|
Zavatta Benedetta
La sfida del carattere. Nietzsche lettore di Emerson
brossura
|
|
Gallo Franco; Zignani Paolo
Nietzsche e Schumann. Musica, scrittura, forma e creazione
br. Amore giovanile di Nietzsche, poi oggetto di critiche aspre e di un rifiuto senza appello, Schumann fu probabilmente per il filosofo di Röcken un'esperienza più importante e duratura di quanto normalmente non si riconosca. Mediante un paragone con l'elaborazione e organizzazione delle forme brevi in Schumann, la prima parte del volume propone una lettura della filosofia nietzscheana e della sua predilezione per la forma breve collegandole coerentemente con l'istanza della polemica antifilistea propria anche di Schumann e analizzandone potenziale e contraddizioni nel quadro di una teoria dell'emancipazione, contro ogni lettura strettamente formalistica della scrittura nietzscheana. La seconda parte esamina la posizione di Schumann nel quadro di una riflessione complessiva sulla musica che fa i conti con la tensione tra norma e trasgressione, ordine e demonico, controllo ed eccesso. Con ampie analisi che vanno da Bach a Nietzsche, individua così nella musica schumanniana il centro di un'operazione di scrittura che non è più evocazione di affetti ma loro metamorfosi in sorgenti del linguaggio musicale. La creatività schumanniana, lungi dal poter essere allora classificata (seguendo Nietzsche) come reattività e piccineria nazionale, appare piuttosto alternativa profonda e radicale, per quanto non aproblematica, all'oltrepassamento dionisiaco nietzscheano.
|
|
Locchi Giorgio
Wagner, Nietzsche e il mito sovrumanista
br. La musica tonale europea ha educato ad un sentimento nuovo del Tempo della Storia: un tempo tridimensionale e non più lineare, in cui è ritrovata la pienezza dell'umano e del suo divenire. Da questo sentimento è scaturita una visione-del-mondo nuova, che ha per la prima volta invaso il dominio del linguaggio con l'opera artistica di Richard Wagner e, subito dopo, con quella filosofica di Friedrich Nietzsche. Nasce così il Mito sovrumanista e con esso entra nella storia il vasto movimento spirituale, artistico, filosofico e infine politico che, in conflitto con la bimillenaria tendenza umanistico-egalitarista, ha dominato il XX secolo europeo. Il saggio di Giorgio Locchi mette in luce la lunga gestazione «musicale» del Mito, ne coglie la nascita e ne analizza le strutture, permettendo una più esatta comprensione della «parentela» che unisce Nietzsche a Wagner. Ha ragione Adriano Scianca, nella sua bella Prefazione, sostenendo che: "Senza timore di esagerare, possiamo affermare che il presente volume sia il testo più originale e profondo pubblicato nella seconda metà del Novecento nell'ambito della cultura non conformista".
|
|
Verrecchia Anacleto; Lanterna M. (cur.)
La catastrofe di Nietzsche a Torino
br. Classico della storiografia filosofica. Testo imprescindibile sull'ultimo periodo di Nietzsche, ovvero quello pruriginoso e assai mitizzato della follia. Capolavoro di satira e stile. Ecco in breve che cos'è La catastrofe di Nietzsche a Torino. Verrecchia non solo vi raccoglie una documentazione definitiva sull'argomento ma la presenta in una forma letteraria unica, tanto che il libro appare nelle bibliografie di qualunque studio nietzscheano serio, sia italiano che estero. Per oltre quarant'anni la Catastrofe ha trovato frotte di lettori entusiasti come per esempio Giuseppe Prezzolini o - attraverso la versione tedesca - Karl Popper, il quale confessava d'averla letta due volte. È dunque l'opera migliore per rileggere Anacleto Verrecchia a dieci anni dalla sua scomparsa. Rispetto alle precedenti, questa edizione commemorativa incorpora la Catastrofetta dei nicciani in Italia di Marco Lanterna, che è una storia della Catastrofe scritta nei modi antiaccademici e briosi cari al Verrecchia.
|
|
Giametta Sossio
Il bue squartato e altri macelli. La dolce filosofia
brossura Il bue squartato è Nietzsche, da cui ciascun interprete si ritaglia una bistecca trascurando il resto. Gli altri macelli sono quelli che la vita fa di noi, quelli che noi facciamo di noi stessi e degli animali, quelli che in tutto il libro si fanno di luoghi comuni e di idee ricevute, nonché i "macelli" critici di grandi autori come Platone, Sant'Agostino, Bruno, Spinoza, Schopenhauer, Nietzsche, Heidegger, Hegel, Croce e altri, senza risparmiare gli autori odierni: macelli che Sossio Giametta fa, dopo lo scavo dei loro tesori, come continuazione del loro lavoro. Fino ad abbozzare in conclusione, con osservazioni scaturite dall'esperienza di una vita, un vero e proprio metodo filosofico ad uso dei giovani pensatori, che innova sui metodi classici come quelli di Descartes e di Spinoza. Giametta, intervistato da Giuseppe Girgenti in occasione del suo ottantesimo compleanno, racconta la sua esperienza tra Firenze e Weimar come collaboratore all'edizione critica Colli-Montinari delle opere di Nietzsche, come traduttore, saggista, narratore, critico letterario e giornalista, dà una nuova immagine di Nietzsche e una nuova sintesi di Schopenhauer, getta una profonda luce sul Cristianesimo e sulla Chiesa, esplora le radici dell'attuale situazione politica ed economica italiana ed europea, si interroga su aspetti problematici di Platone e trancia la questione della responsabilità politica di Heidegger.
|
|
Golomb Jacob; Pinto V. (cur.)
Nietzsche e Sion. Motivi nietzschiani nella cultura ebraica di fine Ottocento
br. Il libro è un viaggio nell'Europa ebraica di fine Ottocento in compagnia del grande distruttore di tutti gli idoli e del teorico dell'oltre-uomo. Golomb testimonia la profondità intellettuale del dialogo che alcune figure ebraiche di rilievo poi approdate al sionismo instaurarono con Nietzsche. Alla ricerca della propria autenticità e privi di una propria identità, uomini come Herzl, Nordau, Buber e Berdichevski si immersero nell'abisso nietzschiano. Cosa vi trovarono e come vi riemersero lo racconta Golomb in questo libro sulle origini del progetto sionista.
|
|
Montanari Moreno
Il Tao di Nietzsche
br. «Io potrei diventare il Buddha d'Europa: che sarebbe il contrario di quello indiano" (Friedrich Nietzsche). Friedrich Nietzsche non assomiglia affatto a un monaco buddhista. Eppure, su alcune questioni la sua filosofia e il pensiero orientale sembrano parlare la stessa lingua: dal rigetto della nozione di «io» al superamento della logica duale, dal concetto di vuoto che innerva ogni cosa alla convinzione che nulla esiste (in sé) ma tutto coesiste. Si fa strada così una forma di sapere che mira al risveglio e all'illuminazione per trascendere la propria condizione umana a favore di un sentire più cosmico. Questo libro offre al lettore nuove chiavi ermeneutiche per orientarsi nel pensiero di uno dei più importanti filosofi del Novecento e indaga le profonde ragioni della sua attualità anche alla luce della lettura psicoanalitica che ne diede Jung.
|
|
Schubart Walter; Baffo G. (cur.)
Dostoevskij e Nietzsche
br. Non si può avere una comprensione completa del dibattito culturale e spirituale nella Germania e nell'Europa degli anni Trenta del secolo scorso, se non si ha presente questo testo di Walter Schubart. Ad esso, e al precedente L'Europa e l'anima dell'Oriente, farà riferimento l'opposizione tedesca al nazismo, tanto che gli scritti di Schubart circoleranno in copie clandestine fra gli ufficiali che cominciavano a congiurare contro Hitler. E a questo saggio fa esplicito riferimento anche Ernst Jiinger in La pace e in Oltre la linea, testo cardine della riflessione novecentesca sul nichilismo. Walter Schubart, giurista ed autodidatta filosofo "russofilo", fugge nel 1933, assieme alla moglie ebrea lettone, dalla Germania nazista per riparare a Riga, dove sarà in seguito "sommerso" dalla marea totalitaria dello stalinismo, trovando la morte in un gulag sovietico nel 1942. Pubblicato nel 1939 Dostoevskij e Nietzsche contiene una lungimirante riflessione sulle forze spirituali, politiche e culturali che si contendono l'Europa. Nietzsche costituisce per Schubart il compimento dell'anima tecnica e "prometeica" dell'uomo europeo, una figura tragicamente lacerata dalla tensione fra lo "scetticismo occidentale" e la "spinta orientale alla fede", laddove Dostoevskij rappresenta il profeta di un eone giovanneo dello spirito in cui si affermerà - di contro all'individualismo liberai-occidentale - l'ideale comunitario della "divinumanità". Finora inedito nella nostra lingua, il testo è accompagnato da una significativa scelta di scritti schubartiani sul pensiero russo e corredato da un saggio introduttivo di Giancarlo Baffo, primo lavoro d'una certa ampiezza ad essere dedicato in Italia a questo grande sconosciuto del XX secolo. Premessa di Giampiero Moretti.
|
|
Rizzi Alessandra
Nietzsche, la Liguria e Genova
br. In che modo i luoghi liguri hanno influenzato un filosofo tedesco di enorme portata quale Friederich Nietzsche? Come si sono intrecciati con l'evolversi della sua filosofia e della sua produzione, dando luce a fondamentali aspetti del suo pensiero? In questo lavoro ci si propone di capire e interpretare la maniera in cui la vita in Liguria e le località prescelte da Nietzsche sono state "fatte proprie" e assimilate dallo stesso, fino a diventare veri e propri archetipi di una sua dimensione e modus vivendi. Parallelamente vengono descritti aspetti storico-geografici della regione Liguria e del capoluogo genovese, con reperti fotografici relativi a come erano i paesaggi nei secoli scorsi, con particolare attenzione ai luoghi dove Nietzsche ha vissuto in Genova e provincia.
|
|
Treccani Irene
Nietzsche e l'astronomia del XIX secolo
ill., br. "Imparate a leggermi bene", aveva ammonito Nietzsche. E imparare a leggerlo bene, a scoprire il significato recondito delle sue metafore astrali, il senso nascosto dietro alle sue poetiche immagini celesti è proprio lo scopo di questo libro. L'analisi storico-astronomica del contesto scientifico-culturale ottocentesco, la fedele ricostruzione delle letture di Nietzsche e l'indagine ermeneutica della sua abbondante metaforica celeste accompagnano il lettore alla scoperta del costituirsi del suo filosofare, a quella zona di pensiero che, procedendo dai risultati sperimentali della scienza dell'epoca, giunge, con esiti del tutto innovativi, a un campo diverso da quello d'origine: la riflessione filosofica. L'affinità tra Nietzsche e il contesto astronomico ottocentesco viene qui colta in una molteplicità di aspetti. La visione antiantropocentrica e a-finalistica, l'immagine della luce come metafora di una verità nuova e la proclamazione dell'inesistenza di un punto di vista assoluto vengono esplorate nelle loro analogie con le verità del pensiero scientifico moderno, dall'eliocentrismo copernicano alla propagazione della luce a velocità finita, per giungere infine al movimento dell'intero sistema solare. Da tale indagine la riflessione nietzschiana ne esce arricchita: sul piano storico acquista una maggiore profondità, su quello filosofico una nuova, crescente complessità.
|
|
Gentili Carlo
Introduzione a Nietzsche
br. Nell'esporre il pensiero del grande filosofo tedesco il libro privilegia quattro ambiti principali: il problema estetico, il problema morale, il problema teoretico-gnoseologico e il rapporto con il Cristianesimo. I singoli capìtoli, organizzati su base cronologica, ricostruiscono lo sviluppo di ciascun nucleo tematico nel contesto della filosofia di Nietzsche dagli inizi agli esiti finali.
|
|
Bazardjian Raphael; Agazzi D. (cur.)
Federico Nietzsche il gran ciarlatano
br. Nel 1921, a Bergamo, compariva per i tipi della casa A. Savoldi "stabilimento cartotecnico-editoriale" un saggio singolare scritto dal critico armeno Raphaël Bazardjian. Medico chirurgo e studioso di filosofia, Bazardjian si trasferì in Italia dopo aver lavorato come assistente al Policlinico di Berlino. Il breve e denso saggio demoliva in ogni sua parte la figura di Friedrich Nietzsche. Forse per questo, da oltre un secolo, il volume risulta introvabile e una sola copia è conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Dario Agazzi, discendente da parte materna dell'editore Savoldi, ha recuperato il testo riproponendolo al lettore odierno: perché una voce critica tagliente e ironica contraria a Nietzsche - celebrato senza se e senza ma - non andasse sepolta e dimenticata.
|
|
Spengler Oswald; Bazzani F. (cur.)
Il secolo di Nietzsche
br. «Nella realtà storica non regnano l'ideale, la bontà e la morale - il loro regno non è di questo mondo! -, bensì la decisione, l'azione energica, la presenza di spirito, l'intelligenza pratica. Con i piagnistei e i tribunali morali non si aboliscono i fatti. Così è l'uomo, così è la vita, così è la storia. L'opera di Nietzsche non è un pezzo di passato, di cui si possa godere, bensì un compito al quale non ci si può sottrarre. Nietzsche ha mostrato la storia per come essa è. Il suo lascito è il compito di vivere la storia in questo modo». Con un saggio introduttivo di Fabio Bazzani, lo scritto qui proposto, pubblicato per la prima volta nel 1937 dall'editore Beck di Monaco di Baviera, costituisce il testo del discorso tenuto da Spengler il 15 ottobre 1924, presso il Nietzsche-Archiv di Weimar, in occasione dell'80° anniversario della nascita di Nietzsche.
|
|
Cardone Raffaele
Finalmente ho capito la filosofia di Nietzsche
br. «Nietzsche è il filosofo del ribaltamento, della capriola: teoretica, stilistica, politica, morale. Fu dunque una capriola che lo seppellì, segnando anche la fine di un'epoca per la filosofia e un certo modo di pensare. Cos'è veramente reale? Chi sono io? Cos'è il tempo? Come posso migliorarmi? Di cosa parliamo quando parliamo di Dio? Come dobbiamo considerare i principi morali? Possiamo diventare uomini liberi? Se sì, come? Dopo Nietzsche, tutte queste domande perdono l'importanza che avevano prima, acquistano un altro significato, e la filosofia fa vela una volta per tutte verso nuove mete.» Nietzsche è stato molte cose: pensatore, filosofo, iconoclasta, poeta, visionario. Tutta la sua vita tormentata e l'immensa attività del suo pensiero sono percorse da esplosioni, contraddizioni, intuizioni profetiche, interpretazioni al limite dell'incredibile, puntualmente confermate dalla storia. Superuomo, volontà di potenza, al di là del bene e del male, nichilismo sono le parole chiave usate spesso a sproposito sia da fanatici sostenitori sia da agguerriti detrattori. Lui aveva un solo obiettivo: liberare l'uomo dai vincoli della religione, della morale, delle credenze, da ingombranti maestri del passato e da ingenui sostenitori del progresso. La sua attualità resta un unicum, perché ancora oggi il suo pensiero aiuta a navigare nel Caos del mondo e a inventare un modo per uscirne, plasmando la nostra personale esistenza.
|
|
Deleuze Gilles; Franck G. (cur.)
Nietzsche
br. «Noi, lettori di Nietzsche, dobbiamo evitare quattro possibili fraintendimenti: 1. sulla volontà di potenza (credere che la volontà di potenza significhi "desiderio di dominare", o "volere la potenza"); 2. sui forti e i deboli (credere che i più "potenti", in un dato regime sociale, siano per ciò stesso dei "forti"); 3. sull'eterno ritorno (credere che si tratti di un'idea antica, ripresa dai Greci, dagli Indù, dai Babilonesi...; credere che si tratti di un ciclo, ovvero di un ritorno dello Stesso, di un ritorno allo stesso); 4. sulle opere dell'ultimo periodo (credere che queste opere siano eccessive o già squalificate dalla follia)».
|
|
Martini Matteo
Friedrich Nietzsche e il nazionalsocialismo e altre questioni nietzscheane
br. I due saggi che compongono il testo, e in maniera specifica il primo, affrontano la tanto dibattuta questione del rapporto tra la filosofia di Friedrich Nietzsche e il nazionalsocialismo. Il secondo saggio propone anche delle riflessioni su altre questioni nietzscheane, quali ad esempio la presunta manipolazione degli scritti del filosofo da parte della sorella e i motivi del crollo psichico di Nietzsche. Il testo, divulgativo e di facile lettura, è rivolto anche a chi non conosce la materia, senza per questo rinunciare alla profondità delle riflessioni proposte, nell'ambito di una filosofia, quella di Nietzsche, il cui maggior interesse risiede nell'essere molto legata alla vita reale.
|
|
Venturelli Domenico
Nobiltà e sofferenza. Musica, religione e filosofia in F. Nietzsche
br. Nietzsche fu veramente il filosofo ateo e nichilista che una certa vulgata dipinge? Venturelli procede alla decostruzione di questo stereotipo ripercorrendo le vie molteplici del pensiero nietzschiano, guidato da due fili armoniosamente intrecciati: la musica e la religione. Sullo sfondo del nulla, quale inaggirabile tema del pensiero nietzschiano, Venturelli tenta di ricostruire la "filosofia di Nietzsche" dando largo spazio al tema di una religiosità che, sebbene sofferta, resta pur sempre cifra del suo pensiero tragico nel senso proprio della parola, indissolubilmente legato allo spirito della tragedia e alla sua musica.
|
|
Barile Nicolò
Adescamenti. Nietzsche e la parola di Dioniso
br. "Nietzsche ci invita, anzi ci impone o meglio pone come condizione del seguirlo il seguire noi stessi; nessuno che, seguendo altri, si trattasse pure di Nietzsche, non segua se stesso, può sostenere di seguire Nietzsche, chi segue "fedelmente" se stesso incontra Nietzsche sul proprio cammino." (dall'introduzione dell'autore)
|
|
Klossowski Pierre
Nietzsche e il circolo vizioso
br. Klossowski è riuscito a costruire un libro-labirinto all'interno di un altro, tuttora ingannevolissimo, labirinto: gli scritti di Nietzsche degli ultimi anni, tra la folgorazione dell'"eterno ritorno", il progetto di un'opera che avrebbe dovuto chiamarsi "La volontà di potenza" e gli estremi messaggi dell'"euforia di Torino". Proprio su questo punto si dividono, da sempre, le interpretazioni di Nietzsche: sono anni di progrediente lucidità? o di progrediente follia? Klossowski recide subito questo banalissimo nodo, affermando che tutto il pensiero di Nietzsche "ruota attorno al delirio come attorno al proprio asse". E già questo permette di stabilire una incolmabile distanza fra tale pensiero e la sequenza della filosofia: c'è uno iato che separa sin dall'inizio l'impresa speculativa di Nietzsche dal discorso occidentale - lo iato del caos. Per non perdere mai il contatto con questa singolarità irriducibile di Nietzsche, Klossowski ha scelto la via più ardua, ha deciso di lasciarsi trascinare "dal mormorio, dal respiro, dalle esplosioni di collera e di risa di questa prosa, la più insinuante che si sia mai formata nella lingua tedesca". Così, più che l'articolarsi dei concetti, segue le "fluttuazioni d'intensità" in quella "tonalità dell'anima" che era Nietzsche stesso - e il libro si intesse alle sue pagine come un perpetuo commento, un'eco dove le parole dell'autore stingono su quelle dell'esegeta e viceversa.
|
|
Jung Carl Gustav; Jarrett J. L. (cur.); Croce A. (cur.)
Lo «Zarathustra» di Nietzsche. Seminario tenuto nel 1934-39. Vol. 4
ril. Esegesi incalzante e, insieme, sterminata spigolatura di "perle psicologiche". Il confronto tra Jung e "Così parlò Zarathustra" - di fronte all'uditorio zurighese che interloquisce da anni con trasporto - conserva intatto fino alla fine tale duplice carattere, e non perde di ardimento nel seguire i vettori della psicologia analitica che proprio qui si mettono splendidamente alla prova. La geometria dell'inesausto commento testuale sembra aderire infatti a una delle massime di Zarathustra, la figura semidivina che è ipostasi di Nietzsche stesso: "Tutte le cose dritte mentono... Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo". La traiettoria curvilinea disegnata da Jung serpeggia tra le visioni, le fantasmagorie e i vertiginosi costrutti che il filosofo concepì, ma di cui non seppe riconoscere la radice inconscia e il significato archetipico, ossia quella provenienza "dagli intestini del mondo" senza i quali l'idea di superamento dell'uomo si riduce a pericoloso proposito cerebrale. Nell'oltre che aveva atterrito i primi lettori benpensanti dello Zarathustra Jung però, dopo mezzo secolo, non teme più il maleficio della follia sovvertitrice. Con un affondo memorabile, il 15 febbraio 1939 chiude il seminario sulla minaccia che viene da un eccesso di vicinanza tra l'ideale nietzscheano e la comune "idiozia" di collocare ogni felicità nella terra dei figli, sempre coniugata al futuro. Di lì a poco, l'apocalisse della guerra gli darà ragione.
|
|
Andreas-Salomé Lou; Donaggio E. (cur.); Fazio D. M. (cur.)
Friedrich Nietzsche
br. Mia cara Lou, la Sua idea di una riduzione dei sistemi filosofici ai documenti personali dei loro autori è davvero il pensiero di una «mente sorella»: io stesso, a Basilea, ho esposto in questo senso la storia della filosofia antica, e amavo dire a quanti mi ascoltavano: «Questo sistema è stato confutato ed è morto, ma la persona che vi sta dietro non è confutabile, la persona non può considerarsi morta» - Platone, ad esempio [...]. Per quanto concerne la Sua «Caratterizzazione di me stesso» che, come Lei scrive, risponde a verità, mi ha fatto venire in mente quei miei versi della Gaia scienza, [...] dal titolo «Richiesta». Indovini un po', mia cara Lou, quel ch'io richiedo? [...] Ieri pomeriggio ero felice: il cielo era azzurro, l'aria mite e tersa, ero nella Rosenthal, richiamatovi dalla musica della Carmen. Sono rimasto seduto là per tre ore, e ho bevuto il secondo cognac di quest'anno, in ricordo del primo (ah! com'era cattivo!), e intanto meditavo, in tutta innocenza e malizia, se non avessi una qualche predisposizione alla follia. Alla fine mi sono detto: no. Poi è iniziata la musica della Carmen e per una mezz'ora sono stato sopraffatto dalle lacrime e dal batticuore. Quando leggerà queste cose, Lei concluderà di certo: sì! e prenderà un appunto per la «Caratterizzazione di me stesso». Venga presto a Lipsia, ma presto davvero! Perché soltanto il 2 ottobre? Adieu, mia cara Lou! (Lettera di Friedrich Nietzsche a Lou von Salomé a Stibbe, Lipsia, presumibilmente il 16 settembre 1882).
|
|
Giametta Sossio
Commento allo Zarathustra
brossura Dopo gli storici lavori di Naumann (1901) e Weichelt (1910), il primo commento italiano all'opera di Nietzsche condotto capitolo per capitolo. L'opera di Sossio Giametta mostra "Così parlò Zarathustra" come l'esplosione del genio morale e poetico di Nietzsche che, in combinazione ma anche in contrasto con le sue tesi filosofiche, costituisce una summa della sapienza occidentale. Guida alla grandezza, ditirambo alla purezza e canto di solitudine, lo Zarathustra insegna il valore del corpo e l'attaccamento alla terra, incita all'amore di sé, che è sacrificio, e all'amore della vita, che è fierezza, responsabilità e lotta, contrapponendosi ai Vangeli cristiani, che negano valore autonomo alla vita e impediscono di cogliere la pienezza per cui vale la pena di vivere e morire. Una lettura attenta, condotta sull'edizione critica, di una delle più significative opere del pensiero occidentale. Un'interpretazione controcorrente di un autore discusso, a cui si affiancano una puntuale analisi stilistica e una ricostruzione completa delle fonti e dei riferimenti culturali e filosofici di Nietzsche.
|
|
Roat Francesco
Religiosità in Nietzsche. Il Vangelo di Zarathustra
br. È assurdo pensare che in Nietzsche sia presente un afflato religioso? Roat crede di no, ritenendo anzi che dai testi del Nostro emerga una spiritualità analoga a quella dei mistici d'ogni tempo e luogo. Soprattutto lo Zarathustra sembra mettere in luce una tale prospettiva. Si pensi solo allo spirito profetico incarnato dal protagonista del capolavoro nicciano: nunzio d'un nuovo vangelo da contrapporre ai quattro canonici. Il suo è infatti il kerigma d'un nuovo modo di porsi nei confronti del mondo e di Dio, che il Nostro definisce morto, cioè scomparso dall'orizzonte moderno. L'ipotesi che in Nietzsche si dia una forma, sia pur eccentrica, di religiosità viene confortata altresì dalla sua fede in un nuovo modo di filosofare che si smarchi dalla teorizzazione concettuale e propenda per una parola poetica: aperta a quell'eccedenza che avvertiamo in ogni cosa verso cui si rivolga il nostro sguardo, se contemplativo. Al fine d'un rinnovamento del dire filosofico che non cerchi più certezze lasciando il Grund per VAbgrund: la stabilità per l'abisso.
|
|
Fini Massimo
Nietzsche. L'apolide dell'esistenza
br. Esiste un'ampia bibliografia dell'opera di Friedrich Nietzsche, ma la sua vicenda umana è rimasta molto più in ombra. Fini segue la vita di questo piccolo borghese, condizionata da una misteriosa malattia e dalla semicecità, attraverso gli intrecci con Richard Wagner, la fredda Cosima, l'irresponsabile e spietata Lou Salomé, le incomprensioni con la madre e la sorella: di crisi in crisi, la vita di Nietzsche vira verso una disperata e allo stesso tempo esaltata, feconda solitudine, fino alla drammatica esplosione della follia, che porta al lento e straziante dissolversi, per undici anni, di una mente straordinaria. Con l'approccio e la personalità del grande giornalista, Massimo Fini restituisce in un'opera saldamente appoggiata alle fonti e ai documenti, il Nietzsche uomo, con la sua fragilità, la sua quasi incredibile ingenuità e, naturalmente, la sua lucida e dolorosa intelligenza. Una fragilità esistenziale che fa di Nietzsche il sensibilissimo sismografo della crisi di un'epoca e di una cultura, quella occidentale, che arriva a maturazione proprio oggi.
|
|
Serrano Miguel
Nietzsche e l'eterno ritorno
br.
|
|
Ferraris Maurizio
Spettri di Nietzsche. Un'avventura umana e intellettuale che anticipa le catastrofi del Novecento
br. "In fondo la tua vecchia creatura adesso è un animale straordinariamente famoso" scrive Nietzsche alla madre, da Torino, nel dicembre 1888. Vuole illudere lei e se stesso: non è vero, nessuno lo conosce, è costretto a pubblicare i libri a proprie spese. Ma nel 1900, quando muore, ignaro di tutto dopo il tracollo che lo ha ridotto alla demenza, è davvero la star che aveva sognato di essere, celebrato da D'Annunzio e Thomas Mann, messo in musica da Strauss e dipinto da Munch. Soprattutto, per uno strano sortilegio, la volontà di potenza sembra uscire dalle pagine dei libri per farsi storia, dalle tempeste di acciaio della Prima guerra mondiale alla catastrofe di Hitler a Berlino. "Io sono Marlow, il testimone secondario. Lui è Kurtz" scrive Maurizio Ferraris, e risale la vita di Nietzsche come un fiume - il Congo di Cuore di tenebra o il Mekong di Apocalypse Now - ripercorrendone i vagabondaggi, tra l'Engadina e la Riviera, dalla fatale Torino alla Sassonia delle origini. Così a ogni stazione corrisponde un contenuto di pensiero - dal dionisiaco all'Eterno Ritorno, dal nichilismo alla morte di Dio - e insieme uno spaccato della storia intellettuale del Novecento.
|
|
Jaspers Karl; Dolei G. (cur.)
Nietzsche e il cristianesimo
br. Alla vigilia della seconda guerra mondiale uno dei più grandi filosofi del Novecento. Karl Jaspers, viene cacciato dall'Università di Heidelberg. dove insegnava, poiché marito di un'ebrea. Successivamente, seppur in condizioni di libertà vigilata, egli trova il coraggiosi pronunciarsi in due pubbliche conferenze su un tema assai spinoso quale il rapporto tra Nietzsche e il cristianesimo. Jaspers, consapevole del pericolo mortale cui va incontro la civiltà tedesca assoggettata al nazismo, vede quanto l'ideologia nazista può trovare terreno fertile in Nietzsche e, in particolare, nell'interpretazione strumentale della sua teoria del Superuomo. Perciò il suo discorso si concentra preliminarmente sulla necessità di leggere Nietzsche nel contesto generale della sua opera: non si può isolare un frammento nietzschiano e attribuirgli valore assoluto. Jaspers sottolinea il punto nodale della speculazione nietzschiana. Figlio di un pastore protestante. Nietzsche non ha fede nel cristianesimo: dichiara la morte di Dio e annuncia che l'uomo europeo è ormai entrato nell'epoca del nichilismo. Jaspers non si stanca però di ammonire: tanto compiaciuta è la critica nietzschiana al cristianesimo, altrettanto preoccupato è Nietzsche circa il futuro dell'uomo europeo dopo l'avvento del nichilismo. Il Superuomo dev'essere dunque un individuo capace di rinunciare all'illusione di Dio.
|
|
Tuppini T. (cur.)
Nietzsche
br. Friedrich Nietzsche è stato il filosofo che più di ogni altro, nell'Ottocento, ha sovvertito i valori materiali e spirituali dell'Occidente, che riteneva colpevoli della sua decadenza: la religione, la morale, la storia come evoluzione positiva dell'uomo "psico-pedagogizzato", che ha il compito di capire, descrivere e classificare l'esistenza, subordinando ogni cosa a questo tipo di conoscenza. E il cosiddetto nichilismo, che parte dall'annientamento degli idoli per creare una filosofia che esalti e affermi la vita anziché giudicarla e condannarla. Nietzsche desidera costruire esistenze nelle quali ogni attimo possieda tutto il suo senso in sé e non vada a cercarlo in qualcosa di trascendente. La felicità è sulla terra, non nei cieli. Introduzione di Armando Torno.
|
|
Mati Susanna
Friedrich Nietzsche. Tentativo di labirinto
br. Avrebbe mai potuto Friedrich Nietzsche, il filosofo più influente nella contemporaneità, fare un'altra filosofia? Il Nietzsche dei manuali viene improvvidamente riassunto in formule, come se il superuomo, la volontà di potenza e l'eterno ritorno fossero concetti inequivocabili. In realtà il senso di quelle formule, esposto alle più diverse interpretazioni, rimane tutt'altro che trasparente e profondamente enigmatico. Contro il Nietzsche citato a vanvera, pronto a sostenere qualunque tesi, questo libro si domanda: e se invece Nietzsche non sostenesse alcuna tesi? Se il suo pensiero fosse per l'appunto l'esempio di un pensiero sperimentante, antidogmatico, antifanatico? E se ciò fosse dovuto innanzitutto al tratto estetico che lo caratterizza? L'ipotesi sconcertante e liberatoria che propone Susanna Mati, dunque, è che si debba congedare l'immagine del Nietzsche pensatore oracolare e soprattutto dottrinale. Infatti la filosofia intesa in questo senso, cioè come quell'antica forma di aspirazione al sapere connotata da un rapporto di possesso con la verità, è finita. Perciò l'opera di Nietzsche mira piuttosto a produrre un effetto estetico, come lo definisce Susanna Mati, quasi fosse una sorta di operazione artistica svolta sull'intero corpo della filosofia occidentale, qualcosa che chiede di essere attraversato e lasciato alle spalle, concludendosi in un grande, definitivo naufragio. Un libro strutturato secondo la forma del labirinto, che si confronta con i molteplici volti del grande filosofo, perché essere nietzschiani oggi significa smascherare anche il maestro che ci ha insegnato le virtù psicologiche dello smascheramento.
|
|
Jaspers Karl; Rustichelli L. (cur.)
Nietzsche. Introduzione alla comprensione del suo filosofare
brossura
|
|
Montinari Mazzino; Campioni G. (cur.)
Che cosa ha detto Nietzsche
br. L'opera di Nietzsche rappresenta un passaggio obbligato per chiunque studi il nostro tempo. Lo straordinario e inesauribile repertorio di motivi che essa offre ha suscitato entusiasmi, ispirato atteggiamenti, mode culturali e stili di pensiero, ma al tempo stesso ha provocato reazioni e rifiuti radicali. Come affrontare un'opera così enigmatica? Come ritrovare in essa un filo conduttore salvaguardandone il carattere problematico e frastagliato? Come darle la giusta intelliggibilità filosofica senza intaccarne la carica antidogmatica e antimetafisica? Apparsa per la prima volta nel 1975, l'introduzione di Montinari (1928-1986) si distingue dagli altri analoghi strumenti di critica. Con una nota di Giuliano Campioni.
|
|
Colli Giorgio
Dopo Nietzsche
brossura
|
|
Percy Allan
Nietzsche per stressati. 99 consigli per trovare la calma
br. Il pensiero come terapia: ecco 99 pillole, efficaci e senza controindicazioni, raccolte in un corso di filosofia quotidiana divertente e sagace, che parte dalle idee del grande filosofo tedesco - a ragione definito il più influente dell'età moderna - per esserci d'aiuto nella vita di tutti i giorni. Per la sfera personale come per quella lavorativa, il pensiero di Friedrich Nietzsche si rivela infatti particolarmente risolutivo nel trovare una via d'uscita a qualsiasi dilemma. Concetto dopo concetto, in questo libro si pongono le basi di una visione del mondo lucida, razionale, vitale e molto rassicurante, che ci viene in aiuto tutte le volte in cui ci troviamo a dover fare delle scelte, quando abbiamo bisogno di recuperare la motivazione, aggiustare la rotta o ridimensionare l'importanza di qualcosa che è successo durante la giornata.
|
|
Colli Giorgio
Scritti su Nietzsche
br.
|
|
Corriero Emilio Carlo
Vertigini della ragione. Schelling e Nietzsche. Nuova ediz.
br. «Ciò che questo libro chiarisce, definitivamente a mio avviso, è che l'interpretazione di Nietzsche deve 'ritornare' a Schelling, e che Schelling rappresenta ancora l'arcano della filosofia della krisis, e cioè del pensiero che pretende di oltrepassare quel compimento della filosofia che l'idealismo classico voleva rappresentare.» (Massimo Cacciari)
|
|
Burckhardt Jacob
Friedrich Nietzsche und die Griechische Culturgeschichte von Jacob Burckhardt (Mitschrift von Louis Kelterborn).
br. Si edita qui per la prima volta la Mitschrift di Louis Kelterborn delle lezioni di Jacob Burckhardt sulla Griechische Culturgeschchte tenute all'Università di Basilea nel semestre estivo del 1874 e in quello invernale del 1874-1875. Si tratta dell'unica fonte scritta conservata da cui Friedrich Nietzsche aveva appreso il contenuto di questo corso. Nietzsche aveva espresso il suo interesse per queste lezioni a partire dal maggio 1875, dopo che Louis Kelterborn gli aveva donato la sua trascrizione. Come risulta dalle memorie di Malvida von Meysenbug, Nietzsche aveva poi letto e commentato la Mitschrift durante gli incontri serali a Sorrento, mentre era ospite di Malvida. L'edizione di questo manoscritto si propone di contribuire alla conoscenza delle fonti da cui Nietzsche aveva elaborato la sua visione della grecità. L'introduzione si concentra sul rapporto tra questa Mitschrift e le concezioni della grecità di Jacob Burckhardt e di Richard Wagner, mentre nel Nachwort si dà conto sia degli interventi editoriali sia della genesi di questo manoscritto.
|
|
Giametta Sossio
Colli, Montinari e Nietzsche
brossura Giorgio Colli e Mazzino Montinari, i due editori di Nietzsche famosi nel mondo, vengono mostrati in questo libro dedicato alla loro memoria dal loro collaboratore, discepolo e amico Sossio Giametta, unico sopravvissuto, con la collega Maria Ludovica Pampaloni, dei membri titolari e non titolari dell'équipe artefice della rivoluzionaria edizione delle opere del grande pensatore tedesco, nella loro diversità per formazione, vocazione, carattere e perfino per la loro concezione fondamentale di Nietzsche (entelechia astorica per Colli, critico della società borghese per Montinari), ma soprattutto nella loro stretta unione, superiore a ogni contrasto, cementata da una grande amicizia e dedizione e dal comune ideale di rendere giustizia, con un'edizione puntuale e cronologica delle sue opere, al grande pensatore tedesco, nodo obbligato del pensiero e dello spirito europeo dell'Ottocento. Due grandi ritratti, che gettano la loro ombra su quella di Nietzsche, arricchiti da spunti biografici, ad opera di colui che è ormai il loro solo testimone e che di Nietzsche ha tradotto tutte le opere. Una lunga passeggiata nel giardino incantato dell'edizione Nietzsche tra Firenze e Weimar nei primi anni Sessanta, in un'atmosfera unica e irripetibile, conducente a una profonda e innovativa interpretazione di Nietzsche.
|
|
Zittel Claus
Il calcolo estetico di «Cosi parlò Zarathustra»
br. La grande e discussa questione sul valore filosofico dello Zarathustra di Nietzsche tiene occupata la ricerca nietzscheana da decenni. Secondo Claus Zittel se ne verrebbe a capo andando ad indagare le forme estetiche della sua rappresentazione. E questo non per una pura ragione di forma o di gusto, né per dare ancora una volta la visione di un Nietzsche ambiguo e poco preciso filosoficamente perché "distratto" dalla poesia. Claus Zittel ambisce a collocare con maggiore esattezza la ricerca della rappresentazione estetica del testo forse più controverso delle opere nietzscheane e fonda la sua interpretazione sul fatto che, conciliando considerazioni di tipo letterario e filosofico, gettando luce le une sulle altre, si raggiungono dei risultati che si allontanano da quelli ottenuti dalla ricerca separata delle due discipline. Così parlò Zarathustra non costituisce una ricaduta su posizioni antecedenti a quelle critiche da parte di Nietzsche, bensì ne dimostra la trasformazione riuscita e coerente in una nuova forma estetica. La critica estetica toglie altresì il terreno sotto i piedi a quelle interpretazioni che, in particolare, si dedicano alle presunte dottrine o miti dell'ultimo Nietzsche, come quelle del superuomo o dell'eterno ritorno.
|
|
Severino Emanuele
L'anello del ritorno
brossura "Corpo estraneo" o problema insoluto della filosofia nietzscheana, la dottrina "dell'Eterno Ritorno dell'uguale" è tanto citata quanto misconosicuta. Persino nelle chiose dei filosofi che l'hanno percorsa fino all'ossessione, come Martin Heidegger, restano tracce di ambiguità, sospensioni, o residui di interpretazioni funzionali al pensiero di ciascuno di essi. La complessa lettura di Severino ha perciò innanzitutto il merito di restituire l'Eterno Ritorno al lettore che voglia avvicinare la nuda, ipnotica vertigine ontologica. "Che tutto ritorni è l'estrema approssimazione del mondo del divenire al mondo dell'essere" (F. Nietzsche).
|
|
Cammerinesi Piero
Storia di un incontro. Rudolf Steiner e Friedrich Nietzsche
ill., br. Steiner incontrò Nietzsche ancora vivo - se pur già scivolato nella tenebra della follia - e si occupò direttamente dell'Archivio del filosofo. Riassunse i risultati del suo lavoro in un libro a lui dedicato, nonché in svariati saggi e innumerevoli conferenze. Tuttavia, ben presto, sui suoi studi su Nietzsche calò una cortina di silenzio. Ci sarebbero voluti decenni prima che qualcuno si rendesse conto della validità di certe istanze, sdoganando, sia pur a denti stretti e frettolosamente, il pensiero di Steiner su Nietzsche. E ancora oggi, a distanza di oltre 120 anni dall'uscita del suo libro su Nietzsche, i portavoce della critica ufficiale persistono nella congiura del silenzio. Il fatto è che Rudolf Steiner viene considerato - dai portavoce del 'pensiero unico accademico' - un autore che si occupa prevalentemente di 'spiritualismo' e questo basta per ignorarne completamente le opere squisitamente filosofiche. È ora tempo che tale ostracismo venga revocato. È ora, insomma, di fare giustizia.
|
|
Jung Carl Gustav; Jarrett J. L. (cur.); Croce A. (cur.)
Lo «Zarathustra» di Nietzsche. Seminario tenuto nel 1934-39. Vol. 1: Maggio 1934-marzo 1935
ril. Club psicologico di Zurigo, 2 maggio 1934. Il dottor Jung apre il seminario su "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche. È il suo uditorio - un'ottantina di uomini e donne di varia nazionalità e professione, tra cui medici, analisti praticanti, allievi in training - a chiedergli di mettere a tema proprio quell'autore e quell'opera, in un momento della storia europea che volge al tragico. Fino al 15 febbraio 1939 continueranno a misurarsi con il filosofo che, appena oltrefrontiera, il nazismo trionfante va spacciando come profeta del superuomo. Tenuto in inglese, stenografato e trascritto inizialmente per un uso interno, il seminario vedrà la luce in un'edizione a stampa solo nel 1988, senza perdere nulla della viva oralità che modula il pensiero mentre prende forma. Attraverso la voce di Jung il registro colloquiale preserva gli indugi, gli scandagli, ma anche i proficui erramenti di un commento allo "Zarathustra" che agisce sull'elaborazione stessa della psicologia analitica e diventa una tappa ineludibile della ricezione di Nietzsche. "È straordinariamente complesso, e vi regna un caos infernale. Certi problemi sono stati per me un vero rompicapo e sarà molto dura riuscire a chiarire quest'opera da un punto di vista psicologico", esordisce Jung. La lunga, corale discesa agli inferi sarà decisiva per comprendere "fino a che punto lo Zarathustra fosse connesso con l'inconscio e dunque con il destino dell'Europa in generale".
|
|
Sloterdijk Peter
Il quinto «vangelo» di Nietzsche. Del miglioramento della buona novella
br. Come molte delle opere di Sloterdijk, "Il quinto 'Vangelo' di Nietzsche" ha fatto discutere per la sua tesi centrale, forte e quanto mai attuale. È il saggio in cui il filosofo fa i conti con Nietzsche, misurando la potenza della rivoluzione innescata da "Così parlò Zarathustra" nella filosofia e nella cultura europea. Lo "Zarathustra" è per noi il "quinto Vangelo". Il suo linguaggio marca in modo definitivo il passaggio a una nuova umanità. L'opera di Nietzsche fa deflagrare l'ultima sfera delle certezze dell'uomo moderno, proiettandolo in una nuova dimensione. In questo libro di rara bellezza, Sloterdijk mette al centro due domande abissali. La rivoluzione di Nietzsche riesce davvero a liberare l'uomo, a proiettarlo in una dimensione di apertura alla vita? E ancora, con pungente semplicità: Nietzsche è stato un uomo felice? Nelle risposte, l'emozionante confronto tra due personalità di statura enorme, ma diversa. Quella sempre politica di Sloterdijk e quella di Nietzsche, calata nell'individualità del genio. Postfazione di Gianluca Bonaiuti.
|
|
Valentini Antonio
Alle origini della rappresentazione. La tragedia in Aristotele e Nietzsche
br. Il libro propone una ricognizione delle teorie della tragedia elaborate da Aristotele e da Nietzsche, assumendo come motivo conduttore dell'analisi il tema della rappresentazione. In questa prospettiva, la tragedia diventa l'occasione esemplare per ricomprendere non soltanto la questione della rappresentazione - questione, peraltro, di indubbia rilevanza e attualità filosofica - ma anche quella, strettamente connessa alla prima, relativa al rapporto arte-vita, o arte-realtà. A essere in gioco, allora, è innanzitutto quel carattere autenticamente "veritativo" che tanto Aristotele quanto Nietzsche - in modi e forme radicalmente diversi -attribuiscono alla forma-tragedia, finendo col riconoscere la sua ineludibile funzione conoscitiva, la sua capacità cioè di parlare del mondo: il suo offrirsi a noi, insomma, come uno dei luoghi eminenti del pensare e del comprendere.
|
|
Natoli Salvatore
Nietzsche e il teatro della filosofia
br. La formula 'fine del moderno' - entrata da tempo in uso e oggi forse anche uscitane - suggerisce l'idea, in qualunque modo la si voglia intendere, che del moderno qualcosa è tramontato. Che, poi, si sia definitivamente concluso si può anche discutere, ma non v'è dubbio che Nietzsche si colloca al centro di questo snodo e ne rappresenta il radicale crocevia. Motus in fine velocior, e di questo Nietzsche è conseguenza e insieme manifestazione: non per caso formula la sua filosofia come un annuncio. Per la stessa ragione, costituisce un punto di non ritorno, un inevitabile transito. Ciò dà conto della ragione per cui proprio con Nietzsche venga quasi spontaneo passare al 'dopo Nietzsche'. E lui che suggerisce d'oltrepassarlo. Questo libro non è perciò, né vuole esserlo, una ricostruzione storico-critica del pensiero di Nietzsche, ma piuttosto insiste e si muove lungo quella traiettoria di pensiero, quella curvatura che Nietzsche ha impresso alla filosofia come luogo proprio per sollevare questioni di verità.
|
|
Cattaneo F. (cur.); Gentili C. (cur.); Marino S. (cur.)
Nietzsche nella rivoluzione conservatrice
br. La Rivoluzione conservatrice costituisce uno snodo significativo della storia tedesca ed europea del primo Novecento. Il volume indaga il modo, assai problematico e paradossale, in cui il movimento rivoluzionario-consenatore rimodula alcune istanze tradizionali della destra a partire dal confronto con l'avvento della civiltà della tecnica e con l'irruzione delle masse sulla scena politico-sociale. Tale prospettiva, contraddistinta da una ripresa anti-moderna della modernità, viene approfondita in relazione ai suoi principali interpreti, tra i quali E. Jünger, F.-G. Jünger, A. Moeller van den Bruck e O. Spengler, e in relazione a pensatori come A. Baeumler, T. Mann, C. Schmitt e M. Heidegger. La categoria mediante la quale ci si propone di gettare luce su questo complesso fenomeno è la ricezione del pensiero di Friedrich Nietzsche. Il volume rappresenta quindi un'ulteriore occasione di confronto con l'eredità nietzschiana, nonché una discussione circa la collocazione del movimento rivoluzionario-conservatore rispetto al nazionalsocialismo.
|
|
Moore John; Sunshine Spencer
Non sono un uomo, sono dinamite! Friedrich Nietzsche e la tradizione anarchica
br. Il nesso tra Friedrich Nietzsche e anarchismo potrebbe apparire audace a molti, in particolar modo a coloro che ancora associano Nietzsche al fascismo, e l'anarchismo ad una semplice concetto di lotta di classe. Tuttavia l'anarchismo, quale progetto che mira all'abolizione di tutte le forme di potere, dovrebbe potersi appropriare liberamente dell'opera di uno dei più grandi iconoclasti di tutti i tempi. Nonostante Nietzsche si fosse dimostrato piuttosto severo nei confronti dei suoi contemporanei anarchici, in qualche modo ne condivideva la visione di totale trasformazione dell'esistente. Il fatto di riconsiderare tutti i valori costituiti non solo risulta decisamente compatibile con il progetto anarchico ma resta anche una componente integrale dello stesso, mentre la concezione di una filosofia martellante e aspramente critica è alla base dell'impegno anarchico verso una trasformazione sociale radicale. "Non sono un uomo, sono dinamite!" esamina le connessioni storiche, politiche e filosofiche tra il pensiero trasgressivo di Nietzsche e la visone politica di trasformazione dell'anarchismo.
|
|
Ercolani Paolo
La storia infinita. Marx, il liberalismo e la maledizione di Nietzsche
br. Quando nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino, molti pensarono di trovarsi di fronte nientemeno che alla "fine della Storia", si commise un gravissimo errore, prontamente smentito dai tragici eventi del l'11 settembre 2001. Pensare che la Storia fosse ormai abitata soltanto dal liberalismo, che questi avesse definitivamente sconfitto le istanze della corrente di pensiero avversa, il socialismo, senza per giunta lasciarsene minimamente influenzare, rappresentò un'illusione che va assolutamente superata se si vuole comprendere il mondo contemporaneo. Che è figlio tanto di Marx quanto di Locke e delle rispettive tradizioni di pensiero. Senza contare la presenza di quell'ospite assai inquietante, e filosoficamente destabilizzante, che per la cultura occidentale è stato Nietzsche. Tra indagine filosofica ed analisi storica, questo libro si presenta come un'articolata e ambiziosa ricostruzione di molte delle idee e delle vicende più importanti dell'Occidente, analizzate in maniera nuova e spregiudicata e con l'intento di superare quei luoghi comuni che hanno condotto all'illusione che la Storia sia finita.
|
|
Rizzi Susanna
Friedrich Nietzsche e Lou Salomè. Il femminile e le donne
ill., br. Prendendo le mosse dal carteggio di lettere tra Nietzsche e Lou Salomé, il testo fa nuova luce sulla presenza di Lou - e più in generale del femminile - nella filosofia di Nietzsche. Lei, ragazza russa poco più che ventenne, lui, professore trentottenne già stimato come filosofo. Un incontro carico di conseguenze, un innamoramento fatale che nel giro di qualche mese si consumerà completamente, passando per Nietzsche attraverso l'odio e la delusione per giungere infine a una serena rivalutazione di Lou Salomé e, più in generale, del femminile e della donna. Oltre alla figura di Arianna e a quella negativa della donna povera di spirito, c'è in Nietzsche anche un altro tipo di donna, che non affianca il dio come sposa e amante, ma si pone essa stessa come figura dionisiaca e quindi divina. È la donna-gatto, Catwoman di altri tempi, impossibile da addomesticare, che mantiene la propria indole e che essenzialmente sfugge alla civiltà. È la donna narcisistica di cui scrisse anche Lou Salomé, cioè caratterizzata da autosufficienza, costruzione di sé, sovranità, affermatività, apertura - volontà di potenza, forse? Ben lontana dal capo d'accusa di misoginia, l'interpretazione di una parte della filosofia di Nietzsche può cambiare in maniera significativa nel momento in cui si riconosce il ruolo di Lou Salomé nella vita e nel pensiero del filosofo. L'evoluzione del pensiero di Nietzsche - fino alla drammatica involuzione degli ultimi anni - si intreccia con la sua vita di relazione, suggerendo diverse e interessanti chiavi di lettura, per una comprensione non solo intellettuale ma anche umana e psicologica del filosofo che ha segnato in modo indelebile, nel bene e nel male, la cultura della modernità.
|
|
Roberto Berlato
Carl Gustav Jung e lo «Zarathustra» di Nietzsche
Jung dal maggio del 1934 fino al febbraio del 1939 dedica a "Così parlò Zarathustra" una serie di conferenze, che sono trascritte in quattro volumi. In esse interpreta vari capitoli dell'opera di Nietzsche alla luce delle sue categorie psicologiche, che illustra in saggi precedenti, come "Psicologia dell'inconscio" e "L'Io e l'inconscio". Per delucidare i principali nuclei tematici del filosofo, si serve anche di idee che acquisisce dallo gnosticismo, dall'alchimia rinascimentale e dalle religioni orientali. Il saggio di Berlato si accosta al commento junghiano con l'obiettivo di esplorare e risolvere progressivamente i nodi tematici più complessi. Il saggio si offre come una duplice introduzione: una conduce al cuore di molte teorie junghiane, l'altra consente al lettore di scoprire il fascino di alcune delle più suggestive pagine di Nietzsche che proprio in "Così parlò Zarathustra" hanno trovato la loro più congeniale collocazione. Autori: Roberto Berlato.
|
|
Letterio Scopelliti
Nietzsche
Il testo affronta in modo chiaro e sintetico la filosofia di uno dei pensatori più discussi di tutti i tempi, Friedrich Nietzsche. La monografia si apre con una breve nota biografica, una panoramica sul contesto culturale dell'epoca e un'analisi del controverso rapporto tra il filosofo tedesco e il Novecento. Ad ogni opera dell'autore è dedicato un intero capitolo che, in modo agile e schematico, ne presenta i contenuti fondamentali. Due sezioni a parte sono dedicate ad approfondire il concetto di eterno ritorno, centrale nella filosofia nietzschiana, e le diverse interpretazioni date alla figura del superuomo. Il volume è completato da una sezione con i "Consigli di lettura". Autori: Letterio Scopelliti.
|
|
|