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‎Gambatesa Rosalia‎

‎Ormai è sicuro, il mondo non esiste. La poesia di Patrizia Cavalli (1974-1992)‎

‎brossura In questa prima monografia dedicata a Patrizia Cavalli, Rosalia Gambatesa esplora con appassionata sapienza filologica due opere cruciali dell'unica poeta ad aver ricevuto il premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei e tra le più importanti viventi. Il suo intenso corpo a corpo con la lingua oscura e lucente di "Poesie (1974-1992)" e di "Tre risvegli", libretto d'opera di vent'anni successivo, si misura col teatrino ciclico di un soggetto sospeso "a metà strada tra grazia e disgrazia". Sotto la lente della studiosa appare lo stralunato andirivieni tra casa e città di un io proteiforme, mosso meccanicamente, di scena in scena, dai soprassalti dei cicli naturali. Il rigore del lavoro critico non scalfisce la meraviglia di uno spazio linguistico che espone il mistero dell'esistenza della poesia e introduce il lettore nell'enigma del farsi e del disfarsi del pensiero, espressione di una modernissima forma di resistenza al moderno.‎

‎Guanzini Isabella‎

‎Il giovane Hegel e Paolo. L'amore fra politica e messianismo‎

‎br. I saggi giovanili di Hegel sono il documento del periodo in cui si va lentamente formando la sua visione storico-filosofica del mondo. Gli abbozzi, le carte private, gli appunti più distesi, i testi più elaborati che egli compone ma non pubblica dagli anni del ginnasio (1793) fino al suo trasferimento a Jena (1800) sono la testimonianza dei "principi" del suo pensiero. L'intento fondamentale di questo libro è quello di far risaltare il carattere fondativo, e non meramente cronologico, di questi inizi in rapporto ai temi maggiori della sua filosofia della religione e della storia, mostrando l'influsso fungente e per lo più implicito della teologia delle "Lettere" di Paolo sugli scritti giovanili di Hegel. Tale influenza si manifesta in modo rilevante proprio in rapporto alle categorie cruciali che muovono la riflessione delle "Jugendschriften": la dialettica fra la legge e l'amore, il contrasto fra spirito e lettera, il concetto di destino e il senso dell'esperienza religiosa. Sia Paolo sia Hegel vivono e pensano in un tempo di passaggio e di "ricapitolazione" della storia che proprio il cristianesimo sembra destinato a interpretare. In rapporto a tale comprensione, la categoria politica e insieme escatologica di agape (o della liebe) assume un valore essenziale. Come già l'apostolo Paolo aveva capito, il destino della religione appare indissociabile dal destino dell'amore.‎

‎Moneo Rafael‎

‎Inquietudine teorica e strategia progettuale nell'opera di otto architetti contemporanei. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il volume raccoglie un'accurata selezione delle più importanti lezioni che l'architetto madrileno Rafael Moneo ha tenuto sulle figure di otto importanti architetti della contemporaneità. Attraverso un'analisi accurata dei meccanismi progettuali e degli approcci teorici propone la propria lettura critica dell'opera architettonica di maestri come James Stirling, Robert Venturi e Denise Scott Brown, Aldo Rossi, Peter Eisenman, Alvaro Siza, Frank O. Gehry, Rem Koolhaas, Herzog & De Meuron in una riflessione ampia e sfaccettata sul mestiere dell'architetto.‎

‎Benedetti Carla‎

‎Disumane lettere. Indagini sulla cultura della nostra epoca‎

‎br. "L'umanità intera oggi sta facendo un 'esperimento' sui propri limiti di specie. A me pare che sia proprio questa esperienza dei limiti dell'uomo a ridare ai saperi umanistici, dopo decenni di autodichiarata perdita di ruolo, una posizione cruciale nel mondo contemporaneo, altrettanto decisiva di quella che compete alle scienze. Più che un ruolo è una sfida, la massima: la possibilità di riaprire il gioco. La possibilità di creare strutture di pensiero e di giudizio che funzionino come dei 'correttivi' rispetto a quelle che ci stanno portando verso una catastrofe annunciata. La possibilità di elaborare proiezioni potenti dell'umano dotate di una forza agente e capaci di rimettere in movimento energie da tempo addormentate o paralizzate": con lo stile brillante e provocatorio che caratterizza Carla Benedetti, questo volume prende in esame alcuni dei fenomeni che secondo l'autrice hanno portato la cultura tutta, quella italiana in particolare, ad avere uno sguardo distruttivo e apocalittico sul mondo. Benedetti imputa questo declino all'imperare del linguaggio televisivo, alla scelta di prediligere la quantità alla qualità della scrittura, al tono ironico usato anche a sproposito, all'uso dell'anonimato in rete, che cancella ogni responsabilità. Per andare controcorrente è necessario tornare a pensare la cultura come invenzione e creazione del singolo, come uso di una parola 'non convenzionata' che sfugga alle gabbie predisposte dall'odierno ordine del discorso.‎

‎Cummings Loud Patricia‎

‎Louis I. Kahn. I musei. Ediz. illustrata‎

‎ill.‎

‎Heidegger Martin; Herrmann F. W. von (cur.); Amoroso L. (cur.)‎

‎La poesia di Hölderlin‎

‎brossura‎

‎Severino Emanuele‎

‎Tautótes‎

‎brossura L'Occidente si è condannato a pensare che il divenire sia l'emergere delle cose dal niente: e tale fede lo ha sospinto all'estremo limite del nichilismo. Intorno a questa precoce intuizione Severino ha dipanato con rigore la sua meditazione intorno all'essere e alla sua identità, al divenire e alla possibilità (o all'impossibilità) di dire senza contraddizione l'altro da sé, il diverso. In questo libro Severino torna sulla definizione aristotelica dell'identità (tautotes) come "l'unità dell'essere di più cose", e da essa muove verso un originale approdo: come dire le differenze fra una cosa e un'altra senza per ciò stesso dire che "questo non è quello" e cadere quindi nella contraddizione dell'Occidente di dire di qualcosa, cioè di un ente, che "non è"?‎

‎Cacciari Massimo‎

‎Geofilosofia dell'Europa‎

‎br. È accaduto, e sta accadendo nei nostri anni, che l'Europa, proprio nel momento in cui giungeva alle soglie dell'unità politica ed economica, si scoprisse in preda a spinte opposte, centrifughe, a resistenze di ogni tipo - teoriche e pratiche - come se il segno dell'unità fosse innanzitutto in questo acuto sentimento di crisi. Come si spiega tutto ciò? Nietzsche scrisse una volta che l'Europa è un malato, anzi un malato incurabile. E da qui prende le mosse l'itinerario di Cacciari.‎

‎Stern Daniel; Forcina M. (cur.)‎

‎Storia della rivoluzione del 1848‎

‎br. Marie Catherine Sophie de Flavigny, contessa d'Agoult, in arte Daniel Stern. Nella metà dell'Ottocento è lei che anima a Parigi un salotto letterario e politico frequentato dai maggiori intellettuali del tempo. Dopo la separazione dal marito, il conte d'Agoult, sarà scrittrice prolifica e gran viaggiatrice in compagnia del compositore Franz Liszt; da lui avrà tre figli e la seconda, Cosima, futura moglie di Richard Wagner, sarà ideatrice del famoso teatro di Bayreuth. Da testimone privilegiata, Marie racconta in prima persona le giornate rivoluzionarie del 1848 che infiammarono Parigi e avranno ripercussioni in molti paesi d'Europa. Le sue pagine sono un documento storico di grande valore, scritto nel clamore di una rivoluzione che dapprima sembrò non violenta e simbolicamente efficace, ma presto si trasformò in altro. Vi si trovano i momenti salienti della ribellione, con al centro i loro protagonisti: Luigi Bonaparte, Buchez, Thiers, Lamartine, Girardin, ma anche gli uomini e le donne del popolo di Parigi e di tutte le altre nazioni coinvolte, tra cui l'Italia dove spicca la figura di Mazzini, amico e corrispondente dell'autrice. Si va dai giorni lenti e rigidi della formazione dell'opposizione al governo, pieni di discussioni politiche e di 'banchetti', a quelli impegnati e veloci delle barricate, sino all'inevitabile spargimento di sangue. L'autrice entra nella discussione pubblica sull'economia e sulla politica, cita i giornali e la stampa dell'epoca...‎

‎Contarbia F. (cur.)‎

‎Montale, la Liguria‎

‎ril. Ora di un'evidenza flagrante, ora carsica e quasi segreta, la trama delle relazioni intrattenute da Eugenio Montale con il proprio "milieu" genovese e ligure ritorna al centro del presente volume, che accoglie gli Atti del convegno "Montale, la Liguria" svoltosi a Genova, nell'Aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università, il 12 e il 13 settembre 2011, a trent'anni dalla morte del grande poeta. Di tale intricatissima rete gli otto contributi qui pubblicati aspirano a restituire la complessità delle articolazioni insieme "ideologiche" e formali, tematiche e verbali, in obbedienza a una strategia di accostamento ai testi non univoca ma plurale, come si conviene a un'opera in versi e in prosa prodigiosamente mobile e "aperta".‎

‎Riall Lucy; Scaffei D. (cur.)‎

‎Il Risorgimento. Storia e interpretazioni‎

‎ril. Il Risorgimento, fase cruciale di gestazione dell'Italia contemporanea, nella memoria collettiva di molti italiani è percepito come un periodo su cui non è più necessario interrogarsi, oppure come un dato da rimettere in discussione quanto alla sua epica tradizionale: l'eroico risultato delle gesta di un pugno di audaci che spezzarono il giogo straniero finendo immortalati nella toponomastica di tutte le città d'Italia. Le rivoluzioni risorgimentali dal 1820 al 1860 sconvolsero il sistema politico creato dal Congresso di Vienna, avviando tra i ceti dirigenti, e in parte anche tra le classi popolari, quel processo di "costruzione della nazione" che avrebbe gettato le fondamenta dello stato italiano. Fu un processo che si sviluppò fra limiti e difficoltà: la rottura fra moderati e democratici; la presenza dello Stato della Chiesa come fattore destabilizzante dell'unità appena ottenuta; il malcontento sociale, l'instabilità politica, l'endemico stato di rivolta delle campagne; un assetto assai tradizionale dei rapporti di produzione; e non da ultimo la presenza di un sistema economico geograficamente molto squilibrato. Questo volume è una ricostruzione storiografica che muove da un approccio per temi: dalla storia sociale dell'Italia preunitaria all'analisi delle ideologie nazionalistiche, dalle dinamiche dello sviluppo economico agli assetti politico-istituzionali dell'ancien regime, fino alle recenti acquisizioni della nuova storia culturale.‎

‎Fusconi G. (cur.); Canevari A. (cur.)‎

‎Pietro Testa e la nemica fortuna. Un artista filosofo (1612-1650) tra Lucca e Roma. Ediz. italiana e inglese‎

‎ill., br. Una monografia promossa e voluta dall'Istituto Nazionale della Grafica, che raccoglie un rilevantissimo apparato iconografico a colori con oltre 300 immagini per illustrare e documentare, grazie a saggi di notevole rilevanza ed interesse scientifico, la figura, l'opera e l'attività di Pietro Testa, detto il Lucchesino (Lucca 1612-Roma 1650), disegnatore, incisore, pittore e teorico della pittura, fra le personalità di artisti grafici più interessanti del Seicento italiano. Il Testa ricevette i primi rudimenti del disegno a Lucca, ma decise di andare a Roma dove fu allievo prima del Domenichino e poi di Pietro da Cortona; si legò a Cassiano dal Pozzo, collezionista e studioso linceo che si muoveva nell'entourage di Papa Urbano VIII Barberini, al marchese Vincenzo Giustiniani, specializzandosi nel disegno dall'antico e acquistando una conoscenza straordinaria dei reperti archeologici presenti a Roma. Conobbe presto Poussin, al quale rimase legato d'amicizia per tutta la vita e che fu tra i suoi principali modelli di riferimento artistico. Nel corso degli anni Testa si dedica con una perizia via via più consumata all'incisione all'acquaforte, attività che gli dà da vivere e che gli procura successo e fama, anche a livello internazionale (soprattutto in Francia). Esse sono precedute da centinaia di studi preparatori, a matita, sanguigna, penna e acquerello, oggi conservati nelle maggiori collezioni pubbliche del mondo (Uffizi, Louvre, Haarlem, Teylers Museum, British Museum Metropolitan Museum).‎

‎Mutis Álvaro; Canfield M. L. (cur.)‎

‎Da Barnabooth a Maqroll. Riflessioni su libri, eventi e personaggi del nostro tempo‎

‎brossura‎

‎Gregorovius Ferdinand‎

‎Il ghetto e gli ebrei di Roma (1853)‎

‎ill., br.‎

‎Mathews Freya‎

‎Per amore della materia. Un panpsichismo contemporaneo‎

‎brossura Per amore della materia mette in questione le premesse della scienza moderna secondo cui il mondo è solo uno sfondo inerte per l'esistenza umana, invece che una presenza in sé comunicativa, capace di intrattenere una relazione dialogica con noi. L'autrice ci invita a pensare e a promuovere un futuro che passi per l'ascolto e per il dialogo con tutti gli aspetti della realtà, anche se tradizionalmente considerati privi di un'intelligenza e di un significato propri. Esplorando gli effetti trasformativi di una sostituzione della premessa materialista con quella panpsichista, questo libro ci chiama a una sfida difficile, che scuote le più radicate abitudini in quanto intende superare le forme secolari dell'antropocentrismo, a recuperare la dimensione non umana dell'innamoramento, a lasciare aperte delle crepe in noi e allo stesso tempo lasciarci condurre nelle crepe del mondo. La materia, ci ricorda F. Mathews, possiede già in sé tante virtù - a cominciare da quella comunicativa e sistemica - e il continuo tentativo umano di manipolarla è estremamente controproducente. Il mondo, molto spesso, non richiede interventi, ma solo il recupero della capacità di ascoltarlo, di non sottoporlo a una logica predatoria, di lasciarlo esprimere per quello che è. Di cantarlo, piuttosto che di spiegarlo. Il libro mostra il nesso inscindibile fra la teoria panpsichista e la necessità di una nuova etica ambientale in un discorso di ampio respiro, che risulta magistrale nel gestire diversi registri, anche argomentativi, rendendo in un linguaggio semplice i problemi, talvolta complessi, della filosofia.‎

‎Redeker Robert‎

‎L'eclissi della morte‎

‎brossura Il nostro non è forse il tempo dell'eclissi della morte? Tra sogni d'immortalità, culto della giovinezza e paura del cadavere, la morte non deve più fare parte della vita. Viene nascosta, snaturata, eclissata. Ed è un'eclissi sia nel linguaggio (dove per esempio "lasciare" ha sostituito "morire") sia nell'ambito sociale (per cui la morte è stata evacuata dalla città). E il transumanesimo porta oggi a compimento tale eclissi, decretando che la vita è ormai senza morte e la morte senza vita. È allora questa la difficoltà che viene affrontata da Redeker: quella di una vita che non è più ordinata verso una fine, verso la morte che le conferiva profondità e significato. Analizzando ciò che l'eclissi della morte dice del nostro tempo, il filosofo francese evoca i temi della cremazione, dell'eutanasia, del posto del corpo. E pone questa domanda scandalosa per la società contemporanea: perché mai dovremmo gioire di dover morire? «La morte ha una pessima reputazione. Perché mai dovremmo gioire di dover morire, anziché fuggire dai nostri limiti e dalla nostra finitudine? Propongo qui una risposta umanista a questa domanda. Risvegliando due sentimenti: il senso di angoscia e il senso del tragico. L'erosione di questi due sentimenti segna la disumanizzazione, crea la soglia del post-umano» (Robert Redeker). Un testo inusuale, provocatorio e salutare, in cui l'eclissi della morte è denunciata come perdita di umanità per tutti noi.‎

‎Hale Will T.; De Leo M. (cur.)‎

‎Anne Brontë. La vita e le opere‎

‎br. In occasione del bicentenario della nascita di Anne Brontë, la minore delle autrici inglesi famose per i loro romanzi passionali e coinvolgenti, viene proposta in lingua italiana la prima monografia che mai sia stata scritta su di lei La presente biografia, comprendente anche un'articolata discussione sulle opere dell'autrice, risale al 1929 e il suo autore Will T. Hale (1880-1967), fu professore di letteratura inglese presso l'Università dell'Indiana. É molto difficile reperire questo testo anche in lingua inglese in quanto ad oggi esso non viene pubblicamente diffuso ma è presente solo in rarissime biblioteche tra cui quella del Brontë Parsonage Museum a Haworth.‎

‎Fumian C. (cur.)‎

‎Alla prova della contemporaneità. Intellettuali e politica dall'Ottocento a oggi. Patavina Libertas‎

‎ill., br. Otto secoli di vita di una grande università in una città relativamente piccola non potevano non creare tra le due entità un rapporto speciale. È la doppia vita dell'Università di Padova e dell'Università in Padova. Testimonianza di un'«offerta» culturale davvero rara: il flusso sanguigno della città, che ne irrorava la cultura e le intelligenze, per secoli, è stato pompato in gran parte dalla sua università. Sovrapporre alla mappa della città di Padova la pianta delle strutture universitarie è il modo più rapido per rendersi conto con un colpo d'occhio del processo di incontro tra città e università, figlio di una storia plurisecolare di compenetrazione ma anche di conflitti e incomprensioni: un rapporto problematico che affiora anche in questo volume dedicato all'età contemporanea. Ma cosa si intende per storia intellettuale e politica di una università? Pensiamo che il ruolo politico di un'università si configuri quando sue importanti figure entrino in sintonia o in conflitto con i grandi avvenimenti politici nazionali e internazionali, trasformando quella stessa università in un fulcro creatore di pensiero o azione politici. In età liberale l'Università di Padova diviene centro generatore di élites politiche di rango nazionale; al tempo stesso, l'Ateneo diviene uno dei fulcri principali dell'irredentismo e in parte del nazionalismo italiani d'anteguerra. Con il primo conflitto mondiale la politica irrompe prepotentemente nella vita universitaria patavina. La «strana neutralità» italiana apre una stagione che inasprisce gli animi fino ad accendere fuochi di guerra civile, e in questo quadro l'ateneo si trasforma in un formidabile epicentro della mobilitazione interventista. Subito dopo, nelle prospettive totalitarie del fascismo, la politicizzazione della cultura investe in pieno l'università, che nel caso padovano diviene contemporaneamente una roccaforte fascista e una sentinella antifascista. Il ruolo politico dell'Università di Padova durante il fascismo ha significato in realtà l'assorbimento della vita universitaria nel progetto politico del regime, come dimostra il terribile silenzio che accompagnò l'espulsione di professori, studenti e tecnici falciati dalle leggi razziali. Di contro il ruolo politico dell'Ateneo, dopo il 25 luglio e soprattutto nel quadro della Resistenza, diviene invece platealmente autonomo, rivelandosi decisivo per le sorti della lotta di liberazione nel Veneto.‎

‎Shelton Andrew C.‎

‎Ingres. Ediz. inglese‎

‎ill., ril. lino Una monografia che ripercorre l'intera carriera artistica di JeanAuguste-Dominique Ingres (1780-1867), uno dei massimi rappresentanti del neoclassicismo francese. Una introduzione a Ingres e alla sua pittura; fornisce commenti dettagliati sulle sue opere fondamentali e analizza il suo sviluppo artistico nel contesto della turbolenta società francese dal periodo napoleonico fino alla sua morte Esamina gli inizi della sua carriera e il suo apprendistato sotto Jacques-Louis David, i suoi studi a Roma e Firenze e il suo straordinario successo come ritrattista e pittore di soggetti storici.‎

‎Peli Santo‎

‎La Resistenza in Italia. Storia e critica‎

‎br. Una storia della Resistenza italiana che tenta di avvicinarsi al punto di vista dei suoi protagonisti, impegnati non solo a combattere tedeschi e collaborazionisti di Salò, ma anche a contrastare i dissesti culturali e antropologici di vent'anni di dittatura, cercando difficili appoggi in una società ormai spoliticizzata e appiattita dalla propaganda fascista. La prima parte del saggio offre un quadro del contesto nel quale le varie forme di resistenza trovano origine, giustificazione e limiti. Nella seconda parte l'autore passa in rassegna alcuni nodi storiografici, questioni e problemi interpretativi utilizzandoli come punti d'osservazione privilegiati delle ricerche e del dibattito sulla Resistenza.‎

‎Marchesini Roberto‎

‎Il tramonto dell'uomo. La prospettiva post-umanista‎

‎br. Il libro esamina i grandi cambiamenti che le nuove tecnologie stanno approntando rispetto ai concetti di base dell'esistenza umana, ponendo in evidenza i più importanti fuochi di metamorfosi e gli slittamenti di significato inaugurati dalle prassi biomediche e dall'immaginario del virtuale. Termini come cyborg, morte cerebrale, intelligenze non umane, clone, avatar, identità mutante mettono a dura prova le tradizionali coordinate antropologiche e le cornici epistemologiche chiamate a interpretarli. Ci troviamo di fronte a una profonda rivoluzione culturale capace di affascinare taluni e atterrire altri, che richiede però un'attenta riflessione nei suoi prospetti paradigmatici e nei suoi innumerevoli risvolti. Non è possibile affrontare le grandi questioni di bioetica riferibili alla vita e alla morte, ai concetti di accanimento terapeutico ed eutanasia, agli scenari inaugurati dall'ingegneria genetica e dalle staminali senza comprendere le modifiche che la dimensione umana ha vissuto negli ultimi due decenni. La filosofia post-umanista offre delle risposte nuove rispetto agli scenari che si presentano, conoscerle vuol dire avere degli strumenti in più per affrontare le sfide del XXI secolo.‎

‎Taruskin Richard‎

‎Musorgskij. Otto saggi e un epilogo‎

‎br. Profondo conoscitore della letteratura storiografica e critica, oltre che della lingua e dell'universo culturale russo, dotato di una rara sicurezza analitica, in grado di penetrare in profondità nel materiale originario e nelle fonti inedite, di muoversi liberamente nel vasto continente che è la musica popolare russa, Taruskin ha prodotto un testo utile per la conoscenza e la collocazione storica dell'opera di Musorgskij. In una serie di saggi (otto) su vari temi musorgskiani cruciali, l'autore ha messo in questione e rivoluzionato il quadro convenzionalmente accettato della vita di Musorgskij, delle sue opere e del contesto storico in cui operò. La visione tradizionale del musicista russo come un artista populista engagé, e della sua opera come una parabola che ascende fino a raggiungere il suo zenit in Boris Godunov, per poi declinare inesorabilmente fino alla sua morte, ebbe origine negli scritti di Vladimir Stasov, il critico musicale e letterato che si adoperò per primo per salvare dall'oblio e diffondere l'opera dell'amico musicista, diventandone il primo biografo e l'instancabile propagandista fino ai primi anni del '900. In questa attività di per sé meritoria, tuttavia, egli fabbricò un'immagine che ha distorto, non solo la realtà storiografica, ma addirittura la persona storica di Musorgskij, e che ha finito per condizionare pesantemente la visione e la ricezione delle sue opere per più di un secolo.‎

‎Vidotto Vittorio‎

‎Roma contemporanea‎

‎ill., br. Vidotto propone una storia politica e sociale di Roma dal 1870 ad oggi. In questo volume trovano spazio la crescita demografica, lo sviluppo urbano, le vicende dell'amministrazione, ma il tema portante è la ricostruzione delle modalità con cui Roma ha interpretato il nuovo ruolo di città capitale dell'Italia unita. Un ruolo tanto più arduo da consolidare quanto più pesavano le memorie del passato e i miti della Terza Roma.‎

‎Mellace Raffaele‎

‎Con moltissima passione. Ritratto di Giuseppe Verdi‎

‎ill., br. Sulla scorta di una ricerca internazionale che negli ultimi decenni si è dimostrata vivacissima, il libro propone una ricognizione completa del personaggio Verdi e del suo teatro musicale aggirando le secche del taglio tradizionale "vita/opere". La biografia verdiana è accostata attraverso la geografia delle città decisive per la vicenda dell'uomo e dell'artista, nel percorso politico tra Risorgimento e Unità, e nelle dinamiche della vita professionale e di quella privata. Il teatro di Verdi è discusso nel complesso dei suoi fondamenti estetici e drammaturgici e dei suoi riferimenti ideali, decifrato nel microcosmo abitato dai suoi personaggi, seguito dal primo all'ultimo titolo, senza tralasciare i lavori non operistici. Una serie di apparati completa il quadro dotando il lettore/spettatore di importanti strumenti d'indagine.‎

‎Donà Massimo‎

‎Misterio grande. Filosofia di Giacomo Leopardi‎

‎br. Poeta e filosofo di caratura europea, apprezzatissimo da Nietzsche e posto ai vertici della cultura occidentale da Emanuele Severino, Giacomo Leopardi rappresenta una delle punte più alte mai raggiunte dal pensiero moderno proprio per aver, di quest'ultimo, saputo riconoscere i limiti e le costitutive contraddizioni. Leopardi è pensatore rigoroso e "spietato", e il suo corpus ha ancora molto da raccontare, a partire da quello "Zibaldone" che rappresenta una sfida affascinante per ogni interprete. Questo libro racconta il complesso rapporto intrattenuto da Leopardi nel corso di un'intera esistenza con il Cristianesimo e con le grandi questioni della metafisica occidentale: il confronto con Dio, la lotta tra l'essere e il nulla, il ruolo dell'arte. Un percorso che intreccia ricerca poetica e tormento spirituale, e nel quale la letteratura, pur con tutte le sue ombre, appare forse l'unica via per raccontare il mistero della natura.‎

‎Campioni G. (cur.); Pica Ciamarra L. (cur.); Segala M. (cur.)‎

‎Goethe Schopenhauer Nietzsche. Saggi in memoria di Sandro Barbera‎

‎br. "La ricerca di Sandro ha attraversato più autori per svelarne l'inquietudine non esorcizzabile, finanche il caos, senza mai abbandonarvisi con indulgenza; con la fiducia nella comprensione della complessità in un ordine mobile, non rigido, non autoritario. Rigore scientifico e passione civile si univano in lui ad una ricca carica umana condita da una profonda ironia e senso dell'umorismo. Ricordo solo il pupazzetto di Nietzsche con gli occhi spiritati che mi regalò e la sua paradossale collezione kitsch di palline di vetro con dentro ogni sorta di monumenti, oggetti, animali, sui quali dei cristalli, scossi dalla mano, cadono come neve..." (Dal "Ricordo" di Giuliano Campioni).‎

‎Del Boca Lorenzo‎

‎Venezia tradita. All'origine della «questione veneta». Con e-book‎

‎br. La "questione veneta" costituisce una delle controverse eredità del Risorgimento. Un lascito che ancora oggi è vivo e che si riflette nella battaglia sostenuta da un numero sempre crescente di veneti per ottenere, attraverso un referendum, l'indipendenza. Ma quali sono le ragioni che animano questi "italiani riluttanti"? Quali sono le cause del loro impulso secessionista? Lorenzo Del Boca, lo studioso che da anni va scrivendo la "controstoria" del nostro Paese, ripercorre le tappe del grande tradimento subito da Venezia a partire dall 'Ottocento, quando, nel giro di poco più di cinquant'anni, i liberi cittadini della ricca e fiorente Serenissima si ritrovarono sudditi, maltrattati e depredati, dapprima degli Austriaci e quindi dei Piemontesi. Se il primo tradimento fu compiuto nel 1797 da Napoleone con lo sciagurato trattato di Campoformio, l'apice fu raggiunto col plebiscito-truffa del 1866, in cui la percentuale di chi votò "pel sì" all'annessione fu del 99,99% una cifra inverosimile e senza eguali nella storia, mai raggiunta nemmeno nei kolchoz di Stalin. Tra questi avvenimenti si trovano l'insuccesso delle rivolte del 1848 di Daniele Manin e Nicolò Tommaseo, mosse, per la verità, più dal desiderio di affrancarsi dal dominio asburgico che dalla volontà di aderire alla causa nazionale, e le azioni, non prive di ombre, di Garibaldi, La Marmora, Cialdini e Vittorio Emanuele II durante la Terza guerra d'indipendenza.‎

‎Ghezzi M. L. (cur.)‎

‎Il processo e morte di Giordano Bruno. I documenti con un saggio di Luciano Parinetto‎

‎br. Questo volume riporta tutti i documenti originali che riguardano il processo inquisitorio e la morte di Giordano Bruno, barbaramente trucidato in Campo dei Fiori a Roma il 17 febbraio dell'anno 1600. Tali documenti, tradotti dal latino, erano ormai pressoché introvabili. Dalle carte del primo processo veneziano, fino a quelle del processo romano, compreso il noto Sommario venuto alla luce solo negli anni quaranta del Novecento, si può leggere in maniera diretta l'ultima difesa teorica del filosofo. Gli atti processuali mostrano la disperata difesa di un prigioniero (forse anche torturato, come qualche storico sospetta) destinato, dopo anni di estenuante prigionia, ad essere bruciato vivo, nel nome di dogmi, oggi certo obsoleti, che però, nel Cinquecento, dirigevano ancora il potere politico e quello giudiziario. Ben diverso era il pensiero di Bruno quando poteva esprimersi liberamente, privo del bavaglio impostogli dall'Inquisizione, nei suoi testi italiani e latini, non a caso pubblicati tutti fuori dall'Italia, lontano dal controllo esercitato della Chiesa Cattolica della Controriforma. Di essi dà conto sinteticamente il saggio di Luciano Parinetto che, dalla gran massa degli scritti bruniani, estrae i principali motivi di quella filosofia, per varie ragioni collegata all'oggi più di quanto non si pensi, con un occhio alle più rilevanti interpretazioni che ne sono state fornite.‎

‎Magno E. (cur.); Ghilardi M. (cur.)‎

‎La filosofia e l'altrove. «Festschrift» per Giangiorgio Pasqualotto‎

‎br. Da oltre trent'anni le ricerche e gli scritti dì Giangiorgio Pasqualotto si concentrano sulle possibilità, i limiti e le fecondità di un pensiero filosofico aperto all'incontro con le tradizioni speculative extra-europee. In questo libro, occasione per testimoniare il carattere seminale del lavoro di Pasqualotto, studiosi e filosofi - amici, colleghi, allievi di diverse generazioni - intrecciano idealmente le loro riflessioni con la sua pratica di pensiero: non tanto o non solo per omaggiare un itinerario tra i più originali nella filosofia italiana degli ultimi decenni, quanto per esercizio di ampliamento, dibattito e confronto critico con gli scenari contemporanei della filosofia. In questo modo il lavoro del concetto trova la sua vocazione intima nel raccogliere la molteplicità delle esperienze e degli scambi interculturali e al tempo stesso mantenere aperta la possibilità di una relazione con l'inedito, l'inattuale e l'impensato.‎

‎Portelli Alessandro‎

‎America profonda. Due secoli raccontati da Harlan County, Kentucky‎

‎ril. Una controstoria degli Stati Uniti, dalla frontiera a oggi, attraverso un solo, simbolico luogo: Harlan County, Kentucky, al centro della regione mineraria dei monti Appalachi. Da Harlan la storia degli Stati Uniti è passata tutta quanta: i reduci della guerra d'indipendenza, i pionieri, la frontiera, la schiavitù, la guerra civile, le faide e il whisky clandestino, l'industrializzazione e la deindustrializzazione, la distruzione delle antiche foreste, il colonialismo interno di un capitalismo senza scrupoli, le più violente e memorabili lotte sindacali dal 1917 alla fine degli anni ottanta, l'immigrazione (anche italiana) e l'emigrazione, il movimento per i diritti civili, i disastri ambientali delle miniere a cielo aperto, l'epidemia della droga - tutto sulle spalle e sulla forza di resistenza della sua gente. Harlan è dunque un luogo intensamente reale, ma anche intensamente immaginato: c'è Harlan nei libri di Theodore Dreiser e John Dos Passos, nei film di Robert Mitchum e Barbara Kopple, nelle canzoni di Pete Seeger e Woody Guthrie, persino nei fumetti di Al Capp. Ed è un luogo di straordinaria creatività narrativa, musicale, linguistica, e di ostinata memoria. Una controstoria raccontata da Alessandro Portelli secondo la pratica della storia orale, come un montaggio di voci che ci accompagnano nel profondo delle miniere, nelle vite di chi nelle miniere lavora, vive e muore, e nelle vite delle donne che tengono in piedi le famiglie e le comunità.‎

‎Rizzo D. (cur.)‎

‎Verdi, la musica e il sacro. Atti del Convegno (Busseto, 27-29 settembre 2013)‎

‎br. Relazioni di: Claudio Stucchi: Docente, Maestro di cappella della Chiesa di S. Pietro di Cassano d'Adda, Vice Presidente dell'Associazione Italiana Santa Cecilia. Valentino Donella: Compositore, Maestro di cappella della Basilica di S. Maria Maggiore di Bergamo, Saggista, Direttore del Bollettino Ceciliano di Roma. Marco Capra: Docente dell'Università degli studi di Parma per gli insegnamenti di Storia della musica moderna e contemporanea, Storia del teatro musicale, Storia e sistemi della comunicazione musicale. Direttore del Centro Internazionale di Ricerca sui Periodici Musicali. Responsabile scientifico dell'Istituzione Casa della Musica del Comune di Parma.‎

‎Vighy Cesarina‎

‎Scendo. Buon proseguimento‎

‎br. "Anche il linguaggio, soprattutto quand'è quello di una madre che scrive alla figlia, sa fare carezze e diventare affettuoso, talora così tenero da condurre alla commozione". Così, nel suo testo d'apertura, Vito Mancuso introduce questo libro insolito, intimo, curioso, una sorta di romanzo epistolare, testamento spirituale di una donna che, pur vicina alla fine, fa dell'ironia la sua forza e la sua ancora di salvezza. Attraverso la cronaca di eventi piccoli e talvolta piccolissimi, l'insieme di questi microtesti racconta per frammenti gli ultimi tre anni della vita dell'autrice: il parallelo progredire di una sindrome che priva a poco a poco della parola (restituendola però sulla pagina in forma potenziata) e la genesi, l'elaborazione, la stesura dell' "Ultima estate". Nelle mail, difficoltà, infermità, dolori, procedono di pari passo con l'affermazione di sé e il successo pubblico, vissuti dallo spazio ristretto di una stanza dove la malattia e la conseguente decisione di negarsi al mondo hanno confinato la scrittrice. Avanza intanto il blocco fisico e l'incapacità di comunicare se non per iscritto. Nella strenua difesa della propria integrità di fronte al decadimento patologico, lo stile diventa un valore irrinunciabile, mantenuto intatto dalla prima all'ultima mail. Precisazioni al limite del maniacale, citazioni colte, modi di dire familiari e alcune poesie si alternano con naturalezza e a emergere prepotente è un black humour che stupisce e insieme diverte.‎

‎Farese Sperken Christine; Caroppo Giusy; Trisciuzzi Edoardo‎

‎Giuseppe De Nittis. Barletta, Palazzo della Marra. Catalogo generale. Ediz. a colori‎

‎ill., br. Il catalogo completo e organico della collezione delle opere di Giuseppe De Nittis, donate nel 1913 dalla vedova del pittore, Léontine Gruvelle, al Comune di Barletta. Il lascito - consistente in numerosi capolavori, studi, bozzetti, quadri non finiti e in una importante cartella di incisioni dell'artista - è stato per la prima volta studiato in tutti i suoi aspetti e ordinato secondo criteri tematici e di affinità. Nel volume trovano spazio anche due contributi riguardanti la storia, l'architettura e le decorazione pittoriche dello splendido palazzo Della Marra, nuovo "contenitore" della collezione, acquisito nel 2015, a titolo non oneroso, al patrimonio della città di Barletta.‎

‎Doisneau-Paris. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Questa edizione economica di Doisneau-Paris, accompagna la grande mostra romana di Palazzo Esposizioni (28 settembre 2012 - 3 febbraio 2013). Il volume è nato in effetti come catalogo di una ambiziosa mostra itinerante, iniziata prima a Parigi, poi trasportata a Tokyo e Kyoto con un enorme successo di pubblico. Alinari la porta ora in Italia per celebrare il centenario della nascita del fotografo più popolare del novecento. Organizzato tematicamente, il libro ci guida in un'incantevole passeggiata per i giardini di Parigi, lungo la Senna e tra la folla dei parigini. Più di 500 fotografie, molte delle quali inedite, creano un ritratto unico della Ville Lumiere: dalle acrobazie dei monelli sui pattini alla fisarmonicista dall'aria impertinente, dalle eleganti signore che portano a spasso il cane all'indimenticabile bacio dell'Hotel de Ville, la magia di Parigi in bianco e nero è un tesoro senza tempo. Le foto, pubblicate dalle figlie del fotografo, sono completate dai commenti dello stesso Doisneau.‎

‎Groppi A. (cur.)‎

‎Gli abitanti del ghetto di Roma. La «Descriptio Hebreorum» del 1733‎

‎ill., br. La Descriptio Hebreorum presentata in queste pagine è un documento di valore eccezionale per la storia della comunità ebraica romana: costituisce infatti l'unico "censimento" della popolazione ebraica residente nel ghetto di Roma fino a oggi conosciuto per il periodo che va dal 1555 (data della creazione del "claustro degli ebrei") al 1796 (anno a cui risalgono gli elenchi degli appartenenti alle singole Scole, che forniscono una cifra complessiva di 3.617 individui). Voluta dalle autorità pontificie per motivi fiscali e "scoperta" grazie all'incrocio tra i documenti conservati nell'Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma e nell'Archivio di Stato di Roma, la rilevazione venne effettuata tra il 27 luglio e il 17 agosto 1733. Compiuta strada per strada, casa per casa, essa numera e descrive tutte le famiglie e le persone di entrambi i sessi e di ogni età (per un totale di 4.059 individui e 892 nuclei familiari) che nell'estate del 1733 risiedevano nel ghetto di Roma. Si tratta di un documento di estremo rilievo anche per una valutazione complessiva della popolazione romana, all'interno della quale gli ebrei rappresentavano una presenza costante a partire dal II secolo a. C, ma che erano esclusi per motivi religiosi da quella fonte preziosa per lo studio della popolazione di età moderna costituita, per i cristiani, dai libri parrocchiali e in particolare dagli "stati delle anime", diffusamente redatti a partire dalla metà del XVII secolo.‎

‎Accolti Gill Biagio‎

‎Soffitti della fantasia. L'ornato dei soffitti in Puglia e Campania dal 1830 al 1920‎

‎ill., ril. I soffitti della fantasia compongono, direi, un poemetto per immagini; le condizioni classiche della scrittura visiva, le troviamo precise, esemplari: la luce (quella netta, mediterranea), lo scorcio (gli elementi che nelle case ci stanno sopra la testa, come quiete divinità pagane, a cui dedichiamo poca attenzione specifica, molta attenzione inconscia e sensoriale), la fantasia infine (quella pugliese, così nutrita di miracoli terrestri, di creature celesti e stemmi, marginati dalle strutture, quasi a testimoniare che anche il Paradiso ha bisogno di fonde radici, di humus). Con questo poemetto, suddiviso in tanti capitoli che corrispondono a stati ambientali, Accolti fa opera di miniaturista; all'incontrario tuttavia, nel senso che l'illustrazione è data, qui, dalla nota scritta, con la saggezza del Salimbene e l'estro di uno Sbarbaro, mentre il testo è l'immagine. Quale lo scopo? Di avvertirci che, in questo tempo ingrato, noi la testa la alziamo troppo poco, e troppi soffitti non della fantasia, ma del condizionamento oscuro, ci separano da quel regno del meraviglioso, che la storia ci ha socchiuso intorno, invitandoci nelle sue regioni.‎

‎Whitehead Alfred North‎

‎Simbolismo‎

‎brossura Matematico e fisico, e solo in seguito approdato alla filosofia, Whitehead ha ingaggiato un corpo a corpo radicale e costruttivo con l'empirismo, ha tenuto salda l'idea di realtà ma ce ne ha fatto vedere il lato non ingenuo: la realtà non è mai solo un fatto, è sempre una relazione, una rete di relazioni. Solo partendo da qui Whitehead crede che possiamo capire cosa è un'esperienza soggettiva. Vediamo un albero e ci serviamo della parola albero per indicarlo, ma un poeta potrebbe guardare gli alberi perché gli suggeriscano nuove parole.‎

‎Vigorelli Amedeo‎

‎Il riso e il pianto. Introduzione a Schopenhauer‎

‎brossura‎

‎Rilke Rainer Maria; Rella F. (cur.)‎

‎Verso l'estremo. Lettere su Cézanne e l'arte come destino‎

‎br. Cézanne è stato chiamato da Peter Handke "maestro dell'umanità", titolo che gli compete pienamente a partire dall'insegnamento che dalla sua opera ha saputo trarre uno dei massimi poeti del secolo, R.M. Rilke. Cézanne è entrato in Rilke "come una freccia fiammeggiante" accendendo in lui "un incendio di chiaroveggenza" che lo ha accompagnato per tutta la vita e gli ha rivelato il senso ultimo dell'opera d'arte: il compito dell'artista di fronte a se stesso e al mondo. Senza questo incontro Rilke non sarebbe diventato Rilke. Senza l'"insegnamento" di Cézanne il nostro secolo non avrebbe conosciuto nulla della poesia, o meglio del pensiero, che ha preso forma nelle Elegie duinesi e nei Sonetti a Orfeo.‎

‎Finazzi Agrò E. (cur.); Pincherle M. C. (cur.)‎

‎La cultura cannibale. Oswald de Andrade: da Pao Brasil al manifesto antropofago‎

‎ill., br. Sul finire degli anni Venti del Novecento, Oswald de Andrade e alcuni intellettuali brasiliani utilizzarono il concetto di cannibalismo come metafora del rapporto fra culture. Questa raccolta di testi poetici e teorici ripropone la teoria secondo cui divorare l'arte, la lingua e gli stili di vita europei consente alla cultura colonizzata di riconoscere ed esprimere la propria differente identità rispetto ai colonizzatori. Mentre si fa sempre più urgente la necessità di ripensare i rapporti con il Terzo mondo, questo libro propone una via scandalosamente anomala: l'antropofagia.‎

‎Guglielminetti Marziano‎

‎Pirandello‎

‎br.‎

‎Cooper Artemis‎

‎Elizabeth Jane Howard. Un'innocenza pericolosa‎

‎br. L'immagine di Elizabeth Jane Howard è associata a quella della l'emme fatale: l'incedere altero, l'eleganza aristocratica che le donne di ricca estrazione riescono a esibire in ogni circostanza senza risultare fuori luogo. La sua infanzia fu tormentata dalla depressione della madre e dalle molestie da parte del padre, e da giovane cercò la propria emancipazione attraverso la carriera di attrice, ma vide il suo sogno infrangersi con il matrimonio e l'arrivo della guerra. Si diede quindi alla narrativa. Nei suoi romanzi, Howard rappresenta con precisione etologica e con la disinvoltura conferita da una lunga esperienza le dinamiche matrimoniali, le sottigliezze dei rapporti sentimentali, le sfumature e le contraddizioni dell'amore che solitamente si impiega un'intera esistenza a cogliere nella loro interezza. Eppure, se si guarda alla sua vita privata, è difficile cogliere tracce sia della sicumera sfoggiata nel portamento, sia della perspicacia riversata negli scritti. Il suo contegno era un paravento dietro il quale celare la propria profonda insicurezza, il suo sentirsi fuori luogo in ogni situazione, specialmente nei ricevimenti della buona società. La sua vita sentimentale fu un'infilata di matrimoni catastrofici - l'ultimo dei quali, il terzo, con Kingsley Amis - intervallati da legami sentimentali e avventure rapsodiche, rosicchiate dalla frustrazione, spesso umilianti. Mentre era in vita il suo lavoro di scrittrice venne adombrato e ostacolato dall'ego e dalle insistenti richieste degli uomini che le stavano accanto; solo di recente è stata riscoperta come una delle autrici più importanti del Novecento inglese, e i cinque volumi della saga dei Cazalet (da cui il produttore di Downton Abbey trarrà una serie tv) sono la sua opera più imponente.‎

‎Heller Ágnes‎

‎Breve storia della mia filosofia‎

‎brossura Ágnes Heller racconta il suo cammino filosofico, intrecciando lo sviluppo delle proprie idee alle sfide storiche e politiche del suo tempo (dai Gulag ad Auschwitz, dalla rivoluzione all'emigrazione). La storia del suo pensiero è presentata in quattro tappe: gli "anni dell'apprendistato", a lezione da György Lukács, prima e dopo la rivoluzione ungherese; gli "anni del dialogo", epoca di fermento, discussione e condivisione all'interno della Scuola di Budapest; gli "anni della costruzione e dell'intervento", caratterizzati dall'impegno politico durante l'esilio australiano; infine, gli "anni della peregrinazione", fra lezioni e conferenze in giro per il mondo, dopo la morte del secondo marito Ferenc Fehér. Un'avventura intellettuale che attraversa l'intero «secolo breve» e si confronta con il vortice dei suoi più scandalosi enigmi.‎

‎Durante Massimo‎

‎Potere computazionale. L'impatto delle ICT su diritto, società, sapere‎

‎br. Deleghiamo decisioni e compiti ad agenti artificiali, meccanismi d'apprendimento automatico, procedure algoritmiche, in breve, a sistemi computazionali. Tutto ciò non vuole portarci sulla Luna, rimpiazzare gli esseri umani con legioni di androidi, creare scenari fantascientifici à la Matrix o programmare la Macchina di "Person of interest". Si tratta di una rivoluzione del quotidiano: tanto più profonda, inosservata e diffusa quanto più investe la trama delle nostre abitudini e forme di vita. Come tutte le grandi rivoluzioni si radica nelle pratiche correnti. È a tale livello che i suoi effetti devono essere studiati e valutati secondo una precisa linea d'indagine: il potere computazionale, che l'alimenta, si esercita adattando il mondo e la sua rappresentazione al modo di funzionamento delle tecnologie digitali dell'informazione e della comunicazione. Così facendo, aspira a governare la società con la produzione di specifiche e nuove forme del sapere.‎

‎Woolf Virginia‎

‎Diario di una scrittrice‎

‎br. Nel 1941, dopo aver dato alla letteratura del Novecento alcune delle sue opere più belle, Virginia Woolf si toglie la vita annegandosi nel fiume Ouse. Nel 1958 Leonard Woolf decide di raccogliere in volume una selezione tratta dai diari della moglie, incentrata su tutto ciò che riguarda lo scrivere e la sua attività di romanziera e critica letteraria. Ne esce un testo affascinante e ricco di sfaccettature: nella sua quotidiana "mezz'ora dopo il tè" dedicata al diario, che considera al tempo stesso un modo per esercitarsi e un messaggio diretto alla se stessa di domani, la Woolf intreccia riflessioni legate ai testi che sta scrivendo o leggendo, appunti di carattere stilistico o strutturale, descrizioni di luoghi, amici ed eventi pubblici o privati, ma anche le amare considerazioni su un mondo lacerato dalla guerra, l'alternarsi tra sfiducia e orgoglio per il proprio lavoro e gli accenni alla tortura delle crisi nervose, sempre più frequenti col passare degli anni. A metà strada fra letteratura e vita, queste pagine offrono la rappresentazione penetrante di un'autrice simbolo e della sua epoca. Il volume raccoglie gli interventi critici di Valeria Parrella (su "Orlando"), di Elena Stancanelli (su "La signora Dalloway") e di Carola Susani (su "Gita al faro"). Prefazione di Ali Smith e Introduzione di Leonard Woolf.‎

‎Sloterdijk Peter‎

‎Il quinto «vangelo» di Nietzsche. Del miglioramento della buona novella‎

‎br. Come molte delle opere di Sloterdijk, "Il quinto 'Vangelo' di Nietzsche" ha fatto discutere per la sua tesi centrale, forte e quanto mai attuale. È il saggio in cui il filosofo fa i conti con Nietzsche, misurando la potenza della rivoluzione innescata da "Così parlò Zarathustra" nella filosofia e nella cultura europea. Lo "Zarathustra" è per noi il "quinto Vangelo". Il suo linguaggio marca in modo definitivo il passaggio a una nuova umanità. L'opera di Nietzsche fa deflagrare l'ultima sfera delle certezze dell'uomo moderno, proiettandolo in una nuova dimensione. In questo libro di rara bellezza, Sloterdijk mette al centro due domande abissali. La rivoluzione di Nietzsche riesce davvero a liberare l'uomo, a proiettarlo in una dimensione di apertura alla vita? E ancora, con pungente semplicità: Nietzsche è stato un uomo felice? Nelle risposte, l'emozionante confronto tra due personalità di statura enorme, ma diversa. Quella sempre politica di Sloterdijk e quella di Nietzsche, calata nell'individualità del genio. Postfazione di Gianluca Bonaiuti.‎

‎Dussel Enrique; Infranca A. (cur.)‎

‎Postmodernità e transmodernità. Sulla filosofia di Gianni Vattimo‎

‎br. Enrique Dussel, esponente dell'etica critica, fondatore della Filosofia della Liberazione, legge e commenta Gianni Vattimo, che ha inaugurato con il "pensiero debole" l'era del postmoderno. Quale pensiero abitare e quale mondo immaginare dopo il tramonto della modernità? Per Dussel è impossibile parlare del filosofo torinese senza tener conto del quadro storico del pensiero europeo, che gli permette di riconoscere parzialità e pregiudizi quasi connaturati in una filosofia che si è pretesa "centro" del mondo. Ecco perché alla fine del moderno annunciata da Vattimo, il filosofo della liberazione risponde con il concetto nuovo di "transmoderno", che mette a valore la posizione etica della "periferia" e delle vittime della globalizzazione: gli esclusi, gli sfruttati, gli emarginati, le culture altre. Un dialogo intenso, fra esponenti di correnti filosofiche diverse, per mettere in questione i luoghi comuni della nostra contemporaneità.‎

‎Giorello G. (cur.); Sinigaglia C. (cur.); Sindoni E. (cur.)‎

‎Il tempo tra scienza e filosofia‎

‎ill.‎

‎Hegel Friedrich‎

‎Lezioni sulla filosofia della storia. Vol. 1: La razionalità della storia‎

‎br. Un grande sistema filosofico coerente, forse l'ultimo così potente, un'essenza che penetra la storia. Il più grande pensatore moderno dell'Occidente svela il segreto razionale dell'accadere collettivo che entra nei libri del presente e del passato. La storia è lo svolgimento nel tempo della razionalità autoproducente del concetto. L'idealismo tedesco più maturo ha visto nel susseguirsi degli eventi storici, la forza del pensiero che penetra le epoche e le forgia. Hegel è uno dei filosofi che hanno segnato profondamente tutta la storia del pensiero occidentale. L'opera di Hegel dedicata alla storia è un classico cui ricorrere a maggior ragione in tempi di trasformismo dei valori, per tracciare una direzione negli eventi che sembrano sovrastarci.‎

‎Croce Benedetto; Audisio F. (cur.)‎

‎La filosofia di Giovanbattista Vico‎

‎brossura‎

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