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‎DAUDET Robert II (Lione 1737 – Parigi 1824)‎

‎Le Pont St. Ange‎

‎Bulino e acquerello tratto dalla serie "Le Musée du Louvre - Collection de 500 Gravures au burin…" edita fra il 1877 e il 1879 da Felix Hermet.Vista del Ponte Sant'Angelo, disegnata da Lefontaine, da un dipinto di Joseph Vernet e incisa da Daudet.In ottime condizioni. Burin and watercolor taken from the series "Le Musée du Louvre - Collection de 500 Gravures au burin ..." published between 1877 and 1879 by Felix Hermet.View of the Ponte Sant'Angelo, designed by Lafontaine and engraved by Daudet. After a painting by Jospeh Vernet.In excellent condition.‎

‎DAUDET Robert II (Lione 1737 – Parigi 1824)‎

‎Le Ponte Rotto a Rome‎

‎Bulino e acquerello tratto dalla serie "Le Musée du Louvre - Collection de 500 Gravures au burin…" edita fra il 1877 e il 1879 da Felix Hermet.Vista del Ponte Rotto, disegnata da Vernet e incisa da Daudet.In ottime condizioni. Burin and watercolor taken from the series "Le Musée du Louvre - Collection de 500 Gravures au burin ..." published between 1877 and 1879 by Felix Hermet.View of the Ponte Rotto, engraved by Daudet, after a painting of Joseph Vernet.In excellent condition.‎

‎CORONELLI Vincenzo (Venezia 1650 - 1718)‎

‎Roma / intagliata e dedicata da Pietro Ridolfi nell'Accademia Cosmogra[fi]ca degli Argonauti all'eccllentissimo sig[nor]e An‎

‎- RARA PRIMA EDIZIONE -Incisa da Pietro Ridolfi per l'abate Coronelli, questa rara pianta della città viene per la prima volta pubblicata nel rarissimo Citta, Fortezze e, Isole, e Porti principali dell'Europa in Pianta et in Elevatione, Descritte, e Publicate Ad uso dell'Accademia Cosmografica degli Argonauti dal Padre Maestro Coronelli Lettore, e Cosmografo della Serenissima Republica di Venezia, edito a Venezia da Domenico Padovani nel 1689. Coronelli visse un periodo di straordinaria fecondità editoriale a partire dal 1689, quando ebbe la cattedra di geografia presso l'Università alle Procuratie, con la pubblicazione, nel 1690, del primo volume dell'Atlante Veneto. In effetti sotto il nome di Atlante Veneto va tutta la raccolta di tredici opere composte nell'arco del decennio successivo, dall'Isolario allo Specchio del mare. In realtà solo alcune di tali opere possono definirsi atlante, mentre altre, sono opere di compilazione o semplici raccolte di vedute e fortificazioni come questa rara raccolta. Contrariamente a quanto dichiarato da Marigliani, questa è la prima edizione della pianta della città, e non quella che reca la data 1698 (oltre una ricca cornice ornamentale), pubblicata in onore del Duca di Parma Francesco Farnese.Si basa, come indicato da Scaccia Scarafoni, sulla piccola pianta del Falda. Tuttavia si tratta di una derivazione arbitraria, con una raffigurazione in alzato solo di pochi edifici principali. Il grande cartiglio con il titolo, sproporzionato, contiene gli stemmi dei XIV rioni.Meraviglioso esemplare, con grandi margini, di questa rara pianta. - THE RARE FIRST STATE - Plan map, with some large buildings in bird's-eye view. Text on tablet at lower right, with coats of arms of Rome and its rioni. Oriented with east at top. Relief conveyed pictorially. Reduced copy of Falda's small plan of Rome, published 1667. See Huelsen. This example of the map is taken from the very rare Coronelli's Citta, Fortezze e, Isole, e Porti principali dell'Europa in Pianta et in Elevatione, Descritte, e Publicate Ad uso dell'Accademia Cosmografica degli Argonauti dal Padre Maestro Coronelli Lettore, e Cosmografo della Serenissima Republica di Venezia, printed in Venice by Domenico Padovani in 1689. Coronelli lived a period of extraordinary editorial fecundity starting from 1689, when he had the chair of geography at the University at the Procuratie, with the publication, in 1690, of the first volume of the Atlante Veneto. Under the name of Atlante Veneto goes the entire collection of thirteen works composed over the next decade, from the Isolario to the Specchio del mare. Copperplate, with full margins, very good condition. Very rare. Huelsen, C. Saggio di bibliografia ragionata delle piante icnografiche e prospettiche di Roma, 122; C. Marigliani, Le Piante di Roma delle collezioni private, p. 243, n. 150; Scaccia Scarafoni n. 202.‎

‎LEIZELT Balthasar Friedrich (attivo tra il 1750 e il 1800)‎

‎Vue du Tybre vis-a-vis la Bouche de la Veritè a Rome.‎

‎Veduta del Tevere con pescatori e barche.Visibili sullo sfondo una serie di edifici e monumenti riportati in didascalia: "1. Pont rompu. 2. Temple de la Fortune Virile, oujour d'huy l'Eglise de S.te Marie Egiptiene. 3. Temple de Vesta, oujour d'huy l'Egliese de notre Dame du Soleil. 4. S.te Marie dite in Cosmedin".Acquaforte e acquerello in buone condizioni. View of the Tiber with fishermen and boats.In the background, a series of buildings and monuments, present also in the caption below: "1. Pont rompu 2. Temple of the Fortune Virile, oujour d'huy the Eglise de S.te Marie Egiptiene 3. Temple de Vesta, oujour d ' huy the Heese de notre Dame du Soleil 4. S. Marie say in Cosmedin ".Etching and watercolor in good condition.‎

‎MOORE Georg Belton (Londra 1805 -1875)‎

‎San Giovanni e Paolo - Rome‎

‎Bella veduta tratta dall'opera The Ecclesiastical Architecture of Italy: From the Time of Constantine to the Fifteenth Century…, di Henry Gally Knight, stampata da Day & Haghe e pubblicata a Londra, in 2 volumi, nel 1843. L'opera è illustrata da 81 tavole di esterni ed interni di architetture ecclesiastiche di città italiane; i disegni furono realizzati da G. Moore, D. Quaglio, J. Aliusetti, J. M. Knapp, Hallman, ed E. Lear, mentre le litografie da Owen Jones, G. Moore, T. T. Bury, and R. K. Thomas. George Belton Moore, disegnatore di paesaggi, architettura e topografia, fu allievo di Augustus Charles Pugin (1762-1832). George insegnò disegno alla Royal Military Academy di Woolwich e all'University College di Londra. Espose paesaggi, spesso di soggetti italiani, alla Royal Academy e ad altre mostre dal 1830 fino alla sua morte.  Litografia tinta, in ottimo stato di conservazione. View taken from The Ecclesiastical Architecture of Italy: From the Time of Constantine to the Fifteenth Century…, published by Henry Bohn, London 1843, printed by Day & Haghe. The work is illustrated with 81 plates of exteriors and interiors of ecclesiastical architecture in Italian cities; the drawings were made by G. Moore, D. Quaglio, J. Aliusetti, J. M. Knapp, Hallman, and E. Lear, and the lithographs by Owen Jones, G. Moore, T. T. Bury, and R. K. Thomas. George Belton Moore, was born on 24 March and baptised at St Marylebone, London on 26 May 1806, son of William Moore and his wife Mary. A landscape, architectural and topographical draughtsman who was a pupil of Augustus Charles Pugin (1762-1832). George taught drawing at the Royal Military Academy at Woolwich and at University College, London. He exhibited landscapes, often of Italian subjects, at the Royal Academy and other exhibitions from 1830 until his death.  Coloured lithograph, in very good condition.‎

‎PICCOLI Carlo (attivo 1850-1870)‎

‎Piazza e Basilica Vaticana‎

‎Veduta di Piazza San Pietro con la Basilica e il colonnato. All'interno della piazza scena di vita quotidiana con molte figure e carrozze con cavalli.Incisione in ottimo stato di conservazione. View of San Pietro with the Basilica and the colonnade. Inside the square scene of daily life with many figures and carriages with horses.Engraving in excellent condition.‎

‎PICCOLI Carlo (attivo 1850-1870)‎

‎Tempio della Fortuna Virile‎

‎Veduta dei resti del tempio, con figure e edifici sullo sfondo.Acquaforte in buono stato di conservazione. View of the remains of the temple, with figures and buildings in the background.Ething in good condition.‎

‎PICCOLI Carlo (attivo 1850-1870)‎

‎Interno della Chiesa di S Maria degli Angeli‎

‎Veduta dell'interno della chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Roma.Incisione in ottimo stato di conservazione. View of the inside of Church of Santa Maria degli Angeli, in Rome.Engraving in excellent condition.‎

‎PICCOLI Carlo (attivo 1850-1870)‎

‎Avanzi del Tempio di Venere e Roma‎

‎Veduta dei resti del tempio, con scena di vita quotidiana.Acquaforte e bulino. In buono stato di conservazione. View of the remains of the temple, with a scene of daily life.Etching and burin. In good condition.‎

‎RUGA Pietro (1772-1824)‎

‎Veduta della Colonna eretta dal Senato Romano in onore dell'Imperatore Trajano, nella quale sono rappresentate ambedue le su‎

‎Veduta tratta dall’opera “Nuova Raccolta delle principali vedute antiche e moderne dell’alma città di Roma e sue vicinane…” edita da Giacomo Antonelli a Roma intorno al 1830.Le tavole dell’opera, furono incise tra il 1825 e il 1829 da diversi incisori.Ciascuna reca il nome dell’incisione, l’indirizzo editoriale e una doppia didascalia in italiano e in francese.Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. Nice large view , from “Nuova Raccolta delle principali vedute antiche e moderne dell’alma città di Roma e sue vicinane…” published in Roma by Giacomo Antonelli around 1830.The plates was engraved between 1825-1829.All plates bear the engraver’s name, the editor’s address and captions in Italian and French.Etching, in very good condition.‎

‎ENGELMANN Godefroy (1788 – 1839)‎

‎Vue du Temple de Vesta.‎

‎Veduta del tempio con scena di vita quotidiana.Litografia in ottime condizioni.In basso, sotto al titolo, una breve descrizione dell'illustrazione.Subito sotto al disegno, a sinistra, la firma dei realizzatori del disegno e l'anno di realizzazione "Alaux et Lesueur 1826", a destra la firma del realizzatore della litografia Engelmann. Lithography in very good condition.Below the title, a description of the illustration.On the left, the signature of the designers and the year of creation "Alaux et Lesueur 1826", on the right the signature of the realizer of lithography.‎

‎ENGELMANN Godefroy (1788 – 1839)‎

‎Vue de Rome Prise des Jardins Farnesiens.‎

‎Veduta con scena di vita quotidiana, rovine ed edifici sullo sfondo.Litografia in ottime condizioni.In basso il titolo.Subito sotto al disegno, a sinistra, la firma dei realizzatori del disegno e l'anno di realizzazione "Alaux et Lesueur 1828", a destra la firma del realizzatore della litografia Engelmann. Lithography in very good condition.Below the title.On the left, the signature of the designers and the year of creation "Alaux et Lesueur 1826", on the right the signature of the realizer of lithography.‎

‎CRUYL Lievin (Ghendt 1640 - 1720)‎

‎Pianta di Roma come si trova al presente colle alzate delle fabbriche piu nobili cosi antiche come moderne‎

‎La pianta del Cruyl, pubblicata per la prima volta nel 1665 dalla tipografia De Rossi, è una delle rare immagini della città che presenta contemporaneamente sia un impianto iconografico che prospettico.Le vedute presenti in questa pianta sono le stesse che furono poi oggetto di specifiche vedute intagliate dall’artista fiammingo, quasi come una sorta di catalogo personale.L’esemplare in questione è edito da Giovanni Battista De Rossi nel 1665. Sono note una ristampa con l'aggiunta di alcune vedute dei luoghi notabili ad opera di Matteo Gregorio de Rossi (1696) e un’ulteriore tiratura a cura di Carlo Losi, datata 1773.Incisa da Giulio Testone, su due matrici di rame, tracce di pieghe di carta, alcune abrasioni, nel complesso in ottimo stato di conservazione.In alto al centro il titolo: PIANTA DI ROMA COME SI TROVA AL PRESENTE COLLE ALZATE DELLE FABRICHE PIU NOBILI COSI ANTICHE COME MODERNE. Nel bordo superiore del riquadro: a sinistra L. Cruyl delin., al centro Superiorum licen. a destra Giulio Testone Romano Sculp.Opera molto rara e ricercata. Magnifico esemplare della tiratura di Carlo Losi, in perfetto stato di conservazione.BibliografiaArrigoni-Bertarelli (1939): n. 142; Christie’s (1998): p. 50, n. 1043; Ehrle (1908): p. 23; Frutaz (1962): pp. 216-217, n. CLIV, Tav. 343; Hülsen (1915): XXIV, pp. 87-89, nn. 110-111; Jatta (1992): p. 166, n. 31s; Jatta (2012); Marigliani (2007): pp. 216-217, n. 124 e p. 249, n. 155; Roma Veduta (2000): p. 175, n. 31; Scaccia Scarafoni (1939): pp. 125-126, n. 241. Etching with engraving, 1665. A fine impression, with plate tone, of the third state of three, printed on 2 sheets of contemporary laid paper, full margins, very good condition.This map was published for the first time in 1665 by De Rossi; it is one of the rare images of the city depicting, at the same time, an iconographic and perspective system. The views are the same that the Flemish artist engraved afterwards as a sort of personal catalogue. The first state has been printed by Giovanni Battista De Rossi in 1665. The plate was then published by Matteo Gregorio de Rossi in 1696 and finally reissued by Carlo Losi, in 1773. It has been engraved by Giulio Testone on two copper plates.A very rare and important map of Rome. A great example. Literature Arrigoni-Bertarelli (1939): n. 142; Christie’s (1998): p. 50, n. 1043; Ehrle (1908): p. 23; Frutaz (1962): pp. 216-217, n. CLIV, Tav. 343; Hülsen (1915): XXIV, pp. 87-89, nn. 110-111; Jatta (1992): p. 166, n. 31s; Jatta (2012); Marigliani (2007): pp. 216-217, n. 124 e p. 249, n. 155; Roma Veduta (2000): p. 175, n. 31; Scaccia Scarafoni (1939): pp. 125-126, n. 241.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Profil de la Ville de Rome‎

‎Panorama di Roma preso dal Gianicolo, firmata "Aveline fecit et excudit", edita a Parigi presso Charpentier."La veduta panoramica di Roma è presa dal Gianicolo e raffigura sulla sinistra il complesso del Vaticano e Castel Sant'Angelo. AL centro il fitto tessuto urbano cittadino dal quale emergono torri e cupole non sempre riconoscibili. L'intera veduta è infatti condotta con grafia molto essenziale e immediata di non grande impatto visivo" (cfr. Barbara Jatta in "Roma Veduta" p. 193).  La veduta viene attribuita dalla Jatta - soprattutto per motivi temporali legati all'editore Charpentier crediamo - ad Antoine Aveline "il giovane". La famiglia Aveline, appartenente alla borghesia parigina, lavorò per oltre due secoli nel campo artistico ed incisorio; visto il ripetersi dei nomi di battesimo e il fatto che apponevano la generica firma Aveline, si è spesso fatta confusione fra i sui vari componenti.  Tuttavia l'imprint Aveline fecit et excudit lascia credere che l'edizione Charpentier sia il secondo stato (di tre) della lastra, che in seguito fu ristampata anche da Chereau. Quindi riteniamo più probabile - anche per lo stile grafico - attribuirla a Pierre Aveline e la data di stampa posta a circa il 1720 circa. Particolare curioso, la veduta non include il Colosseo. Nel margine inferiore, legenda di 47 numeri. Acquaforte, con ampli margini, consueta piega centrale, sporadiche e piccole ossidazioni nei margini bianchi nel complesso in ottimo stato di conservazione. Panorama of Rome taken from the Janiculum Hill, signed "Aveline fecit et excudit", published in Paris at Charpentier. The panoramic view of Rome is taken from the Janiculum Hill and depicts on the left the Vatican complex and Castel Sant'Angelo. At the center the dense urban fabric from which towers and domes emerge not always recognizable. The entire view is in fact conducted with very essential and immediate handwriting of not great visual impact (see Barbara Jatta in "Roma Veduta" p. 193).  The view is attributed by Jatta to Antoine Aveline "the young". The Aveline family worked for over two centuries in the field of art and engraving; given the repetition of first names and the fact that they affixed the generic signature Aveline, there has often been confusion among the various members.  However, the imprint Aveline fecit et excudit leads us to believe that the Charpentier edition is the second state (of three) of the plate, which was later reprinted also by Chereau. Therefore we think it more probable - also for the graphic style - to attribute it to Pierre Aveline and the date of printing placed at about 1720. Curious detail: the view does not include the Colosseum. In the lower margin, legend of 47 numbers. Etching, with wide margins, usual central fold, sporadic and small oxidations in the white margins, on the whole in very good condition. Arrigoni Bertarelli (1939): p. 20, n. 154; B. Jatta in "Roma Veduta", p. 193, n. 45; Marigiiani (2007), p. 262, n. 175.‎

‎MORTIER Pierre (1661 - 1711)‎

‎Veue de la Piazza della sacrosanta Basilica Lateranense madre e capo di tutte le chiese di Roma‎

‎Esemplare tratto dal terzo volume del "Nouveau Theatre de l'Italie" pubblicato per la prima volta ad Amsterdam nel 1704/5, quale integrazione al progetto di Johannes Blaeu, iniziato nel 1663, del grande "libro delle città" d'Italia. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da Rutgert Christoffel Alberts edita nel 1724/5. In questa edizione compaiono per la prima volta le vedute dei luoghi "moderni" di Roma, edite da Mortier ma inserite solo in questa edizione di Alberts.Le vedute, di grande formato sono molto ricche di particolari e particolarmente popolate di figure. Derivano da modelli presenti nell'editoria romana contemporanea. In particolare sono delle semplici derivazioni di opere edite tra la fine del XVII e il primo decennio del '700 da rtisti quali Alessandro Specchi, Tiburzio Vergelli, Matteo Gregorio de Rossi e dal fiammingo Wouters.Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Esemplare tratto dal terzo volume del "Nouveau Theatre de l'Italie" pubblicato per la prima volta ad Amsterdam nel 1704/5, quale integrazione al progetto di Johannes Blaeu, iniziato nel 1663, del grande "libro delle città" d'Italia. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da Rutgert Christoffel Alberts edita nel 1724/5. In questa edizione compaiono per la prima volta le vedute dei luoghi "moderni" di Roma, edite da Mortier ma inserite solo in questa edizione di Alberts.Le vedute, di grande formato sono molto ricche di particolari e particolarmente popolate di figure. Derivano da modelli presenti nell'editoria romana contemporanea. In particolare sono delle semplici derivazioni di opere edite tra la fine del XVII e il primo decennio del '700 da rtisti quali Alessandro Specchi, Tiburzio Vergelli, Matteo Gregorio de Rossi e dal fiammingo Wouters.Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Cremonini pp. 83-90‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Casino della Villa Altieri sul monte Esquilino‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nel 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.  View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna , edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Porta Pertusa‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Veduta tratta dalla seconda edizione della monumentale opera " Delle magnificenze di Roma antica e moderna ", edita nel 1772. La presente tavola è la num. 18. In origine la Porta, oggi murata, si apriva nelle Mura Leonine, edificate dal pontefice Leone IV tra l’847 e l’852 per proteggere la basilica di San Pietro e il Vaticano dal pericolo di incursioni saracene. Nel '500 l’antica porta Pertusa, presso il bastione di San Giovanni, fu sostituita da quella che vediamo oggi, con due accessi secondari posti ai lati di quello principale, circondato da una grande cornice a bugnato di travertino e sovrastato, nella chiave di volta, dallo stemma di Pio IV. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.  From the second edition of Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna, published in 1772. This in the plate n. 18. In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Dome of S. Pietro; 2) Porta Pertusa and 3) Villa Alberici. Scalabroni, 84‎

‎PIRANESI Giovan Battista (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)‎

‎Veduta del Tempio di Giove Tonante‎

‎- SECONDO STATO DI SEI -Acquaforte e bulino, 1756, firmata in lastra . Esemplare della contemporanea tiratura romana. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana "doppio cerchio e giglio", con pieni margini, in perfetto stato di conservazione. Della serie Vedute di Roma. L’opera consiste in 135 lastre prodotte individualmente dal Piranesi per almeno 30 anni, da circa il 1745, fino alla data della sua morte. All’opera sono aggiunte poi due vedute realizzate dal figlio Francesco. Per la prima volta furono edite dall’editore Giovanni Bouchard nel 1751 (34 lastre), successivamente dallo stesso Piranesi editore a Strada Felice prima e Palazzo Tomati poi (indirizzi che appaiono su molte tavole), fino alla stesura definitiva composta da 137 lastre. Successivamente alla morte dell’autore le matrici furono ereditate dal figlio Francesco, che ne curò la pubblicazione prima nella capitale - le cosiddette tirature “postume romane” - e successivamente a Parigi, dove furono stampate tre edizioni – la cosiddetta “prima di Parigi”, una intermedia (entrambe su carta vergata) e quella curata dall’editore Firmin Didot, la prima su carta senza vergelle, dove le tavole presentano l’aggiunta di un numero arabo ordinale. Tutte le tirature parigine sono piuttosto modeste in qualità, lontane da come il Piranesi le aveva pensate e concepite. Le lastre furono poi acquisite dalla Calcografia Camerale, poi Calcografia Nazionale, oggi Istituto Centrale per la Grafica, dove sono tuttora conservate. - SECOND STATE OF SIX - Etching and engraving, 1756, signed on plate.Example from the contemporary Roman Edition. A very good impression, printed on contemporary laid paper with watermark "double encircled fleur de lys with letters CB", with margins, very good condition. Taken from Vedute di Roma. The whole work consists of 135 plates which have been individually produced by Piranesi along 30 years, from 1745 circa until his death. Two more works have been subsequently added, two plates by his son Francesco. They have been printed for the first time in 1751 (34 plates) by the editor Giovanni Bouchard, afterwards by Piranesi himself, publisher first in Strada Felice an the in Palazzo Tomati, imprint that can be found in mostly of the plates), until the final edition of 137 plates. After Piranesi's death, his son Francesco inherited the plates, editing them first in Rome and then in Paris, where three editions were printed - the so-called "first Paris edition", an intermediate one (both on laid paper) and the one edited by the publisher Firmin Didot, the first on wowe paper, where the plates have an Arabic ordinal number added. All Parisi issues are rather modest in quality, far from how Piranesi had thought and conceived them. The plates were then acquired by the Calcografia Camerale, then Calcografia Nazionale, today Istituto Centrale per la Grafica, where they are still kept. Hind 44, II/VI; Focillon 819.‎

‎LEMERCIER Joseph-Rose (1803-1887)‎

‎Vue Gènèrale de Rome prise du Mont Janicule‎

‎Bella e rara veduta panoramica di Roma presa dal monte Gianicolo.La litografia, come il disegno, è opera di C. Fichot. La veduta di Fichot compare nel Catalogue de fonds et d’assortiment dell'editore francese François Delarue, datato 1858 .Il nostro esemplare reca l'indirizzo dell'editore Lemercier.Litografia originale, finemente acquarellata, qualche piccolo strappo e qualche alone nei margini bianchi, senza interessare l'immagine, nel complesso in buono stato di conservazione. Nice large perspective view of Rome from Gianicolo, drawned and lithographed by C. Fichot.These Fichot litho is listed in the Catalogue de fonds et d’assortiment of the French editor François Delarue, dated 1858 .Our copy bears the Lemercier address.Orignal litho, finely hand-colored, some tears and soiling in the white margins, not affecting the image, otherwise in good condition.‎

‎BARBAZZA Francesco (Attivo a Roma 1771 – 1789)‎

‎Veduta di Piazza Colonna con in mezzo la magnifica Colonna di Antonino Pio che da il nome alla detta Piazza ornate con Chies‎

‎Ampia veduta prospettica di Piazza Colonna incisa da Francesco Barbazza su disegno di Francesco Panini. La prospettiva include tutti gli edifici storici che si affacciano sulla piazza: Palazzo Montecitorio e Palazzo Chigi, a destra; sullo sfondo, dove ora sorge palazzo Wedekind, sede della testata giornalistica "Il Tempo", si nota la struttura originaria che il palazzo aveva fin dalla fine del '600, dopo le modifiche volute da papa Innocenzo XII (1691-1700) che donò il Palazzo all’Ospizio Apostolico di San Michele. Con tutta probabilità fino da allora si insediò al primo piano dell’edificio il Monsignore Vicereggente del Vicariato di Roma. A sinistra, palazzo Niccolini, oggi Ferraioli, con accanto la Chiesa di S. Bartolomeo Apostolo. L'incisione fa parte di una serie di 37 vedute che la Calcografia Camerale commissionò a Francesco Panini tra il 1763 e il 1779. Incise da diversi artisti, le tavole circolarono separatamente.  L'opera appartiene ad una serie di vedute di Roma stampate nella seconda metà del '700 per volere del Panini, che si avvalse della collaborazione dei migliori incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Le tavole vengono stampate dalla Calcografia della Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini o Pannini (Roma 1738 - 10 aprile 1800) si formò con il padre Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Roma, 1765) e ne proseguì l'attività vedutistica dedicandosi in modo particolare a realizzare raffinate opere su carta. In effetti, la scarsa attenzione critica a lui dedicata, tradisce la reale portata storica del pittore, che è da considerare tra i migliori interpreti della grafica settecentesca. La sua produzione, infatti, pur perpetuando una precisa tradizione riesce a esprimere un vero e proprio rinnovamento in chiave neoclassica. Dimostrandosi un abile prospettico, Panini fu elogiato dal Mariette e gli autori del 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani e Carlo Antonini lo annoverano tra i pochi illustri prospettici e quale esempio per gli studiosi di architettura. Ma la produzione dell'artista conta altresì diverse imprese a fresco come la decorazione di Villa Albani, del piano nobile del Palazzo Cesarini Sforza e in Palazzo Doria, per conto del Cardinale Antonio Maria dipinse nel 1794 degli eleganti pannelli a grottesche.  A lui si devono, con tutta probabilità, molte delle opere di collezioni pubbliche e private considerate della ‘scuola di Panini’ o ‘cerchia di Panini’ se non dello stesso Panini, e ciò pone un problema non piccolo per il catalogo dell’artista anche negli anni della maturità. Al contrario del padre Giovanni Paolo, uno dei più celebri e apprezzati pittori settecenteschi, Francesco Panini è stato oggetto di pochi studi. I dipinti e i disegni che oggi vengono riconosciuti alla sua mano mostrano vedute della Roma antica o di quella a lui contemporanea dove elaborate e grandiose architetture sono animate da piccole ed eleganti figure, proprio come nel foglio qui offerto. Una sua serie di acquarelli con Vedute di San Pietro è conservata presso il Dipartimento di Arti Grafiche del Louvre: tra queste è presente la stessa raffigurazione del prospetto principale della basilica vaticana se pur con un punto di vista più ravvicinato. L’attività indipendente di Francesco, pur sempre nel solco del genitore, riguardò soprattutto disegni con vedute romane per importanti incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Acquaforte e bulino, stampata su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Roma 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224. View of the Piazza Colonna, engraved by Francesco Barbazza after a drawing by Francesco Panini. The work belongs to a series of views of Rome printed in the second half of the 18th century at the behest of Panini, who availed himself of the collaboration of the best engravers of the time: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani, Volpato and many others. The plates are printed by the Calcografia of Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini or Pannini (Rome 1738 - April 10, 1800) trained with his father Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Rome, 1765) and continued the activity of vedutistica devoting himself in particular to the realization of refined works on paper. In fact, the scarce critical attention dedicated to him, betrays the real historical importance of the painter, who is to be considered among the best interpreters of eighteenth-century graphics. His production, in fact, while perpetuating a precise tradition manages to express a real renewal in a neoclassical key. Proving to be an able perspective artist, Panini was praised by Mariette and the authors of the 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani and Carlo Antonini counted him among the few illustrious perspective artists and as an example for the scholars of architecture. But the production of the artist also counts several works in fresco as the decoration of Villa Albani, the main floor of the Palazzo Cesarini Sforza and Palazzo Doria, on behalf of Cardinal Antonio Maria painted in 1794 of the elegant grotesque panels.  To him we owe, in all probability, many of the works in public and private collections considered to be of the 'school of Panini' or 'circle of Panini' if not of Panini himself, and this poses no small problem for the artist's catalog even in his mature years. Contrary to his father Giovanni Paolo, one of the most famous and appreciated 18th century painters, Francesco Panini has been the object of few studies. The paintings and drawings that today are attributed to his hand show views of ancient Rome or of that contemporary to him where elaborate and grandiose architectures are animated by small and elegant figures, just as in the sheet offered here. A series of his watercolors with views of St. Peter's is preserved in the Department of Graphic Arts of the Louvre: among them is the same depiction of the main facade of the Vatican basilica, albeit with a closer point of view. Etching and engraving, printed on contemporary laid paper, with margins, in excellent condition. Literature L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Rome 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Prospetto della Scala che da Piazza di Spagna conduce alla chiesa e convento della SS.ma Trinità, sul Monte Pincio principi‎

‎Veduta di Piazza di Spagna, incisa da Giuseppe Vasi su disegno di Francesco Panini. L'opera appartiene ad una serie di vedute di Roma stampate nella seconda metà del '700 per volere del Panini, che si avvalse della collaborazione dei migliori incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Le tavole vengono stampate dalla Calcografia della Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini o Pannini (Roma 1738 - 10 aprile 1800) si formò con il padre Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Roma, 1765) e ne proseguì l'attività vedutistica dedicandosi in modo particolare a realizzare raffinate opere su carta. In effetti, la scarsa attenzione critica a lui dedicata, tradisce la reale portata storica del pittore, che è da considerare tra i migliori interpreti della grafica settecentesca. La sua produzione, infatti, pur perpetuando una precisa tradizione riesce a esprimere un vero e proprio rinnovamento in chiave neoclassica. Dimostrandosi un abile prospettico, Panini fu elogiato dal Mariette e gli autori del 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani e Carlo Antonini lo annoverano tra i pochi illustri prospettici e quale esempio per gli studiosi di architettura. Ma la produzione dell'artista conta altresì diverse imprese a fresco come la decorazione di Villa Albani, del piano nobile del Palazzo Cesarini Sforza e in Palazzo Doria, per conto del Cardinale Antonio Maria dipinse nel 1794 degli eleganti pannelli a grottesche.  A lui si devono, con tutta probabilità, molte delle opere di collezioni pubbliche e private considerate della ‘scuola di Panini’ o ‘cerchia di Panini’ se non dello stesso Panini, e ciò pone un problema non piccolo per il catalogo dell’artista anche negli anni della maturità. Al contrario del padre Giovanni Paolo, uno dei più celebri e apprezzati pittori settecenteschi, Francesco Panini è stato oggetto di pochi studi. I dipinti e i disegni che oggi vengono riconosciuti alla sua mano mostrano vedute della Roma antica o di quella a lui contemporanea dove elaborate e grandiose architetture sono animate da piccole ed eleganti figure, proprio come nel foglio qui offerto. Una sua serie di acquarelli con Vedute di San Pietro è conservata presso il Dipartimento di Arti Grafiche del Louvre: tra queste è presente la stessa raffigurazione del prospetto principale della basilica vaticana se pur con un punto di vista più ravvicinato. L’attività indipendente di Francesco, pur sempre nel solco del genitore, riguardò soprattutto disegni con vedute romane per importanti incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Acquaforte e bulino, stampata su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Roma 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224. View of the Spanish Steps in Piazza di Spagna, engraved by Giuseppe Vasi after a drawing by Francesco Panini. The work belongs to a series of views of Rome printed in the second half of the 18th century at the behest of Panini, who availed himself of the collaboration of the best engravers of the time: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani, Volpato and many others. The plates are printed by the Calcografia of Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini or Pannini (Rome 1738 - April 10, 1800) trained with his father Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Rome, 1765) and continued the activity of vedutistica devoting himself in particular to the realization of refined works on paper. In fact, the scarce critical attention dedicated to him, betrays the real historical importance of the painter, who is to be considered among the best interpreters of eighteenth-century graphics. His production, in fact, while perpetuating a precise tradition manages to express a real renewal in a neoclassical key. Proving to be an able perspective artist, Panini was praised by Mariette and the authors of the 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani and Carlo Antonini counted him among the few illustrious perspective artists and as an example for the scholars of architecture. But the production of the artist also counts several works in fresco as the decoration of Villa Albani, the main floor of the Palazzo Cesarini Sforza and Palazzo Doria, on behalf of Cardinal Antonio Maria painted in 1794 of the elegant grotesque panels.  To him we owe, in all probability, many of the works in public and private collections considered to be of the 'school of Panini' or 'circle of Panini' if not of Panini himself, and this poses no small problem for the artist's catalog even in his mature years. Contrary to his father Giovanni Paolo, one of the most famous and appreciated 18th century painters, Francesco Panini has been the object of few studies. The paintings and drawings that today are attributed to his hand show views of ancient Rome or of that contemporary to him where elaborate and grandiose architectures are animated by small and elegant figures, just as in the sheet offered here. A series of his watercolors with views of St. Peter's is preserved in the Department of Graphic Arts of the Louvre: among them is the same depiction of the main facade of the Vatican basilica, albeit with a closer point of view. Etching and engraving, printed on contemporary laid paper, with margins, in excellent condition. Literature L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Rome 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224. Scalabroni, 402‎

‎DURET Pierre Jacques (Parigi 1729 - 17?)‎

‎Fête sur le Tibre à Rome‎

‎Splendida veduta incisa da un dipinto di Joseph Vernet, esposto al Salone di Parigi nel 1750.Questa scena, di grandi dimensioni, mostra una festa a Roma, lungo il Tevere: sulla riva una folla di curiosi guarda verso le imbarcazioni con curiosi raccolti sulla riva del Tevere in primo piano, sullo sfondo, Ponte e Castel Sant'Angelo.Il signore in primo piano a destra, che incede con portamento elegante, è un autoritratto di Joseph Vernet stesso.Nel margine inferiore, sotto l'immagine, si leggono i dati editoriali A Paris, che Dure Gravere, danno le milieu de la rue due Fonare", il nome del pittore a sinistra e quello dell'incisore Pierre Jacques Dure, a destra.Sotto il titolo, la dedica al re di Danimarca e Norvegia, Cristiano VII, con al centro lo stemma coronato dei due Paesi.Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. Echini and engraving, 1766 - 1769, after a Joseph Vernet's painting exhibited at the Salon, 1750. Lettered with names of producers, publication detail: "A Paris, chez Duret Graveur, dans le milieu de la rue du Fouare", dedication to Christian VII, title, and provenance of original painting (collection of Marquis de Villette).The beautiful large view showing a festival in Rome, with onlookers gathered on the bank of the Tiber in the foreground, beyond a duel opposing two figures, each standing on the prow of a rowing boat, and in the background, the Sant'Angelo Bridge, and the Castel Sant'Angelo.The fashionable gentleman walking in the right foreground is a portrait of Joseph Vernet himself. Bocher 1882 180.IV; Arlaud 1976 171.IV‎

‎Bachelier Charles Claude‎

‎Rome Vue Prise du Monte-Pincio/Roma Vista tomada del Monte-Pincio‎

‎Stampa litografica originale eseguita alla matita, impressa in nero e ocra, dalla bella acquerellatura coeva e con rialzi di vernice à la gomme. Sotto la parte figurata didascalie degli edifici principali della raffigurazione, indicazione dello stampatore e del litografo, nonché titolo in francese e in spagnolo. Al di sopra dell'immagine, titolo della serie di cui il foglio fa parte. Ampia veduta prospettica di Roma, colta dal Pincio, con un'accurata descrizione di Piazza del Popolo in primo piano e con la cupola di San Pietro sull sfondo. La tavola è edita a Parigi da Turgis nel 1860 circa.Charles Claude Bachelier abile artista francese paesaggista e litografo, attivo a Parigi dove espose ai Salons del 1834, 1836 e 1852. Esemplare in ottimo stato conservativo, con bellissima coloritura d'epoca. Original lithograph executed in pencil, engraved in black and ocher, in original colors.Under the image, some captions of the of the main buildings represented; the name of the printer and the lithographer, and title in French and Spanish. On top of the image, the title of the series. Large perspective view of Rome, captured from the Pincio, with an accurate description of the Piazza del Popolo in the foreground, and the St. Peter dome in the background. The plate was published in Paris by Turgis in about 1860.Charles Claude Bachelier, a French landscape artist and litograpgher, active in Paris where he exhibited at the Salons of 1834, 1836 and 1852.Example in very good condition.‎

‎VERTRAY Hugues Charles Antoine (1820-1868)‎

‎Bivouac de Santucci‎

‎Rara veduta storica di Villa Santucci - oggi villa Maraini, del maggio 1849.L'ampia veduta, come indica la didascalia, mostra le posizioni occupate dalle truppe francesi poco prima dell'attacco di Villa Pamphili, che fu uno dei principali teatri di guerra.Tratta dal monumentale ALBUM DE L'EXPÉDITION ROMAINE, TEXTE ET DESSINS PAR CH. VERTRAY, CAPITAINE D'ETAT-ÉMAJOR. OUVRAGE PUBLIÉ AVEC L'AUTORISATION DE M. LE MINISTRE DE LA GUERRE, di Hugues Charles Antoine Vertray, edita per la prima volta nel 1851. L'opera documenta, attraverso tavole illustrate, la spedizione francese del 1849 Opera rara e monumentale, redatta secondo lo spirito di Bacler di Albe, il celebre generale napoleonico, volta a documentare la spedizione francese del 1849 che si concluse con la vittoria e l'ngresso dei Francesi a Roma con l'insediamento di un governo militare provvisorio, in attesa del ritorno di papa Pio IX, esiliato a Gaeta. Le vedute dell'album furono disegnate sul posto dal capitano Vertray, tradotte in litografie in seppia e nero da Bariau e Montillet, e impresse da Martial Place.Litografia, sporadiche e lievi fipriture lungo i margini esterni, lievissimo alone d'umido nel margine bianco inferiore, nel complesso in ottimo stato di conservazione.Dimensioni del foglio: 622x435 Dimensioni immagine: 497x290 Rara veduta storica di Villa Santucci - oggi villa Maraini, del maggio 1849.L'ampia veduta, come indica la didascalia, mostra le posizioni occupate dalle truppe francesi poco prima dell'attacco di Villa Pamphili, che fu uno dei principali teatri di guerra.Tratta dal monumentale ALBUM DE L'EXPÉDITION ROMAINE, TEXTE ET DESSINS PAR CH. VERTRAY, CAPITAINE D'ETAT-ÉMAJOR. OUVRAGE PUBLIÉ AVEC L'AUTORISATION DE M. LE MINISTRE DE LA GUERRE, di Hugues Charles Antoine Vertray, edita per la prima volta nel 1851. L'opera documenta, attraverso tavole illustrate, la spedizione francese del 1849 Opera rara e monumentale, redatta secondo lo spirito di Bacler di Albe, il celebre generale napoleonico, volta a documentare la spedizione francese del 1849 che si concluse con la vittoria e l'ngresso dei Francesi a Roma con l'insediamento di un governo militare provvisorio, in attesa del ritorno di papa Pio IX, esiliato a Gaeta. Le vedute dell'album furono disegnate sul posto dal capitano Vertray, tradotte in litografie in seppia e nero da Bariau e Montillet, e impresse da Martial Place.Litografia, sporadiche e lievi fipriture lungo i margini esterni, lievissimo alone d'umido nel margine bianco inferiore, nel complesso in ottimo stato di conservazione.Dimensioni del foglio: 622x435 Dimensioni immagine: 497x290‎

‎Anonimo‎

‎Pianta di Roma nel 1813 circa.‎

‎Interessante e rara pianta topografica di Roma su cui sono riportati gli interventi progettati dall'Ammiistrazione Francese, che riguardano l'ampliamento del porto di Ripetta, la realizzazione di muraglioni sul Tevere, la sistemazione di piazza del Popolo e la salita al Pincio.La pianta dipende dall'opera di Philippe Camille De Tournon, che la realizzò sotto l'amministrazione francese nel 1814 circa, ma venne pubblicata 15 anni dopo.A sinistra "Spiegazione di alcuni segni che si veggono nella pianta" e l'Indice dei monumenti più notevoli; a destra, l'elenco dei XIV RioniAcquaforte e bulino, impressa su 20 tavole di circa 15,7 x 14,4 cm, montate su tela, in ottimo stato di conservazione. Custodia originale in cartoncino rosso.Non censita nei principali repertori. Interesting and rare topographical map of Rome on which are shown the interventions planned by the French Administration, concerning the enlargement of the port of Ripetta, the construction of embankments on the Tiber, the arrangement of Piazza del Popolo and the ascent to the Pincio. The plan is based on the work of Philippe Camille De Tournon, who created it under the French administration in about 1814, but it was published 15 years later. On the left "Explanation of some signs that can be seen in the plan" and the Index of the most remarkable monuments; on the right, the list of the XIV Rioni Etching and engraving, printed on 20 plates of about 15.7 x 14.4 cm, mounted on canvas, in excellent condition. Original case in red cardboard. Marigliani, 231.‎

‎BRUN Giovanni (Roma 1745 - 1800)‎

‎Urbis Ichnographiam A Leonardo Bufalino‎

‎Urbis Ichnographiam A Leonardo Bufalino Ligneis formis Evulgatam Servata Proportione contractam Atq. Aeri incsam Jo. Bapta. Nolli. . Pianta geometrica con elevazione, pubblicata a Roma dalla tipografia di Carlo Losi nel 1785. Si tratta di una rielaborazione, senza alcun aggiornamento, dell'importante rilievo di Leonardo Bufalini (1551), riportato in voga da Giovan Battista Nolli nel 1748. La legenda di 307 rimandi in latino è ripesa proprio dalla riduzione di Nolli, e ne dimostra la diretta derivazione. T "La pianta di Roma di Leonardo Bufalini è la prima rappresentazione coerente della città e la più importante raffigurazione ortogonale fino alla pianta grande di Giambattista Nolli (1748). Bufalini si occupò di tutte le fasi della sua realizzazione, dal rilievo all’incisione, impiegando un lungo tempo: sette anni, secondo Onofrio Panvinio, venti secondo l’editore Antonio Trevisi. La Pianta di Roma fu stampata presso il tipografo Antonio Blado il 26 maggio 1551 a Roma, con privilegio decennale della Repubblica di Venezia e la dedica a Carlo V e a papa Giulio III. Si tratta di un’opera monumentale: una xilografia in dodici fogli e quattro strisce laterali. Nessun esemplare della prima edizione è noto; se ne conoscono solo tre della seconda edizione, pubblicata sempre a Roma, dall’editore Antonio Trevisi da Lecce, due conservati alla Biblioteca Vaticana (di cui uno incompleto) e un terzo alla British Library di Londra. Sebbene la pianta sia basata su rilievi effettuati dall’autore con grande perizia, non mancano elementi di fantasia: molti monumenti antichi sono stati aggiunti, completati e ricostruiti liberamente. Del resto, è lo stesso autore a sottolineare questa ambivalenza, dichiarando di voler presentare “la città che oggi è abitata…aggiungendo la [città] antica, un tempo sovrana del mondo…” Bufalini incluse nella pianta anche un autoritratto in cui è raffigurato con in mano il compasso a due punte, mentre a sinistra sono rappresentati i suoi strumenti di lavoro, fra cui la squadra e la bussola nautica. Per una più completa trattazione degli strumenti di misurazione utilizzati e per l’accuratezza della pianta bufaliniana si rimanda ai numerosi studi pubblicati. La fonte primaria utilizzata da Bufalini è la Roma antica di Bartolomeo Marliano, inserita nella sua Urbis Romae Topographia, che ha lo stesso orientamento e la stessa precisione nei particolari. Fin dalla sua pubblicazione nel 1551, la pianta del Bufalini esercitò una notevole influenza sulle successive piante della città fino al 1748, anno in cui Giambattista Nolli ne pubblicò una copia ridotta insieme alla sua pianta grande, che si impose quale nuovo modello" (cfr. B/R p. 2372). Nel margine inferiore, la sottoscrizione dell'editore C. Losi e, nell'angolo opposto, quella dell'incisore Giovanni Brun. In basso, a sinistra, il Pantheon e il Foro di Nerva; a destra, l'arco di Giano quadrifronte. Acquaforte e bulino, impressi su carta vergata coeva, applicata su tela, più volte ripiegata. Astuccio di custodia originale, in cartonato. In ottimo stato di conservazione. Geometric plan with elevation, published in Rome by Carlo Losi in 1785 and engraved by Giovanni Brun. It is a reworking, without any updating, of the important relief by Leonardo Bufalini (1551), brought back by Giovan Battista Nolli in 1748. The key-legend of 307 references in Latin is taken from Nolli's reduction, and demonstrates its direct derivation.  Leonardo Bufalini's map of Rome is the first coherent representation of the city and the most important orthogonal representation up to the large plan by Giambattista Nolli (1748). Bufalini took care of all the phases of its realization, from relief to engraving, using a long time: seven years, according to Onofrio Panvinio, twenty according to the publisher Antonio Trevisi. The Map of Rome was printed at the typographer Antonio Blado on May 26, 1551 in Rome, with the ten-year privilege of the Republic of Venice and dedicates it to Charles V and Pope Julius III. It is a monumental work: a woodcut in twelve sheets and four lateral strips.  Although the map is based on reliefs made by the author, there is no lack of elements of fantasy: many ancient monuments have been added, completed and rebuilt freely.  The primary source used by Bufalini is Bartolomeo Marliano's ancient Rome, inserted in his Urbis Romae Topographia, which has the same orientation and the same precision in detail. Since its publication in 1551, Bufalini's map exerted a notable influence on the subsequent plans of the city until 1748, the year in which Giambattista Nolli published a reduced copy together with his large plan, which became the new model. Below, left, the Pantheon and the Forum of Nerva; right, the four-sided Arch of Janus. Etching and engraving, printed on contemporary laid paper, applied to cloth, folded several times. Original slipcase, in hardback. In excellent state of preservation. Hulsen, p. 40, d. Per la pianta del Bufalini: Bifolco/Ronca (2018), Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, pp. 2372-73, tav. 1221.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Statilij Tauri Amphiteatru [m]…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Pars Fori Traiani…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Porticus Antonin et Faustinae…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Porticus Antonini Pij Imp. Inter Sciarrae Pantheonisq[ue] plateas…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Pars alia eiusdem Fori Traiani Imp.‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Hoc quid sit ignoratur. Quidam tamen putant esse partem Curiae Hostiliae in qua Hostilius Rex habitavit..‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Foori Romani pars, quae respicit Capitolium…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Ductus acquae fontium Caerulei et Curtij..hodie porta Maior appellatur‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Arcus marmoreus in Foro Boario…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Iunonis Templum sive Mercurij ut quidam scripserunt, incendio consumptum, et restitutum a Septimio Imp(eratore)…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Templum olim Vestae in ripa Tiberis a Numa rege circulari forma nunc D. Stephano dicatum‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato ai margini e applicato su un un secondo foglio di carta vergata, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed to the platemark, placed onto a second sheet. In good condition.‎

‎SCHEDEL Hartmann (Norimberga 1440 - ivi 1514)‎

‎Roma‎

‎Veduta panoramica della città tratta dal celebre Liber Cronicarum del 1493."E' la più nota immagine di Roma data alle stampe alla fine del '400. Essendo stata inserita nella fortunatissima opera di Hartman Schedel comunemente nota con il nome di Cronaca di Norimberga può dirsi senz'altro comune. Si tratta di una derivazione dal prototipo comune a tutte le piante medioevali di Roma e noto come panorama di Mantova, a sua volta ripreso da un presunto ma tuttora sconosciuto panorama inciso nella bottega di Francesco Rosselli verso il 1485. La città è vista da nord-est a volo dìuccello per porre in evidenza la zona Vaticana oggetto di vari lavori tra cui le spine di Borgo, il Belvedere (1485/87), il Santo Spirito ed il palazzo del Papa. Sono inoltre riconoscibili le realizzazioni di Santa Maria del Popolo e ponte Sisto. Tra le antichità spiccano il Pantheon, il Colosseo, la colonna Antonina ed in primo piano i Dioscuri nella originaria collocazione presso le terme di Diocleziano. Manca curiosamente l'Isola Tiberina" (cfr. Marigliani p. 117).La monumentale opera di Schedel, il Liber Cronicarum, rappresenta uno “dei più straordinari lavori mai realizzati” dall’editoria del XV secolo. Gli incisori erano Michael Wolgemut, famoso maestro di Albrecht Dürer, e il figliastro Wilhelm Pleydenwurff. Wolgemut fu il tutore di Albrecht Dürer tra il 1486 e il 1490; recenti studi hanno dimostrato come Durer abbia collaborato alla realizzazione di quest’opera, poiché alcuni dei tratti hanno somiglianze stupefacenti con quelli dell’Apocalisse; alcune opere sono infatti attribuite al maestro di Norimberga. La stampa venne supervisionata dal grande stampatore Anton Koberger, le cui opere erano famose in tutta Europa. Xilografia, finemente colorata a mano, consuete tracce di restauro alla piega centrale, nel complesso in ottimo stato di conservazione.BibliografiaA. P. Frutaz, "Le piante di Roma", XCVI; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", n. 8; M. Gori Sassoli (a cura di), "Roma Veduta" p. 139, n. 5; Scaccia Scarafoni, "Le Piante di Roma", n. 125. It is the most famous image of Rome given to the prints at the end of '400. Having been inserted in the very fortunate work of Hartman Schedel commonly known with the name of Chronicle of Nuremberg can be said without doubt common. It is a derivation from the prototype common to all the medieval map of Rome and known as the Mantua panorama, in turn taken from a presumed but still unknown panorama engraved in the workshop of Francesco Rosselli around 1485. The city is seen from the northeast in a bird's eye view to highlight the Vatican area which has been the subject of various works including the Borgo thorns, the Belvedere (1485/87), the Santo Spirito and the Pope's palace. Also recognizable are the realizations of Santa Maria del Popolo and Ponte Sisto. Among the antiquities stand out the Pantheon, the Colosseum, the Antonine column and in the foreground the Dioscuri in the original location near the Baths of Diocletian. The Tiber Island is curiously missing. (see Marigliani p. 117).Schedel's monumental Liber Cronicarum was “one of the most extraordinary works ever produced” The woodblock cutters were Michael Wolgemut, the well-known teacher of Albrecht Dürer, and his stepson Wilhelm Pleydenwurff. Wohlgemut was Albrecht Dürer's tutor between 1486-90 and recent scholarship has shown, Albrecht Dürer may also have collaborated, since some of the cuts bear a remarkably close resemblance to the Apocalypse illustrations. The printing was carried out under the supervision of the great scholar-printer Anton Koberger, whose printing were famous throughout Europe. Woodcut, fine hand colouring, in good condition.BibliografiaA. P. Frutaz, "Le piante di Roma", XCVI; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", n. 8; M. Gori Sassoli (a cura di), "Roma Veduta" p. 139, n. 5; Scaccia Scarafoni, "Le Piante di Roma", n. 125.‎

‎VOLPATO Giovanni (Angarano di Bassano, 1740 - Roma, 1803)‎

‎Veduta della piazza della Sacrosanta Basilica Lateranense‎

‎Veduta della piazza e basilica di San Giovanni in Laternao, incisa da Giovanni Volpato su disegno di Francesco Panini. L'opera appartiene ad una serie di vedute di Roma stampate nella seconda metà del '700 per volere del Panini, che si avvalse della collaborazione dei migliori incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Le tavole vengono stampate dalla Calcografia della Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini o Pannini (Roma 1738 - 10 aprile 1800) si formò con il padre Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Roma, 1765) e ne proseguì l'attività vedutistica dedicandosi in modo particolare a realizzare raffinate opere su carta. In effetti, la scarsa attenzione critica a lui dedicata, tradisce la reale portata storica del pittore, che è da considerare tra i migliori interpreti della grafica settecentesca. La sua produzione, infatti, pur perpetuando una precisa tradizione riesce a esprimere un vero e proprio rinnovamento in chiave neoclassica. Dimostrandosi un abile prospettico, Panini fu elogiato dal Mariette e gli autori del 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani e Carlo Antonini lo annoverano tra i pochi illustri prospettici e quale esempio per gli studiosi di architettura. Ma la produzione dell'artista conta altresì diverse imprese a fresco come la decorazione di Villa Albani, del piano nobile del Palazzo Cesarini Sforza e in Palazzo Doria, per conto del Cardinale Antonio Maria dipinse nel 1794 degli eleganti pannelli a grottesche.  A lui si devono, con tutta probabilità, molte delle opere di collezioni pubbliche e private considerate della ‘scuola di Panini’ o ‘cerchia di Panini’ se non dello stesso Panini, e ciò pone un problema non piccolo per il catalogo dell’artista anche negli anni della maturità. Al contrario del padre Giovanni Paolo, uno dei più celebri e apprezzati pittori settecenteschi, Francesco Panini è stato oggetto di pochi studi. I dipinti e i disegni che oggi vengono riconosciuti alla sua mano mostrano vedute della Roma antica o di quella a lui contemporanea dove elaborate e grandiose architetture sono animate da piccole ed eleganti figure, proprio come nel foglio qui offerto. Una sua serie di acquarelli con Vedute di San Pietro è conservata presso il Dipartimento di Arti Grafiche del Louvre: tra queste è presente la stessa raffigurazione del prospetto principale della basilica vaticana se pur con un punto di vista più ravvicinato. L’attività indipendente di Francesco, pur sempre nel solco del genitore, riguardò soprattutto disegni con vedute romane per importanti incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Acquaforte e bulino, stampata su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Roma 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224. View of the church of San Giovanni in Laterano, engraved by Giovanni Volpato after a drawing by Francesco Panini. The work belongs to a series of views of Rome printed in the second half of the 18th century at the behest of Panini, who availed himself of the collaboration of the best engravers of the time: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani, Volpato and many others. The plates are printed by the Calcografia of Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini or Pannini (Rome 1738 - April 10, 1800) trained with his father Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Rome, 1765) and continued the activity of vedutistica devoting himself in particular to the realization of refined works on paper. In fact, the scarce critical attention dedicated to him, betrays the real historical importance of the painter, who is to be considered among the best interpreters of eighteenth-century graphics. His production, in fact, while perpetuating a precise tradition manages to express a real renewal in a neoclassical key. Proving to be an able perspective artist, Panini was praised by Mariette and the authors of the 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani and Carlo Antonini counted him among the few illustrious perspective artists and as an example for the scholars of architecture. But the production of the artist also counts several works in fresco as the decoration of Villa Albani, the main floor of the Palazzo Cesarini Sforza and Palazzo Doria, on behalf of Cardinal Antonio Maria painted in 1794 of the elegant grotesque panels.  To him we owe, in all probability, many of the works in public and private collections considered to be of the 'school of Panini' or 'circle of Panini' if not of Panini himself, and this poses no small problem for the artist's catalog even in his mature years. Contrary to his father Giovanni Paolo, one of the most famous and appreciated 18th century painters, Francesco Panini has been the object of few studies. The paintings and drawings that today are attributed to his hand show views of ancient Rome or of that contemporary to him where elaborate and grandiose architectures are animated by small and elegant figures, just as in the sheet offered here. A series of his watercolors with views of St. Peter's is preserved in the Department of Graphic Arts of the Louvre: among them is the same depiction of the main facade of the Vatican basilica, albeit with a closer point of view. Etching and engraving, printed on contemporary laid paper, with margins, in excellent condition. Literature L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Rome 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224.‎

‎VOLPATO Giovanni (Angarano di Bassano, 1740 - Roma, 1803)‎

‎Veduta del Tempio della Pace e di S. Francesca Romana‎

‎Ampia e dinamica veduta della Basilica di Massenzio e della Chiesa di S. Francesca Romana, nell'area del Foro e Tempio della Pace, incisa da Giovanni Volpato su disegno di Francesco Panini. Pubblicata a cura della Calcografia Camerale nel 1774.L'incisione fa parte di una serie di 37 vedute che la Calcografia Camerale commisionò a Francesco Panini tra il 1763 e il 1779. Incise da diversi artisti, le tavole circolarono separatamente. L'opera appartiene ad una serie di vedute di Roma stampate nella seconda metà del '700 per volere del Panini, che si avvalse della collaborazione dei migliori incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Le tavole vengono stampate dalla Calcografia della Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini o Pannini (Roma 1738 - 10 aprile 1800) si formò con il padre Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Roma, 1765) e ne proseguì l'attività vedutistica dedicandosi in modo particolare a realizzare raffinate opere su carta. In effetti, la scarsa attenzione critica a lui dedicata, tradisce la reale portata storica del pittore, che è da considerare tra i migliori interpreti della grafica settecentesca. La sua produzione, infatti, pur perpetuando una precisa tradizione riesce a esprimere un vero e proprio rinnovamento in chiave neoclassica. Dimostrandosi un abile prospettico, Panini fu elogiato dal Mariette e gli autori del 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani e Carlo Antonini lo annoverano tra i pochi illustri prospettici e quale esempio per gli studiosi di architettura. Ma la produzione dell'artista conta altresì diverse imprese a fresco come la decorazione di Villa Albani, del piano nobile del Palazzo Cesarini Sforza e in Palazzo Doria, per conto del Cardinale Antonio Maria dipinse nel 1794 degli eleganti pannelli a grottesche.  A lui si devono, con tutta probabilità, molte delle opere di collezioni pubbliche e private considerate della ‘scuola di Panini’ o ‘cerchia di Panini’ se non dello stesso Panini, e ciò pone un problema non piccolo per il catalogo dell’artista anche negli anni della maturità. Al contrario del padre Giovanni Paolo, uno dei più celebri e apprezzati pittori settecenteschi, Francesco Panini è stato oggetto di pochi studi. I dipinti e i disegni che oggi vengono riconosciuti alla sua mano mostrano vedute della Roma antica o di quella a lui contemporanea dove elaborate e grandiose architetture sono animate da piccole ed eleganti figure, proprio come nel foglio qui offerto. Una sua serie di acquarelli con Vedute di San Pietro è conservata presso il Dipartimento di Arti Grafiche del Louvre: tra queste è presente la stessa raffigurazione del prospetto principale della basilica vaticana se pur con un punto di vista più ravvicinato. L’attività indipendente di Francesco, pur sempre nel solco del genitore, riguardò soprattutto disegni con vedute romane per importanti incisori dell’epoca: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani e Volpato. Acquaforte e bulino, stampata su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Roma 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224. Acquaforte, resatauro all'angolo inferiore sinistro perfettamente eseguito, per il resto in ottimo stato di conservazione. Large view engraving by Giovanni Volpato, after Francesco Panini, representing the Temple of the Peace and the church of Santa Francesca Romana.  The work belongs to a series of views of Rome printed in the second half of the 18th century at the behest of Panini, who availed himself of the collaboration of the best engravers of the time: Vasi, Antonini, Barbazza, Cigni, Montagu, Polanzani, Volpato and many others. The plates are printed by the Calcografia of Reverenda Camera Apostolica. Francesco Panini or Pannini (Rome 1738 - April 10, 1800) trained with his father Giovanni Paolo (Piacenza, 1691 - Rome, 1765) and continued the activity of vedutistica devoting himself in particular to the realization of refined works on paper. In fact, the scarce critical attention dedicated to him, betrays the real historical importance of the painter, who is to be considered among the best interpreters of eighteenth-century graphics. His production, in fact, while perpetuating a precise tradition manages to express a real renewal in a neoclassical key. Proving to be an able perspective artist, Panini was praised by Mariette and the authors of the 'Vignola illustrato' Giambattista Spampani and Carlo Antonini counted him among the few illustrious perspective artists and as an example for the scholars of architecture. But the production of the artist also counts several works in fresco as the decoration of Villa Albani, the main floor of the Palazzo Cesarini Sforza and Palazzo Doria, on behalf of Cardinal Antonio Maria painted in 1794 of the elegant grotesque panels.  To him we owe, in all probability, many of the works in public and private collections considered to be of the 'school of Panini' or 'circle of Panini' if not of Panini himself, and this poses no small problem for the artist's catalog even in his mature years. Contrary to his father Giovanni Paolo, one of the most famous and appreciated 18th century painters, Francesco Panini has been the object of few studies. The paintings and drawings that today are attributed to his hand show views of ancient Rome or of that contemporary to him where elaborate and grandiose architectures are animated by small and elegant figures, just as in the sheet offered here. A series of his watercolors with views of St. Peter's is preserved in the Department of Graphic Arts of the Louvre: among them is the same depiction of the main facade of the Vatican basilica, albeit with a closer point of view. Etching and engraving, printed on contemporary laid paper, with margins, in excellent condition. Literature L. Salerno, 'I pittori di vedute in Italia', Rome 1991, pp. 290-291; M. Celeste Cola, 'L'inventario di Francesco Pannini, dipinti, disegni e contorni nello studio di Palazzo Moroni', Pisa 2012, pp. 199-224.‎

‎DANKERTS Justus (1635-1701)‎

‎Roma‎

‎Rara veduta prospettiva della città vista da Monte Mario. L'incisione è tratta dalla veduta incisa da Dominique Barriere nel 1649, rispetto alla quale risulta in controparte. "In alto, sopra il titolo, si vede lo stemma SPQR sormontato da una corona. IN basso a sinistra 12 righe di testo ed a destra una legenda di 42 numeri. Solo San Pietro è riconoscibile (neppure Castel Sant'Angelo lo è) da cui si deduce che la veduta è stata copiata e non realizzata dal vero; a conferma di questo la rappresentazione in controparte. Il prototipo da cui è tratta è la veduta incisa da Dominique Barriere nel 1649 con la quale peraltro coincidono anche i numeri e le voci di legenda. Già il De Jonghe aveva comunque realizzato nel 1665 una derivazione assai fedele del panorama del Barriere ed è probabile che a questa si sia rifatto il Dankerts" (cfr. Marigliani p. 211). Incisione su rame, in buono stato di conservazione.Non censita dai principali repertori. Rare perspective view of the city seen from Monte Mario. The panroama is taken from the view engraved by Dominique Barriere in 1649, to which it is in counterpart.  At the top, above the title, we see the coat of arms SPQR surmounted by a crown. At the bottom left 12 lines of text and at the right a 42-number legend. Only St. Peter's is recognisable (not even Castel Sant'Angelo is recognisable) from which we deduce that the view was copied and not made from life; this is confirmed by the representation in counterpart. The prototype from which it is taken is the view engraved by Dominique Barriere in 1649, with which, moreover, the numbers and items in the legend also coincide. De Jonghe had already made a very faithful derivation of Barriere's view in 1665, and it is likely that Dankerts drew on it (cf. Marigliani p. 211). Engraving on copper, in a good state of preservation. Not listed in the main repertories.  C. Marigliani, Le Piante di Roma…, p. 211, n. 117.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Porticus Antonini et Faustinae…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper. In very good condition.‎

‎CAVALIERI Giovanni Battista de’ (1525-1601)‎

‎Ampitheatru[m] vulgo Colosseum a Neronis colosso…‎

‎Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio. Incisione su rame, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, rifilato alla linea marginale, in buono stato di conservazione. View from Urbis Romae aedificiorum illustriumquae [...] supersunt reliquiae summa cum diligentia Joanne Antonio Dosio iron stylus ut hodie cernuntur descriptae et Jo Baptista de Cavaleriis Aeneis tabulis incisis repraesentatae," collection of ancient Roman buildings published by Cavalleris in 1569 after drawings by the architect and sculptor Giovanni Antonio Dosio. Etching and engraving, printed on a sheet of contemporary laid paper, trimmed close to the platemark. In very good condition.‎

‎LAFRERI Antonio (Orgelet 1512 - Roma 1577)‎

‎Rome, Ville tres fameuse…‎

‎Rarissima ristampa della lastra anonima - attribuita ad Antonio Lafreri  e databile al 1555/60. Esemplare nel terzo stato di quattro descritto e illustrato in Bifolco-Ronca, pagina 2377.In alto a sinistra l’iscrizione Urbis Rome totius olim orbis domitricis, situs: cum adhuc extantibus, sacrosancte vetustatis monumentis PIRRHO LIGORIO NEAP. INVENTOR. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCCIDENS, il nord a sinistra.Anonima pianta prospettica della città, basata sulla pianta di Pirro Ligorio, edita da Michele Tramezzini nel 1552. La pianta è inserita in alcuni esemplari dello Speculum Romanae Magnificentiae di Antonio Lafreri, al quale pertanto viene attribuita. Il grande interesse storico di questa pianta non è dato dall’opera stessa, una semplice copia del lavoro del Ligorio, ma è rappresentato dalle tirature successive di questa lastra. Il secondo stato, databile alla seconda metà del XVII secolo, è completamente emendato ed arricchito da toponomastica in lingua francese. Viene inserita anche una lunga descrizione della città, sempre in lingua francese. E’ noto che, alla morte di Antonio Lafreri (1577), i due terzi delle lastre furono divisi tra i nipoti Stefano e Claudio Duchetti. Il restante terzo venne suddiviso tra più editori. Questa lastra quindi potrebbe avere preso la via di Parigi, dove venne ristampata circa un secolo dopo. In alternativa la carta potrebbe essere stampata Roma ed emendata in lingua francese. Tale edizione viene descritta da Hülsen (1915), che la annovera tra le “Copie e ristampe”, come "Incisa nel sec. XVII ex.ovvero XVIII. Ne vidi una copia presso il sig. Lang nel 1914" (la libreria antiquaria Lang di Roma). Un altro esemplare, che tuttavia potrebbe essere lo stesso citato da Hülsen, è descritto nella biblioteca della British School of Rome, appartenuto alla celebre collezione di Thomas Ashby (1874-1931), direttore dell’accademia dal 1906 al 1925. Sempre Hülsen cataloga lo stato finale dell’opera, con l’indirizzo dell’editore francese Francois Jollain. Acquaforte e bulino, stampata su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo (2018): pp. 2376-77, tav. 1123, III/IV; Frutaz (1962): n. XVI e tav. 25; Hülsen (1915): II, p. 42, n. 11 e p. 43, nn. 13-14; Karrow (1993): n. 51/1.1; Marigliani (2007): n. 36; Marigliani (2016): n. XI.5. A very rare map of the city, published in Paris in the mid-seventeenth century using the plate made in Rome by Antonio Lafreri.Example of the third state of four.The map is based on that of Pirro Ligorio, 1552, edited by Michele Tramezini in Rome, and its subsequent and numerous variants.The only example known today of this map is in the library of the British School of Rome, belonged to the famous collection of Thomas Ashby (1874-1931), director of the British School at Rome from 1906 to 1925.For the stile of type this work can be attributed to the French publisher Francois Jollain. The plate appears to be yet more ancient, even '500, to which were added numerous inscriptions in French, starting from the extensive description in the bottom right corner.Copper engraving, perfect condition. An extremely rare work.LiteratureBifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo (2018): pp. 2376-77, tav. 1123, III/IV;Frutaz (1962): n. XVI e tav. 25; Hülsen (1915): II, p. 42, n. 11 e p. 43, nn. 13-14; Karrow (1993): n. 51/1.1; Marigliani (2007): n. 36; Marigliani (2016): n. XI.5. Frutaz (1962): n. XVI e tav. 25; Hülsen (1915): II, p. 42, n. 11 e p. 43, nn. 13-14; Karrow (1993): n. 51/1.1; Marigliani (2007): n. 36; Marigliani (2016): n. XI.5. DI ROMA DAL 1551 AL 1748, (1915) 43e.‎

‎DUPERAC Etienne (1525-1604)‎

‎Vestigii delle Terme di Antonino Caracalla, della parte dentro qualle era un Atriolo…‎

‎Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Casino della Villa Peretti sulla Piazza di Termini‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nel 1772. La presente tavola è la num. 194 dell'opera e - come riporta l'iscrizione, raffigura anche 1) Portone d'ingresso della Villa; 2) Casino principale; 3)Abitazione per la Famiglia, Fienili e Rimesse; 4) Rovine delle Terme di Diocleziano.Villa Montalto Peretti è appartiene ai monumenti della Roma: nel 1888 fu, infatti, rasa a suolo durante i lavori per la costruzione della Stazione Termini. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.  View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna , edited in 1772. This in the plate n. 194 In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Main entrance; 2) Main Casino; 3) Buildings for the servants, hay-lofts and coach-houses; 4) Ruins of Terme di Diocleziano.In 1888 the casino of Villa Peretti and the long sequence of low buildings on its northern side were pulled down to make the railway station - Termini. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Secondo prospetto del Casino di Villa Madama‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Veduta tratta dalla prima edizione della monumentale opera. La presente tavola è la num. 185 del X volume. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.  View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. This in the plate n. 185, book X. Giuseppe Vasi dedicated two etchings to Villa Madama because he found the site in such poor condition that he decided to leave a detailed record of the casino designed by Raphael. The villa is named after Margaret, natural daughter of Emperor Charles V and wife of Ottavio Farnese, grandson of Pope Paul III. In the first etching Vasi showed the southern side of the casino which faces Rome, while the second one was dedicated to the elegant loggia facing north and having a view over the countryside and Ponte Milvio. In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Loggia decorated by Giulio Romano; 2) peschiera (a fountain with fish); 3) side towards the hill (Monte Mario).Etching, in very good condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Porta S. Spirito‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla prima edizione della monumentale opera.  La presente tavola è la num. 15 del I volume e - come riporta l'iscrizione, raffigura anche: 1 Campanile della Chiesa di S. Spirito in Sassia 2 Casino della Villa Barberini 3. Salita di S. OnofrioAcquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.    From the first edition of Vasi's Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. This in the plate n. 15, book I.In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Bell tower of S. Spirito in Sassia; 2) Casino della Villa Barberini; 3) Street leading to S. Onofrio. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 81‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Porta Fabrica‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nella seconda metà del '700. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. From the second edition of Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna, published in 1772.This in the plate n. 17In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Basilica Vaticana (S. Pietro); 2) Small Dome of Cappella Clementina); 3) Cavalry Barracks near Porta Cavalleggeri; 4) Hill of Sant' Onofrio, a section of the Janiculum. Porta Fabrica was closed in 1870 when Pope Pius IX retired to the Vatican after the Italian troops had entered Rome. The gate was walled; because the ground was raised in order to build a modern road leading to new developments along Via Aurelia, today only its upper section is barely visible. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. ‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Palazzo S. Marco della Sereniss. Rep. Di Venezia‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla prima edizione della monumentale opera.  La presente tavola è la num. 65 del IV volume e - come riporta l'iscrizione, raffigura anche 1) Palazzo Bolognetti; 2) Torre sul Campidoglio; 3) Strada di Macel de' Corvi (demolita per la realizzazione del Vittoriano) ; 4) Parte del Palazzo Venezia con Giardino pensile; 5) Cappella della Beata Vergine. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.    From the first edition of Vasi's Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. This in the plate n. 65, book IV.In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Palazzo Bolognetti; 2) Torre sul Campidoglio; 3) Strada di Macel de' Corvi (does not exist any longer); 4) Palazzetto Venezia; 5) Cappella della Beata Vergine. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 145‎

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