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Pomeroy Sarah B.
The Murder of Regilla: A Case of Domestic Violence in Antiquilty
8vo, hardcover dj 249pp. From an acclaimed author comes a fascinating story of the life, marriage, and death of an all but forgotten Roman woman. Born to an illustrious Roman family in 125 CE, Regilla was married at the age of fifteen to Herodes, a wealthy Greek who championed his country s values at a time when Rome ruled. Twenty years later - and eight months pregnant with her sixth child - Regilla died under mysterious circumstances, after a blow to the abdomen delivered by Herodes freedman. Regilla s brother charged Herodes with murder, but a Roman court (at the urging of Marcus Aurelius) acquitted him. Sarah Pomeroy s investigation suggests that despite Herodes erection of numerous monuments to his deceased wife, he was in fact guilty of the crime. A pioneer in the study of ancient women, Pomeroy gathers a broad, unique array of evidence, from political and family history to Greco-Roman writings and archaeology, to re-create the life and death of Regilla. Teasing out the tensions of class, gender, and ethnicity that gird this story of marriage and murder, Pomeroy exposes the intimate life and tragedy of an elite Roman couple. Part archaeological investigation, part historical re-creation, and part detective story,
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Jedrkiewicz Stefano
Il convitato sullo sgabello. Plutarco, Esopo ed I sette Savi
8vo br. ed. 171pp.
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Isnardi Parente Margherita
Sofistica e Democrazia Antica
16mo, br. ed.
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Gabba Emilio
Italia Romana
8vo, br. ed. 315pp.
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Gordon Childe Vere
L'alba Della civiltà Europea
terza edizione. Traduzione di M.Leva Pistoi. 8 ,pg.xviii-446. br. ed. con soracoperta policroma. Illustrazioni nel testo. come nuovo.
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Ricci Giovanni
Povertà, vergogna, superbia. I declassati fra Medioevo e età Moderna
8vo, br. ed. 272pp. Ricci studia la categoria di coloro che da benestanti sono diventati "nuovi poveri", illustrando in primo luogo la dottrina formatasi in materia negli scrittori cristiani antichi e nel Duecento, poi le prime provvidenze per i "poveri vergognosi", cui fra Quattro e Cinquecento vengono dedicate numerose istituzioni assistenziali; il discorso si allarga in seguito ai sentimenti della vergogna e della superbia, alle truffe che fiorivano attorno alla carità per i vergognosi, alle testimonianze iconografiche del declassamento, alle differenze registrabili tra declassamento in ambiente urbano e rurale, e infine al decadere tra Sette e Ottocento, della figura sociale del decaduto.
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Jörg Rüpke
Pantheon . Una Nuova Storia Della Religione Romana
Traduzione di Alciati R. e Dell'Isola M. Torino, 2018;8vo, rilegatura ed. br., pp. 492. (Biblioteca Einaudi). Pur focalizzandosi principalmente su Roma, "Pantheon" integra le molte tradizioni religiose riscontrabili in tutta l'area mediterranea, per raccontare la storia di un mutamento epocale, quando da un mondo dove si praticavano rituali religiosi si passò a un mondo dove si appartiene a una religione. Il volume, ampiamente illustrato, sottolinea con particolare enfasi la «religione vissuta», una prospettiva che mette in evidenza quanto le esperienze e le pratiche degli individui trasformino la religione in qualcosa di diverso dalla sua forma ufficiale; offrendo in tal modo al lettore una rappresentazione radicalmente nuova della religione romana e di un periodo cruciale per le religioni occidentali, che ha influenzato l'ebraismo, il cristianesimo, l'islam e perfino la stessa idea moderna di «religione». Utilizzando con sapienza fonti letterarie e riscontri archeologici, Rüpke dimostra come la religione romana abbia modellato e sia stata modellata dal mutare dei contesti storici dal IX secolo a.C. al IV d.C. Nel mondo romano essa non costituiva una sfera a sé stante, ed è quindi necessario collocarla sempre in relazione con gli sviluppi politici, sociali, economici e culturali. L'autore sottolinea ogni peculiarità della religione romana, presentando, tra l'altro, una nuova visione di concetti centrali quali «tempio» e «altare», e dei ruoli maschili e femminili nelle pratiche religiose.
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Meier Christian
La nascita della categoria del politico in Grecia
8vo, copertina rigida pp.520.
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Bocchiola Massimo (Autore), Marco Sartori (Autore) Con Un Saggio Di Siegmund Ginzberg
La battaglia di Canne
8vo, br. ed. 372 pp. All'alba del 2 agosto 316 a.C, nella piana di Canne, si fronteggiano due schieramenti: l'esercito romano, guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone, e l'armata del cartaginese Annibale, che ha valicato le Alpi con i suoi elefanti e disceso la penisola, travolgendo le difese dei popoli fedeli a Roma. Nonostante un esercito numericamente inferiore ed eterogeneo per lingue, costumi e credenze, i generali cartaginesi avrebbero presto sbaragliato le celebri legioni romane. La sottile mezzaluna dei soldati cartaginesi distruggerà, infatti, la compatta formazione oplitica romana, in una manovra a tenaglia che sarà di ispirazione per molti altri grandi generali, primo su tutti Napoleone Bonaparte. A scontrarsi a Canne non sono però soltanto due eserciti, ma due civiltà: due diversi modi di fare la guerra, di strutturare il potere e la società, due modi di intendere la virtù. Ripercorrendo le fasi della battaglia, dalla preparazione alla disfatta. Massimo Bocchiola e Marco Sartori allargano lo sguardo sui retroscena di entrambi gli eserciti, sul dramma dei condottieri e dei soldati semplici destinati a trucidarsi a vicenda in un lungo scontro all'arma bianca. Quell'esempio magistrale di tattica bellica, quel caso da manuale nella storia della strategia richiese infatti uno spaventoso tributo di sangue che sembra rivaleggiare in termini di vittime con Hiroshima e Nagasaki, tragedie figlie di altri tempi e di altre, terribili tecnologie. Il paragone potrebbe sembrare fuori luogo, ma tutta la vicenda di Canne riecheggia in avvenimenti recenti se non recentissimi, tra populismi, complotti e scontri di civiltà, come evidenzia bene Siegmund Ginzberg nel saggio che chiude il volume. Ma l'eterna attualità di Canne è anche nel suo essere la storia di tutte le battaglie campali: geometriche coreografie belliche e sanguinosa miseria della carne, il genio del singolo e il sacrificio di molti, la bellezza e la morte, tutto concorre al fascino eterno e sinistro di uno scontro senza tempo, e senza pari. con un saggio di Siegmund Ginzberg: populismi, complotti e scontri di civiltà nel 216 a.c.
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Romilly, Jacqueline De
Alcibiade, Ou, Les Dangers De L'ambition
Ed. FALLOIS, 1995,. Excellent état, Broché, Avec bandeau annonce. 275 pages. Ce livre n'est pas une biographie romancée: il rapporte les faits, cite les textes, donne les sources; mais on pourrait s'y tromper, tant la vie même d'Alcibiade multiplie les aventures et les péripéties les plus romanesques. Pupille de Péricles, ami de Socrate, paré de mille dons, il semblait devoir dominer la vie politique d'Athènes au Ve siècle avant Jésus-Christ. Il le fit, au début. Mais Il était ambitieux et imprudent; les scandales le guettaient. Il fut exilé, condamné à mort, rappelé, chassé à nouveau -non sans avoir, entre-temps, présidé à la politique des ennemis d'Athènes, Sparte ou les satrapes perses. Cela fait beaucoup de désordres; et déjà les historiens anciens voyaient dans ces désordres l'effet d'une crise frappant alors la démocratie athénienne. Avec les rivalités politiques, les affaires , les intrigues, cette démocratie faillit sombrer et Athènes perdit sa puissance. Comment s'étonner si tous les auteurs d'alors se sont intéressés au personnage ? Et comment ne pas reconnaître que ces soubresauts d'une vie haute en couleur offrent une riche matière à réflexion dans notre XXe siècle ? La réflexion, ici, adhère au récit, sans jamais s'en écarter ni l'interrompre.
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De Romilly Jacqueline
Alcibiade. Un avventuriero in una democrazia in Crisi
8vo, br, ed. pp.244. La biografia di Alcibiade, carismatico leader ateniese del V secolo a. C., pare uno straordinario romanzo d'avventure, intessuto di vagabondaggi e peripezie, promesse e delusioni, successi sfolgoranti e rovinose sconfitte. Pupillo di Socrate e amico di Pericle, il giovane e seducente Alcibiade sembrava destinato a dominare la vita politica della sua città. All'inizio soddisfò ogni attesa, grazie anche al suo sfrontato opportunismo. Ma era troppo ambizioso e imprudente. Braccato da scandali finanziari e sessuali e da complotti politici, fu esiliato, condannato a morte, richiamato in patria, nuovamente esiliato. Cercò di consolidare ed espandere la potenza ateniese, ma si trovò a dirigere la politica estera dei nemici della sua patria.
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Ieranò Giorgio
Isole Miti Del Mar Egeo
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Anonimo ateniese (Autore), L. Canfora (a cura di)
La democrazia come Violenza
16mo, br. ed.
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Gnoli Tommaso
Le guerre di Giuliano Imperatore
16mo, br. ed. 189pp.
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Brizzi Giovanni
Annibale. Come Un'autobiografia
8vo, tela in sovracop. copia perfetta.
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De Romilly Jacqueline
Les grands sophistes dans l'Athènes de Périclès
16mo, broch. pp.343. Tous les grands auteurs du " siècle de Périclès " ont été les disciples de ces maîtres d'un nouveau genre que furent les sophistes. Avec la rhétorique, ceux-ci ont offert un enseignement nouveau. Ils ont développé l'art de raisonner. Ils ont aussi ouvert la voie à toutes les formes de la libre pensée. Trop souvent attaqués et malmenés par une tradition ingrate, il fallait rendre aux sophistes et leur place et leur rôle dans la formation de la culture occidentale. Jacqueline de Romilly s'y emploie dans ce texte brillant et rigoureux qui montre l'influence considérable qu'ils exercèrent sur le développement intellectuel de l'Athènes du Ve siècle avant J.-C.
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Boitani Piero
Dieci lezioni sui Classici
8vo, br. ed. pp.265. Libri che «non hanno finito mai di dire quel che hanno da dire», i classici sono davvero «infinitamente futuri». Qui Piero Boitani ci consegna pagine acuminate in cui interroga fra l'altro l'Iliade, il poema della forza e della guerra, anzi di un conflitto cosmico, ma anche della pietà che rende l'uomo civile; l'Odissea, il primo e più affascinante romanzo del mondo; Lucrezio, il quale, dopo che i greci hanno scoperto la meraviglia, il pensiero e la scienza, ne ha fatto poesia straordinaria; Virgilio, che consacra la storia del piccolo villaggio divenuto capitale del mondo; Tacito, che denuncia con forza la natura imperialistica del potere romano; Ovidio, che con le Metamorfosi, poema del continuo divenire, crea il primo grande classico post-moderno.
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Anonimo
Un'altra storia di Roma. Origo gentis Romanae. Testo latino a Fronte
16mo, ril. tela ed. in sovracoperta bianca strisce rosse, "I racconti sulle origini di Roma erano già antichi quando i primi autori della letteratura latina - storici come Fabio Pittore o poeti come Nevio provvidero a fissarli per la prima volta in forma scritta, nella seconda metà del III secolo a.C, e nei secoli successivi hanno continuato senza sosta a evolversi, modificarsi, arricchirsi. È solo il naufragio di questa amplissima produzione letteraria, della quale possediamo oggi soltanto una manciata di frammenti, ad aver artificialmente semplificato il quadro, inducendo l'erronea opinione che la variante infine affermatasi come standard fosse anche l'unica elaborata dalla cultura latina. In realtà, su quel segmento della propria vicenda più remota i Romani avevano lavorato per secoli: e come sempre accade nel caso del mito, questo lavoro aveva prodotto una miriade di varianti, di sviluppi rimasti isolati o invece di tradizioni parallele che convivevano fianco a fianco." (dall'introduzione di Mario Lentano)
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Schachermeyr Fritz
Pericle
8vo, Traduz.di Mauro Tosti Croce. cm.15,5x23, pp.324, 8 tavv.ft. Coll.Profili
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Fezzi Luca
Modelli politici di Roma Antica
8vo, br. ed. 189pp. Quali istituzioni politiche hanno accompagnato e determinato la straordinaria vicenda storica di Roma antica? Che cosa conosciamo del loro funzionamento e della loro evoluzione? Quali sono stati i principali interrogativi della lunghissima tradizione esegetica della quale siamo debitori? In base a quali suggestioni, invece, per secoli si è reinterpretato, attualizzato e, non da ultimo, strumentalizzato il vincente - e avvincente - "modello romano" nelle sue varie declinazioni? Per quali ragioni la comprensione di concetti politici d'indubbia attualità non può prescindere dallo studio di Roma antica? Tenendo presenti questi interrogativi di fondo, l'autore propone una guida sintetica al complesso sistema politico-istituzionale romano: un sistema che, lungi dall'essere morto o troppo lontano, offre ancora molti spunti di riflessione.
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Stuttard David
Nemesis: Alcibiades and the Fall of Athens
8vo, hardcovdr in dj, pp.380. Alcibiades was one of the most dazzling figures of the Golden Age of Athens. A ward of Pericles and a friend of Socrates, he was spectacularly rich, bewitchingly handsome and charismatic, a skilled general, and a ruthless politician. He was also a serial traitor, infamous for his dizzying changes of loyalty in the Peloponnesian War. Nemesis tells the story of this extraordinary life and the turbulent world that Alcibiades set out to conquer. David Stuttard recreates ancient Athens at the height of its glory as he follows Alcibiades from childhood to political power. Outraged by Alcibiades? celebrity lifestyle, his enemies sought every chance to undermine him. Eventually, facing a capital charge of impiety, Alcibiades escaped to the enemy, Sparta. There he traded military intelligence for safety until, suspected of seducing a Spartan queen, he was forced to flee again?this time to Greece?s long-term foes, the Persians. Miraculously, though, he engineered a recall to Athens as Supreme Commander, but?suffering a reversal?he took flight to Thrace, where he lived as a warlord. At last in Anatolia, tracked by his enemies, he died naked and alone in a hail of arrows. As he follows Alcibiades? journeys crisscrossing the Mediterranean from mainland Greece to Syracuse, Sardis, and Byzantium, Stuttard weaves together the threads of Alcibiades? adventures against a backdrop of cultural splendor and international chaos. Navigating often contradictory evidence, Nemesis provides a coherent and spellbinding account of a life that has gripped historians, storytellers, and artists for more than two thousand years.
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Barnes Christopher L. H.
Images and Insults: Ancient Historiography and the Outbreak of the Tarentine War
8vo, br. ed. 170pp. The Pyrrhic War attracted a great deal of attention in antiquity as the first contest between the burgeoning Roman Empire and the powers of the Hellenistic world. While blame for the initiation of hostilities fell squarely upon the polity of the Tarentines, scholars have long been wary of accounts relating how this conflict began. Three episodes set at Taras prove important for the construction both of Roman history and of narratives in antiquity. Approached as a case study of inventio in historiography, this monograph examines the aims and techniques of authors from Polybius to Zonaras in their depictions of the war's onset. No two of our sources offer the same version of events and new details emerge over the course of time. Analysis of the perception of injury, on the part of the Romans and the Tarentines, considers the implications of the æjust' war on the writing of history.
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ZANKER Paul
La città romana
br. ed. pp. 135. "Chi parla di una tipica 'città romana' intende, di norma, una città a pianta ortogonale, come quelle che si incontrano nelle regioni che una volta formavano la parte occidentale dell'Impero". È quasi un paradosso: rispetto a questa struttura, Roma non si presenta affatto come una tipica 'città romana'. Ma è Roma che ha fatto da modello per intere generazioni, in particolare per le più importanti tipologie di edifici pubblici.
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Luciano
Storia Vera, a Cura Di Quintino Cataudella
16mo, br. ed. testo greco a fronte.
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Bignone Ettore, Pres. Vittorio Enzo Alfieri
L'ARISTOTELE PERDUTO E LA FORMAZIONE FILOSOFICA DI EPICURO. 2 Voll
2 volumi, pp.xxvi-672, 521,21 cm. ril. tutta tela ed. sovracoperta trasp. come nuovi
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DUGGAN Alfred
Caio Giulio Cesare
Traduzione di Anacleto Benedetti. Introduzione di Leone Bortone. In-16° gr., pp. 197 (5) (8) cat. edit. Bross. lucida con alette, ritr. b/n di Cesare entro medaglione al piatto ant., soldati romani b/n al piatto post., tit. bianco su riquadro arancio al piatto ant., tit. nero al ds. Segni del tempo alla brossura, dorso leggermente scolorito. Tagli fioriti. Macchie di umidità alle sguardie. sottolin. e note a matita, altrim. ottimo.
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Davies, John Kenyon
Democracy and Classical Greece
8vo - l. ; 308 pages with index, Second Edition;(The art of classical Greece, along with its political and philosophical ideas, had a profound influence on Western Civilization, and here J.K. Davies, Rathbone Professor of Ancient History and Classical Archaelogy, traces the flowering of this extraordinary society, drawing on a wealth of documentary material of houses and graves, sculpture and vases, and writings of historians, orators, biographers, dramatists, and philosophers. It was in the fifth and fourth centuries B.C., that this culture - material, political and intellectual, reached its zenith, but it's also been said that while the Greek states were at their most powerful, it was also the most quarrelsome
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Canfora Luciano
Storici della rivoluzione Romana
8vo, br. ed. pp.80. In 8, cm. 14 x 21, pp. 82 + (6), brossura editoriale illustrata. Collana Saggi n. 16
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Haldon John
L'impero che non voleva morire. Il paradosso di Bisanzio (640-740 d.C.)
8vo, br. ed. pp.420. Se nel VI secolo l'Impero romano d'Oriente era il piú vasto stato nell'Eurasia, appena un secolo dopo esso si era ridotto drasticamente. Circondato da nemici, devastato da conflitti e malattie, sembrava destinato al collasso, ma non fu così, e questo saggio ci spiega tutti i motivi per cui ciò non avvenne. Nel 700 d.C. l'Impero aveva perso tre quarti del suo territorio a vantaggio del Califfato islamico. Ma l'accidentata geografia dei territori rimanenti in Anatolia e nell'Egeo fu strategicamente vantaggiosa, poiché impedì ai nemici di occupare permanentemente le città, rendendoli vulnerabili ai contrattacchi romani. Più l'Impero si riduceva, più si calamitava intorno a Costantinopoli, la cui capacità di resistere ai diversi assedi si rivelò decisiva. Anche i cambiamenti climatici ebbero un ruolo, poiché imposero di diversificare la produzione agricola, aiutando così l'economia imperiale. La crisi costrinse la corte ad avvicinarsi alle classi dirigenti delle province e alla Chiesa. Nonostante le perdite territoriali, l'Impero non patì gravi crisi politiche. Ciò che restava divenne il cuore di uno stato romano cristiano medievale, la cui potente teologia politica predisse che l'imperatore avrebbe infine prevalso contro i nemici, sancendo il dominio mondiale del cristianesimo ortodosso.
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Watts Edward Jay
Mortal Republic: How Rome Fell into Tyranny
8vo, hardcover i dj, In Mortal Republic, prize-winning historian Edward J. Watts offers a new history of the fall of the Roman Republic that explains why Rome exchanged freedom for autocracy. For centuries, even as Rome grew into the Mediterranean's premier military and political power, its governing institutions, parliamentary rules, and political customs successfully fostered negotiation and compromise. By the 130s BC, however, Rome's leaders increasingly used these same tools to cynically pursue individual gain and obstruct their opponents. As the center decayed and dysfunction grew, arguments between politicians gave way to political violence in the streets. The stage was set for destructive civil wars--and ultimately the imperial reign of Augustus. The death of Rome's Republic was not inevitable. In Mortal Republic, Watts shows it died because it was allowed to, from thousands of small wounds inflicted by Romans who assumed that it would last forever.
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A cura G. Vannini
Storia di Apollonio re di Tiro. Testo latino a Fronte
8vo, ril. ed. sovracop. pp443. «Nella città di Antiochia c'era una volta un re di nome Antioco, da cui la città stessa ebbe nome Antiochia.» Così si apre la Storia di Apollonio re di Tiro, per concludersi con un tranquillo «Dopo che fu trascorso il tempo che si è detto, morirono serenamente a conclusione di una felice vecchiaia». Sembrerebbe dunque, dal tono e dall'andamento, una favola con tanto di happy ending. Ma la trama si aggroviglia sin dal principio, dal momento in cui quello stesso Antioco, per tenersi accanto la bellissima figlia - con la quale continua, dopo averla violentata, a commettere incesto -, pone indovinelli irrisolvibili e fatali ai potenziali mariti di lei. E si complica ancora di più quando sulla scena compare Apollonio, che all'indovinello risponde senza esitazione denunciando la verità. La narrazione si fa dunque avvincente e drammatica, piena di avventure e di meraviglia: tempeste, naufragi, pirati e bordelli; morti apparenti e riconoscimenti. Tutti questi ingredienti fanno della "Historia Apollonii regis Tyriun romanzo", l'ultimo dei tre in latino che conosciamo, dopo il Satyricon di Petronio e le Metamorfosi di Apuleio. L'opera appartiene a una tradizione narrativa di ascendenza ellenistica, quella del romanzo serio-idealizzato, del quale sembra costituire un'evoluzione che può essere definita «romanzo di virtù morali». L'Apollonio esalta infatti «le virtù morali dei personaggi e la contrapposizione fra bene e male», ed è «come se l'ideale classico del kalos kai agathos, che sancisce l'equivalenza fra bellezza e nobiltà, fosse stato sostituito da quello dell'agathos kai sophos, che associa la nobiltà all'istruzione». Dietro alla Storia, popolarissima nel Medioevo e nel Rinascimento, già si sentono le voci di Chaucer e di Shakespeare: il quale la trasferirà, cambiando solo i nomi e aggiungendovi il genio, in uno dei suoi più grandi drammi romanzeschi: Pericle, Principe di Tiro.
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Citti Vittorio
Tragedia e lotta di classe in Grecia
8vo, br. ed. pp.306.
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Harper Kyle
l destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un Impero
8vo, ril. ed- sovracop. 520pp. Intrecciando una solida narrazione storica con la scienza del clima e le scoperte della genetica, Kyle Harper evidenzia come il destino di Roma sia stato deciso non solo da imperatori, soldati e barbari, ma anche da eruzioni vulcaniche, cicli solari, instabilità climatica e virus e batteri devastanti. Il racconto prende le mosse dall'apogeo di Roma nel I secolo a.C., quando l'impero sembrava una superpotenza invincibile, fino alla sua completa disfatta nel VII d.C., quando Roma era ormai politicamente frammentata e impoverita. Harper descrive in che modo i Romani cercarono di resistere a un enorme stress ambientale, finché l'impero non fu più in grado di sopportare le sfide combinate di una piccola era glaciale e ricorrenti focolai di peste bubbonica. Riflessione sull'intima relazione dell'umanità con l'ambiente, "Il destino di Roma" offre al lettore una panoramica completa di come una delle più grandi civiltà della storia si sia arresa al peso cumulativo della violenza della natura.
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Bonnefond-Coudry Marianne
Le Sénat de la république romaine : de la guerre d'Hannibal à Auguste,pratiques délibératives et prise de Décision
8vo, couverture rigide, 837 pp.
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MARCONE Arnaldo
Giuliano. L'imperatore filosofo e sacerdote che tentò la restaurazione del Paganesimo
8vo, br. ed. pp.372. Avversario di Costantino, cercò di cancellare le politiche dello zio abolendo il Cristianesimo e tentando una riforma radicale dell'Impero. È al breve regno dell'imperatore Giuliano, al suo tentativo di restaurazione del paganesimo che si deve la caratterizzazione del IV secolo come un'età di conflitto religioso. In realtà è opportuno restituire a questa figura di sovrano tutto il suo spessore, a cominciare da una chiara volontà di riformare alcuni aspetti di criticità della realtà imperiale tardo-antica, come la fiscalità e l'autonomia cittadina. Giuliano avversò decisamente la figura di Costantino, ma non solo per la sua conversione al cristianesimo. Egli ne contestò infatti il modo in cui resse l'Impero nella sua globalità al punto da rendere ammissibile sostenere (Santo Mazzarino) che la storia del IV secolo può essere interpretata alla luce di queste due figure "epocali". In realtà il progetto di governo di Giuliano era ambizioso e di ampio respiro, e ne giustifica la riscoperta, soprattutto in età umanistica e illuministica, che ha esiti significativi che giungono sino ai nostri giorni.
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Brizzi Giovanni
Io, Annibale. Memorie di un Condottiero
8vo, br. ed. pp.363. Un uomo guarda, lontano, le acque dell'Ellesponto; e traccia il bilancio di un'intera esistenza. Annibale ha appena finito di redigere le sue memorie, il testamento spirituale destinato, egli spera, a sopravvivergli e a giustificarlo nell'ora in cui sente approssimarsi la fine. Il Cartaginese ripercorre così il suo passato: l'infanzia in una Cartagine ormai quasi sognata, che non rivedrà mai più; l'agonia di un leone crocifisso visto da bambino; la vocazione militare da subito evidente; l'inflessibile senso del dovere che lo ha spinto su una strada segnata fin dall'inizio. Ora il sogno inseguito da Annibale, nel tragitto dalla Spagna a Crotone, è svanito. Il passaggio delle Alpi, destinato a divenire leggenda, e l'iniziale succedersi di trionfi militari hanno invece rivelato la spaventosa forza di una realtà politica, quella romana, immensamente superiore alla sua Cartagine. Questa forza sta ora dilagando e minaccia di trasformare quel mondo ellenistico che il Cartaginese ama e al quale appartiene. In queste pagine, un vinto nobilissimo ripercorre, con amara sincerità, le tappe di una vita senza uguali.
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Pani Mario
La Politica in Roma Antica. Cultura e Prassi
8vo, br. ed. pp.303.
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Pani Mario
Storia romana e storia Moderna
8vo, br. ed. pp.132. INDICE Prefazione di Mario Pani “Si vis pacem, para bellum” di Giovanni Brizzi L’atto di nascita: la democrazia nell’antica Grecia di Luciano Canfora Intellettuali greci e impero romano: una vicenda attuale di Paolo Desideri L’uomo romano: il politico e l’economico di Daniele Foraboschi La “New Institutional Economics” e l’economia imperiale romana di Elio Lo Cascio Tra antico e moderno. Democrazia e democrazie di Arnaldo Marcone Costituzionalismo antico: la lex de imperio Vespasiani di Mario Pani Strategie imperiali di Sergio Roda L’immigrato e la comunità cittadina: una riflessione sulle dinamiche di integrazione di Elisabetta Todisco Egemonie a confronto: Roma e gli Stati Uniti di Giuseppe Zecchini
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Ennio Quinto, A cura di E. Flores, P. Esposito, G. Jackson
Annali: Vol. 1 - Libri 1-8, Vol. 2, Libri I-VIII Commentari: Vol. 3 Libri 9-18 (Commentari)- Vol. 4: Libri 9-18 (commentari, Seconda parte); Volume 5 Frammenti di collocazione Incerta, in Totale 5 Volumi
5 volumi in 8vo grande, br, ed. Gli Annales erano un poema epico scritto dall'autore latino Quinto Ennio che raccontava, come suggerisce il titolo, la storia di Roma "anno per anno", dalle origini fino al 171 a.C. Ci sono pervenuti in forma incompleta (circa 650 versi su 30.000).
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Bettini Maurizio
Homo sum. Essere «umani» nel mondo Antico
16mo, br. ed. pp.132. Questo libro inizia con un episodio dell'Eneide: il naufragio dei Troiani sulle coste di Cartagine (nei pressi dell'odierna Tunisi, nel canale di Sicilia) mentre sono diretti in Italia. Enea e i suoi vengono accolti dalla regina Didone in nome dell'umanità e del rispetto verso gli dèi, perché le frontiere si chiudono di fronte agli aggressori, non ai naufraghi. Scrive Bettini: «Ci sono troppi dispersi nel mare che fu di Virgilio, troppi cadaveri che fluttuano a mezz'acqua perché quei versi si possano ancora leggere solo come poesia. Sono diventati cronaca». Il libro propone dunque una triplice esplorazione della cultura antica alla luce di ciò che oggi definiamo "diritti umani": per scoprire in Grecia e a Roma alcuni incunaboli della Dichiarazione; per misurare gli scarti che su questo terreno ci separano dalla società e dalla cultura antica; infine per mettere in luce alcune specifiche forme culturali in base alle quali Greci e Romani si ponevano problemi equivalenti a ciò che oggi definiamo diritti umani. Ancora una volta, riflettere sul mondo antico ci aiuta ad orientarci nel presente.
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Quintus Smyrnaeus (Autore), Neil Hopkinson (a cura di)
Posthomerica
16mo, coth in dj, 745pp. Quintus Smyrnaeus Posthomerica, the only long mythological epic to survive in Greek from the period between Apollonius Argonautica (3rd century BC) and Nonnus Dionysiaca (5th century AD), fills in the whole story of the Trojan expedition between the end of Homer's Iliad and the beginning of the Odyssey, which had been treated only episodically by earlier epic and dramatic poets. Composing sometime between the late second and mid-fourth centuries AD, Quintus boldly adapts Homeric diction and style to suit the literary, moral, religious, rhetorical, and philosophical culture of the high Roman Empire, and does not hesitate to diverge from the usual versions of the story in order to craft his own narrative vision. This edition of the Posthomerica replaces the earlier Loeb Classical Library edition by A. S. Way (1913) with an updated text based on that of F. Vian, and fresh translation, introduction, and bibliography that take account of more than a century of intervening scholarship.
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Goldberg Manuwald Edts.
Fragmentary Republican Latin. Ennius, Testimonia. Epic Fragments: 1 , Ennius Dramatic Fragments, Minor Works: 2
2 vols in 16mo, cloth in dj. Quintus Ennius (239?169 BC), widely regarded as the father of Roman literature, was instrumental in creating a new Roman literary identity and inspired major developments in Roman religion, social organization, and popular culture. Brought in 204 to Rome in the entourage of Cato, Ennius took up residence on the Aventine and, fluent in his native Oscan as well as Greek and Latin, became one of the first teachers to introduce Greek learning to Romans through public readings of Greek and Latin texts. Best known for domesticating Greek epic and drama, Ennius also pursued a wide range of literary endeavors and found success in almost all of them. His tragedies were long regarded as classics of the genre, and his Annals gave Roman epic its canonical shape and pioneered many of its most characteristic features. Other works included philosophical works in prose and verse, epigrams, didactic poems, dramas on Roman themes (praetextae), and occasional poetry that informed the later development of satire. This two-volume edition of Ennius, which inaugurates the Loeb series Fragmentary Republican Latin, replaces that of Warmington in Remains of Old Latin, Volume I and offers fresh texts, translations, and annotation that are fully current with modern scholarship.
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Bollici Tito
La giurisprudenza e La vita di Plinio il Giovane
8vo, br. ed. XXXIII + 228 + (1) p.
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Sordi Maria, a Cura Di
Coercizione e mobilità umana nel mondo Antico
8vo, br. ed. L'allontanamento dalle proprie sedi imposto a masse di cittadini per assicurare stabilità al regime vigente o per alleggerire con una nuova colonizzazione la pressione demografica; l'espulsione o la deportazione di elementi indesiderabili, di gruppi etnici o di categorie professionali; la relegazione di individui ritenuti pericolosi, sono tra le cause della mobilità umana che caratterizza il mondo antico.
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Guidorizzi Giulio
Io, Agamennone. Gli eroi di Omero
8vo, be, ed. pp.193. Uomo di potere, abituato a decidere le sorti della sua gente, orgoglioso, superbo, duro, Agamennone è solo nel buio della notte mentre, oltre la prua, scruta l'orizzonte. E ricorda i dieci anni di una guerra sanguinosa che ha visto cadere sul campo di battaglia uomini valorosi e forti, sprezzanti del nemico e del destino. Con uno sguardo meno affascinante di quello di Ulisse e Achille ma più complesso e obiettivo, il re di Micene ci porta dritti al centro del mondo omerico: i suoi eroi, i suoi valori, il suo senso della gloria e della vendetta, dell'amore e della morte. Spinto dal gusto e dal piacere del racconto, e guidato dal rigore filologico, Guidorizzi, attraverso una forma saggistica di tipo narrativo, ricostruisce la storia di una società tribale, in cui ogni uomo agisce dietro l'impulso di una sfida continua con le grandi forze dell'esistere e ci restituisce, dall'interno, il fascino di una cultura che parla a noi di noi.
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Dosi Antonietta
Lotte politiche giochi di potere nella Roma Repubblicana
Storia e documenti. 8vo . Brossura con copertina e alette in carta lucida in ottime condizioni. firma di app. cancellata nell'anteporta bianca. Pagine interne in perfette condizioni. Dorso e legatura fermi. Numero pagine 507
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Valgiglio Ernesto
Silla e La Crisi Repubblicana
8vo, br. ed. firma di app.
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Boitani Piero
Riconoscere è un dio. Scene e temi del riconoscimento nella Letteratura
8vo, tela ed. in sovracoperta, 485pp. Il riconoscimento - l'agnizione dei latini, l'anagnorisis dei greci - è uno dei più grandi scandali della letteratura: ha luogo nell'azione drammatica, nel romanzo, nell'opera, nel cinema, e spesso scrittori maggiori e minori ne hanno fatto uso strumentale all'unico scopo di portare a conclusione la propria opera. È anche, però, un elemento centrale, come già rilevava Aristotele, della tragedia e della narrazione complessa, perché mette in scena l'affiorare della conoscenza: non in un processo teorico astratto, ma nella carne stessa, nei sentimenti, nell'intelligenza, degli esseri umani. Questo libro esplora le scene e i temi del riconoscimento dalla letteratura antica a quella medievale e moderna: da Omero e dalla sua Odissea all'Antico e al Nuovo Testamento; da Eschilo, Euripide e Sofocle a Shakespeare, da Dante a T. S. Eliot; dal "Conte di Montecristo" di Dumas al "Giobbe" di Roth, dal "Giuseppe e i suoi fratelli" di Mann all'"Ulisse" di Joyce. In ogni capitolo a un testo antico fa riscontro una serie di testi moderni, mentre la teoria del riconoscimento segue il percorso parallelo da Platone e Aristotele ai Padri della Chiesa e a Freud. Riconoscere, dice Euripide, è un dio: il deflagrare della conoscenza tra persone che si amano, o si odiano, possiede la forza, la sublimità, l'ilarità che per pochi attimi ci fa provare la vertigine del divino.
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Polara Giovanni
Potere e contropotere nell'antica Roma. Intellettuali, potere, terrorismo e bande armate nell'antica Roma
8vo, br. ed. pp.144. UNIVERSITA' DEGLI STUDI DELLA CALABRIA
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E. Lelli e F. Mosino, a Cura Di
Epitaffi greci. La Spoon River ellenica di W. Peek. Testo greco a Front. Epigrammatae
8vo, rilegatura ed. in sovracop. pp.1632. testo greco a fronte. La civiltà greca, forse più di ogni altra cultura antica, sembra aver avuto una particolare predisposizione a iscrivere quasi qualunque oggetto, prodotto, spazio utili a contenere lettere, frasi, veri e propri testi articolati, finanche componimenti poetici di altissima fattura. Centinaia di migliaia sono le testimonianze di epigrafi che la Grecia antica ci ha lasciato. Fra queste, un posto di rilievo occupano le epigrafi di carattere sepolcrale, e, fra queste, le epigrafi in versi. Commissionate soprattutto dalle famiglie più colte e facoltose, queste testimonianze aprono un orizzonte tutto da scoprire sulla civiltà antica: greca, ma non solo, visto che in lingua ellenica, sentita come la lingua della cultura e della poesia, sono realizzati anche epitaffi per uomini e donne romani, italici, o di altre aree del mondo antico. Sfogliare le "pagine di pietra" di questo affascinante repertorio mette di fronte il lettore a migliaia di individui: uomini e donne, bambini e anziani, che vissero e morirono nelle più diverse situazioni. Mette di fronte il lettore, in una parola, alla vita. I casi che ci rivelano colpiscono, a volte per la drammaticità degli eventi, altre volte per la serenità di chi ha saputo affrontarli, spesso per la disarmante attualità di tante sventure, di allora e di oggi. Testi reali, composti da poeti sconosciuti, per uomini e donne che hanno lasciato in tal modo il loro ricordo nei secoli: anziani che hanno concluso la vita con una vecchiaia serena e giovani morti prematuramente; naufraghi sfortunati e soldati gloriosi; fanciulle appena sposate che Ade ha strappato agli affetti e medici che, dopo aver curato altri, non hanno potuto curare se stessi. Il quadro che emerge dalle oltre duemila testimonianze è quello di una società multiforme e, per molti aspetti, simile alla nostra: una vera e propria Spoon River dell'antichità. Nel 1955 il grande epigrafista tedesco Werner Peek pubblicò la più importante raccolta, a tutt'oggi, di epigrammi sepolcrali greci, dall'età arcaica all'epoca cristiana. In oltre dieci anni di lavoro, Franco Mosino, grecista e linguista scomparso nel 2015, tradusse e commentò, per la prima volta al mondo, la raccolta del Peek. Emanuele Lelli, in collaborazione con un gruppo di studenti del Liceo Tasso di Roma, ne ha curato la revisione, l'aggiornamento e l'introduzione. La Prefazione di Giulio Guidorizzi poi apre orizzonti di lettura suggestivi, antropologici e letterari. Un'opera, dunque, che rende finalmente disponibile al pubblico italiano un materiale imponente per quantità, e particolarissimo per contenuti: un insostituibile strumento per ogni studioso di antichità classiche, ma anche un affascinante viaggio nel quotidiano dei greci, per il lettore curioso di oggi.
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