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‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎Piazza Navona‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎Foro Romano‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. La firma dell'incisore è su un masso in basso al centro. La stampa raffigura al centro il tempio di Castore e Polluce e sullo sfondo monumenti. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". The engraver's signature is on a boulder in the lower center. The print depicts the temple of Castor and Pollux in the center and monuments in the background. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cf. Le Blanc, t. III, pag. 136; cf. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎La Trinità de Monti‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. La firma dell'incisore è su un masso in basso al centro.  Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". The engraver's signature is on a boulder in the lower center.  Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cf. Le Blanc, t. III, pag. 136; cf. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎Il Coloseo‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cf. Le Blanc, t. III, pag. 136; cf. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎Porta S. Paolo‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. La firma dell'incisore è su un masso in basso al centro. La stampa raffigura al centro il tempio di Castore e Polluce e sullo sfondo monumenti. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". The engraver's signature is on a boulder in the lower center. The print depicts the temple of Castor and Pollux in the center and monuments in the background. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cf. Le Blanc, t. III, pag. 136; cf. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎S. Maria in Trastevere‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cf. Le Blanc, t. III, pag. 136; cf. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎Pallot Philippe (attivo a Roma nell'ultimo quarto del XVII secolo)‎

‎Piazza di Monte Giordano‎

‎Rarissima veduta disegnata dal vivo ed incisa all’acquaforte da Philippe Pallot. La veduta apparterrebbe ad una serie di 12 tavole (alcune delle quali con data 1686 e firma P. Pallot del. inc.) incise da Philippe Pallot. La raccolta viene citata solo da Charles Le Blanc nel suo celebre Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), mentre non siamo riusciti a trovarne traccia in altra bibliografia. Abbiamo trovato esemplari conservati alla Bertarelli e alla Panizzi (una sola incisione in entrambe le raccolte) mentre 6 incisioni della serie risultano dalla vendita all’asta della collezione Petzold (1842) che le definisce già rare: “Suite de 6 est[ampes] rares, in– 8. Gravées à l’eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686” (cfr. Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). Pochissime le notizie bibliografiche sull’autore, di cui queste sono probabilmente le uniche opere. Benezit lo descrive come “dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome”. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini intonsi, in perfetto stato di conservazione. Bibliografia cfr. Le Blanc, t. III, pag. 136; cfr. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141. Very rare view drawn and etched by Philippe Pallot. The view would belong to a series of 12 plates (some of which are dated 1686 and signed P. Pallot del. inc.) engraved by Philippe Pallot. The collection is mentioned only by Charles Le Blanc in his famous Manuel de l'amateur d'estampes (1854/88), while we could not find any trace of it in other bibliographies. We found single works conserved at the Raccolta Bertarelli and at the Biblioteca Panizzi (only one engraving in both collections) while 6 engravings of the series result from the auction sale of the Petzold collection (1842) that defines them already rare: "Suite de 6 est[ampes] rares, in- 8. Gravées à l'eau-forte et marques Fil. Pallot del. inc. 1686" (see Benjamin Petzold, Catalogue de vente d'une belle collection d'estampes colligée par Benj. Petzold, p. 63, n. 916). There is very little bibliographical information on the author, of whom these are probably the only works. Benezit describes him as "dessinateur et graveur au burin en 1680. Grava des vues de Rome". Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with intact margins, in perfect condition. Bibliografia cf. Le Blanc, t. III, pag. 136; cf. Benezit, p. 493; La raccolta di stampe Angelo Davoli: catalogo generale (2008), p. 66; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio conservata nella Raccolta delle stampe e dei disegni (1931), p. 141.‎

‎DE ROSSI Giovanni Giacomo (Roma 1627 - 1691)‎

‎Disegno della Prospettiva de Portici...‎

‎Disegno della Prospettiva de Portici che nuovamente si fanno d’ordine della S.ta  Di N. S Papa Alessandro VII nella Piazza di S.Pietro di Roma in Vaticano. Bulino, 1665 circa, in basso a sinistra: ‘Si stampano in Roma da Gio . lacomo Rossi alla Pace con Licenza de ' Sup . L'opera figura tra le incisioni prima attribuite a Giovan Battista Falda, poi scartate da Bellini. La pianta mostra il progetto originario di Bernini per la sistemazione di piazza S. Pietro, con il famoso “terzo braccio” che non venne mai realizzato. Nel 1666, dopo il completamento dei colonnati nord e sud, questa struttura doveva ancora essere costruita.  Nel febbraio del 1667 venne discussa la demolizione del gruppo di edifici che allora riempiva l'apertura tra il colonnato. In quell'occasione Bernini presentò la sua proposta di aggiungere una torre dell'orologio al terzo braccio, trasformandolo in un propileo formale (Kitao 1974, pp. 49-56). Rarissima. Bibliografia McDonald, The Print Collection of Cassiano dal Pozzo, series C, part II – 1, n. 2061, p. 237. Disegno della Prospettiva de Portici che nuovamente si fanno d’ordine della S.ta  Di N. S Papa Alessandro VII nella Piazza di S.Pietro di Roma in Vaticano Engraving, 1665 circa, lettered along bottom: Disegno della Prospettiva de Portici che nuovamente si fanno d’ordine della S.ta  Di N. S Papa Alessandro VII nella Piazza di S.Pietro di Roma in Vaticano / Si stampano in Roma da Gio . lacomo Rossi alla Pace con Licenza de ' Sup . The print shows Bernini’s original plan for the square including the terzo braccio. In 1666, after the north and south colonnades had been completed, this structure was still to be built.  In February 1667, the demolition of the group of buildings which then filled the opening between the colonnade, the Palazzo del Priorato di Malta, came up for discussion. At that time Bernini presented his proposal for adding a clocktower to the terzo braccio, making it into a formal propylaeum, but this was not carried out. The work was ascribed to Giovan Battista Falda but Bellini reject this attribution. A very rare item. Literature McDonald, The Print Collection of Cassiano dal Pozzo, series C, part II – 1, n. 2061, p. 237.‎

‎DE ROSSI Giovanni Giacomo (Roma 1627 - 1691)‎

‎Romani Pontificis Publicae et Solennes Actiones‎

‎Acquaforte, in basso, sotto la vignetta centrale, la dedica al cardinale Virginio Orsini: EMIN.MO ET R.MO DNO D VIRGINIO S R E CAR URSINO REGNORUM POLONIAE ET SVETIAE PROTECTORI Ioannes Iacobus de Rubeis DDD; in basso al centro: Romae Cum Privilegio Summi Pontificis Superiorum permissu 1670. L'incisione raffigura al centro papa Clemente X (Emilio Altieri), sulla sedia gestatoria e portato in processione, intorno, sono disposte 10 vignette, di dimensioni più piccole, che illustrano scene di cerimonie pontificie: L'apertura della Porta Santa, il concistoro con l'udienza degli oratori dei sovrani; la messa solenne della Canonizzazione; la presentazione della chinea; la cavalcata per il possesso; l'adorazione dei cardinali; la riunione con il pontefice nella Cappella Sistina; la benedizione della loggia di San Pietro; la processione del "Corpus Domini" e la solenne incoronazione. Le scene si riferiscono a cerimonie che venivano celebrate nel corso dell'anno giubilare. La lastra, infatti, fu realizzata e pubblicata per la prima volta in occasione del Giubileo straordinario indetto da papa Alessandro VII nel 1655. Con le dovute modifiche, il rame fu poi riutilizzato per tre diversi pontefici: Clemente IX (1667); Clemente X (1670) e infine Alessandro VIII, nel 1689. La dedica al cardinale Orsini (1615-1676) rimane invariata in tutti gli stati della lastra. Bell'esemplare, impresso su carta vergata coeva, con margini, in buono stato di conservazione. Bibliografia S. Tozzi, Incisioni barocche di Feste e avvenimenti, pp. 179-180. Etching, 1689, lettered with title, captions to each image, and production detail. Central image of Pope Clemens X (Emilio Altieri) chaired and carried in procession at shoulder-height, surrounded by ten smaller images of him performing ceremonial and official rituals during the Jubilee. The anonimous engraving was published for the first time by Gian Giacomo de Rossi on the occasion of the extraordinary jubilee proclaimed by Pope Alexander VII in 1655, and later used, with appropriate variations, for pope Clemente IX 1667; Clemente X - 1670 and in 1689 for Alessandro VIII. Printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition. Bibliografia S. Tozzi, Incisioni barocche di Feste e avvenimenti, pp. 179-180.‎

‎DE ROSSI Giovanni Giacomo (Roma 1627 - 1691)‎

‎Disegno et Prospettiva della Piazza del Popolo di Roma con le due Chiese della Madonna di Monte Santo, et della Madonna de m‎

‎Disegno et Prospettiva della Piazza del Popolo di Roma con le due chiese della Madonna di Monte Santo, et della Madonna de miracoli che di nuovo si fanno d’ordine della Santità di N. S. Alessandro VII. Bulino, 1676 circa, in basso a destra, nell’immagine: Eques C. Rainaldus Inv./ Si Stampano in Roma da Gio. Iacomo Rossi alla Pace con Licenza di Sup Veduta della Piazza del Popolo in prospettiva a sud verso le chiese gemelle di Santa Maria in Montesanto (sinistra, costruita nel 1662-75) e Santa Maria dei Miracoli (destra, costruita nel 1675-79), al centro si erge l'obelisco egizio di Ramesse II di Eliopoli. Veduta finamente incisa all'acquaforte da un disegno di Carlo Rainaldi, che raffigura la piazza dopo le modifiche volute da papa Alessandro VII. La lastra, stampata dalla tipografia di Giovanni Giacomo de Rossi potrebbe essere attibuita alla mano di Giovan Battista Falda o di Dominique Barriere. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione. Opera sconosciuta ai repertori consultati. Forse da identificarsi con la “Entrata della Porta del Popolo di Roma colla veduta delle due nuove Chiese fatte fabbricare dal Cardinal Castaldi con Architettura del Cavalier Rainaldi, intagliata a bulino da Clovet in foglio reale per traverso” che troviamo nell'Indice De Rossi [p. 30 c. 9 (cfr. Grelle Iusco p. 200)]. Engraving, 1676 circa, lettered lower left of image 'Eques C. Rainaldus Inv / Si stampano in Roma da Gio. Iacomo de Rossi alla Pace con Licenza di Sup'. Along bottom 'Disegno et prospettiva della Piazza del Popolo di Roma con le due Chiese della Madonna di Monte Santo, et della Madonna de miracoli che di nuovo si fanno d’ordine della Santità di N. S. Alessandro VII. View of the Piazza del Popolo looking south toward the twin churches of Santa Maria in Montesanto (left, built 1662-75) and Santa Maria dei Miracoli (right, built 1675-79), in the centre stands the Egyptian obelisk of Ramesses II from Heliopolis. Finely etched view from a drawing by Carlo Rainaldi, depicting the square after the modifications desired by Pope Alexander VII. The plate, printed by the tipography house of Giovanni Giacomo de Rossi, could be attributed to the hand of Giovan Battista Falda or Dominique Barriere.  Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with wide margins, in perfect condition. Work unknown to the repertories consulted.‎

‎ROUHIER Louis (attivo a Roma intorno al 1650)‎

‎Obelisco Panfilio, eretto dalla Santita di N.S. Innocentio X in Piazza Navona Sopra la Nobilissima, et Maravigliosa Fontana‎

‎Obelisco Panfilio, eretto dalla santita di n.s. Innocentio. X. in piazza Navona sopra la nobilissima, et maravigliosa fontana inventione et opera del, cavalier. Gio: Lorenzzo Bernino. scoperta li. 12. givngnio. 1651. Parte orientale. In basso a sinistra Louis Rouhier sculpsit. Veduta della Fontana dei Fumi a Piazza Navona. L'opera appartiene ad una coppia di incisioni firmate dall’incisore francese Louis Rouhier, originario di Dijon ma principalmente attivo a Roma, per l’editore Giovan Giacomo de Rossi. Le opere sono stampe d’occasione realizzate appositamente per documentare l’inaugurazione della Fontana dei Fiumi del Bernini in Piazza Navona, del 12 giugno 1651. Raffigurano la piazza e la fontana con una veduta da est ed una da ovest, per mostrare la scultura in tutta la sua straordinaria bellezza. “[…] edita dal De Rossi proprio nel 1651, ci mostra infatti la fontana dei Quattro Fiumi con l'obelisco appena collocato. La data che leggiamo, 12 giugno 1651, è quella del giorno dell’inaugurazione della famosissima scultura che, come è noto, il Bernini realizzò dopo essere caduto in disgrazia presso i Pamphilj; la sua grande fama infatti aveva subito una battuta d'arresto, a seguito dell'insuccesso riportato dal suo campanile in San Pietro e per aver lavorato con la famiglia Barberini, da sempre in antagonismo con quella dei Pamphilj. Fu la cognata donna Olimpia, a sottoporre ad Innocenzo X la visione del modello in argento della fontana del Bernini, che lasció molto favorevolmente impressionato il pontefice, e così l'importante committenza fu affidata allo scultore, il quale elaborò la straordinaria allegoria che voleva esprimere il trionfo della Chiesa cattolica sui quattro continenti simbolizzati dalle personificazioni dei fiumi: Nilo, Gange, Rio della Plata, Danubio. Inevitabile è l'accostamento tra questa incisione e il dipinto conservato presso il Museo di Roma (inv. MR 35459) che però sembra riferirsi ad una visita "informale" effettuata dal pontefice qualche giorno prima dell'inaugurazione e precisamente, l'8 giugno 1651. L'acquaforte offre una piacevolissima scena di vita romana fornendo una puntuale riproduzione dei costumi dei personaggi raffigurati nelle loro carrozze o nell'atto di contemplare la nuova, meravigliosa creazione” (cfr. Simonetta Tozzi, in Incisioni barocche di Feste e avvenimenti, pp. 179-182, IV.9). “In a pair of prints etched by Louis Rouhier and published by Giovanni Giacomo de Rossi, the space is forged as public through the specificities of time and space. Access to the fountain is now extended over two images, and this is just one of the ways in which the prints seek to bring a new approach to visuality within public space. In each, the fountain defines the field of vision, taking in the most concentrated views of its own world geography as well as all the parts of the surrounding buildings that such viewpoints might reveal. These are rendered in exacting topographical vocabulary and become part of the ways the eye is not allowed to settle on an overall shape but is kept constantly on the move. This movement might start from the fountain to take in all of its details and its attentive and enthusiastic promenaders and then progress upward toward the height of the obelisk, finally reaching the surmounting Pamphili dove holding an olive branch. In other words, the earlier coherence of the space is replaced with an eye that penetrates the space activated by the visual power of the fountain. Thus instead of being conceptualized by what is lacking, the piazza is conceprualized by what fills it. In fact, the desire is to fill, and constantly refill, the Space. It is filled with gushing water, rhetorical bodily gestures, the flora and fauna of the world at large, the continuous movement of people around the fountain, and even time, be it back to antiquiry pace seem all too empty, this one seems astonishingly full. Visual observation is what fills the space, supplying it ... Obelisco Panfilio, eretto dalla santita di n.s. Innocentio. X. in piazza Navona sopra la nobilissima, et maravigliosa fontana inventione et opera del, cavalier. Gio: Lorenzzo Bernino. scoperta li. 12. givngnio. 1651. Parte orientale. Signed at lower left Louis Rouhier sculpsit. View of the Fountain of the Four Rivers in Piazza Navona. Belong of a pair of views of the west an east side of the Fountain of Four Rivers, signed by the French engraver Louis Rouhier, originally from Dijon but mainly active in Rome, for the publisher Giovan Giacomo de Rossi. The works are made specifically to document the inauguration of Bernini's Fountain of Rivers in Piazza Navona on June 12, 1651. They depict the square and the fountain with a view from the east and one from the west, to show the sculpture in all its extraordinary beauty. The fountais is made by the Domitian's obelisk, transferred by order of Giambattista Pamphilj or Innocent X, from the Circus of Maxentius to Piazza Navona and integrated by Gianlorenzo Bernini in the design of the Fountain of Four Rivers. “[…] edita dal De Rossi proprio nel 1651, ci mostra infatti la fontana dei Quattro Fiumi con l'obelisco appena collocato. La data che leggiamo, 12 giugno 1651, è quella del giorno dell’inaugurazione della famosissima scultura che, come è noto, il Bernini realizzò dopo essere caduto in disgrazia presso i Pamphilj; la sua grande fama infatti aveva subito una battuta d'arresto, a seguito dell'insuccesso riportato dal suo campanile in San Pietro e per aver lavorato con la famiglia Barberini, da sempre in antagonismo con quella dei Pamphilj. Fu la cognata donna Olimpia, a sottoporre ad Innocenzo X la visione del modello in argento della fontana del Bernini, che lasció molto favorevolmente impressionato il pontefice, e così l'importante committenza fu affidata allo scultore, il quale elaborò la straordinaria allegoria che voleva esprimere il trionfo della Chiesa cattolica sui quattro continenti simbolizzati dalle personificazioni dei fiumi: Nilo, Gange, Rio della Plata, Danubio. Inevitabile è l'accostamento tra questa incisione e il dipinto conservato presso il Museo di Roma (inv. MR 35459) che però sembra riferirsi ad una visita "informale" effettuata dal pontefice qualche giorno prima dell'inaugurazione e precisamente, l'8 giugno 1651. L'acquaforte offre una piacevolissima scena di vita romana fornendo una puntuale riproduzione dei costumi dei personaggi raffigurati nelle loro carrozze o nell'atto di contemplare la nuova, meravigliosa creazione” (cf. Simonetta Tozzi, in Incisioni barocche di Feste e avvenimenti, pp. 179-182, IV.9). “In a pair of prints etched by Louis Rouhier and published by Giovanni Giacomo de Rossi, the space is forged as public through the specificities of time and space. Access to the fountain is now extended over two images, and this is just one of the ways in which the prints seek to bring a new approach to visuality within public space. In each, the fountain defines the field of vision, taking in the most concentrated views of its own world geography as well as all the parts of the surrounding buildings that such viewpoints might reveal. These are rendered in exacting topographical vocabulary and become part of the ways the eye is not allowed to settle on an overall shape but is kept constantly on the move. This movement might start from the fountain to take in all of its details and its attentive and enthusiastic promenaders and then progress upward toward the height of the obelisk, finally reaching the surmounting Pamphili dove holding an olive branch. In other words, the earlier coherence of the space is replaced with an eye that penetrates the space activated by the visual power of the fountain. Thus instead of being conceptualized by what is lacking, the piazza is conceprualized by what fills it. In fact, the desire is to fill, and constantly refill, the Space. It is filled with gushing water, rhetorical bodily gestures, the f...‎

‎Bombelli Pietro Leone (1737 - 1809)‎

‎Prospetto del Battistero Lateranense Restaurato dal Pontefice Urbano VIII‎

‎Prospetto del Battistero Lateranense Restaurato dal Pontefice Urbano VIII Acquaforte, firmata sotto l’immagine, a sinistra: Vinc. Brenna Arch.o del.  A destra: Pietro Leone Bombelli Incisore Datata nel margine inferiore, in basso al centro, In Roma con Lic. De’ Sup. 1769. Legenda numerica 1-8, distribuita su de colonne. Stampa raffigurante l'interno del Battistero Lateranense con gruppi di prelati e di fedeli. Della serie: Vita di S. Giovanni Battista dipinta in otto tavole da Andrea Sacchi romano nel Battistero Lateranese disegnata da Desiderio De Angelis da Ferentino e incisa e dedicata da Pietro Leone Bombelli a sua altezza reale il serenissimo arciduca di Austria Pietro Leopoldo granduca di Toscana con l’aggiunta di due altri rami l’uno rappresentante il Battistero e l’altro il sepolcro col ritratto del suddetto pittore, Roma 1796. Ottimo esemplare, impresso su carta vergata coeva con filigrana “giglio nel cerchio sormontato dalla lettera V”, ampi margini, in eccellente stato conservativo. Etching, signed lower left, beneath the image: Vinc. Brenna Arch.o del. lower right: Pietro Leone Bombelli Dated in lower centre margin: In Roma con Lic. De’ Sup. 1769. Key 1-8, distribued on 2 columns. Plate depicting the interior of the Lateran Baptistery with groups of prelates and devotees. From the series: Vita di S. Giovanni Battista dipinta in otto tavole da Andrea Sacchi romano nel Battistero Lateranese disegnata da Desiderio De Angelis da Ferentino e incisa e dedicata da Pietro Leone Bombelli a sua altezza reale il serenissimo arciduca di Austria Pietro Leopoldo granduca di Toscana con l’aggiunta di due altri rami l’uno rappresentante il Battistero e l’altro il sepolcro col ritratto del suddetto pittore, Roma 1796. Excellent example, printed on contemporary laid paper with "lily in the circle surmounted by the letter V" watermark. large margins, in excellent state of preservation.‎

‎BRAZZA Augusto di‎

‎Porta di S. Paolo‎

‎Litografia tinta, firmata in basso a sinistra A di Brazzà f a destra Roma 1824. Porta san Paolo con la Piramide Cestia, litografia di Ascanio Savorgnan di Brazzà (1793–1877). Molto rara. Tinthed lithography, signed lower left  A di Brazzà f  lower right Roma 1824. Very good condition.‎

‎MALLET Allain Manneson (1630 - 1706)‎

‎Plan et Porfil de la Ville de Roma Moderne‎

‎Pianta della città - con un panorama da Ponte Milvio in alto - tratta dal l'edizione francese del Description de l'Univers, contenant les differents systêmes du monde, les cartes generales & particulieres de la geographie ancienne & moderne: les plans & les profils des principales villes & des autres lieux plus considerables de la Terre; avec les Portraits des Souverains qui y commandent, leurs Blasons, Titres & Livrées: Et les Moeurs, Religions, Gouvernemens & divers habillemens de chaque Nation. Dediée au Roy. Par Allain Manesson Mallet, Maistre de Mathematiques des Pages de la petite Escurie de sa Majesté, cy-devant Ingenieur & Sergent Major d'Artillerie en Portugal, stampato a Parigi da Denys Thierry nel 1683 e poi tradotto e ristampato a Colonia alla fine del secolo.Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Map of Rome - with a panorama from Ponte MIlvio in the upper part - taken from the French edition of Description de l'Univers, contenant les differents systêmes du monde, les cartes generales & particulieres de la geographie ancienne & moderne: les plans & les profils des principales villes & des autres lieux plus considerables de la Terre; avec les Portraits des Souverains qui y commandent, leurs Blasons, Titres & Livrées: Et les Moeurs, Religions, Gouvernemens & divers habillemens de chaque Nation. Dediée au Roy. Par Allain Manesson Mallet, Maistre de Mathematiques des Pages de la petite Escurie de sa Majesté, cy-devant Ingenieur & Sergent Major d'Artillerie en Portugal. Etching, very good condition.‎

‎GMELIN William F.‎

‎Veduta del luogo sepolcrale per gli Acattolici, presso la Piramide di Cajo Cestio in Roma‎

‎Acquaforte, 1809 - 1811 circa, firmata in basso a destra W F Gimelin ad nat. Del. Et sculp. Nel margine inferiore, sotto al titolo: In Roma presso l’Autore. Rara veduta del cimitero acattolico o cimitero degli Inglesi di Roma, luogo tra i più suggestivi della città. Disegno e incisione di Wilhelm Friedrich Gmelin. In ottimo stato di conservazione. Etching, 1809- 1811 circa, signed on plate  at lower right W F Gimelin ad nat. Del. Et sculp Rare view of the Cemetery of the Non-Catholics in Rome, etched by Wilhelm Friedrich Gmelin Rome's Non-Catholic Cemetery contains possibly the highest density of famous and important graves anywhere in the world. It is the final resting-place of the poets Shelley and Keats, of many painters, sculptors and authors, a number of scholars, several diplomats, Goethe's only son, and Antonio Gramsci, a founding father of European Communism, to name only a few. It is hard to think of another urban site quite so glorious. Its towering cypress trees and abundant flowers and greenery shelter a heterogeneity of elaborate and eclectic graves and monuments, nestled on a slope in the shadows of the Pyramid of Cestius and adjacent to a section of Rome's ancient Aurelian wall. Very good condition.‎

‎MECHAU Jacob Wilhelm (16 gennaio 1745, Lipsia - 14 marzo 1808, Dresda)‎

‎Ponte Molle‎

‎Veduta tratta dalla famosa serie di acqueforti "Collection ou suite pittoresque de l'Italie dessinées d'après nature et gravées à l'eau forte a Rome par trois peintres allemands AC Dies, Charles Reinhart, Jacques Mechau", 1792 -98, 1799.Si tratta di una serie di vedute tratta dalla natura e incise a Roma insieme a Johann Christian Reinhart, che aveva incontrato a Dresda, e Albert Christoph Dies. La raccolta venne pubblicata da Johann Friedrich Frauenholz a Norimberga nel 1799.Acquaforte, pieni margini, in ottimo stato di conservazione. Etching from the famous series "Collection ou suite pittoresque de l'Italie dessinées d'après nature et gravées à l'eau forte a Rome par trois peintres allemands AC Dies, Charles Reinhart, Jacques Mechau", 1792 -98, 1799.A series of 72 views taken from nature and engraved in Rome together with Johann Christian Reinhart, whom he had met in Dresden, and Albert Christoph Dies. The collection was published by Johann Friedrich Frauenholz in Nuremberg in 1799.Good condition.‎

‎Pronti Domenico (1750 - 1815 circa)‎

‎Prospetto della Gran Piazza e Tempio Vaticano‎

‎Acquaforte, firmata sotto l’immagine: in basso a sinistra Giovanni Antolini Arch.todisegno’ e, in basso a destra: Domenico Pronti incise Roma 1789. Nel margine inferiore la dedica dell’editore Franzetti a monsignore Tiberio Soderini:  All’Ill.mo, e R.mo Monsig.r Tiberio Soderini/Uditore della Sagra Ruota e Protettore delle belle Arti/ In segno di vera stima Agapito Franzetti Calcografo Romano Dedica ed Offre Magnifico esemplare, con ampi margini, in ottimo stato di conservazione. Etching, signed beneath the image, at left Giovanni Antolini Arch.todisegno’ at right signed and dated: Domenico Pronti incise Roma 1789. In lower margin the dedication to Monsignor Tiberio Soderini:  All’Ill.mo, e R.mo Monsig.r Tiberio Soderini/Uditore della Sagra Ruota e Protettore delle belle Arti/ In segno di vera stima Agapito Franzetti Calcografo Romano Dedica ed Offre Very good condition.‎

‎VILLAMENA Francesco (Assisi, 1564 - Roma, 7 Luglio 1624)‎

‎Basilica S Pauli Apostoli‎

‎Acquaforte e bulino, 1609, priva della firma. L'opera appartiene ad una serie di 7 tavole raffiguranti sei Basiliche di Roma. Ciascuna tavola presenta in alto al centro, il nome latino della basilica; una veduta prospettica, di circa 142x130mm; sotto l’immagine, una lunga notazione di carattere storico sull’edificazione della chiesa, sui relativi culti e le reliquia conservate.In fondo alla prima tavola - San Giovanni in Laterano - troviamo l’excudit Franciscus Vill’aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. L’opera è di estrema rarità e non è censita nei principali repertori.La raccolta era presente nella collezione del Palazzo Massimo, come si apprende da Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane… del 1836. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, applicata su supporto cartaceo coevo (probabile l'appartenenza ad un piccolo album), in ottimo stato di conservazione.  Etching and engraving, 1609, unsigned. The work belongs to a series of 7 plates depicting Basilicas of Rome. Each plate presents in the upper center, the Latin name of the church; a perspective view, about 142x130mm; below the image, a long historical notation about the building of the church, its cults and relics preserved. At the bottom of the first panel - San Giovanni in Laterano - we find the excudit Franciscus Vill'aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. The work is extremely rare and is not listed in the main repertories. The collection was present in the collection of the Palazzo Massimo, as we learn from Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane... of 1836. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with margins, applied to contemporary paper (probably belonging to a small album), in excellent condition. ‎

‎VILLAMENA Francesco (Assisi, 1564 - Roma, 7 Luglio 1624)‎

‎Lateranensis Basilica S Ioannis‎

‎Acquaforte e bulino, 1609, firmata e datata in basso. L'opera appartiene ad una serie di 7 tavole raffiguranti sei Basiliche di Roma. Ciascuna tavola presenta in alto al centro, il nome latino della basilica; una veduta prospettica, di circa 142x130mm; sotto l’immagine, una lunga notazione di carattere storico sull’edificazione della chiesa, sui relativi culti e le reliquia conservate.In fondo alla prima tavola - San Giovanni in Laterano - troviamo l’excudit Franciscus Vill’aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. L’opera è di estrema rarità e non è censita nei principali repertori.La raccolta era presente nella collezione del Palazzo Massimo, come si apprende da Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane… del 1836. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, applicata su supporto cartaceo coevo (probabile l'appartenenza ad un piccolo album), in ottimo stato di conservazione.  Etching and engraving, 1609, signed and dated at the bottom. The work belongs to a series of 7 plates depicting Basilicas of Rome. Each plate presents in the upper center, the Latin name of the church; a perspective view, about 142x130mm; below the image, a long historical notation about the building of the church, its cults and relics preserved. At the bottom of the first panel - San Giovanni in Laterano - we find the excudit Franciscus Vill'aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. The work is extremely rare and is not listed in the main repertories. The collection was present in the collection of the Palazzo Massimo, as we learn from Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane... of 1836. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with margins, applied to contemporary paper (probably belonging to a small album), in excellent condition. ‎

‎VILLAMENA Francesco (Assisi, 1564 - Roma, 7 Luglio 1624)‎

‎Basilica S Laurenti extra muros‎

‎Acquaforte e bulino, 1609, priva della firma. L'opera appartiene ad una serie di 7 tavole raffiguranti sei Basiliche di Roma. Ciascuna tavola presenta in alto al centro, il nome latino della basilica; una veduta prospettica, di circa 142x130mm; sotto l’immagine, una lunga notazione di carattere storico sull’edificazione della chiesa, sui relativi culti e le reliquia conservate.In fondo alla prima tavola - San Giovanni in Laterano - troviamo l’excudit Franciscus Vill’aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. L’opera è di estrema rarità e non è censita nei principali repertori.La raccolta era presente nella collezione del Palazzo Massimo, come si apprende da Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane… del 1836. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, applicata su supporto cartaceo coevo (probabile l'appartenenza ad un piccolo album), in ottimo stato di conservazione.  Etching and engraving, 1609, unsigned. The work belongs to a series of 7 plates depicting Basilicas of Rome. Each plate presents in the upper center, the Latin name of the church; a perspective view, about 142x130mm; below the image, a long historical notation about the building of the church, its cults and relics preserved. At the bottom of the first panel - San Giovanni in Laterano - we find the excudit Franciscus Vill'aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. The work is extremely rare and is not listed in the main repertories. The collection was present in the collection of the Palazzo Massimo, as we learn from Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane... of 1836. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with margins, applied to contemporary paper (probably belonging to a small album), in excellent condition. ‎

‎VILLAMENA Francesco (Assisi, 1564 - Roma, 7 Luglio 1624)‎

‎Ecclesia S Sebastiani‎

‎Acquaforte e bulino, 1609, priva della firma. L'opera appartiene ad una serie di 7 tavole raffiguranti sei Basiliche di Roma. Ciascuna tavola presenta in alto al centro, il nome latino della basilica; una veduta prospettica, di circa 142x130mm; sotto l’immagine, una lunga notazione di carattere storico sull’edificazione della chiesa, sui relativi culti e le reliquia conservate.In fondo alla prima tavola - San Giovanni in Laterano - troviamo l’excudit Franciscus Vill’aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. L’opera è di estrema rarità e non è censita nei principali repertori.La raccolta era presente nella collezione del Palazzo Massimo, come si apprende da Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane… del 1836. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, applicata su supporto cartaceo coevo (probabile l'appartenenza ad un piccolo album), in ottimo stato di conservazione.  Etching and engraving, 1609, unsigned. The work belongs to a series of 7 plates depicting Basilicas of Rome. Each plate presents in the upper center, the Latin name of the church; a perspective view, about 142x130mm; below the image, a long historical notation about the building of the church, its cults and relics preserved. At the bottom of the first panel - San Giovanni in Laterano - we find the excudit Franciscus Vill'aęna excudit Romę. Cū Privilegio Sum. Pont et Superiorū licentia Anno 1609. The work is extremely rare and is not listed in the main repertories. The collection was present in the collection of the Palazzo Massimo, as we learn from Vittorio Massimo, in Notizie istoriche della Villa Massimo alle Terme Diocleziane... of 1836. Magnificent proof, printed on contemporary laid paper, with margins, applied to contemporary paper (probably belonging to a small album), in excellent condition. ‎

‎PIRANESI Giovan Battista (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)‎

‎Veduta degli avanzi delle Fabbriche del secondo piano delle Terme di Tito‎

‎- PRIMO STATO DI QUATTRO -Acquaforte e bulino, 1776 circa, firmato in lastra in basso; esemplare della contemporanea tiratura romana.Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con pieni margini, in perfetto stato di conservazione. Della serie Vedute di Roma. L’opera consiste in 135 lastre prodotte individualmente dal Piranesi per almeno 30 anni, da circa il 1745, fino alla data della sua morte. All’opera sono aggiunte poi due vedute realizzate dal figlio Francesco. Per la prima volta furono edite dall’editore Giovanni Bouchard nel 1751 (34 lastre), successivamente dallo stesso Piranesi editore a Strada Felice prima e Palazzo Tomati poi (indirizzi che appaiono su molte tavole), fino alla stesura definitiva composta da 137 lastre. Successivamente alla morte dell’autore le matrici furono ereditate dal figlio Francesco, che ne curò la pubblicazione prima nella capitale - le cosiddette tirature “postume romane” - e successivamente a Parigi, dove furono stampate tre edizioni – la cosiddetta “prima di Parigi”, una intermedia (entrambe su carta vergata) e quella curata dall’editore Firmin Didot, la prima su carta senza vergelle, dove le tavole presentano l’aggiunta di un numero arabo ordinale. Tutte le tirature parigine sono piuttosto modeste in qualità, lontane da come il Piranesi le aveva pensate e concepite. Le lastre furono poi acquisite dalla Calcografia Camerale, poi Calcografia Nazionale, oggi Istituto Centrale per la Grafica, dove sono tuttora conservate. - THE FIRST STATE OF FOUR -Etching and engraving, 1776 circa, signed on plate.Example from the contemporary Roman Edition. A very good impression, printed on contemporary strong laid paper, with margins, very good condition. Taken from Vedute di Roma. The whole work consists of 135 plates which have been individually produced by Piranesi along 30 years, from 1745 circa until his death. Two more works have been subsequently added, two plates by his son Francesco. They have been printed for the first time in 1751 (34 plates) by the editor Giovanni Bouchard, afterwards by Piranesi himself, publisher first in Strada Felice an the in Palazzo Tomati, imprint that can be found in mostly of the plates), until the final edition of 137 plates. After Piranesi's death, his son Francesco inherited the plates, editing them first in Rome and then in Paris, where three editions were printed - the so-called "first Paris edition", an intermediate one (both on laid paper) and the one edited by the publisher Firmin Didot, the first on wowe paper, where the plates have an Arabic ordinal number added. All Parisi issues are rather modest in quality, far from how Piranesi had thought and conceived them. The plates were then acquired by the Calcografia Camerale, then Calcografia Nazionale, today Istituto Centrale per la Grafica, where they are still kept. Hind 127, I/IV; Wilton-Ely 260; Focillon 838.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Chiesa di Santa Susanna Delle Monache di S. Bernardo sul Viminale alle Therme La Facciata‎

‎Incisione su rame, in ottimo stato di conservazione.Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da " Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII…".In tre volumi, editi da G. G. de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX.L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi : il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia.Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da E. Dupérac a G. Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica.Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna.Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato "Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma mooderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII", opera di Alessandro Specchi, edito nel 1699. Example in the first state, before the number, taken from " Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII…".Etching, in perfect condition. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture. The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.) Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome.Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678).For reasons unknown the fourth and final volume (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729). Bartsch 149‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Veduta della Dogana Nuova di Terra eretta sù le ruine del fianco della Curia di Antonino Pio...‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Prospetto del Gran Cortile del Palazzo Pontificio di Monte Cavallo circondato da portici...‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ill.mo Sigr. Marchese Nunez nella Strada de Condotti‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Altro fianco del Palazzo Barberino dell'Ecc.mo Sig.r Prencipe di Pellestrina nel Monte Quirinale‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Veduta del Palazzo dell'Ecc.mo Sig.r Duca Salviati alla Lungara‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ecc.mo Sig.r Duca Mattei‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Veduta del Palazzo è Collegio di Propaganda Fide‎

‎Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Basilica di S. Lorenzo fuori delle mura‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dall'edizione del 1786. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.  View taken from 1786 edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Spedale e Chiesa di S. Spirito in Sassia‎

‎Quando nel 1759 Giuseppe Vasi pubblicò questa acquaforte, l’ospedale di S. Spirito, il principale ospedale di Roma, era stato recentemente ampliato da papa Benedetto XIV con l'aggiunta di un nuovo lungo reparto (Braccio Nuovo) avente lo stesso disegno di quello costruito nel 1478 da papa Sisto IV (Braccio Vecchio alias Corsia Sistina). Le due corsie formavano un fronte molto lungo che Vasi ha accuratamente raffigurato con l'approccio analitico di un architetto, piuttosto che quello di un pittore.Nella descrizione in basso Vasi fa riferimento a: 1)Palazzo del Commendatore; 2) Braccio Vecchio; 3) Braccio Nuovo; 4) Cupola della Cappella che sta in mezzo dello SpedaleAcquaforte, in ottimo stato di conservazione.Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica.I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli.Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso.  When in 1759 Giuseppe Vasi published this etching, Spedale di S. Spirito, the main hospital of Rome, had been recently enlarged by Pope Benedict XIV with the addition of a new long ward (Braccio Nuovo) having the same design as that built in 1478 by Pope Sixtus IV (Braccio Vecchio aka Corsia Sistina). The two wards formed a very long front which Vasi accurately depicted with the analytical approach of an architect, rather than that of a painter.In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Palazzo del Commendatore; 2) Braccio Vecchio; 3) Braccio Nuovo; 4) dome of the chapel inside Braccio Vecchio. The map shows also: 5) Church of S. Spirito in Sassia; 6) S. Lorenzo in Borgo; 7) Spedale de' Pazzi (madhouse).Etching, in very good condition.View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information.Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity.The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli.The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Scalabroni, 272‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Tempio della Tosse presso la Città di Tivoli.‎

‎Veduta pubblicata in una delle edizioni postume della monumentale opera del Vasi Delle Magnificenze di Roma antica e moderna, la cui prima edizione, in 10 volumi, fu pubblicata dal 1747 al 1761. Dopo la morte del Vasi, a partire dall'edizione del 1786, l'opera fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma. Questa nuova edizione presentava molte tavole della I edizione, ed alcune nuove che recano comunque il nome del Vasi quale incisore. Acquaforte, 1786 circa, in ottimo stato di conservazione. View taken from a later edition of Vasi s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61). The work was reissued under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma by Mariano Vasi after his father's death. This edition contains most of the plates from the original work, supplemented by a small number of new engravings. Etching, circa 1786, in very good condition.‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Chiesa di S. Maria in Campo Carleo‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso.     A partire dall'edizione del 1786, l'opera del Vasi, fu aggiornata dal figlio Mariano, che la pubblicò col titolo Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, mostrando solo il nome del padre come autore. Questa nuova edizione presentava molte tavole della prima edizione, ed alcune nuove. Anche la pubblicazione di Mariano Vasi fu stampata più volte, sempre con l’aggiunta di nuove tavole. Esemplare tratto dalla seconda edizione del 1772. Acquaforte, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna.   Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information.   Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity.   The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli.   The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself.     Starting from the edition of 1786, the work of Vasi, was updated by his son Mariano, who published it under the title Raccolta delle più belle vedute antiche, e moderne di Roma, showing only the name of his father as author. This new edition presented many plates of the first edition, and some new ones. The publication of Mariano Vasi was also printed several times, always with the addition of new plates.    View taken from the second edition of the Vasi’s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna, edited in 1772. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 190‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Obelisco dall'Egitto portato in Roma da Cesare Augusto...‎

‎...cavato di sotto le ruine l'an. 1748 e posto nel cortile del Palazzo d.o della Vignaccia. A.  Largo dell’Impresa, con l’obelisco rotto in cinque pezzi, che venne definitivamente scoperto nel 1748, durante il pontificato di Benedetto XIV Lambertini (1740-1758). Come mostra l’incisione, la posizione dell’obelisco era di fronte al “Palazzo della Vignaccia”, cioè Palazzo Conti, indicato dal Vasi con la lettera A (freccia rossa). Qualche anno dopo, i pezzi dell’obelisco furono portati nel cortile di Palazzo Conti, finché, nel 1792, papa Pio VI Braschi (1775-1799), lo fece finalmente innalzare di fronte alla Curia Innocenziana (palazzo Montecitorio). Largo dell’Impresa e via dell’Impresa prendono il nome dall’Impresa del Lotto, gestita dalla Camera Apostolica, che aveva la sua sede nel Palazzo Conti.  "In cinque pezzi, e 14. palmi sotto terra fu disotterrato quell'insigne, e smisurato trofeo della Romana potenza l'an. 1748. come si vede riposto nel cortile del vicino palazzo, che dicesi della Vignaccia. E' questo di granito rosso con cifre, o simboli egizj, fatto dal Re Sesostri, e fu condotto a Roma da Ottaviano Augusto dopo aver conquistato l'Egitto, il quale poi lo pose nel campo Marzio, per dimorare colla sua ombra le ore, o la meridiana al popolo Romano, che ivi concorreva a celebrare le feste, e giuochi ne' tempi destinati." (Giuseppe Vasi, Itinerario Istruttivo, 1761) Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso.  Acquaforte, in ottimo stato di conservazione.  ...cavato di sotto le ruine l'an. 1748 e posto nel cortile del Palazzo d.o della Vignaccia. A.  This obelisk was excavated in 1748 when some small houses behind Palazzo di Montecitorio had to be pulled down to make room for a building belonging to the Augustinians; its existence was known since the end of the XVth century. The obelisk was found broken into five major pieces, but parts of it were missing or were damaged by thermal stress caused by fire. The plate shows the machinery built to raise the blocks and a sort of track to move them; one of the blocks shows the dedicatory inscription dictated by Emperor Augustus ; the plate shows also the buildings which were being pulled down (left) and Palazzo della Vignaccia (right), in the courtyard of which the broken obelisk was temporarily moved. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition. Scalabroni, 88‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Palazzo Panfilio‎

‎Questa incisione mostra la facciata di Palazzo Doria Pamphili che da su Piazza del Collegio Romano disegnata da Antonio del Grande nel 1660. Nella descrizione in basso Vasi fa riferimento a: 1) Collegio Romano; 2) Palazzo De Carolis; 3) S. Maria in Via Lata; 4) Monastero di S. Marta. Acquaforte, in ottimo stato di conservazione. Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. Palazzo Panfilio (today Doria Pamphilj) is made up of three adjoining buildings. In this 1754 etching Giuseppe Vasi showed the façade designed by Antonio del Grande in 1660 for that in Piazza del Collegio Romano. The other façades are shown in other two plates - side on Via del Corso and side opposite Palazzo Venezia. In the description below the plate Vasi made reference to: 1) Collegio Romano; 2) Palazzo De Carolis; 3) S. Maria in Via Lata; 4) Monastero di S. Marta. View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli.   The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Scalabroni, 146‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Porta Portese ol(im) Portuensis‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso. Acquaforte, 1747 circa, stampata su carta vergata coeva, completa dei margini, in ottimo stato di conservazione.  View taken from the monumental work Delle magnificenze di Roma antica e moderna. Published in 10 volumes from 1747 to 1761, the work features 238 copper engravings, each engraving with a narrative text that provides historical and documentary information. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Etching, printed on contemporary laid paper, in very good condition.  Scalabroni, 77‎

‎VASI Giuseppe (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)‎

‎Fianco della Strada Giulia dalla parte del Tevere‎

‎Veduta tratta dalla monumentale opera Delle magnificenze di Roma antica e moderna.Pubblicata in 10 volumi dal 1747 al 1761, l’opera presenta 238 incisioni in rame, ciascuna incisione con testo narrativo che fornisce informazioni storiche e documentarie.  Nella prima edizione del Libro V che riguardava i monumenti lungo il Tevere e che fu pubblicato nei primi mesi del 1754, Giuseppe Vasi fece uso di alcune lastre di rame che aveva inciso negli anni 1740 per le Vedute di Roma sul Tevere, un libro che copriva lo stesso argomento, ma con vedute di dimensioni minori. Nella lastra mostrata qui sopra Vasi ingrandì la veduta originale aggiungendo più cielo nella parte superiore e una più ampia copertura del Giardino Farnese sulla sinistra; le aggiunte sono chiaramente visibili. La lastra non era numerata. Alla fine del 1754 Vasi pubblicò una seconda edizione del Libro V e sostituì la veduta del fiume tra Via della Lungara e Strada Giulia con una nuova che copriva anche Ponte Sisto e dava più rilevanza agli edifici lungo Strada Giulia. Nella nuova edizione la lastra fu numerata come 88, il numero precedentemente utilizzato per una lastra che copriva il Giardino Farnese. Acquaforte, tirata in sanguigna, in ottimo stato di conservazione.  Nella didascalia in basso, Vasi da riferimento a:  1 Giardino Farnese alla Lungara - 2 Palazzo Farnese - 3 Chiesa della Morte - 4 Palazzo Falconieri - 5 Chiesa dello Spirito Santo de Napoletani - 6 Chiesa di S.Giovanni de Fiorentini - 7 Carcere nuove. Conosciuto dai più semplicemente come il "maestro" di Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi rivela in quest'opera monumentale la pienezza della sua creatività grafica. I 10 libri che la compongono hanno ognuno un frontespizio con titolo e data diversi: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli. Le Magnificenze forniscono un panorama completo e al tempo stesso anticonvenzionale dell'Urbe: così, insieme alle consuete, celeberrime inquadrature desunte dalla migliore tradizione vedutistica, si trova anche una Roma insolita, quella che, talvolta, non esiste più. A quest'opera, di centrale importanza nell'editoria romana di metà Settecento, l'Autore aveva lavorato per quasi un ventennio realizzando una monumentale guida dell'Urbe dove accanto alle consuete e celeberrime inquadrature tratte dalla migliore tradizione vedutistica, immortala anche scorci insoliti che sono poi scomparsi con il cambiare della città. Il testo che accompagna le vedute nel primo volume è opera di Giuseppe Bianchini, nel secondo di Orazio Orlandi e nei restanti del Vasi stesso.  View taken from a later edition of Vasi s Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna (first edition, in X books, published between 1747-61). In the first edition of Book V which covered the monuments along the River Tiber and which was published in the first months of 1754, Giuseppe Vasi made use of some copperplates he had engraved in the 1740s for Vedute di Roma sul Tevere, a book covering the same subject, but with views of a smaller size. In the plate shown above Vasi enlarged the original view by adding more sky in the upper part and a larger coverage of Giardino Farnese on the left; the additions are clearly noticeable. The plate was not numbered. By the end of 1754 Vasi published a second edition of Book V and he replaced the patched view of the river between Via della Lungara and Strada Giulia with a new one which covered also Ponte Sisto and gave more relevance to the buildings along Strada Giulia. In the new edition the plate was numbered as 88, the number previously used for a plate covering Giardino Farnese.  In the description below this plate Vasi made reference to: 1) Giardino Farnese; 2) Palazzo Farnese; 3) Chiesa dell'Orazione e della Morte; 4) Palazzo Falconieri; 5) Spirito Santo dei Napoletani; 6) S. Giovanni dei Fiorentini; 7) Carcere Nuovo. Etching, printed in sanguine ink, in excellent condition. Known by most simply as the "master" of Giovanni Battista Piranesi, Giuseppe Vasi reveals in this monumental work the fullness of his graphic creativity. The 10 books that compose it each have a title page with a different title and date: Libro primo che contiene le porte e mura; Libro secondo, che contiene le piazze principali di Roma con obelischi, colonne, ed altri ornamenti; Libro terzo, che contiene le basiliche e chiese antiche di Roma; Libro quarto che contiene i palazzi e le vie più celebri; Libro quinto che contiene i ponti e gli edifizj sul Libro sesto che contiene la chiese parrocchiali; Libro settimo che contiene i conventi e case dei chierici regolari; Libro ottavo che contiene i monasteri e conservatorj di donne; Libro nono che contiene i collegj, spedali, e luoghi pii; decimo che contiene le ville e giardini più rimarchevoli.   The Magnificences provide a complete and at the same time unconventional panorama of the City: thus, together with the usual, celebrated shots taken from the best tradition of vedutistica, one also finds an unusual Rome, one that, at times, no longer exists. The author had worked on this work, of central importance in Roman publishing in the middle of the eighteenth century, for almost twenty years, producing a monumental guide to the “Urbe” where, alongside the usual and famous shots taken from the best tradition of vedutistica, he also immortalized unusual views that have since disappeared with the change of the city. The text that accompanies the views in the first volume is by Giuseppe Bianchini, in the second by Orazio Orlandi and in the remaining ones by Vasi himself. Scalabroni, 173‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Piazza di S. M. in Trastevere ampliata da N.S. Papa Alesandro VII‎

‎Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII.Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Altra veduta di Piazza Colonna spianata et ampliata da N.S. Papa Alesandro VII‎

‎Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII.Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Piazza del' Collegio Rom.o ampliata da N.S. Papa Alessandro VII‎

‎Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII.Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Chiesa di Santa Maria Liberatrice in Campo Vaccino‎

‎Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII.Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Chiesa di Santo Spirito in Sassia con lo Spedale de gl'Infermi et Fanciulli esposti‎

‎Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII.Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).‎

‎Disegno della Colonna Antonina, che è alta CLXXV piedi...‎

‎Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address.The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian.After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic.A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.‎

‎SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).‎

‎Disegno della colonna Traiana, che fu da lui drizzata in mezzo al suo foro...‎

‎Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address.The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian.After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic.A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.‎

‎SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).‎

‎Vestigij del Theatro che fu edificato da Augusto in nome di Marcello suo nipote...‎

‎Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address.The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian.After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic.A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.‎

‎SADELER II Aegidius (Anversa, 1570 circa - Praga, 1629).‎

‎Vestigij della Isola di s.to Bartholomeo, gia Anticamente detta L'isola di Giove licaonio...‎

‎Veduta tratta dalla serie "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", che il Sadeler incide, riprendendole dalla serie del francese Stefano Du Pérac, con la tecnica del bulino e in formato ridotto.L'opera consta di 50 tavole pubblicate da Marco Sadeler nel 1606 a Praga, attivissimo centro culturale, con lo stesso titolo "Vestigi delle Antichità di Roma" e le medesime descrizioni del Du Pérac in lingua italiana, senza citare l'inventore.Incisore di corte presso Rodolfo II, il Sadeler aveva compiuto viaggi in Germania e in Italia, soggiornando a Roma nel 1593.Nella sua opera compaiono però anche vedute di "... Tivoli, Pozzuolo et altri luochi" che mancano in quella del Du Pérac (sono tredici le tavole nuove) nelle quali viene accentuato l'aspetto naturalistico.Bulino, impresso su carta vergata coeva, con margini, perfetto stato di conservazione. View taken from "Vestigi delle Antichità di Roma Tivoli Pozzuolo et altri luoghi", after Etienne Duperac.Lettered in lower margin, with publisher's address and with Italian key to letters from within composition: "Marco Sadeler excudit.".Engraving, 1606, second state with publisher's address.The work consists of 50 plates first published by Marco Sadeler in 1606 in Prague with the same title and the same descriptions of Du Pérac in Italian.After taht the plates are re issued in Rome by Domenico De'Rossi. Engraver at the court of Rudolf II, Sadeler had made trips to Germany and Italy, staying in Rome in 1593. In his work appear but also views of Tivoli and Pozzuoli lmissing in that of Du Pérac (are thirteen new plates) in which is emphasized naturalistic.A fine impression, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Hollstein, F W H, Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts c.1450-1700, Amsterdam, 1949.‎

‎LAURO Giacomo (1561-1645/50)‎

‎Amphiteatrum Titi vulgo Colosseum‎

‎Tavola tratta dal celebre Antiquae urbis splendor di Giacomo Lauro, opera di grande importanza storica e archeologica che l’autore iniziò nel 1612. Il titolo intero è: Antiquae urbis splendor, hoc est praecipua eiusdum templa, amphitheatra, theatra, circi, naumachie, arcus triumphales, mausolea aliaque sumptuosiora aedificia, pompae item triumphalis et colossaearum imaginum descriptio; opera & industria Iacobi Lauri Romani in aes incisa atque in lucem edita. Addita est breuis quaedam et succincta imaginum explicatio in qua regum consulum imperatoruq; res gestae et rei romanae origo progressus incrementum, ac finis cu almae urbis antiquor. ac modernor. vestigior. additione utcunq; hoc insequenti anno 1630 reperiutur, et ex veteru ac recentior. historiar. monumentis clare ostenditur. Il libro ha una lunga e varia storia di pubblicazione, a partire dal 1612, anche se il lavoro di Lauro sul libro precede la sua pubblicazione di almeno diciotto anni. Il libro fu stampato per la prima volta da Giacomo Mascardi, e originariamente conteneva solo due parti, anche se nel 1615 si era allargato a una terza parte. La prima parte conteneva 37 incisioni, con una dedica al re Sigismondo III di Polonia, datata 1614, e un ritratto datato 1609 (preso in prestito da un altro libro di incisioni). La seconda parte conteneva un ritratto di Carlo Emanuele I, duca di Savoia, datato 1613, e 41 incisioni. Vale la pena notare che questi primi due libri erano entrambi dedicati alla nobiltà polacca, probabilmente a causa del fatto che Lauro aveva goduto di patrocinio dall'incisione di battaglie polacche all'inizio della sua carriera. La terza parte, aggiunta più tardi, era dedicata a Ranuccio Farnese, uno dei maggiori mecenati di Lauro più tardi nella sua vita, e conteneva 40 incisioni. Il numero di tavole incluse in ciascuna delle precedenti edizioni dell'opera di Lauro (stampate alla Camera Apostolica nel 1614 in quattro parti, e stampate di nuovo lì nel 1621 in tre parti) fu finalmente stabilito nel 1628 con l'aggiunta del quarto e ultimo libro per un totale di 166 incisioni, che è il numero generalmente accettato per quante incisioni totali Lauro produsse per quest'opera. L'edizione pubblicata da Vitale Mascardi e curata da Giovanni Alto uscì nel 1637. Alto ha aggiunto un indice finale e numerato ciascuna delle incisioni, 2-167, per quest'ultima edizione. Incisione in rame, stampata su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Plate taken from the important Antiquae urbis splendor by Giacomo Lauro. The full title is: Antiquae urbis splendor, hoc est praecipua eiusdum templa, amphitheatra, theatra, circi, naumachie, arcus triumphales, mausolea aliaque sumptuosiora aedificia, pompae item triumphalis et colossaearum imaginum descriptio; opera & industria Iacobi Lauri Romani in aes incisa atque in lucem edita. Addita est breuis quaedam et succincta imaginum explicatio in qua regum consulum imperatoruq; res gestae et rei romanae origo progressus incrementum, ac finis cu almae urbis antiquor. ac modernor. vestigior. additione utcunq; hoc insequenti anno 1630 reperiutur, et ex veteru ac recentior. historiar. monumentis clare ostenditur. The book has a long and varied history of publishing, beginning in 1612, though Lauro’s work on the book predates its publishing by at least eighteen years. The book was first printed by Giacomo Mascardi, and it originally only contained two parts, though by 1615 it had expanded to a third part. The first part contained 37 engravings, with a dedication to King Sigismund III of Poland, dated 1614, and a portrait dated 1609 (borrowed from another book of engravings). The second part contained a portrait of Charles Emmanuel I, Duke of Savoy, dated 1613, and 41 engravings. It is worth noting that these first two books were both dedicated to Polish nobility, probably due to the fact that Lauro had enjoyed patronage from engraving Polish battles early in his career. The third part, added later, was dedicated to Ranuccio Farnese, one of Lauro’s greater patrons later in his life, and contained 40 engravings. The number of plates included in each of the earlier editions of Lauro’s work (printed at the Camera Apostolica in 1614 in four parts, and printed there again in 1621 in three parts) was finally settled in 1628 with the addition of the fourth and final book for a total of 166 engravings, which is the generally accepted number for how many engravings total Lauro produced for this work. The edition published by Vitale Mascardi and curated by Giovanni Alto was released in 1637. Alto added a final index and numbered each of the engravings, 2-167, for this latest release. Copperplate, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Rossetti, Rome: A Bibliography. Vol. 3. (2000) p. 39-40.; Buckley, The Splendors of Ancient Rome: A Seventeenth Century View. The Splendors of Ancient Rome (1974); Laura Di Calisto, Lauro Giacomo in Dizionario Biografico Degli Italiani_ Vol. 64. (2005).‎

‎LAURO Giacomo (1561-1645/50)‎

‎Castrum S. Angeli‎

‎Tavola tratta dal celebre Antiquae urbis splendor di Giacomo Lauro, opera di grande importanza storica e archeologica che l’autore iniziò nel 1612. Il titolo intero è: Antiquae urbis splendor, hoc est praecipua eiusdum templa, amphitheatra, theatra, circi, naumachie, arcus triumphales, mausolea aliaque sumptuosiora aedificia, pompae item triumphalis et colossaearum imaginum descriptio; opera & industria Iacobi Lauri Romani in aes incisa atque in lucem edita. Addita est breuis quaedam et succincta imaginum explicatio in qua regum consulum imperatoruq; res gestae et rei romanae origo progressus incrementum, ac finis cu almae urbis antiquor. ac modernor. vestigior. additione utcunq; hoc insequenti anno 1630 reperiutur, et ex veteru ac recentior. historiar. monumentis clare ostenditur. Il libro ha una lunga e varia storia di pubblicazione, a partire dal 1612, anche se il lavoro di Lauro sul libro precede la sua pubblicazione di almeno diciotto anni. Il libro fu stampato per la prima volta da Giacomo Mascardi, e originariamente conteneva solo due parti, anche se nel 1615 si era allargato a una terza parte. La prima parte conteneva 37 incisioni, con una dedica al re Sigismondo III di Polonia, datata 1614, e un ritratto datato 1609 (preso in prestito da un altro libro di incisioni). La seconda parte conteneva un ritratto di Carlo Emanuele I, duca di Savoia, datato 1613, e 41 incisioni. Vale la pena notare che questi primi due libri erano entrambi dedicati alla nobiltà polacca, probabilmente a causa del fatto che Lauro aveva goduto di patrocinio dall'incisione di battaglie polacche all'inizio della sua carriera. La terza parte, aggiunta più tardi, era dedicata a Ranuccio Farnese, uno dei maggiori mecenati di Lauro più tardi nella sua vita, e conteneva 40 incisioni. Il numero di tavole incluse in ciascuna delle precedenti edizioni dell'opera di Lauro (stampate alla Camera Apostolica nel 1614 in quattro parti, e stampate di nuovo lì nel 1621 in tre parti) fu finalmente stabilito nel 1628 con l'aggiunta del quarto e ultimo libro per un totale di 166 incisioni, che è il numero generalmente accettato per quante incisioni totali Lauro produsse per quest'opera. L'edizione pubblicata da Vitale Mascardi e curata da Giovanni Alto uscì nel 1637. Alto ha aggiunto un indice finale e numerato ciascuna delle incisioni, 2-167, per quest'ultima edizione. Incisione in rame, stampata su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Plate taken from the important Antiquae urbis splendor by Giacomo Lauro. The full title is: Antiquae urbis splendor, hoc est praecipua eiusdum templa, amphitheatra, theatra, circi, naumachie, arcus triumphales, mausolea aliaque sumptuosiora aedificia, pompae item triumphalis et colossaearum imaginum descriptio; opera & industria Iacobi Lauri Romani in aes incisa atque in lucem edita. Addita est breuis quaedam et succincta imaginum explicatio in qua regum consulum imperatoruq; res gestae et rei romanae origo progressus incrementum, ac finis cu almae urbis antiquor. ac modernor. vestigior. additione utcunq; hoc insequenti anno 1630 reperiutur, et ex veteru ac recentior. historiar. monumentis clare ostenditur. The book has a long and varied history of publishing, beginning in 1612, though Lauro’s work on the book predates its publishing by at least eighteen years. The book was first printed by Giacomo Mascardi, and it originally only contained two parts, though by 1615 it had expanded to a third part. The first part contained 37 engravings, with a dedication to King Sigismund III of Poland, dated 1614, and a portrait dated 1609 (borrowed from another book of engravings). The second part contained a portrait of Charles Emmanuel I, Duke of Savoy, dated 1613, and 41 engravings. It is worth noting that these first two books were both dedicated to Polish nobility, probably due to the fact that Lauro had enjoyed patronage from engraving Polish battles early in his career. The third part, added later, was dedicated to Ranuccio Farnese, one of Lauro’s greater patrons later in his life, and contained 40 engravings. The number of plates included in each of the earlier editions of Lauro’s work (printed at the Camera Apostolica in 1614 in four parts, and printed there again in 1621 in three parts) was finally settled in 1628 with the addition of the fourth and final book for a total of 166 engravings, which is the generally accepted number for how many engravings total Lauro produced for this work. The edition published by Vitale Mascardi and curated by Giovanni Alto was released in 1637. Alto added a final index and numbered each of the engravings, 2-167, for this latest release. Copperplate, printed on contemporary laid paper, with margins, good condition. Rossetti, Rome: A Bibliography. Vol. 3. (2000) p. 39-40.; Buckley, The Splendors of Ancient Rome: A Seventeenth Century View. The Splendors of Ancient Rome (1974); Laura Di Calisto, Lauro Giacomo in Dizionario Biografico Degli Italiani_ Vol. 64. (2005).‎

‎PERELLE Gabriel (Vernon-sur-Seine 1604 – Parigi 1677)‎

‎Ruyne du Colisée‎

‎Acquaforte, 1650 circa, incisa da Perelle su disegno di Asselin. In basso a sinistra: Dessigné par I. Asselin, et gravé par Perelle.  a destra: P. Ferdinand excudit, Avec privilege du Roy. Numerata 4. In ottimo stato di conservazione. Etching, 1650 circa. Lower left: Dessigné par I. Asselin, et gravé par Perelle. Lower right: P. Ferdinand excudit, Avec privilege du Roy. Numbered 4 at lower right. In good condition.‎

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