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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Convento dei Padri di S. Bernardo e Chiesa di S. Pudenziana
Veduta tratta dalla monumentale opera "Delle magnificenze di Roma antica e moderna". Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. Le "Magnificenze" (divise in 10 volumi editi tra il 1747 e il 1762) forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nella seconda metà del '700. Famous as the "maestro" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work his graphic inventiveness. The "Magnificenze" (divided into 10 volumes printed between 1747 and 1762) provide an uncommon and complete view of the city of Rome: therefore, together with the famous and common views of the tradition, there is also an unusual Rome which, somethimes, doesn't exist any more. Copper engraving in excellent condition. Scalabroni 218
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Lucia alle Botteghe oscure
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 202
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Caterina della Ruota
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 199
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Andrea della Valle e Casa dei Chierici Regolari Teatini
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 231.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Ecclesia S.S. Vincentii et Anastasii
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Fabricius et Cestius, nunc Quatuor capitum, ex altera parte visendus
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino Delll'Eccel.mo Signor Prenc. Ludovisi a Porta Pinciana
Pianta dei giardini di Villa Ludovisi, non più esistente. Il Casino dell'Aurora è l'unico monumento rimasto di Villa Ludovisi, la bellissima villa tanto decantata da poeti quali Goethe, Elliot, Gogol, Stendhal, D'Annunzio, tutti estasiati dalla bellezza e dalla vastità dei giardini della villa.Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino del Eccel.mo Signor Principe Borghese fuori di Porta Pinciana
Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino Pontificio nel Quirinale
Pianta dei giardini del Quirinale.Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. Plan of gardens of the Quirinale Palace.From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino del Sereniss.mo Granduca di Toscana alla Trinità de Monti sul Monte Pincio
Pianta del giardino di Villa Medici.Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. Plan of gardens of the Villa Medici.From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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DUPERAC Etienne (1525-1604)
Vestigi del monumento overo mole d'Adriano....
Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Columna Atonini Pii
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Aemilius Sublicius dictus
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Fabricius et Cestius, nunc Quatuor Capitum
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Ecclesia S. Laurentii extra portam Esquilinam
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Sixti Milvius Dictus
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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Anonimo
Roma
Panorama della città nel classico stile olandese. Incisione in rame, in perfette condizioni. Sconosciuta ai repertori, rarissima. Panorama della città nel classico stile olandese. Incisione in rame, in perfette condizioni. Sconosciuta ai repertori, rarissima.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Recentis Romae Ichonographia ...
Grande pianta della città, stampata su due fogli reali, copia di quella realizzata da Giovan Battista Falda nel 1667 per papa Alessandro VII. Pianta a proiezione mista, orientata con il nord a sinistra. Topograficamente la carta del Sandrart è fedele a quella del Falda; le modifiche sostanziali sono nei cartigli, con le scritte in tedesco, e nella dedica a papa Innocenzo XI. Il cartiglio di destra raffigura gli stemmi dei Rioni, mentre in basso al centro sono incise delle piccole vedute delle sette chiese giubilari. Incisa a quattro mani con Johannes Meyer, questa pianta risulta per l’eleganza del segno, più raffinata rispetto al Falda, intagliata dal francese Lhuiler. "Copia della pianta piccola del Falda incisa dal Meyer che si firma in basso a sinistra Iohann Meyer fecit Tiguri. IN alto a sinistra, in luogo della dedica fatta dal Falda ad Alessandro VII, compare quella ad Innocenzo XI (1676-89) con la data 1677 e più in basso il nome di Ioachini Sandrart. La pianta è probabilmente anche contenuta nell'opera del Sandrart Der Alten und neue, pubblicata a Norimberga nel 1768" (cfr. Marigliani p. 219). Acquaforte, con margini, in eccellente stato di conservazione. Rara. Large plan of the city, printed on two real sheets, copy of the one made by Giovan Battista Falda in 1667 for Pope Alexander VII. Mixed projection map, oriented with north on the left. Topographically, Sandrart's map is faithful to Falda's; the substantial changes are in the cartouches, with the German inscriptions, and in the dedication to Pope Innocezo XI. The right-hand cartouche depicts the coats of arms of the Rioni, while small views of the seven Jubilee churches are engraved in the bottom centre. Engraved by four hands with Johannes Meyer, this plan is more refined in the elegance of its sign than the Falda, carved by the Frenchman Lhuiler. "Copy of Falda's small plan engraved by Meyer, signed at lower left Iohann Meyer fecit Tiguri. In the upper left corner, instead of the dedication made by Falda to Alexander VII, the dedication to Innocent XI (1676-89) appears with the date 1677 and lower down the name of Ioachini Sandrart. The plan is probably also contained in Sandrart's work Der Alten und neue, published in Nuremberg in 1768' (cf. Marigliani p. 219). Sandrart carved this plan together with Johannes Meyer; the result is a far more refained work compared to that of Falda, carved by Lhuiler. Etching, with margins, in excellent condition. Rare. Huelsen (1915): n. 119; Scaccia Scarafoni (1939): n. 200; A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", CLVI ; TIB p. 317, 281 C1. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 126.
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HAFFNER Johann Christoph
Roma. Rom
Il modello iconografico a cui questa veduta si ispira è la veduta edita da Georg Baltazar Probst nel 1730 su disegno di Bernard Werner. Si tratta di una veduta che presenta la consueta scarsa affidabilità architettonica, esprimendosi in chiaro stile nordico, nella quale la selva di cupole, campanili e altissime antenne si conclude con coperture a profilo concavo, come le tipiche coperture delle città mitteleuropee. Johann C. Haffner (1668 - 1754) è incisore ed editore attivo a Vienna ed Augsburg; alcune sue opere sono datate tra il 1720 ed il 1730, mentre questa veduta è tratta da una serie databile al periodo 1745 - 50. Tooley 275: “The iconographic model of this view is the engraving printed by Georg Baltazar Probst in 1730, after Bernard Werner’s drawing. As usual, the view is not reliable on an architectonical point of view, for it refers to the classical nordic style, in which the multitude of domes, bell towers and high poles ends in hollow covers, typical of Mitteleuropean cities”.. Incisione in rame, due lastre stampate su due fogli di carta originariamente uniti, in eccellente stato di conservazione. Molto rara. The iconographic model of this view is the engraving printed by Georg Baltazar Probst in 1730, after Bernard Werner’s drawing. As usual, the view is not reliable on an architectonical point of view, for it refers to the classical nordic style, in which the multitude of domes, bell towers and high poles ends in hollow covers, typical of Mitteleuropean cities. Johann C. Hafner (1668-1754) was engraver and printer, he worked in Vienna; some of his works have been realized between 1720 and 1730, while the series from which the present work has been taken has been realized between 1745 and 1750. Johann C. Haffner (1668 - 1754) is an engraver and publisher active in Vienna and Augsburg; some of his works are dated between 1720 and 1730, while this view is taken from a series datable to the period 1745 - 50. Tooley 275: "The iconographic model of this view is the engraving printed by Georg Baltazar Probst in 1730, after Bernard Werner's drawing. As usual, the view is not reliable on an architectonical point of view, for it refers to the classical nordic style, in which the multitude of domes, bell towers and high poles ends in hollow covers, typical of Mitteleuropean cities.". Copperplate, two plates printed on two sheets, joined together in the past, in excellent condition. Very rare. cfr. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 183 (edizione del 1730 circa di formato ridotto).
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SEUTTER "il vecchio" Matthaus (1678 - 1757)
Le sette Chiese di Roma con le loro principali Relique, Stationi et indulgenze
Pianta delle sette chiese giubilari della capitale, tratta dal "Atlas Novus" del Seutter. La tavola delinea l’itinerario del pellegrinaggio cristiano alle Sette Chiese: le quattro basiliche maggiori, S. Giovanni in Laterano, S. Pietro, S. Maria Maggiore e S. Paolo, alle quali S. Filippo Neri aggiunse altre tre basiliche come meta del pellegrinaggio - S. Lorenzo fuori le Mura, S. Croce in Gerusalemme e S. Sebastiano. Orientata con l’oriente in alto, come la maggior parte delle piante di città prodotte nel XVI secolo, manca di una visione prospettica corretta, sia sotto il profilo delle proporzioni che delle distanze. Inoltre, lo spazio urbano è occupato, in maniera del tutto irreale, quasi esclusivamente da luoghi di culto. Le sette chiese principali sono rappresentate di dimensioni notevolmente maggiori rispetto agli altri edifici, e mostrano tutte le facciate rivolte verso l’osservatore. "Derivazione assai fedele della pianta Giubilare del Lauro aggiornata e ristampata dal De Rossi nel 1660 in cui sono state affiancate le didascalie in lingua tedesca a quelle in italiano. Il colonnato di San Pietro, all'epoca del prototipo ancora in corsa di realizzazione, appare più correttamente raffigurato senza il terzo braccio a chiusura della piazza. Assai vivace la coloritura d'epoca che rappresenta la maggiore caratteristica di questa, come di molte altre opere di editori nordici, che per il resto copiavano sempre le loro immagini da quelle di altri autori, essendo il fine commerciale il loro unico interesse" (cfr. Marigliani p. 618). Matthäus Seutter (1678 - 1757) fu uno dei più importanti e prolifici editori tedeschi di mappe del XVIII secolo. Attivo, come incisore sotto la tutela dell'importante J. B. Homann. All'inizio del 1700 Seutter lasciò Homann per tornare ad Augusta, dove lavorò per l'importante editore d'arte Jeremia Wolff (1663 - 1724), per il quale incise mappe e altre stampe. Intorno al 1717 fondò la propria casa editrice cartografica indipendente ad Augusta. La maggior parte delle mappe di Seutter sono pesantemente basate, se non addirittura copie, di lavori precedenti fatti dalle calcografie Homann e De L'Isle. Ciononostante, dal 1731/32 Seutter era uno degli editori più prolifici del suo tempo e fu onorato dall'imperatore tedesco Carlo VI che gli diede il titolo di Geografo Imperiale, dopo il quale la maggior parte delle mappe successive includeva la denominazione Avec Privilege. Seutter continuò a pubblicare fino alla sua morte, all'apice della sua carriera, nel 1757. Acquaforte, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia Arrigoni Bertarelli (1930): n. 761; Marigliani (2007): p. 618, n. 579. Map of the seven jubilee churches of Rome, taken from Seutter's "Atlas Novus". The map outlines the itinerary of the Christian pilgrimage to the Seven Churches: the four major basilicas, St. John Lateran, St. Peter, St. Mary Major and St. Paul, to which St. Philip Neri added three more basilicas as pilgrimage destinations - St. Lawrence Outside the Walls, St. Croce in Jerusalem and St. Sebastian. Oriented with the east at the top, like most city maps produced in the 16th century, it lacks a correct perspective view, both in terms of proportions and distances. Moreover, the urban space is occupied, in a completely unreal way, almost exclusively by the churches. The seven main churches are represented considerably larger and show all the facades facing the observer. Very faithful derivation of the Jubilee map by Giacomo Lauro updated and reprinted by De Rossi in 1660 in which the captions in German have been placed side by side with those in Italian. The colonnade of St. Peter's, at the time of the prototype still under construction, appears more correctly depicted without the third arm closing the square. The coloring is very lively and represents the main characteristic of this work, as of many other works by Nordic publishers, who always copied their images from those of other authors, as the commercial purpose being their only interest (cf. Marigliani p. 618). Matthäus Seutter (1678 - 1757) was one of the most important and prolific German map publishers of the 18th century. Seutter was born the son of a goldsmith but apprenticed as a brewer. Apparently uninspired by the beer business, Seutter abandoned his apprenticeship and moved to Nuremberg where he apprenticed as an engraver under the tutelage of the prominent J. B. Homann. Sometime in the early 1700s Seutter left Homann to return to Augsburg, where he worked for the prominent art publisher jeremiad Wolff (1663 - 1724), for whom he engraved maps and other prints. Most of Seutter's maps are heavily based upon, if not copies of, earlier work done by the Homann and De L'Isle firms. Nonetheless, by 1731/32 Seutter was one of the most prolific publishers of his time and was honored by the German Emperor Karl VI who gave him the title of Imperial Geographer, after which most subsequent maps included the Avec Privilege designation. Etching, fine contemporary hand-colored, in excellent condition. Literature Arrigoni Bertarelli (1930): n. 761; Marigliani (2007): p. 618, n. 579.
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HOMANN Johann Baptist (1663 - 1724)
Urbis Romae Veteris ac Modernae accurata delineatio…
Pianta a proiezione mista, orientata con il nord a sinistra, ripresa dalla pianta di Giovan Battista Falda. "E' una copia della pianta di Johannes De Ram senza alcun aggiornamento. In alto a destra lo stemma di Clemente XI (1700-1721). Sebbene stampata intorno al 1720 raffigura la città alla fine del Seicento, come avviene per un cospicuo nucleo di piante derivate dal Falda ed edite nel Nord Europa in questo periodo, nelle quali tutti i cambiamneti si concentrano nei nuovi apparati decorativi e non nel contenuto della pianta stessa" (cfr. Marigliani p. 229, n. 133). La carta fu realizzata da Homann per il suo Grosser Atlas. Johann Baptist Homann è stato un geografo e cartografo tedesco; nel 1702 fondò la sua casa editrice. Homann acquisì fama come uno dei principali cartografi tedeschi, e nel 1715 fu nominato geografo imperiale dall'imperatore Carlo VI. Nello stesso anno fu anche nominato membro dell'Accademia Prussiana delle Scienze a Berlino. Nel 1716 Homann pubblicò il suo capolavoro Grosser Atlas ueber die ganze Welt. Numerose mappe furono redatte in collaborazione con l'incisore Christoph Weigel. Homann morì a Norimberga nel 1724. Gli successe suo figlio Johann Christoph (1703-1730). L'azienda continuò dopo la sua morte come azienda degli eredi Homann, gestita da Johann Michael Franz e Johann Georg Ebersberger. Dopo successivi cambiamenti nella gestione, l'azienda si sciolse nel 1852. Acquaforte, bella coloritura coeva editoriale, in buono stato di conservazione. Mixed projection map, oriented with north on the left, based on the map of Giovan Battista Falda. It is a close copy of the map of Johannes De Ram without any update. In the upper right corner is the coat of arms of Clemente XI (1700-1721). Although printed around 1720 it depicts the city at the end of the seventeenth century, as is the case for a large group of maps derived from Falda and published in Northern Europe in this period, in which all the changes are concentrated in the new decorative apparatus and not in the content of the map itself (see Marigliani p. 229, n. 133). The map was made by Homann for his Grosser Atlas. Johann Baptist Homann was a German geographer and cartographer; in 1702 he founded his own publishing house. Homann acquired renown as a leading German cartographer, and in 1715 was appointed Imperial Geographer by Emperor Charles VI. In the same year he was also named a member of the Prussian Academy of Sciences in Berlin. In 1716 Homann published his masterpiece Grosser Atlas ueber die ganze Welt; numerous maps were drawn up in cooperation with the engraver Christoph Weigel the Elder. Homann died in Nuremberg in 1724 and was succeeded by his son Johann Christoph (1703-1730). The company carried on upon his death as Homann heirs company, managed by Johann Michael Franz and Johann Georg Ebersberger. After subsequent changes in management the company folded in 1852. Etching with fine original colour, good condition. Huelsen (1915): n. 124a; Scaccia Scarafoni (1939): n. 210; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 133.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Fortezza e Ponte di Cast.o S.o Angelo
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Templū pacis ad S.tā Mariā novā in foro boario, e sua ātiquitate desūptum
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Arcus triumphalis Domitiani Imp. Hodie Arcus Portugallus
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Templum S. Angeli in foro piscario
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Aedificium in monte Palatino in situ Palatii Maiores
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Castrum praetorium inter porta(m) Pia(m) et portam S (anc)ti Laurentij
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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DELLA LONGA Giovanni (Roma 1823 – ivi 1888)
Monumento della Concezione
Bella veduta della Colonna dell’Immacolata Concezione, in piazza Mignanelli, disegnata ed incisa da Giovanni della Longa.Progettato dall'architetto Luigi Poletti, il monumento fu inaugurato l’8 di dicembre del 1857.L’origine della colonna è romana, fu infatti rinvenuta nel 1777 negli scavi di Campo Marzio. La colonna, alta 12 metri, non fu subito utilizzata e rimase per ben 76 anni adagiata accanto a Palazzo Montecitorio, fino al 1854.L'8 dicembre 1854, Papa Pio IX proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria ed espresse il desiderio di erigere un monumento a ricordo dell'evento. La statua in bronzo della Madonna posta sopra la colonna, è opera di Giuseppe Obici. Acquaforte, cornice decorativa, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Beautiful view of Column of the Immaculate Conception, located in Piazza Mignanelli, close to Piazza di Spagna, designed and engraved by Giovanni della LongaThe Marian monument was designed by the architect Luigi Poletti, was inaugurated on December 8, 1857. It celebrated the recently adopted (1854) dogma of the Immaculate Conception, proclaimed by Pope Pius IX. Atop the column is a bronze statue of the Virgin Mary, sculpted by Giuseppe Obici. The Corinthian column was sculpted in ancient Rome, and was discovered in 1777 during the construction of the monastery of Santa Maria della Concezione in Campus Martius.Etching, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Parte del Monte Palatino verso il foto Romano…
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Templum Concordiae, ad radices Capitolij
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Amphiteatro Pub. Statilio Tauro..
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Templum Fortuna Virilis iuxta Tyberim nunc s.tae Mariae Aegiptiacae Dicatum
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Theatri Pompeiani vestigia in Acie Campi floris, ubi nunc Pauli Iordani palatium
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Arcus Mercatorum prope S. Georgiu(m) in Velabro
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Templum olim Deae Vestae in Ripa Tijberis nūc D. Stephano dicatū
Della serie: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" edito a Roma da Andrea Vaccari nel 1600.L'opera contiene 24 incisioni all'acquaforte, incluso il frontespizio architettonico, realizzate da Giovanni Maggi, il cui nome è riportato in calce al frontespizio: "Ioannes maius Romanus delineauit anno Iubilei MDC".Ciascuna incisione è corredata di una didascalia in calce, che riporta o semplicemente il nome e la posizione del monumento, oppure anche una descrizione di carattere storico.L'opera è molto rara.Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, ampli margini, in ottimo stato di conservazione. From the rare series: "Ornamenti di Fabriche Antichi et Moderni Dell'Alma Citta di Roma con le sue dichiarazione fatti da Bartolommeo Rossi fiorentino…parte seconda" published by Andrea Vaccari in 1600.Consists of 24 etchings, including the title-page, by Giovanni Maggi. The name of each monument appears at head of image, explanatory text at foot.Etching, printed on contemporary laid paper, large margins, in very good condition.
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MOSCHETTI Alessandro (attivo tra il 1830 e il 1845)
Obelisco alla Piazza del Popolo
Alessandro Moschetti, secondo quanto si legge in Giovanna Sapori e Sonia Amadio, Il mercato delle stampe a Roma, XVI-XIX secolo (p. 334) fu incisore di architetture con bottega a Roma in via Bocca di Leone, 63. Secondo altre fonti fu invece attivo a Roma prima e Napoli poi fino al 1868. Si dedicò con successo all’intaglio di vedute della città eterna, pubblicate per la prima volta nella Raccolta delle principali vedute di Roma antica e moderna (1843). La raccolta, che comprende un frontespizio figurato e 35 tavole incise in rame dal Moschetti su disegni di Marchi, Ciconnetti e Zolla, "il cui numero può variare da un esemplare all'altro" (cfr. S. Rossetti, n. 7252) è assai ricercata per la pianta di Roma nel 1843 e soprattutto per le vedute arricchite di scene popolari tipiche del folclore civile e religioso dell'epoca. Successivamente le vedute di Moschetti furono ristampate, in numero sempre crescente. Il presente esemplare è tratto dalle 70 Principali vedute di Roma 1861. Proprietà Cesari, reperibile in via Petra n.89. Scudi 6. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Alessandro Moschetti, according to Giovanna Sapori and Sonia Amadio, Il mercato delle stampe a Roma, XVI-XIX secolo (p. 334) was an engraver of architecture with a workshop in Rome at Via Bocca di Leone, 63. According to other sources, he was active first in Rome and then in Naples until 1868. He devoted himself successfully to the engraving of views of the Eternal City, published for the first time in the Raccolta delle principali vedute di Roma antica e moderna (1843). The collection, which includes an illustrated frontispiece and 35 plates engraved in copper by Moschetti on drawings by Marchi, Ciconnetti and Zolla, "the number of which may vary from one copy to another" (cf. S. Rossetti, n. 7252) is much sought after for the plan of Rome in 1843 and especially for the views enriched with popular scenes typical of the civil and religious folklore of the time. Subsequently, Moschetti's views were reprinted in increasing numbers. The present example is taken from the 70 Principal Views of Rome 1861. Copper engraving, in excellent condition.
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BERTELLI Pietro (Padova 1571 - 1621)
Roma Antiqua
Pubblicata per la prima volta nel "Teatro d'Italia" di Pietro Bertelli nel 1599. Questo esemplare è tratto dall'opera Universus terrarum orbis scriptorum calamo delineatus ... qui de Europae, Asiae, Africae, & Americae regnis, provinciis, populis, civitatibus.... pubblicata a Padova nel 1713, presso Matteo Cadorin, da Raffaello Savonarola, sotto lo pseudonimo di Lasor a Varea (o Varela). L'opera era una sorta di enciclopedia che conteneva notizie sulle varie località del mondo disposte in ordine alfabetico, arricchita da mappe e vedute di tutto il mondo che appartengono a celebri raccolte cartografiche del passato – Bertelli, Valegio, Camocio, Bonifacio, Nelli, Magini e altri – del quale probabilmente l’editore Cadorin era in possesso delle matrici originali. Acquaforte, testo latino nella parte superiore, inferiore e sul verso del foglio, dove sono presenti anche tre figure con abiti dell'epoca, in ottimo stato di conservazione. This example is taken from the work Universus terrarum orbis scriptorum calamo delineatus ... qui de Europae, Asiae, Africae, & Americae regnis, provinciis, populis, civitatibus.... published in Padua in 1713, at Matteo Cadorin, by Raffaello Savonarola, under the pseudonym of Lasor a Varea (or Varela). The work was a kind of encyclopedia containing news about the various localities of the world arranged in alphabetical order, enriched with maps and views of the whole world belonging to famous cartographic collections of the past-Bertelli, Valegio, Camocio, Bonifacio, Nelli, Magini, and others-of which the publisher Cadorin probably possessed the original plates. Copper engraving, in excellent condition.
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JANSSONIUS Johannes (1588-1664)
Antiqua Urbis Roma Imago Accuratissima…
Grande pianta della città stampata su due fogli, ispirata alla celebre carta del Pirro Ligorio del 1561.Questa straordinaria ricostruzione di Roma durante il regno di Augusto, arricchita da una cospicua legenda con 269 richiami, costituisce il lavorò più ambizioso contenuto nel Civitates Orbis Terrarum, del quale oltretutto è una delle sole tre mappe a doppio foglio. Incisione in rame, finemente colorata a mano, in eccellente stato di conservazione. Opera tratta dal "Theatrum praecipuarum urbium" celebre teatro delle città del Janssonius, sullo stile del "Civitates Orbis Terrarum" di Braun & Hogenberg. La raccolta, pubblicata ad Amsterdam tra il 1652 ed il 1657, contiene 500 tavole raffiguranti città di ogni parte del mondo. Contrariamente al lavoro degli acerrimi rivali Blaeu, Janssonius si servì per la realizzazione dell'opera delle lastre di precedenti cartografi ed editori. In particolare nel 1653 egli acquisto da Abraham Hogenberg le lastre del "Civitates orbis Terrarum" che incorporò nella sua opera, ristampandole, con alcune modifiche. Per le piante delle città olandesi, ordinò delle nuove lastre basate sull'atlante che Johannes Blaeu diede alla luce nel 1649. Per molte delle opere contenute nel 5° volume, quello dedicato all'Italia e denominato "Theatrum celebriorum urbium Italiae..", si servì delle lastre realizzate da Jodocus Hondius per l'opera "Italia Hodierna.." del 1627. Nella pianta di Roma antica cambia il decoro del cartiglio in alto, mentre in basso ai lati del cartiglio sono aggiunte dei personaggi. Incisione in rame, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione. Map of the city printed on two sheets, inspired by the famous work by Pirro Ligorio, printed by Michele Tramezzino in 1561. This extraordinary reconstruction of Rome during the reign of Augustus, enriched by a conspicuous legend with 269 references, constitutes the most ambitious work contained in the Civitates Orbis Terrarum, of which it is one of only three double-sheet maps. Work taken from the "Theatrum praecipuarum urbium" famous theatre of the cities of Janssonius, in the style of Braun & Hogenberg's "Civitates Orbis Terrarum". The collection, published in Amsterdam between 1652 and 1657, contains 500 plates depicting cities from all over the world. Janssonius used the plates of previous cartographers and publishers to create the work. In particular, in 1653 he bought the plates of the "Civitates orbis Terrarum" from Abraham Hogenberg, who incorporated them into his work and reprinted them with some modifications. For many of the works contained in the 5th volume, the one dedicated to Italy and called "Theatrum celebriorum urbium Italiae...", he used the plates made by Jodocus Hondius for the work "Italia Hodierna..." of 1627. In the map of ancient Rome the decoration of the cartouche at the top changes, while at the bottom at the sides of the cartouche are added characters. Copper engraving, finely coloured by hand, in excellent condition.
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DUPERAC Etienne (1525-1604)
(Vestigia dell'Antoniana…)
Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Obeliscus S. Mauti
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare.Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne.L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi.Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590.Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions.
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Engelbrecht Martin (1684 - 1756)
Roma
Panorama della città da Monte Mario. Disegnato da Friedrich Berhard Werner, incisa da Johann Georg Ringlin e pubblicata da Martin Engelbrecht (1684 - 1756). "Al centro in basso scudo con scritta obliqua SPQR. In alto al centro sopra il titolo N. 40. In basso 82 numeri di legenda. Sono ben visibili non solo il porto di Ripetta ma anche la scalinata di Trinità dei Monti (1723-26) da cui la datazione al 1730 ca. Questa veduta fa parte di una serie di profili della città che hanno come probabile prototipo quella più grande incisa da Werner verso il 1730 (in basso a sinistra sta scritto Fridr. Bernh. Werner del.): si vedano tra l'altro l'identica deformazione verticale di tutti i monumenti (ed in particolare di Castel Sant'Angelo) ed il modo di raffigurare i campi coltivati in primo piano" (cfr. Marigliani, p. 266). Incisione in rame, buone condizioni. Rara. Panorama of the city from Monte Mario. Drawn by Friedrich Berhard Werner, engraved by Johann Georg Ringlin and published by Martin Engelbrecht (1684 - 1756). At center below, shield with oblique inscription SPQR. Bottom 82 numbers of legend. Not only the port of Ripetta but also the Spanish Steps are clearly visible (1723-26), hence the dating to about 1730. This view is part of a series of profiles of the city that have as their probable prototype the larger one engraved by Werner around 1730 (at lower left is written Fridr. Bernh. Werner del.): see among other things the identical vertical deformation of all the monuments (and in particular of Castel Sant'Angelo) and the way of depicting the cultivated fields in the foreground. (see Marigliani, p. 266). Copper engraving, good condition. Rare. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 182.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij del foro di Nerva Imperatore…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigii del settizonio di Severo Imperatore, che fu sepolcro che egli si edifico sopra la strada Appia…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij delle Terme di Antonino Caracalla…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
di pittura, scultura, stucchi, e' mosaicha… il vulgo lo chiamo oggi L'antoniana
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij d'una parte di dentro delle terme d'Antonino Caracala…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij delle Terme di Caracalla…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigii d'uno Amphiteatro nominato da gli Antichi Castrense…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij del Castello dell'acqua Martia overo Iulia…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Parte del monte Quirinale che guarda verso Ponente…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition.
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