|
Lanzieri Alfonso
Pensiero e realtà. Un'introduzione al «realismo critico» di Bernard Lonergan
br. Per il 'realismo critico' di Lonergan, raggiungere la conoscenza «oggettiva» non vuol dire guadagnarsi il giusto accesso al mondo 'di fuori'. In forza del suo dinamismo intenzionale, il soggetto è già da sempre in un certo senso fuori-di-sé, presso l'essere. Soggetto e oggetto, allora, non sono termini di una mera giustapposizione che poi il processo conoscitivo si incaricherebbe di ricongiungere faticosamente, ma estremi di una intrinseca relazionalità ontologica, rispetto alla quale la conoscenza vera rappresenta la modalizzazione compiuta. La verità, allora, è frutto di un cammino nel quale il soggetto è chiamato meno ad una estroversione ontica (dalla mia coscienza verso gli enti "là fuori") che ad uno sviluppo della propria coscienza (di portata ontologica), con un profondo coinvolgimento del piano esistenziale: l'oggettività, sostiene Lonergan, è un frutto che cresce sull'albero della soggettività autentica.
|
|
Porceddu Cilione Michele
La terra e il fuoco. Antinomie della cultura
br. Che cos'è, esattamente, la «cultura»! Il termine cultura ha conosciuto, negli ultimi anni, una diffusione esponenziale, uscendo dall'ambito accademico e contagiando il dibattito pubblico, che proprio sulle questioni relative ai temi delle identità collettive e delle presunte frizioni tra «culture» si infiamma. Più che una ricognizione storica del termine, si tratta di ripensare la legittimità del suo uso, considerando che eminenti filosofi del Novecento (Heidegger, Adorno e Derrida, per citarne alcuni) hanno criticato la sua tenuta semantica. Al centro del lavoro sta la figura di Hölderlin, che più di tutti ha pensato la questione del rapporto tra cultura, terra e spirito. In un'epoca nella quale le decostruzioni delle identità e le pressioni di culture «altre» ne mettono in crisi ogni declinazione monolitica, il primo passo da compiere è quello di chiedersi che cosa questo termine significhi. È probabile che il primo gesto pienamente «culturale» sia quello di chiedersi che cosa sia la cultura.
|
|
Parente Lucia
Rosa Chacel lettrice di Ortega y Gasset
br. Dopo un panorama biografico su Rosa Chacel l'intento di queste lavoro è di bagnarsi nella linfa filosofica che scorre tra le righe di alcuni suoi saggi scelti, dedicati al suo mentore per eccellenza, Ortega y Gasset, anche per poter meglio intendere gli stimoli culturali presenti duranti gli anni difficili del primo Novecento spagnolo. Un percorso, questo, arricchito nella sezione finale del libro da alcune testimonianze importanti di figure presenti nella vita della scrittrice: il figlio Carlos Perez Chacel e l'amica Clara Janés. La sintesi di queste lavoro, appena intrapreso in Italia, desidera avvicinarsi alla lettura chaceliana con la stessa tensione gioiosa verso la scoperta di un tesoro nascosto. Se ci si accosta alla riflessione filosofica contemporanea e la si frequenta nei suoi meandri più propriamente letterari, certamente non deluderà né i cultori delle discipline della letteratura, alle quali la nostra scrittrice appartiene a pieno titolo, né quelli dell'universo metafisico, a cui ella stessa rivolge il suo sguardo meditativo. Anzi, dopo avere incuriosito e attratto per profondità e ricchezza di contenuti osmotici tra i due mondi, il lettore stesso potrà comporre il puzzle del mosaico artistico-letterario-filosofico non soltanto dell'autrice, ma anche del suo maestro Ortega. Naturalmente, lo spunto riflessivo qui presentato non può essere utilizzato se non come semplice strumento liminare, propedeutico all'attività di ricerca che dovrà pazientemente e necessariamente farsi spazio tra le nebbie dell'"ancora trascurato" perché sfuggente al panorama e ai paradigmi della tradizione.
|
|
Pinzolo Luca
Relazione e ontologia. Verso la transindividualità a partire da Emmanuel Lévinas e Gilbert Simondon
br. Il concetto di transindividualità forgiato da Gilbert Simondon rappresenta il nucleo di una teoria esplicativa dei fenomeni collettivi fondata su un'ontologia dei processi di individuazione, che supera in un solo gesto paradigmi della relazione sociale di tipo olistico o individualistico e mette fuori gioco ogni concezione dell'incontro con l'altro in termini di riconoscimento dell'after ego e di empatia, altra figura dell'introspezione. Attraverso una lettura congiunta di Simondon e Lévinas, che coinvolge anche momenti della riflessione di Heidegger e di Henry, questo libro si propone di delineare i contorni di un'ontologia materialistica per la relazione, attenta alle dimensioni dell'immaginazione, della sensibilità e degli affetti che, da stati soggettivi di una coscienza o di un ego, diventano luogo di individuazione multipla e plurale. La dissociazione tra il soggetto e l'esperienza, la riconduzione dei dati dell'esperienza all'elemento inumano e a-soggettivo dell'essere permette di tracciare su un piano ontologico un comune che non è universale né collettivo, ma continuo e inappropriabile processo di costituzione e confluenza di soggetti e significati.
|
|
Caldura
Verbovisioni. Due incontro dell'Accademia di Belle Arti di Venezia
ill., br. "Verbovisioni" è un progetto composto di tre distinti appuntamenti - un'esposizione e due incontri - dedicati alla relazione fra parola e immagine. Una tematica che ha attraversato diversi ambiti artistici, dalla sperimentazione letteraria alle ricerche visive, e sulla quale è necessario richiamare l'attenzione per comprendere come sia cambiata la nostra relazione con il mondo, sotto la spinta delle innovazioni tecnologiche e comunicative. Una tematica dunque quanto mai attuale che viene proposta attraverso un complesso insieme di opere, prodotte da artisti che hanno avuto relazioni non occasionali con l'Accademia di Belle Arti di Venezia, e accompagnata da diverse riflessioni condotte da filosofi, storici, curatori e critici attivi nel mondo della formazione artistica. Due volumi distinti ("Convegno" e "Mostra") ma appaiati restituiscono l'insieme del progetto organizzato dall'istituzione veneziana.
|
|
Corvi Roberta
Ritorno al pragmatismo. L'alternativa Rorty-Putnam
br. Che cosa significa essere pragmatisti oggi? La risposta a questa domanda non è univoca, molto dipende dalla personalità dei filosofi che si ispirano al pragmatismo classico, che a sua volta offre diverse varianti. A tal proposito sono emblematiche le figure di Rorty e Putnam, i quali presentano profili assai complessi, perché si sono trovati al centro di un crocicchio in cui si incontrano tre grandi tradizioni filosofiche - la filosofia analitica, il pragmatismo e il pensiero continentale - che i due filosofi americani interpretano in modi differenti. Rorty assume come bersaglio principale l'epistemologia, Putnam avverte come problema ineludibile quello del realismo, chiedendosi quale sia il nostro "aggancio al mondo" per evitare il relativismo, che rappresenta il nodo su cui verte principalmente il contrasto fra i due pragmatisti contemporanei, impegnati a fronteggiarsi sui problemi relativi alla verità, alla razionalità e al ruolo della filosofia stessa.
|
|
Campagnoli Monica; Galassi Gianmichele
Massoneria e politica. Toscani, deputati e liberi muratori in età liberale (1861-1924)
ill., br. In forza del legame tutt'altro che casuale tra massoneria e Risorgimento, all'indomani dell'avvenuta unità d'Italia, un numero importante di massoni di alto profilo occupa gli spazi offerti dalle nuove istituzioni nazionali e i vertici della macchina politico-amministrativa a livello locale; esprime quindi parte della classe dirigente che partecipa attivamente alla vita politica e pone grande attenzione alle questioni sociali: massoni preparati e appassionati animano capillarmente la discussione pubblica, utile alla crescita delle nuove istituzioni politiche, tanto che il bagaglio culturale massonico diviene centrale, concorrendo a determinare l'identità stessa dell'Italia liberale. Si è configurato nel Parlamento dell'Italia liberale un partito della massoneria? E, nel caso di risposta affermativa, possiamo riferirci a esso come al partito della borghesia? Questa ricerca di lungo periodo approfondisce il legame tra massoneria settecentesca e quella di epoca successiva, offrendo un quadro che tenga insieme aspetti esoterici e di articolazione delle modalità di partecipazione; frequenza e modalità con cui il legame massonico si è manifestato nella attività parlamentare, in riferimento all'epoca liberale, fornendo contemporaneamente una sintesi delle appartenenze politiche e sociali dei massoni che entrarono nella Camera nazionale. Prefazione a cura dell'Istituto Lino Salvini. Presentazione di Francesco Borgognomi. Introduzione di Giovanni Greco.
|
|
Canullo Carla
Il chiasmo della traduzione. Metafora e verità
br. Due questioni guidano questo libro che affronta la traduzione dal punto di vista della filosofia: la prima questione, se sia possibile dire come accade la traduzione al di là delle numerose formulazioni che di questa sono state proposte in filosofia e nelle diverse teorie che la riguardano. La seconda questione: senza ignorare mai che tradurre non è soltanto motivo filosofico e che è innanzitutto questione di linguisti, traduttori, interpreti, che cosa accade per la traduzione stessa quando è affrontata anche in filosofia? E che cosa, reciprocamente, essa aggiunge e dà alla filosofia? A queste domande il libro risponde attraverso il chiasmo della traduzione, ossia quell'incrocio di metafora e verità che, restando distinte, in essa convergono. Ipotesi verificata per comprendere perché, quando si traduce, dei cambiamenti accadono e degli ampliamenti delle lingue e delle culture diventano attestabili.
|
|
Cosentino Maurizio
La «phronesis» dei moderni. Neoaristotelismo, post-hegelismo e la filosofia di Rüdiger Bubner
br. In Socrate la "phronesis" è disposizione a fare il bene, derivante dalla preliminare conoscenza che si ha di esso; per Platone è invece virtù vera e propria, gnoseologica e pratica, ma specialmente politica: la devono assolutamente possedere i reggitori dello Stato. Aristotele definisce la phronesis: disposizione pratica, accompagnata da ragione verace, intorno a ciò che è bene e male per l'uomo. Essa non è insegnabile, i suoi principi non possono teorizzarsi al di fuori, prima o al di là della prassi, bensì durante. Non sono ancora esistite scuole che rilasciano diplomi in prassi e per quanto riguarda la sua verificabilità, la prassi è interamente affidata a se stessa. Questa virtù, scoperta dagli antichi, corrisponde a ciò che i moderni hanno definito: prudenza o anche astuzia, il sapere bene usare la bestia e lo uomo, soprattutto in senso machiavelliano. Le pagine del XVIII capitolo del "Principe", mai definite in modo più autentico: sconvolgenti, sono l'atto di nascita della "phronesis" dei moderni. Agli inizi degli anni '70 del Novecento, la "phronesis" è stata, in Germania, al centro del dibattito sulla cosiddetta riabilitazione o rinascita della filosofia pratica, trovando forti sostenitori in Gadamer e in Bubner. Tale esperienza ha rappresentato - soprattutto nel caso di Bubner - non solo il riconoscimento dell'assoluta superiorità di Aristotele nell'aver compreso il principio filosofico dell'agire e la struttura della prassi, ma la fondazione di una corrente neoaristotelica, della quale Bubner fu strenuo e inflessibile capofila. Ragione pratica e storia, teoria e prassi culminano in Hegel e divengono il contenuto di un'astrazione post-hegeliana, destinata a conquistare e liberare il mondo nelle forme di una rivoluzione. La critica post-hegeliana ha poi condotto se stessa al compimento pratico della filosofia che dimostra, a sua volta, l'inconfutabilità dell'idealismo tedesco e, soprattutto, di quello hegeliano. Il significato della phronesis degli antichi si riafferma ogni volta che sorge il bisogno della filosofia, che si identifica col bisogno di libertà e che nella libertà trova il suo appagamento. È un atto storicamente concreto che alimenta la politica e il diritto, rinnova e rafforza lo Stato. In questa prospettiva, filosofare non significa solo imparare a morire, bensì imparare, ogni giorno, a vivere più liberi.
|
|
Cusano Nicoletta
Sintesi e separazione
br. L'indagine si rivolge inizialmente alla filosofia di Martin Heidegger e porta alla luce la profonda contraddittorietà della sua base teoretica. Si interroga allora sul fondamento del successo di tale pensiero, che benché gravato dalla contraddizione è tra i più studiati e seguiti del novecento. Da qui l'ampliamento della ricerca e il suo rivolgersi alla direzione fondamentale della filosofia contemporanea, alla sua essenza e alle sue radici, che affondano nel modo in cui la filosofia da Platone in poi ha concepito l'ente quale sintesi tra la determinazione (ciò che) e il suo essere (è). Rilevando che la concezione dell'ente come diveniente presuppone da ultimo che la determinazione (ciò-che) in sintesi con l'essere consista in una struttura o unità relazionale dinamica di momenti, l'indagine mette a nudo la logica che pensa l'ente come essenzialmente diveniente - in questo libro definita "separante" - e risponde a questioni di grande rilievo teoretico: come mai la determinazione separata dall'essere non è riconosciuta come nulla e perciò come autocontraddizione di essente-niente? E come mai il problema del nulla assoluto viene sostanzialmente accantonato fino a Hegel incluso per ripresentarsi potentemente all'interno del pensiero (filosofico e non) contemporaneo?
|
|
Butler Judith; Malabou Catherine; Tusa G. (cur.)
Che tu sia il mio corpo. Una lettura contemporanea della signoria e della servitù in Hegel
br. Scritta a quattro mani da Judith Butler e Catherine Malabou, quest'opera prende le mosse da una rilettura della dialettica servo-padrone formulata originariamente da Hegel in "Fenomenologia dello spirito". "Che tu sia il mio corpo" è il comando che il padrone impone allo schiavo. Malabou e Butler, da sempre attente studiose del corpo delle minoranze, sottolineano come questa ingiunzione sia di fatto impossibile, in quanto soggettività e corporeità non possono essere mai completamente disgiunte. Il distacco non può compiersi se non nella forma di un "attaccamento ostinato al distacco", un attaccamento sempre più ostinato e addirittura disperato.
|
|
Benjamin Walter; Cangini N. P. (cur.)
Il concetto di critica d'arte nel romanticismo tedesco
br. Con la presente traduzione, condotta sulla recente edizione critica tedesca delle opere di Walter Benjamin, "Il concetto di critica d'arte nel romanticismo tedesco" appare in veste monografica. Nel 1919, il filosofo tedesco concluse la sua carriera da studente universitario con questa dissertazione. Per il suo rigore, la profondità delle intuizioni e la sua struttura sistematica, quest'opera è diventata un costante riferimento negli studi sul romanticismo tedesco. Il suo testo è tuttavia altrettanto importante poiché vi si trovano, ancora in germe, alcuni tra i motivi fondamentali del pensiero maturo di Walter Benjamin.
|
|
Marcato Leonardo
Le radici del dialogo. Filosofia e teologia di Raimon Panikkar
br. La figura di Raimon Panikkar (Barcellona 1918 - Tavertet 2010) è stata da sempre oggetto di studio e di interesse. Profondo studioso di filosofia, teologia e cultura orientale, Raimon Panikkar ha spaziato la sua indagine intellettuale in ogni aspetto della vita e della cultura dell'umano. Col suo lavoro e il suo insegnamento in università e centri di ricerca in tutto il mondo, egli ha sempre perseguito la spinta ad aprirsi a quello che ha chiamato più volte il "Ritmo dell'Essere": l'interrelazione dinamica e armonica tra ogni elemento del Reale. La sua è stata una filosofia radicata nella necessità di un dialogo interculturale e interreligioso spiegato con rigore nei suoi oltre sessanta libri e centinaia di articoli. Questo volume, frutto di uno studio pluriennale sui testi e conclusosi con una ricerca filologica presso la biblioteca personale di Panikkar, si propone di analizzare con rigore accademico le radici della proposta di dialogo dialogale del filosofo e teologo indo-catalano a partire da quel particolare dialogo che egli ha voluto intessere tanto con i pensieri occidentali che ha studiato quanto con i suoi lettori. Filosofia, teologia e rapporto con il mondo contemporaneo sono quindi sia le direttive di uno studio scientifico e accademico sull'autore sia i sentieri che possono guidare alla comprensione del modo con il quale questa proposta utopica di dialogo è in grado di concretizzarsi nelle criticità del contemporaneo. Prefazione di Luigi Vero Tarca.
|
|
Albrile Ezio
L'illusione infinita. Vie gnostiche di salvezza
br. Lo gnosticismo, nelle sue molteplici manifestazioni, ha elaborato uno specifico lessico per descrivere un'esperienza unica: la percezione della vera realtà, l'abisso esistenziale che separa l'uomo dalla propria reale coscienza. L'uomo è "caduto" in questo mondo, dove si trova "prigioniero", "incatenato", e nel quale vaga dominato dalla più profonda sofferenza, anelando la smarrita "patria celeste". Una discendenza illegittima ha creato il mondo, si tratta del demiurgo e dei suoi arconti; e devono essere in qualche modo rivelati e combattuti. Tutta la storia è travagliata nel profondo dall'impostura, una tremenda verità. Non c'è nulla di "reale" in quanto noi percepiamo, è tutta una grande messa in scena per nutrire degli esseri abnormi che hanno fatto della terra un loro laboratorio. Smascherare questa impostura significa giungere alla scaturigine dell'universo: l'uomo ha qualcosa in più dei padroni del cosmo, la possibilità di liberarsi dalle stelle che loro hanno creato. In un futuro non troppo remoto, tutti noi saremo come la scintilla di luce prigioniera del demiurgo, uno stato onnisciente avrà estirpato in noi ogni volontà, pianificando ogni desiderio.
|
|
Gomarasca Paolo
Con l'inchiostro e il pennello. Lacan e Shitao
ill., br. Scopo di questo libro è mostrare la sorprendente congruenza tra l'insegnamento di Lacan e la filosofia taoista, così come è incarnata emblematicamente nella pittura e nella poesia di Shitao. Il tema tipicamente taoista del vuoto come condizione del divenire del mondo e come luogo operativo in cui avviene la pittura è preso alla lettera da Lacan: lungo tutto il suo insegnamento, lo psicoanalista francese non farà altro che insistere sulla questione del "buco nel sapere", cioè sul fatto che il soggetto umano, per identificarsi, deve reggersi sull'assenza di garanzie ultime. L'incontro con questo Reale - come lo chiama Lacan, ma che freudianamente si chiama castrazione - è la chance che il dispositivo analitico offre per inventare lo stile (per ciascuno singolare) di quel girare intorno al vuoto che ci caratterizza come umani. La conoscenza che Lacan ha della lingua cinese, i viaggi in Giappone, l'amicizia con François Cheng e le conversazioni intorno ai "Discorsi sulla pittura" del monaco Zucca Amara di Shitao: sono tutti elementi che il libro collega e analizza per mostrare quanto Lacan esca allo scoperto, fino al punto di sostenere che la scommessa della psicoanalisi si vince solo "con l'inchiostro e il pennello", cioè attraverso un'ascesi soggettiva non diversa dall'ascesi richiesta al pittore cinese per creare la sua opera pittorico-poetica. Presentazione di Matteo Bonazzi e Marcello Ghilardi.
|
|
Ceraolo F. (cur.)
Teorie dell'evento. Alain Badiou e il pensiero dello spettacolo
br. Questa prima raccolta di saggi in italiano su Alain Badiou rappresenta il tentativo di misurare la forza di un pensiero che ha trovato nella riflessione sulle arti dello spettacolo, e sul teatro in particolare, un fondamentale campo di indagine. La categoria di evento, su cui si fonda l'architettura filosofica di Badiou, è infatti il luogo in cui si intrecciano pensieri e riflessioni che il più importante filosofo vivente dedica tanto all'arte della scena quanto alla danza e al cinema. Che cos'è lo spettacolo? In che modo l'atto del rappresentare costituisce ancora un modo per decifrare e comprendere il presente? Queste sono solo alcune delle domande a cui il libro, muovendo dalla proposta di Badiou, vuole rispondere. Il volume, che si apre con una prefazione scritta da Badiou appositamente per l'occasione e si chiude con una postfazione di Roberto De Gaetano, intende dunque ripensare i rapporti tra arte, spettacolo e filosofia, alla luce di una loro ridefinizione nel contemporaneo.
|
|
Curi Fausto
Graffiti e studi su Gian Pietro Lucini
br. Il volume mostra, anche attraverso la pubblicazione di documenti rari e inediti, la formazione dell'opera di Lucini e conferma la sua rivalutazione da parte di critici come Anceschi, Viazzi e Sanguineti. Viene inoltre illustrata, in una prospettiva del tutto originale, la poetica luciniana dell'"antigrazioso", esaminata anche, nei suoi aspetti di continuità come in quelli di opposizione, in rapporto alla poetica di Carducci. Viene analizzato, infine il carattere espressionistico del linguaggio di Lucini.
|
|
Manzoni Alessandro; Danzi L. (cur.)
Lettere inedite o disperse
br. Le settantadue lettere qui riunite e commentate in maniera organica, costituiscono un ulteriore complemento, dopo i due procurati da Dante Isella, all'edizione delle "Lettere" curata da Cesare Arieti (1970 e 1986). Iscritte entro un arco temporale i cui estremi coprono sessant'anni di vita dello scrittore, esse consentono uno sguardo privilegiato su una vicenda biografica all'apparenza uniforme. Ma nel susseguirsi dei corrispondenti e dei temi il lettore diviene spettatore partecipe dell'ultima grande stagione creativa manzoniana ? la revisione del romanzo, l'elaborazione delle "Opere varie", l'eterno lavoro degli scritti sulla lingua e il saggio sulla Rivoluzione francese ? e insieme di dolorosi avvenimenti privati. Un intreccio da cui emerge la misura di uno straordinario rigore intellettuale e morale, in una commistione di finezza e ironia, di determinazione e speranza, sullo sfondo, imprescindibile per il Manzoni, dello scontro risorgimentale.
|
|
Balsamo Beatrice
Elogio della dolcezza. Misura e velo del gusto e del legame
br. Questo saggio è molto importante oggi, epoca di precarietà e incertezze, dove determinante è la confusione, anche nelle relazioni: predominano rapporti immaturi, violenti, disorganizzati. Il testo analizza le radici umane della dolcezza s-temperante, del "sentirsi amati e sicuri" come stimoli a un maggiore discernimento vitale. Ma, la dolcezza è anche quell'argine che consente di saper distinguere e differenziare nel gusto, ponendo una misura, un limite, di contro a una "fusion" indifferenziata che sregola la capacità gustativa e conviviale. Tali riflessioni sono condotte attraverso l'approccio della psicanalisi, del pensiero filosofico e sociologico. La dolcezza, infatti, dà forma e ha a che fare con la bellezza e con una estetica condivisa. Prefazione di Elio Franzini e appendice di Massimo Montanari.
|
|
Berisso M. (cur.); Cavaglieri L. (cur.); Manfredini M. (cur.)
Un Prometeo male incatenato. Gian Pietro Lucini, le opere, le carte
br. Nel gennaio del 1914, qualche mese prima di morire, Gian Pietro Lucini confessò di avere in sé un "Prometeo male incatenato", cui la sua opera era idealmente dedicata. Mito dell'antiveggenza e dell'assalto al cielo, Prometeo incarna bene, in emblema, la produzione luciniana, caratterizzata dal rovello perpetuo di progetti concepiti, modificati, abortiti, ma anche felicemente e pienamente realizzati. Presentate in diverse occasioni, a Genova, tra il 2015 e il 2016, nell'ambito del progetto di ricerca "Per una nuova lettura dell'opera di Gian Pietro Lucini", le indagini raccolte in questo volume muovono da un confronto serrato con l'opera e le carte d'archivio dello scrittore lariano, per approdare alla definizione di nuove e coerenti piste di ricerca. Dai saggi di Marco Berisso, Livia Cavaglieri, Lia Raffaella Cresci, Fausto Curi, Pier Luigi Ferro, Manuela Manfredini, Francesco Muzzioli, Gian Luca Picconi, Francesco Sberla-ti, Erminio Risso, Fabio Romanini e Franco Vazzoler emerge uno scrittore dal profilo complesso e multiforme, inquieto e fremente, ma anche razionale e analitico, che ha saputo oltrepassare la consuetudine.
|
|
Rocchi Marco
Luce dal tenebroso chaos. L'alchimia tra Santinelli e Newton
br. L'obiettivo di questo lavoro è duplice: da una parte viene indagato il rapporto tra Newton e l'alchimia, cercando di verificare quale rilevanza ebbe l'adesione alI'"Ars Transmutatoria" nella vita e soprattutto nel pensiero del filosofo inglese. Poi, in maniera più specifica, si è cercato di indagare in dettaglio quale influenza possano avere avuto sul pensiero newtoniano gli scritti dell'alchimista pesarese Francesco Maria Santinelli, e in particolare la sua principale opera alchemica, l'ode "Lux obnubilata suapte natura refulgens".
|
|
Marongiu Alessandro
Scrittori sardi nel terzo millennio
brossura Considerata l'esiguità della sua popolazione, sorprende, della Sardegna, il numero in proporzione altissimo di scrittori, siano essi romanzieri, poeti o saggisti, che da anni si affacciano sul palcoscenico nazionale, di frequente riscuotendo anche, più o meno meritatamente, consensi di critica e pubblico. Alessandro Marongiu, sardo, ha spesso recensito per riviste e quotidiani, in qualità di critico letterario, romanzi, racconti, poesie e studi dei suoi corregionali: ed è proprio da qui, dalla sua attività recensoria, che nasce questo libro. Nelle pagine del quale sarà inutile cercare ciò che non può esservi, e cioè il profilo di una fantomatica "nouvelle vague" isolana unitaria, che non esiste se non nella mente di fantasiosi addetti al marketing o di qualcuno (un sardo, evidentemente) in vena di autoesaltazione. Esistono autori, certo, ma quasi ognuno di loro fa isola a sé; ed esistono opere, poi: è soprattutto di queste ultime che si occupa "Scrittori sardi nel terzo millennio".
|
|
Chiurazzi G. (cur.); Pezzano G. (cur.)
Attualità del possibile
br. "Attualità del possibile" ha programmaticamente un doppio significato. Per un verso infatti vorrebbe rivendicare l'attualità di un concetto che difficilmente potrà mai essere cancellato dalla riflessione filosofica, soprattutto se essa pretende di essere, come deve essere, pensiero critico. Non c'è infatti pensiero veramente critico senza la possibilità, che consente di gettare un diverso sguardo sulla realtà. Per un altro verso, il titolo del libro vuole alludere a quella condizione della stessa realtà che la rende dinamica. "Atto di ciò che è in potenza": questo era per Aristotele il movimento. L'idea di fondo che ispira il libro è quindi che il possibile costituisce, al di là della semplice attualità, un'ineludibile istanza critica e di trasformazione.
|
|
Tadini S. F. (cur.)
Rosminianesimo filosofico 2017
br. "Rosminianesimo filosofico" costituisce un autentico osservatorio di natura storico-teoretica, grazie al quale vengono mappate tutte le interpretazioni che nel corso del tempo sono state date del pensiero rosminiano. "Rosminianesimo filosofico", inoltre, pone in dialogo teoretico Rosmini con i più diversi pensatori di ogni tempo, ubbidendo a criteri ermeneutici di analisi critica, miranti a verificare, di volta in volta, il valore imprescindibile degli asserti di ciascun filosofo nel contesto specifico del loro porsi. In tal senso il background di ciascun pensatore e l'area tematica di appartenenza divengono, nel loro insieme, un luogo privilegiato di osservazione. I contributi presenti nel volume sono suddivisi in tre sezioni, dedicate rispettivamente alla storia del rosminianesimo filosofico, al confronto del pensiero rosminiano con i pensatori d'ogni tempo, e alle recensioni inerenti i volumi di area rosminiana, i quali, nel corso del tempo, hanno contribuito a generare filoni teoretici diversificati alla luce di un comune riferimento alla teoresi rosminiana.
|
|
Bignardi Massimo
Autoritratto urbano. Luoghi tra visione e progetto
ill., br. La città fa da sfondo alle prospettive che l'arte disegna al suo futuro; una città "ambiente", dunque non solo architettura, bensì misura di relazioni che s'intrecciano come trame del vissuto quotidiano, intercettando nuovi spazi all'esistenza, nuovi luoghi all'immaginazione sociale. La città, per Bignardi, è un unicum che l'autore rilegge come un autoritratto dal quale difficilmente si possono staccare delle parti, circoscrivere o, peggio ancora, isolare tra loro i segni del tempo, della sua lenta metamorfosi che consegna la città al presente. Un unicum la cui identità oggi rischia, però, di disperdere la sua riconoscibilità nella deriva di una progettualità autoreferenziale. È un'analisi attenta a tessere il dialogo con le realtà aperte da nuove prospettive di operatività estetica nel campo urbano: un'analisi per la quale l'autore si interroga sull'immagine, sulla scultura ambientale, sui luoghi della contemporaneità. Esperienze vissute in presa diretta, cioè nel vivo del loro "farsi", quindi nell'azione che l'artista sviluppa, come sua capacità primaria, nel processo di conoscenza del proprio presente, pronta, cioè, a farsi riflessione e progetto, memoria e costruzione. Prefazione di Franco Purini.
|
|
Roudinesco Élisabeth; Napoli D. (cur.)
Ritorno sulla questione ebraica
br. "Chi è antisemita e chi non lo è?". Per rispondere a questa domanda Elisabeth Roudinesco si lancia in una lunga e articolata disamina storica sull'antisemitismo (e sulle sue differenze dall'antigiudaismo medievale o di epoca illuminista) che nasce e si radica in Europa alla fine del XIX secolo diventando, in pochi decenni, uno dei codici culturali più condivisi. La Shoah, il negazionismo (vero e proprio "grande delirio devastatore"), il conflitto israelo-palestinese (attraverso il quale viene ripercorsa la storia del movimento sionista) hanno rilanciato il dibattito, un dibattito che l'autrice affronta convocando le figure più significative (da Freud a Hannah Arendt, da Voltaire a Celine) e i momenti salienti (come il processo Eichmann), offrendoci un'analisi lucida della presenza, del significato, delle sottili sfaccettature e degli usi dell'antisemitismo oggi.
|
|
Nancy Jean-Luc; Villani M. (cur.)
Il disegno del piacere
br. Scrive Jean-Luc Nancy: "Il disegno è la forma non data, non disponibile, non formata. È dunque, al contrario, il dono, l'invenzione, il sorgere o la nascita della forma." Pubblicato da Galilée nel 2009, questo saggio di Nancy sul disegno, ancora inedito in Italia, costituisce un riferimento non solo per le arti visive, ma per l'arte tutta. Il piacere del disegno risiederebbe, secondo il filosofo, nell'infinito desiderare e nella tensione da esso prodotta, e non tanto nella sua realizzazione, poiché più si capisce l'opera d'arte, meno la si gode.
|
|
Barthes Roland; Ponzio A. (cur.)
Non si riesce mai a parlare di cio che si ama
ill., br. Scritto per il convegno su "Stendhal e Milano" (Milano, 19-23 marzo 1980), questo, a quanto pare, è l'ultimo testo di Roland Barthes (Cherbourg, 12 novembre 1915 - Parigi, 26 marzo 1980). La prima pagina era stata dattiloscritta. La seconda pagina risulta inserita nella macchina per scrivere il 25 febbraio 1980, il giorno in cui Barthes fu investito da un camioncino (ricoverato in ospedale, morì dopo circa un mese). Si tratta di un testo terminato, stando al modo in cui esso si presenta, anche se, forse, come era solito fare, Roland Barthes vi avrebbe apportato qualche modifica, come risulta che abbia fatto sulla prima pagina.
|
|
Cioran Emil M.; Balan George; Di Gennaro A. (cur.)
Tra inquietudine e fede. Corrispondenza (1967-1992)
br. Il presente volume raccoglie in maniera integrale lo scambio epistolare, costituito da cinquantatré missive, intercorso tra Emil Cioran e George Balan nel periodo 1967-1992. In pieno regime comunista, nell'agosto del 1965, Balan si imbatte per caso nella lettura dell'opera giovanile di Cioran "Cartea amagirilor" (1936). Nonostante questi sia considerato un pensatore "sospetto" dall'intellighenzia della Repubblica Socialista di Romania, finanche un "traditore", per le posizioni critiche espresse dall'esilio parigino verso la nazione che gli ha dato i natali, Balan, affascinato dalla sua prosa, decide di approfondire la conoscenza dell'autore e di riabilitare la sua figura in patria. Inizia così tra i due intellettuali un intenso scambio epistolare, che si protrae negli anni e che lascia trasparire, al di là dell'amicizia, una diversa, opposta concezione riguardante il rapporto tra inquietudine e fede. La fervida spiritualità cristiano-ortodossa di Balan si scontra spesso con il profondo scetticismo di Cioran. Malgrado ciò, Balan è costretto a riconoscere nel pensatore di Ra?inari "uno degli spiriti più religiosi del secolo" e, al tempo stesso, un autentico "maestro" nell'evoluzione del proprio percorso esistenziale.
|
|
Derrida Jacques; Facioni S. (cur.); Vitale F. (cur.)
La cartolina. Da Socrate a Freud e al di là
br. "Leggevi una lettera d'amore un po' rétro, l'ultima della storia. Ma non l'hai ancora ricevuta. Sì, per mancanza o per eccesso di indirizzo, acconsente a cadere nelle mani di chiunque: una cartolina, una lettera aperta in cui il segreto appare ma indecifrabile. Puoi tenerla o farla passare, per esempio, per un messaggio di Socrate a Freud. Cosa vuole dirti una cartolina? A quali condizioni è possibile? La sua destinazione ti attraversa, tu non sai più chi sei. Nel momento stesso in cui dal suo indirizzo ti interpella, unicamente te, invece di rintracciarti ti divide o ti scarta, qualche volta ti ignora. E tu ami e non ami, fa di te quello che vuoi, ti prende, ti lascia, ti dona. Dall'altro lato della cartolina, guarda, ti è rivolta una frase, S e p, Socrate e plato. Il primo, per una volta, sembra scrivere e anche con l'altra mano cancellare. Ma Platone, con il dito teso alle sue spalle, che fa? Mentre ti industri a rivoltarla in tutte le direzioni, è l'immagine che ti mette sottosopra come una lettera, ti decifra anticipatamente, preoccupa lo spazio, ti fornisce parole e gesti, tutti i corpi che credi di inventare per accerchiarla. Ti trovi, tu, sulla sua traiettoria. Il supporto spesso della carta, un libro pesante e leggero, è anche lo spettro di questa scena, l'analisi tra Socrate e Platone, nel programma di qualcun altro. Al pari del cartomante, un "fortune-telling book" veglia e specula su quanto-deve-succedere, su cosa può voler dire accadere, dover accadere, lasciare o far accadere, destinare, indirizzare, inviare, lasciare in legato, ereditare, ecc., se questo significa ancora, tra qui e lì, il vicino e il lontano, da und fort, l'uno o l'altro. Inquadri l'argomento del libro: tra le poste e il movimento analitico, il principio di piacere e la storia delle telecomunicazioni, la cartolina e la lettera rubata, in breve il transfert da Socrate a Freud e al di là. Questa satira di letteratura epistolare doveva essere farcita: di indirizzi, di codici postali, di missive criptate, di lettere anonime, il tutto affidato a tanti modi, generi e toni. Vi abuso anche di date, firme, titoli o riferimenti, perfino della lingua." (J.D.)
|
|
Hume David; Pupo S. (cur.)
Scritti sulla guerra (1745-1748)
br. Il volume raccoglie gli scritti di David Hume sulla guerra: "L'insurrezione giacobita del 1745 e la difesa del prevosto di Edimburgo", "L'incursione britannica del 1746 sulla costa francese" e "La spedizione del 1748 presso le corti di Vienna e Torino". I primi due fanno luce sulla guerra civile e sul conflitto Inghilterra-Francia, mentre il terzo riproduce integralmente un diario di viaggio tra le capitali europee settecentesche in tempo di guerra. Tali testi, da cui emerge lo sguardo realista e a tratti ironico di Hume sulla "miserabile guerra", si collocano in una fase decisiva per lo sviluppo del suo pensiero politico e ci consegnano una figura inedita del filosofo come cultore dell'arte bellica, esperto di strategie militari, ufficiale amico di generali e ministri, osservatore acuto delle personalità dei sovrani e delle dinamiche internazionali.
|
|
Poincaré Jules-Henri; Boniolo G. (cur.)
Opere epistemologiche. Vol. 1
br. Questo libro intende riproporre, dopo venticinque anni dalla prima pubblicazione italiana, le quattro opere epistemologiche di H.J. Poincaré. Molto tempo è passato: contemporaneamente a un'elogiabile ricerca di un modo più creativo di fare filosofia della scienza, si è assistito alla perdita di conoscenze rispetto alla storia della filosofia della scienza. È importante restituire alla pubblica conoscenza testi classici come le opere epistemologiche di Poincaré, testi sui quali gli studenti di oggi possono formarsi e plasmare le proprie capacità creative. Rileggere classici è fonte di riflessione creativa che costringe a vedere con occhi diversi problemi contemporanei, trovando spunti per nuove soluzioni.
|
|
Campo Alessandra
Tardività. Freud dopo Lacan
br. In psicoanalisi la Nachträglichkeit ci mostra anzitutto una cosa: per fare un trauma occorrono due tempi: qualcosa diviene vero, ma solo "dopo"; l'effetto tangibile di un'esperienza appare sempre più tardi e un ricordo rimosso diventa trauma solamente nachträglich, tardivamente. L'intuizione di Freud è che l'inconscio è qui, nella coscienza, secondo una relazione di coesistenza e simultaneità difficile da pensare e tuttavia ineludibile: c'è qualcos'altro, ma non in un altrove trascendente. Per questo dove l'inconscio è (wo Es ist), in atto, là l'Io sarà stato (wird Ich gewesen sein), sarà stato un fatto o un significato. Il ritardo è irriducibile perché è strutturale ed è tutt'uno con le cose. Il ritardo è anzi la cosa stessa, ma non è l'assoluto. La Cosa s'attarda ma è simultanea. Che l'effetto tangibile di un'esperienza appaia solo più tardi e che qualcosa divenga vero unicamente dopo significa allora, come affermano i filosofi del processo, che "il tutto non è dato" e che l'inconscio è reale.
|
|
Moscati Steindler Gabriella
La mia vita incisa nell'arte. Una biografia di Emma Dessau Goitein
ill., br. Narrazione rigorosamente al femminile: i drammatici eventi del "secolo breve", dalla fine della belle epoque alle due Grandi Guerre, fanno da sfondo alla vita di Emma Dessau Goitein, originale figura d'artista. Emma, nata a Karlsruhe nel 1877 da una famiglia ebraica di stretta osservanza religiosa, rivelò ancora giovanissima una tempra da femminista ante litteram, inseguendo il proprio sogno di essere pittrice per le vie d'Europa, da Londra a Monaco. Giunse infine per amore in Italia, sposa di un fisico. Le sue opere non persero però mai il contatto con la tradizione, conciliando lo spirito europeo e la sensibilità per i sentimenti familiari con i valori del nascente sionismo. Con tenacia giunse a distinguersi negli anni bui del Ventennio, incidendo il suo nome nelle cronache dello stesso regime che di lì a poco avrebbe provato a cancellare lei e i suoi cari. La vicenda non è frutto di fantasia: è una vita vissuta, ricostruita attraverso documenti, lettere e cataloghi di mostre alle quali Emma partecipò. I quadri di Emma si trovano al Museo dell'Accademia di Belle Arti di Perugia e in quello d'Arte Moderna di Bologna. Le xilografie e gli ex libris, che rivelano la sua perizia nell'incidere, si possono ammirare in prestigiose biblioteche americane (Hebrew Union College di Cincinnati e Yale University) e inglesi (British Library e Jewish Museum di Londra).
|
|
Ceccato Silvio
La mente vista da un cibernetico
br. "Il fisiologo potrà sì trovare gli organi del mentale e giungere a porre un parallelismo fra il funzionamento osservato su questi e le operazioni mentali, ma soltanto dopo aver individuato la funzione", scrive Silvio Ceccato. "La mente vista da un cibernetico" è un'esposizione ben strutturata del suo pensiero, e, soprattutto, della sua proposta di pensiero. Essa punta con decisione verso la costruzione consapevole di un'alternativa alla tradizione "filosofica", individuata come esito fallimentare sul piano scientifico del tentativo di spiegare la percezione nei termini di un rapporto fra "originali" e "copie". All'ingannevole paesaggio di "enti astratti" e "cose concrete", funzionale alla legittimazione di ogni sopruso, Ceccato contrappone un quadro ipotetico di funzioni gerarchizzate, che riconduce i valori agli atteggiamenti e questi al "pensiero", individuato come procedura di correlazione dei risultati della funzione costitutiva, o "mentale", attribuita a sua volta alle combinazioni di un elemento minimo bistadiale, lo "stato di attenzione", comparabile a funzionamenti artificiali o naturali come un circuito elettrico o una catena neuronale. Assumendo quindi l'impegno, come "tecnico", o "cibernetico della mente", a non far rientrare dalla finestra, come invece fanno i fondatori della cibernetica classica parlando ad esempio di "informazione", quell'indebito "raddoppio del percepito" che, volendo procedere scientificamente, consapevolmente e in maniera responsabile verso se stessi e verso gli altri, dev'essere, a suo parere, lasciato fuori dalla porta.
|
|
Frauenfelder Raoul
Tra le mani la carne. Maurice Merleau-Ponty
br. "Toccare è toccarsi", afferma Merleau-Ponty in una nota a "Il visibile e l'invisibile", configurando la struttura auto-affettiva del puro sentirsi. Il testo ripercorre geneticamente i rimandi al tatto presenti nell'opera di Merleau-Ponty e rintraccia in quest'ultima il continuo ricorso all'esperienza del reciproco toccarsi delle mani come metafora e matrice della relazione chiasmatica tra il sensibile e il senziente. La metafora auto-tattile che orienta tale fenomenologia si discosta dal modello husserliano che l'ha originata e procede verso un'ontologia della carne come dimensione originariamente confusionale. Indagando l'indistinzione carnale e gli snodi problematici del discorso merleaupontiano, questo testo rileva la spettralità irriducibile che travaglia la pura auto-affezione e disarticola la supposta simmetria tra le mani.
|
|
Marchesini Roberto
Emancipazione dell'animalità
br. Liberare l'animalità non vuol dire togliere le catene al nonno babbuino, nascosto nella cantina del mio essere, o far riemergere il bruto che c'è in sé, lasciandolo vagare per le strade come Mr. Hyde, o ancora, dar libero sfogo a tutte le pulsioni senza alcun controllo e intraprendere la strada ferina. Emancipare porta con sé il significato della liberazione di un ente da quello stato di cattività che non gli permette di esprimere in pieno le sue potenzialità. L'animalità è stata incatenata nel profondo di noi stessi, prima di tutto in virtù d'immagini distorsive assegnatele in modo arbitrario. L'emancipazione non può pertanto che partire da una riconsiderazione dell'animalità stessa, liberandola dai legacci di tali attribuzioni indebite, rendendole finalmente la sua titolarità espressiva, lontano da quelle stilizzazioni macchiettistiche che hanno preteso di sospingerla in un sottobosco ontologico. L'animalità, gettata nel cono d'ombra del non controllabile, è stata pensata come antitesi alla libertà umana, cosicché abbiamo ritenuto fosse necessario proiettarsi in una dimensione altra, fosse trascendente nell'anima o immanente nella cultura. L'emancipazione passa perciò attraverso una riconsiderazione del carattere di animalità e in quello di libertà ontopoietica ed espressiva che ci riguarda da vicino.
|
|
De Laude Silvia
La rondine di Pasolini
br. Un saggio singolare dove si parla del "realismo" di Pasolini ma anche di animali. Si va avanti e indietro per le pagine di "Ragazzi di vita" nelle loro diverse redazioni, si incontrano Padre Giovanni Pozzi, Erich Auerbach e Romano Guardini, ma anche Attilio Bertolucci, Roberto Longhi, Carlo Emilio Gadda, Anna Banti, Elsa Morante e Giovanni Pascoli, tirato un po' da una parte e un po' dall'altra da Gianfranco Contini e Cesare Garboli. E ci si imbatte alla fine anche in Giorgio Agamben, in veste di epistolografo. Si segue il filo di una rondine. Fanno da comprimari un cane e un gatto. Di straforo si aggiunge al cast una lucciola.
|
|
Vallorani Nicoletta
Nessun Kurtz. «Cuore di tenebra» e le parole dell'Occidente
br. Questo volume parte dal viaggio di Marlow dal Tamigi al Congo e arriva a un itinerario opposto, che si dipana qui e ora, nel Mediterraneo, dall'Africa e in direzione dell'Europa. L'analisi segue una strada accidentata, fatta di intoppi e ricorrenze, ed è costruita sulla convinzione che il Kurtz conradiano continui a tornare, in vesti diverse ma con la consueta ambiguità, in molte narrazioni contemporanee: tutte hanno al centro la necessità e l'impossibilità di raccontare l'altro e di trovare le parole e le immagini per farlo. È una storia ancora non conclusa, che dimostra a che cosa serve la narrazione. Attraverso le opere di Orson Welles, F.F. Coppola, Will Self, Chris Cleave, Maylis De Kerangal, Giuseppe Catozzella, Margaret Mazzantini, Jenny Erpenbeck, Lina Prosa, Anders Lustgarten, Crystal Pite, Stephen Frears, Alan Maglio e Medhin Paolos, Domenico Iannacone e Luca Cambi, Mario Badagliacca, Kevin McElvaney, Mario De Carolis, una stessa vicenda viene riscritta in contesti nazionali e artistici diversi. Sempre in cerca delle parole giuste per dirlo.
|
|
Caneva Claudia; Sinsin Mahougnon; Thuruthiyil Scaria
Filosofie in dialogo. Lexikon universale: India, Africa, Europa
br. Nel contesto contemporaneo dove si parla spesso di "crisi della ragione" e della parola, dell'urgenza di "allargare gli orizzonti della razionalità", sempre più si sente la necessità di una razionalità dialogica che sappia mettersi in ascolto dell'altro e contrasti un pensiero dallo stile egemonico ed escludente. Con uno sguardo attento alla "polivocità culturale", gli autori si sono confrontati, e dall'appassionato dialogo tra le diverse culture di provenienza è nata questa ricerca. Il Lexikon è una sorta di "mappa in scala ridotta" dell'immenso patrimonio filosofico universale; non ha la pretesa di essere esaustivo, ma vuol essere un tentativo di trovare sempre sentieri di dialogo. Questo manuale potrà essere utile a studenti, a professori che vorranno insegnare filosofia con un più ampio respiro, ma anche a chi è impegnato nel sociale, nelle scienze umane, nello studio delle religioni.
|
|
Covino Carmela
La prima voce
br. "La prima voce" è l'arrogante lamento di una cosmologia morente. È il racconto di un fallimento, la scelta di una narrazione parziale. Non riesce ad essere un saggio, senza essere altro da un saggio. È troppo poco, perché rinuncia, e rinuncia in partenza, ad un criterio scientifico e, allo stesso tempo, pretende troppo. Pretende che il suo contenuto coincida con la sua forma e pretende che questa coincidenza abbia a che fare con quella rinuncia. Il contenuto e la forma non sono che lo stesso: è la favola, la trama, la storia, e, a tenerle insieme, è il luogo da cui un io parla, il luogo da cui ha scritto.
|
|
Misuraca Pietro
Tutto quel che è, finisce. Guida a «L'anello del Nibelungo» di Richard Wagner
br. Il volume nasce dalla rielaborazione di un ciclo conferenze tenute presso il Teatro Massimo di Palermo e di due corsi universitari entrambi dedicati al Ring. Vi si trova una guida completa e aggiornata al sistema drammaturgico-musicale wagneriano, alla sua ricchezza concettuale e ai presupposti estetici, filosofici e politici che ne furono alla base. È costituito da un'ampia introduzione dedicata alle suddette premesse (con numerose citazioni dagli scritti di Wagner), seguita da un 'racconto' dettagliato delle vicende - innanzi tutto - dei quattro drammi musicali, in altrettanti capitoli. La trattazione si avvale degli apporti ermeneutici più significativi, da quelli storici di Nietzsche, George Bernard Shaw, Thomas Mann, T. W. Adorno a quelli più recenti. Corredata degli esempi musicali relativi a tutti i Leitmotive e di tavole che offrono una visione d'insieme della struttura tematica, offre la possibilità di addentrarsi nell'universo sonoro e drammaturgico di una delle più grandi creazioni di tutti i tempi per osservarne i dettagli compositivi e districarne la complessità dei significati. Il taglio non è tuttavia analiticamente specialistico: l'origine stessa del volume, didattica e divulgativa, si riflette nell'adozione di un registro intermedio, che non trascura le annotazioni utili allo studioso più competente, ma si presenta al contempo accessibile al lettore colto e appassionato.
|
|
Zanardo Gloria
Un'apertura di infinito nel finito. Lettura dell'impersonale di Simone Weil
br. La riflessione di Simone Weil sull'impersonale dischiude un orizzonte di speranza a un Occidente che sembra avere smarrito il proprio senso. La nozione di impersonale compare nella sua opera matura, precisandosi in particolare negli scritti di Londra. Si tratta di un concetto che coinvolge le coordinate metafisiche, filosofiche ed esistenziali dell'intero percorso di ricerca di Simone Weil, tanto da poterlo interpretare come un aprés-coup, che, una volta messo a fuoco, risignifica tutto il suo percorso. Esso prende forma nella riflessione nata da un'esperienza mistica, che è rimasta un evento privato della sua esistenza ma che ha dato una svolta radicale alla sua ricerca. Il concetto di impersonale viene considerato in particolare nei suoi effetti sul pensiero politico di Simone Weil, che lo pone al centro della propria riflessione così da arrivare a concepire un legame politico sottratto sia al collettivo sia all'individualismo. Il testo essenziale per questa indagine è "La persona e il sacro", opera scritta a Londra, assieme a La prima radice. L'impersonale, come ciò che non è riducibile alla persona, le permette di aprire un campo di indagine che riguarda le istituzioni, il diritto e la loro insufficienza a contrastare il movimento montante delle società di massa e dei totalitarismi che sorgono negli anni Venti e Trenta del Novecento in Europa. Si apre allora una precisa e appassionata indagine su cosa siano istituzioni accettabili, comunità che non alienino ciò che di sacro esiste nella singolarità.
|
|
Ricci Sindoni P. (cur.)
Un filosofo tra i filosofi. Karl Jaspers e il pensiero occidentale
br. Questa raccolta di saggi, scritti da Karl Jaspers negli anni fra il 1947 e il 1955 e per la prima volta tradotti in italiano dalla cura, dalla competenza e dalla passione di giovani studiosi, è volta ad approfondire l'intrigante tematica relativa al rapporto fra la filosofia e la sua storia e può rappresentare una risposta al valore costruttivo della tradizione occidentale, che sembra ormai offuscarsi. Compaiono qui saggi più teorici, legati alla problematizzazione dell'idea di "storia mondiale della filosofia" e altri più di carattere storiografico, dedicati a Senofane, Cusano, Goethe, Kant e Kierkegaard, tratti dai due volumi jaspersiani:" Weltgeschichte der Philosophie. Einleitung. Aus dem Nachlass hrsg. von Hans Sanex, Munchen 2013 e Aneignung und Polemik. Gesammelte Reden und Aufsàtze zur Geschichte der Philosophie, Munchen 1968."
|
|
Bellini Paolo; Storace Erasmo Silvio
Città, utopia e mito. Studi di filosofia e teoria politica
br. «Quale è la cultura che oggi ci sostiene? Abbiamo ancora una cultura? Quale è la cultura che oggi può rendere le città, le metropoli, un'oasi di bellezza, di vivibilità e di speranza? Non è certo il prorompente progresso a fornirci una soddisfacente risposta. E neppure una cultura borghese oramai esausta, consunta e alla sua fine. D'altra parte, non possediamo più una cultura che ci dia dei modelli rispetto ai quali strutturare i luoghi nei quali abitiamo e abiteremo [...]. La città è diventata una selvaggia terra di nessuno.» (dall'Introduzione di Claudio Bonvecchio)
|
|
Ferrante A. (cur.); Orsenigo J. (cur.)
Dialoghi sul postumano. Pedagogia, filosofia e scienza
br. Il volume promuove il dialogo fra settori di studio eterogenei (in particolare pedagogia, filosofia, letteratura, sociologia, etologia), al fine di proporre una riflessione transdisciplinare su come le prospettive postumaniste possono contribuire a riarticolare in profondità i differenti campi del sapere, modificandone logiche, linguaggi, criteri epistemologici, unità di analisi, metodologie di indagine, immaginari. L'obiettivo del testo è di riflettere criticamente sull'emersione di un nuovo paradigma culturale che si pone come alternativo sia a quello umanista sia a quello scientista e tecnocratico. Nello specifico, il volume ambisce a rendere conto della svolta postumanista e postantropocentrica che sta avvenendo tanto in filosofia quanto nelle scienze umane e della natura e di come questa svolta possa aiutare a interpretare le metamorfosi che caratterizzano lo scenario contemporaneo.
|
|
Boccali Renato
Collezioni figurali. La dialettica delle immagini in Gaston Bachelard
br. L'immagine diventa sorgente per rivelarsi, infine, immagine assoluta, in grado di aprire un mondo felice, ma anche di portare a manifestazione la dialettica concreta di vita e morte, delineando così un'ontologia penombrale. L'imagosfera contemporanea ci propone immagini fisse, simulacri riproducibili all'infinito, dove la multidimensionalità del Sé si nasconde dietro la variopinta monodimensionalità del selfie. Occorre, allora, lavorare a una nuova antropologia dell'iconico. Per farlo ci viene in aiuto la filosofia di Gaston Bachelard in grado di dar conto della logica figurale propria dell'esperienza estetica delle immagini e della radice antropologica che la caratterizza, facendo segno verso una metafisica dell'immaginazione.
|
|
Del Bello Sara
Esperienza, politica e antropologia in María Zambrano. La centralità della persona
br. "Esperienza, politica e antropologia in María Zambrano" attraversa i nodi fondamentali del pensiero zambraniano: il dato esperienziale, il punto di vista antropologico e la prospettiva storico-politica. Muovendo dal contesto storico-sociale in cui si trova a vivere e radicalmente condizionata dall'elemento esperienziale, Zambrano delinea un pensiero che è viva espressione dell'incontro tra la dimensione speculativa e l'elemento vitale, a suo giudizio indispensabile per comprendere profondamente l'essenza umana. La sua riflessione filosofico-politica, pienamente incarnata dalle mujeres - che anticipano per molti versi il pensiero della differenza sessuale - traccia un percorso articolato intorno ai nodi della responsabilità, della coscienza, dell'auto-coscienza, della relazionalità, dell'alterità e dell'accoglimento della realtà, così da giungere alla costruzione di una dimensione sociale concretamente democratica e, dunque, umana. Ruotando intorno al concetto cardine di persona, all'interno di un orizzonte intellettuale, in parte di tipo esistenziale, in parte di carattere cristiano, l'umano costituisce l'elemento di fondo del filosofare zambraniano. El saber del alma, las entrañas, il sentire originario, la razon poética, i chiaroscuri rappresentano, così, i tratti peculiari della sua riflessione, che scorre fluida e circolare ben al di là di ogni tipo di sistematizzazione.
|
|
Roat Francesco
Religiosità in Nietzsche. Il Vangelo di Zarathustra
br. È assurdo pensare che in Nietzsche sia presente un afflato religioso? Roat crede di no, ritenendo anzi che dai testi del Nostro emerga una spiritualità analoga a quella dei mistici d'ogni tempo e luogo. Soprattutto lo Zarathustra sembra mettere in luce una tale prospettiva. Si pensi solo allo spirito profetico incarnato dal protagonista del capolavoro nicciano: nunzio d'un nuovo vangelo da contrapporre ai quattro canonici. Il suo è infatti il kerigma d'un nuovo modo di porsi nei confronti del mondo e di Dio, che il Nostro definisce morto, cioè scomparso dall'orizzonte moderno. L'ipotesi che in Nietzsche si dia una forma, sia pur eccentrica, di religiosità viene confortata altresì dalla sua fede in un nuovo modo di filosofare che si smarchi dalla teorizzazione concettuale e propenda per una parola poetica: aperta a quell'eccedenza che avvertiamo in ogni cosa verso cui si rivolga il nostro sguardo, se contemplativo. Al fine d'un rinnovamento del dire filosofico che non cerchi più certezze lasciando il Grund per VAbgrund: la stabilità per l'abisso.
|
|
Poincaré Jules-Henri; Boniolo G. (cur.)
Opere epistemologiche. Vol. 2
br. Questo libro intende riproporre, dopo venticinque anni dalla prima pubblicazione italiana, le quattro opere epistemologiche di H. J. Poincaré. Molto tempo è passato: contemporaneamente a un'elogiabile ricerca di un modo più creativo di fare filosofia della scienza, si è assistito alla perdita di conoscenze rispetto alla storia della filosofia della scienza. È importante restituire alla pubblica conoscenza testi classici come le opere epistemologiche di Poincaré, testi sui quali gli studenti di oggi possono formarsi e plasmare le proprie capacità creative. Rileggere classici è fonte di riflessione creativa che costringe a vedere con occhi diversi problemi contemporanei, trovando spunti per nuove soluzioni.
|
|
|