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Cela Enza Paola; Delli Carri Paolo; Leone Chiara
Caro don Michele... Domande a un prete scomodo
ril. Il racconto di una vocazione, di una chiesa conciliare del sud e di una straordinaria esperienza sociale. "Insomma il mio posto nella chiesa è questo cantuccio insignificante di Foggia, dove vivo con gioia e libertà la mia fede. Non adoro il diritto canonico, ma ne comprendo l'utilità come è utile uno scheletro per un bel corpo. Ascolto con rispetto e attenzione i pronunciamenti dell'autorità ecclesiastica, ma non rinuncio al giudizio e all'analisi della mia coscienza. Non posso fare a meno di dissentire, quando mi sembra che essa stia barattando la profezia con un pò più di potere; quando si chiude in silenzi colpevoli, nei momenti in cui bisognerebbe alzare la voce contro i potenti di turno. Ma non me ne scandalizzo, perché questa è stata sempre una tentazione ricorrente per tutte le chiese. Devo ricordarti le allucinanti ambizioni di Innocenzo III? Ma Dio gli fece nascere accanto San Francesco. Vogliamo ricordare la chiesa d'Inghilterra che si vendette ai capricci di Enrico VIII? Ma Dio le mise accanto Tommaso Moro. E' stato così sempre, dai tempi di Costantino in poi."
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Bello Antonio
Da mezzogiorno alle tre. Riflessioni sulla via Crucis
brossura Se voi riuscirete a liberarvi dalla rassegnazione, se riporterete maggiore fiducia nella solidarietà, se la romperete con lo stile pernicioso della delega, se non vi venderete la dignità per un piatto di lenticchie, se sarete così tenaci da esercitare un controllo costante su coloro che vi amministrano, se provocherete i credenti in Cristo a passare armi e bagagli dalla vostra parte, non tarderemo a vedere i segni gaudiosi della risurrezione.
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Bello Antonio
Oltre il futuro. Perché sia Natale
ril. C'è nella storia una continuità secondo ragione, che è il futurum. È la continuità di ciò che si incastra armonicamente, secondo la logica del prima e del dopo. Secondo le categorie di causa ed effetto. Secondo gli schemi dei bilanci, in cui, alle voci in uscita, si cercano i riscontri corrispondenti nelle voci in entrata: finché tutto non quadra. E c'è una continuità secondo lo Spirito, che è l'adventus. È il totalmente nuovo, il futuro che viene come mutamento imprevedibile, il sopraggiungere gaudioso e repentino di ciò che non si aveva neppure il coraggio di attendere. Dio si manifesta attraverso i processi della discontinuità, che è una continuità secondo lo Spirito, il quale soffia dove e come crede, quasi mai secondo logica. Il futuro non viene pensato da Dio come continuità rispetto al presente. Non c'è fedeltà ai suoi progetti che non richieda strappi. Non c'è fede che non postuli la disponibilità a mutare radicalmente i piani dell'esistere. Non c'è Chiesa che possa trincerarsi nell'esigenza di essere eguale a ieri per salvaguardare la propria identità.
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Bello Antonio
Dissipare l'ombra di Caino. Appunti sulla nonviolenza
br. Più che dissipare l'ombra di Caino, dobbiamo accoglierla. Perché ci talloni in termini critici. Perché censuri le violenze quotidiane di cui siamo protagonisti. La sua non è un'ombra dalla quale ci dobbiamo liberare. Si dice: "non voglio neanche vedere l'ombra di te" quando uno ci sta sullo stomaco: dissipare l'ombra di Caino potrebbe significare "sotterrarla", proprio come lui ha fatto con Abele. Invece noi l'ombra di Caino non dobbiamo scrollarcela di dosso, ma dobbiamo accoglierla. Dio gli mette un segno, gli fa un tatuaggio particolare: "Chiunque t'ammazza, ricordati che la pagherà cara". È una pagina splendida della preistoria sacra. Dobbiamo accogliere l'ombra di Caino e dissipare, semmai, lo spirito di Caino che è in noi.
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De Sanctis Alberto
La fede ribelle
brossura Nessuno conosce "il punto di vista di Dio". Quindi non è legittima la pretesa dell'uomo di farsi Dio. Per questo bisogna opporsi all'attitudine che induce a sostituirsi a Dio, rigettare la ragione propensa a creare nuove schiavitù, rispondere a un potere che si va disumanizzando. Si ritiene, specialmente nel contesto italiano in cui il cattolicesimo è maggioritario, che la religione predisponga ad un atteggiamento accomodante se non addirittura connivente rispetto al potere. Ma così si rendono marginali tutti quegli aspetti del cristianesimo che muovono da un'irriducibile conflittualità col potere. Per questo si è spesso trascurata la rilevanza di una critica religiosa del potere - anche di matrice cattolica - che ha svolto invece una funzione sociale e politica importante. Proprio muovendo da presupposti religiosi, questa critica ha saputo contrastare il potere, ogniqualvolta abbia rivestito i panni del totalitarismo e dell'autoritarismo. Nell'opporsi a queste due tipologie di potere degenerato, la critica religiosa ha individuato come suo bersaglio sia le deviazioni imputabili alle chiese e ai cleri, sia quelle dovute a certi approcci politico-ideologici. Il perno intorno cui ruota questo volume, inconsueto e spiazzante, è l'analisi del fattore religioso o della religiosità come critica del totalitarismo e dell'autoritarismo.
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Semeraro MichaelDavide
Caro Giobbe
brossura Se la sofferenza non ha attraversato la tua vita, sicuramente questo libro non è per te! Se il dolore ha scavato lunghi solchi, forse questo libro non è per te! Se comunque decidi di leggerlo perdonami se qualche parola o evocazione ti potrà ferire: il rispetto infinito che si deve alla sofferenza esigerebbe solo silenzio e sospensione assoluti. "Carissimo Giobbe, quando viene a mancare l'oro della forza, l'argento della fiducia in se stessi, il bronzo delle piccole sicurezze, basta che rimanga viva l'invisibile fede nella vita come compito per apprenderne il mistero e l'arte di soffrire, senza impazzire di dolore o cedere alla funesta rassegnazione che sarebbe peggiore dello stesso morire. Il compito di ogni uomo e donna sulla terra è quello d'imparare a resistere alla grande tentazione di trasformare - per se stessi e per gli altri - l'intera esistenza in una fossa di macerazione nella rabbia e nel rammarico. Nessun dolore e nessuna sofferenza sono per se stesse un inferno, per quanto le pene e le angosce lo facciano talora sentire e pensare, ma il rammarico lo è e, come dice l'amico fedele e provato, il suo "verme non muore". Come è avvenuto per te, caro Giobbe, vorrei anche per me che un diluvio di grazia, dopo un diluvio di guai, riporti la terra del mio cuore ad un rinnovato, ma non identico splendore.
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Bello Antonio
A Sara e alle altre donne
br. Don Tonino aveva di certo intuito che la dignità non è questione di riconoscimento dell'altro. Così come è. Vale per le donne, ma non solo per loro. Non vorremo però anche noi, come lui scrive a Myriam, essere accusati "di aver fornito imprudentemente ai circoli femministi pericolosi argomenti biblici, strumentalizzabili per le loro rivendicazioni". Ma vorremmo che queste pagine fossero usate, e le donne soprattutto le usassero, per fare battaglie per riconoscere la dignità a ognuno e ovunque. Al di là delle quote e delle appartenenze. Perché la salvezza è universale: la facciamo tutti ed è un diritto di tutti.
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Thellung Antonio
I due cristianesimi
ril.
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Isnard Dom C.
Correggere la chiesa. Confessioni di un vescovo
br. "Dom Clemente scriveva con moderazione, equilibrio e tranquillità, da buon benedettino qual era, il che dà più valore alle sue riflessioni. Quello che afferma è stato già detto e pubblicato varie volte, ma il fatto che queste cose siano state dette da un vescovo, conferisce loro un maggior peso. Nella Chiesa romana è grande il peso della burocrazia e come in ogni burocrazia le idee nuove penetrano difficilmente. La burocrazia accetta solo le informazioni che la confermano nella sua passività. La regola è: mai esprimere opinioni che potrebbero pregiudicare la carriera. Tuttavia, davanti alla ripetizione incessante delle medesime riflessioni, può avvenire che un giorno si aprano alcune porte. Davanti all'eccessiva concentrazione dei poteri in Roma, è bene che alcuni vescovi abbiano il coraggio di dire quello che pensano; hanno poca probabilità di essere ascoltati, ma perlomeno la loro parola rimane come testimonianza per le future generazioni. Per questo è probabile che le aspirazioni ricordate da Dom Clemente debbano attendere mille anni o anche più. Ma ripetendo sempre la stessa cosa, durante mille anni, un giorno si otterrà la risposta. Pazienza e perseveranza." (Dalla Prefazione di José Comblin)
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Roncari Angelo
Il regno di Dio è qui. Ora
br. Che cosa intendeva Gesù con "la buona notizia del Regno di Dio"? La metafora del Regno usata da Gesù per condensare il suo messaggio, più che la descrizione di un evento futuro, comunicava una visione, una logica, una denuncia, un'utopia. Oggi diremmo: "I have a dream": io ho un sogno. Una visione. Il messaggio evangelico è arrivato fino a noi filtrato da millenni di tradizione teologica che hanno solidamente fondato la "religione cristiana" sulla salvezza, meglio sulla paura di Dio. La salvezza promette di evitare la pena eterna dell'inferno, grazie al sacrificio di Gesù Cristo, morto in croce per i nostri peccati e salito in cielo dove "siede alla destra di Dio Padre onnipotente". È questo il messaggio di Gesù di Nazareth? Queste pagine prendono le mosse dal bisogno di ricercare, nel testo evangelico, le tracce di un diverso messaggio di salvezza. Basta sostituire "Vangelo" con la traduzione letterale del greco eu angelion: buona notizia, annuncio di una gioiosa novità. Infatti, Gesù ha dedicato gli anni della sua vita pubblica a proclamare la sua buona notizia. La visione di Gesù rivela una nuova comprensione del mondo di Dio e del mondo degli uomini. Ma la condivisione di questo sogno si è scontrata con le categorie mentali e culturali del tempo, con i modelli martellati per secoli dalla casta sacerdotale. E forse, siamo ancora qui.
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Comina Francesco
Monsignor Romero martire per il popolo. I giorni ultimi nel racconto del diario
br. Gesù muore ancora nel Salvador degli anni Settanta fra le urla dei disperati. E il monsignore urla lo scandalo mentre la città brucia. Dice, ammonisce, avverte, condanna. Nella solitudine più totale. È così che Romero inizia un lungo, profondo, travagliato dialogo con se stesso, fino al martirio." I martiri sono germi di vita che disseminano speranza e rinsaldano i cammini della fede. Rendono la terra feconda attraverso la forza delle parole e il coraggio di una vita vissuta insieme con la Chiesa, popolo di Dio. Le loro voci echeggiano per il continente latinoamericano e per il mondo. Anche in Salvador, un Paese dove la violenza causò 70mila morti, oltre a esiliati e perseguitati, emerse una voce che seppe denunciare gli abusi ed esigere rispetto per la vita e la dignità di un popolo, vittima della guerra civile e della dittatura militare. Quella voce era di monsignor Oscar Arnulfo Romero, che si convertì e abbracciò, come diceva San Paolo, il cammino della croce. Romero subì le incomprensioni di una Chiesa che si rifiutava di prestare ascolto alle sue richieste e alle sue denunce. Posizioni ideologiche e informazioni fuorvianti su ciò che stava effettivamente accadendo in Salvador produssero una distanza tra lui e il Vaticano. Era cosciente delle minacce di cui era oggetto, ma la forza del Vangelo e il suo impegno verso il popolo salvadoregno erano per lui un imperativo morale. Sono trascorsi molti anni e il Santo d'America, Oscar Romero, illumina il cammino della Chiesa.
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Castillo José Maria
L'umanità di Dio
br. Gesù annuncia che, nel giudizio finale, l'elemento determinante per la salvezza non è il sacro, ma il profano. La lista di cose indicate da Gesù come decisive sono il mangiare, il bere, il vestire, la salute, l'accoglienza agli stranieri, la visita ai carcerati (Mt 25, 35-36). Nessuno dei temi presentati da Gesù si riferisce direttamente a tematiche religiose. Sono problemi che preoccupano qualsiasi essere umano, di qualsiasi fede; o anche se non ha una fede religiosa. "In Gesù di Nazareth non è l'uomo ad essere divinizzato e reso grande, ma è Dio ad essere umanizzato e reso piccolo, fragile, povero. Se vogliamo accostarci al Mistero divino, non c'è da andare in cielo ma da frequentare le favelas e le periferie del mondo: veri inferni per tanta umanità, ma dove Dio oggi abita. Determinante per la salvezza non è tanto la fede, quanto l'etica che ha il suo fondamento nella fede. Infatti, quelle che Gesù indica come decisive per il destino umano e la stessa sua gloria, sono sei questioni molto terrene. I grandi temi del nostro "esame finale" sono il mangiare, il bere, il vestire, la salute, l'accoglienza agli stranieri, la visita ai carcerati (Mt 25, 35-36). Sono tutti verbi e sostantivi che attengono all'umano in cui Dio si rivela, ai rapporti ovvii di chi "ama il prossimo suo perché è se stesso". La salvezza quindi non si gioca sulla teologia o sul mondo del sacro, ma sul mondo profano..." (dall'Introduzione di p. Felice Scalia)
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Semeraro MichaelDavide
Papa Francesco: la rivoluzione dei gesti
ril. "Papa Francesco si è presentato al mondo con la sua semplicità. Subito abbiamo saputo riconoscere i segni dell'essenzialità e della libertà, della sua assoluta autonomia: povero per essere massimamente libero senza cedere a forme sentimentali di pauperismo di facciata. Mai un papa nella storia recente si è permesso così 'tante libertà'. Ci sta facendo sognare una Chiesa capace di accogliere la sfida sempre nuova di ritornare al Vangelo. L'elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio a Pontefice è stata salutata con la parola 'novità'. I suoi comportamenti, il suo abbigliamento, la sua croce pettorale, le sue sorridenti e spesso gioiose avventure sulla jeep o a piedi, in mezzo a decine di migliaia di persone in piazza San Pietro, i suoi discorsi, le sue prese di posizione, il continuo richiamo alla 'Chiesa povera e dei poveri': tutto 'nuovo', dunque, e tutto meritevole di attenzione? O tutto invece radicato in una tradizione evangelica che va solo recuperata? Questo libro è qualcosa di molto diverso rispetto alla pubblicistica corrente. L'autore, un fratello della famiglia benedettina, presenta Francesco non come un 'nuovo', ma come un 'figlio' immutato del Dio altrettanto immutato che ha incontrato a diciassette anni dopo una confessione; e come il frutto di una visione della fede cristiana e della Chiesa in cui si compenetrano l'uno con l'altro il passato, il presente e il futuro." (dalla Prefazione di Beppe del Colle)
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Gandini M. (cur.); Spallanzani C. (cur.)
La pace instabile. Dialogo tra Romano Prodi e don Giovanni Nicolini
br. "La coerenza lucida del ragionamento di Romano Prodi pone inevitabilmente la domanda: 'C'è speranza?'. Don Giovanni Nicolini accoglie la sfida, riprendendo un grande e trascurato tema del Concilio, la 'Chiesa dei poveri e di poveri'. Gesù ci ha detto che siamo nel mondo ma non del mondo e non ci ha ordinato di costruire il regno di Dio in terra. Tuttavia, qualche isola, nella quale sentire in anticipo il sapore del Regno, la si può scoprire e mettere a disposizione di chi è alla ricerca di qualcosa di solido per la propria vita. La Lettera a Diogneto, il testo del secondo secolo così caro a Giuseppe Lazzati, parla di paràdoxos politèia, di una cittadinanza paradossale, che invita a cercare una patria più sicura, ma nello stesso tempo non trascura il pellegrinaggio presente." (Giuseppe Dossetti jr)
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Mantineo A. (cur.); Montesano S. (cur.); Guzzo L. M. (cur.)
La speranza torna a parlare. Appunti per un tempo di crisi
br. La nuova immagine dell'essere umano: da centro del mondo alla integrazione cosmica, dall'arroganza del dominio sul mondo all'umiltà cosmica. Abbondano in circolazione i "profeti di sventura" che raccontano come ineluttabile e irreversibile il declino dell'umanità, angosciata e paralizzata dalle paure, dal senso di distruzione che investe tutto il pianeta, così fragile e vulnerabile, dalla disperazione che prende milioni di donne e uomini di fronte ai pericoli invincibili della povertà, della fame, dell'ignoranza, delle guerre, delle malattie endemiche. Anche nell'Occidente opulento e civilizzato incombe la paura e l'incertezza, generati da un senso di sconfitta. È come se il destino sia sfuggito di mano e non ci sia più il luogo per acciuffarlo. Così si è radicata un'inerzia che impedisce di pensare il cambio di rotta, di immaginare inediti modelli e stili di vita che rendano giusti i rapporti tra le persone e sostenibile la relazione con Madre Terra e con tutte le creature. Si preferisce, perdendo ogni fede e, quindi, ogni fiducia ritrarsi in una solitudine cosmica, unica compagna della quotidianità. Eppure, se siamo stati creati a "immagine di Dio" non è pensabile che Egli ci voglia lasciare infelici, smarriti e senza più mete. Se Egli ha scelto, nel suo unico Figlio, di condividere la nostra umanità è perché la ritiene intrisa di bellezza, di splendore: ci ha proposto di essere costruttori di un "regno altro", rispetto alla mondanità di ogni altro potere civile o religioso.
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Mazzi Antonio
Ho perso i chiodi. Parole pregate
ril. "Mi vergogno per quello che ho scritto, eppure quello che ho scritto è vero, è mio. Ho fatto tanto per tornare a scrivere cose profonde, positive, serene, entusiaste. Invece, sono ancora un vecchio Zaccheo, un pubblicano seduto sui banchi invece che accucciato dietro la colonna del tempio; un Giuda che tradisce quel tanto che basta per baciare senza impiccarsi; un pastore che ha attraversato il mondo in mezzo alle sue pecore. Io non so ancora come sono fatto oppure se sono fatto così male da credere angelico, rustico, paradisiaco, quello che gli altri credono a fatica cristiano o forse addirittura peccaminoso. Per me Dio è fame, è corpo, arriva prima della Parola." Giovanni, nel suo cantico iniziale, dice: "In principio era il Verbo" e non intendeva la parola ma la persona, il Cristo. Eppure dopo secoli, per noi il Verbo è parole, cerimonie, liturgie! Siamo fermi ai principi, ai precetti! Noi dovremmo essere quello che mangiamo, non quello che diciamo! Dio lo mangiamo! Il fratello se lo amiamo, lo mangiamo. Non voglio più essere predicatore, catechista, insegnante, prete. Cerco di essere un poeta. Le mie poesie non sono rivolte alla mente, sono rivolte al corpo. Parole da mangiare: Prendete, mangiate". Stavolta cambio registro. Sono da tempo, vergognosamente pessimista. E non so neanche perché. Tu me lo fai capire in tutti i modi, provo, tento, ma dopo rantolo. Beh! Stavolta ti prego."
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Barbetti Andrea
Il Vangelo secondo lo sport. Atleti e vicende sportive alla luce di brani evangelici
br. Il testo è un appassionante recital che mette in relazione e fa dialogare in modo originale il messaggio evangelico con i valori, le tensioni e gli ideali sportivi. Il recital si compone di cinque moduli, associati ad altrettanti brani del Vangelo di Luca riletti secondo una coinvolgente ottica "sportiva": il brano di Gesù nel deserto (Il dottor Doping), quello dei discepoli che mangiano spighe di grano il sabato (La legge e l'uomo), la parabola del Buon Samaritano (Peter il samaritano), quella del servo e il padrone (Capitano della sua anima) ed infine il dialogo tra Gesù e Ponzio Pilato (Pilato e i campi della neve). "Il Vangelo secondo lo sport" è un'occasione ideale per un incontro/serata di formazione o riflessione, ed è di facile realizzazione, essendo basato sulla semplice lettura dialogata con accompagnamento di slide (disponibili insieme al testo) e musiche (dal vivo o mixate). Il recital può essere proposto sia in forma completa o selezionando alcuni dei moduli, a seconda delle esigenze.
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Taddei Romolo
Non abbiate paura della tenerezza. Training per presbiteri
br. Non si parla della tenerezza nel mondo ecclesiale. La paura della cosiddetta fragilità umana (in senso sessuale), sterilizza ogni tentativo. Con ciò si impedisce di rendere i fedeli - donne e uomini, laici o consacrati - capaci di vivere relazioni di tenerezza che siano espressione di maturità. Papa Francesco inciampa a ogni passo in parole che vanno diritte al cuore, come: bontà, speranza, custodia, servizio, periferie. Ma, tra tutte, le prime voci in graduatoria nel vocabolario "francescano" sono senz'altro: misericordia e tenerezza. La rivoluzione della tenerezza: non è l'uomo che deve arrancare e strisciare pancia a terra per salire verso Dio; è Dio, invece, che si umilia nel discendere verso l'uomo. Prioritaria non è l'attesa di Dio da parte dell'uomo, ma la sorpresa dell'uomo da parte di Dio. L'uomo non sarà più costretto a sognare di essere il gigante di un volontarismo disperante o il titano di un ascetismo prometeico, ma l'umile mendicante dell'amore. Questo libro, come un vero training, vuole essere uno stimolo offerto ai presbiteri per approfondire e mettere in atto l'aspetto relazionale che dovrebbe caratterizzare l'approccio con gli altri. Può essere molto utile e proficuo sia per una lettura personale sia per un uso di gruppo, ovviamente guidato. Toccando alcune corde intime della vostra vita, durante il percorso, si affrontano le paure, i pericoli e le difficoltà maggiori che sperimentiamo nella pratica della tenerezza...
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Semeraro MichaelDavide
Le chiavi di casa. Appunti tra un sinodo e l'altro
br. Non smettere di sperare insieme che la Chiesa sappia lasciarsi interrogare e sia sempre più libera da se stessa, dalle proprie abitudini e consuetudini. La speranza è che nessuno si trovi fuori dalla porta senza le chiavi di casa senza riuscire a trovare il campanello per entrare. La Chiesa cattolica prende molto sul serio l'amore umano, rivendicando di poter dire parole di verità, decisive. Ma, oggi, queste parole hanno molto meno peso di un tempo, in alcuni casi sono anche contestate. In questo contesto la Chiesa cattolica ha vissuto la tentazione di rinserrarsi in una nicchia, magari riservando un giudizio severo a un mondo che sembra non capirla più. Papa Francesco, dopo la sua elezione, ha cominciato a sollecitare la Chiesa a invertire il cammino, uscendo fuori dai confini, perché ciò che ha da donare è prezioso. Indicando il percorso sinodale, papa Francesco non ha voluto dettare soluzioni dall'alto, ma coinvolgere tutta la Chiesa in un cammino di maturazione, attraverso consultazioni aperte a tutti i battezzati. È un esercizio di comunione che non ha precedenti nel cattolicesimo. La domanda cruciale è: come comunicare la famiglia nel contesto del nostro mondo e del nostro tempo? Ecco allora l'indicazione fondamentale di queste pagine. Serve con una teologia incardinata sulla categoria della relazione, che preceda e fondi sia la dottrina che la pastorale. La verità è una relazione, perché Dio stesso è relazione...
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Paronetto Sergio
Amare il mondo. Creare la pace. Papa Francesco e Tonino Bello
br. De finibus terrae: dal Sud America argentino e dal Salento profondo. Jorge Bergoglio e Tonino Bello sono uomini di periferia, attenti alle periferie. Maestri perché testimoni locali e planetari. Il vescovo di Roma si fa chiamare Francesco per incarnare il volto di una Chiesa povera e dei poveri, amante della pace e del creato; il vescovo di Molfetta, nel 1962, entrava nell'ordine francescano secolare incontrando in Francesco d'Assisi i temi vitali della povertà, della minorità, dell'itineranza. Le meditazioni dell'uno rimandano a quelle dell'altro e viceversa. Vibrano sulla stessa lunghezza d'onda. Li unisce la costante meditazione o la ruminazione della Parola di Dio, l'attenzione ai problemi delle persone, la cura dei poveri, la propensione a privilegiare le esistenze (volti) rispetto alle essenze (dottrine), la fresca veracità della loro testimonianza, l'esigenza di annunciare il messaggio di pace in modo coinvolgente. Evidente è il comune linguaggio esistenziale o "parabolico". L'itinerario nonviolento di Tonino Bello, proposto come una serie di tappe lungo il sentiero di Isaia, s'intreccia visibilmente con quello di Jorge Bergoglio. Vivono la pace come realismo profetico, dono e impegno, inquietudine creativa. Come cristiana "via, verità e vita" o laico "potere dei segni", moto delle differenze fecondatrici di comunione. Insomma come rivoluzione della tenerezza (Evangelii gaudium 88, 288) o come capacità di misericordia (così Tonino Bello definiva anche la politica)...
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D'Ambrosio Rocco
Ce la farà Francesco? La sfida della riforma ecclesiale
br. I gesti, le parole, gli interventi, le decisioni di papa Francesco conservano tutti una linea conciliare di riforma della Chiesa. La sua è una sfida per tutti: o si entra nello spirito della riforma o non si comprende cosa sta realizzando; o la si condivide, con intelligenza e sana criticità, oppure ci si oppone a lui e si vanifica il suo sforzo. Ce la farà Francesco? È una domanda che ricorre spesso. Affiora sulle labbra di credenti e non credenti, tutti interessati a comprenderne l'esito delle sfide che il nuovo pontefice sta affrontando. Una cosa è certa: la riforma di Francesco richiede tempo, pazienza, costanza. Tra scandali e infedeltà papa Francesco non ha il timore di affrontare tutto ciò che non va nella Chiesa cattolica. Tuttavia questa, come ogni istituzione, in alcuni casi, resiste all'innovazione e ora resiste al suo innovatore Francesco. Ma la posta in gioco qui non è la semplice sequela di un leader, ma l'attuazione del Vaticano II. La prospettiva dal basso di Bergoglio invita a prestare più attenzione a temi quali: i poveri, un nuovo slancio missionario, la sobrietà nella vita ecclesiale, l'impegno per la giustizia e la lotta contro la corruzione di tutte le istituzioni (Chiesa cattolica inclusa), il debellare la piaga della pedofilia, la collegialità episcopale, la promozione del laicato, l'attenzione ad alcune prassi familiari, un rinnovato impegno ecumenico, la cura della natura.
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Bello Antonio
Fare luce, non scintille
brossura "Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno. Scavate sotto il vostro tettuccio e troverete il tesoro. Non siete inutili, siete irripetibili".
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Natale Domenico
Attrezzarsi per la città. Laboratori di formazione socio-politica
brossura Questo libro racconta un'idea, diventata poi una esperienza, basata sulla convinzione che si possa, anzi si debba, progettare cammini di formazione socio-politica per ragazzi e giovani usando gli strumenti educativi dell'animazione. Sappiamo tutti quanto difficile sia oggi comunicare con i giovani, pertanto solo l'uso di un metodo partecipativo, che renda attori protagonisti gli utenti, può raggiungere l'obiettivo di affrontare le tematiche sociali, soprattutto e anche con i più giovani. Il percorso laboratoriale presentato in questo testo si articola in dieci tappe da proporre a giovani universitari e a giovanissimi di scuola superiore basato su dieci parole della Dottrina Sociale della Chiesa raccontate dalla musica di testi pop, mediate da una serie di attività e giochi consoni agli argomenti trattati. Il percorso tematico prende spunto dall'importanza della partecipazione sociale, della responsabilità civile e, procedendo per gradi sempre più impegnativi, si dirige verso i temi caldi della giustizia e della legalità, passando per cultura, socialità e solidarietà, senza tralasciare i temi del lavoro, dell'ambiente e della pace.
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Cicchi Francesco
Pietra. L'anima e l'infinito da abitare
br. Questo libro raccoglie una selezione di storie, riflessioni, versi e stralci di discorsi ufficiali che abbracciano un arco temporale di decenni. Materiale "emotivo" riportato, non secondo un criterio cronologico, ma con giustapposizioni tematiche che alternano i pensieri ai ritratti ispirati a vicende reali. Con questo artificio creativo il racconto assume non il tono cronachistico di una testimonianza sociale e settoriale, ma il retrogusto introspettivo, rispettoso e a tratti ancora tormentato, di una riflessione più ampia e presente, indispensabile per la disciplina quotidiana dell'anima. Un messale laico, in equilibrio tra i gesti e il canto, che si presenta con il candore inquieto e stupito di un diario scritto a mano, ma anche come impegno per la costruzione di una regola umile, morale e civica, disincantata e necessaria al tramandare.
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Casale Giuseppe
Povera tra i poveri. Ringiovanisce la Chiesa
br. "Via, lontano da me [...] perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato." (Mt 25, 41-44) "La Chiesa che è in Italia ha perso lo slancio che sostiene e rende vivo, credibile, l'annuncio del Vangelo. È vero: ci sono vescovi e preti che si impegnano e pagano di persona. Ma è la Chiesa italiana che non ha voce profetica, ripete schemi organizzativi, lancia sterili proclami. E sta ferma. Papa Francesco nella primavera del 2017 si è recato sulle tombe di due 'preti scomodi', Mazzolari e Milani. Ci sono voluti cinquant'anni perché la loro voce, che ha ridato ai poveri la parola, risuonasse forte nella Chiesa e nella società. Ma, ci sono ancora tanti poveri che non possono parlare, che sono costretti al silenzio. Mi riferisco agli sposi costretti a vivere quasi di contrabbando la paternità responsabile; ai divorziati e risposati, alla galassia di gay, lesbiche e transessuali che invocano, talvolta in maniera scomposta, il riconoscimento all'esercizio di una sessualità che allarga la sfera dell'amore umano, mi riferisco alle tante comunità ecclesiali che invocano un 'pastore"' che viva con loro, che non si limiti ad una fuggevole celebrazione di riti sacri (perché non riproporre l'esperienza dei probati viri uxorati?) Dovremo aspettare altri cinquant'anni? O lo Spirito suonerà la sua tromba e farà sentire forte il suo invito ad essere chiesa che cammina senza fare passi indietro?"
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Paronetto Sergio
Un'redità che viene dal futuro: don Tonino Bello
br. Un'eredita' plurale e interconnessa con l'ampia famiglia della pace: Mazzolari, Del Vasto, Capitini, La Pira, Giovanni XXIII, Milani, Luther King, Romero, Garcia Villas, Turoldo, Balducci, Mayr, Langer, Giovanni Paolo II, Bettazzi e papa Francesco.
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Leopizzi S. (cur.); Mantragola V. (cur.); Piccinni G. (cur.)
Parole nobili. Dizionario della nonviolenza
brossura "Oggi - diceva don Tonino Bello, esperto e funambolo della lingua italiana - le parole sono diventate così multiuso che non puoi più giurare a occhi bendati sull'idea che esse sottendono, [...] un guaio che è capitato soprattutto ai termini più nobili; alle parole di serie A; a quelle cioè che esprimono i sentimenti più radicati nel cuore umano come pace, amore, libertà." Una stessa parola può essere un seme luminoso di bene oppure un atomo opaco del male. Una pietra per costruire ponti o per innalzare muri, per edificare la casa dei sogni oppure caserme in cui sequestrare gli spartiti della verità e le ali della libertà. Questo agile strumento di lavoro potrà servire ai giovani a ritrovare il gusto di alcune parole nobili ma a rischio di usura, di fraintendimento e di oblio, a identificare meglio la parola Pace, la cui nobiltà va dalla A di audacia alla Z di Zeta passando dalla D di Danza e dalla S di Speranza. Sono pagine chiave intese come piste di partenza per ulteriori arricchimenti di pensiero affidati alla riflessione personale e di gruppo e alla rielaborazione attiva e creativa. Le parole così rigenerate potranno ancora fecondare i sogni diurni della speranza e dare respiro a più sana e conviviale umanità.
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Bello Antonio; Pansini I. (cur.)
La bisaccia del cercatore. Scarti minimi per il futuro. Nuova ediz.
brossura "Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli undici ai quali Gesù, nel giorno dell'ascensione, ha detto "lo Spirito Santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all'estremità della terra" (At 1,8), dopo essere andato a salutare la madre, Maria, nell'atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrei preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d'erba del monte; un frusto di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intesi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell'Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra."
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Iriberri José Luis; Lowney Chris
Il cammino di Sant'Ignazio
ill., br. Dai Paesi Baschi fino alle porte di Barcellona lungo l'itinerario che cambiò la vita di Ignazio di Loyola. Un percorso che al Nord incrocia il Cammino di Santiago per poi toccare mete celebri come Saragozza, con la sua splendida basilica del Pilar, e l'imponente complesso monastico di Montserrat: ventisette giorni alla scoperta di luoghi sacri e vertiginosi silenzi per ripercorrere una delle più grandi esperienze della tradizione cristiana e imparare a "sentire le cose interiori". Per ogni giorno di cammino è inserita una tappa degli esercizi Spirituali ingnaziani nella sezione "Guida al cammino interiore".
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Gallo Andrea
Se non ora adesso. Le donne, i giovani, la liberazione
brossura Le nuove generazioni non hanno bisogno di maestri ma di testimoni, nessuna predica, solo esempi. Don Gallo racconta episodi di vita vissuta (l'adolescenza, la mamma, i suoi incontri e battaglie) e si appella alla voglia di reagire dei giovani e delle donne. A cominciare dal sesso, che non deve essere un'arma del potere per sfruttare e discriminare, complici la Chiesa e questa politica, ma una spinta a essere se stessi e a stare bene con l'altro. Prima viene l'etica, poi la fede, dice don Gallo. Anche in famiglia, nella strada, sul lavoro. Ogni giorno. Allora il disagio di chi non è omologato, degli ultimi e dei diversi non sarà più un problema di ordine pubblico, piuttosto un'occasione di confronto, una questione sociale e umana che riguarda tutti. La forza "eversiva" del Vangelo è in un'idea di cittadinanza ricostruita a partire dall'incontro con gli altri, in pace, per un cammino veramente liberatorio a fianco dei più oppressi.
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Paoli Arturo; Pettiti S. (cur.)
Cent'anni di fraternità
br. "Ci sono vite che faticano a stare persino dentro ai cent'anni, tanto sono stipate di storie ed eventi. Quella di Arturo Paoli, un italiano di cui s'è perso lo stampo, è ignota ai più. Eppure è un 'confesso che ho vissuto'come ce ne sono pochi, coerente ed emozionante." (Cesare Fiumi). Postfazione di Adolfo Pérez Esquivel.
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Paoli Arturo
La pazienza del nulla
br. "La pazienza del nulla" è il diario intimo di un uomo immerso nel silenzio del deserto per quattordici mesi. Un libro che parla a credenti e non credenti, giovani e meno giovani. Un libro che mette in discussione chiunque lo legga, che fa da ideale contraltare alla parola più usata e abusata del nostro tempo: "nichilismo". In queste pagine l'esperienza del nulla diventa fatto positivo e addirittura decisivo. È l'occasione di un cambiamento radicale. Un vuoto che è anche pienezza di senso, la rappresentazione più autentica di ciò che Gesù intese con l'espressione "Beati i poveri di spirito".
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Ortensio da Spinetoli
L'inutile fardello
br. Una ricerca appassionata, paziente, vitale, mai paga di certezze stabilite una volta per tutte. Questa è la teologia che ha praticato Ortensio da Spinetoli, che ha affrontato con coraggio e determinazione alcuni concetti teologici che sono un tabù per la maggioranza dei credenti. Il "peccato originale" (di cui Gesù mai ha parlato), l"'ultima cena", l"'eucarestia", la "verginità di Maria", il "sacrificio della messa", la "mistica del patire", le basi stesse della dottrina cattolica sono indagate da Ortensio da Spinetoli con rigore e profondità. Questo libro, che viene pubblicato postumo, è un omaggio alla teologia come impresa scientifica sempre aperta a nuove scoperte e brillanti intuizioni.
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Loconsole Michele
Il telo e la spina. Due reliquie a confronto
br. L'autore, studioso delle Reliquie maggiori della Passione di Gesù, presenta la plurisecolare storia e le più aggiornate ricerche scientifiche sulla Sacra Sindone di Torino e sulla Corona di Spine di Cristo. Due Reliquie che presentano non pochi punti di confronto tra loro, tanto da dare vita a uno studio comparato e interdisciplinare. Decisivi, infatti, si sono dimostrati gli studi sui pollini e sul sangue, presenti sulle due reliquie. L'occasione dell'approfondimento è data dall'imminente coincidenza, al 25 marzo 2016, della festa dell'Annunciazione, o del concepimento di Gesù, col Venerdì Santo, memoria della sua morte. Sovrapposizione o concomitanza liturgica che accade due volte ogni cento anni. La precedente nel 2005, quella successiva nel 2157. Completa l'opera una mappa dei principali luoghi di culto dove sono venerate le più note Sacre Spine d'Italia.
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Russo Roberta
L'arte di camminare. Per fare ordine nella propria vita
ril. Che cosa ci accade quando cominciamo a camminare un'ora al giorno nel verde di un parco, lungo un fiume o in un bosco? Inizia una vera e propria metamorfosi. Tutte le sfere del nostro essere sono coinvolte: corpo, mente e spirito. Camminare vuol dire alleggerirsi, uscire dalle dipendenze emotive, fare ordine nella propria vita per diventare più forti e consapevoli. Roberta Russo offre al lettore un vero percorso per cominciare a camminare con i piedi, la mente, l'anima, in armonia con la creazione, il tempo e la vita.
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Dal Covolo Enrico
La Bibbia e i Padri
br. I Padri ci insegnano non delle cose su Dio ma ad ascoltare Dio. Luogo privilegiato di questo ascolto, non in terza persona, è la Sacra Scrittura.
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Magri Paolo
Ciao fratello. Ti racconto don Angelo
br.
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Cappetta Pasquale
Ragione e fede in rapporto. Nella prospettiva di Joseph Ratzinger
br.
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Gaeta Vittorio
L'alba del futuro. Gli insegnamenti di Giovanni Paolo II ai giovani
br.
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Lazzaretti David
Visioni e profezie
brossura Al nome di Davide Lazzaretti si riconnette l'unico movimento religioso di carattere popolare che abbia avuto l'Italia moderna. Ma non era possibile farsi un'idea precisa del contenuto mistico del movimento essendo irreperibili gli scritti dell'apostolo, dei quali Francesco Sapori offre oggi la parte più interessante.
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Gregorio Magno (san); Olivieri P. C. (cur.)
Lettere scelte
br. La collana "Cultura dell'anima" fu ideata da Giovanni Papini e pubblicata da Rocco Carabba dal 1909 al 1938, per un totale di 163 titoli. Dal 2008 la casa editrice Carabba ha deciso di ripubblicare, in ristampa anastatica, nella sua interezza la collana "Cultura dell'anima" in un arco di tempo di cinque anni, con l'uscita di circa trenta volumi annuali. "Il saggio di traduzione delle lettere di S. Gregorio, che diamo qui, è veramente piccola cosa per mole, pensando alle più che ottocentocinquanta lettere del Regesto; ma quello che cercammo nella scelta, fu di riprodurre, così in iscorcio, nella maggiore esattezza possibile, la figura mirabile di questo grande Pontefice."
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Bonaventura (san)
Itinerario della mente in Dio. E riduzione delle arti alla teologia
brossura
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Mastrorilli Chiara Alba
Sentieri di luce. Il giardino della Scrittura nelle «Collationes in Hexaëmeron» di San Bonaventura
brossura L'ultima grande opera di San Bonaventura da Bagnoregio, le "Collationes in Hexaëmeron", presenta il definitivo itinerario dell'anima verso e in Dio. Le giornate della creazione fanno da sfondo al cammino attraverso i gradi dell'intelligenza naturale, della fede, della Sacra Scrittura e della contemplazione. Alla luce di Gesù, Verbo e Maestro, ogni realtà umana scopre la propria armonia autentica, oggi come ieri. Il libro è un invito a percorrere questo luminoso cammino, in un giardino di Pasqua eterna.
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Vinay Tullio
Speranze umane e speranza cristiana. Scritti religiosi e politici (1967-1983)
br. Abbiamo conosciuto molti esempi di sacerdoti (di più religioni) che hanno dedicato la loro vita a diffondere l'esempio di un modo di stare al mondo con e per gli altri, in particolare con e per i più maltrattati dalla storia, dalla società, dalla natura. Più raro è il caso di sacerdoti che abbiano accettato di assumere responsabilità direttamente politiche, entrando nei parlamenti liberamente eletti come indipendenti, di nome e di fatto, nell'adesione a principi condivisi di giustizia e di democrazia. Dal 1976 al 1983 il pastore valdese Tullio Vinay è stato senatore della Repubblica, eletto come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano. Questo volume raccoglie i più luminosi e radicali interventi politici, insieme ad altri di rigorosa e limpida tensione civile e morale. In mezzo a queste pagine, figurano quelle di un viaggio nel Vietnam in guerra che fanno pensare anche alle guerre di oggi, e alle tante testimonianze, spesso tragiche, dei credenti aperti al dialogo che si sono posti e si pongono dalla parte di tutte le vittime, e operano per la pace e non per la vittoria degli uni degli altri.
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Vitello G. (cur.)
Don Milani tra noi. Testimonianze e riflessioni di amici, educatori, visitatori e lettori
br. Questa antologia di scritti su don Milani mette a disposizione dei lettori di "Esperienze pastorali" e "Lettera a una professoressa" le testimonianze e le riflessioni che la figura e l'opera del prete di Barbiana hanno sollecitato nel tempo tra gli intellettuali e tra qualche prete e politico, e si presenta come un utile complemento ai suoi scritti e una risposta ai suoi detrattori, alle "professoresse" di ieri e di sempre. Il loro ambito è quello di una sinistra - cattolica, laica, socialista - ieri ancora vivace e attenta alle trasformazioni sociali e culturali del paese, provocate dall'incombente "miracolo economico", aperta al dialogo con quanto di nuovo e di buono poteva accadere, anche ai margini, nelle scuole, nelle parrocchie, nelle "case del popolo", quando vi agivano persone con una visione chiara della realtà e dei propri doveri nei confronti dei proletari e dei loro figli. Nel volume sono raccolte le testimonianze e le riflessioni di Gaetano Arfé, Ernesto Balducci, Luciano Bianciardi, Bruno Borghi, Aldo Capitini, Adele Corradi, Oreste Del Buono, Tullio De Mauro, Elvio Fachinelli, Goffredo Fofi, Franco Fortini, Pietro Ingrao, Giovanni Jervis, Vittorio Giacopini, Giovanni Giudici, Alexander Langer, Lucio Lombardo Radice, Franco Lorenzoni, Gian Paolo Meucci, Anna Maria Ortese, Giorgio Pecorini, Pier Paolo Pasolini, Michele Ranchetti, Antonio Santoni Rugiu, Ignazio Silone e David Maria Turoldo. In chiusura il discorso di papa Francesco a Barbiana a cinquant'anni dalla morte di don Milani.
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Clementi Antonio
Il dolore di Dio. Dai profeti ai mistici
br. La filosofia platonico-aristotelica aveva convinto anche i cristiani a pensare Dio come un Essere impassibile, mentre i profeti e i mistici ci rivelano la vera identità di Dio e tutto l'Eros di cui è capace. Quando Francesco d'Assisi ricevette le stimmate del Crocifisso compose Le Lodi di Dio Altissimo e Giovanni della Croce scrisse versi di poesia mistica mentre, affamato, languiva in carcere. Amore e Dolore fanno parte dello stesso Mistero di un Dio che è un Essere dotato di grande libertà e non accetta di essere catalogato e imbrigliato da nessuna filosofia umana.
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Pronzato Alessandro
Vangelo ritrovato
brossura
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Pronzato Alessandro
Amo questa Chiesa. Anche se non è quella dei miei sogni
brossura
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Gillet Florence
Pregare 15 giorni con Chiara Luce
brossura
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Stanzione Marcello; Landolina Guido
Maria Valtorta e gli angeli
brossura
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