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‎Todorov Tzvetan‎

‎La bellezza salverà il mondo. Wilde, Rilke, Cvetaeva‎

‎br. Per millenni e millenni, gli esseri umani l'hanno chiamato "Dio". Poi ha preso anche altri nomi: "Nazione", "Classe", "Razza". Oggi molti non si riconoscono più in queste forme religiose o politiche, e tuttavia continuano a inseguire l'assoluto. Una delle strade che si possono intraprendere in questa ricerca è l'arte, l'aspirazione alla bellezza. Al centro della vita di Oscar Wilde, Rainer Maria Rilke e Marina Cvetaeva c'è proprio questa ossessione: questi tre grandissimi scrittori non si sono accontentati di creare opere d'arte sublimi, ma hanno posto la loro intera esistenza al servizio del bello e della perfezione. Fino alle estreme conseguenze: per Wilde, questo ha portato alla decadenza fisica e psichica; Rilke ha avuto come compagna costante la depressione; la Cvetaeva è arrivata addirittura al suicidio. Tzvetan Todorov racconta i loro destini, così appassionanti e tragici. E si interroga sul senso più profondo della loro esperienza di "avventurieri dell'assoluto". Per chiedersi in che cosa consista davvero una vita bella e scoprire il segreto dell'"arte della vita".‎

‎Antonelli S. (cur.); Mariani G. (cur.)‎

‎Il novecento USA. Narrazioni e culture letterarie del secolo americano‎

‎br. La fine del cosiddetto "secolo americano", il Novecento, ha coinciso con il vacillare del primato politico-economico degli Stati Uniti nel mondo e quindi con l'accelerazione del processo di ridefinizione della loro identità culturale iniziato a partire dagli anni cinquanta. Il nuovo approccio che, in sede accademica, tutto ciò impone alla disciplina degli "Studi americani" comporterà una trasformazione radicale degli strumenti di lavoro. Il volume, scritto da studiosi italiani e statunitensi di varie discipline, mette in risalto - attraverso percorsi di studio e di lettura - la vitalità di una tradizione culturale che ha saputo dare frutti importanti, come il modernismo e la Harlem Renaissance, gli autori beat, il new journalìsm, il multiculturalismo, il minimalismo, la neo slave narrative, i language poets, il post-modernismo, il graphic novel, facendo degli Stati Uniti il laboratorio privilegiato delle invenzioni estetico-formali più interessanti del Novecento in campo letterario e non solo - pensiamo alla scrittura della fiction televisiva e ovviamente al cinema. Oggi ci si chiede non solo se tanta creatività sia destinata a continuare, ma soprattutto come trasmetterla agli studenti universitari che, per la prima volta, si confrontano con essa.‎

‎Nin Anaïs; Stuhlmann G. (cur.)‎

‎Diario. Vol. 5: 1947-1955‎

‎br. Inverno 1947: Anaïs Nin è in Messico e si sente invasa di gioia, in armonia con la natura e con "il ritmo dei nativi". Il suo ritorno negli Stati Uniti costituisce un duro impatto con la realtà, realtà che, affrontata sul piano dell'arte, non costituisce un rifiuto di responsabilità, ma un'ossigenazione psicofisica per sopravvivere. La Nin si sente spezzata: arte e vita sono due momenti diversi e inconciliabili, solo la natura le dà sollievo, solo il suo essere nella natura costituisce per lei un momento di coesione e sintesi. È un periodo di ribellione e di ripensamento per la donna e per la scrittrice. Dopo quattro anni di analisi, la Nin ha superato la crisi, ha debellato la nevrosi, è libera, piena di voglia di vivere e di dedicarsi alla scrittura. Prefazione di Antonio Debenedetti.‎

‎Ritrovato Salvatore‎

‎Piccole patrie. Il Gargano e altri sud letterari‎

‎br. Nell'era della globalizzazione si torna a parlare di patrie. È più di un richiamo al passato, alla tradizione: è un modo per riallacciare il presente a un orizzonte più mosso e articolato, composto di tante realtà diverse e tuttora vivo, imprescindibile. Il volume prende le mosse da questa riflessione, per addentrarsi nel mondo della poesia, in un angolo geograficamente circoscritto della provincia italiana: il Gargano. I principali temi della cultura contemporanea vengono, in tal modo, agganciati alle sollecitazioni di questo luogo letterario. Questo libro è il resoconto di un viaggio ancora non terminato, fra le opere di scrittori che si muovono lontani dai salotti e dai centri del potere, appartandosi nella storia antica e povera del luogo per trarre più forza al loro verso.‎

‎D'Uggento Maria Rosaria‎

‎Baruch degli angeli‎

‎br. Perché ancora una biografia su Spinoza dopo le tante che sono state scritte? Intanto si spera di aver dato al lavoro un taglio originale. Interessava l'uomo, che a noi è apparso sensibile e passionale, a dispetto di tutta una tradizione che continua a definirlo, sbagliando, il filosofo del razionalismo (quando persino in ambito conoscitivo considera la "scienza intuitiva" l'ultimo e più eminente grado della conoscenza). E dell'uomo abbiamo tentato un'analisi psicologica. Non abbiamo privilegiato il filosofo, ma non potevamo sottovalutare la sua battaglia contro l'"odio teologico", il suo ateismo e il suo libertinismo (sì, Spinoza è un libertino) che lo oppongono apertamente alla teologia tradizionale personalistica e trascendentistica, a favore invece di una nuova, commovente e coinvolgente, teologia immanentistica.‎

‎Ghirri Luigi; Bizzarri G. (cur.); Barbaro P. (cur.); Celati G. (cur.)‎

‎Lezioni di fotografia‎

‎ill., br. Luigi Ghirri (Scandiano 1943-Roncocesi di Reggio Emilia 1992) ha rinnovato con le sue fotografie il nostro modo di guardare il mondo, e c'è un'intera generazione di fotografi che non potrebbe esistere senza la sua opera. Durante il 1989 e il 1990 Ghirri ha tenuto una serie di lezioni sulla fotografia all'Università del Progetto di Reggio Emilia, lezioni che sono state trascritte, e in questo libro pubblicate; ognuna corredata dalle fotografie e dalle immagini che mostrava agli studenti e di cui parlava. È un libro di grande per avviarsi all'arte della fotografia e all'arte di Luigi Ghirri, e per pulirsi un po' lo sguardo. Con 180 foto a colori.‎

‎Nancy Jean-Luc‎

‎La comunità inoperosa‎

‎brossura‎

‎Van Oord G. (cur.)‎

‎Etty Hillesum. Studi sulla vita e l'opera‎

‎ill., br. "Crede che il Diario [di Etty Hillesum] seguirà lo stesso percorso di quello di Anne Frank, vale a dire che troverà posto tra i testi della letteratura mondiale? - Credo che avrà molti lettori. Devono leggerlo tutti, non importa che uno sia religioso o non lo sia affatto. Una persona non religiosa vi impara cosa significhi religiosità, quale enorme significato abbia e quanto sia essenziale e profonda. Vi si può pure imparare che parole logore come l'amore per l'umanità e l'umanesimo non sono solo chiacchiere ma si riferiscono a qualcosa che esiste davvero. Nonostante tutta la miseria, tutto l'odio che c'è nel mondo, dobbiamo ammettere che li troviamo dentro noi stessi e nell'uomo. S9788885978515i tratta di sviluppare - si può e si deve fare - la potenza umana contro quell'odio. Nei confronti dell'odio - così detestabile va contrapposto l'umanesimo, l'amore per l'umanità. Etty Hillesum ti dice che queste non sono chiacchiere insulse ma che la sua è stata un'esperienza vissuta in circostanze incredibilmente dolorose e avverse. Ed è stata un'impresa davvero ardua, per realizzarla devi essere una persona eccezionale". (Dall'Intervista (1981) con Abel J. Herzberg) Contributi di: Denise de Costa, Fulvio C. Manara, Alexandra Nagel, Maria Gabriella Nocita, Piet Schrijvers, Klaas A.D. Smelik, Ellen Vandewalle, Gerrit Van Oord e Yukiko Yokohata.‎

‎Giabakgi M. Isabel‎

‎Per un cenobio laico. L'ascetismo intellettuale in Italia fra Otto e Novecento‎

‎br. Partendo da antecedenti illustri della letteratura europea - Dante, Rabelais, Ariosto - insieme ad alcune suggestioni di matrice nietzschiana, i quattro capitoli del volume approfondiscono, nell'ambito della letteratura italiana, i risvolti di un topos letterario codificatosi fra XIX e XX secolo - il 'cenobio laico' - destinato a estendere il suo fascino lungo percorsi culturali impensabili: dal monastero fantastico dell'Undecimo comandamento (1881) di Anton Giulio Barrili, alle soluzioni claustrali vagheggiate dal poeta Rosario Altomonte, per giungere alla provocatoria inchiesta "Per un cenobio laico" della rivista di Lugano "Coenobium". A questa battaglia filomodernista prese parte anche Fogazzaro, i cui romanzi sono pervasi dall'irresistibile fascino della vita monastica, sia pure nell'ottica ambigua del laico riformista. In tal modo, la riscoperta di autori, luoghi e opere, rimasti sino ad ora poco conosciuti, ci permette di comprendere meglio la vita letteraria italiana a cavallo di due secoli.‎

‎Mlecin Leonid; Canfora L. (cur.)‎

‎Perché Stalin creò Israele‎

‎br. Questo libro evidenzia una verità inconfutabile: senza l'Unione Sovietica guidata da Stalin probabilmente lo Stato d'Israele non avrebbe visto la luce. "Perché Stalin creò Israele" si basa sui documenti originali ora desecretati dagli archivi del Politbjuro e del Comitato centrale del Partito comunista, dei servizi segreti e del ministero degli Esteri dell'Unione sovietica. Si evidenzia il ruolo decisivo - non solo sul piano diplomatico ma anche militare - svolto personalmente da Stalin a sostegno della creazione prima e della difesa armata poi di Israele. Ruolo riconosciuto anche dal primo ministro Golda Meir: "Non sappiamo se avremmo potuto resistere senza le loro armi". Introduzione di Enrico Mentana, Postfazione di Moni Ovadia.‎

‎Müller Herta‎

‎Il re s'inchina e uccide‎

‎br.‎

‎Tagliagambe S. (cur.); Spano M. (cur.); Oppo A. (cur.)‎

‎Il pensiero polifonico di Pavel Florenskij. Una risposta alle sfide del presente. Atti del Convegno per gli 80 anni dalla morte‎

‎br.‎

‎Carlomagno Rosaria‎

‎Il sistema dell'arte contemporanea a Napoli‎

‎ill., br. Rosaria Carlomagno analizza il versante 'pratico' dell'arte a Napoli, dal secondo Novecento fino ai nostri giorni. Si tratta di uscire dai ranghi storicizzati della critica e mappare, analizzare, rendicontare le realtà imprenditoriali, le mode, gli ambienti di crescita dell'arte in terra vesuviana. Attraverso la scansione di tutti i principali attori e fatti della contemporaneità, la Carlomagno tira le somme sul senso, sulle attività e sugli indirizzi del mercato dell'arte. Chi si prodiga per gli artisti? Chi decide chi siano gli artisti? Come funziona il mercato? Gli ingranaggi dell'arte sono fatti di relazioni sociali, di eventi, di contesti che spesso prendono essi stessi forma d'arte. Napoli, tradizionalmente conosciuta come reattiva alla modernità dal dopoguerra e poi più in secondo piano, torna a farsi scoprire in tutte le sue insorgenze artistiche dal 2000 in poi, con questo studio che offre un sentiero di conoscenza in un mondo fisiologicamente complesso, dando una visione che è a metà tra la panoramica tout-court, di raccoglimento, e la riflessione storica, che è metabolizzazione e conferimento di giudizio e metro alla riesamina del nostro presente artistico.‎

‎Scheler Max‎

‎Il risentimento‎

‎br. "Il risentimento è un autoavvelenamento dell'anima che nasce da un'inibizione sistematica dello sfogo di certi affetti in sé stessi normali e inerenti alla struttura di fondo della natura umana: il sentimento e l'impulso di vendetta, l'odio, la cattiveria, l'invidia, la malignità, la perfidia." Max Scheler‎

‎Agazzi Evandro‎

‎La conoscenza dell'invisibile‎

‎br. La razionalità umana si rivela nel richiedere il perché di quanto consta e si articola in due tipi di ricerca, quella del fondamento e quella del senso. La prima spinge ad interpretare e spiegare i fatti attestati nelle diverse forme di esperienza e a tal fine ipotizza vari tipi di realtà invisibili la cui esistenza spieghi causalmente quanto accade. Questa razionalità è operante nelle scienze e nella metafisica (come si mostra specialmente nei primi otto capitoli). La ricerca sul senso si riassume nell'aspirazione a dare un valore positivo alla propria esistenza. Anche in questo caso esistono esperienze di tipo interiore, come quelle del senso estetico, della coscienza morale, del sentimento religioso e dell'orientamento globale della nostra vita, che spingono la ragione a impegnarsi nella ricerca di dimensioni invisibili del reale che possano fornire una risposta positiva alla ricerca del senso. A queste tematiche sono dedicati specialmente gli ultimi dieci capitoli.‎

‎Regolo Luciano‎

‎Maria José. Regina indomita‎

‎br. La biografia di Maria José, l'ultima regina d'Italia, di cui l'Autore ha raccolto i ricordi dal vivo, arricchiti da documenti e testimonianze inediti. Il matrimonio con il principe Umberto non si rivelò felice come lo aveva sognato, tuttavia l'intesa con il marito nei drammi che condivisero fu profonda. Per la prima volta, questo volume ricostruisce il ricatto che Mussolini ordì sulla presunta omosessualità di Umberto. E la fiera opposizione di Maria José al Duce: nei suoi diari, confermati da molteplici fonti coeve, riaffiorano gli incontri segreti con Croce, Montini - il futuro Paolo VI -, Olivetti e altri personaggi; e il piano escogitato col marito nel 1938 per abbattere la dittatura. Un autentico tentativo di golpe, finora poco conosciuto, approfondito anche nei contributi degli storici Francesco Perfetti e Donatella Bolech Cecchi. La guerra fu vissuta con particolare dolore dalla Regina, già per l'invasione del Belgio natio fin dal 1940. Ma, senza piegarsi, affrontò a viso aperto il Duce, Hitler, e cercò conforto in tante altre figure, da D'Annunzio a Padre Pio, da Evita Peron a Francisco Franco, da Benedetti Michelangeli a Balthus. Nel 1944 ripiegò in Svizzera per porre in salvo i figli, ma avrebbe voluto unirsi ai partigiani. Al ritorno in Italia cercò di portare aiuto, con la Croce Rossa, alle famiglie disastrate, mentre bussò alla Chiesa e alla Dc perché sostenessero la Monarchia al referendum. Anche in esilio Maria José reagì dedicandosi alla musica, alla ricerca storica, ai viaggi. Poco prima della morte confidò all'autore che «sognava di poter andare sulla Luna». Regina indomita. La figura più carismatica di Casa Savoia nel tratto estremo della Monarchia.‎

‎Cordingly David‎

‎Storia della pirateria‎

‎brossura Come'erano fatte le navi pirata? Cosa indossavano i bucanieri? È vero che infliggevano tremende torture ai nemici catturati? A queste e a tante altre domande risponde questo volume, una storia della pirateria nella sua epoca d'oro, dal XVI al XVII secolo. Un libro ricco di aneddoti e atmosfera, corredato da numerose cartine, che racconta la vera storia di personaggi leggendari come Barbanera, Morgan o il capitano Kidd, comuni, e che ci sorprende svelando l'esistenza di coraggiose donne pirata o descrivendo minuziosamente lo stile e le severissime regole di vita di questi fuorilegge.‎

‎Horkheimer Max‎

‎Eclissi della ragione. Critica della ragione strumentale‎

‎brossura‎

‎Galimberti Umberto‎

‎Opere. Vol. 16: La casa di psiche. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica‎

‎br. L'uomo soffre per "l'insensatezza" del suo lavoro, per il suo sentirsi "soltanto un mezzo" "nell'universo dei mezzi", senza che all'orizzonte appaia una finalità prossima o una finalità ultima in grado di conferire senso. Sembra infatti che la tecnica non abbia altro scopo se non il proprio autopotenziamento. Di fronte a questa diagnosi, la psicoanalisi rivela tutta la sua impotenza, perché gli strumenti di cui dispone, se sono utilissimi per la comprensione delle dinamiche emotivo-relazionali, per i processi di simbolizzazione sono inefficaci. Qui occorre la pratica filosofica perché, fin dal suo sorgere, la filosofia si è applicata alla ricerca di senso.‎

‎Drago A. (cur.); Trianni P. (cur.)‎

‎La filosofia di Lanza del Vasto. Un ponte tra Occidente ed Oriente‎

‎br. Lanza del Vasto (1901-1981) è stato studente a Pisa (1922-1928), (negli stessi anni in cui lo fu Aldo Capitini), dove si è laureato in Filosofia e dove ebbe la sua prima conversione; la seconda fu quando, nel 1938, restando cattolico, si pose al servizio di Gandhi, venendo da lui chiamato Shantidas (servitore di Pace). Dall'India ritornò per fondare delle Comunità sul modello gandhiano (Comunità dell'Arca), che si sono poi diffuse in vari paesi d'Europa e del mondo. Per quasi trent'anni ha insegnato ovunque una sua maniera specifica di concepire la nonviolenza e con essa un cristianesimo rinnovato; il tutto all'interno di una particolare concezione filosofica elaborata durante la giovinezza. Questo pensiero filosofico fu oggetto della sua tesi di laurea pisana, nel 1928, e venne da lui rielaborato per tutta la vita intrecciando sistematicamente metafisica, teologia, etica ed estetica. È stato dato infine alle stampe con il titolo "La Trinitè Spirituelle" (1971). Il 26-27 gennaio 2007 si è svolto a Pisa un convegno che per la prima volta ha valorizzato il Lanza del Vasto filosofo, dopo che il Lanza del Vasto artista, nonviolento e teologo ha già avuto una sua attenzione da parte del mondo accademico. È risultata una filosofia che unisce strettamente pensiero e pratica di vita, e che, nel panorama del XX secolo, è sicuramente originale per aver superato la divisione tra Occidente ed Oriente, mediante una riflessione profonda sui temi fondamentali della filosofia dei due mondi.‎

‎Bloom Harold; Galli C. (cur.)‎

‎Il canone americano. Lo spirito creativo e la grande letteratura‎

‎br. I "dàimon" per i filosofi greci erano gli esseri superiori, a metà strada fra il divino e l'umano; per Bloom sono gli scrittori dotati di un'intensità tale da elevarli verso il sovrasensibile: Whitman, Melville, Emerson, Dickinson, Hawthorne, James, Twain, Frost, Stevens, Eliot, Faulkner e Crane. Ritroviamo un'idea di letteratura esigente, idiosincratica, che è sempre anche una "guerra del gusto". Ma quando Bloom spiega perché l'amore per un poeta non si può spiegare, o perché Whitman gli ha letteralmente salvato la pelle, è chiaro che il merito principale di questo libro è di regalare ancora una volta il racconto di un'esperienza di lettura unica, non tanto diversa dalla vita, che fa corpo con la vita.‎

‎Monk Ray‎

‎Leggere Wittgenstein‎

‎brossura Affermava Wittgenstein: "La filosofia dovrebbe essere scritta come una composizione poetica". E in effetti egli affrontava gli argomenti tipici della filosofia analitica (la natura della logica, i limiti del linguaggio, l'analisi del significato) con uno stile poetico del tutto peculiare che, oltre a distinguerlo in maniera inequivocabile, rende particolarmente pertinente, se non inevitabile la domanda: come leggere Wittgenstein? Secondo Ray Monk fondamento e chiave di lettura del pensiero di Wittgenstein è la straordinaria determinazione a resistere lo scientismo dominante la sua (e la nostra) epoca e ad affermare d'altro canto l'integrità e l'autonomia delle forme di conoscenza non-scientifiche: ovvero comprendere la filosofia in maniera analoga al modo in cui si comprende una persona, un brano musicale, una poesia.‎

‎Cecchinato Eva‎

‎Camicie rosse. I garibaldini dall'unità alla Grande Guerra‎

‎br. Popolani e borghesi, nobili e artigiani, analfabeti e letterati, spretati, donne, spiriti liberi e politici navigati: il mondo garibaldino era un mosaico composito di aspirazioni, passioni, ideali, percorsi di vita. Il libro ricostruisce la parabola delle camicie rosse, dalla nascita Regno d'Italia fino al 1915, con particolare attenzione alle fasi cruciali del primo decennio post-unitario accompagnate da fratture e conflitti a volte feroci. Ma mette in luce anche un carattere che al garibaldinismo era intrinsecamente legato, l'internazionalismo. A questa dimensione sovranazionale si collega la vicenda dei volontari del 1914 in Francia, che anticipa la scelta di campo dell'Italia nella Grande Guerra. Nel racconto appassionante di Eva Cecchinato, itinerari individuali e collettivi contribuiscono a dare un volto a un simbolo vivo e al tempo stesso ingombrante.‎

‎Ellul Jacques‎

‎Storia delle istituzioni. Vol. 3: L'Età moderna e contemporanea dal XVI al XIX secolo‎

‎brossura Un manuale utile per chi opera nel campo del diritto, della storia e dell'economia. La storia delle istituzioni è qui trattata con metodologia diversa rispetto alla storia del diritto: l'autore si propone di descrivere l'evoluzione delle regole e delle strutture giuridiche in rapporto al contesto economico e sociale e intende considerare i fenomeni giuridici più nella loro essenza e realtà profonda che nelle loro manifestazioni tecniche. Studiare l'evoluzione del diritto in rapporto alla vita economica e sociale esclude il dettaglio della tecnica giuridica in senso stretto a meno che tale dettaglio non sia significativo di una tendenza sociale e politica. Il diritto quindi non può essere considerato, in una storia delle istituzioni, come una realtà a sé: lo studio dell'organizzazione teorica delle istituzioni non basta a darcene la realtà politica o giuridica ma mette solo a disposizione dei meccanismi o dei quadri che la vita modifica. Occorre perciò analizzare, accanto alla produzione giuridica, i nessi con il sistema economico, con le strutture sociali, con l'organizzazione dell'amministrazione e della giustizia: in breve, è necessario compiere un'analisi particolareggiata dell'insieme dei fenomeni giuridici che caratterizzano una società in una data civiltà.‎

‎Fournier-Facio G. (cur.)‎

‎Gustav Mahler. Il mio tempo verrà. La sua musica raccontata da critici, scrittori e interpreti. 1901-2010‎

‎ill., br. Un volume dedicato a Gustav Mahler, il grande compositore e direttore d'orchestra austriaco. Scomparso nel 1911, rivive in quest'antologia di scritti grazie alle parole di molti suoi estimatori. Tra loro musicologi, musicisti, scrittori e grandi pensatori, tutti accumunati da una profonda passione e conoscenza della sua opera. Ernst Bloch, Richard Strauss, Arthur Schnitzler, Thomas Mann, Arnold Schönberg, Alma Mahler, Theodor W. Adorno, Glenn Gould, Leonard Bernstein, Daniel Barenboim e Claudio Abbado sono solo alcuni dei grandi nomi che Gastón Fournier-Facio, attuale coordinatore artistico per il Teatro alla Scala di Milano, ha selezionato. Saggi, scritti critici, lettere private e biglietti personali contribuiscono a comporre un vivido affresco di un Maestro e un approfondimento accurato della sua produzione. In appendice viene pubblicato il rarissimo Die Bildnisse von Gustav Mahler del 1922, un album di foto di famiglia scelte personalmente da Alma Mahler e da lei affidate al pittore secessionista Alfred Roller.‎

‎Kosík Karel; Pacini G. (cur.)‎

‎Dialettica del concreto. Studio sulla problematica dell'uomo e del mondo‎

‎br. "La Dialettica del concreto", pubblicata nel 1963, è la principale opera filosofica di Kosìk, letta e studiata, in Cecoslovacchia come all'estero, da un'intera generazione di intellettuali, desiderosi di intraprendere un nuovo corso all'interno del marxismo. L'importanza di quest'opera sta nel proporre una innovativa interpretazione non solo del "Capitale", ma anche dei "Lineamenti fondamentali di critica dell'economia politica". Diviene così possibile demolire la pseudoconcretezza che le deformazioni del pensiero marxista hanno contribuito a stabilire e proporre un'idea di realtà come totalità concreta, come "intero strutturato in via di svolgimento e di autocreazione". Trattando di lavoro, coscienza, economia, Kosìk arriva a riscoprire l'autentica prassi dell'uomo e il suo carattere rivoluzionario. Decisivo il confronto con l'analisi heideggeriana della "cura", a cui Kosìk ricorre per criticare il contemporaneo, in cui il concetto di economia è stato ridotto a quello di mero fattore economico.‎

‎Bergson Henri; James William; Ronchi R. (cur.)‎

‎Durata reale e flusso di coscienza. Lettere e altri scritti (1902-1939)‎

‎br. Vengono qui presentate per la prima volta tutte le lettere disponibili dello scambio epistolare intercorso fra Henri Bergson e William James fra il 1902 e il 1910, anno della morte di James, integrate dai testi (lettere ad altri corrispondenti, saggi, articoli) che documentano la storia di una straordinaria amicizia filosofica. L'incontro fra il filosofo francese e lo psicologo e filosofo americano non fu dettato soltanto dalle affinità concettuali ed esistenziali, ma soprattutto dall'esigenza di ripensare su basi rinnovate il programma di ricerca della filosofia. A unirli con un legame profondo erano il rifiuto dell'intellettualismo, la critica della metafisica di scuola come dello scientismo positivista, ma anche l'idea che per la filosofia fosse venuto il tempo di ritornare a parlare la lingua viva dell'esperienza. Solo così la filosofia si sarebbe potuta mostrare all'altezza del secolo che si stava aprendo e delle nuove esigenze teoretiche che proprio la nuova scienza aveva posto sul tappeto. Il dialogo Bergson-James è una pietra miliare nella storia intellettuale del Novecento, di cui solo oggi si comincia ad apprezzare la straordinaria portata.‎

‎Avesani Rino‎

‎Per doverosa memoria. Campana, Battelli, Billanovich, Kristeller e altri nomi‎

‎ril. I ricordi di maestri e di altri amici che alla loro scomparsa Avesani ripropone con alcuni aggiornamenti per far sì che la loro memoria resti viva. Dopo i maestri indicati nel sottotitolo è ricordato Giovanni Orlandi, professore di Letteratura latina medioevale alla Statale di Milano, impegnato nella cura di Medioevo Latino, lasciando contributi che sono pietre miliari nello sviluppo della ricerca. Diversa la fisionomia culturale di Vincenzo Licitra, docente di Letteratura latina medievale nell'ateneo maceratese. Si esce dall'Università con Maddalena De Luca, sorella di don Giuseppe, fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura e dell'Archivio italiano per la storia della pietà. Per ultimo Enzo Pruccoli, uomo di vaste conoscenze: ebbe per Augusto Campana devozione filiale e, dopo la morte di lui, si impegnò con abnegazione per valorizzarne l'opera scientifica.‎

‎Woolf Virginia; Cosi F. (cur.); Repossi A. (cur.)‎

‎Qui è rimasto qualcosa di noi. Diario di viaggio in Gran Bretagna‎

‎br. Relativi al periodo 1905-1909, lo stesso trattato nei "Diari di viaggio in Italia, Grecia e Turchia", questi testi sono tratti da "A passionate apprentice", a cura di Mitchell A. Leaska. Si tratta dei diari raccolti in due taccuini, uno relativo alla Cornovaglia, luogo di grande rilevanza per Virginia Woolf: la scrittrice trascorreva infatti qui le vacanze con la famiglia e vent'anni dopo qui ambienterà "Al faro". Il secondo taccuino raccoglie viaggi dallo Yorkshire al Galles, dal Sussex allo Hampshire, alternati a passeggiate e gite in bicicletta in mezzo alla natura e incontri con amici e vicini. Inediti in Italia, questi diari non mancano di sorprendere il lettore. "Qui, come qualche volta ho immaginato, è davvero rimasto qualcosa di noi da cui è doloroso separarci. O forse siamo arrivati a un'età in cui le separazioni sono più gravose e gli incontri meno piacevoli? Tutto sommato preferisco pensare che ci siano buone ragioni per rimpiangere questa partenza più delle altre."‎

‎Woolf Virginia‎

‎Lettere a un giovane poeta‎

‎br. Oltre ai circoli letterari come il famoso Bloomsburv Group e alla Hogarth Press - la casa editrice fondata insieme al marito Léonard -, Virginia Woolf frequentò gli ambienti più esclusivi della Londra e dell'Inghilterra dell'epoca. Questa ricchezza di relazioni è testimoniata dallo sconfinato epistolario, che conta circa quattromila pagine. Quello di scrivere lettere era un appuntamento fisso nelle sue giornate che spesso la impegnava a lungo. In questo volumetto presentiamo due lettere che Virginia scrisse nel 1932 a John Lehmann, collaboratore e poi direttore della casa editrice. La questione al centro della prima nasce da una domanda dello stesso Lehmann: «Dove sta andando la poesia, o è morta?». Virginia, in quel momento particolarmente reattiva, scrive una lettera piuttosto vivace al Giovane Poeta. Per dare una lezioncina al suo interlocutore, articola una serie di considerazioni molto interessanti sul lavoro di scrivere, sulla differenza fra prosatori e poeti, sulla ricchezza di autori e opere che l'Inghilterra può vantare e che sono ormai parte di tutti. Tutto un altro il tono della seconda lettera. Virginia, forse pentita e con un diverso stato d'animo, riscrive dopo pochi giorni al Giovane Poeta: fra accenni ad altre questioni letterarie chiude quasi materna: «Per piacere guarisci presto [...] Léonard si unisce a me per ringraziarti della tua lettera». La burrasca è passata, è tornato il sereno.‎

‎Giunipero E. (cur.)‎

‎Ebrei a Shanghai. Storia dei rifugiati in fuga dal Terzo Reich‎

‎br. Un capitolo della storia della Shoah pressoché sconosciuto in Italia. Alla fine degli anni Trenta, Shanghai aprì le porte a oltre 18.000 ebrei, perlopiù tedeschi e austriaci, che fuggivano dalle persecuzioni naziste in Europa. Rispetto alle restrizioni sull'immigrazione imposte dalla maggior parte degli Stati, Shanghai costituì un'eccezione. La "Parigi d'Oriente" divenne la cornice di un'integrazione complessa eppure riuscita: migliaia di rifugiati trovarono asilo all'interno del ghetto di Hongkou dove condussero un'esistenza difficile, ma priva di conflitti con la popolazione locale. Al termine della seconda guerra mondiale, il numero dei sopravvissuti era così elevato da far parlare di "miracolo di Shanghai". I diversi contributi raccolti nel libro, a cura di Elisa Giunipero, ripercorrono gli eventi storici di quegli anni e descrivono lo straordinario sviluppo economico e socioculturale della metropoli in seguito all'incontro tra popoli tanto distanti tra loro. Accanto alle vicende collettive, emergono la voce della testimone Sonja Mühlberger, nata a Shanghai nel 1939, e la storia esemplare del console cinese a Vienna Ho Feng Shan, riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" per essersi opposto ai suoi superiori e aver concesso il visto di espatrio a molti ebrei in fuga dal Terzo Reich.‎

‎De Rensis Raffaello‎

‎Francesco Cilea‎

‎br.‎

‎Leoni Calisto; Gavotti L. (cur.)‎

‎Le miniere dei monti della Tolfa. Notizie istoriche sullo scoprimento della miniera di allume e di altri minerali avvenuto nei Monti della Tolfa coll'aggiunta di alcuni cenni geognostici ove quelle si trovano non che dell'origine ed incremento della terra delle allumiere‎

‎br. "In occasione della visita di Gregorio XVI avvenuta il 21 maggio 1835 il Priore del Comune, volendo porre sotto gli occhi del S. Padre qualche notizia, richiese a uno studente dell'Università di Roma un manoscritto nel quale aveva principiato a riunire le notizie relative alle miniere di allume e all'origine del paese di Allumiere". (Teodolfo Mertel, memorie inedite)‎

‎Baima Bollone Pierluigi‎

‎Torino e i Savoia dal Ducato al Regno‎

‎ill., br. Impegnandosi con tutta la sua «torinesità» l'Autore descrive ampiamente, mettendoci anche il cuore, alcuni aspetti di Torino poco o per nulla conosciuti dai più, fuori dai luoghi comuni, benché tra i più determinanti. Per citarne solo tre: la secolare vicenda della Marina sabauda nel Mediterraneo, la monetazione e l'illustre sistema sanitario pubblico, che in queste terre opera già dal secolo XIII con almeno tre ospedali.‎

‎Valéry Paul; Pinna M. (cur.)‎

‎I principi d'an-archia pura e applicata‎

‎br. Prima forma di Potere è l'attaccamento a ciò che si crede e si pensa, ai moti automatici della propria psiche, all'idolatria dell'opinione comune e delle ingiunzioni dall'alto, all'attruppamento in partiti politici e fedi condivise. La propria mente è il primo Trono e Tribunale, ed è al sovvertimento di queste istanze originarie che l'An-Archia è chiamata ad operare, come dispositivo di sabotaggio nello scardinamento delle sue macchinali procedure, poiché an-archico sarà disfarsi, separarsi, distaccarsi da ogni punto d'appoggio, da ogni pre-supposto, da ogni luogo di comando - il proprio egotico pensarsi «se stessi» in primis - e da ogni patto fiduciario con la proliferazione pandemica del Mondo.‎

‎Bile Spadaccini Alberto‎

‎In Colombia con Gabriel García Márquez‎

‎br. Paradiso terrestre e terra martoriata, luogo di magia e di guerra, di spiriti e di generali: su una mappa che Gabriel García Marquez disegna con confini incerti, questa Colombia è segnata da cammini di stupore che uniscono Bogotà. e Napoli, Cartagena e Mosca, Barranquilla e la Luna. Bisogna viaggiare lungo sentieri che costeggiano i luoghi della miseria endemica e del potere illusorio, così come della poesia e della baldoria infinita, antidoti alla solitudine dello scrittore e dei suoi personaggi. La Colombia è guerra civile, miseria, repressione, lotta; è anche il tempo sospeso di Macondo, paese immaginario, forse, ma non immune dal disordine del mondo. E chi meglio di Gabriel Garda Marquez può cantarla? Un giornalista di formazione, ancorato alla realtà e al tempo stesso prodigioso e ribelle, immerso in un mondo di tradizione e di magia, che non è solo superstizione ma saggezza che arricchisce la realtà. Alberto Bile Spadaccini segue Gabo nei suoi luoghi, senza forze di gravità e in un tempo imbizzarrito, e ci porta in viaggio tra reportage chimerici e crude finzioni, planando sui tetti di città furibonde abitate da bambine libere e patriarchi prigionieri, delinquenti felici e puttane tristi. Al ritorno, balleremo le canzoni del vallenato e parleremo lingue nuove, per raggiungere dalla stanzetta di Aracataca il mondo intero.‎

‎Fabbri Fabio‎

‎L'alba del Novecento. Alle radici della nostra cultura‎

‎ril. All'alba del Novecento, durante il ventennio dal 1895 al 1914, in ogni campo del sapere umano si produsse una vera e propria 'rivoluzione culturale'. Nel giro di pochissimi mesi del 1900, ad esempio, si passò dall'inaugurazione della Esposizione Universale di Parigi alla pubblicazione de "L'interpretazione dei sogni" di Freud o alla teoria dei quanti di Max Planck, fino al "Concerto per pianoforte n. 2" di Sergej Rachmaninov. Allo stesso modo, nel 1913, mentre in Europa si scatenava la seconda guerra balcanica, a New Orleans il dodicenne Louis Armstrong già intonava su una tromba i suoi primi temi musicali. Così il tragico naufragio del Titanic - che nell'aprile 1912 già segnava la fine di un'epoca - si collega, quasi magicamente, al cupo incipit de "La montagna incantata" di Mann, 'il grande poema della morte' iniziato quell'anno. Oppure i colpi di cannone che dettero l'avvio alla prima guerra mondiale rinviano alle riflessioni di Kafka che, proprio nell'agosto 1914, iniziava la stesura de "Il processo". Una 'nuova storia' della Belle époque che ha l'ambizione di raccontare sincronicamente il terremoto che travolse una cultura e la sostituì con una diversa.‎

‎Castellana R. (cur.); Eremita M. S. (cur.); Quattrocchi L. (cur.)‎

‎L'ombra della giovinezza. Federigo Tozzi e le arti figurative‎

‎ill. Federigo Tozzi (Siena 1883 - Roma 1920) è oggi riconosciuto come uno dei massimi narratori italiani del primo Novecento: le sue novelle e i suoi romanzi (Con gli occhi chiusi, Tre croci e Il podere, in particolare) spiccano per temi e originalità di stile sul panorama letterario di quegli anni, e fanno parte ormai della cultura letteraria del modernismo europeo. Meno noti sono invece l'attività di critico d'arte e, più in generale, l'interesse di Tozzi per la pittura, la scultura e l'illustrazione del suo tempo. Un interesse nato nelle aule dell'Istituto d'Arte di Siena e poi nutrito, negli anni, da rapporti di sincera amicizia con lo scultore Patrizio Fracassi (morto suicida ventottenne nel 1903) e, sempre nel periodo senese, con gli incisori Ferruccio Pasqui e, soprattutto, con Gino Barbieri, allievo cesenate di Adolfo de Carolis, gran maestro della nuova xilografia italiana e illustratore di d'Annunzio. Negli anni senesi, poi, conosce anche Lorenzo Viani, Ercole Drei e Armando Spadini, che ritroverà anni dopo a Roma. Ed è proprio nella capitale, dove si trasferisce nel 1914, che la cultura figurativa di Tozzi si apre ai linguaggi "secessionisti" ed espressionisti, per giungere a ipotizzare, negli ultimi anni, un precoce "ritorno all'ordine". In una recensione all'importante Mostra d 'arte giovanile alla Casina del Pincio del 1918, dimostra straordinarie capacità critiche e una precisa conoscenza della situazione artistica della capitale nel commentare le opere di Armando Spadini, Pasquarosa, Ferruccio Ferrazzi, Attilio Selva, Cipriano Efisio Oppo, Carlo Socrate, Deiva De Angelis, Leonetta Cecchi Pieraccini e Alfredo Biagini. Altri articoli invece hanno carattere monografico, e testimoniano un'evidente consonanza, per tematiche e linguaggi, con gli artisti trattati, da Fracassi a Barbieri, da Viani a Drei. Un capitolo a sé, di grande interesse e del tutto sconosciuto anche agli specialisti, è poi quello che lega Tozzi a una pratica editoriale oggi quasi dimenticata: quella dell'illustrazione libraria e periodica. Se nel 1913, dopo aver partecipato all'esperienza della rivista "L'Eroica", Tozzi pubblica il poema La città della Vergine con le incisioni di Barbieri e Pasqui, negli anni romani saranno invece Tommaso Cascella, Cipriano Efisio Oppo, Attilio Selva e Bepi Fabiano, tra gli altri, a illustrare le prose brevi e le novelle che lo scrittore andava pubblicando sulle più importanti riviste dell'epoca. Il titolo della mostra, L'ombra della giovinezza, riprende quello di una delle molte novelle che Tozzi dedica al tema della gioventù come malattia e come paralisi della volontà.‎

‎Kant Immanuel; Constant Benjamin; Mori Carmignani S. (cur.)‎

‎Il diritto di mentire‎

‎br. Intorno a un tema quanto mai controverso, antico e pur sempre attuale, quale quello della menzogna, si affrontano in questo volume due grandi filosofi che rappresentano anche due differenti scuole di pensiero, l'una pienamente radicata nella Francia del dopo-rivoluzione, l'altra che proviene invece dalla vicina Germania. L'occasione è data da un breve trattato scritto nel 1797 dall'allora trentenne Benjamin Constant, che, sotto il titolo "Delle reazioni politiche" disquisisce intorno alla possibile legittimità, in precisi contesti, della menzogna. L'intervento di Constant è centrato sulla necessità che i princìpi universali, per essere accettati anche sul terreno concreto, debbano a loro volta fondarsi su princìpi definiti "intermedi" tali cioè da permetterne la concatenazione con la realtà effettiva. Ma Constant, mentre cerca di definire questa sua teoria, critica la riflessione di Immanuel Kant che "persino di fronte a degli assassini che vi chiedessero se il vostro amico, che loro stanno inseguendo, si sia rifugiato in casa vostra, la menzogna sarebbe un crimine". E il "filosofo tedesco" (così lo definisce, un po' sbrigativamente, Constant), chiamato in causa, risponde da par suo con "Su un presunto diritto di mentire per amore dell'umanità" nel quale ribatte punto su punto al "filosofo francese". E così che questo confronto acquista oggi, un significato emblematico, e anche al di là del tema, pur sempre centrale, che costituisce l'oggetto di questa querelle di fine Settecento.‎

‎Cusset François‎

‎French Theory. Foucault, Derrida, Deleuze & Co. all'assalto dell'America‎

‎br. Sapevate che Michel Foucault è stato negli Usa un'icona delle battaglie per i diritti civili, mentre Jacques Derrida diventava una celebrità accademica senza eguali? Che Gilles Deleuze e Felix Guattari hanno ispirato i precursori di Internet e i primi deejay di musica elettronica? E che la fantascienza americana, dal romanzo cyberpunk alla saga di Matrix, ha attinto a piene mani dal pensiero di Jean Baudrillard? Dopo aver incrociato a New York la controcultura dei mitici Seventies, le opere dei filosofi francesi del poststrutturalismo sono entrate nei dipartimenti di letteratura delle università americane e hanno sovvertito tutti i canoni del sapere, abbattendo il muro che separava cultura accademica e cultura pop. Riscoperte e reinterpretate come base teorica per le lotte identitarie di fine secolo, hanno poi fecondato il terreno da cui sono sbocciati i cultural studies, i gender studies e la critica multiculturalista. Decostruzionismo, biopotere, micropolitiche, simulazione: "French Theory" ricostruisce la singolare evoluzione di questo pensiero iconoclasta, accolto con più successo oltreoceano che nella madrepatria. Un passaggio misconosciuto, eppure cruciale, dell'epoca contemporanea che ha mutato il paesaggio intellettuale, culturale e politico degli ultimi decenni.‎

‎Bauer-Lechner Natalie; Franklin P. (cur.)‎

‎Mahleriana. Diario di un'amicizia‎

‎br. Nel 1890 Natalie Bauer-Lechner, viola del celebre quartetto femminile Soldat-Ròger, conosce Gustav Mahler e fino al 1902 mantiene con lui un sodalizio intenso e costante. Segue da vicino la sua carriera artistica, diviene intima della sua cerchia familiare, lo accompagna d'estate nelle escursioni in montagna. Mahleriana è il racconto di quel sodalizio, ricco di illuminanti testimonianze sul musicista e sulla vita musicale dell'epoca, toccante per gli inattesi - a tratti buffi, a tratti superbi, a tratti gentili - risvolti umani. Sono gli anni dell'affermazione di Mahler come direttore d'orchestra, dalla direzione dell'Opera di Amburgo alle gloriose stagioni al Teatro di Corte di Vienna. Natalie è presente all'allestimento delle opere di Wagner e alle prove delle sinfonie di Beethoven. Registra i pensieri e le riflessioni di Mahler su Bach, Berlioz, Brahms, Liszt, e ancora su Beethoven e Wagner. Lo vede dialogare con loro, comprenderne la grandezza e trasmetterla ai musicisti, ai cantanti, e infine al pubblico, grazie al suo genio interpretativo. Soprattutto, Natalie assiste alla genesi delle prime sinfonie mahleriane, dei Lieder di Des Knaben Wunderhorn e ai tormenti creativi del musicista. Partecipa alle difficoltà di Mahler col pubblico che, se da un lato lo riconosce e lo esalta come direttore d'orchestra, dall'altro stenta ad accogliere le sue composizioni, per poi amarle sempre di più.‎

‎Klee Paul‎

‎Diari (1898-1918)‎

‎ill., br. L'arte di Paul Klee è stata un esempio travolgente di eclettismo, un continuo attraversare le soglie che dividono discipline e linguaggi: pittore tra i più significativi dell'astrattismo, non ha mai abbandonato del tutto il figurativo; ha unito la sperimentazione grafica e pittorica all'attività come violinista con l'orchestra di Berna, e un costante impegno teorico alla ricerca nel disegno e nell'incisione. Soprattutto, non ha mai smesso di varcare i confini tra vita e pittura, e tra natura e arte, considerando l'opera come una pianta il cui sviluppo non è mai separato dal terreno da cui emerge. I Diari - che il Saggiatore ripropone arricchiti da una introduzione di Hans Ulrich Obrist - non si limitano a testimoniare l'osmosi costante tra i due piani: ne costituiscono l'incubatrice, il luogo in cui la vita è già arte, ma non ancora dipinto. Custodi della straordinaria avventura umana e creativa di Paul Klee, questi diari sono una testimonianza tra le più coinvolgenti del XX secolo: dai ricordi dell'infanzia in Svizzera all'amore per Lily, dai primi passi del figlio Felix all'amicizia con Kandinskij, fino ai mesi passati sul fronte occidentale durante la Grande guerra. E poi i viaggi cruciali. In Italia, dove ritrova una natura amica - mai imitata, ma svelata fino alle leggi più intime - e dove conosce e rifiuta il barocco. Prefazione di Hans Ulrich Obrist. Prefazione alla prima edizione di Giulio Carlo Argan.‎

‎Restagno Enzo‎

‎La testa scambiata. Apollinaire fra Picasso e Dora Maar‎

‎br. Il 5 giugno 1959, a Parigi, una piccola folla si raduna nel giardino accanto all'abbazia di Saint-Germain-des-Prés. Fra i presenti, Jean Cocteau: eccolo declamare versi in attesa dell'evento che tutti aspettano con trepidazione: oggi si inaugura il monumento che Pablo Picasso ha realizzato in onore di Guillaume Apollinare. All'appello, però, manca proprio Picasso, e con lui Dora Maar. Sono loro i protagonisti di questa storia. Dal 1918, anno in cui il suo fraterno amico Apollinare era morto, portato via dalla spagnola, l'astro di Picasso aveva iniziato a brillare di luce accecante: non c'era artista più acclamato di lui, in Europa e nel mondo. In quei quarant'anni aveva cambiato stili, case, amici, donne, ma il suo carattere era rimasto lo stesso: irriverente, sulfureo. E così la folla riunita a Saint-Germain, in quel pomeriggio di giugno, si trova davanti una testa in bronzo: bella, bellissima - come avrebbe potuto non esserlo? - e inequivocabilmente femminile. Eppure nessuno ebbe niente da ridire, e meno di tutti Dora Maar, che di quella testa fu la modella. Dora: la fotografa, l'amica dei surrealisti, la musa di Guernica che la brutalità di Picasso aveva trasformato nella "Femme qui pleure", soggetto straziato della sua produzione a cavallo fra gli anni trenta e quaranta. "La testa scambiata" è la storia delle vicende che legarono questi artisti, amici, amanti; una storia in cui il più potente motore delle sorti umane, l'amore, è declinato in tutte le sue forme, dalle più lievi alle più torbide. Ma" La testa scambiata "è anche la storia dell'arte del Novecento vista attraverso la lente di chi quella storia l'ha tessuta: a raccontarcela è Enzo Restagno, profondo conoscitore degli intrecci infiniti e inestricabili che congiungono vita e arte. Girovagando per la Parigi che vide il genio di Picasso all'opera, osservando con acutezza le sue sculture e i suoi dipinti, Restagno racconta una fiaba moderna, che della fiaba ha i toni drammatici, il valore paradigmatico, ma non il lieto fine.‎

‎Stoichita Victor I.; Pirovano C. (cur.)‎

‎Effetto Sherlock. Occhi che osservano, occhi che spiano, occhi che indagano. Storia dello sguardo da Manet a Hitchcock‎

‎ill., br. Nella Finestra sul cortile, tra i film più celebri di sempre e grande metafora del cinema, il protagonista Jeff, interpretato da James Stewart, spia i vicini dal suo appartamento, fino a imbattersi nei segni di un omicidio. Per Victor Stoichita, uno degli storici dell'arte più autorevoli dei nostri giorni, il personaggio di Hitchcock, voyeur e detective al tempo stesso, incarna le caratteristiche dello sguardo con cui le arti visive, fin dall'avvento dell'Impressionismo, sembrano chiedere di essere osservate. La potenza del «gioco della rappresentazione» chiama lo spettatore, proiettato in un mondo di ostacoli e incertezze, privo di una storia immediatamente leggibile, a farsi Sherlock Holmes, per orientarsi nell'affascinante, densa coltre delle interpretazioni possibili. Fu la «Nuova pittura» impressionista a mettere in luce l'importanza di ciò che nel dispositivo del quadro si sottrae all'osservazione, è fuori campo, nascosto o troppo piccolo per essere visto. Da allora, l'immagine artistica appare di frequente come un «luogo del delitto». "Effetto Sherlock" è dunque un dittico: la prima tavola è consacrata alla rivoluzione dell'esperienza visuale portata in particolare da Manet, Degas e Caillebotte; la seconda esplora - attraverso capolavori quali La signora scompare e La finestra sul cortile di Alfred Hitchcok e Blow Up di Michelangelo Antonioni - la capacità dell'arte cinematografica di realizzare esperimenti sullo sguardo e di proporre uno «spettacolo ottico». Che si parli di pittura, cinema o arte contemporanea, l'«effetto Sherlock» non è allora che l'esercizio intellettuale della rivelazione. Ma se i romanzi gialli si concludono con la vittoria indiscussa della ragione, per Stoichita davanti all'immagine nessun mistero può essere definitivamente risolto. Pur con questa consapevolezza, però, non possiamo non farci investigatori: solo grazie al nostro sguardo indagatore l'arte acquista profondità e senso.‎

‎Cadioli Alberto‎

‎Letterati editori. Attività editoriale e modelli letterari nel Novecento‎

‎br. In questa edizione completamente rinnovata di "Letterati editori" - a un tempo saggio di storia della cultura letteraria e fortunata incursione teorica nei meccanismi dell'editoria - Alberto Cadioli ridefinisce la categoria del «letterato editore» da lui stesso coniata: homme de lettres a vario titolo impegnato in una casa editrice, il cui intervento può essere considerato da una parte la testimonianza della sua personalità artistica, dall'altra il segno della sua militanza, della volontà di incidere sul tempo in cui vive. All'inizio del secolo scorso, quando l'era del mecenatismo è ormai un lontano ricordo e l'intellettuale in crisi deve arrabattarsi per trovare nuovo status e nuovi mezzi di sostentamento, Papini e Prezzolini si danno all'editoria loro malgrado, esplorando la contraddizione tra missione e mercato col timore che le Muse della creatività vengano cacciate dalle Sirene dell'industria. A cavallo degli anni venti e trenta, invece, gli scrittori legati a Solaria fanno dell'editoria uno strumento di intervento nel mondo, un mezzo attraverso cui proporre un modello di cultura alternativo rispetto a quello diffuso dai programmi delle grandi case editrici. A Seconda guerra mondiale conclusa, la creazione della Biblioteca Universale Rizzoli su iniziativa di Luigi Rusca amplia il pubblico dei lettori e dà la possibilità di leggere a chi fino a quel momento non se l'è potuto permettere. A partire da un'ampia messe di dati, e con grande chiarezza ed efficacia espositiva, "Letterati editori" è un'imprescindibile guida attraverso la letteratura del Novecento italiano, che mostra come i più grandi autori che il nostro paese abbia espresso - Elio Vittorini e Vittorio Sereni, Giacomo Debenedetti e Italo Calvino - siano stati forse ancora più grandi innovatori della cultura e della sensibilità poetica, ispiratori del cambiamento sociale e plasmatori dell'orizzonte nel quale ancora oggi ci muoviamo.‎

‎Cohen Leonard; Bürger J. (cur.)‎

‎Il modo di dire addio. Conversazioni sulla musica, l'amore, la vita‎

‎br. Léonard Cohen che scrive poesie su una Lettera 22, seduto al tavolino di una stanza gelida. Léonard Cohen in abito fumé, che alza il fedora di feltro per salutare la sua band. Cohen in un monastero zen, conosciuto da tutti i monaci come Jikan, «il Silenzioso». Léonard Cohen in Grecia, mentre lavora a un romanzo sotto lsd. Cohen a Montreal, Cohen a Londra e a New York. Cohen l'ebreo che canta un Cristo marinaio. Cohen e il suo sguardo dolce, Cohen gentiluomo. Cohen disperato. Cohen dalla voce tenebrosa e dorata, Cohen alcolizzato. Cohen figlio di un sarto, Cohen portavoce di ogni uomo perduto. Cohen e un amore finito. Cohen con Janis Joplin, su un letto sfatto del Chelsea Hotel. Cohen e Marianne. Cohen e Suzanne. La vita di Léonard Cohen è stata un cammino di gloria e tormento, di sconfitta, eleganza e fragile bellezza. Il suo esordio come cantautore è arrivato solamente a trentatré anni, dopo tre raccolte di poesie e due romanzi acclamati dalla critica e ignorati dal grande pubblico. Cucendo insieme musica e parole ha creato la sua arte, fatta di suoni vellutati e canti dall'abisso, di tradimenti, addii, di morte e desiderio, di impermeabili blu e uccelli sul filo. Ha dato voce a chi si consumava nell'attesa, ha sussurrato di misticismo, malinconia, di sesso e solitudine ; ha alzato il suo Hallelujah verso un mondo sacro e distrutto, sporco e incantato. Ha dato forma all'amore come redenzione, promessa non mantenuta, vortice in cui sprofondare, lasciando canzoni nate dall'assenza e dalla privazione, poesie scure come la cenere depositata dal fuoco ardente ma effimero del tempo. "Il modo di dire addio" è il libro in cui Léonard Cohen confessa in prima persona la propria vita e la propria arte. Attraverso decine di interviste inedite in Italia - accompagnate da una lettera in cui Francesco Bianconi, autore e voce dei Baustelle, racconta il suo Cohen più intimo, costantemente in bilico tra esistenza e poesia - scorrono cinquant'anni di episodi e brani indimenticabili, da «Suzanne» a «I'm your man». E si svela a poco a poco il complesso mondo interiore di un uomo per cui la depressione è sempre stata una realtà quotidiana con cui lottare, un mare scuro da cui emergevano in superficie le sue canzoni, perché ogni sua parola era un'esplosione di luce.‎

‎Laing Olivia‎

‎Città sola‎

‎ill., ril. Bisogna aver toccato l'abisso per saperlo raccontare. Per descrivere il vuoto avvolgente di una ferita che diventa uno stigma o l'angosciante cantilena che rimbomba in una casa di cui si è da sempre l'unico inquilino. Per restituire con la sola forza della voce certi angoli della metropoli, dove la suburra si fa rifugio e l'esclusione sollievo; per dire il loro improvviso, tragico trasformarsi da giardino delle delizie in inferno musicale. Olivia Laing rompe le pareti dell'ordinario e edifica all'interno della New York reale una seconda città, fatta di buio e silenzio: un'onirica capitale della solitudine, cresciuta nelle zone d'ombra lasciate dalle mille luci della Grande Mela e attraversata ogni giorno dalle storie di milioni di abitanti senza voce. Un luogo in cui coabitano le esperienze universali di isolamento e i traumi privati di personaggi come Andy Warhol, Edward Hopper e David Wojnarowicz; in cui ogni narrazione è allo stesso tempo evocazione e confessione. Quella tracciata da Olivia Laing è una visionaria mappa per immagini del labirinto dell'alienazione. Un flusso narrativo che investe le strade di New York e nel quale si mescolano la morte per Aids del cantante Klaus Nomi e l'infanzia dell'autrice, cresciuta da una madre omosessuale costretta a trasferirsi di continuo per sfuggire al pregiudizio; gli esperimenti sociali di Josh Harris che anticiparono Facebook e i silenzi dell'inserviente-artista Henry Darger che dipinse decine di quadri meravigliosi e inquietanti senza mai mostrarli a nessuno; l'inconsistente interconnessione umana dell'era digitale e l'arida gentrificazione di luoghi simbolici come Times Square.‎

‎Segantini. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Giovanni Battista Segatini, è questo il suo cognome originale, al quale l'artista aggiungerà una n nel 1878, nasce ad Arco di Trento il 15 gennaio 1858. Il Trentino è all'epoca terra irredenta e dunque sotto la giurisdizione dell'Austria, una condizione che avrà un'influenza determinante sulla vita del futuro pittore. La sua famiglia, in seguito al fallimento di un negozio, è disagiata e non ha nulla a che spartire con l'arte. Il padre Antonio, vedovo con due figli di primo letto, è un venditore ambulante; la madre, Margherita de' Girardi, di sedici anni più giovane, ha una salute precaria. Il fragile contesto familiare costituirà un elemento di innesco, caricato di pathos nella romanzata autobiografia dell'artista, per alcuni caratteri salienti della vita di Segantini, dalla insaziabile ricerca di lusso, mai soddisfatta nonostante il suo crescente benessere, alla costruzione di una famiglia che lo venerava e che fu sempre solidale con le sue scelte. Presentazione di Gottardo Segantini.‎

‎Senaldi Marco‎

‎Rapporto confidenziale. Percorsi tra cinema e arti visive‎

‎ill., br. Solitamente ci si limita a citare la presenza di opere d'arte nel cinema e di immagini cinematografiche nell'arte, come se tanto bastasse per definire una sorta di categoria immaginaria di "film d'arte", o di arte che si rifa al cinema. Ma la realtà è alquanto diversa. Lo studio trasversale del cinema in rapporto alle arti visive insegna che il cinema non è più pensabile al di fuori delle arti - e che, reciprocamente, le arti contemporanee costituiscono un insieme linguisticamente complesso di cui fanno parte non solo pittura e scultura, ma anche video, installazione, memoria cinematografica. È in tal senso che fra cinema e arte si è venuto a creare, per riprendere il titolo di un celebre film di Orson Welles, un atipico "rapporto confidenziale".‎

‎Ciuffoletti Z. (cur.); Mambrini M. (cur.); Niccolai L. (cur.)‎

‎Sara Levi Nathan. I Rosselli e le miniere del Monte Amiata‎

‎br. "Questo volume raccoglie gli atti di una giornata di studi dedicata all'impegno economico e sociale della famiglia Nathan e dei Rosselli sul territorio amiatino. Sono noti e ampiamente studiati i rapporti che la famiglia Nathan ebbe con Mazzini e con la famiglia Rosselli nella storia del Risorgimento e dell'Italia Unita, ma non si conosceva in maniera approfondita la vicenda dell'impegno imprenditoriale e sociale delle due famiglie nelle miniere mercurifere del Monte Amiata ed in particolare nel complesso minerario del Siele, che segnò una svolta nell'economia della "montagna". Le relazioni presentate per questo convegno, tenutosi a Castell'Azzara il 29 luglio 2011, sono servite a illuminare lo straordinario sforzo economico che portò alla creazione di uno dei complessi mercuriferi più importanti d'Europa. Alla riuscita del convegno hanno contribuito studiosi dell'Università di Firenze e di Roma, assieme a studiosi locali, che ringraziamo per le importanti ricerche che hanno presentato e che hanno contribuito a meglio comprendere il legame fra storia locale e storia nazionale. Per questo, data l'importanza degli studi presentati, ci siamo sentiti in dovere di pubblicare i seguenti atti." (Luigi Vagaggini)‎

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