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DUPERAC Etienne (1525-1604)
Vestigij et parte del monte Palatino verso mezzogiorno …
Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition. Robert Dusmenil, Peintre Graveur Francais, vol. VIII, pp. 92-99, 1-40; Reed & Wallace, Italian Etchers of the Renaissance & Barocque, p. 83,84.
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HEYNS Zacharias (Attivo alla fine del XVI sec.)
Castello S. Angelo de Roma
Rarissima veduta di Castel Sant'Angelo tratta da "Le miroir du monde, ou Epitome du theatre d'Abraham Ortelis" di Z. Heyns edito ad Amsterdam nel 1598.La raccolta, un atlante, contiene della carte derivanti dalla produzione di Abraham Ortelius. Curioso il fatto che questa veduta sia la sola inserita nell'atlante. Xilografia, in perfetto stato di conservazione. A very rare 16th Century view of the St. Angelo Castle at the entrance to the Vatican. The work was published by Zacharias Heyns in his rare Le Miroir du Monde, ou, Epitome du Theatre d'Abraham Ortelius, published in Amsterdam in 1598.Zacharias Heyns was the son of Peter Heyns, who wrote the rhyming text for Ortelius' Spieghel Der Werelt, first published in 1577. Zacharias Heyns Le Miroir du Monde . . . was likely an attempt to continue the success of his father, although the maps bear no connection to Ortelius' work. As noted by Burden, all of the maps for this work are woodcuts, making it one of the last atlases to employ this means of printing. The atlas is highly sought after among collectors, prized for its rarity and the unique appearance of its maps. The second edition of 1615 is virtually unknown, with Koeman locating only 1 example at the Bibliotheque Nationale. M. Di Paola, Castel Sant'Angelo nelle sue stampe, p. 93, 29 (descritta come anonima).
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DUPERAC Etienne (1525-1604)
Vestigii delle Terme di Antonino Caracalla, dalla parte di fuora…
Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition. Robert Dusmenil, Peintre Graveur Francais, vol. VIII, pp. 92-99, 1-40; Reed & Wallace, Italian Etchers of the Renaissance & Barocque, p. 83,84.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Maria in Vallicella e Casa dei Preti della Cong.ne dell'Oratorio
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 236
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MOORE Georg Belton (Londra 1805 -1875)
Campanile of Santa Francesca Romana - Rome
Bella veduta tratta dall'opera The Ecclesiastical Architecture of Italy: From the Time of Constantine to the Fifteenth Century…, di Henry Gally Knight, stampata da Day & Haghe e pubblicata a Londra, in 2 volumi, nel 1843. L'opera è illustrata da 81 tavole di esterni ed interni di architetture ecclesiastiche di città italiane; i disegni furono realizzati da G. Moore, D. Quaglio, J. Aliusetti, J. M. Knapp, Hallman, ed E. Lear, mentre le litografie da Owen Jones, G. Moore, T. T. Bury, and R. K. Thomas. George Belton Moore, disegnatore di paesaggi, architettura e topografia, fu allievo di Augustus Charles Pugin (1762-1832). George insegnò disegno alla Royal Military Academy di Woolwich e all'University College di Londra. Espose paesaggi, spesso di soggetti italiani, alla Royal Academy e ad altre mostre dal 1830 fino alla sua morte. Litografia tinta, in buono stato di conservazione. View taken from The Ecclesiastical Architecture of Italy: From the Time of Constantine to the Fifteenth Century…, published by Henry Bohn, London 1843, printed by Day & Haghe. The work is illustrated with 81 plates of exteriors and interiors of ecclesiastical architecture in Italian cities; the drawings were made by G. Moore, D. Quaglio, J. Aliusetti, J. M. Knapp, Hallman, and E. Lear, and the lithographs by Owen Jones, G. Moore, T. T. Bury, and R. K. Thomas. George Belton Moore, was born on 24 March and baptised at St Marylebone, London on 26 May 1806, son of William Moore and his wife Mary. A landscape, architectural and topographical draughtsman who was a pupil of Augustus Charles Pugin (1762-1832). George taught drawing at the Royal Military Academy at Woolwich and at University College, London. He exhibited landscapes, often of Italian subjects, at the Royal Academy and other exhibitions from 1830 until his death. Coloured lithograph, in very good condition.
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BRAUN & Franz HOGENBERG Georg
Antiqua Urbis Roma Imago Accuratissima
Grande pianta della città stampata su due fogli, ispirata alla celebre carta del Pirro Ligorio, tratta dal Civitates Orbis Terrarum. Questa straordinaria ricostruzione di Roma durante il regno di Augusto, arricchita da una cospicua legenda con 269 richiami, costituisce il lavorò più ambizioso contenuto nel Civitates Orbis Terrarum, del quale oltretutto è una delle sole tre mappe a doppio foglio. L’opera è inserita nel Civitates Orbis Terrarum, il primo atlante devoto esclusivamente alle piante e vedute delle principali città del mondo. Il primo volume delle Civitates Orbis Terrarum fu pubblicato a Colonia nel 1572. Il sesto e ultimo volume apparve nel 1617. Questo grande atlante di città – cartografia urbana - curato da Georg Braun e inciso in gran parte da Franz Hogenberg, conteneva 546 prospettive, vedute a volo d'uccello e vedute cartografiche di città di tutto il mondo. Franz Hogenberg realizzò le tavole dei primi quattro volumi e Simon van den Neuwel (Novellanus, attivo dal 1580) quelle dei volumi V e VI. Georg Braun (1541-1622), un ecclesiastico di Colonia, fu il principale redattore dell'opera e fu molto aiutato nel suo progetto dalla vicinanza e dal continuo interesse di Abraham Ortelius, il cui Theatrum Orbis Terrarum del 1570 fu, come raccolta sistematica e completa di mappe di stile uniforme, il primo vero atlante. Le Civitates, in effetti, erano destinate ad accompagnare il Theatrum, come indicato dalla somiglianza dei titoli e dai riferimenti contemporanei sulla natura complementare delle due opere. Tuttavia, le Civitates erano progettate per avere un approccio più popolare, senza dubbio perché la novità di una raccolta di piante e vedute di città rappresentava un'impresa commerciale più rischiosa di un atlante mondiale, per il quale c'erano stati diversi precedenti di successo. Franz Hogenberg (1535-1590) era figlio di un incisore di Monaco che si era stabilito a Malines. Incise la maggior parte delle tavole del Theatrum di Ortelius e la maggior parte di quelle delle Civitates, e potrebbe essere anche indicato come il responsabile dell'origine del progetto. Oltre un centinaio di artisti e cartografi diversi, il più importante dei quali fu l'artista di Anversa Georg Hoefnagel (1542-1600), fornirono i disegni per le tavole delle Civitates. Hoefnagel non solo contribuì alla maggior parte del materiale originale per le città spagnole e italiane, ma rielaborò e modificò anche quello di altri collaboratori. Dopo la morte di Hoefnagel, il figlio Jakob continuò il lavoro per le Civitates. Gli autori della raccolta si proponevano di raffigurare "non icones et typi urbium", cioè non immagini generiche e tipizzate, "sed urbes ipsae admirabili caelaturae artificio, spectantium oculis subiectae appareant": non intendeva alludere o idealizzare, ma rappresentare fedelmente sulla carta, riprodurre esattamente, e in tempo reale, ciò che l'occhio vede, come annunciato nella prefazione al primo volume delle Civitates Orbis Terrarum. Incisione in rame, bella coloritura coeva, leggeri restauri perfettamente eseguiti per il resto in buono stato di conservazione. A good example, with fine original colour, of the Braun & Hogenberg Plan of Rome, first published in the 1588 edition of the Civitates Orbis Terrarum.Braun & Hogenberg's view is based upon the work of Pirro Ligorio. However, the title banner and lower key embellishments are completely revised, the former lacking the strapwork used by Braun & Hogenberg and replaced with a tapestry style fringe, while the lower key is now embellished with images of two nobles.Rome is shown from the west in a bird's-eye view that was a major achievement in its day. It includes the most important buildings from antiquity, several aqueducts, the Aurelian Wall and large arterial streets. The three figures in Roman garb in the foreground underscore the aim of meticulous reconstruction.Mont Testaccio is shown on the far side of the Tiber in the lower right-hand edge of the picture, with the Pyramid of Cestius above it to the right. At the center of the illustration the Marcellus Theatre can be identified above the island in the Tiber, with the vast Circus Maximus, used for chariot races, just above it to the right. Above that is the Palatine represented with intricately detailed buildings, an indication of the confusion at the time about how the seat of imperial power actually looked.To the north the Coliseum flanks the Palatine. In the lower left-hand part of the picture field is the Campus Martius, with the stadium of Domitian at the center, site of the modern Piazza Navona. Slightly higher up is the Pantheon with its monumental dome, looking as it does today. On the lower left edge the two great imperial mausoleums are shown as they would have appeared during the Roman epoch. Above the mausoleum of Augustus and below, at the bend in the river, is that of Hadrian.In the lower left-hand corner, the Mons Vaticanus with the Circus built by Caligua and a Neronian palace are recognizable outside the city. The baths of Diocletan dominate the northeastern part of the city. The Castra Praetoria, the barracks of the Praetorian Guard, is shown below the city walls in the upper left-hand corner. The work is included in the Civitates Orbis Terrarum, the first atlas devoted exclusively to plans and views of the world's major cities. Printed in six volumes between 1572 and 1617 it was so successful and widespread that several editions translated into Latin, German and French were printed. The first volume of the Civitates Orbis Terrarum was published in Cologne in 1572. The sixth and the final volume appeared in 1617. This great city atlas, edited by Georg Braun and largely engraved by Franz Hogenberg, eventually contained 546 prospects, bird-eye views and map views of cities from all over the world. Fransz Hogenberg produced the plates for the first four books, and Simon van den Neuwel (Novellanus, active since 1580) those for volumes V and VI. Georg Braun (1541-1622), a cleric of Cologne, was the principal editor of the work, and was greatly assisted in his project by the close, and continued interest of Abraham Ortelius, whose Theatrum Orbis Terrarum of 1570 was, as a systematic and comprehensive collection of maps of uniform style, the first true atlas. The Civitates, indeed, was intended as a companion for the Theatrum, as indicated by the similarity in the titles and by contemporary references regarding the complementary nature of two works. Nevertheless, the Civitates was designs to be more popular in approach, no doubt because the novelty of a collection of city plans and views represented a more hazardous commercial undertaking than a world atlas, for which there had been a number of successful precedents. Franz Hogenberg (1535-1590) was the son of a Munich engraves who settled in Malines. He engraved most of the plates for Ortelius's Theatrum and the majority of those in the Civitates, and may have been responsible for originating the project. Over a hundred of different artists and cartographers, the most significant of w... Fauser, A. 11932; Huelsen (1915) n. 38; Caldana, Roma Antica, p. 84, n. I.17.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Porta Angelica
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772.La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Casino del Belvedere sul Colle Vaticano, 2. Corritori che uniscono col Palazzo Vaticano. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 85
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BLAEU Johannes (Alkmaar 1596 circa - Amsterdam 1663)
Arcus Imperatoris Titi in Regione Amphitheatri, Amstelodami Apud P. Mortier Cum Privilegio.
Bella veduta dell'arco di Tito. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Bella veduta dell'arco di Tito. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Koeman pp. 332/338, Cremonini pp. 83-90.
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BLAEU Johannes (Alkmaar 1596 circa - Amsterdam 1663)
Arcus Gallieni
Bella veduta dell'arco di Gallieno. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Bella veduta dell'arco di Gallieno.Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Koeman pp. 332/338, Cremonini pp. 83-90.
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BLAEU Johannes (Alkmaar 1596 circa - Amsterdam 1663)
Arcus Purtugalliae dictus olim in Via Flaminia ad Aedems. Laurentii in Lucina in Regione Campi Martii. Amstelodami Apud P. M
Bella veduta dell'arco di Portogallo, che un tempo si appoggiava a Palazzo Fiano, residenza romana dell'ambasciatore portoghese (da qui il nome); fu demolito nel 1662. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Bella veduta dell'arco di Portogallo, che un tempo si appoggiava a Palazzo Fiano, residenza romana dell'ambasciatore portoghese (da qui il nome); fu demolito nel 1662. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Koeman pp. 332/338, Cremonini pp. 83-90.
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BLAEU Johannes (Alkmaar 1596 circa - Amsterdam 1663)
Arcus Septimii Severi in Foro Boario, a Rome, et se Vend A Amsterdam chez Pierre Mortier.
Bella veduta dell'arco di Settimio Severo. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Bella veduta dell'arco di Settimio Severo. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Koeman pp. 332/338, Cremonini pp. 83-90.
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BLAEU Johannes (Alkmaar 1596 circa - Amsterdam 1663)
Arcus Imperatoris Titi in Regione Amphitheatri, Amstelodami Apud P. Mortier Cum Privilegio.
Bella veduta dell'arco di Tito. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Bella veduta dell'arco di Tito. Opera per la prima volta pubblicata nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae, pubblicato ad Amsterdam nel 1663. Johannes Blaeu, durante la sua lunga attività editoriale pubblica tre volumi sulle città italiane. Nel 1663 i primi tre comprendevano: Stato della Chiesa, Roma e Regno di Napoli, Sicilia. Alla sua morte, i suoi eredi danno alla luce altri due volumi, datati 1682, incentrati sulle città del Piemonte e della Savoia, poi ristampati da altri editori nel 1693 e 1697. Il francese Pierre Mortier pubblica una ristampa nel 1704/5, intitolata Nouveau Theatre de l’Italie. L’opera, in quattro volumi, comprende le lastre del Blaeu, ritoccate e modificate in piccola parte, integrate dall’aggiunta di numerose nuove mappe di proprio disegno, raffiguranti le città della parte settentrionale della penisola, racchiuse nel primo volume dell’opera. L’atlante del Mortier venne pubblicato con testo latino, francese ed olandese. La particolarità che differenzia le due edizioni di Blaeu e Mortier è rappresentata dal fatto che il testo non è al verso della singola mappa (che quindi è bianca nel retro), ma si trova all’inizio di ogni singolo volume. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da R. Alberts ed edita nel 1724/5. Le opere tratte dalla prima edizione del Blaeu, 1663, sono caratterizzate dalla presenza del testo al verso e sono piuttosto rare. Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal Nouveau Theatre de l'Italie pubblicato ad Amsterdam nel 1704/5 o nel 1724. Koeman pp. 332/338, Cremonini pp. 83-90.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Altra veduta di Ripa grande dalla parte opposta
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Priorato de Cav. Gerosolimitani; 2. Vestigi delli antichi Navali; 3. Cupp. Di S. Luca de Pittori; 4. Osp. Aplico di S. Michele; 5. Carcere p. Le Donne; 6. Arsenale; 7. Dogana Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 185
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Spiaggia verso la Bocca della Verità
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare senza obelisco, tratto dall'edizione del 1786.La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Vestigij del Ponte Palatino; 2. Palazzo detto di Pilato; 3. Monte Palatino; 4. Ch. Di S. Maria del Sole; 5. Sbocco della Cloaca massima; 6. Ch. Di S. M. in Cosmedin detta alla bocca della Verità. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni,182
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Ponte Milvio, detto Ponte Molle
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Via Flaminia; 2. Via Angelica. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 166
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Ponte Salaro
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Osteria, e muri antichi; 2. Lapidi con le due famose inscrizioni; 3. Parte del Ponte antico; 4. Torre e parte del Ponte fatto da Narsete; 5. Via Salara verso Roma. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 165
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Ponte Nomentano
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Osteria di là del fiume, verso la Sabina; 2. Ruine su i vestigi antichi; 3. Via Nomentana verso Roma; 4. Monte detto anticamente Sacro. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 163
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Ponte Mammolo
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Via Tiburtina verso Roma; 2. Osteria ed abitazione del Pontinaro; 3. La Vannina Casale; 4. Via Tiburtina verso Tivoli; 5. Ruine della Torre, che difendeva il Ponte. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 162
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Palazzo Massimi, detto delle Colonne
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Palazzo Santobono; 2. Chiesa di S. Pantaleo; 3. Palazzo della medesima Famiglia Massimi, detto di Pirro; 4. Strada Papale verso il Palazzo Valle. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 156
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di SS. Nereo ed Achilleo
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Terme di Antonino Caracalla; 2. Chiesa di S. Balbina; 3. Chiesa di detti SS.; 4. Vigna de Padri Gesuiti; 5. Chiesa di S. Sisto Papa; 6. Via Nuova. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 136
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Sabba Abate
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Monastero antico, e Chiesa di detto Santo; 2. Portico esteriore; 3. Sepolcro di marco, che sta entro il Portico della Chiesa Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 134
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Maria in Cosmedin
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Tempio antico, detto S. Stefano delle Carrozze, ed in oggi S. Maria del Sole; 2. Via che porta a S. Paolo fuori le mura; 3. Fenili Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 133
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Maria Liberatrice
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Colonne antiche; 2. Muri della antica Curia Ostilia, e della Basilica Porzia; 3. Chiesa di S. Teodoro; 4. Orti Farnesiani sul Palatino Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 131
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Clemente
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Anfiteatro Flavio detto il Colosseo; 2. Ospitale del P. Angelo per li Convalescenti; 3. Chiesa di S. Clemente Papa; 4. Parte del Convento de PP. Dominicani Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 127
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Basilica di S. Croce in Gerusalemme
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Acquedotto di Acqua Claudia; 2. Ruine del Tempio di Venere, e Cupidine; 3. Parte del Monasterio de Monaci Cisterciensi; 4. Via che porta a S. Lorenzo Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 120
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Prospetto principale della Basilica; 2. Palazzo Pontificio e Patriarcale; 3. Ospidale per le donne, che corrisponde nell'altra Piazza; 4. Triclinio; 5. Aquedotto antico Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 119
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Basilica di S. Pietro in Vaticano
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Palazzo Pontificio; 2. Anfiteatro ornato con 320 colonne, e 136 statue, in tutto unitamente con il Tempio lavorato a scarpello nel duro travertino Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 114
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Piazza di S. Giovanni in Laterano
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. La tavola come riporta la didascalia, raffigura anche: 1. Obilisco, e Fontana; 2. Campanile, e portico laterale della Basilica di S.Gio. Laterano; 3. Palazzo Pontif., oggi Conservat. Di povere Zitelle; 4. Le Scale Sante; 5. Sito dell'Obilisco Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 105
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Porta Latina
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 73
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Porta Salaria olim Collina
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 66
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Porta Pinciana olim Collatina
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the edition of 1786 of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 65
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Burgus Romae
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicata da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo. Oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso le iscrizioni “Henri. Cliven. inven.” o “Henri Cliven pingebat”, che ne attestano la derivazione, ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno: alcuni lo collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, altri tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creava sia vedute topografiche sia paesaggi immaginari. Questi sono in stile italianizzante, raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica; alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono, quindi, usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe, secondo i disegni di van Cleve, furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus, pubblicata nel 1587, comprende 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata, ma fu, probabilmente, pubblicata nello stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee, non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione della n° 22. La firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor si vede solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. Inven” or “Henri Cliven pingebat” on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve’s drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve’s signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle’s signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, in very good conditions.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Castellum S. Angeli
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Pons quatuor capitum
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
S. Petri templum, Romae
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Colisei prospectus
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Thermae Diocletiani
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Thermae Caracallae
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)
Coliseum Romanum
Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicata da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo. Oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso le iscrizioni “Henri. Cliven. inven.” o “Henri Cliven pingebat”, che ne attestano la derivazione, ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno: alcuni lo collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, altri tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creava sia vedute topografiche sia paesaggi immaginari. Questi sono in stile italianizzante, raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica; alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono, quindi, usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe, secondo i disegni di van Cleve, furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus, pubblicata nel 1587, comprende 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata, ma fu, probabilmente, pubblicata nello stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee, non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione della n° 22. La firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor si vede solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. Inven” or “Henri Cliven pingebat” on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve’s drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve’s signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle’s signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, good impression on contemporary laid paper, in very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.
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DEROY Isidor Laurent (Parigi 1797 - 1886)
Rome. Temple d'Antonin et Faustine / Roma. Tempio di Antonino e Faustina.
Tavola tratta dalla serie di vedute dal titolo "L'Italie, collection des sites les plus renommés et des Monumens les plus remarquables de ce pays".Disegnata e litografata da Isidor L. Deroy per l'editore Jeannin di Parigi.Litografia, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. View taken from "L'Italie, collection des sites les plus renommés et des Monumens les plus remarquables de ce pays".Designed and lithographed by Deroy for the publisher Jeannin of Paris.Litograph with fine hand colouring, excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Faciata Mae.ra di Schala Sa.ta
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palazzo di Mazzarino
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palazzo della Famiglia di Capponi
Veduta tratta dalla rarissima serie "Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre", pubblicata per la prima volta nel 1638 da Giovanni Battista de Rossi e successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di coservazione. Rara. View taken from the rare book "Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre", published for the first time in 1638 by Giovanni Battista de Rossi and subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655. The work includes recordings of famous buildings in Rome and elsewhere. Etching and engraving, in excellent condition. Rare.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palazzo di Muti à SS.ti Apostoli
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palazzo del Palavicina
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palazzo de la Casata de Aldobrandini in Piazza Colonna
Veduta tratta dalla rarissima serie "Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre", pubblicata per la prima volta nel 1638 da Giovanni Battista de Rossi e successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di coservazione. Rara. View taken from the rare book "Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre", published for the first time in 1638 by Giovanni Battista de Rossi and subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655. The work includes recordings of famous buildings in Rome and elsewhere. Etching and engraving, in excellent condition. Rare.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palatium Millinorum
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palazzo Caesiorum
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Palatium Lateranense
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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LAURO Giacomo (1561-1645/50)
Colegium Urbanum de Propaganda Fide
Veduta tratta dalla rarissima serie Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, pubblicata per la prima volta a Roma: ad instanza di Giombattista de Rossi in piazza Nauona, 1638. La raccolta venne successivamente ristampata nel 1640, 1650 e nel 1655 sempre a cura della tipografia De Rossi e anche nel 1773 da Carlo Losi. Esemplare dell'edizione originale del 1638. L'opera comprende incisioni di famosi palazzi romani e non, incluse diverse vedute della Piazza San Marco di Venezia, la Certosa di Pavia, il Santuario di Loreto. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. View taken from the very rare set Palazzi divesi nel'Alma Cità di Roma et altre, published for the first time in Rome: ad instanza di Giombattista de Rossi in Piazza Nauona, 1638. The collection was subsequently reprinted in 1640, 1650 and 1655 always by the De Rossi typography and also in 1773 by Carlo Losi. Example of the original edition of 1638. The work includes engravings of famous palaces in Rome and elsewhere, including several views of Piazza San Marco in Venice, the Certosa of Pavia, the Sanctuary of Loreto. Etching and angraving, in excellent condition.
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