzian-pascoliana. Il poeta cambierà poi nome in Luciano Folgore, ri-esordirà con l’adesione al futurismo e diverrà un ottimo versificatore e parodista. -- Claudia Salaris, a proposito della successiva raccolta «Fiammeggiando l’aurora» (1910), non molto diversa, ha parlato «una poesia romantica, connotata da temi sociali e civili (speranza nel progresso, fede nel lavoro, futuro come palingenesi), dall’altro un accento malinconico, introspettivo, con ripiegamenti crepuscolari. [...] il primo Folgore poteva apparire come un disciplinato alunno della triade Carducci-Pascoli-d’Annunzio, o un emulo di Victor Hugo o di Émile Verhaeren». Salaris, Luciano Folgore e le avanguardie, pp. 16 e seguenti, e p. 88 (illustrazione)
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Carta, Sebastiano (copertina e illustrazioni di Giovanni Ketoff [Ivan Ketov])
Le case
Prima edizione. Fioriture diffuse alla copertina, fortunatamente più leggere al piatto superiore; per il resto ottimo esemplare. Rarissima opera prima di Sebastiano Carta: ICCU registra solo cinque esemplari, quello della Centrale di Firenze e gli altri in fondi specialistici (Reggi a Milano, Demichelis a Ravenna, Gramsci e Caetani a Roma), cui OCLC aggiunge le copie del MART di Rovereto e quelle di Yale (le copie dei coniugi Mrinetti) e Getty negli Stati Uniti; mai apparso nel database storico del sito di vendita Maremagnum e quasi mai registrato in cataloghi di vendita. Raccolta di poesie tra modernismo e avanguardia, impaginata in stile molto moderno e particolarmente pregiata da una splendida copertina dell’artista romano di origine russa Giovanni Ketoff, altrimenti noto come «Chetof», «Chetofi» o «Chetoffi», al secolo Ivan Ketov (1916-1968), che espose con i futuristi lungo tutti gli anni trenta fino alle soglie della seconda guerra mondiale. Per «Le case» dell’amico e collega Sebastiano Carta (espongono insieme con Carlo Belli da Bragaglia nel 1934), Ketoff inventa un disegno astratto di chiara derivazione neoplastica ma di impatto costruttivista, che risulta modernissimo anche ai giorni nostri. «La sua attività di futurista è stata ben messa in luce da Claudia Salaris, che lo ha definito “la figura più interessante del futurismo letterario romano degli anni trenta” e che ne ha collocato l’esperienza in ambito futursimultaneista [...] per la sintesi da lui operata tra futurismo ed ermetismo [...]. Marinetti definisce i sui interventi poetici “poesia sintetica, astratta, mosaica”, perché caratterizzata da un “livello minimale di linguaggio, da versi strozzati, interruzioni continue, che suggeriscono l’idea di un montaggio semiautomatico» (Salaris, Futurismo letterario a Roma, in Casa Balla e il futurismo a Roma, 1989)” (Diz. Fut., p. 227). Cammarota, Futurismo, n. 91.1
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Carta, Sebastiano (copertina e illustrazioni di Giovanni Ketoff [Ivan Ketov])
Campo mobile
Prima edizione. Ottimo esemplare, fresco e pulito, appena fiorito al dorso Rarissima opera seconda di Sebastiano Carta: ICCU registra solo tre copie (Centrale Firenze, Fondazione Gramsci e Fondazione Caetani a Roma) cui OCLC aggiunge la sola copia della Beinecke Library di Yale, con dedica autografa a Benedetta Cappa Marinetti; una sola inserzione nel database storico del sito di vendita Maremagnum. Esemplata formalmente come l’opera prima «Le case», con copertina interamente composta attorno a un disegno dell’artista romano di origine russa Giovanni Ketoff, altrimenti noto come «Chetof», «Chetofi» o «Chetoffi», al secolo Ivan Ketov (1916-1968), che espose con i futuristi lungo tutti gli anni trenta fino alle soglie della seconda guerra mondiale. Lo stesso artista firma il ritratto dell’autore all’antiporta. Rispetto a «Le case», in «Campo mobile» Ketoff impiega un uno stile espressionista astratto, violentemente schizzato, che ben si accorda al sorprendente contenuto del libro: dedicato «ai soldatissimi d’Africa» in occasione della campagna d’Etiopia, esso si articola in sezioni dai titoli «manifesto di stato n. 1», «tono di marcia n. 1» e «n. 2», «sosta n. 1», «battaglia navale n. 1», entro cui si svolgono «versi strozzati, caratterizzati interruzioni continue, che suggeriscono l’idea di un montaggio semiautomatico» (Salaris, Futurismo letterario a Roma, in Casa Balla e il futurismo a Roma, 1989) tipici di questo autore. Cammarota, Futurismo, n. 91.2
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Marinetti, Filippo Tommaso
Zang Tumb Tuuum. Adrianopoli ottobre 1912. Parole in libertà
Edizione originale. Più che buon esemplare, con piccole imperfezioni marginali alla copertina, reindorsato conservando integralmente il dorso originale a rinforzare le cerniere usurate; interno pulito, con minimi segni del tempo e qualche fioritura occasionale; esemplare nella parte di tiratura impressa su carta leggermente più corta, da noi registrata su più di una copia (vi è una differenza di circa 5 mm per lato) e ben descritta nell’ultimo approfondimento bibliografico dedicato al libro da Domenico Cammarota: «[...] tutte le copie che più si avvicinano al “22° migliaio” tendono pure a differire leggermente dalle copie con una tiratura dichiarata più bassa... Millimetri di differenza in più o in meno nel formato» (Percorsi editoriali di “Zang tumb tuuum”, p. 9). Indicazione di «11° migliaio» in quarta di copertina. Il libro capostipite della letteratura futurista “parolibera”, nonché ritenuto da molti il primo libro d’artista tout court del Novecento occidentale. «Zang Tumb Tuuum tosses a grenade at the history of Wstern poetry, but where does it land: in the room or on the page? Or does it land at all?» (Jeffrey Schnapp). Il volume si apre con un elenco di «parti di questo libro ... declamate dal Poeta Marinetti» in varie città europee dal febbraio 1913 al gennaio 1914; segue il manifesto «Distruzione della sintassi, immaginazione senza fili, parole in libertà», datato in calce «11 maggio 1913», che costituisce l’impalcatura teorica più dettagliata per questa nuova modalità espressiva, intrinsecamente legata all’aspetto declamatorio della poesia. Il componimento conclusivo dell’opera, «Bombardamento», che chiude con un cubitale «ZANG-TUMB-TUMB-TUMB-TUUUUUM», era già apparso in «Lacerba» I,6 (15 mar 1913, p. 50, con titolo «Adrianopoli assedio orchestra») e anche sul manifesto «L’arte dei rumori» di Luigi Russolo (11 mar 1913, come esempio di poesia rumorista, senza titolo e introdotto così: «Recentemente il poeta Marinetti in una sua lettera dalle trincee bulgare di Adrianopoli, mi descriveva con mirabile stile futurista l’orchestra di una grande battaglia»). In queste pre-pubblicazioni, tuttavia, l’aspetto tipografico del testo è piuttosto tradizionale, appena vivacizzato dall’uso di corsivi e neretti; in «Zang tumb tuuum» il lavoro grafico è enorme e cambia completamente l’aspetto del componimento: oltre alla chiusura (che poi è la chiusura dell’opera), memorabile la pagina 183, con la parola «vampe» (poi un topos del ‘secondo’ futurismo) reiterata in corsivo e dislocata ad arte tipo ‘nuvola’ occupando l’intera mezza pagina superiore; ma è tutta l’impaginazione a essere ripensata (a capi, allineamenti etc.). Pare che nel settembre 1913 Marinetti facesse circolare tra pochi intimi un depliant stampato da Taveggia con titolo «Bombardamento d’Adrianopoli»: «... trattasi di una sorta di prova di stampa o specimen per il prossimo “Zang tumb tuuum”» (Cammarota, n. 39): il terzo testimone a stampa in pre-pubblicazione ci offre molto probabilmente una data nella quale il lavoro di impaginazione, condotto come è noto dall’autore assieme al tipografo Cesare Cavanna presso l’officina di Angelo Taveggia, era incominciato. Su «Lacerba» uscirono altre anticipazioni: «Contrabbando di guerra» (I,13, 1 lug 1913, p. 142); «Battaglia sotto vetro-vento» (I,17, 1 set 1913, p. 198-9); «Correzione di bozze + desideri in velocità» (I,23, 1 dic 1913, p. 269-71), che in «Zang tumb tuuum» è il componimento d’apertura; «Ponte» (II,1, 1 gen 1914, p. 3-5). Non è un caso che le ultime due anteprime lacerbiane (Correzione e Ponte), uscite mentre il libro era già in uno stadio avanzato di lavorazione tipografica, presentano anche sulla rivista aspetto grafico e impaginazione simile a quella che sarà definitiva. La splendida parolibera «Dune», invece, con il suo «Decalogo della sensibilità motrice» impaginato come schema a raggiera a piena pagina, fu composta troppo tardi per essere inserita nel libro, ed è l’ultimo contributo parolibero a uscire in «Lacerba» (II,4, 14 feb 1914, pp. 51-53): sarà esposta in originale nella serata dadaista del Cabaret Voltaire (giugno 1916), e pubblicata nel numero unico relativo.-- «On the one hand, the printed text of “Zang Tumb Tuuum” presents itself as the score for a performance, incomplete without histrionics, gestures, vocalization, dramatization, and even song. On the other, its is composed of richly axial typographical architectures that appeal not to the hand or voice but to the eye (as would other Futurist poetic products belonging to the ‘tavola parolibera’, a distinct words-in-freedom genre)» (Schnapp). -- L’opera è stata inserita nella selezione di «pezzi iconici del Novecento» in grado di «raccontare la storia e le storie del design italiano» in occasione dell’undicesima edizione del Triennale Design Museum (2018-2019), accanto alla celebre moka Bialetti, alle macchine da scrivere Olivetti, al Borsalino, alla Vespa, alle Superga e ad altre «icone» del secolo appena trascorso. Cammarota, Marinetti, n. 47; Id., Percorsi editoriali di “Zang tumb tuuum” (in: Bittoto Cammarota Meazzi Zang Tumb Tuuum, Macerata 2021: 5-15); Echaurren, Futurcollezionismo, pp. 15-17; Schnapp, “On Zang Tumb Tuuum” (Italian Futurism, Guggenheim NY 2014: 156-8); Triennale Design Museum: Storie: il design italiano, 2019, pp. 38-39
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Bartolini, Luigi
Il guanciale [Esemplare con numerosi interventi autografi dell’autore]
Documento autografo originale. Esemplare molto ben conservato, con normali segni del tempo (difetti marginali alle copertine; pagine brunite). Esemplare dell’edizione originale de «Il Guanciale» nell’emissione con copertina arancione e indicazioni «Paris: Mérat & C.ie». Slegata e reimpaginata dall’autore, conservando i due piatti della brossura, per farne copia di lavoro. Bartolini la invia a Spagnoletti scrivendo al frontespizio: «(ne ho qui una copia!) / all’amico / Giacinto Spagnoletti / con gratitudine / per la sua lettera / del gennaio 1950 / Luigi Bartolini». Subito sotto, di pugno di Spagnoletti: «a Vanni Scheiwiller, / “girando” un caro omaggio / con affetto e stima, / Giacinto Spagnoletti / Milano, il 2 · 1 · 54». La copia conserva all’interno solo le pagine relative alle poesie «Parenti», «S. Antonio Abate», «Battesimo della primavera», «Primavera in paese», «Fonte maggiore» (solo la prima strofa più i primi 6 vv. della seconda), «Uccelli in gabbia», «La bella al balcone» (compresa la lettera prefatoria di Marinetti), «Gli angeli incisi». Fittamente postillate con correzioni e ripensamenti manoscritti dell’autore le poesie «Primavera in paese», «Fonte maggiore» e «La bella al balcone». Al recto muto di p. 37 (conclusione della poesia «Battesimo della primavera») applicato un foglio volante sottomisura recante di pugno di Bartolini l’incipit di «Fonte maggiore» (vv. 1-10), pieno di segni correttivi e varianti, e preceduto dalla nota «Per l’almanacco di Strapaese». Il nucleo di poesie selezionate dall’autore rappresenta un primo stadio del lavoro che condurrà alla sezione «Primi versi» di «Pianete» (Vallecchi 1953), la raccolta di poesie del dopoguerra con introduzione di Spagnoletti; in «Pianete» però saranno pubblicate solo: «Parenti», «S. Antonio Abate», «Battesimo della primavera», «Primavera in paese», «Fonte maggiore» – il nocciolo della sezione (che raccoglie in più altre tre poesie non considerate in questa copia di lavoro) – e con solo quattro delle numerose varianti riportate nella nostra copia.
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Buzzi, Paolo
FUTURISMO = ACROBATISMO = LIBERTÀ FARNE TUTTI COLOOORIII
Manoscritto autografo firmato. Eccellente esemplare (normali segni della piegatura in quattro parti). Bellissimo messaggio manoscritto parolibero con una vera e propria copertina dove è vergato cubitale il messaggio di cui al titolo, con «TUTTI COLOOORIII» che è composto in diagonale con lettere ciascuna di un diverso colore pastello. In seconda pagina il messaggio continua «INFISCHIARSENE | DOGMI | SCRIVERE | TUTTO DI TUTTO | IN TUTTI I MODI — DIFFICILI FACILI — FACILI DIFFICILI | Ciao | Paolo Buzzi». La mano ricorda da vicino quella che si vede nella tavola parolibera del depliant «Parole in libertà consonanti vocali numeri», diffuso al principio del 1915.
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Marinetti, Filippo Tommaso
Lettera manoscritta con firma autografa su carta intestata «Poesia. Rassegna internazionale», indirizzata a Candido Berti; busta intestata conservata
Documento autografo originale. In ottime condizioni di conservazione, busta con alcune parti rimosse (senza perdite di testo). Lettera di pugno di Decio Cinti, il segretario personale di Marinetti dagli anni di «Poesia» fino alla prima guerra mondiale; firmata in autografo per esteso «F. T. Marinetti». Scusandosi lungamente e con grande cortesia Marinetti respinge il copione del dramma storico-filosofico «Il Messia» che il professor Candido Berti (Casale Monferrato 1848-1919) proponeva per le edizioni di «Poesia». Marinetti invia copia de «La conquête des Etoiles», la sua opera prima, e si propone di pubblicare un estratto lirico del dramma sulla rivista «Poesia». «Il Messia» di Candido Berti, direttore della R. Scuola normale maschile “G. Lanza” di Casale, sarebbe rimasto inedito alla sua morte a settantun anni nel 1919, come si apprende dal necrologio apparso su «I diritti della scuola», annata 1919 pagina 352.
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Marinetti, Filippo Tommaso
[Ritratto fotografico con dedica autografa firmata a Erminio Vella]
Stampa fotografica vintage. CON DEDICA In ottime condizioni di conservazione. Rarissimo intenso primo piano di Marinetti, con sguardo accigliato e farfallino a pois, virato in seppia e scontornato ad arte dal fotografo, che pure firma in originale la stampa. Tra le tante immagini fotografiche di Marinetti, questa particolare fotografia ci pare davvero inusuale, non ne abbiamo trovato riscontri diretti in letteratura. La stampa è pregiata da una bella dedica autografa in testa al ritratto «al Caro e grande italiano Erminio Vella» ben firmata al piede «l’amico F.T. Marinetti». Erminio Vella era il presidente dell’associazione «Dante Alighieri» in Rio de Janeiro, Brasile, città che fu meta di due soggiorni marinettiani: l’incontro tra Marinetti e Vella in occasione della prima visita, nel maggio del 1926, è testimoniato dalla stampa locale (si veda il libro di De Barros «O pai do futurismo no país do futuro», 2010, pp. 122-123). Ma la fotografia ritrae un Marinetti decisamente più maturo e dunque deve essere stata dedicata in occasione della seconda visita a Rio de Janeiro, nel settembre del 1936: nei «Libroni» di Marinetti conservati sotto forma di microfilm a Yale si trova in effetti un riscontro iconografico abbastanza preciso con il disegno che adorna l’articolo di Cesar Rivelli «Interpretaçao de Marinetti», pubblicato sul numero di settembre 1936 del periodico «Nossa Revista» di Rio De Janeiro.
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Corra, Bruno (Ginanni Corradini Bruno)
Lettera autografa firmata, inviata a Mino Doletti
Ottimo esemplare. Mino Doletti è stato critico cinematografico e sceneggiatore. -- «Caro Doletti, eccoti la mia risposta. Cordialissimi saluti dal tuo Bruno Corra».
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Marinetti, Filippo Tommaso (copertina di Gino Boccasile)
L’Aeropoema di Cozzarini. Primo eroe dell’esercito repubblicano
Prima edizione in volume. CON DEDICA Straordinario esemplare pregiato da lunga e bellissima dedica autografa di Marinetti «al grande aeropittore futurista Acquaviva consigliandogli di pubblicare tale quale il magnifico suo libro su Santo Gesù e gridando a lui e ai suoi amici Farfa Desiderio Rosa Arconti [?] Braviii! Così Sempre Così | FTMarinetti»; la dedica dovrebbe far riferimento al poema di Annaviva illustrato da Acquaviva, «Il sentiero dell’universo», pubblicato nel settembre 1944 in una limitatissima tiratura, e più in generale alla fervida attività del gruppo futurista savonese “Sant’Elia” tra 1943 e 1944 a rimarcare la «continuità futurista» e «veloci annunciamenti d’altri orizzonti» in un mondo che andava sgretolandosi a causa della tragedia del secondo conflitto mondiale (si cita dal «Manifesto della continuità futurista» pubblicato su cartolina in occasione del «47° quarto d’ora di poesia» del 28 dicembre 1944). Celebrazione lirica della morte eroica del tenente Rino Cozzarini, avvenuta il 10 novembre 1943 sul fronte meridionale. Rara edizione pubblicata per i tipi della Repubblica Sociale Italiana. Cammarota, Marinetti, 253
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Sant’Elia, Antonio
L’architettura futurista. Manifesto
Prima edizione. Ottimo esemplare (normale uniforme brunitura e un’impercettibile minima lacerazione sul bordo esterno, di un paio di millimetri, moto lontana dal testo). Raro e fondamentale manifesto – unica pubblicazione autonoma del “martire” futurista. Il testo, corredato dalla riproduzione di 6 disegni architettonici dell’autore tratti dal ciclo della «Città nuova» (o: della «Città futurista» nella lezione del manifesto), rielabora lo scritto di Sant’Elia contenuto nel catalogo della «Prima esposizione d’arte del Gruppo Nuove Tendenze» tenutasi pochi mesi prima, tra maggio e giugno. -- Gli studi moderni (Longatti in Nuove tendenze cat. 1980; Caramel e Longatti, Sant’Elia: L’opera completa, 1987; Dulio in Dudreville e Nuove tendenze cat. 2022) hanno dimostrato come, sia sul testo in catalogo che sul manifesto, abbia pesato particolarmente l’editing di alcuni sodali dell’architetto (Mario Buggelli, Ugo Nebbia e poi Filippo Tommaso Marinetti), andando a produrre una prosa militante molto centrata sulla novità dei materiali costruttivi e sul concetto di “leggerezza”, virato a tratti in senso provocatorio e paradossale nella versione futurista, il cui legame con le famose assionometrie prospettiche “fantascientifiche” della «Città nuova» rimane un po’ lasso. La prematura scomparsa dell’autore, martire durante la prima guerra mondiale, interruppe sul nascere qualsiasi possibile sviluppo, fissando tuttavia paradossalmente l’opera di Sant’Elia in un eterno e atemporale momento di rottura e prefigurazione a cui si sono ricollegati esplicitamente quasi tutti i movimenti d’avanguardia, non solo italiani, poco prima e poco dopo la seconda guerra mondiale. Tonini, I manifesti del futurismo italiano, n. 81.2; D’Ambrosio, Nuovi archivi del futurismo II: manifesti programmatici, n. 1914/172
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Aa. vv. (Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, Balla, Soffici)
Prima esposizione Pittura Futurista Roma. Ridotto del Teatro Costanzi. Galleria G. Giosi [titolo in copertina]
Edizione originale. Eccellente esemplare. Catalogo della prima esposizione collettiva futurista in Italia, ospitata nel foyer del Teatro Costanzi di Roma, ed evento di apertura del 1913 dei pittori futuristi. La mostra arriva appena al rientro dalla fortunata tournée europea del 1912, con due importanti novità: al gruppo che aveva girato l’Europa (Boccioni, Carrà, Russolo e Severini) si aggiungono Giacomo Balla (che espone «Guinzaglio in moto [= Dinamismo di un cane al guinzaglio]», «I ritmi dell’archetto [= La mano del violinista]», «Lampada ad arco» e «Bambina moltiplicato balcone [= Ragazza che corre sul balcone]») e in qualità di «invitato» Ardengo Soffici (espone «Saggio di deformazioni 1910», «Saggio di una sintesi pittorica della città di Prato 1912», quattro «Scomposizioni di piani»: d’un lume 1913, d’un fiasco 1913 1a e 2da, di zuccheriera e bottiglia 1913, tre «Linee e volumi»: di una figura 1913, di una strada 1913, di un ponte 1913). La lista delle opere esposte è preceduta dal testo programmatico già presente nelle varie lingue sui cataloghi del 1912, con un cappello introduttivo rielaborato ad hoc: «Dalla famosa serata dell’8 marzo 1910 al Teatro Chiarella di Torino [...] noi abbiamo molto combattuto, molto conquistato e intensamente lavorato! E oggi possiamo affermare senza alcuna boria, che questa prima Esposizione di Pittura futurista a Roma è la più importante manifestazione dell’arte italiana, da Michelangelo a oggi». -- «[...] all’inizio del 1913 i pittori futuristi si ripropongono, muovendo da Roma, con un ciclo di opere innovativamente decisive, che rappresentano la maturità del momento “analitico” della ricerca futurista» (NAF). Pacini, Esposizioni futuriste 1912-1918, p. 29-s; Salaris, Storia, p. 40a; Nuovi archivi del futurismo I, 1913/1
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Aa. vv. (Marinetti, Balla, Depero, Baldessarri, Funi, Conti, Cangiullo, Dudreville, Evola, Rosà, Rosai, Russolo, Sironi et alii)
Grande Esposizione Nazionale Futurista. Quadri, Complessi plastici, Architettura, Tavole parolibere, Teatro Plastico Futurista e Moda Futurista. Catalogo [TIRATURA CON ILLUSTRAZIONI]
Edizione originale, tiratura con le illustrazioni intercalate nel testo. Più che buon esemplare, quasi ottimo, con lievi segni del tempo e leggeri segni d’attenzione al testo, in grafite, probabilmente rimuovibili ma in ogni caso interessanti (leggerissima traccia di gora d’umido al margine interno delle carte; pinzatura arrugginita; fioritura all’ultima carta). Catalogo della grande collettiva presso la Galleria Centrale d'Arte diretta da Edoardo Moretti (Palazzo Cova), marzo 1919, la più ampia e importante mai organizzata. Diviso in sezioni: «Quadri, disegni, complessi plastici, teatro plastico futurista», con ampio spazio alla personale di Depero (83 opere); «Tavole parolibere»; «Alfabeto a sorpresa»; «Architettura». Prefazione originale di Marinetti e altri interventi in corso di catalogo a circostanziare lo stato della ricerca artistica del futurismo al rientro dalla guerra: «Fondamentale occasione di censimento e di ampio rilancio delle forze futuriste in campo, di più generazioni, fra pittura, complessi plastici, architettura, spettacolo, moda e tavole parolibere, all’indomani del conflitto mondiale, in una sistemazione critica dei diversi indirizzi di ricerca» (Nuovi archivi del futurismo). -- Del catalogo fu fatta una tiratura, probabilmente posteriore ma in ogni caso pregiata dalla presenza di 10 illustrazioni, abilmente ricavate nello spazio concesso da una semplice ricomposizione del testo in alcune pagine (Balla «Canto tricolore»; Conti «La bambola»; Depero «Diavoli di caucciù a scatto»; Dudreville «Aspirazione; Ferrazzi «Caratteri della famiglia»; Funi «Il ciclista»; Russolo «Compenetrazione di case + luci»; Jamar 14 «Gioco di luci (tavola parolibera)»; Palafachina «Ballerina (scultura)»; Cangiullo e Pasqualino «Ritratto parolibero di Marinetti»). Cammarota, Marinetti, Prefazioni, 17; Nuovi archivi del futurismo, I, 1919/2
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Mastrolonardo, Enotrio
Memoria. Liriche
Edizione originale. Ottimo esemplare, fresco e pulito (timbro rosso «Omaggio dell’editore» al piatto superiore della brossura). Rarissima opera prima (una sola copia in Iccu, alla biblioteca Sormani di Milano). Raccolta di poesie versolibere intimiste dello scrittore e giornalista Mastrolonardo (1911-1996), di origine triestina ma vissuto tra Milano e Roma. Aderì al futurismo verso la metà degli anni trenta, «seppure da posizione abbastanza distaccata» (Cammarota, voce del Diz. Fut.), come del resto conferma la sua prima raccolta di versi; nel 1945 i suoi imbarazzantii «Canti di Piazza del Duomo» per le edizioni Erre della Repubblica sociale italiana sfoggiavano una prefazione (postuma) di Marinetti; nel dopoguerra continuò la sua militanza futurista nelle fila del giornale «Futurismo - Oggi». Cammarota, Futurismo, 313.1
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Domino, Ignazio (a cura di) - Marinetti, F.T. (introduzione) - Aa vv. (Montale, Palazzeschi, Scurto, Ungaretti, D’Albisola, Buccafusca, Cangiullo, Farfa, Giardina, Angelini, Bartolini, Cavani, Hermet, Gallian et alii)
Cento e più poeti. Antologia della poesia italiana [contiene: Marinetti, «Italianità della poesia e delle arti moderne / Nuove battaglie per l’italianità di tutta l’arte moderna»]
Prima edizione. Più che buon esemplare, pulito e integro (segni di usura al dorso e all’angolo alto della quarta di copertina). Rara e corposa raccolta di poesia italiana del primo Novecento, introdotta da una prefazione fascistissima di Marinetti volta a supportare l’incredibile tesi de «La poesia italiana di oggi è superiore alle maggiori poesie estere» (il testo altro non è se non il manifesto uscito come «Italianità della poesia e delle arti moderne» sul «Meridiano di Roma» n. III/51, 18 dicembre 1938, e, ampliato, come «Nuove battaglie per l’italianità di tutta l’arte moderna» su «Autori e scrittori» n. III/12, dicembre 1938; era già stato utilizzato dallo stesso Domino a introduzione dell’antologia «Poesie 1939»; comparirà infine a collaudo dell’antologia futurista «Carlinga di aeropoeti futuristi di guerra», curata da Pattarozzi per le Edizioni futuriste di Poesia nel 1941). -- Curiosa l’ampia scelta degli autori, che comprende alcuni minori spiegabili con i gusti personali di Domino (per esempio il parmense Pezzani o il modenese Guido Cavani), molti futuristi e versoliberi del primo Novecento, i due grandi Montale (Bassa marea; Bagni di Lucca) e Ungaretti (La pietà romana; Sereno) e tralascia completamente gli ermetici. Cammarota, Futurismo, n. VI.76; Id., Marinetti, n. XI.182; D’Ambrosio, Nuovi archivi del futurismo II, p. 625 nota a n. 825
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[Film futurista]
Primo film futurista intitolato Vita futurista scritto e interpretato da futuristi Marinetti Settimelli Corra-ecc. [VARIANTE MAGENTA]
Edizione originale. Esemplare stampato in inchiostro sanguigna (ne esiste anche una variante stampata in blu), con stampigliato di traverso al margine destro: «cinematofuturista», e al retro, in taglio basso: «cinematofuturista | torino | città | FUTURISTA». In ottime condizioni di conservazione, quasi interamente integro. Poster réclame di grande impatto visivo per l’evento del primo film ufficiale del movimento futurista: «Si tratta senza dubbio del reperto di cinema futurista più iconico e impressionante dal punto di vista grafico: un poster di cm 64 x 44 a stampa cubitale solo recto, con grafica di grande impatto e modernità. Il poster è noto in due tirature pressoché identiche ma una stampata interamente in vivace inchiostro sanguigna, l’altra in inchiostro blu elettrico» (Coronelli). -- Elementi stilistici e contenutistici hanno portato recentemente a metter in dubbio la datazione al 1916, usualmente attestata nei cataloghi antiquari e nel repertorio dedicato da Paolo Tonini ai «Manifesti del futurismo italiano», oppure la versione leggermente diversa attestata da Giovanni Lista nel suo libro sul «Cinema futurista» del 2010 («manifesto per una tournée del film “Vita futurista” progettata all’inizio del 1917»): «Le caratteristiche tecniche del reperto ben si combinano con una collocazione primonovecentesca: carta satinata — molto usata, quindi completamente caduta in disuso nel corso del secondo Novecento — e stampa tipografica a caratteri di legno. L’aspetto grafico porterebbe a escludere gli anni Dieci, collocando piuttosto il documento nella decade intermedia 1925- 1935 – senza scartare aprioristicamente l’eventualità che il poster possa essere ricondotto a un progetto-revival del dopoguerra» (Coronelli). -- «“Vita futurista”, lungo 900 metri, con la partecipazione di Marinetti, Corra, Settimelli, Chiti, Balla, Nerino, Nannetti, Venna, Spina. [...] il film conteneva diverse trovate dell’arte d’avanguardia: una sequenza di “cinema diretto”, l’ingrandimento e il distanziamento degli oggetti, alcune immagini astratte di ombre e linee in movimento, il ricorso agli specchi deformanti, ecc. [...] per il loro film, i futuristi adottarono il modello della scena del varietà, con i suoi numeri ritmicamente concatenati nella più assoluta eterogeneità di forma e contenuto. [...] si trattava della stessa scelta che alimentava la rivoluzione teatrale futurista con le “sintesi”, le “sorprese” e le improvvisazioni sceniche. [...] in modo generale, il film rifletteva così il connubio dei futuristi con il mondo del teatro di varietà (Petrolini, Spadaro) e del cinema comico popolare (Polidor, Ridolini) […]» (Diz. Fut., p. 272a-b). Tonini, I manifesti del futurismo italiano, n. 103.2; Lista, Il Cinema futurista (2010), illustrazione dopo p. 64; Coronelli, Reperti cartacei del cinema futurista sul mercato antiquario: il poster “Primo film futurista” (Convegno internazionale nei cento anni del Manifesto della cinematografia futurista, Bologna 2015: 157-167)
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Govoni, Corrado
L’inaugurazione della primavera. Poesie [COPERTINA RIGIDA]
Prima edizione, emissione con copertina rigida. Normale scoloritura al piatto superiore e al dorso; minimi restauri professionali ad alcuni punti della copertina, perfettamente riusciti e quasi impercettibili; nel complesso un ottimo esemplare. Una delle raccolte più importanti dell’autore, raccoglie poesie appena successive alla prima fase più sperimentale (e a tratti futurista). Esce nell’“annus mirabilis” govoniano, il 1915, quello che vede la pubblicazione dei due capolavori del poeta: «L’inaugurazione», appunto, e il quaderno parolibero «Rarefazioni e parole in libertà».Culmine della vicenda poetica govoniana,essi sono anche libri-simbolo della complessa stagione del futurismo post-lacerbiano, conteso tra Milano e Firenze, le Edizioni futuriste di «Poesia» di Marinetti e le Edizioni de «LaVoce» nel suo nuovo corso derobertisiano, che di fatto ruberà i migliori poeti al Movimento futurista ufficiale: Palazzeschi, Soffici e appunto Govoni. La pubblicazione dei due libri, in particolare dell’«Inaugurazione», era rimasta sospesa tra questi due poli per tutto il 1914: Marinetti, il primo e fino a quel momento l’unico editore di Govoni, continuava a rimandare la possibilità di pubblicare quel titolo, che finì per passare alla «Voce» di De Robertis, stampato nell’aprile del 1915. Cammarota. Futurismo, n. 249.10; Carpi, Govoni 1915 (in: Corrado Govoni, atti del convegno, Bologna 1983: 249-274)
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Bellonzi, Fortunato (copertina e illustrazioni di Giovanni Acquaviva)
Le studentesche. Prefazione di Marinetti. Disegni di Acquaviva
Edizione originale. Eccezionale esemplare: la copia del critico letterario Carlo Cordiè, pregiata dalla dedica autografa dell’autore «in segno di stima e di affettuosa amicizia | F. Bellonzi | 24 novembre IX°» vergata in grande alla prima carta bianca; il critico appone alcuni discreti marginalia e segni d’attenzione al testo, soprattutto alla prefazione di Marinetti. Restauri professionali al dorso muto e alle unghiature della copertina, per il resto un ottimo esemplare, completo di tutte le carte (il libro ha una paginazione complicata che lo rende difficile da collazionare, come abbiamo personalmente riscontrato su alcune copie complete presenti in importanti collezioni). Raro libro d’artista impaginato con gusto francese attorno agli splendidi quadri di Acquaviva: dodici «disegni sintetici» a copertina di altrettanti componimenti versoliberi, un frontespizio tricolore decorato in verde e rosso e il bellissimo legno che orna la copertina. L’artista ligure sviluppa un raffinato stile personale, di eccezionale rigore e pulizia formale, che sintetizza in maniera assai personale la lezione di Balla, Depero e Prampolini (si ricordi almeno il lavoro di Prampolini per la Mascherata degli impotenti). -- Le poesie versolibere avanguardiste di Fortunato Bellonzi sono state accolte nella fondamentale antologia dei «Poeti del futurismo» curata da Glauco Viazzi nel 1978 (precedute da un interessante saggio che ne approfondisce le specifiche), così come la lunga prefazione programmatica di Marinetti figura in primo piano tra i «Collaudi futuristi» raccolti dallo stesso studioso nel 1977: il capo del futurismo approfitta del libro di Bellonzi per fare il punto sul movimento nel 1930, riprendendo la teoria del futurismo come nome dell’avanguardia internazionale; passa poi poi ad analizzare nel dettaglio la lirica bellonziana, fornendo infratesto per esteso altri sei componimenti dell’autore. -- «I primi anni ’30 sono gli anni della piena ribalta futurista di Giovanni Acquaviva, con le sue tavole bianco-nere bidimensionali, geometriche, sintetiche, allungate ed inclinate in prospettive di ascendenza addirittura liberty, oppure risolte in precise e voluttuose curve che guardano Balla e Depero. Di grande impatto e felicità espressiva è la tavola in copertina della placchetta “A Sant’Elia” di Fortunato Bellonzi (1930), realizzata in xilografia, dove curve e linee convivono in un’intensa composizione che combina diverse suggestioni. Lo stesso stile, ma affidato al disegno a china, lo si ritrova nelle numerose tavole che adornano la raccolta poetica “Le studentesche”, pubblicata sempre nel 1931 dallo stesso Bellonzi» (I futuristi e l’incisione, p. 94). Cammarota, Futurismo, 31.4; Viazzi, Marinetti: collaudi futuristi (Napoli 1977), pp. 63-ss e 286; Id., I Poeti del futurismo (Milano 1978), p. 577-ss.
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Marinetti, Filippo Tommaso - Vecchi, Ferruccio
2 [due] Improvvisazioni di F.T. Marinetti con una Thévenot di Ferruccio Vecchi
Prima edizione. Esemplare in più che buone condizioni di conservazione, privo della copertina in brossura verde e con alcuni fori di tarlo al margine interno delle carte professionalmente restaurati, che non recano danni al testo. Nel complesso, fragile e rarissimo reperto ben conservato entro astuccio su misura in carta conservativa. Rarissimo opuscolo elettorale poveramente stampato ma curato con gusto futurista e piglio diciannovista. «Thévenot» era una bomba a mano di fabbricazione francese molto usata durante la prima guerra, simbolo dell’ardito assieme al pugnale da baionetta. E dunque la “bomba” di Vecchi precede alla maniera di una prefazione il «Discorso improvvisato da Marinetti a Riese a 300 Ufficiali Arditi nei primi di Ottobre 1918» (seguito da un breve corsivo di contestualizzazione sempre di Vecchi, a sigla F.V.) e il «Discorso improvvisato al Congresso Fascista di Firenze nei primi di Ottobre 1919», articolato nei punti Lo «svaticanamento», L’«Eccitatorio», «Arditismo. – Scuole di coraggio fisico e di patriottismo», «Ferruccio Vecchi», «Il proletariato dei geniali», «Difendiamo il cervello!». I due discorsi si tennero esattamente il 15 settembre 1918 e il 10 ott 1919, e il secondo discorso apparve sul «Fascio» n. I/9 (18 ottobre 1919), quindi in «Roma futurista» II/45 (2 novembre 1919). -- A dirne la rarità, il bibliografo del Novecento italiano Lucio Gambetti ha inserito l’opuscolo delle «2 improvvisazioni» in un suo recente catalogo di «Rari, rarissimi, introvabili»: «Nessuna biblioteca italiana lo censisce, ma una copia è conservata dalla Biblioteca Nazionale di Amsterdam. Analogamente, non lo ho mai visto descritto in cataloghi di librerie, anche se una copia è comparsa nella collezione di una libreria della provincia bresciana». Aggiunge poi Gambetti che «si tratta, probabilmente, del primo libro stampato dalle edizioni del periodico omonimo, fondato a maggio dello stesso anno da Mario Carli e Vecchi stesso»: in realtà si tratta sicuramente del secondo opuscolo pubblicato dall’«Ardito», preceduto da «1 Assalto di Ferruccio Vecchi con un Razzo di Paolo Buzzi», rarissimo libretto registrato nel «Futurcollezionismo» di Pablo Echaurren, il quale tra l’altro suggerisce precisamente che il numerale incipitario di entrambi i titoli sia da considerarsi alla stregua di un numero di collana, e non parte del titolo vero e proprio. Rileva poi sempre Echaurren come i due libretti facciano da apripista di quella vera e propria collana editoriale che prese a uscire l’anno successivo, il 1920, sotto la sigla della «Libreria de “L’Ardito”». -- Il giornale, organo dell’Associazioni Arditi, uscì con alterne vicende fino al luglio del 1921, caratterizzandosi per una linea politica molto violenta e sovversiva che attirò fin da subito l’attenzione delle autorità, intervenute più volte a censurarne le uscite; sulle sue pagine ospitò molti degli scritti del Marinetti politico, successivamente raccolti nei volumi “Democrazia futurista” (1919) e “Futurismo e fascismo” (1924). Cammarota, Marinetti, V.73; Echaurren, Futurcollezionismo, pp. 83-s; Gambetti, «Rari, rarissimi, introvabili» (ALAI 1, 2015: 9-32), pp. 25-26
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Acquaviva, Giovanni
Splendore dialettale d’Italia
Edizione originale. Ottimo esemplare. Rarissimo estratto autonomo: nessuna copia nei repertori istituzionali online e manca ai più recenti e completi repertori (Salaris, Tonini, D’Ambrosio). Manifesto pubblicato nell’immediato dopoguerra ma elaborato nel fervore degli ultimissimi anni del futurismo — fervore che vede tra i protagonisti principali proprio Giovanni Acquaviva, con i suoi «quarti d’ora di poesia» e la ricca inventiva artistica e teorica: «Domenica 5 novembre 1944: il trentasettesimo quarto d’ora di poesia verrà dedicato completamente alla poesia dialettale ligure, ed il trafiletto del “Lavoro” riporta il fatto con queste parole: “Dopo una prolusione di Acquaviva, sui dialetti, definiti come un complesso di varie elasticità d’accenti della madre lingua e crogiuolo linguistico unico al mondo [...]”» (Farris, Teorica futurista e dialetto, p. 16). A differenza di quanto afferma Farris nel suo «I manifesti futuristi savonesi», questo estratto non esce nel 1950: abbiamo potuto registrarne ben due esemplari con dedica autografa dell’autore datata gennaio 1948, così come accuratamente scheda Cammarota: «... riprende e modifica il ‘Poema in vastità della ricchezza dialettale d’Italia, inedito del 14 gennaio 1945». Cammarota, Futurismo, 1.3; Farris, Teorica futurista e dialetto (Resine ott-dic 1980: 3-22); Id., Manifesti futuristi savonesi, p. 95
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Annaviva [Anna Traverso Acquaviva] (illustratori Lucio Fontana, Emilio Scanavino, Bruno Munari, Nicolaj Diulgheroff, Asger Jorn et alii; illustratori)
Le voci
Prima edizione. Eccellente esemplare, privo di particolari difetti da segnalare, completo del segnalibro illustrato da Annaviva. Uno dei soli 500 stampati, privo della prevista numerazione. Ampia raccolta di poesie dedicate alla straordinaria storia dell’avanguardia ligure, con componimenti intitolati a Marinetti, al futurismo, a Tullio D’Albisola, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Nino Strada, Aligi Sassu, Aldo Capasso, Bruno Munari, Asger Jorn, Luigi Pennone etc. Illustrata da belle tavole molto ben stampate, da opere di: Sassu, Diulgheroff, Fontana, Fabbri, Rossello, Crippa, Wilfredo Lam, Assetto, Reggiani, Scanavino, Milena Milani, Emilio Luzzati, Jorn, Munari. Tiratura di 500 copie numerate.
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Vecchi, Ferruccio (illustrazioni di Piero Bolzon)
Arditismo civile. III.a Edizione: dal 6° al 15° migliaio
Prima edizione in tiratura successiva. Ottimo esemplare a fogli ancora chiusi (normali minime sfrangiature ai bordi della copertina; piccole etichetta di biblioteca privata sul dorso; occasionali fioriture all’interno). Indicazione di — addirittura — «terza edizione, dal sesto al quindicesimo migliaio» al frontespizio, quasi certamente un “escamotage” promozionale per rendere più appetibile un titolo tirato in un unica stampa per i tipi della casa editrice del giornale «L’Ardito». -- Raccolta degli scritti “arditi” di Ferruccio Vecchi, protagonista del diciannovismo entro la redazione de «L’Ardito», organo dell’«Associazione Arditi», poi ideologo minore e irregolare del fascismo. «L’Ardito» [...] pubblicò anche una collana che ospitò i primi libri sugli arditi e l’arditismo, riconoscibili per la grafica nera su fondo avorio e le belle illustrazioni di copertina di Bolzon: “Arditismo civile di Vecchi” e “Fiamma nera” di Bolzon rappresentano le rispettive letture dell’arditismo, da porre accanto ai libri di Carli a rappresentarne profonde connessioni e inconciliabili differenze» (Come d’autunno, vol. 3 p. 20). Bella copertina dell’ardito Bolzon, che firma anche l'ex libris in quarta. Cammarota, Futurismo, 481.2; Come d’autunno: La Grande Guerra nella Raccolta Isolabella, vol. 3 n. 21
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[Film futurista]
Primo film futurista intitolato Vita futurista scritto e interpretato da futuristi Marinetti Settimelli Corra-ecc. [VARIANTE BLU]
Edizione originale. Esemplare nella rara variante in inchiostro blu, in condizioni più che buone (quasi ottime), con sfrangiature e piccole perdite marginali che non toccano il testo. Poster réclame di grande impatto visivo per l’evento del primo film ufficiale del movimento futurista: «Si tratta senza dubbio del reperto di cinema futurista più iconico e impressionante dal punto di vista grafico: un poster di cm 64 x 44 a stampa cubitale solo recto, con grafica di grande impatto e modernità. Il poster è noto in due tirature pressoché identiche ma una stampata interamente in vivace inchiostro sanguigna, l’altra in inchiostro blu elettrico» (Coronelli). -- Elementi stilistici e contenutistici hanno portato recentemente a metter in dubbio la datazione al 1916, usualmente attestata nei cataloghi antiquari e nel repertorio dedicato da Paolo Tonini ai «Manifesti del futurismo italiano», oppure la versione leggermente diversa attestata da Giovanni Lista nel suo libro sul «Cinema futurista» del 2010 («manifesto per una tournée del film “Vita futurista” progettata all’inizio del 1917»): «Le caratteristiche tecniche del reperto ben si combinano con una collocazione primonovecentesca: carta satinata — molto usata, quindi completamente caduta in disuso nel corso del secondo Novecento — e stampa tipografica a caratteri di legno. L’aspetto grafico porterebbe a escludere gli anni Dieci, collocando piuttosto il documento nella decade intermedia 1925- 1935 – senza scartare aprioristicamente l’eventualità che il poster possa essere ricondotto a un progetto-revival del dopoguerra» (Coronelli). -- «“Vita futurista”, lungo 900 metri, con la partecipazione di Marinetti, Corra, Settimelli, Chiti, Balla, Nerino, Nannetti, Venna, Spina. [...] il film conteneva diverse trovate dell’arte d’avanguardia: una sequenza di “cinema diretto”, l’ingrandimento e il distanziamento degli oggetti, alcune immagini astratte di ombre e linee in movimento, il ricorso agli specchi deformanti, ecc. [...] per il loro film, i futuristi adottarono il modello della scena del varietà, con i suoi numeri ritmicamente concatenati nella più assoluta eterogeneità di forma e contenuto. [...] si trattava della stessa scelta che alimentava la rivoluzione teatrale futurista con le “sintesi”, le “sorprese” e le improvvisazioni sceniche. [...] in modo generale, il film rifletteva così il connubio dei futuristi con il mondo del teatro di varietà (Petrolini, Spadaro) e del cinema comico popolare (Polidor, Ridolini) […]» (Diz. Fut., p. 272a-b). Tonini, I manifesti del futurismo italiano, n. 103.2; Lista, Il Cinema futurista (2010), illustrazione dopo p. 64; Coronelli, Reperti cartacei del cinema futurista sul mercato antiquario: il poster “Primo film futurista” (Convegno internazionale nei cento anni del Manifesto della cinematografia futurista, Bologna 2015: 157-167)
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Ginna, Arnaldo [A. Ginanni Corradini] (prefazione di F.T. Marinetti)
L’uomo futuro. Investigazione futurfascista. Prefazione di S.E. Marinetti [titolo in copertina] [CON AUTOGRAFO]
Edizione originale. CON DEDICA Straordinaria copia d’associazione: l’esemplare di Remo Chiti, compagno di battaglie futuriste entro la compagine della cosiddetta “pattuglia azzurra” dei futuristi fiorentini animatori dell’«Italia futurista» (1916-1918), pregiato dalla dedica autografa dell’autore vergata in seconda di copertina: «A Remo Chiti con tanta amicizia | Arnaldo Ginna | Roma 3 Maggio 1933 - XI°-». Brossura e pagine leggermente e uniformemente brunite, come normale: un esemplare in più che buone condizioni di conservazione, quasi ottimo. «Il saggio di Ginna costituiva l’emblema della temperie in cui erano venuti a trovarsi i futuristi negli anni del fascismo maturo, tra incomprensioni, frustrazioni e speranze illusorie. La tesi portata avanti era quella della difesa dell’anima “di sinistra” del fascismo, di cui i futuristi si sentivano i principali interpreti […]. Ginna scriveva: “Purtroppo il concetto di reazione come base essenziale della rivoluzione fascista è quello più accreditato, è quello accettato dalla maggioranza dei gregari, i quali, figli di un movimento spirituale eminentemente innovatore e teso verso un ideale posto infinitamente lontano nell’avvenire, non ne vedono, di giorno in giorno, che le manifestazioni puramente materiali.” L’autore, schierandosi apertamente “contro i principi guerrafondai”, descriveva il movimento marinettiano come una grande corrente non solo artistica ma di pensiero, che rispondeva all’evoluzione stessa della psicologia delle masse. […] Il testo venne pubblicato anche a puntate su “Futurismo” di Mino Somenzi […] la prima puntata sul numero II/37 (21 maggio 1933), preceduta da questa nota: “-L’uomo futuro- di Arnaldo Ginna continua ad avere un successo ascendente, tanto da essere giù esaurita la prima edizione mentre si sta preparando una seconda italiana e una prima edizione in lingua tedesca.” […] Il testo continuava a puntate sui numeri seguenti: 38-39, 41-44 e 37/48 fino al 6 agosto 1933» (Salaris). Salaris, Marinetti editore, pp. 321-22 e n. 67; Cammarota, Futurismo, 237.9
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Giovanni Papini
Il mio futurismo. Seconda Edizione con l'aggiunta del discorso Contro Firenze passatista
Giovanni Papini Il mio futurismo. Seconda Edizione con l'aggiunta del discorso Contro Firenze passatista . Firenze , Edizioni di Lacerba 1914 italiano, in sedicesimo cm 19,5 x 14 pp. 61 Seconda edizione aumentata, uscita lo stesso anno della prima. Indicazione di 9° migliaio in copertina. Brossura rossa, (dorso muto). Strappi minimi per ampiezza e numero sui margini della copertina. Leggero strappo nella parte superiore del dorso. Ingiallimento fisiologico delle pagine.
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Paolo Buzzi
Paolo Buzzi. Futurismo. Scritti, carteggi, testimonianza tomo III
Paolo Buzzi Paolo Buzzi. Futurismo. Scritti, carteggi, testimonianza tomo III. Milano, Comune di Milano 1983 italiano, in dodicesimo pp. 414 Fisiologico ingiallimento delle pagine.
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Lambiase Sergio, Nazzaro Battista G.
Lambiase Sergio, Nazzaro Battista G. Marinetti e i futuristi. Garzanti. 1978 - I
Lambiase Sergio, Nazzaro Battista G. Lambiase Sergio, Nazzaro Battista G. Marinetti e i futuristi. Garzanti. 1978 - I. Milano, Garzanti 1978 - I italiano, in sedicesimo pp. 221 29794 Lambiase Sergio, Nazzaro Battista G. Marinetti e i futuristi. Marinetti nei colloqui e nei ricordi dei futuristi italiani. Garzanti. 1978 - I. In-16. Brossura. pp. 221. Molto buono
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FALQUI ENRICO (A CURA DI)
IL FUTURISMO IL NOVECENTISMO
Edizioni Radio Italiana, collana Etichette del nostro tempo N. 5; br. ed. a tre colori, in 16°, pp. 130 + (2). Conservata la fascetta editoriale.
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PERRONE PAOLO
STORIA D'UN POETA - ALBERTO VIVIANI DAL FUTURISMO ALLE NUOVE AVANGUARDIE - CON DEDICA DI ELISA VIVIANI
Leg. ed. cartonato rigido con tela muta, sovraccoperta, in 8°, pp. 141 + (3). In sovraccoperta: Ritratto femminile, disegno a carboncino di Carlo Carrà, 1911. Con 51 illustrazioni in bianco e nero su carta patinata fuori testo, con fotografie e facsimili di lettere di: Picasso, Bargellini, Bontempelli, Bracco, Carrà, Coccioli, Conti, Croce, De Grada, De Unamuno, Falqui, Folgore, Govoni, Migliorini, Moretti, Negri, Novaro, Palazzeschi, Prampolini, Quasimodo, Sanminiatelli. Il libro è dedicato in apertura a stampa a Giuseppe Cassieri e Domenico Rea. Al frontespizio dedica autografa di Elisa Viviani. Ottime condizioni.
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GHERARDUCCI ISABELLA (A CURA DI)
IL FUTURISMO ITALIANO
Collana Sturmenti per la ricerca interdisciplinare, 1^ ed. gennaio 1976; brossura, pp. 256 + (4). Buonissime condizioni.
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ZDANEVIC IL'JA
I LIBRI DI ILIAZD - DALL'AVANGUARDIA RUSSA ALLA SCUOLA DI PARIGI
Firenze, Centro Di, marzo 1991; Gabinetto Stampe della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Cataloghi / Nuova Serie 5. Br. ed. in 8°, pp. 148 + (4). Illustrazioni a colori. Regis Gayraud: Iliazd dentro e fuori il futurismo; Marzio Marzaduri: Creazione e prima rappresentazione del dramma "Janko krull albanskaj" di I. M. Zdanevic con una premessa di Luigi Magarotto; Helene Zdanevich: Iliazd e Firenze. Ricordi di Helene; Lucia Chimirri: Catalogo dei libri di Ilazd; Valeria Ronzani: Iliazd: documenti. L'avanguardia russa, i futuristi italiani, il dada parigino. Ottime condizioni.
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SALARIS Claudia.
Bibliografia del Futurismo 1909-1944. Con una lettera inedita di C. Govoni a F. T. Marinetti sul libro futurista.
con ill. in b/n n.testo. Cartonato editoriale illustrato. Ottimo esemplare.
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CARUSO Luciano-LONGONE Giuliano (a cura di).
Il teatro futurista a sorpresa (Documenti).
con ill. in b/n n. testo. Brossura originale. Buon eemplare.
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