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‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta di Alessandro Vi al recinto Leonino‎

‎Porta di S.Pellegrino tra i più antichi accessi alla città leonina nelle mura originali. Papa Alessandro VI, nel 1493, ne curò la ristrutturazione e la difese con due massicce torri merlate quadrangolari ai lati. Sul lato interno, oltre allo stemma del pontefice, è visibile una lapide a memoria dell’intervento. Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 24 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 24 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta di Sisto IV detta Arco di S. Anna‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 23 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 23 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Angelica‎

‎Porta Angelica, edificata da papa Pio IV nel 1563, nelle Mura Leonine, fu abbattuta nel 1890.Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 22 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 22 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Le Mura di Pio IV‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 21 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 21 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Veduta delle Mura Vaticane‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 20 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 20 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Fabbrica‎

‎Oggi scomparsa, Porta Fabbrica, alla sinistra del Colonnato di Piazza San Pietro, si apriva poco lontano da Porta Cavalleggeri.Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 19 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 19 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Gianicolense ora S. Pancrazio‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 17 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 17 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Portuensis, ora Portese‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 16 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 16 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Veduta di Porta Latina‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 12 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 12 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Asinaria‎

‎Bella e rara veduta di Porta Asinaria, nelle Mura Aureliane.Attraverso Porta Asinaria entrarono in Roma Belisario (536) e Totila (546) durante la guerra greco-gotica ed Enrico IV (1084) durante la lotta che lo contrappose a papa Gregorio VII. A seguito del progressivo innalzamento del livello del suolo circostante, la porta venne abbandonata e chiusa nel 1574 e sostituita dalla vicina Porta S. Giovanni che venne inaugurata l’anno seguente in occasione del Giubileo.Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 11 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 11 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Capuana ora S. Giovanni‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 10 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 10 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Prenestina Labicana ora Maggiore‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 8 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Plate 8 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Tiburtina ora S. Lorenzo‎

‎Bella veduta di Porta S. Lorenzo che costituiva uno degli ingressi nelle Mura Aureliane.Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 7 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione Plate 7 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Belisaria detta Pinciana‎

‎Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 4 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione Plate 4 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Sostruzioni al Monte Pincio detto Muro Torto‎

‎Inconsueta veduta del Muro Torto che era un antico muro di sostruzione del monte PincioDisegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 3 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione Plate 3 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎RICCIARDELLI Luigi (attivo 1830-1865)‎

‎Porta Flaminia ora del Popolo‎

‎Bella veduta di Porta del Popolo che lascia intravedere, al di là della porta, la chiesa di S. Maria del Popolo. Disegnata e incisa dall'architetto Luigi Ricciardelli, la tavola è la num. 2 della serie "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" edita a Roma nel 1832.L'opera, più che per l'effetto artistico, era apprezzata già dai contemporanei per il realismo dei disegni.Ecco come l'opera veniva presentata nel volume 74 della "Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura scienze ed arti" del 1834:"Chi ha avuto sott'occhio le vedute di Roma disegnate ed incise dal Piranesi forse non potrà in queste gustare l'energia d effetto di quelle non già perchè non vi si Vegga ugualmente espresso il vero ma perchè mancano del più piccante effetto che quel celebre incisore dar sapeva...Ma ritornando alle porte di Roma incise dal sig architetto Ricciardelli avendole egli delineate sul luogo siamo certi che saranno le più fedeli al vero E ciò essendo importantissima cosa, avrà egli sotto di quest'aspetto un diritto di preferenza a quelle il cui maggior pregio consistesse nella bellezza dell intaglio e non nella precisione della cosa come ora trovasi"Acquaforte, lievi fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione Plate 2 from the series "Vedute delle porte e mura di Roma disegnate ed incise all acqua-forte dall'architetto Luigi Ricciardelli" , Rome, 1832.Copper etching, occasional foxing, otherwise in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Altra veduta della piazza di S. Maria della Minerva‎

‎Splendida veduta della piazza della Minerva, nel rione Pigna. È visibile anche la cupola del Pantheon, sulla sinistra. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667). Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Chiesa di S. Giacomo con l'hospedale de gl' Incurabili su' la Via del Corso, architettura di Francesco da Volterra‎

‎La chiesa di S. Giacomo in Augusta fu inaugurata nel 1602, e fu sempre adibita come cappella maggiore dell'Ospedale S. Giacomo. Tra i più antichi ospedali sorti a Roma nel medioevo, quello di S. Giacomo situato tra Via dei Corso e Via Ripetta fu il terzo a sorgere, dopo quello di S. Spirito in Saxia e il secondo presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano. L'espressione "in Augusta" deriva dalla presenza, nelle vicinanze, del mausoleo dell'imperatore Augusto. L'ospedale sorse per cura degli esecutori delle ultime volontà del Card. Pietro Colonna defunto nel 1326, e fu detto degli Incurabili perché qui venivano curati i malati di sifilide che venivano respinti dagli altri ospedali. Nel '500 divenne Archiospedale ed ebbe per armi ed insegna l'immagine della beata Vergine Maria e dell'Apostolo S. Giacomo maggiore, pellegrino a Compostella, sotto i quali si aggiunge una carriola con l'infermo dentro, in atto di implorare pietà. E sotto la scritta: Fate l'elemosina a li poveri infermi dell'incurabili. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX.   L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna.  Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667).   Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta.   Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Magnifico esemplare, nel primo stato avanti il numero. Spedale di S. Giacomo was the third large Roman hospital to be founded after those of S. Spirito in Sassia and S. Giovanni in Laterano; it was built in 1339 by Cardinal Pietro Colonna to provide assistance to the pilgrims who entered Rome from nearby Porta del Popolo. It was known as S. Giacomo in Augusta because the neighbourhood was named after Augustus' mausoleum; in 1515 Pope Leo X officially named it Ospedale degli Incurabili because it focused on assisting those affected by a venereal disease which spread into Italy towards the end of the XVth century and for which no cure was found (later on it was called syphilis); the hospital had a mortuary chapel (S. Maria in Porta Paradisi) by Antonio da Sangallo. In 1583 Cardinal Antonio Maria Salviati promoted the reconstruction of the hospital and of its church along Via del Corso; the new buildings were designed by Francesco Capriani da Volterra and after his death in 1599 by Carlo Maderno, who in particular completed the façade added two small bell towers The hospital was almost entirely rebuilt in the XIXth century. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎FALDA Giovanni Battista (Valduggia, Novara, 1643; Rome, 1678)‎

‎Strada dalla Piazza di S. Marco alla Chiesa del Giesu' diretta et ampliata da N. S. papa Alesandro VII‎

‎Veduta della via oggi detta del Plebiscito, che collega piazza Venezia a piazza del Gesù. Un tempo era detta "via Papalis" in quanto costituiva parte della via che i cortei pontifici percorrevano in occasione della "presa di possesso" per recarsi dal complesso Vaticano a quello Laterano. La prospettiva della veduta è verso ovest, coi palazzi D'Aste e Gottifredi-Grazioli. All'angolo tra via del Corso e via del Plebiscito nel 1658 fu demolito un edificio che sporgeva nella via, e il cavalier Francesco d'Aste fece costruire l'elegante palazzetto che si affaccia su piazza Venezia. Alla fine dell'Ottocento il nome della via fu mutato in ricordo del plebiscito svoltosi il 2 ottobre 1870 per l'annessione di Roma all'Italia. Esemplare di primo stato, avanti la numerazione, tratto da Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. Opera in tre volumi, edita da Giovanni Giacomo de Rossi tra il 1665 e il 1669, illustra le fabbriche realizzate o ampliate durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, mentre il III si riferisce alle chiese restaurate dal pontefice Clemente IX. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma, con i suoi palazzi, chiese e giardini, secondo un progetto unitario di espansione urbana, in sintonia con i criteri del colto e raffinato Fabio Chigi: il papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Prima di allora l'incisione di veduta a Roma, che pure aveva prodotto numerose serie dì stampe da Etienne Dupérac a Giacomo Lauro, si era interessata principalmente alla ripresa della città antica. Bisognerà attendere proprio il completamento dei rinnovamenti urbanistici e delle realizzazioni architettoniche dei papi seicenteschi, per assistere alla diffusione di raccolte dedicate alla città moderna. Giovan Battista Falda ha contribuito, con la vasta serie di incisioni di vedute, a divulgare un'immagine della città di Roma legata alla magnificenza e munificenza dei Papi seicenteschi: città ricca di chiese, palazzi, giardini che si affiancavano ai resti del glorioso passato. L'incisore dedicò tutta la sua pur breve vita a creare, attraverso precise ed attente vedute prospettiche, piante e stampe su avvenimenti cittadini, canonizzazioni, ingressi di pontefici e reali stranieri, un grosso affresco unitario che celebrasse nel suo insieme la nuova grandezza raggiunta dalla Roma moderna, grazie soprattutto alla geniale e lungimirante opera di papa Alessandro VII Chigi (1655 - 1667). Dopo la morte del Falda, verrà pubblicato, sempre dalla tipografia De Rossi, Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, di Alessandro Specchi, edito nel 1699 e naturale prosecuzione della raccolta. Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Example in the first state, before the number, taken from Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna, sotto il felice pontificato di N. S. papa Alessandro VII. One of the most important architectural projects of the seventeenth century was the urban renovation of Rome. Under the brilliant leadership of Pope Alessandro VII (1655-1667), Rome dramatically emerged as one of the most modern and beautiful cities of the new Baroque age. Within several decades spacious roadways were constructed, monumental buildings arose, and many public squares appeared with elaborate fountains and monuments. To be sure, this massive undertaking was meant to underline the absolute power of the Papacy but it also brought forth a new flowering of Italian art and architecture.  The Nuovo Teatro was initiated in 1665 to depict the new Rome in a series of etchings. What it gave to future generations was a magnificent historical record of views etched by two of Italy's greatest architectural artists. The printing and publishing of these important etchings was entrusted to Giacomo de Rossi (1626-1691), the head of the most dominant Roman publishing house. ( Sons and nephews of de Rossi, in fact, continued the publishing house until 1738 when the business was sold to Pope Clement XII to form the basis of the Regia Calcografia.)  Altogether, four sets of Nuovo Teatro were created during the seventeenth century. Volumes one and two were both published in the year of 1665 and dealt mainly in views of the new piazzas, gardens, terraces and their surrounding buildings. Volume 3 was published in 1669 and concentrated upon the newly constructed churches of Rome. Every plate from the first three sets was both designed and etched by the influential architectural artist, Giovanni Battista Falda (1643-1678). For reasons unknown the fourth and final volume Il quarto libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore papa Innocenzo XII, (52 etchings) did not appear until 1699. It was published by Giacomo's successor, Domenico de Rossi, and featured views of the palaces and stately homes of Rome. Each plate was designed and etched by the famous architect and etcher, Alessandro Specchi (1668-1729).  Etching, printed on contemporary laid paper, with margins, in good condition.‎

‎Azelt Johann (1654 -?)‎

‎Barhaste abbildung de unnergleichlichen statt Rom…‎

‎Rarissima veduta panoramica della città da Monte Mario, edita a Francoforte da Johann Azelt verso la fine del XVII secolo. "In questa stampa gli edifici sono ben poco riconoscibili ed il Tevere segue un errato percorso sotto Trinità dei Monti, riproponendo un errore comune a molti panorami di quest'epoca editi nel nord Europa ed evidentemente copiati uno dall'altro.. Il prototipo iniziale per questa tipologia di panorami è identificabile nel panorama inciso da Israel Silvestre nel 1642" (cfr. Marigliani p. 199). Incisione in rame, in perfetto stato di conservazione. Rarissima. A very rare panoramic view of the city from Monte Mario, published in Frankfurt by Johann Azelt towards the end of the 17th century. In this print the buildings are hardly recognisable and the Tiber follows a wrong path under Trinità dei Monti, repeating an error common to many panoramas of this period published in northern Europe and evidently copied from one another. The initial prototype for this type of panorama can be identified in the panorama engraved by Israel Silvestre in 1642"(cf. Marigliani p. 199). Copper engraving, in perfect condition. Very rare. Marigliani, "Le Piante di Roma nelle collezioni private" p. 199, 104 (erroneamente attibuita).‎

‎MORTIER Pierre (1661 - 1711)‎

‎Veue dela Piazza del Popolo avec les nouvelles edifices dela ville de Rome‎

‎Esemplare tratto dal terzo volume del "Nouveau Theatre de l'Italie" pubblicato per la prima volta ad Amsterdam nel 1704/5, quale integrazione al progetto di Johannes Baeu, iniziato nel 1663, del grande "libro delle città" d'Italia. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da Rutgert Christoffel Alberts edita nel 1724/5. In questa edizione compaiono per la prima volta le vedute dei luoghi "moderni" di Roma, edite da Mortier ma inserite solo in questa edizione di Alberts.Le vedute, di grande formato sono molto ricche di particolari e particolarmente popolate di figure. Derivano da modelli presenti nell'editoria romana contemporanea. In particolare sono delle semplici derivazioni di opere edite tra la fine del XVII e il primo decennio del '700 da rtisti quali Alessandro Specchi, Tiburzio Vergelli, Matteo Gregorio de Rossi e dal fiammingo Wouters.Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Bibliografia: Cremonini pp. 83-90 Esemplare tratto dal terzo volume del "Nouveau Theatre de l'Italie" pubblicato per la prima volta ad Amsterdam nel 1704/5, quale integrazione al progetto di Johannes Baeu, iniziato nel 1663, del grande "libro delle città" d'Italia. Il grande successo dell’opera diede origine ad un’ulteriore ristampa, praticamente identica, curata da Rutgert Christoffel Alberts edita nel 1724/5. In questa edizione compaiono per la prima volta le vedute dei luoghi "moderni" di Roma, edite da Mortier ma inserite solo in questa edizione di Alberts.Le vedute, di grande formato sono molto ricche di particolari e particolarmente popolate di figure. Derivano da modelli presenti nell'editoria romana contemporanea. In particolare sono delle semplici derivazioni di opere edite tra la fine del XVII e il primo decennio del '700 da rtisti quali Alessandro Specchi, Tiburzio Vergelli, Matteo Gregorio de Rossi e dal fiammingo Wouters.Incisione in rame, in buono stato di conservazione. Bibliografia: Cremonini pp. 83-90‎

‎DUNKER Balthasar Anton (Halle 1746- Berna 1807)‎

‎Veduta della Chiesa di S. Pietro di Roma dalla parte di Ponte Molle…‎

‎Panoramo di Roma da Ponte Milvio, con la cupola di San Pietro. Acquaforte e bulino, 1776 circa, da un dipinto di Jacob Philip Hackert, datato 1776.L'opera è edita dal fratello di Hackert, Georg Abraham, che aveva una bottega calcografica in Roma a Piazza di Spagna. Le figure in primo piano sono incise da Giovanni Volpato, come dimostra la scritta in basso a destra "J. Volpato caelum applic. Romae".Magnifica prova, impressa su carta vergata cova, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.Opera non comune. Panoramo di Roma da Ponte Milvio, con la cupola di San Pietro. Acquaforte e bulino, 1776 circa, da un dipinto di Jacob Philip Hackert, datato 1776.L'opera è edita dal fratello di Hackert, Georg Abraham, che aveva una bottega calcografica in Roma a Piazza di Spagna. Le figure in primo piano sono incise da Giovanni Volpato, come dimostra la scritta in basso a destra "J. Volpato caelum applic. Romae".Magnifica prova, impressa su carta vergata cova, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.Opera non comune.‎

‎HALMA Franciscus (1653 - 1722)‎

‎Prospectus Palatii Farnesii, in habitati ab oratore Regisgallie, locorumque adiacentium‎

‎Splendida tavola, derivante dai disegni di Lievin Cruyl, per la prima volta pubblicata nel "Thesaurus antiquitatum Romanarum" di J. G. Graevius edita da Franz Halm e Peter van der AA tra il 1694 e il 1699. Esemplare tratto dall'opera "Beschryving van oud en nieuw Rome", di François Jacques Deseine edita ad Amsterdam nel 1704 da Franz Halm. Contariamente da quanto indicato da Bodart e confermato da Barbara Jatta nel suo saggio sul Cruyl, le incisioni sono le stesse.La serie è composta da quindici tavole, formate da più lastre o suddivise in due parti. La partte superiore è tratta da disegni del Cruyl, mentre quella inferiore da soggetti di Giovan Battista Falda. La tavola mostra nella parte superiore una bella e dettagliata veduta dell'area di Piazza Farnese, con due fontane gemelle ad opera di Girolamo Rainaldi, e la facciata principale dell'omonimo palazzo, sede dell'ambasciata di Francia. Da un disegno di L. Cruyl, come si legge sotto la didascalia.Nella parte inferiore della lastra, due vedutine raffiguranti la Barcaccia di Piazza di Spagna e Piazza del Popolo vista verso porta Flaminia, tratte da inicisioni di Giovanni Battista Falda.Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. A beutiful view From Beschryving van oud en nieuw Rome Written by François Jacques Deseine and published in Amsterdam by Franz Halm in 1704, in 2 vv.The plate shows in the top a beautiful view of Piazza Farnese and surrounding area. After a drawing by L. Cruyl.At the bottom of the plate, two insets depicting the Barcaccia in Piazza di Spagna, and Piazza del Popolo, after Giovanni Battista Falda.Etching and engraving, in very good condition. B. Jatta, Lievin Cruyl e la sua opera grafica, p. 161.‎

‎HALMA Franciscus (1653 - 1722)‎

‎Conspectus Basilicae D. Petri. Porticus ab Alexand. VII exstructae. Palatii Pontificii. Locorumque adjacientium, in Vaticano‎

‎Splendida tavola, derivante dai disegni di Lievin Cruyl, per la prima volta pubblicata nel "Thesaurus antiquitatum Romanarum" di J. G. Graevius edita da Franz Halm e Peter van der AA tra il 1694 e il 1699. Esemplare tratto dall'opera "Beschryving van oud en nieuw Rome", di François Jacques Deseine edita ad Amsterdam nel 1704 da Franz Halm. Contariamente da quanto indicato da Bodart e confermato da Barbara Jatta nel suo saggio sul Cruyl, le incisioni sono le stesse.La serie è composta da quindici tavole, formate da più lastre o suddivise in due parti. La partte superiore è tratta da disegni del Cruyl, mentre quella inferiore da soggetti di Giovan Battista Falda.La tavola è formata da due lastre: una superiore più grande, incisa da Jacob Baptist su disegno di Lievin Cruyl, che mostra una magnifica e dettagliata veduta della città del Vaticano vista dal Gianicolo, con il colonnato di piazza S. Pietro, da pochi decenni completato dal Bernini, voluto da papa Alessandro VII, le mura leonine e porta Cavalleggeri, il palazzo Pontificio.La lastra inferiore presenta due vedutine delle fontane gemelle di piazza S. Pietro e del cortile del Belvedere tratte da incisioni di Giovanni Battista Falda. Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. A beutiful view From Beschryving van oud en nieuw Rome Written by François Jacques Deseine and published in Amsterdam by Franz Halm in 1704, in 2 vv.The plate shows in the top a beautiful view of the Vatican and surrounding area. After a drawing by L. Cruyl.At the bottom of the plate, two insets depicting Piazza S. Pietro, and the Cortile del Belvedere, after Giovanni Battista Falda.Etching and engraving, in very good condition. B. Jatta, Lievin Cruyl e la sua opera grafica, p. 161.‎

‎HALMA Franciscus (1653 - 1722)‎

‎Prospectus Colossæi…Arcus Costantini Locorumq(ue) Adjacentium‎

‎Splendida tavola, derivante dai disegni di Lievin Cruyl, per la prima volta pubblicata nel "Thesaurus antiquitatum Romanarum" di J. G. Graevius edita da Franz Halm e Peter van der AA tra il 1694 e il 1699. Esemplare tratto dall'opera "Beschryving van oud en nieuw Rome", di François Jacques Deseine edita ad Amsterdam nel 1704 da Franz Halm. Contariamente da quanto indicato da Bodart e confermato da Barbara Jatta nel suo saggio sul Cruyl, le incisioni sono le stesse.La serie è composta da quindici tavole, formate da più lastre o suddivise in due parti. La partte superiore è tratta da disegni del Cruyl, mentre quella inferiore da soggetti di Giovan Battista Falda. La tavola è formata da due lastre: una superiore più grande, incisa su disegno di Lievin Cruyl, mostra un'ampia veduta prospettica che comprende il Colosseo, l'Arco di Costantino e le zone adiacenti.La lastra inferiore presenta due vedutine raffiguranti il complesso di S.Spirito in Sassia e dell'abisde esterna della Basilica di S. Pietro, tratte da incisioni di G. B. FaldaAcquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. From Beschryving van oud en nieuw Rome Written by François Jacques Deseine and published in Amsterdam by Franz Halm in 1704, in 2 vv.The plate shows in the top a beautiful view of the Colosseo and surrounding area, after a drawing by L. Cruyl.At the bottom of the plate, two insets depicting S. Spirito in Sassia and the external apse of the Basilica of St. Peter, after Giovanni Battista Falda.Etching and engraving, in very good condition. B. Jatta, Lievin Cruyl e la sua opera grafica, p. 161.‎

‎HALMA Franciscus (1653 - 1722)‎

‎Prospectus Basilicae S. Mariae Maioris restauratae a Clemente decimo…‎

‎Splendida tavola, derivante dai disegni di Lievin Cruyl, per la prima volta pubblicata nel "Thesaurus antiquitatum Romanarum" di J. G. Graevius edita da Franz Halm e Peter van der AA tra il 1694 e il 1699. Esemplare tratto dall'opera "Beschryving van oud en nieuw Rome", di François Jacques Deseine edita ad Amsterdam nel 1704 da Franz Halm. Contariamente da quanto indicato da Bodart e confermato da Barbara Jatta nel suo saggio sul Cruyl, le incisioni sono le stesse.La serie è composta da quindici tavole, formate da più lastre o suddivise in due parti. La partte superiore è tratta da disegni del Cruyl, mentre quella inferiore da soggetti di Giovan Battista Falda.La tavola mostra nella parte superiore una bella veduta della basilica di S. Maria Maggiore, incisa da un disegno di L. Cruyl, come si legge sotto la didascalia; nella parte inferiore della lastra, due vedutine raffiguranti la fontana antistante la basilica, e quella di S. Giovanni in Laterano, tratte da inicisioni di Giovanni Battista Falda.Acquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. A beutiful view From Beschryving van oud en nieuw Rome Written by François Jacques Deseine and published in Amsterdam by Franz Halm in 1704, in 2 vv.The plate shows in the top a beautiful view of the Church of S. Maria Maggiore,after a drawing by L. Cruyl.At the bottom of the plate, two insets depicting the fountains of S. Maria Maggiore and S. Giovanni in Laterano, after Giovanni Battista Falda.Etching and engraving, in very good condition. B. Jatta, Lievin Cruyl e la sua opera grafica, p. 161.‎

‎HALMA Franciscus (1653 - 1722)‎

‎Afbeelding van't Collegio de Propaganda Fide, of voortplantinge des geloofs‎

‎Bella veduta pubblicata nell'opera "Beschryving van oud en nieuw Rome", di François Jacques Deseine edita ad Amsterdam nel 1704 da Franz Halm, in 2 volumi.L'incisione è tratta da G.B. Falda.Acquaforte e bulino. In ottimo stato di conservazione. Antique print of the Collegio De Propaganda Fide in Rome, engraved after G. B. Falda for Beschryving van oud en nieuw Rome Written by François Jacques Deseine and published in Amsterdam by Franz Halm in 1704, in 2 vv.Etching and engraving, in very good condition.‎

‎HALMA Franciscus (1653 - 1722)‎

‎Prospectus Castelli Sancti Angeli sive molis Hadriani, et Locorum vicinorum‎

‎Splendida tavola, derivante dai disegni di Lievin Cruyl, per la prima volta pubblicata ne il "Thesaurus antiquitatum Romanarum" di J. G. Graevius edita da Franz Halm e Peter van der AA tra il 1694 e il 1699. Esemplare tratto dall'opera "Beschryving van oud en nieuw Rome", di François Jacques Deseine edita ad Amsterdam nel 1704 da Franz Halm. Contariamente da quanto indicato da Bodart e confermato da Barbara Jatta nel suo saggio sul Cruyl, le incisioni sono le stesse.La serie è composta da quindici tavole, formate da più lastre o suddivise in due parti. La partte superiore è tratta da disegni del Cruyl, mentre quella inferiore da soggetti di Giovan Battista Falda.La tavola è formata da due lastre: una superiore più grande, incisa su disegno di Lievin Cruyl, mostra un'ampia veduta panoramica con il ponte e Castel Sant'Angelo, il rione Borgo e la città del Vaticano.La lastra inferiore presenta due vedutine raffiguranti la fontana del Moro a piazza Navona, e la chiesa di S. Pietro in Montorio, al Gianicolo, tratte da incisioni di G. B. FaldaAcquaforte e bulino, in ottimo stato di conservazione. From Beschryving van oud en nieuw Rome Written by François Jacques Deseine and published in Amsterdam by Franz Halm in 1704, in 2 vv.The plate shows in the top a beautiful panoramic view Panoramic view of the Tibur river in Rome, with Ponte and Castel S.Angelo bridge, the Vatican City and Borgo in the background of the Foro Romano, after a drawing by L. Cruyl.At the bottom of the plate, two insets depicting the Fontana del Moro in Piazza Navona, and the church of S. Pietro in Montorio, after Giovanni Battista Falda.Etching and engraving, in very good condition. B. Jatta, Lievin Cruyl e la sua opera grafica, p. 161.‎

‎MONTAGU Dominique‎

‎Arc de Janus‎

‎Veduta tratta da "Les Plus Beaux Monuments de Rome ancienne" pubbliicata a Roma da Bouchard & Gravier - Komarek, nel 1761.Ricca ed elegante raccolta testuale e iconografica delle bellezze artistiche e architettoniche di Roma antica e moderna. Le grandi tavole ad ampi margini sono realizzate principalmente da Barbault; altri incisori delle tavole furono Montagu, Bouchard, Freicenet. Barbault si differenziò dal suo rivale artistico Giambattista Piranesi, scegliendo di rappresentare edfici ed antichi monumenti che Piranesi aveva raffigurato da angolazioni e punti di vista differenti, cosicché potesse colmare i vuoti iconografici che potevano trovarsi nei lavori dell'architetto.Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. Taken from « Les Plus Beaux Monuments de Rome ancienne », printed in Rome by Bouchard & Gravier - Komarek, 1761. The work is a rich and elegant textual and iconographic collection of the artistic and architectural beauties of ancient and modern Rome. The plates - often with wide margins - are mainly made by Barbault; other engravers on the plates were Montagu, Bouchard, Freicenet. Barbault differentiated himself from his artistic rival Giambattista Piranesi, choosing to represent buildings and ancient monuments that Piranesi had portrayed from different angles and points of view, so that he could fill the iconographic gaps that could be found in the architect's works.Copperplate, in very good conditions. Rossetti 755; Berlin Katalog 1897; Cicognara 3593.‎

‎Gommier Louis‎

‎Tabula Secunda quae Obelisci Caracallae sev Circi Castrensis ac Fontis Agonalis Prospectum a parte orientali ostendit‎

‎La Fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona a Romai, con l'obelisco centrale affiancato dalle effigi scolpite del fiume Gange a sinistra e del Nilo a destra.Incisa da Louis Gommier e stampata da Domenico de Rossi. SI tratta della coppia fatta pubblicare da Domenico de Rossi dell'incisione di Francois de Poilly, edita da Gian Giacomo de Rossi.Incisione in rame, in perfetto stato di conservazione. Rara. The fountain of the Four Rivers (Fontana dei Quattro Fiumi) on Piazza Navona in Rome, after Bernini, with the central obelisk flanked by the sculpted effigies of the Ganges river at left, and the Nile at right.Companion piece engraved by Louis Gommier in the early 18th century of the engraving by Francois de Poilly.Copperplate, with margins, perfect condition. Rare.‎

‎CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)‎

‎Farnesiorum palatium‎

‎Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicata da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo. Oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso le iscrizioni “Henri. Cliven. inven.” o “Henri Cliven pingebat”, che ne attestano la derivazione, ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno: alcuni lo collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, altri tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creava sia vedute topografiche sia paesaggi immaginari. Questi sono in stile italianizzante, raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica; alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono, quindi, usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe, secondo i disegni di van Cleve, furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus, pubblicata nel 1587, comprende 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata, ma fu, probabilmente, pubblicata nello stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee, non è chiaro chi abbia inciso questa serie.   La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione della n° 22. La firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor si vede solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie.   Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. Inven” or “Henri Cliven pingebat” on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve’s drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series.   H. van Cleve’s signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle’s signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print.   Engraving, good impression on contemporary laid paper, in very good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.‎

‎DUPERAC Etienne (1525-1604)‎

‎Vestigii duna porta de la Citta, chiamata Antichamente porta Nervia, hora detta Porta maggiore…‎

‎Veduta tratta dall'opera I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, pubblicata per la prima volta a Roma nel 1575 da Lorenzo Vaccari. Il volume consta di quaranta fogli tutti di tavole: il primo funge da frontespizio; nel secondo è ospitata la dedica a “Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa”. Étienne Du Pérac vi palesa le proprie intenzioni e in particolare sottolinea che “sarà dunque utile il libro […] et grato, et accetto agli studiosi dell’antichità per la diligenza che io ho usata in rappresentare fedelmente i residui della Romana grandezza”. Si affida poi all’ “autorità e virtù” del dedicatario perché possa favorire l’opera “bisognosa di molto lume” a causa dell’“oscurità dell’auttore”. In realtà, quando pubblica il libro, Étienne du Pérac è a Roma da oltre quindici anni, ed è noto se non altro per aver fornito la propria opera all’erudito veronese Onofrio Panvinio e aver dato alle stampe nel 1574 la pianta archeologica Urbis Romae Sciographia, ricostruzione topografica della Roma antica, cui sarebbe seguita, nel 1577, la pianta della Roma moderna, la Nova urbis Romae descriptio. Certo il mercato dell’editoria antiquaria era piuttosto affollato: nello stesso 1575 esce ad esempio per iniziativa di un altro francese, lo stampatore Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), con il quale peraltro lo stesso Du Perac collabora, la raccolta iconografica Speculum Romanae Magnificentiae, che riunisce, incise da vari artisti, molte più immagini de I vestigi, non seguendo un’impostazione topografica e non, limitandosi agli edifici antichi ma inserendone di moderni nonché un repertorio di statue. Qui Du Pérac, partendo dal Campidoglio, scandisce il suo itinerario in trentanove tappe: in calce a ogni pagina una didascalia di poche righe fornisce le informazioni essenziali sugli edifici e le rovine. Non si tratta però di raffigurazioni di singoli monumenti, né tanto meno di ricostruzioni ideali, ma di vere e proprie vedute: immagini di grande qualità, paragonabili a quelle edite nel 1551 dall’incisore fiammingo Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac o Duperac, nativo di Bordeaux o Parigi, si trasferisce presto a Venezia, dove apprende l’arte dell’incisione realizzando vari soggetti da Tiziano, principalmente per l’editore Giovanni Francesco Camocio. Arriva a Roma nel 1559 dove si dedica allo studio dell’architettura e delle antichità, con particolare attenzione alle opere di Michelangelo. A Roma conosce Onofrio Panvinio, archeologo ed antiquario, che lo influenza e lo introduce allo studio delle antichità romane. Come tutti gli artisti provenienti dal Nord Europa, rimane affascinato dalla maestosità delle rovine romane, decidendo di studiarle e raffigurarle. Le precedenti rappresentazioni dei monumenti di Roma, ad esempio quelle eseguite da Hieronimus Cock intorno al 1550, erano pittoriche ed arricchite da elementi di fantasia. La notevole importanza delle vedute di Roma del Duperac sta nel fatto che furono rappresentate con assoluta precisione archeologica e topografica, tanto da essere oggi studiate con grande attenzione dagli studiosi di archeologia, poiché spesso rappresentano monumenti e siti oggi andati perduti. L'opera ebbe ben 8 edizioni successive, alcune a cura della tipografia De Rossi. Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione. View taken from the work I vestigi dell'antichità di Roma raccolti et ritratti in perspettiva da Stefano Du Perac parisino, published for the first time in Rome in 1575 by Lorenzo Vaccari. The volume consists of forty plates: the first serves as a frontispiece; the second contains the dedication to "Giacomo Buoncompagni governator generale di Santa Chiesa". Étienne Du Pérac expresses his intentions and in particular emphasizes that "the book [...] will therefore be useful and grateful, and accepted by scholars of antiquity for the diligence I have used in faithfully representing the remains of Roman grandeur". He then relies on the "authority and virtue" of the dedicatee so that he can encourage the work "in need of much light" because of the "obscurity of the author". When he published the book, Étienne du Pérac had been in Rome for more than fifteen years, and was known, if only for having supplied his work to the Veronese scholar Onofrio Panvinio and for having printed in 1574 the archaeological map Urbis Romae Sciographia, a topographical reconstruction of ancient Rome, which would be followed, in 1577, by the map of modern Rome, the Nova urbis Romae descriptio. Certainly the market of antiquarian publishing was quite crowded: in the same year 1575, for example, another Frenchman, the printer Antonio Lafreri (Antoine Lafréry), with whom Du Perac also collaborated, published the iconographic collection Speculum Romanae Magnificentiae, which brought together, engraved by various artists, many more images than I vestigi, not following a topographical approach and not limiting himself to ancient buildings but including modern ones as well as a repertoire of statues. Here Du Pérac, starting from the Capitol, outlines his itinerary in thirty-nine stages: at the bottom of each page a caption of a few lines provides essential information about the buildings and ruins. However, these are not representations of individual monuments, nor ideal reconstructions, but real views: images of great quality, comparable to those published in 1551 by the Flemish engraver Hieronymus Cock. Etienne Du Pérac or Duperac, born in Bordeaux or Paris, soon moved to Venice, where he learned the art of engraving by making various subjects from Titian, mainly for the publisher Giovanni Francesco Camocio. He arrived in Rome in 1559 where he devoted himself to the study of architecture and antiquities, with particular attention to the works of Michelangelo. In Rome he knows Onofrio Panvinio, archaeologist and antiquarian, who influences him and introduces him to the study of Roman antiquities. As all the artists coming from Northern Europe, he remains fascinated by the majesty of the Roman ruins, deciding to study and represent them. The previous representations of the monuments of Rome, for example those made by Hieronimus Cock around 1550, were pictorial and enriched with fantasy elements. The remarkable importance of the views of Rome by Duperac lies in the fact that they were represented with absolute archaeological and topographical precision, so as to be studied today with great attention by scholars of archaeology, since they often represent monuments and sites now lost. The work had 8 subsequent editions, some by the De Rossi printing house. Copper engraving, in excellent condition. Robert Dusmenil, Peintre Graveur Francais, vol. VIII, pp. 92-99, 1-40; Reed & Wallace, Italian Etchers of the Renaissance & Barocque, p. 83,84.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Veüe et perspective du Château et pont St. Ange‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎La place Navone‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Veüe de la Place du Peuple en entrant dans la Ville de Rome‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Veüe et perspective de l'Eglise de S.te Marie de la Paix…‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Le Capitole restably par le Papes Innocent X et Alexandre VII…‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Saint Pierre du Vatican à Rome‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎AVELINE "il vecchio" Pierre (Pargi 1656 circa - 1722)‎

‎Veüe ed perspective de l'Eglise de Sainte Marie Majeure‎

‎Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara. Veduta della città edita a Parigi da Pierre Aveline, allivo di Gabrielle Perelle, dal quale riprende molto la maniera di incidere. Lastra nella tiratura di Pierre Crepy, databile circa al 1730.La veduta fa parte di una serie dedicata a tutte le città del mondo.Acquaforte, lievo restauri ai margini bianchi, nel complesso in buono stato di conservazione. Rara.‎

‎CLEEVE Hendrick van (Anversa 1524 - 1589)‎

‎Forum SS. Apostolorum‎

‎Veduta tratta dalla raccolta Ruinarum varii prospectus, ruriumque aliquot delineationes pubblicato da Philip Galle con incisioni tratte da disegni di Hendrick van Cleve o Cliven III. Figlio e allievo di William van Cleve, si trasferisce in Italia nella metà del XVI secolo; oltre ad un dipinto raffigurante una veduta di Roma, datato 1550, realizza un cospicuo numero di disegni che serviranno come modelli per l’opera incisa, realizzata al ritorno ad Anversa e pubblicata nel 1587. Le vedute, che raffigurano principalmente Roma ma anche altre città europee, recano in basso l’iscrizione “Henri. Cliven. inven." o "Henri Cliven pingebat" che ne attestano la derivazione ma non l'autografia. È certo che Hendrick viaggiò in Italia. Gli studiosi non sono d'accordo sui tempi del suo soggiorno, che alcuni collocano prima del 1551, anno in cui divenne maestro della Gilda, mentre altri lo collocano tra il 1551 e il 1555, data in cui si sposò. In Italia fece molti disegni di vedute di montagne, edifici e paesaggi urbani, che poi utilizzò nelle sue opere. Sulla base dei suoi disegni noti di città italiane, probabilmente trascorse del tempo a Roma, Firenze e Napoli. Hendrick van Cleve era un artista di paesaggio, creando sia vedute topografiche che paesaggi immaginari. I suoi paesaggi sono in stile italianizzante e tipicamente raffigurano ampie vedute con rovine che possono essere o meno interamente immaginarie. Le rovine sono di solito una compilazione di elementi caratteristici dell'architettura classica. Alcune sono basate su rovine esistenti che possono essere identificate, mentre altre sono costruzioni completamente di fantasia dell’artista. I disegni di Hendrik van Cleve furono quindi usati dai tipografi contemporanei di Anversa. Due serie di stampe secondo i disegni di van Cleve furono pubblicate dal famoso incisore ed editore Philips Galle. La prima serie, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus fu pubblicata nel 1587. Consiste di 10 tavole che raffigurano principalmente paesaggi pastorali immaginari con rovine. Hendrik van Cleve è menzionato come disegnatore su ogni stampa e Philip Galle come incisore. La seconda serie intitolata Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes non è datata ma fu probabilmente pubblicata intorno allo stesso periodo della prima. Le 38 stampe mostrano vedute mediterranee. Non è chiaro chi abbia inciso questa serie. La firma con il monogramma di H. van Cleve appare su tutte le 38 incisioni, ad eccezione dell'incisione n. 22 della serie. Anche la firma di Philip Galle appare su tutte le incisioni mentre quella di suo figlio Theodoor appare solo su una. Anche Hendrick van Cleve stesso potrebbe essere stato l'incisore della serie. Incisione al bulino, bella impressione su carta vergata coeva, in ottimo stato di conservazione. A nice view taken from the rare Ruinarum vari prospectus ruriumq. Aliquot delinationes. Hendrick van Cleve or Cliven III, son and pupil of William van Cleve, moved to Italy in the second half of the XVI century; besides a painting depicting a view of Rome (1550), he realized a considerable amount of drawing which he afterwards used as preparatory for the engravings he realized in Antwerp and published by Philip Galle in 1587. The views, whose main subject is Rome but there are also other European cities, bear the inscription “Henri. Cliven. inven" or "Henri Cliven pingebat" on lower part, which testify their origin, but not necessarily the fact that he realized them. It is certain that Hendrick travelled to Italy. Scholars disagree about the timing of his stay in Italy. Some place it before 1551, the year in which he became a master of the Guild, while others place it between 1551 and 1555, the date on which he got married. In Italy he made many drawings of mountain views, buildings and cityscapes, which he later used in his works. Based on his known drawings of Italian cities, he likely spent time in Rome, Florence and Naples. Hendrick van Cleve was a landscape artist. He created topographical views as well as imaginary landscapes. His landscapes are in the Italianising style and typically depict wide views with ruins that may or may not be entirely imaginary. The ruins are usually a compilation of characteristic elements from classical architecture. Some are based on existing ruins which can be identified. Others are completely fabricated constructions Hendrik van Cleve's drawings were used by contemporary printmakers in Antwerp as designs. Two series of prints after van Cleve's designs were published by the renowned engraver and publisher, Philips Galle. The first series, Regionem, rurium, fundormumq[ue], varii atove amoeni prospectus was published in 1587. It consists of 10 plates that mainly depict imaginary pastoral landscapes with ruins. Hendrik van Cleve is mentioned as the designer on each print and Philip Galle as the engraver. The second series entitled Ruinarum varii prospectus, ruriumq[ue] aliquot delineationes is undated but was likely published around the same time as the first one. The 38 prints show Mediterranean views. It is not clear who engraved this series. H. van Cleve's signature and monogram appear on all 38 engravings with the exception of engraving n.22 of the set which lacks the monogram. Philip Galle's signature also appears on all the engravings while that of his son Theodoor appears on engraving only. Hendrick van Cleve III may also have been the engraver as his monogram is present on the print. Engraving, with fine later hand colour, some paper fold perfectly restored, otherwise good conditions. Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, v.4, pl.170, n.1-38 and v.7, p.80, n.423-460.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Veduta del palazzo della Villa dell'Ecc.ma casa Altieri posta sopra il monte Esquilino Architettura di Gio. Antonio de Rossi‎

‎Bella veduta di Villa Altieri, nel cuore dell'Esquilino. La Villa, opera di Giovan Antonio De Rossi, fu realizzata intorno al 1660 come casa di villeggiatura per il cardinale Paluzzo Albertoni Altieri all’interno della vigna sull'Esquilino di proprietà della nobile famiglia. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ill.mo Sig.r Marchese Muti dietro Santi Apostoli‎

‎Facciata di palazzo Muti-Papazzurri su piazza della Pilotta. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Prospetto della meta' del didentro del cortile della curia romana. Architettura del cava.[li]er Carlo Fontana‎

‎Interno del cortile di palazzo Montecitorio, che dal 1696 fino all'Unità d'Italia fu sede della Curia Pontificia, detta anche Curia Innocenziana, da papa Innocenzo XII che ne affidò il progetto all'architetto Carlo Fontana.L'interno del cortile, è visto verso il lato sinistro del palazzo, confinante con via della Missione. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Altra veduta della facciata principale del palazzo dell'Eccellentis.ma casa Altieri, verso il Giesù Architettura di Gio. An‎

‎Facciata di Palazzo Altieri, su piazza del Gesù. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ecc.mo Sog.r Duca Bonelli nella piazza de SS Apostoli Architettura del Padre Domenico Paganelli‎

‎Bella veduta di Palazzo Bonelli-Valentini - attuale sede della Provincia di Roma. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ecc.mo sig.r duca di Nivers su la via del corso Architettura di diversi, nell'Anno 1695‎

‎Palazzo Mancini-Salviati Unito fu costruito nella seconda metà del Seicento per Filippo Giuliano Mancini, duca di Nevers e nipote del Cardinale Mazzarino. A metà del Settecento il palazzo fu acquistato da Luigi XV per l'Accademia di Francia, che vi risiedette fino al 1803, quando questa si trasferì a Villa Medici.Allora il palazzo passò al Granduca di Toscana, poi a Luigi Bonaparte, fratello di Napoleone ed ex re di Olanda, successivamente a Maria Cristina, regina di Napoli, quindi ai Salviati ed agli Aldobrandini, dai quali lo acquistò il Banco di Sicilia che tuttora vi risiede. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ecc.mo Sig.r duca Gaetani Architettura di Bartolomeo Amannat Fiorentino‎

‎Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo dell'Ecc.mo sog.r prencipe Chigi in piazza Colonna Architettura di Giacomo della Porta, è seguitato da Carlo Madern‎

‎Bella veduta di palazzo Chigi, sede del Governo Italiano.L'ampia veduta include sia la facciata su piazza Colonna che l'ala del palazzo rivolta su via del Corso Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Segue l'altra veduta per fianco del palazzo verso la piazza dell'Ecc.mo Sig.r prencipe di Pellestrina Architettura del Caval‎

‎Bella veduta di Palazzo Barberini alle Quattro Fontane, che costtituisce una delle sedi della Galleria Nazionale d'Arte Antica. Veduta tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views. Etching, in very good condition.‎

‎SPECCHI Alessandro (Roma, 1668 - Roma, 1729)‎

‎Palazzo de sig.ri D'Aste nella piazza di S. Marco architettura di Gio. Antonio de Rossi‎

‎Veduta di palazzo Bonaparte, già D'Aste Rinuccini, è un palazzo sito in piazza Venezia Tratta da Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, pubblicato da Domenico de Rossi nel 1699, come quarto libro a completamento del Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Libro primo (secondo, terzo) di Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). Una delle più belle raccolte di tavole sulla Roma barocca, alla cui rappresentazione si accompagna un intento celebrativo della politica papale. L'opera, infatti, aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine della città, con le sue chiese e i suoi palazzi. Dopo la morte di Giovanni Battista Falda (1643-1678) e per far seguito alla sua celebre opera sulle 'fabbriche', un quarto libro fu curato dall'architetto e incisore romano Alessandro Specchi (1668-1729) per descrivere le imprese edilizie volute da Innocenzo XII Pignatelli. A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche. Acquaforte, in buono stato di conservazione. View taken from Il quarto libro del nuovo teatro dei palazzi in prospettiva di Roma moderna, published by Domenico de Rossi in 1699, as the fourth book to complete Il nuovo teatro delle fabriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna. Book one (second, third) by Giovan Battista Falda (G. Giacomo de Rossi, 1665-1669). One of the most beautiful collections of plates on Baroque Rome, whose representation is accompanied by a celebratory intent of papal policy. The work, in fact, was intended to disseminate the new image of the city, with its churches and palaces. After the death of Giovanni Battista Falda (1643-1678) and to follow up his famous work on the 'fabbriche', a fourth book was edited by the Roman architect and engraver Alessandro Specchi (1668-1729) to describe the building enterprises commissioned by Innocent XII Pignatelli. Unlike Falda's engravings, these are engravings that place the buildings in their urban context in such a way that they not only describe their architectural structure but - with a scenario of carriages and horses, servants and masters, shopkeepers and servants - also suggest their social use. The result is a series of pictures of the city that anticipate the characteristic eighteenth-century views.   Etching, in very good condition.‎

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