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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Chiesa di S. Domenico col Monastero delle Monache dell'ordine dell'istesso Santo a Monte Magnanapoli sul' quirinale la facci
Splendida e accurata veduta della chiesa oggi detta dei SS. Domenico e Sisto, con l'adiacente monastero, in Largo Angelicum (via Panisperna). La chiesa fu costruita per volere di Pio V, dedicata al fondatore dell'Ordine dei Domenicani, S.Domenico. insieme all'annesso convento, a seguito delle insistenti suppliche delle Suore Domenicane, desiderose di lasciare il monastero di S.Sisto situato in un luogo infestato dalla malaria. Finalmente nel 1575 le Suore si trasferirono in questa chiesa, anche se non ancora ultimata, denominata poi S.Sisto Nuovo. Gli artefici di quest'opera furono Giacomo Della Porta, Nicola Torriani, Orazio Torriani e Vincenzo Della Greca, che terminò la facciata nel 1655. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667). Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. A beautiful view of the church of SS. Domenico e Sisto. The construction of the church spanned almost a century from 1569 when Pope Pius V, a Dominican himself, funded the purchase of the land to 1664, when the elegant staircase was completed. The church and the adjoining nunnery were meant to be a new residence for the nuns of S. Sisto (Vecchio) which was situated in an unhealthy location. Pope Gregory XIII promoted the restoration of the old nunnery, thus slowing the construction of the new one. Work resumed in 1609 and it was completed by Vincenzo Della Greca and his son Felice. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Chiesa dedicata a S. Nicolò da Tolentino tra il Quirinale et Porta Salaria la facciata archietturadi Gio. Maria Baratta
L'incisione è dedicata alla chiesa di S. Nicola da Tolentino, sita nell'omonima strada che collega piazza Barberini a via di S. Susanna. La chiesa fu edificata nel 1599, isolata tra vigne e giardini, per ospitare i novizi dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi, creato in quello stesso anno da papa Clemente VIII. I lavori, iniziati nel 1620, furono terminati solo 1654, da Giovanni Maria Baratta. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Chiesa di Santa Maria Liberatirice in Campo Vaccino
Questa incisione del Falda è un prezioso documento della Roma Sparita: la chiesa di S. Maria Liberatrice, infatti, è stata demolita nel 1902 nell'ambito degli scavi archeologici per riportare alla luce i resti della basilica paleocristiana di "S.Maria Antiqua" su cui la chiesa era stata costruita nel 1617. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII.Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Santa Maria Liberatrice al Foro Romano was built by Onorio Longhi in 1617 over the early Christian church of S. Maria Antiqua. The Curch demolished in the late19th century to make way for the Forum excavations. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Chiesa di S. Girolamo della Natione de' Schiav.oni nella regione di Campo Marzo a Ripetta. Achitettura di Martino Lunghi il
Bella veduta della chiesa di San Girolamo degli Schiavoni, anche nota come degli Illirici o dei Croati, che sorge presso via di Ripetta. Venne annessa all’ospizio creato per accogliere i profughi provenienti dall’Illiria e dalla Slovenia donato da Nicolò V alla Congregazione degli Schiavoni (altra forma per Slavoni). Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667). Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Beautiful view Saint Jerome of the Croats is the national Catholic church of Croatia on Via Tomacelli in the Campus Martius of Rome. It is also known as St Jerome of the "Illyrians", and was formerly known as San Girolamo degli "Schiavoni", St Jerome of the Slavs. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Altra veduta della piazza di m(on)te Giordano ampliata da N.Sig.Papa Alessandro VII
Bella veduta della piazza dell'Orologio, detta di Monte Giordano, dopo i lavori di ampliamento promossi da papa Alessandro VII. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Beautiful view of Piazza dell'Orologio, called of Monte Giordano, after the works sponsored by pope Alexander VII. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Archiospedale Apostolico di S. Spirito in Sassia
L'incisione raffigura l'ospedale di S. Spirito in Sassia dopo la ristrutturazione voluta da papa Alessandro VII e affidata al Bernini, che rinnovò il Braccio vecchio - anche noto come Corsia Sistina - e il portone. Il Braccio Nuovo fu realizzato dal Fuga, sempre col medesimo disegno del Bernini, sotto il Pontificato di Benedetto XIV. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. The etching shows the hospital of S. Spirito with the new portal and the the Braccio vecchio (old ward) restored by Bernini. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Sepolcro e Piramide di C. Cestio ristaurata da N. S. Papa Alessandro VII
Splendida veduta della Piramide Cestia - costruita da Caio Cestio come sua grandiosa sepoltura intorno al 20 a.C, qui raffigurata dopo l'intervento di restauro promosso da papa Alessandro VII che stanziò 5 mila scudi per il suo restauro, nel 1659 e completato nel 1663. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. A magnificient view of the Piramide di Caio Cestio, after the excavation and restoration sponsored by pope Alexander VII in 1663. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Castello e Fonte dell' Acqua Acetosa celebre per la salubrità sua fuori della Porta del Popolo sopra la riua del Tevere fat
Splendida veduta della Fontana-Ninfeo dell'Acqua Acetosa che papa Alessandro VII (Fabio Chigi 1655 - 1667) commissionò al Bernini, in luogo della più semplice fonte preesistente. L'opera, un’esedra al cui centro da tre bocche usciva l’acqua fu inaugurata nel 1621. Una lapide sormontata dallo stemma della famiglia Chigi, ne ricorda l’avvenimento: Alexander VII P.M. / Ut acidulae salubritatem / Nitidius hauriendi copia / Loci amoenitas commendaret / Repurgato fonte / Additis ampliori aedificatione salientibus / Umbraque arborum inducta / Publicae utilitati consuluit A.S. MDCLXI Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. A beautiful of the Acqua Acetosa fountain. At the beginning of the 17th century (1613) Pope Paolo V. Borghese (1605-1621) had built a simple fountain in the country along the right bank of the Tiber near Tor di Quinto where there was a spring of aciduous- ferruginous water considered to be healthy for kidneys, stomach, liver, spleen and many other illnesses. It was, however, Pope Alessandro VII who commissioned to Bernini the beautiful all-enclosing water-lily fountain that still exists today. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Le Chiese di Roma Nuovamente disegnate in prospettiva et intagliate da Gio. Batta. Falda
Frontespizio allegorico del terzo volume de Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667). Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Title page of the third volume of " Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII…". Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Collegio de Propaganda Fide
Bella veduta che mostra la facciata del Collegio di Propaganda Fide, tra piazza di Spagna e la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, completata dal Borromini sotto il pontificato di papa Alessandro VII. All'interno dell'edificio si trova la chiesa dei Re Magi: nel 1634 papa Urbano VIII Barberini, protettore del sacro collegio, aveva incaricato Gian Lorenzo Bernini di costruire la prima versione della chiesa. Lo scultore-architetto la realizzò in cinque anni.Dopo la morte di papa Urbano VIII, la Congregazione volle ampliare, per le accresciute esigenze, lo spazio a sua disposizione verso Sant’Andrea delle Fratte e il papa dell’epoca, Innocenzo X Pamphilj, ostile a Bernini, dopo aver nominato, nel 1646, architetto del collegio il suo eterno antagonista, Francesco Borromini, lo incaricò di ristrutturare l’intero complesso, chiesa compresa. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667). Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Beautiful view of the Collegio di Propaganda Fide and church of Re Magi.The building is located in the Rione Trevi, at the southern end of Piazza di Spagna. Its southern facade is in front of the basilica Sant'Andrea delle Fratte, whose cupola and the bell were the work of Borromini. The main facade was created by Bernini (1644), and the front side of the via di Propaganda by Borromini (1646). This setting aside of Bernini's work was a request of Pope Innocent X, who preferred Borromini's style. The work was completed in 1667, under pope Alexander VII. The building houses the chapel of the Biblical Magi, built by Borromini. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)
Chiesa da Santa Maria in via Lata sula Via del' Corso fatta da N.S.Papa Alessandro VII
Bella veduta che mostra la nuova facciata di Santa Maria in via Lata. Tra il 1658 e il 1665, Pietro da Cortona è chiamato a dare un volto monumentale al “tempio della Vergine” sul Corso, su commissione di papa Alessandro VII. Lata era il vecchio nome di via del Corso, che fin dall'età classica collegava la porta del Popolo con la zona di piazza Venezia. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. The beautiful etching shows the new façade of the church of S. Maria in via Lata, that was built between 1658 and 1663 by Pope Alexander VII. It was designed by Pietro da Cortona. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.
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Münster Sebastian (1488 - 1552)
(Roma)
Tavola tratta dalla Cosmographiae Universalis, edizione in tedesco, Basilea, seconda metà del XVI secolo.La Cosmographiae Universalis di Sebastian Münster (1488-1552), stampata per la prima volta Basilea nel 1544 dall’editore Heinrich Petri, venne più volte aggiornata e aumentata di nuove carte geografiche e rappresentazioni urbane nelle sue numerose edizioni che arrivano all’inizio del secolo successivo. Münster aveva lavorato a raccogliere informazioni al fine di ottenere un'opera che non deludesse le aspettative e, dopo un'ulteriore pubblicazione in tedesco abbellita da 910 stampe su legno, giunse nel 1550 all'edizione definitiva in latino, illustrata da 970 silografie. Vi furono poi numerose edizioni in diverse lingue, fra cui latino, francese, italiano, inglese e ceco. Dopo la sua morte di Münster (1552), Heinrich Petri prima, e il figlio Sebastian poi, continuarono la pubblicazione dell’opera. La Cosmographia universalis fu uno dei libri più popolari e di successo del XVI secolo, e vide ben 24 edizioni in 100 anni: l'ultima edizione tedesca venne pubblicata nel 1628, molto tempo dopo la morte dell'autore. La Cosmographia conteneva non solo le ultime mappe e vedute di tutte le città più famose, ma anche una serie di notizie enciclopediche di dettagli relative al mondo conosciuto, e sconosciuto. Il particolare successo anche commerciale di quest'opera fu dovuto in parte alle belle incisioni (tra i cui autori si possono citate Hans Holbein il Giovane, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Silografia, bella coloritura a mano, in buone condizioni. Plate taken from the Cosmographiae Universalis, German edition, Basel, second half of the 16th Century. The Cosmographiae Universalis of Sebastian Münster (1488-1552), printed for the first time in Basel in 1544 by the publisher Heinrich Petri, was updated several times and increased with new maps and urban representations in its many editions until the beginning of the next century. Münster had worked to collect information in order to obtain a work that did not disappoint expectations and, after a further publication in German embellished with 910 woodblock prints, arrived in 1550 to the final edition in Latin, illustrated by 970 woodcuts. There were then numerous editions in different languages, including Latin, French, Italian, English and Czech. After his death in Münster (1552), Heinrich Petri first, and then his son Sebastian, continued the publication of the work. The Cosmographia universalis was one of the most popular and successful books of the 16th century, and saw as many as 24 editions in 100 years: the last German edition was published in 1628, long after the author's death. The Cosmographia contained not only the latest maps and views of all the most famous cities, but also a series of encyclopedic details related to the known, and unknown, world. The particular commercial success of this work was due in part to the beautiful engravings (among whose authors can be mentioned Hans Holbein the Younger, Urs Graf, Hans Rudolph Manuel Deutsch, David Kandel). Woodcut, beautiful hand-coloring, in good condition.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Porto di Ripa Grande
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nella seconda metà del '700. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. From the second edition of Vasi's Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 184
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Piazza S. Marco
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla prima edizione della monumentale opera. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. From the first edition of Vasi's Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 112
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Piazza di Termini
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla prima edizione della monumentale opera. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. From the first edition of Vasi's Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 106
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Piazza Giudia
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla prima edizione dell'opera. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. Example taken from the first edition of The Magnificences Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 99
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Al Fondator di Roma io leggo in volto Quanto di grande in quella entro è raccolto
Frontespizio allegorico tratto dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nella seconda metà del '700. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. Allegoric Title Page taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. From the second edition of Vasi's Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition.
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MEISNER Daniel (Attivo nella prima metà del XVII sec.)
Roma caput terrae, si legis, est, retrò, Amor.
Veduta tratta dall'edizione del 1678 della celebre Sciagraphia Cosmica nota anche con il titolo Das ist Newes Emblematisches Buechlei, dainen in acht Centurijs die vornembste Stat, Vestung, Schlosser der ganzen Welt... stampata a Norinberga. La Sciagraphia Cosmica, venne ampliata sotto la supervisione di Kieser dopo la morte di Meisner nel 1625, arrivando quindi ad una composizione di 800 magnifiche incisioni. Ogni opera è caratterizzata da un motto sopra l'immagine, e da versi emblematici (in latino o tedesco). L'opera è la combinazione di due generi allora popolari, il libro degli stemmi e il "Teatro delle città". Tra i maestri incisori e miniatori che contribuirono a questa serie ci sono Matthäus Merian, Sebastian Furck, Christian Stimmer e forse anche Meisner stesso, che concepì l'opera e contribuì a buona parte della prosa. Incisione in rame, con margini, in perfetto stato di conservazione. Panorama of the city, taken from the 1678 edition of the famous "Sciagraphia Cosmica" with the title "Das ist Newes Emblematisches Buechlei, dainen in acht Centurijs die vornembste Stat, Vestung, Schlosser der ganzen Welt...Nuremberg, 1678''. "Of little topographical interest, the view shows the Capitoline Hill emerging from the adjacent urban fabric, while the view to the left closes in on a scarcely recognizable St. Peter's. The author's name is only written on the title page. In addition to Meisner himself, the engravers involved included Merian, Furck and Stimmer" (cf. Marigliani p. 194). The Sciagraphia Cosmica was expanded under the supervision of Kieser after Meisner's death in 1625, resulting in a composition of 800 magnificent engravings. Each engraving is characterised by a motto above the image and emblematic verses (in Latin or German). The work is a combination of two popular genres, the Book of Coats of Arms and the Book of City Plants. Among the master engravers and illuminators who contributed to this series are Matthäus Merian, Sebastian Furck, Christian Stimmer and possibly Meisner himself, who conceived the work and contributed much of the prose. Copper engraving, with margins, in perfect condition. Cremonini pagg. 57/58, 45a; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 97.
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SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)
Veduta del Palazzo dell'Ecc.mo Sigr. Dvca Salviati alla Lvngara
Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Incisione in rame, leggera gora d'acqua, per il resto in ottimo stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij del monumento overo mole d'Adriano…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto. L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore. Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593. Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico. Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigij del Panteone di M. Agrippa…
Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto. L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore. Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593. Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico. Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.
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SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).
Vestigi del tempio di Jano quadrifronte…
Veduta tratta dalla serie Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi, che Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto. L'opera consta di 50 tavole, pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo Vestigi delle Antichità di Roma e le medesime descrizioni di Du Pérac in lingua italiana, manca la citazione dell'inventore. Incisore di corte presso Rodolfo II, Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593. Nella sua opera compaiono però anche vedute di “... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi”, che mancano in quella di Du Pérac (sono tredici le tavole nuove), nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico). Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi, after Etienne Du Pérac. Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: “Marco Sadeler excudit.”. Engraving, 1606, second state with publisher’s address. The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian. After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De’ Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear also views of Tivoli and Pozzuoli missing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic. A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.
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GIRELLI Pietro Paolo (Attivo a Roma fine XVII secolo)
Disegno della Prospettiva de Portici nella Piazza di S. Pietro in Vaticano..
Magnifica e rara veduta in prospettiva di San Pietro, disegnata per mostrare il colonnato del Bernini, di recente costruzione sotto il pontificato di Alessandro VII. Si tratta di una replica edita dalla tipografia di Matteo Gregorio De Rossi, dell’incisione che Giovanni Battista Falda incide per la tipografia rivale del cugino Giovani Giacomo De Rossi. Opera anonima, reca l’imprint di Matteo Gregorio e la data 1685. La lastra potrebbe essere incisa da Matteo Gregorio stesso, come pure da Pietro Paolo Girelli o Tiburzio Vergelli, principali collaboratori della tipografia con insegna a Piazza Navona. Per motivi stilistici crediamo che l’attribuzione al Girelli sia l’opzione più verosimile, mentre è molto lontana dallo stile del Vergelli. Matteo Gregorio De Rossi è esponente di uno dei rami della celebre tipografia romana. Verso la fine del XVI secolo inizia l’attività editoriale di Antonio De Rossi, il quale con i figli Giuseppe (il “vecchio”) e Giulio, fonda la stamperia che, nel corso dei due secoli successivi e attraverso quattro generazioni, detenne il monopolio della produzione calcografica della città. La bottega era con insegna De Rossi alla Pace. La storia della famiglia De Rossi è caratterizzata da litigi e contrasti interni che portano all’apertura di singole tipografie in concorrenza tra loro. I figli di Giulio De Rossi, Giuseppe il Giovane e Giovanni Battista, nipoti di Giuseppe De Rossi il Vecchio, avevano fondato nel 1628 una propria bottega sempre nelle vicinanze - All'angolo di via di Parione e via della Pace vicino nei pressi della chiesa S. Biagio della Fossa - ma nel 1635 Giovanni Battista si separò a sua volta dal fratello e aprì una bottega in piazza Navona, la terza quindi della famiglia che venne chiamata a piazza Navona. Nel 1644 dopo la morte di Giuseppe il Giovane suo fratello Giovanni Battista diventò il concorrente più diretto della bottega dello zio, la De Rossi alla Pace, ormai gestita dalla vedova di lui insieme ai figli che allora erano in parte ancora minorenni. Il figlio di Giovanni Battista, Matteo Gregorio De Rossi, proseguì l’attività editoriale paterna, dedicandosi con successo anche all’attività di incisore. Principale collaboratore della tipografia di Giovanni Battista e Matteo Gregorio fu un grande artista del calibro di Lievin Cruyl, che si avvalse della tipografia per la traduzione a stampa di molti suoi disegni su Roma. Matteo Gregorio, in costante rivalità con il cugino Giovanni Giacomo (1627-1691) della tipografia alla Pace, fece intagliare da Tiburzio Vergelli una raccolta sui principali monumenti di Roma ispirata – se non copiata – da Giovan Battista Falda. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Esemplare nel secondo stato di due, con l'indirizzo di Carlo Losi. Magnificent and rare perspective view of St. Peter's, designed to show Bernini's colonnade, recently built under the pontificate of Alexander VII. It is a replica published by the printing house of Matteo Gregorio De Rossi, of the work that Giovanni Battista Falda engraved for the rival printing house of his cousin Giovani Giacomo De Rossi. Anonymous work, it bears the imprint of Matteo Gregorio and the date 1685. The plate could be engraved by Matteo Gregorio himself, as well as by Pietro Paolo Girelli or Tiburzio Vergelli, the main collaborators of the printing house in Piazza Navona. For stylistic reasons we believe that the attribution to Girelli is the most likely option, while it is very far from the style of Vergelli. Matteo Gregorio De Rossi is an exponent of one of the branches of the famous Roman printing house. Towards the end of the sixteenth century began the editorial activity of Antonio De Rossi, who with his sons Giuseppe the Elder and Giulio, founded the printing house that, over the next two centuries and through four generations, held the monopoly of chalcographic production in the city. The workshop had the sign “De Rossi alla Pace”. The history of the De Rossi family is characterized by internal disputes and contrasts that lead to the opening of individual printing houses in competition with each other. Giulio De Rossi's sons, Giuseppe the Younger and Giovanni Battista, nephews of Giuseppe De Rossi the Elder, had founded in 1628 their own workshop in the vicinity - at the corner of Via di Parione and Via della Pace near the church of S. Biagio della Fossa - but in 1635 Giovanni Battista in turn separated from his brother and opened a workshop in Piazza Navona, the third of the family. In 1644, after the death of Giuseppe the Younger, his brother Giovanni Battista became the most direct competitor of his uncle's workshop, the De Rossi alla Pace, now run by his widow along with their children who were then partly still minors. Giovanni Battista's son, Matteo Gregorio De Rossi, continued his father's publishing activity, dedicating himself with success also to the activity of engraver. The main collaborator of the typography of Giovanni Battista and Matteo Gregorio was a great artist of the caliber of Lievin Cruyl, who used the typography for the translation into print of many of his drawings on Rome. Matteo Gregorio, in constant rivalry with his cousin Giovanni Giacomo (1627-1691) of the printing house alla Pace, had Tiburzio Vergelli carve a collection of the main monuments of Rome inspired - if not copied - by Giovan Battista Falda. Fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, perfect condition. Example of the second state of two, with Carlo Losi’s address.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Palazzo dell'Accademia di Francia
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 271.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa e Conservatorio di S. Pasquale di Baijlon delle Fanciulle pericolose
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 160
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Marcello, e Convento dei PP. Serviti
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 230
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S.Paolo alle tre Fontane
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 116
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Monastero e Chiesa di S. Giuseppe a capo delle case delle Suore Carmelitane
Veduta tratta dalla monumentale opera "Delle magnificenze di Roma antica e moderna". Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. Le "Magnificenze" (divise in 10 volumi editi tra il 1747 e il 1762) forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nella seconda metà del '700. Famous as the "maestro" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work his graphic inventiveness. The "Magnificenze" (divided into 10 volumes printed between 1747 and 1762) provide an uncommon and complete view of the city of Rome: therefore, together with the famous and common views of the tradition, there is also an unusual Rome which, somethimes, doesn't exist any more. Copper engraving in excellent condition. Scalabroni 245.
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Ivo dei Brittoni
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 195
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S.Apollinare, e Collegio Germanico
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 264
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Maria in Via Lata
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 117
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Convento dei Padri di S. Bernardo e Chiesa di S. Pudenziana
Veduta tratta dalla monumentale opera "Delle magnificenze di Roma antica e moderna". Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. Le "Magnificenze" (divise in 10 volumi editi tra il 1747 e il 1762) forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Esemplare tratto dalla seconda edizione dell'opera, edita nella seconda metà del '700. Famous as the "maestro" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work his graphic inventiveness. The "Magnificenze" (divided into 10 volumes printed between 1747 and 1762) provide an uncommon and complete view of the city of Rome: therefore, together with the famous and common views of the tradition, there is also an unusual Rome which, somethimes, doesn't exist any more. Copper engraving in excellent condition. Scalabroni 218
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Lucia alle Botteghe oscure
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 202
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Caterina della Ruota
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 199
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VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Chiesa di S. Andrea della Valle e Casa dei Chierici Regolari Teatini
Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates. View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61), edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni 231.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Ecclesia S.S. Vincentii et Anastasii
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Fabricius et Cestius, nunc Quatuor capitum, ex altera parte visendus
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino Delll'Eccel.mo Signor Prenc. Ludovisi a Porta Pinciana
Pianta dei giardini di Villa Ludovisi, non più esistente. Il Casino dell'Aurora è l'unico monumento rimasto di Villa Ludovisi, la bellissima villa tanto decantata da poeti quali Goethe, Elliot, Gogol, Stendhal, D'Annunzio, tutti estasiati dalla bellezza e dalla vastità dei giardini della villa.Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino del Eccel.mo Signor Principe Borghese fuori di Porta Pinciana
Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino Pontificio nel Quirinale
Pianta dei giardini del Quirinale.Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. Plan of gardens of the Quirinale Palace.From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Pianta del Giardino del Sereniss.mo Granduca di Toscana alla Trinità de Monti sul Monte Pincio
Pianta del giardino di Villa Medici.Della serie: “Li giardini di Roma, disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart” edita a Norimberga da J. Von Sandrart intorno al 1685 circa. L’opera si basa sulla serie originaria curata da Gian Giacomo de Rossi qualche anno prima (la prima edizione fu pubblicata sicuramente dopo il 1677 ma prima del 1683) che comprendeva 19 tavole di piante e vedute prospettiche dei più celebri giardini romani di cui 14 incise da G.B. Falda e 5 da Simon Felice.Le tavole di questa edizione tedesca, numerate in cifre romane, vennero tutte incise da Sandrart sulla base di quelle originarie, con poche varianti, ben evidenti dal confronto da noi condotto tra le due opere.Sorprende, pertanto, che spesso quest’opera di Sandrart circoli erroneamente sotto il nome di Falda quale autore (sbaglia anche Paolo Bellini in TIB, quando afferma che Sandrart utilizzò due rami originali di Falda) o addirittura venga considerata come un’altra edizione de “Li Giardini” di de Rossi. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. Plan of gardens of the Villa Medici.From the series “Li giardini disegnati da Giovanni Battista Falda…nuovamente dati alle stampe con direttione di Giov. Giacomo de Sandrart”, edited by J. Von Sandrart in Nurinberg, around 1685.The work in based on the original series published in Rome by G. G. de Rossi (I edition after 1677 but before 1683) that consists of 19 plates, of plans and perspective views of the most famous Roman Gardens, 14 etched by G. B. Falda and 5 by Simon Felice.The plates for the German work was engraved by J. Von Sandrart, with slight differences with respect to De Rossi’s originals, as it’s clear from the comparison we’ve conducted between the two works.It is surprising, therefore, that often the Sandrart’s series is listed erroniously under the name of Falda as engraver (Bellini wrongly in TIB writes that Sandrart in two cases printed from the original Falda’s plates), or even that the work is considered as another edition of "Li Giardini" published by de Rossi.Etching, in excellent condition.
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DUPERAC Etienne (1525-1604)
Vestigi del monumento overo mole d'Adriano....
Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Columna Atonini Pii
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Aemilius Sublicius dictus
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Fabricius et Cestius, nunc Quatuor Capitum
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Ecclesia S. Laurentii extra portam Esquilinam
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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MAGGI Giovanni (1566-1618)
Pons Sixti Milvius Dictus
Rarissima veduta, incisa da Giovanni Maggi, pubblicata nell’opera “Deliciae urbis Romae, divinae et humanae, anno sacro Jubilaei MDC...ex chalcographia Dominicj Custod. C. August ”, edita per la volta ad Augsburg nel 1600, dall’incisore ed editore Dominicus Custos, in occasione dell'anno giubilare. Della Città Eterna l’opera raffigura e descrive le "deliciae divinae", ovvero le chiese, e le "deliciae humanae", ovvero ponti, obelischi, colonne. L’incisione della maggior parte delle tavole è da attribuire al Maggi. Se alcune sono riferibili agli anni 1596-98, altre appaiono precedenti e maturate nel clima del giubileo sistino del 1590. Acquaforte e bulino , su carta vergata coeva, testo in latino al margine e al verso, in ottime condizioni. A very rare work, engraved by Giovanni Maggi, published in the "Deliciae Urbis Romae, divinae et Humanae, sacred year Jubilaei former MDC ... chalcographia Dominicj Custod. C. August", published for the first time in Augsburg, 1600, by the engraver and publisher Dominicus Custos, on the occasion of the Jubilee Year. Of the Eternal City's work depicts and describes the "deliciae divinae", or churches, and the "deliciae Humanae", or bridges, obelisks, columns. The engraving of most of the plates is to be attributed to Giovanni Maggi. If some are referring to the years 1596-98, others appear earlier and matured in the climate of the Sistine jubilee of 1590. Etching and engraving, on contemporary laid paper, text in Latin at the margin and on verso, in very good conditions. S. Borsi, Roma di Urbano VIII: la pianta di Giovanni Maggi, 1625, in Officina, 1990, p. 24; Rossetti 2080, Cicognara 3693, Kissner 100, Olschki 16789.
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Anonimo
Roma
Panorama della città nel classico stile olandese. Incisione in rame, in perfette condizioni. Sconosciuta ai repertori, rarissima. Panorama della città nel classico stile olandese. Incisione in rame, in perfette condizioni. Sconosciuta ai repertori, rarissima.
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SANDRART Joachim von (Francoforte 1606 - Norimberga 1688)
Recentis Romae Ichonographia ...
Grande pianta della città, stampata su due fogli reali, copia di quella realizzata da Giovan Battista Falda nel 1667 per papa Alessandro VII. Pianta a proiezione mista, orientata con il nord a sinistra. Topograficamente la carta del Sandrart è fedele a quella del Falda; le modifiche sostanziali sono nei cartigli, con le scritte in tedesco, e nella dedica a papa Innocenzo XI. Il cartiglio di destra raffigura gli stemmi dei Rioni, mentre in basso al centro sono incise delle piccole vedute delle sette chiese giubilari. Incisa a quattro mani con Johannes Meyer, questa pianta risulta per l’eleganza del segno, più raffinata rispetto al Falda, intagliata dal francese Lhuiler. "Copia della pianta piccola del Falda incisa dal Meyer che si firma in basso a sinistra Iohann Meyer fecit Tiguri. IN alto a sinistra, in luogo della dedica fatta dal Falda ad Alessandro VII, compare quella ad Innocenzo XI (1676-89) con la data 1677 e più in basso il nome di Ioachini Sandrart. La pianta è probabilmente anche contenuta nell'opera del Sandrart Der Alten und neue, pubblicata a Norimberga nel 1768" (cfr. Marigliani p. 219). Acquaforte, con margini, in eccellente stato di conservazione. Rara. Large plan of the city, printed on two real sheets, copy of the one made by Giovan Battista Falda in 1667 for Pope Alexander VII. Mixed projection map, oriented with north on the left. Topographically, Sandrart's map is faithful to Falda's; the substantial changes are in the cartouches, with the German inscriptions, and in the dedication to Pope Innocezo XI. The right-hand cartouche depicts the coats of arms of the Rioni, while small views of the seven Jubilee churches are engraved in the bottom centre. Engraved by four hands with Johannes Meyer, this plan is more refined in the elegance of its sign than the Falda, carved by the Frenchman Lhuiler. "Copy of Falda's small plan engraved by Meyer, signed at lower left Iohann Meyer fecit Tiguri. In the upper left corner, instead of the dedication made by Falda to Alexander VII, the dedication to Innocent XI (1676-89) appears with the date 1677 and lower down the name of Ioachini Sandrart. The plan is probably also contained in Sandrart's work Der Alten und neue, published in Nuremberg in 1768' (cf. Marigliani p. 219). Sandrart carved this plan together with Johannes Meyer; the result is a far more refained work compared to that of Falda, carved by Lhuiler. Etching, with margins, in excellent condition. Rare. Huelsen (1915): n. 119; Scaccia Scarafoni (1939): n. 200; A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", CLVI ; TIB p. 317, 281 C1. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 126.
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HAFFNER Johann Christoph
Roma. Rom
Il modello iconografico a cui questa veduta si ispira è la veduta edita da Georg Baltazar Probst nel 1730 su disegno di Bernard Werner. Si tratta di una veduta che presenta la consueta scarsa affidabilità architettonica, esprimendosi in chiaro stile nordico, nella quale la selva di cupole, campanili e altissime antenne si conclude con coperture a profilo concavo, come le tipiche coperture delle città mitteleuropee. Johann C. Haffner (1668 - 1754) è incisore ed editore attivo a Vienna ed Augsburg; alcune sue opere sono datate tra il 1720 ed il 1730, mentre questa veduta è tratta da una serie databile al periodo 1745 - 50. Tooley 275: “The iconographic model of this view is the engraving printed by Georg Baltazar Probst in 1730, after Bernard Werner’s drawing. As usual, the view is not reliable on an architectonical point of view, for it refers to the classical nordic style, in which the multitude of domes, bell towers and high poles ends in hollow covers, typical of Mitteleuropean cities”.. Incisione in rame, due lastre stampate su due fogli di carta originariamente uniti, in eccellente stato di conservazione. Molto rara. The iconographic model of this view is the engraving printed by Georg Baltazar Probst in 1730, after Bernard Werner’s drawing. As usual, the view is not reliable on an architectonical point of view, for it refers to the classical nordic style, in which the multitude of domes, bell towers and high poles ends in hollow covers, typical of Mitteleuropean cities. Johann C. Hafner (1668-1754) was engraver and printer, he worked in Vienna; some of his works have been realized between 1720 and 1730, while the series from which the present work has been taken has been realized between 1745 and 1750. Johann C. Haffner (1668 - 1754) is an engraver and publisher active in Vienna and Augsburg; some of his works are dated between 1720 and 1730, while this view is taken from a series datable to the period 1745 - 50. Tooley 275: "The iconographic model of this view is the engraving printed by Georg Baltazar Probst in 1730, after Bernard Werner's drawing. As usual, the view is not reliable on an architectonical point of view, for it refers to the classical nordic style, in which the multitude of domes, bell towers and high poles ends in hollow covers, typical of Mitteleuropean cities.". Copperplate, two plates printed on two sheets, joined together in the past, in excellent condition. Very rare. cfr. C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", tav. 183 (edizione del 1730 circa di formato ridotto).
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