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Viarengo Adriano
Cavour
br. Per ricostruire non solo la carriera pubblica - i successi politici, gli intrighi finanziari, le cospirazioni -, ma la complessa psicologia dello statista torinese Adriano Viarengo attinge ai giornali, agli epistolari e ai diari di Cavour, a quelli dei suoi amici e dei suoi avversari: ne emerge un affresco completo e aggiornato del nobile piemontese, che non tralascia di presentare le tensioni familiari e il temperamento autoritario, la tenace aspirazione al cambiamento, le fragilità, le incertezze del personaggio.
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Giametta Sossio
Colli, Montinari e Nietzsche
brossura Giorgio Colli e Mazzino Montinari, i due editori di Nietzsche famosi nel mondo, vengono mostrati in questo libro dedicato alla loro memoria dal loro collaboratore, discepolo e amico Sossio Giametta, unico sopravvissuto, con la collega Maria Ludovica Pampaloni, dei membri titolari e non titolari dell'équipe artefice della rivoluzionaria edizione delle opere del grande pensatore tedesco, nella loro diversità per formazione, vocazione, carattere e perfino per la loro concezione fondamentale di Nietzsche (entelechia astorica per Colli, critico della società borghese per Montinari), ma soprattutto nella loro stretta unione, superiore a ogni contrasto, cementata da una grande amicizia e dedizione e dal comune ideale di rendere giustizia, con un'edizione puntuale e cronologica delle sue opere, al grande pensatore tedesco, nodo obbligato del pensiero e dello spirito europeo dell'Ottocento. Due grandi ritratti, che gettano la loro ombra su quella di Nietzsche, arricchiti da spunti biografici, ad opera di colui che è ormai il loro solo testimone e che di Nietzsche ha tradotto tutte le opere. Una lunga passeggiata nel giardino incantato dell'edizione Nietzsche tra Firenze e Weimar nei primi anni Sessanta, in un'atmosfera unica e irripetibile, conducente a una profonda e innovativa interpretazione di Nietzsche.
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Ginsberg Allen; Morgan B. (cur.)
Le migliori menti della mia generazione. Lezioni sulla Beat generation
br. La storia della Beat Generation andava definita e raccontata, tutta e una volta per tutte. Nel 1977 Allen Ginsberg prese la decisione di scandagliare il movimento da cima a fondo ed esporne al mondo il cuore pulsante, di trasformare quel flusso di voci, volti e poesia in un'unica narrazione. Erano trascorsi vent'anni dalla pubblicazione di "Urlo". "Le migliori menti della mia generazione" raccoglie tutte le lezioni tenute da Ginsberg al Naropa Institute e al Brooklyn College. Il programma di insegnamento di Ginsberg è piuttosto semplice e molto efficace: ripercorrere la vita della Beat Gen-eration e fornire una chiave di lettura autorevole a partire dalle opere dei suoi più cari compagni e amici - Kerouac, Burroughs, Corso e altri ancora ma con il valore aggiunto, unico e insostituibile, dei suoi ricordi personali. Ginsberg rispolvera aneddoti, miti e leggende che, se da un lato gettano nuova luce sui testi beat, dall'altro ritraggono con profondità e ironia i protagonisti del movimento: storie tragiche, sentieri che si perdono nei fumi della psichedelia, intrecci erotici, agoni poetici, crisi identitarie e visioni angeliche. L'urlo del mondo, l'urlo che dice NO a ritmo di jazz, l'urlo che si ribella, soffre, ascende alle vette della spiritualità e insieme si nasconde nelle piccole cose su cui nessuno si sofferma è tutto concentrato lì, in quegli anni: parte da Times Square e irraggia per il pianeta la coscienza beat. Così fanno le lezioni di Ginsberg, che svelano l'origine del termine e la storia dei primi incontri, sottolineano l'influenza della musica, analizzano il metodo del cut-up nei romanzi di Burroughs, interpretano i capolavori di Kerouac, Corso e dello stesso Ginsberg, che regala al lettore anche alcune poesie inedite. Grazie alle "Migliori menti della mia generazione" riusciamo a cogliere la «fondamentale perturbazione della realtà» postulata con grande lungimiranza da Burroughs, e possiamo armarci di quello spirito rivoluzionario e pionieristico con cui queste menti migliori scossero il mondo dalle fondamenta. Prefazione di Anne Waldman.
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Malvestio M. (cur.); Sturli V. (cur.)
Vecchi maestri e nuovi mostri. Tendenze e prospettive della narrativa horror all'inizio del nuovo millennio
br. Se la letteratura di genere ha sempre rappresentato lo spazio privilegiato per l'emersione del represso e del non detto, che posizione occupa la letteratura dell'orrore nella nostra società, e quali angosce, tensioni, conflitti si incarica di incarnare e rappresentare, seppur in maniera filtrata e ambivalente? I contributi esplorano il rapporto tra vecchie e nuove forme dell'horror nei territori della letteratura globale contemporanea, del fumetto, del videogioco, del giornalismo. Le analisi spaziano da testi di King, VanderMeer, DeLillo, WuMing, Ligotti e Lovecraft a Dante's Inferno e Go Nagai; gli interventi teorici forniscono una fondamentale messa a punto per orientarsi nella galassia di un genere - l'horror - che non smette di espandersi e rinnovarsi.
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Kant Immanuel; Tagliapietra A. (cur.)
Bisogna sempre dire la verità?
br. Da bambini ci viene insegnato che bisogna dire sempre la verità. Ma quando diventiamo adulti, se continuiamo a dire la verità sempre e in ogni caso, la nostra vita diventa un inferno. Nel 1796, il giovane Benjamin Constant scriveva che il dovere morale di dire la verità inteso incondizionatamente rende impossibile qualsiasi società. A prova di questa affermazione Constant riportava la tesi di un non meglio identificato filosofo tedesco, giunto ad affermare che la menzogna restava un crimine, anche se detta a un assassino che ci chiedesse se un nostro amico, da lui perseguitato, è ospitato in casa nostra. Il vecchio Kant si riconobbe nella posizione del filosofo tedesco e scrisse, a pochi mesi di distanza, la sua replica: un breve saggio dal titolo Sul presunto diritto di mentire per amore dell'umanità. Ma il tema della veridicità assoluta, come documentano i testi raccolti qui, attraversa tutta l'opera kantiana, alla ricerca di quella trasparenza in cui la vita e la verità passano l'una nell'altra, senza zone d'ombra: il sogno della filosofia, oppure il suo più terribile incubo?
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Beltrame Stefano
Breve storia degli italiani in Cina
ill., br. Il ritorno della Cina al centro della scena internazionale - non solo per economia e tecnologia, ma anche con una propria visione di nuovo ordine mondiale - è una sfida a cui siamo chiamati a rispondere. Uno strumento per farlo è anche lo studio della storia, utile non solo per conoscere il passato ma, come sosteneva Confucio, indispensabile per capire il presente e prevedere il futuro. Il contesto cinese è di difficile lettura per molte ragioni: la lingua, la vastità del contesto geografico e la complessità di quello ideologico sono elementi che senza un'intermediazione efficace rischiano di diventare barriere insuperabili. La lettura parallela e incrociata della storia d'Italia e della Cina può rappresentare una bussola utile per orientarsi nella questione e sfatare alcuni falsi miti che la circondano. Stefano Beltrame, sullo sfondo dei grandi avvenimenti storici e culturali - due guerre mondiali, la Rivoluzione culturale, le riforme economiche - lascia emergere inedite e affascinanti vicende umane, da diplomatici a rivoluzionari, da mercanti a uomini di cultura. Relazioni, legami e racconti di vita che hanno contribuito a creare la storia per come oggi la conosciamo.
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Surabhi Stea Liliana Isabella
Perdonate, signore, questa è la mia patria! (Perché siamo come siamo)
br. "Quando ho scritto questo libro gli amici, incuriositi, mi chiedevano di cosa trattasse e mi è sempre riuscito difficile rispondere brevemente, perché non è un lavoro 'lineare'; procede a zig-zag tra Storia negata, violenza taciuta ed esplorazione psicologica, intrapresa per comprendere le ragioni che portano i singoli individui, riuniti in popoli e nazioni, a compiere le loro azioni. Non è quindi un libro di Storia, anche se la storia c'è, né un testo sulla violenza, anche se la violenza c'è, né di pedagogia, e anche quella c'è. È piuttosto una ricerca delle ragioni psicologiche ed educative per cui un singolo o un popolo diventa violento o non lo diventa, così che la sua storia evolve in un modo piuttosto che un altro. Trattandosi di un lavoro ispirato dalle vicende che videro il Regno Borbonico scomparire dalla cartina geopolitica per diventare un generico Sud Italia diviso in regioni, noterete che sono emotivamente 'di parte', essendo quel regno la mia ritrovata Patria originaria, ma questo non mi ha impedito di riportare i fatti in modo obiettivo, così come li ho trovati, anzi... come il mio paziente me li ha raccontati". "Stea fa una psicanalisi dell'Unità d'Italia, con visioni e strumenti mai adoperati. Questo induce a dover guardare le cose senza veli, con durezza, a non potersi salvare nel compromesso della ragion di Stato, o storica... Il risultato fu la nascita di una colonia e di una popolazione che ha sentimenti, opinioni (specie di sé) e un agire in tono minore, e a quella minorità vengono abbassati i diritti, l'attenzione del Paese, persino la stima (e l'autostima, ovvio), il rispetto, in una sorta di cittadinanza amputata." (Dalla prefazione di Pino Aprile)
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Mann Klaus
La svolta. Storia di una vita
br. La prima metà del Novecento fu per Klaus Mann - come per tanti artisti della sua generazione - un precipizio ineludibile, un gorgo di violenza, una scissione insanabile che lo condusse in poco tempo alla morte, da cui era ossessionato. Eppure la sua esistenza fu segnata da una vitalità incoercibile e da una vibrante tensione intellettuale, di cui "La svolta" offre una testimonianza di forza ineguagliata: lo sguardo angosciato e consapevole sul presente, dalla repubblica di Weimar all'ascesa di Hitler; i viaggi a Parigi, in Nordafrica, in Italia - spesso accompagnato dalla sorella Erika e da Annemario Schwarzenbach -, la vita da esiliato prima in Europa e in seguito a New York, fino alla decisione di combattere il nazismo nell'unico modo ormai possibile: arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti. Ma quelli furono anche gli anni della formazione, un percorso che portò Klaus Mann ad amare scrittori come Whitman e Kafka, a stringere rapporti con André Gide, Stefan Zweig e Aldous Huxley, a un impegno umanistico che era acuto sentire, ma anche azione concreta. Saga familiare e libro di viaggio, tormentata riflessione politica e "Bildungsroman", "La svolta" - che il Saggiatore ripropone nella storica traduzione di Barbara Allason - è l'autobiografia letteraria di un grande scrittore che per tutta la vita tentò di fuggire dal cono d'ombra di uno scrittore grandissimo: Thomas Mann, di cui viene offerto in questo libro il ritratto più memorabile, capace di unire l'affetto e l'ammirazione.
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Poe Edgar Allan; Lanati B. (cur.)
Lettere
ril. Edgar Allan Poe ha fatto della simulazione e dissimulazione, della fantasia disinibita, dell'immaginazione folleggiale la chiave di volta della sua opera letteraria. E se egli amava così tanto nascondersi e camuffarsi, nei saggi non meno che nei racconti, mille sono le maschere dietro cui si cela in queste Lettere, vera e propria autobiografia dell'ombra, nonché strumento d'elezione per capire la scaturigine psicologica degli incubi nella cui creazione egli si impegnava febbrilmente, cristallizzandoli in opere indelebili come "Il pozzo e il pendolo", "Il crollo della Casa Usher" o "Le avventure di Gordon Pym". Prima di Stephen King; prima del fosco profeta del terrore contemporaneo, Thomas Ligotti; e prima ancora del rivoluzionario maestro dell'orrore cosmico, H.P. Lovecraft, il solitario sognatore di Baltimora aveva raccolta l'eredità della letteratura gotica inglese e vi aveva iniettato nuova linfa, la medesima che scorreva nelle vene violente della neonata America. Come dimostrano queste Lettere - che per la prima volta il Saggiatore offre al pubblico italiano in edizione integrale, con la cura di Barbara Lanati -, Poe prese su di sé un compito vertiginoso, da novello Omero: il compito di dare alla sua nazione senza ancora ruolo nel mondo un corpus mitologico. Ma i frutti strani e veleniferi della sua fantasia hanno attecchito ben oltre i confini degli Stati Uniti, e i sintomi di questo influsso sono ancora ben visibili nel riuso che la letteratura posteriore - e poi le arte visive, il teatro, il cinema - ha fatto dei suoi topoi, e forse, più ancora, nella sua peculiare sensibilità di uomo e di artista, i cui scritti e la cui vita sono fra le più tragiche testimonianze della tensione romantica dell'uomo verso l'assoluto. Opere al nero che parlano a noi contemporanei con la voce irresistibile dei classici.
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Ventura Marco
Il campione e il bandito. La vera storia di Costante Girardengo e Sante Pollastro
br. Due uomini in fuga. Uno è Costante Girardengo, il suo viso è grigio come la strada coperta di fango. Ha il berretto, gli occhialoni, i tubolari a tracolla e gli scarpini incrostati di mota, ma la maglia bianca e la fascia tricolore sono inconfondibili, anche sotto la pioggia. Un giorno, prima di passare per la sua Novi, si alza sui pedali e stacca il gruppo per duecento chilometri: la fuga più lunga di sempre. Quel giorno Sante Pollastro, l'altro, lo osserva con il fiato sospeso in mezzo alla folla. Sante nella vita rapina e uccide, si alza sui pedali per scappare dalla polizia e, armato di pistola, spara ai fanali per dileguarsi nel buio. La sua fuga lo porta a Parigi tra criminali e fuoriusciti italiani; le sue amanti sono sarte e cameriere, i suoi compagni muratori e imbianchini, ladri e artisti, anarchici e spie, pronti a passare in un istante dalla fisarmonica al coltello. Costante è stato campione italiano per nove volte consecutive, ha vinto due Giri d'Italia, tre Giri di Lombardia e sei Milano-Sanremo. Le sue gambe strappano le ruote al selciato, la sua bici vola, arriva davanti a tutte le altre a Lipsia, Milano, Grenoble. Costante è il più grande ciclista del mondo. Sante è un assassino, un ladro, e allo stesso tempo un capro espiatorio, un raddrizzatore di torti, un anarchico generoso, un dandy che ruba ai ricchi per dare ai poveri. Sante è il più famoso rapinatore italiano. Sante e Costante sono stati bambini insieme. In un borgo di Novi Ligure hanno sognato di scappare sulla bici, lontano dalla miseria. I loro destini si sono incrociati e divisi su piste di ghiaia e terra battuta, restando intrecciati negli anni della latitanza e dei trionfi. Il racconto della loro amicizia è quello dell'Italia tra le due guerre: una «storia di prima del motore», in cui il ciclismo era fatto da eroi soli; una questione privata tra l'uomo, la macchina e la strada. "Il campione e il bandito" narra il leggendario riscatto di due contadini cresciuti troppo in fretta, in una terra di fame e freddo sprofondata in una nebbia di latte. Una storia in cui il campione è un bandito e il bandito è un campione.
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Nocera Raffaele; Trento Angelo
America Latina, un secolo di storia. Dalla rivoluzione messicana a oggi
br. Nella storia dell'America Latina la Rivoluzione messicana segna la fine del ciclo del "lungo Ottocento" e il primo momento di rottura di un ordine sino ad allora statico e immutabile. A partire da quell'avvenimento gli autori ripercorrono le vicende di questa vastissima area privilegiando una visione d'insieme e soffermandosi in particolare sull'ultimo cinquantennio. Una sintesi che, senza rinunciare ad aperture interpretative e problematiche, è sufficientemente agile da rispondere alle esigenze di quanti, non specialisti, vogliono comprendere le dinamiche del subcontinente.
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De Angelis Gabriele
Verso una società razionale. Il pensiero di Jürgen Habermas
br. Il fatto che una filosofia sia riassumibile, scrisse Theodor Adorno, testimonia a suo sfavore. Allo stesso modo, la volontà di presentare un'opera che si protrae ormai da sessant'anni può testimoniare contro chi intraprende il tentativo. Eppure il pensiero di Habermas ruota attorno ad alcune idee chiave che, nonostante mutamenti ed evoluzioni, permangono come altrettanti nodi cruciali di un lungo percorso. L'opera di Habermas non è soltanto una teoria della società, della politica, del linguaggio e delle istituzioni: è un progetto culturale che deve riproiettare le società democratiche verso il "contenuto normativo dell'illuminismo", verso le idee costitutive della modernità occidentale, che sono per Habermas le idee di libertà e solidarietà che, filtrate attraverso molteplici influssi, revisioni e rielaborazioni, dalla rivoluzione francese arrivano fino a noi. Il saggio di Gabriele De Angelis propone una esposizione sistematica del pensiero di Habermas, affrontando alcuni tra i temi fondamentali dei nostri giorni, come le sfide del multiculturalismo e delle relazioni internazionali.
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Bolzoni Luciano
Architettura moderna nelle Alpi italiane dagli anni Sessanta alla fine del XX secolo
ill. Questo Quaderno di Cultura Alpina è l'ideale continuazione del precedente volume pubblicato nel 2000 e copre il successivo periodo storico pur partendo da presupposti differenti, perché diverse sono state e sono attualmente le modalità di progettare e di costruire edifici in montagna. Il periodo considerato copre circa quarant'anni e raccoglie, fra le opere, i lavori di Albini, Belotti, Cereghini, Fiocchi, Fiori, Gabetti e Isola, Gardella, Gellner, Michelucci, Mollino, Morassutti, Piano Polesello, Rossi, Vietti ed altri ancora, realizzati nel contesto delle Alpi italiane attraverso le più diverse tipologie edilizie.
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Cavarero Adriana
A più voci. Filosofia dell'espressione vocale
br. L'intimità della voce umana ci permette di riconoscere l'individuo non meno del suo aspetto fisico, svelandosi come espressione della sua unicità. Ciononostante, la tradizione filosofica ha reso la vocalità una "grande assente", fondando l'ontologia sul concetto astratto di Uomo e tralasciando il dato reale della differenza sessuale dei soggetti, riducendo il femminile a una sotto-categoria del maschile. La storia della voce costituisce così il rovescio delle grandi questioni che sin dall'inizio hanno attraversato la filosofia. Cavarero ripercorre le origini di questa rimozione, ricostruendone le molteplici implicazioni linguistiche, filosofiche e politiche.
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Leoni Federico
L'immagine-scatola. Joseph Cornell, Masashi Echigo, Robin Meier
ill., br. L'arte dell'ultimo secolo è attraversata da una linea ininterrotta. Scarti, assemblaggi eterogenei, unità ottenute tramite molteplicità irriducibili. Joseph Cornell raduna nelle sue scatole oggetti che raccoglie per le strade di New York. Incontriamo il mondo in una teca, l'universo in una cripta. E scopriamo che la cripta è spalancata, il chiuso è la massima intensità dell'aperto. Masashi Echigo crea imprecisi montaggi di pezzi di scooter. Nessuna plasticità in quei rottami di plastica. Plasmare è impossibile. Tutt'al più comporre, accogliere forme già date, convocare vite precedenti di oggetti estranei. Robin Meier lascia che uno sciame di lucciole prenda a pulsare all'unisono con una manciata di led sparsi nel buio di una foresta. Il naturale e l'artificiale scivolano l'uno nell'altro, condotti per mano dalle intermittenze di un software. Che una simile ipnosi informatica spieghi quella costante telepatia comunicativa in cui viviamo? Siamo noi, quelle luci e quelle lucciole?
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Lévinas Emmanuel; Nodari F. (cur.)
Il tempo e l'altro
br. "Il tempo e l'altro" ospita quattro conferenze tenute da Emmanuel Levinas nel 1946-1947, durante il primo anno della sua attività al Collège philosophique fondato da Jean Wahl. Queste pagine, anche alla luce della pubblicazione delle opere inedite di Levinas, in particolare i Carnets de captivité, appaiono come un luogo di "gestazione" dei temi centrali della maturità teoretica dell'Autore. Di più, ne costituiscono una prima sintesi. Un'opera fondamentale per cogliere la cellula germinale del pensiero di Levinas e riscoprirne la grandiosa originalità. Postfazione Francesca Nodari.
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Riout Denys
L'arte del ventesimo secolo. Protagonisti, temi, correnti
ill. Dopo la scomparsa della figura, dell'immagine, del quadro stesso, nell'arte sono ormai le forme e gli oggetti della vita a occupare la scena: graffiti, happening, performance, installazioni, arte del corpo e del paesaggio, sino all'irruzione del video e del digitale. Com'è cambiata la nozione di storia dell'arte? Qual è l'origine storica delle tendenze così estreme dell'arte attuale? Quali nuovi criteri di valutazione si sono andati imponendo? Queste sono le domande cui Denys Riout risponde, ampliando il più possibile l'orizzonte degli eventi e suggerendo di conseguenza l'impossibilità di una risposta univoca, offrendo al lettore tutti gli elementi di un quadro artistico e culturale assai complesso.
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Kuhn Thomas S.
La struttura delle rivoluzioni scientifiche
br. Questo libro del 1962, l'opera più conosciuta del filosofo americano e uno dei testi teorici più influenti della seconda metà del ventesimo secolo, è divenuto un punto di riferimento stabile per il mondo degli scienziati e dei filosofi della scienza, di cui ha contribuito a rinnovare profondamente vocabolario e orizzonti di riferimento. Nella "Struttura delle rivoluzioni scientifiche", Kuhn sostiene la tesi che la scienza, invece di progredire gradualmente verso la verità, è soggetta a rivoluzioni periodiche, le spiegazioni sono tali all'interno di una struttura, di una vasta rete di interconnessioni, che diventa sempre più sottile, ma che spesso si imbatte in fenomeni che non riesce a spiegare senza trasformare radicalmente se stessa. Esiste una interazione tra struttura concettuale della scienza e realtà, tra realtà sociale e scienza, che si manifesta nel complesso di forze che decidono cosa è problema e cosa è "soluzione" di un problema. Cosa non nuova, ma che Kuhn è stato il primo ad affrontare analiticamente, tenendo fede al detto baconiano con cui si apre questo libro non baconiano: "La verità emerge piuttosto dall'errore che dalla confusione".
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Mordacci Roberto
La condizione neomoderna
br. Il postmoderno è morto. La tesi che proclamava la «fine» di ogni cosa (soggetto, verità, storia, morale) non è più capace di intercettare i movimenti epocali del presente. Il postmoderno non ha compreso le sfide create dalla crisi di una parte della modernità: positivismo e idealismo hanno infatti radicalizzato alcune intuizioni moderne, finendo però per tradirle profondamente. I postmoderni hanno rigettato quei travisamenti insieme alla radice sana, rifiutando in blocco la modernità. Ora, dopo il fallimento di quella diagnosi, ci troviamo in una nuova modernità. I problemi dell'Europa fra Cinquecento e Seicento si ripresentano su scala globale e in forma accelerata: conflitti politici ed economici sostenuti da ideologie religiose, mutamenti radicali di scenari culturali e geopolitici, rivoluzioni scientifiche che cambiano la percezione dell'umano. Di fronte a queste sfide, tornano a essere necessarie e credibili proprio le idee moderne che il postmoderno credeva finite e che abbiamo bisogno di ripensare.
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Anni Trenta. Ediz. illustrata
ill.
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Tazartes Maurizia
Goya
ill., br. Un dossier dedicato a Francisco Goya. In sommario: Da Saragozza a Madrid attraverso l'Italia; Nobiltà "fin-de-siècle"; "Pintor del rey"; Stregonerie e capricci; Primo pittore di camera; Disastri, follie e Pitture nere. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione ricca di riproduzioni a colori, completa di un quadro cronologico e di una bibliografia.
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Stocchi Francesco
Medardo Rosso
ill., br. Un dossier dedicato a Medardo Rosso (Torino, 1858 - Milano, 1928). In sommario: La gioventù e gli anni milanesi; Gli anni parigini; Gli ultimi anni: le repliche, la fotografia e la fortuna critica. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
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Marino Ilde
Expo! Arte ed esposizioni universali. Ediz. illustrata
ill., br. La presente pubblicazione è dedicata alle Esposizioni Universali. In sommario: Le Esposizioni universali: "La mise en scène du monde"; Le Esposizioni universali ottocentesche come lezioni di gusto: l'orientamento e il mito dell'Alhambra; L'"architettura del potere" e il "potere dell'architettura"; Il design. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utile quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
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Fossi Gloria
Ottocento italiano. La pittura. Ediz. illustrata
ill., br. Un dossier dedicato alla pittura italiana dell'Ottocento. In sommario: Premessa. Sfortuna e fortune dell'Ottocento italiano; Dall'Impero al Quarantotto; I decenni del Risorgimento; 1858-1870: Francia e Italia, primi intrecci cosmopoliti; Gli anni dell'Unità. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utile quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
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Gnugnoli Alberta
William Morris
ill., br. Un dossier dedicato a William Morris. In sommario: L'uomo; La Red House e la nascita dell'impresa collettiva; Morris attivista politico; Morris e le arti decorative; L'artista come imprenditore; L'eredità di Morris. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
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Battaglia Roberto
Un uomo, un partigiano
br. Questo libro è tra le più precoci testimonianze autobiografiche sulla Resistenza. Pubblicato nel settembre del 1945, è una memoria scritta "a caldo" nell'Italia liberata durante gli ultimi mesi della guerra. Battaglia racconta l'evoluzione che lo porta da tranquillo storico dell'arte a spericolato comandante partigiano, dalle biblioteche ai boschi, con una lucidità che fa di questo testo una delle voci più penetranti della letteratura partigiana.
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Montanelli Indro; Cervi Mario
Storia d'Italia. Vol. 18: L' Italia dei due Giovanni (1955-1965)
ill., ril. La morte di De Gasperi - di poco successiva alla sua sconfitta politica nella Dc - segna la fine di un ciclo. Chi sta alla guida del Paese tenta un cambio di marcia: è il momento di scelte coraggiose che garantiscano agli italiani benessere e tranquillità. Nel 1955 Giovanni Gronchi succede a Luigi Einaudi alla presidenza della Repubblica; tre anni più tardi Giovanni XXIII sale al soglio pontificio. Due figure inattese, ma capaci di lasciare un'impronta profonda: il presidente comincia il lungo lavoro che porterà alla nascita del centrosinistra; il pontefice rinnova radicalmente la Chiesa, indicendo il Concilio Vaticano II e formulando la questione comunista in un'ottica rivoluzionaria. Sono gli anni entusiasmanti dell'Italia all'Orni, della Cee, dell'Enel, del "memoriale di Yalta" di Togliatti e della "strategia dell'attenzione" di Moro. Eppure, tanto sul fronte interno quanto a livello internazionale, si avvertono i segni di una tensione preoccupante: le lotte intestine delle correnti partitiche, disastri economici come la disinvolta gestione Mattei dell'Eni, i disordini a Genova, Reggio Emilia e in altre città, le rivolte in Polonia e Ungheria, l'installazione di basi missilistiche Nato in Europa, l'omicidio di Kennedy, le prime fasi della guerra del Vietnam. Un decennio dalla doppia identità - a cavallo tra miracolo economico e terrorismo - nell'impareggiabile racconto di due maestri come Montanelli e Cervi. Premessa di Sergio Romano.
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Conti Guido
Giovannino Guareschi. Un umorista nel lager
br. "Non muoio neanche se mi ammazzano" scrive Giovannino Guareschi nel suo "Diario clandestino", piccolo grande capolavoro composto nei lager nazisti e testo emblematico per comprendere la sensibilità e l'ironia di un autore che non rinunciò a regalare un sorriso neanche durante gli anni di prigionia. Sopravvissuto ai campi di concentramento, Guareschi è stato protagonista di una vita da romanzo che, come racconta Guido Conti in questo volume, lo ha portato a essere vignettista satirico, fotografo, sceneggiatore, polemista politico, autore di saghe indimenticabili come quella di Don Camillo e Peppone, fino a diventare un protagonista assoluto della cultura italiana del Novecento. Quella di Guareschi è la storia di un uomo libero, capace di reagire anche alle sofferenze vissute con quello sguardo insieme ironico e commovente con cui ha raccontato in modo irripetibile la storia e i cambiamenti del nostro Paese.
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Riley Fitch Noel
La libraia di Joyce. Sylvia Beach e la generazione perduta
ill., br. Accade a volte, per un caso o forse per un imperscrutabile destino, che le menti migliori di un'epoca si concentrino in un unico luogo, facendolo diventare così il centro del mondo. Negli anni venti e trenta del Novecento questo luogo fu Parigi, "il posto migliore dove essere giovani ", la città ideale per "vivere da geni". Qui si ritrovarono Hemingway e Fitzgerald, Pound e Eliot, Faulliner e Auden, Apollinaìie, Breton, Gide, Gertrude Stein, Beckett, Benjamin e Valéry. E più tardi Sartre, Simone de Beauvoir, Lacan e lui, James Joyce, alla ricerca di un editore per il monumentale romanzo che stava terminando. Il loro punto d'incontro era una piccola libreria in rue de l'Odèon, Shakespeare and Company, fondata da una giovane americana approdata alla Ville Lumière nel 1916, appassionata di letteratura e tenace sostenitrice di nuovi talenti: Sylvia Beach. Fu lei a intuire con lungimiranza il genio di Joyce e a pubblicarne l'opera capitale, "L'Ulisse", che molti illustri editori avevano in precedenza bollato come "incomprensibile" e "oscena". Ma Sylvia fu per Joyce molto più che una semplice editrice: a lui consacrò i dieci anni migliori della sua vita, incoraggiandolo, finanziandolo e promuovendolo presso il pubblico e la critica.
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Fournier-Facio Gastón; Gamba Alessandro
L'inizio e la fine del mondo. Nuova guida al «Ring» di Richard Wagner
ill., br. Una nuova concezione di orchestra. Poche arie. Molti monologhi. Sedici ore di musica. Quattro opere. Ventisei anni per completarle. È "L'anello del Nibelungo", la più monumentale impresa che un compositore abbia mai osato concepire. Eppure è possibile affrontarla, goderne. Questo libro è una nuova guida all'ascolto, una grande opera sull'Opera: Fournier-Facio e Gamba esplorano gli universi wagneriani, tessendo un'opera-mondo dove la musica esonda dalla pagina, intrecciata al poema e al racconto degli autori, che qui squarciano la bidimensionalità del testo, svelando i rimandi filosofici che rappresentarono il substrato fondamentale per Wagner. Così, testo, citazioni filosofiche, musica e libretti s'innalzano insieme, ricreando l'atmosfera onnicomprensiva dell'ascolto dal vivo. Libretti delle opere nella nuova traduzione di Franco Serpa, con testo tedesco a fronte. Più di tre ore di musica, accessibili tramite QRcode, tratte dall'edizione diretta da Marek Janowski del 1980-1983.
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Mahler Alma; Rognoni L. (cur.)
Gustav Mahler. Ricordi e lettere. Ediz. illustrata
ill., br. Bellissima e geniale, anima della vita culturale mitteleuropea nel delicato passaggio fra diciannovesimo e ventesimo secolo, portavoce internazionale delle avanguardie artistiche, Alma Mahler - Alma Schindler, poi Mahler, poi Gropius, infine Werfel - raccolse all'alba degli anni cinquanta i suoi ricordi del marito Gustav, dai primi diffidenti incontri nel 1901 all'ultimo viaggio insieme, di rientro dagli Stati Uniti, che il 18 maggio 1911 si sarebbe concluso con la morte del compositore. Dieci anni insieme, anni tribolati, anni fecondi: sullo sfondo di un'epoca di inquieto fervore, della quale i due sono fra i protagonisti principali, Mahler compone sei sinfonie, i "Rückertlieder" e i "Kindertotenlieder", e "Das Lied von der Erde", mentre Alma riunisce intorno a sé i musicisti, i pittori, gli uomini di lettere più significativi del periodo. Alma racconta, ma Alma è anche maestra di spostamenti e di censure: vede le cose a modo suo, e lascia fuori dalla narrazione tutto quello che non conviene al suo mito personale di donna straordinaria, unica "la più bella ragazza di Vienna", che solo per stare accanto a Mahler rinunciò a una carriera come compositrice di sicuro successo. Nelle lettere che costituiscono la seconda parte di questo volume, in gran parte indirizzate da Gustav alla moglie, Alma è amatissima, e riceve gli interminabili baci del marito insieme alle sue riflessioni sulla musica, sui compositori contemporanei...
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Bencivenga Ermanno
Il bene e il bello. Etica dell'immagine
br. La bellezza conforta, riscalda e illumina il nostro percorso di vita. Ma è possibile una bellezza indipendente dal bene, perfino alleata del male? Questo libro risponde di no, in primo luogo negando che le immagini siano paradigma di oggettività, emblema di neutralità descrittiva. Anche quando pensiamo che mostrino la realtà nuda e cruda, senza possibilità d'inganno, sono spesso più ambigue di qualsiasi discorso, e danno origine a discorsi senza fine. II modo in cui sono costruite, tagliate e contestualizzate afferma un progetto di mondo, di umanità: la figura della tabaccaia felliniana di Amarcord potrebbe non distinguersi dalle "velone" dell'omonimo programma tv, ma racchiude un messaggio radicalmente diverso. Nelle particolari circostanze in cui viene proposta e percepita, un'immagine è portatrice di giudizi. D'altra parte, se "un'immagine vale più di mille parole" è perché può suscitare emozioni intense e rappresentare un vigoroso stimolo all'azione. Ispirato dai grandi filosofi occidentali, Ermanno Bencivenga ci guida alla scoperta del significato etico delle immagini, muovendosi sul doppio registro della passione e del giudizio. I numerosi esempi tratti dalla storia dell'arte, dal cinema, dalla pubblicità e dalla cronaca confermano uno dei cardini del pensiero kantiano: il bello è simbolo del bene. Lo può rappresentare in modo diretto o in modo indiretto, facendone avvertire la mancanza. L'esito è identico: risvegliare in noi il desiderio del bene.
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Goodman Nelson
I linguaggi dell'arte
ill., br. Che relazione intercorre tra l'arte e il mondo reale? Esiste una differenza tra un'opera d'arte e la sua copia? Cosa distingue uno spartito musicale, l'abbozzo di un pittore e lo schema di un impianto elettrico? Un dipinto può rappresentare fedelmente un oggetto o è solo uno dei suoi tanti nascondimenti? In questa raccolta di saggi, animati da un progetto unitario, Nelson Goodman affronta i temi principali della filosofia dell'arte: il rapporto tra rappresentazione e realtà, il potere espressivo di immagini e simboli, i requisiti essenziali dell'esperienza artistica. A differenza di tutti gli altri tentativi di elaborare un'estetica generale, quest'opera, divenuta un classico della scuola analitica, muove da un orizzonte logico ed epistemologico, indaga il nesso tra le arti e il loro medium linguistico e assume la riflessione sul linguaggio come prospettiva di ogni riflessione estetica. Goodman giunge così a una classificazione inedita delle arti, delineando una teoria generale dell'attività simbolica: l'atteggiamento estetico è l'azione del soggetto che reagisce all'opacità dell'arte, all'impossibilità di stabilire un nesso tra simbolo e referente, concentrando tutte le facoltà umane sul simbolo stesso. La rappresentazione, che dipende dalla percezione e di conseguenza dal soggetto che guarda, equivale a una sistematizzazione degli oggetti, e non alla loro semplice imitazione.
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Huxley Aldous
La filosofia perenne
br. La "filosofia perenne" insegna che ogni cosa, ogni vita e l'anima di ogni individuo rinviano a un'unica Realtà divina che sta a fondamento di tutte le cose. Ma se vogliamo trovare una testimonianza autentica di tale filosofia non dobbiamo rivolgerci ai filosofi e ai letterati di professione, i quali per lo più ne posseggono una conoscenza solo di seconda mano, bensì a quegli "individui eccezionali" che hanno "deciso di adempiere a certe condizioni, rendendosi pieni di amore, puri di cuore e poveri di spirito": da Eckhart ai mistici cristiani, da Lao Tse ai mistici buddhisti e induisti. Dalle opere che di loro ci sono pervenute Huxley ha estratto una serie di brani e li ha incastonati in un commento personale.
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Bartolomei Maria Cristina
La dimensione simbolica
brossura Simboli e simbolizzazioni si accompagnano da sempre al fenomeno umano e ne contraddistinguono gli albori; il ricorso consapevole al simbolo, la sua interpretazione e la riflessione su di esso attraversano fin dai suoi esordi, tutta la storia del pensiero filosofico. Come attesta la fioritura di studi dedicati ai molteplici versanti della questione, il tema ha assunto particolare rilievo nel pensiero contemporaneo, che ha aperto l'investigazione anche sulla funzione simbolica della mente. Diversi approcci disciplinari mettono in evidenza l'implicazione del simbolo in molte dimensioni individuali e sociali, sotto differenti profili: cognitivi, affettivi, comunicativi, sul piano tanto esistenziale quanto del sapere.
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Manea Norman
Il ritorno dell'huligano. Una vita
br. Nel 1941 tutti gli ebrei della Bucovina romena vengono deportati nei campi di concentramento. Tra di loro c'è anche la famiglia Manea al completo. Della brutalità di questa esperienza nella memoria infantile di Norman rimangono il viaggio nel vagone piombato, l'angoscia di giorni interminabili. Dopo il ritorno alla vita, nella sua memoria di ragazzo ci sono i libri, l'amore, l'amicizia. Spento l'entusiasmo giovanile per l'idea comunista, nel passaggio all'età adulta Norman testimonia il naufragio della politica nella demagogia, l'inesorabile deriva del regime che culmina per lui con la detenzione del padre in un campo di lavoro. L'amore per la letteratura diventa allora il suo rifugio, e comincia a prendere forma il penoso imperativo dell'esilio, insieme alla paura di perdere la propria lingua madre. Manea si trasferirà nel Nuovo Mondo, e solo dopo dieci anni troverà la forza di percorrere il cammino inverso.
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Marchesini Roberto
Emancipazione dell'animalità
br. Liberare l'animalità non vuol dire togliere le catene al nonno babbuino, nascosto nella cantina del mio essere, o far riemergere il bruto che c'è in sé, lasciandolo vagare per le strade come Mr. Hyde, o ancora, dar libero sfogo a tutte le pulsioni senza alcun controllo e intraprendere la strada ferina. Emancipare porta con sé il significato della liberazione di un ente da quello stato di cattività che non gli permette di esprimere in pieno le sue potenzialità. L'animalità è stata incatenata nel profondo di noi stessi, prima di tutto in virtù d'immagini distorsive assegnatele in modo arbitrario. L'emancipazione non può pertanto che partire da una riconsiderazione dell'animalità stessa, liberandola dai legacci di tali attribuzioni indebite, rendendole finalmente la sua titolarità espressiva, lontano da quelle stilizzazioni macchiettistiche che hanno preteso di sospingerla in un sottobosco ontologico. L'animalità, gettata nel cono d'ombra del non controllabile, è stata pensata come antitesi alla libertà umana, cosicché abbiamo ritenuto fosse necessario proiettarsi in una dimensione altra, fosse trascendente nell'anima o immanente nella cultura. L'emancipazione passa perciò attraverso una riconsiderazione del carattere di animalità e in quello di libertà ontopoietica ed espressiva che ci riguarda da vicino.
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Rovatti Pier Aldo
Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia
br. "Abitare la distanza" è la condizione dell'uomo, caratterizzata dal paradosso: egli è dentro e fuori, vicino e lontano, ha bisogno di un luogo, di una casa dove "stare" ma poi, quando cerca questo luogo, scopre il fuori, la distanza, l'alterità. Nello scenario del pensiero contemporaneo, l'autore interroga i filosofi che guardano in questa stessa direzione - Heidegger, Derrida, Lacan, ma anche Merleau-Ponty, Ricoeur, Bateson -, non solo descrivendo una condizione "impossibile" ma soprattutto indicando un modo, un atteggiamento, un "come" stare nel paradosso. E proponendo alcuni esercizi - nello stile di possibili pratiche filosofiche - relativi allo sguardo, all'ascolto e alla scrittura.
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Polizzi Gaspare
Galileo in Leopardi
br. Leopardi scopre Galileo negli studi scientifici giovanili. L'apprezzamento dell'opera di Galilei è un filo conduttore della sua maturazione filosofica e letteraria. Il libro individua la presenza di Galilei nelle letture leopardiane, negli scritti giovanili e nelle opere edite e inedite, con un'attenzione particolare allo "Zibaldone" e alla "Crestomazia della Prosa"; riconosce in Galilei un modello di stile e di pensiero, ma scopre anche perché Leopardi ha difficoltà nell'affrontare la questione del processo allo scienziato pisano e nel rendergli pubblicamente quel posto centrale nella cultura italiana che privatamente riconosce. Emerge la sua scarsa propensione alla matematica, la sua ritrosia a seguire gli ideali liberali, ma anche un conflitto con il padre sulla legittimità del sistema galileiano, sull'accettazione o meno della centralità della fede cristiana rispetto alle verità sui filosofi. Due le appendici: la prima segue lo "sguardo sul cosmo" di Calvino, tra Leopardi e Galileo; la seconda ripropone quel "librettino molto importante di pensieri filosofici e belli" di Galilei che Leopardi aveva trascelto per la "Crestomazia", prima antologia di prose galileiane.
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Flaubert Gustave
Corrispondenza. Vol. 1
brossura La collana "Cultura dell'anima" fu ideata da Giovanni Papini e pubblicata da Rocco Carabba dal 1909 al 1938, per un totale di 163 titoli. Dal 2008 la casa editrice Carabba ha deciso di ripubblicare, in ristampa anastatica, nella sua interezza la collana "Cultura dell'anima" con l'uscita di circa trenta volumi annuali. Traduzione e prefazione di G. B. Angioletti. Volume II. Edizione originale Carabba 1931. Pochi scrittori hanno lasciato della loro attività letteraria un quadro vasto, vivace e completo come Gustavo Flaubert nella sua corrispondenza.
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Thoma Friedgard; Carloni M. (cur.)
Per nulla al mondo. Un amore di Cioran
br. Quando Cioran annotava nei suoi Quaderni che i discepoli di Martin Buber si opponevano alla pubblicazione delle lettere inviate dallo scrittore all'amante, dopo aver conosciuto «l'amore... fisico proprio alla fine della sua vita», naturalmente non poteva immaginare che una situazione analoga si sarebbe ripetuta per lui stesso. In tarda età Cioran fu infatti travolto dalla passione per una giovane professoressa tedesca, Friedgard Thoma, al punto di scriverle: «Lei è diventata il centro della mia vita, la dea di uno che non crede in nulla, la più grande felicità e sventura che mi sia capitata». Dopo la morte di Cioran, la Thoma raccolse in un libro le lettere dell'anziano filosofo, raccontò i loro incontri e narrò anche l'amicizia sorta con Simone Boué, la compagna di Cioran.
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De Leva Giovanni
Le trame della narrativa italiana. Ottocento e Novecento
br. A partire dalla "Vita" (1804-1806) di Vittorio Alfieri sino a "Sostiene Pereira" (1994) di Antonio Tabucchi, le quattro sezioni del volume riassumono le trame di oltre centoventi opere della narrativa italiana, affiancando gli autori canonici ai cosiddetti minori. Si intende offrire così al lettore un ampio repertorio di testi e una dettagliata mappa storica della letteratura dell'Ottocento e del Novecento, con particolare attenzione alla produzione più recente. Il lavoro comprende: schede analitiche delle trame, disposte nell'ordine cronologico di pubblicazione per consentire uno sguardo d'insieme sulla narrativa italiana; letture storico-critiche delle opere, volte ad illustrare gli aspetti essenziali delle poetiche degli autori; un glossario di termini letterari relativi a correnti, generi e tecniche, da utilizzare come strumento di ulteriori approfondimenti; gli indici alfabetici delle opere e degli autori, per facilitare la consultazione del volume e permettere percorsi di lettura individuali.
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Bayle Pierre
Dizionario storico e critico: Spinoza
br. Le sferzanti critiche mosse da Bayle al sistema spinoziano, qui raccolte in forma organica, costituiscono il principale punto di riferimento di tutte le interpretazioni che il Settecento ha saputo dare dello spinozismo. La lunga voce del "Dizionario storico-critico" lascia però trapelare una certa ammirazione per Spinoza: nonostante l'incompatibilità dei due mondi culturali, dietro lo spietato attacco di Bayle si cela una velata simpatia per l'"ateo virtuoso". Con spregiudicatezza e ironia Bayle ripercorre i capisaldi del pensiero spinoziano, regalando al lettore pagine tra le più illuminate ed emozionanti della sua immensa opera critica.
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Salsano Roberto
Pirandello in chiave esistenzialista
br.
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Nancy Jean-Luc; Piazza V. (cur.)
L'intruso
br. Che ne è dell'io, che ne è di un io, se nel suo petto batte il cuore di un altro? Che cos'è un corpo, che cos'è il mio corpo, se la continuità della sua esistenza, se la sua sopravvivenza è affidata a uno straniero irriducibile e inassimilabile, a un intruso? Raccontando per la prima l'esperienza del suo trapianto cardiaco, Jean-Luc Nancy si interroga sulle trasformazioni che le categorie di identità e di estraneità subiscono quando il corpo entra nel regno della biopolitica. E la vita e la morte, separate ormai da una parete sottilissima, fanno continuamente incursione l'una nel terreno dell'altra. "L'intruso" è seguito da un'intervista inedita.
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Vittorini Mannetti Maria Pia
Percorsi di uomini percorsi di fede. Dall'Est a Villa Badessa. Immagini Icone Costumi. Ediz. illustrata
ill., br.
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Raymond Edwards
Tolkien, la biografia definitiva
ill., ril. John Ronald Reuel Tolkien è forse l'autore che più ha influenzato la cultura popolare degli ultimi cent'anni. Grazie alle trasposizioni cinematografiche del regista Peter Jackson, le sue opere sono arrivate anche alle generazioni più giovani, alimentando ancor di più l'interesse verso i suoi capolavori Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli - definito, a pieno titolo, «il libro del XX secolo». Raymond Edwards ricostruisce la vita di J.R.R. Tolkien scavando nei meandri dei ricordi dell'uomo - dall'infanzia travagliata all'esperienza traumatica nella Prima Guerra Mondiale, passando per l'amore per la moglie Edith, l'importanza della propria fede, le difficoltà personali e professionali affrontate per completare Il Signore degli Anelli e molto altro - per incastrarvi sapientemente il rapporto con la filologia, materia che l'ha accompagnato per l'intera carriera accademica. Tolkien è inoltre la prima biografia a occuparsi del grande lascito letterario dell'autore, prendendo in considerazione sia le numerose pubblicazioni postume curate dal figlio Christopher, che quelle realizzate in ambito universitario.
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Lowy Michael
Ecosocialismo. Una alternativa radicale alla catastrofe capitalista
br. L'ecosocialismo è una corrente di pensiero e di azione ecologica che fa proprie le conquiste fondamentali del marxismo mentre le libera dalle sue scorie produttiviste. La logica capitalista del mercato e del profitto, così come quella dell'autoritarismo burocratico del defunto "socialismo reale", è incompatibile con le esigenze di salvaguardia dell'ambiente. Gli ecosocialisti criticano gli attuali vicoli ciechi dell'ecologia politica, che non mette in discussione il potere del capitale. L'ecosocialismo è quindi una proposta radicale che mira non solo a una trasformazione dei rapporti di produzione, dell'apparato produttivo e dei modelli di consumo dominanti, ma anche a creare un nuovo paradigma di civiltà, rompendo con i fondamenti della civiltà capitalista/industriale.
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Ducrey Marina
Vallotton. Ediz. illustrata
ill., br.
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Salvagnini Sileno
Previati. Ediz. illustrata
ill., br.
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