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‎ANONIMO.‎

‎Veduta delle Reliquie dei tre templi di Saturno, di Vespasiano e della Concordia (Roma).‎

‎Seconda metà del XIX secolo, senza indicazioni tipografiche. Incisione su legno, b/n, cm 15 x 25 (il foglio). Buono stato.‎

‎ANONIMO.‎

‎Cascata di Tivoli.‎

‎Seconda metà del XIX secolo, senza indicazioni tipografiche. Incisione su legno, b/n, cm 15 x 25 (il foglio). Buono stato.‎

‎ITALIE PITTORESQUE.‎

‎Le Palais Chigi a La Riccia.‎

‎Seconda metà XIX secolo. Incisione su acciaio, b/n, cm 13 x 19 (la parte raffigurata). Buono stato.‎

‎PAYNES UNIVERSUM.‎

‎Das Inere der Peter’s Kirke zu Rom.‎

‎1830 circa. Incisione su acciaio, b/n, cm 12,5 x 17 (la parte raffigurata) più margini.‎

‎MERIAN, MATTHEUS.‎

‎Castel Sant’Angelo, Isola di San Bartolomeo, Monte del Quirinale, Arco di Settimo Severo.‎

‎Dalla “Topographia Italiae”, Francoforte, 1688. Incisione in rame all’acquaforte, cm 19,5 x 27 (alla lastra) più margini. Buono stato.‎

‎PIRANESI, GIOVANNI BATTISTA.‎

‎Veduta sul Monte Quirinale del Palazzo dell'Eccellentissima Casa Barberini, Architettura del Cav. Bernino.‎

‎Roma, 1773 circa. Dalla serie “Vedute di Roma disegnate e incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano” (Mogliano Veneto, 1748 – Roma, 1778). Incisione in rame all’acquaforte e bulino, b/n, cm 41 x 62 (alla lastra), firmata “Piranesi fece”, in lastra, in basso a sinistra, sei didascalie al margine inferiore, in prima tiratura settecentesca, senza filigrana. Alcune tracce di umido, peraltro a pieni margini e in brillante inchiostratura.‎

‎PIRANESI, GIOVANNI BATTISTA.‎

‎Veduta del Palazzo Farnese.‎

‎Roma, 1773 circa. Dalla serie “Vedute di Roma disegnate e incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano” (Mogliano Veneto, 1748 – Roma, 1778). Incisione in rame all’acquaforte e bulino, b/n, cm 41,5 x 66 (alla lastra), firmata “Cav. Piranesi F.”, in lastra, in basso a sinistra, in prima tiratura settecentesca, filigrana in doppio cerchio. Alcune tracce di umido, peraltro a pieni margini e in brillante inchiostratura.‎

‎HOMANN, JOHANNE BAPTISTE.‎

‎Urbis Romae veteris ac modernae accurata delineatio edita.‎

‎Norimberga, 1760 circa. Pianta della città tratta dall'“Atlas Novus Terrarum” edito a Norimberga nel 1720. Incisione in rame all'acquaforte, colore d'epoca, cm 49,5 x 59 (alla lastra) più margini. Carta ricca di elaborati cartigli, legenda che riporta 14 rioni, una didascalia storica, e altrettanti stemmi quanti sono i rioni, ciascuno relativo a essi. Bella coloritura, buon esemplare.‎

‎DEROY – LEMERCIER.‎

‎Rome. Place Navone / Roma. Piazza Navona.‎

‎Paris, 1850 circa, cm 32,5 x 49,5 (il foglio). Una leggera ondulazione della carta, foglio pulito e in bella impressione, buono lo stato di conservazione.‎

‎TOURING CLUB ITALIANO.‎

‎Carta delle zone turistiche d'Italia. Roma e dintorni.‎

‎Con il classico astuccio in carta.‎

‎ARTARIA, EPIMACO E PASQUALE.‎

‎Voyage de Bologne à Florence et à Rome / Viaggio da Bologna a Firenze e a Roma.‎

‎Sonzogno - Artaria, Milano, 1830. Incisione in rame all'acquaforte, b/n, cm 26 x 33 circa (il foglio) più margini. Tratta dalla “Nouveau guide du Voyageur en Italie. Orné de cartes itinéraires et du plan des villes principales”, la fortunata guida impressa da Francesco Sonzogno, edita dai Fratelli Artaria e più volte ristampata nel corso della prima metà dell'800. Consuete pieghe editoriali, buono stato di conservazione. .‎

‎BENOIST, PHILIPPE – LEMERCIER.‎

‎Rome. Le Capitole / Il Campidoglio.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Ph. Benoist, Imp. par Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Appena rifilato il margine inferiore, splendida la coloritura.‎

‎BENOIST, PHILIPPE – LEMERCIER.‎

‎Rome. Place et Basilique de Saint Pierre / Piazza e Basilica di San Pietro.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Ph. Benoist, Imp. par Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Splendida la coloritura. .‎

‎BENOIST, PHILIPPE – LEMERCIER.‎

‎Rome. Intérieur de la Basilique de Saint Pierre / Interno della Basilica di San Pietro.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Ph. Benoist, Imp. par Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Appena rifilato il margine inferiore, splendida la coloritura. .‎

‎BENOIST, PHILIPPE – LEMERCIER.‎

‎Rome. Académie de France / Accademia di Francia.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Ph. Benoist, Imp. par Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Sporco al margine superiore, splendida la coloritura. .‎

‎BENOIST, PHILIPPE – LEMERCIER.‎

‎Le Colisée / Il Colosseo.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Ph. Benoist, Imp. par Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Splendida la coloritura.‎

‎DEROY – LEMERCIER.‎

‎Rome. Temple d'Antonin et Faustine / Tempio di Antonino e Faustina.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Deroy, Imp. de Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Splendida la coloritura. .‎

‎BENOIST, PHILIPPE – LEMERCIER.‎

‎Rome. Place et Basilique de Saint Pierre / Roma. Piazza e Basilica di San Pietro.‎

‎Dessiné d'apres nature et lith. par Ph. Benoist, Imp. par Lemercier, Paris, 1845 circa. Litografia in colore d'epoca, cm 27,5 x 36 (il foglio). Un lieve sporco ai margini, che risultano appena rifilati e filettati da una quadratura oro ma con alcune mancanze, splendida la coloritura. .‎

‎BARBAULT, JEAN - MONTAGU, DOMINIQUE.‎

‎Veduta della Fontana dell'Acqua Paola sul Monte Aureo. Architettura dio Domenico Fontana e Carlo Maderni. I Orto Botanico / Vue de la Fontane de l'Eau Paoline sur le Mont Aureo. Architecture de Dominique Fontana et Charle Maderni. I Jardin Botanique. All'Ill.mo E R.mo Signore Monsignor Pasquale Acquaviva D'Aragona Chierico di camera e Comissario Generale del Mare ec. Da Suoi Umiliss. Devotiss. Obligatiss. Servitori Bouchard et Gravier.‎

‎1760 circa, prima tiratura. Incisione in rame all'acquaforte, b/n, cm 39,5 x 53,5 (alla lastra) più margini. La fontana, o fontanone, dell'Acqua Paola, nota anche come fontanone del Gianicolo, è una fontana monumentale situata sul colle Gianicolo. Tranne un breve e leggero tono di ingiallimento alla bassa brachetta centrale, esemplare in bella morsura, in margini e in ottimo stato di conservazione (la stampa è stata tolta dalla cornice e costo e spedizione vanno considerati senza cornice).‎

‎PIRANESI, FRANCESCO.‎

‎Tempio di Giunone Regina, ora S. Angelo in Pescheria.‎

‎1790 circa. Incisione in rame all'acquaforte, b/n, cm 18,5 x 24 circa (alla lastra) più ampi margini. Francesco Piranesi (Roma, 1758 circa - Roma, 1810), figlio del grande architetto e incisore Giovan Battista Piranesi fu anch'egli incisore e antiquario. Ben impressa, in ampi margini e, tranne leggeri piccoli punti di ossidazione, in assai buono stato di conservazione. .‎

‎ANONIMO.‎

‎Comarca di Roma. Monticelli. Sezione I del Territorio di Monticelli.‎

‎Cabreo, 1840 circa, coeva coloritura coeva a mano, cm 60 x 95 (il foglio), in grande il titolo manoscritto nell'angolo inferiore destro, nell'angolo superiore destro una freccia indica il nord, nell'angolo superiore sinistro una pianta più piccola del territorio di Monticelli con proprio titolo, al margine inferiore due scale di canne di doppio metro e una scala di stajoli, scrittura a inchiostro marrone. Bella pianta del territorio di Monticelli, in cui sono indicati in scrittura tutti i territori adiacenti con le relative sezioni, in senso orario: Monte Castello, Sezione di San'Angelo in Capoccia, Monte Verde Sezione di San Polo de' Cavalieri, Territorio di Palombara, Ponte de' Prati sezione del Territorio di Tivoli, Formello sezione II di Monticelli. Pieghe di origine, foglio controfondato, sporadiche tracce di umido centrali e di sporco ai margini con ingiallimento più marcato della brachetta orizzontale, discreta conservazione.‎

‎ANONIMO.‎

‎Comarca di Roma. Tipo Dimostrativo. Il Territorio di Monticelli diviso in due Mappe, o sezioni. Marchesato di Sua Eccellenza il Signor Principe D. Francesco Borghese e Principe Aldobrandini.‎

‎Cabreo, 1840 circa, coeva coloritura a mano, cm 57,5 x 90,5 (il foglio), titolo al centro nella parte superiore del foglio, sul lato sinistro una grande freccia con nastro colorato in giallo arancio indica il nord, scrittura a inchiostro marrone. Bella pianta del territorio di Monticelli (Monticelli sezione I, segnalata in pianta ma non nel titolo), in cui compare il territorio confinante di Formello (Formello sezione II, segnalata in pianta ma non nel titolo) e in cui sono indicati in scrittura tutti i territori adiacenti, in senso orario: il Territorio di Palombara, il Territorio di San Paolo de' Cavalieri, il Territorio di Tivoli, Tenuta di Castel Orcione del Principe Borghese, Territorio di Sant'Angelo in Capoccia, Territorio di Mentana, di nuovo il Territorio Sant'Angelo in Capoccia, l'Agro Romano, la Tenuta di Ferronea, e infine, ancora il territorio di Sant'Angelo in Capoccia. Pieghe di origine, foglio controfondato, leggeri e sporadici segni di umido, buono stato di conservazione. .‎

‎ANONIMO.‎

‎Formello. Sez. II di Monticelli. Principe D. Marco Antonio Borghese.‎

‎Cabreo 1840 circa, coeva coloritura a mano, cm 62,5 x 95 (il foglio), titolo manoscritto all'angolo superiore destro, sul lato sinistro una freccia indica il nord, scala di canne di doppio metro ai due lati del margine inferiore. Scrittura a inchiostro marrone, una legenda nell'angolo superiore destro spiega: “Questo color verde indica i terreni liberi di Sua Eccellenza il Sig. Principe D. Marco Antonio Borghese” e “Questo color giallo denota i terreni livellari alla Lodata Eccellenza Sua”. Bella pianta del territorio di Formello, in cui sono indicati in scrittura tutti i territori adiacenti, in senso orario: l'Agro Romano, il Territorio del Comune di Monticelli, la Tenuta di Castel Arcione nell'Agro Romano, Formello. Pieghe di origine, foglio controfondato, leggeri e sporadici segni di umido, buono stato di conservazione. .‎

‎Piranesi Giovanni Battista‎

‎Spaccato interno della Basilica di S. Paolo fuori delle Mura‎

‎Incisione all'acquaforte e bulino di mm 651 x 452. Carta forte. Filigrana giglio inscritto in doppio cerchio con piccolo cerchio sovrastante. Secondo stato su sette. Veduta rifilata al limite interno della battuta. Piccole mancanze al margine superiore ed al cartiglio. Sotto la dicitura "Spaccato interno della Basilica di S. Paolo fuori delle Mura, eretta da Costantino Magno, divisa in cinque Navate co' sua Crociata. Ottanta Colonne di marmo greco, venato di vario colore, quivi trasportato dal Sepolcro di Adriano Imperatore, sostentano le Navate variando di grandezza, e lavoro le laterali da quelle della Navata di mezzo. Altre Colonne dieci di Granito sono sparse per la Crociata; intorno alla quale, come ancora intorno la Navata di mezzo cronologicamente disposti di veggono li Ritratti di tutti i Sommi Pontefici Romani con altre Pitture antiche gia quasi consumate dal tempo. Il Pavimento delle Navate è formato di rotti pezzi di marmo, levati dalle Rovine di altri Edificii antichi". Più in basso "Piranesi". Hind 7‎

‎Attr. Montaigu Domenico‎

‎Veduta degl' Acquadotti dell' Acqua Claudia, e di S. Stefano Rotondo‎

‎Incisione all'acquaforte di mm 265 x 155 alla battuta su carta vergatina settecentesca di buon corpo. Traduzione manoscritta del titolo in francese sotto quello calcografico. Proviene dall'album di 50 incisione dal titolo "Nuova Raccolta Delle Più Belle Vedute Di Roma. Dissegnate, E Intagliate Da Celebri Autori" di Domenique Montagu.‎

‎Piranesi Giovanni Battista‎

‎Veduta della Basilica di S. Giovanni Laterano‎

‎Incisione all'acquaforte di mm 545 x 389 alla battuta. Terzo stato su sei. Foglio senza alcun difetto, pieni margini, bella vergata di gran corpo; ottima impressione. Filigrana "Giglio in doppio cerchio". Diciture: in basso a sinistra :"1 Cappella fabricata da Clemente XII. Confini 2 Palazzo fabricato da Sisto V ora Conser. Di Zitelle 3 Scala Santa"; in basso al centro "Veduta della Basilica di S. Giovanni Laterano. Architettura di Alessandro Gallilei"; più a destra "4 Guglia Egizia giacente 5 Mura della Città"; in piccolo sotto :"Presso l'autore a Strada Felice nel Palazzo Tomati vicino alla Trinità de' monti A paoli due e mezzo" "Piranesi del. Scol.". Proviene dalla raccolta "Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano". Hind 8.‎

‎Piranesi Giovanni Battista‎

‎Veduta della Dogana di Terra a Piazza di Pietra‎

‎Incisione all'acquaforte di mm 650 x 445 alla battuta, su foglio perfetto, carta forte, pieni margini. Terzo stato su sei. Ottima impressione. Diciture: in basso a sinistra "Questa fu fabbricata sulle rovine del Tempio di M. Aurelio Antonino Pio nel suo Foro. 1 Avanzo di Colonne rimaste, oggi mezzo internate nella nuova Fabbrica 2 Architrave antico ristorato 3 Cornicione, ed Ordine Attico nuovamente rifatto."; al centro "Veduta della Dogana di Terra a Piazza di Pietra"; più a destra "4 Abitazione moderna 5 Collegio Bergamasco 6 Quartiere de' Soldati 7 Strada che va al Corso"; ed in piccolo più sotto "Presso l'Autore a Strada Felice nel Palazzo Tomati vicino alla Trinità de' Monti"; e un po' più in alto "Piranesi Architetto fec.". Proviene dalla raccolta "Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano". Hind 32.‎

‎ENIT‎

‎MAPPA DI ROMA‎

‎MAPPA DI ROMA AGGIORNATA AL 30 NOVEMBRE 1931-X CON TIMBRO "AUTOMOBILE CLUB ITALIA UFFICIO A.A. DI PONTECHIASSO", RICHIEDE RESTAURO CAUSA STRAPPI AL FOGLIO .‎

‎MELI F.‎

‎ROMA. LA CACCIA. IL LEPRE D'ORO.‎

‎Incisione di Luigi Barocci da Filippo Meli. Cm.12x18. Ampi margini.‎

‎MELI F.‎

‎ROMA. LA CACCIA. IL RINFRESCO.‎

‎Incisione di Luigi Barocci da Filippo Meli. Cm.12x18. Ampi margini.‎

‎MELI F.‎

‎ROMA. LA CACCIA. AL MERCATO. SI FACCIA DANARO.‎

‎Incisione di Luigi Barocci da Filippo Meli. Cm.12x18. Ampi margini.‎

‎REINHART.‎

‎VICINO A SUBIACO.‎

‎Incisione in rame. Cm.25x36.‎

‎VASI G.‎

‎ROMA. PORTA S. GIOVANNI OLIM COELIMONTANA.‎

‎Incisione in rame. Cm.19x30. Ampi margini.‎

‎VASI G.‎

‎ROMA. AVANZI DEL PORTICO EDIFICATO DA AUGUSTO IN ONORE D'OTTAVIA SUA SORELLA, SITUATO AVANTI LA CHIESA DI S.ANGELO IN PESCHERIA.‎

‎Incisione in rame. Cm.19x30. Ampi margini.‎

‎VASI G.‎

‎ROMA. PORTA PERTUSA.‎

‎Incisione in rame. Cm. 19x30. Ampi margini.‎

‎DE PAULIS G.-GOZZADINO M. A.‎

‎Ritratto dell’antichissima Città di Tivoli con un breve compendio della sua origine, nomi ed effigie di Santi Protettori e di altri che da essa città hanno avuto origine‎

‎Cm.50x38. Incisione in rame.‎

‎Esposizione internazionale dell'Industria Moderna - Roma Febbraio Marzo 1908 - Diploma. Manifesto litografico a colori impressi eseguito da Virgilio Faini (Firenze, 1882-1973) e stampato presso lo stabilimento Bertini di Firenze nel 1907. Cm. 78 x 54. Ottimo esemplare, pur con qualche traccia d'umido lungo il margine superiore. (6982)‎

‎"Medaglia d'oro al Sig. M.se Ghini Giovanni per Albana e Vini da Dessert": così la dedica manoscritta a penna, in basso, che premia i vini pregiati prodotti dall'aristocratico viticoltore. Il bel manifesto dalle morbide tinte pastello, in contrasto con l'orizzonte giallo-oro dello sfondo su cui si profila il classico scorcio romano con il cupolone, è realizzato nell'elegante stile liberty del primo Novecento, con le tre belle figure allegoriche allacciate da uno stilizzato serto di fiori. Cfr. Catalogo Bolaffi del manifesto italiano - Dizionario degli autori, p. 88.‎

‎Prospectus Templi ac Monasterii Divo Dom.co sacri, nec non Aldobrandini Palatii quod a longe exhibetur. Incisione su rame all'acquaforte di Giovanni Battista Brustolon (1712 - 1794) su disegno del Canaletto (Antonio Canal, 1697-1768), pubblicata a Venezia nel 1770 ("Apud Inscultorem C.P.E.S.", in basso a destra). Cm. 29 x 38 più margini di 1-2 cm. Qualche piccola menda marginale restaurata ma ottimo esemplare nel complesso. (8803)‎

‎Rara veduta della chiesa romana dei Ss. Domenico e Sisto, con uno scorcio di palazzo Aldobrandini a sinistra sullo sfondo e con diversi personaggi ad animare la scena in primo piano. La veduta, facente parte di una serie di Vedute di Roma fu incisa dal Brustolon da un disegno acquerellato del Canaletto presente in un album donatogli dagli eredi del pittore (ora appartenente alla Royal Collection di Londra). Cfr. Alpago-Novello Incisori bellunesi, p. 560; D.B.I., vol. XIV p. 727.‎

‎Madonna col Bambino. Incisione originale, colorata con la tecnica del pochoir, non firmata, ma eseguita da Giovanni Meschini all'inizio degli anni Trenta. Cm 30 x 22 ca. Freschissimo esemplare. (7634)‎

‎Giovanni Meschini, pittore, illustratore e incisore, influenzato dal Brunelleschi (attivo illustratore di origine toscana operante a Parigi tra le due guerre), ne assimilò la tecnica del pochoir, assai in voga nel periodo dell'Art Déco. Su di una base xilografica o litografica, la coloritura a tempera veniva eseguita manualmente con pennelli e spatole mediante sistemi di piccole maschere traforate. Meschini eseguì numerose tavole dal gusto delicato e dalla brillante coloritura. Le sue piccole immaginette sacre godono ora dell'interesse di appassionati intenditori e collezionisti. Sul Meschini cfr. G. Ercoli, Il pochoir Art Déco, p. 190.‎

‎Roma. Silvio Valenti... Card. Camerario Benedicti XIV P.M. Administro Urbis Iconographiam a Leonardo Bufalino... contractam atq. aeri incisam Jo. Bapta Nolli. D.D.D. Incisione su rame all'acquaforte, versione ridotta della pianta di Roma di Leonardo Bufalini del 1548, eseguita da Francesco Monaco e Carlo Nolli su disegno di G. B. Nolli del 1748, reincisa da Giovanni Brun e pubblicata a Roma da Carlo Losi nel 1785. Cm. 45 x 67,5, tagliata all'impronta del rame. Alcune fioriture nell'angolo sup. d. e timbri, al recto e al verso, dell'antico proprietario (il generale napoleonico Chasseloup-Loubat). Ottimo esemplare nel complesso, in nitida inchiostratura. (5156)‎

‎Pianta della città di Roma antica e moderna redatta, in origine, da Leonardo Bufalini (della quale si conoscono solo tre copie in una tiratura fatta a Lecce da Antonio Trevisi nel 1560), qui in versione ridotta a cura di G. B. Nolli come descritto nella dedica al Cardinale Silvio Valenti Gonzaga, contenuta nell'imponente cartiglio sormontato dello stemma del dedicatario, in alto a destra. La pianta è corredata da 307 richiami esplicativi dei luoghi notevoli, elencati lungo i lati sinistro e destro, e mostra in pianta, in proiezione verticale, i principali edifici della città (dal Colosseo a San Pietro, dalle Terme al Mausoleo di Adriano, al Circo Massimo, etc.), il tracciato delle mura, degli acquedotti e dell'intero sistema viario, quale poteva presentarsi verso la fine del secolo XVI. In due vignette che trovano posto negli angoli inferiori, sono raffigurati il Pantheon a destra e l'arco di Giano a sinistra, con il tempio di Vesta adattato a chiesa sullo sfondo. Scaccia Scarafoni, Le piante di Roma, p. 80, n. 139; Huelsen, Bibliografia delle piante di Roma, p. 39 e segg.‎

‎Anonimo‎

‎Raccolta di Interni del Vaticano‎

‎Esemplare privo di legatura contenente 21 tavole in bianco e nero degli interni del Vaticano. Leggere gore su alcune tavole (ognuna di dimensioni 30 x 23).‎

‎Affiche originale - Rome-Express. Hiver 1900-1901.‎

‎Manifesto litografico intelato, cm. 97x64 esemplare con difetti, margine superiore ed inferiore rifilati.. .‎

‎BENOIST, Felix.‎

‎Palazzo Venezia illuminato.‎

‎Bella e decorativa litografia a colori, mm. 290x390 applicata su carta coeva . Tratta dalla monumentale opera di Felix Benoist "Rome dans sa grandeur. Vues, monument ancient et modernes " stampata in 3 volumi, da Henri Charpentier, nel 1870. . .‎

‎Anonimo (XVI secolo)‎

‎Castrum Praetorium‎

‎Bulino misure: mm 320 x 519 Impressione eccellente. Delicati giochi chiaroscurali esaltano il modello. Foglio rifilato lungo la battuta come da edizione, Lafrery infatti tagliava i fogli per poi incollarli su una sorta di margini in carta in modo che una volta legati avessero tutti la stessa dimensione. Stato: I/II con l'indirizzo “Bolognini Zalterii formis” (Bolognino Zaltieri è editore in Venezia attivo fra il 1555 e il 1576) ma prima della sostituzione dell'indirizzo con quello di “Donati Rascicotti formis 1597”. La lastra deriva da un'altra dello stesso formato con il privilegio e l'indirizzo di Mich. Tramezini 1553.  Titolo dell'opera iscritto in lastra in alto a sinistra. Filigrana: “scudo con lettera M barrata sormontata da giglio” Bibliografia: Christian Huelsen, 1921, 35/aA.‎

‎Bartolomeo Pinelli (Roma 1781 – Roma 1835)‎

‎Muzio Scevola alla tenda di Porsenna, 1834‎

‎Acquaforte misure: mm 620 x 820 Pittore, incisore, litografo e scultore. Da giovanissimo si forma nella bottega del padre scultore per poi all'età di 11 anni trasferirsi a Bologna. Qui, affidato al pittore e incisore Giambattista Frulli, frequenta l’Accademia Clementina. Verso la fine del secolo si ritrasferisce a Roma e dal 1802 circa è ospite e collaboratore del paesaggista svizzero Franz Kaiserman con il quale sperimentò l’uso della camera ottica. Questo sodalizio può spiegare perchè molti acquerelli e incisioni nel 1805 sono firmate da Pinelli con il nome François. Del 1809 è la sua prima serie di incisioni dal titolo Raccolta di cinquanta costumi pittoreschi incisi all'acquaforte e nel 1816 realizza le illustrazioni per la Storia Romana e nel 1821 quelle per la Storia Greca. Pinelli ha prodotto circa quattromila incisioni e diecimila disegni. Un anno prima della sua morte, Pinelli iniziò a progettare una serie di sei soggetti di formato eccezionalmente grande raffiguranti episodi di storia romana, di questi solo tre saranno effettivamente da lui incisi. La circolazione di queste grandi opere è da considerarsi probabilmente molto limitata. I sei acquerelli preparatori per queste stampe furono esposti nel 1956 (Carrara, collezione Conte Giulio Lazzoni). Pinelli aveva già affrontato questo tema in una composizione di piccolo formato per la sua Istoria Romana dal 1818 al 1819. Qui viene rappresentato Muzio Scevola, invano trattenuto dalle guardie, dopo il suo fallito attentato al generale nemico Porsenna che posa, con sguardo fiero, la mano sul braciere per bruciarla e punirla così dell'errore. Impressione eccellente, dai neri decisi. I giochi chiaroscurali definiscono le armature, le pose e gli sguardi dei personaggi. Ottimo stato di conservazione eccetto lievi difetti nel margine inferiore. Inciso in lastra nel margine inferiore bianco sotto il soggetto oltre il titolo anche "Bartolomeo Pinelli inv. dis. e inc." Bibliografia: Oreste Raggi, “Cenni intorno alla vita ed alle opere principali di Bartolomeo Pinelli”, Roma 1835; G. Incisa della Rocchetta, “Bartolomeo Pinelli”, Roma 1956, n.314,­ 319.‎

‎copia da Stefano Della Bella (Firenze 1610 – Firenze 1664)‎

‎Piramide di Caio Cestio, 1646 ca.‎

‎Acquaforte misure: mm 132 x 132 Incisore e disegnatore, si dedicò sporadicamente alla pittura. Il padre Francesco, scultore allievo di Giambologna, morì prematuramente ma riuscì ad avviare tutti i suoi figli a mestieri d’arte. Stefano fu il solo ad eccellere, ebbe i primi insegnamenti presso botteghe di dimenticati orefici i quali ebbero tuttavia il pregio di fargli prender dimestichezza con il bulino. Fu sostanzialmente un autodidatta. Le fonti bibliografiche affermano che egli si esercitava a disegnare figure curiosamente partendo dai piedi e a copiare le incisioni di Jacques Callot avendo come unico confronto l'incisore Remigio Cantagallina. Fu notato poi dal pittore Giovan Battista Vanni che lo prese nella sua bottega e gli diede i primi insegnamenti di pittura e del disegno. La vocazione di Della Bella fu sicuramente l'incisione e già le sue prime opere rivelano i temi a lui più cari: scene di vita contemporanea, feste, battaglie e le decorazioni. Lo studio delle incisioni e dei disegno di maestri antichi, la conoscenza e il confronto con i maestri fiorentini e fiamminghi a lui contemporanei allora presenti alla corte medicea furono furono di grande stimolo. Egli è considerato un grafico puro, grazie ai suoi numerosi viaggi tra Roma e Parigi e grazie alla protezione dei Medici maturò un proprio linguaggio grafico, in vita e per tutto il XVIII secolo fu ricercato e collezionato in Francia e in Italia . Questa stampa fa parte della serie Paesaggi e rovine di Roma composta da 13 soggetti incisi all'interno di un tondo. Questa è una copia in controparte dell'opera di Stefano della Bella, senza iscrizioni incise oltre l'immagine. Viene rappresentata, a sinistra, la piramide di Caio Cestio affiancata da un muro in rovina. Sempre sulla sinistra in primo piano troviamo due pastori in ombra, uno adagiato molto probabilmente su una rovina l'altro in piedi che indica un punto in lontananza verso il fondo, forse la mandria appena accennata che si sta muovendo. Il centro della scena è occupato da due cavalli, uno di profilo destro mentre bruca l'erba e l'altro da tergo con il muso girato verso i pastori nell’atto di allattare un puledro. I contrasti chiaroscurali e il tratto deciso contribuiscono a definire il pelo e la criniera. Il cielo è tracciato appena mediante poche linee parallele. Impressione eccellente. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Bibliografia: De Vesme-Massar 270, pag. 129.‎

‎Stefano Della Bella (Firenze 1610 – Firenze 1664)‎

‎Due uomini a cavallo in un paesaggio, 1656 ‎

‎Acquaforte misure: mm 307 x 267 Incisore e disegnatore, si dedicò sporadicamente alla pittura. Il padre Francesco, scultore allievo di Giambologna, morì prematuramente ma riuscì ad avviare tutti i suoi figli a mestieri d’arte. Stefano fu il solo ad eccellere, ebbe i primi insegnamenti presso botteghe di dimenticati orefici i quali ebbero tuttavia il pregio di fargli prender dimestichezza con il bulino. Fu sostanzialmente un autodidatta. Le fonti bibliografiche affermano che egli si esercitava a disegnare figure curiosamente partendo dai piedi e a copiare le incisioni di Jacques Callot avendo come unico confronto l'incisore Remigio Cantagallina. Fu notato poi dal pittore Giovan Battista Vanni che lo prese nella sua bottega e gli diede i primi insegnamenti di pittura e del disegno. La vocazione di Della Bella fu sicuramente l'incisione e già le sue prime opere rivelano i temi a lui più cari: scene di vita contemporanea, feste, battaglie e le decorazioni. Lo studio delle incisioni e dei disegno di maestri antichi, la conoscenza e il confronto con i maestri fiorentini e fiamminghi a lui contemporanei allora presenti alla corte medicea furono furono di grande stimolo. Egli è considerato un grafico puro, grazie ai suoi numerosi viaggi tra Roma e Parigi e grazie alla protezione dei Medici maturò un proprio linguaggio grafico, in vita e per tutto il XVIII secolo fu ricercato e collezionato in Francia e in Italia . In questa stampa, tratta dalla serie Vedute di Roma e della campagna circostante composta da sei tavole,  protagonisti sono il paesaggio e gli uomini a cavallo. Il primo piano è dominato da un maestoso albero di quercia, con grosse radici che escono dal terreno, con fronde ricche di foglie alcune illuminate dai raggi del sole, altre in ombra. La composizione è molto ben architettata, e appena lo sguardo si distacca dall'albero vediamo due figure a cavallo che cavalcano dal centro verso sinistra. Sono due uomini distinti, indossano un cappello e i loro corpi sono avvolti in un mantello. Entrambi hanno lo sguardo rivolto verso il basso, osservano le pecore che sembrano fuggire dal sentiero lungo il quale procedono. Un cane pastore abbaia al primo cavallo e sembra stia per dirigersi verso una contadina e un pastore che guidano questa transumanza. Alle loro spalle si apre allo sguardo un paesaggio collinare, ricco di piante e vegetazione,  si intravede una casa e la stalla degli animali. Tutto è descritto mediante forti contrasti chiaroscurali, che si affievoliscono dolcemente verso il cielo sullo sfondo tracciato mediante linee parallele. Nel margine inferiore, oltre l'immagine a sinistra, a puntasecca "SD (intrecciate) Bella In & F. cum Pri. Reg. christ." Impressione eccellente, dai neri intensi. Ottimo stato di conservazione. Minimi margini oltre la battuta del rame. Stato II/II, i due spazi bianchi verticali nel cielo a sinistra presenti nel I stato a causa di una cattiva morsura sono stati riempiti e si affievolisce la linea di fuga verticale che parte dal capello del primo cavaliere. Un disegno preparatorio per la stampa è conservato agli Uffizi 368 P. Filigrana: "GGLAUDET". Bibliografia: De Vesme-Massar 836, pag. 129.‎

‎Stefano Della Bella (Firenze 1610 – Firenze 1664)‎

‎Il vaso dei Medici, 1656 ‎

‎Acquaforte misure: mm 310 x 278 Incisore e disegnatore, si dedicò sporadicamente alla pittura. Il padre Francesco, scultore allievo di Giambologna, morì prematuramente ma riuscì ad avviare tutti i suoi figli a mestieri d’arte. Stefano fu il solo ad eccellere, ebbe i primi insegnamenti presso botteghe di dimenticati orefici i quali ebbero tuttavia il pregio di fargli prender dimestichezza con il bulino. Fu sostanzialmente un autodidatta. Le fonti bibliografiche affermano che egli si esercitava a disegnare figure curiosamente partendo dai piedi e a copiare le incisioni di Jacques Callot avendo come unico confronto l'incisore Remigio Cantagallina. Fu notato poi dal pittore Giovan Battista Vanni che lo prese nella sua bottega e gli diede i primi insegnamenti di pittura e del disegno. La vocazione di Della Bella fu sicuramente l'incisione e già le sue prime opere rivelano i temi a lui più cari: scene di vita contemporanea, feste, battaglie e le decorazioni. Lo studio delle incisioni e dei disegno di maestri antichi, la conoscenza e il confronto con i maestri fiorentini e fiamminghi a lui contemporanei allora presenti alla corte medicea furono furono di grande stimolo. Egli è considerato un grafico puro, grazie ai suoi numerosi viaggi tra Roma e Parigi e grazie alla protezione dei Medici maturò un proprio linguaggio grafico, in vita e per tutto il XVIII secolo fu ricercato e collezionato in Francia e in Italia . In questa stampa, tratta dalla serie Vedute di Roma e della campagna circostante composta da sei tavole, protagonista è un grande vaso dalle forme classiche. A destra, sulla terrazza del grande giardino di Villa Medici a Roma si vede un antico e maestoso vaso decorato con un bassorilievo che rappresenta il sacrificio di Ifigenia (oggi il vaso è nella Galleria di Firenze). A sinistra del vaso, è raffigurato un giovane ragazzo seduto a terra, di profilo a destra, con il volto incorniciato da morbidi capelli che scendono sulle spalle e con lo sguardo fisso verso il vaso. Si tratta di Cosimo III de Medici avvolto in un abito riccamente panneggiato intento a disegnare su un taccuino il vaso. Sullo sfondo viene descritto, attraverso un tratteggio più morbido, che conferisce un atmosfera argentea, il giardino ricco di molte varietà di alberi quali cipressi che si stagliano verso il cielo, statue, arbusti e una donna che passeggia sulla sinistra. In basso, al centro iscritto in lastra "Romae in Hortis Medicaeis Vas Marmoreum Eximium", a destra "SD (sovrapposti) Bella MDCLVI". Molti storici ritenevano che il ragazzo rappresentato fosse l'artista stesso, invece adesso si pensa che sia Cosimo III allora principe ereditario di Toscana. Impressione eccellente, dai neri intensi e tratto deciso su carta vergellata color avorio. Ottimo stato di conservazione. Buoni margini oltre la battuta del rame benché irregolari. Stato: II/III con il monogramma e la data modificata. Filigrana: “testa coronata di profilo” (Lieure, 21, Ortolani, 3). Bibliografia: De Vesme-Massar 832, pag. 128.‎

‎Antonio Piccinni (Trani 1846 – Roma 1920)‎

‎Uomini, donne e un prete in chiesa, 1875‎

‎Acquaforte misure: mm 169 x 234 Pittore e incisore italiano soprannominato "il re dei disegnatori". La più grande vocazione dell'artista è, infatti, la grafica. Dal 1860 studia a Napoli all'Istituto di Belle Arti sotto la guida di maestri come Domenico Morelli (Napoli 1826 - 1901), Filippo Palizzi (Vasto 1818 - Napoli 1889), Tommaso Aloysio Juvara (Messina 1809 - Roma 1875) e Francesco Pisante (Napoli 1830 - 1889). Qui egli studia la tecnica dell'acquaforte d'invenzione e aderisce al verismo di matrice palizziana. Agli inizi del 1873 si trasferisce a Roma e frequenta i corsi di incisione alla Calcografia Nazionale. Tra il 1878 e il 1880 è a Parigi presso l'editore Cadart e proprio questa parentesi parigina colloca il Piccinni tra gli artisti europei fautori della rinascita dell'acquaforte originale. Sperimentatore delle nuove possibilità legate al mezzo fotografico è tra i primi in Italia a impiegare la fotoincisione tra il 1874 ed il 1886. I temi affrontati da Piccinni dimostrano l'attenzione costante verso i gesti più semplici della quotidianità della vita, gli individui vengono rappresentati come modelli di categorie sociali. Il soggetto è riconducibile ad un gruppo di lavori appartenenti alle prime acqueforti di invenzione realizzate dall'artista che hanno per soggetti personaggi e situazioni colti durante il soggiorno romano. In questa stampa, la terza della cartella dei Souvenirs de Rome pubblicata nel 1878 dalla casa editrice parigina Cadart, vediamo rappresentati alcuni fedeli in chiesa. L'artista rimase affascinato dalla religiosità del popolo e l'interesse per questo soggetto risiede sia nell'aspetto artistico per la rappresentazione del vero, sia per il valore di "document moral". All'interno di una basilica romana, riconoscibile nonostante la tenue morsura dalla nicchia sul muro di fondo, dalle colonne e balaustra marmorea e da una pavimentazione geometrica, vediamo un gruppo di fedeli colti di profilo, verso destra, disposti su tre file di banchi e preceduti da una sedia impagliata. L'attenzione è rivolta verso i fedeli, i loro abiti e le loro espressioni sono descritti minuziosamente, giochi chiaroscurali accentuano le rughe della vecchiaia e le linee profonde e decise, enfatizzano gli abiti e i capelli. I fedeli hanno lo sguardo rivolto in basso in segno di devozione e di preghiera, profili sembrano goyeschi. A destra all'interno del soggetto inciso nome e anno. Oltre l'immagine in alto il n.3. In basso a sinistra "A. Piccinni pinx. et sc," a destra "V.ve A. Cadart Edit. Imp.Paris". Impressione eccellente, su carta vergata con parziale filigrana "Arches". Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Un altro esemplare è conservato presso la Raccolta Davoli di Reggio Emilia, Davoli 11340 Bibliografia: A. Petrucci, “A. Piccinni incisore”, 1931; G. Bassi “Antonio Piccinni”, Fasano di Puglia 1978; F. Fiorani G. Scaloni, “Antonio Piccinni incisore”, Roma 2005, 1.3, pag.66‎

‎Antonio Piccinni (Trani 1846 – Roma 1920)‎

‎Un Amphitheatre a Rome, 1878‎

‎Acquaforte misure: mm 167 x 212 Pittore e incisore italiano soprannominato "il re dei disegnatori". La più grande vocazione dell'artista è, infatti, la grafica. Dal 1860 studia a Napoli all'Istituto di Belle Arti sotto la guida di maestri come Domenico Morelli (Napoli 1826 - 1901), Filippo Palizzi (Vasto 1818 - Napoli 1889), Tommaso Aloysio Juvara (Messina 1809 - Roma 1875) e Francesco Pisante (Napoli 1830 - 1889). Qui egli studia la tecnica dell'acquaforte d'invenzione e aderisce al verismo di matrice palizziana. Agli inizi del 1873 si trasferisce a Roma e frequenta i corsi di incisione alla Calcografia Nazionale. Tra il 1878 e il 1880 è a Parigi presso l'editore Cadart e proprio questa parentesi parigina colloca il Piccinni tra gli artisti europei fautori della rinascita dell'acquaforte originale. Sperimentatore delle nuove possibilità legate al mezzo fotografico è tra i primi in Italia a impiegare la fotoincisione tra il 1874 ed il 1886. I temi affrontati da Piccinni dimostrano l'attenzione costante verso i gesti più semplici della quotidianità della vita, gli individui vengono rappresentati come modelli di categorie sociali. Il soggetto è riconducibile ad un gruppo di lavori appartenenti alle prime acqueforti di invenzione realizzate dall'artista, tutte hanno per soggetti personaggi e situazioni colti durante il soggiorno romano. In questa stampa vediamo rappresentati dodici spettatori a teatro che si sporgono dalla balconata per osservare meglio la rappresentazione. Grazie a potenti giochi chiaroscurali emergono dalla sfondo scuro e i loro volti indagati minuziosamente sono illuminati dalle luci teatrali della ribalta.  Le luci imbiancano anche i due pilastri con capitelli che spezzano l'andamento lineare e prospettico volto a sinistra della superficie della balconata. Proprio l'effetto di luce e il punto di osservazione da sotto in su trasforma i volti in una serie di maschere il che suggerisce un'analisi psicologica dei "tipi da teatro". In alto a sinistra all'interno del soggetto firma e data incisi. Oltre l'immagine in alto a destra numero 470, in basso "A. Piccinni pinx. et sc," titolo e "V.ve A. Cadart Edit. Imp. 56 B.ard Haussmann.Paris". Questa lastra fu pubblicata su L'Illustration Nouvelle, album edito dalla Maison Cadart nel marzo del 1879. Impressione eccellente con leggero effetto di tono, carta vergata. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Timbro in alto a destra non identificato. Un altro esemplare è conservato presso la Raccolta Davoli di Reggio Emilia, Davoli 11329 Bibliografia: A. Petrucci, “A. Piccinni incisore”, 1931; G. Bassi “Antonio Piccinni”, Fasano di Puglia 1978; F. Fiorani G. Scaloni, “Antonio Piccinni incisore”, Roma 2005, 1.13.a, pag.75‎

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