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Ristori Annalisa
Firenze, covo d'invidia. Il canto dei suicidi di Dante Alighieri nell'ottica di Firenze
br. Il canto dantesco ripercorre la vicenda terrena di Pier delle Vigne, mettendo in luce gli aspetti che avvicinano, fino a coincidere in una perfetta osmosi, il personaggio dantesco e Dante stesso. Il poeta s'incarna in Pier delle Vigne, usa la lingua aulica di Piero, piena di artifici e preziosismi retorici-linguistici, vive la sua stessa fedeltà e lealtà, l'uno nei confronti del suo signore, l'imperatore Federico, l'altro verso la sua città, Firenze, fino all'avvilimento della calunnia e alla conseguente morte morale e fisica, nel caso di Piero. Il suicidio, il massimo dei mali dell'umanità, viene visto qui come la conseguenza naturale di un'onta che, di per sé, non potrà essere mai cancellata. "La meretrice" che abita nei palazzi, l'invidia, è il motore che conduce al dramma esistenziale di Piero e di Dante alla fine. Nella seconda parte del canto, affrontati gli scialacquatori, la scena finale si ferma su un suicida anonimo, di cui conosciamo solo la città natale: Firenze ed è Firenze, cui ritorna sempre la mente di Dante, la protagonista dell'ultima parte del canto.
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Gabriele Rossetti
La Beatrice di Dante. Ragionamenti critici
Opera tra le più importanti dell'esilio londinese di Gabriele Rossetti, La Beatrice ottenne vasta risonanza in patria per le rivelazioni dei messaggi esoterici sottesi alla Commedia. Apprezzata, in particolar modo da Giovanni Pascoli, insieme al "Comento analitico alla 'Divina Commedia'" del 1826-27, l'opera si basa sulla dimostrazione dell'appartenenza di Dante alla setta segreta detta dei Fedeli d'Amore, il cui fine era una riforma radicale della Chiesa nel senso della fine del suo potere temporale e della sua restituzione piena al regno della spiritualità. In quest'opera Gabriele Rossetti, grande e controverso dantista, si sofferma sulla figura di Beatrice, che rappresenta l'allegoria sia della «sapienza delle divine cose», sia dell'idea imperiale ghibellina. Autori: Gabriele Rossetti. Curatori: Maria Luisa Giartosio De Courten.
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Emilio Grollero
Passaparola. I suoni della mia terra
«Emilio Grollero, il griot di Laigueglia.» La parola in sé si potrebbe tradurre con “cantastorie”, o “bardo”, ma nella tradizione culturale di diversi popoli africani il griot è molto di più. Egli ha il compito di custodire e trasmettere i saperi antichi del suo popolo, di renderli perennemente vivi e utili. In questo senso Emilio è un griot. Le parole che ha sapientemente recuperato da un oblio sempre più desolante sono permeate di sapore antico fin dal suono che producono, e funzionano come una sorta di link che rimanda a un intero mondo di emozioni e conoscenze, o meglio, di «emozionante conoscenza». Sono parole lievi ma forgiate nella solidità della memoria profonda, delicatamente accompagnate dai disegni di Tiziana Boero. E contano sulla consapevole responsabilità di chi le leggerà per continuare a vivere e a far vivere un mondo ancestrale impregnato di valori e di allegra bellezza. Passate parola. Giuliano Arnaldi, Onzo. Autori: Emilio Grollero. Illustratori: Tiziana Boero.
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Mandel'stam Osip
Conversazione su Dante
brossura
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Valli Luigi
Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d'amore»
brossura Luigi Valli individua, in quest'opera monumentale, un codice esoterico comune alle produzioni "letterarie" di poeti come Dante, Cavalcanti, Guinizelli, Francesco da Barberino. Attraverso la decodificazione di un "gergo" iniziatico di cui pochi moderni avevano riconosciuto l'esistenza, egli dimostra che le diverse figure femminili cantate dai poeti del "dolce stil novo" corrispondono a un'unica Dama simbolica che rappresenta l'"Intelligenza trascendente". Formidabile è la quantità di materiale poetico presentato. Un testo fondamentale per comprendere Dante e la sua Divina Commedia.
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Pirandello Luigi
Scritti danteschi
brossura Questi scritti raccolti e presentati a distanza di cento anni dalla loro prima pubblicazione e praticamente inediti, ci mostrano un Pirandello attentissimo studioso dell'opera di Dante: dimostrano come il Maestro siciliano conoscesse alla perfezione le terzine dell'Alighieri. L'ultimo scritto, "La commedia dei diavoli" e "La tragedia di Dante", è il testo, riveduto e ridotto in forma di saggio, di una lettura tenuta da Pirandello in Orsanmichele il 3 febbraio 1916, pubblicato nella Rivista d'Italia (settembre 1918) e mai raccolto in volume. A mero titolo di esempio della profondità con la quale Pirandello affronta le Cantiche dantesche, e della meravigliosa "penna" con la quale riusciva a dare ai suoi pensieri forma esatta, compiuta e magistrale, egli scrive: «Vediamo per effetto del suo passaggio in mezzo all'eterno di questo mondo, a mano a mano destarsi una vita momentanea che la potenza dell'arte fissa in atteggiamenti eterni, e non pensiamo più che questo transitorio nell'eterno, divenuto per potenza d'arte a sua volta eterno, non è certamente per il poeta com'è per noi. Noi vediamo il fatto - così eternamente fissato - dov'egli vedeva e sentiva ancor nuova e calda la sua fattura; cioè, noi vediamo il sentimento del poeta - divenuto quasi realtà fuori di lui - consistere nella rappresentazione ch'egli ne ha fatto; ma questa consistenza con un carattere d'eternità che il sentimento oggettivato del poeta ha per noi, non poteva averla per lui che vedeva ancora invece l'atto del crearla a mano a mano che la materia gli consisteva dentro, quand'era ancora caldo quel sentimento momentaneo per cui, ad esempio, Farinata - proprio ora - in quel gesto gli si levava dall'arca «dalla cintola in su», o Francesca e Paolo gli s'appressavano al grido affettuoso per narrargli i loro dolci sospiri».
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Valli Luigi
La struttura morale dell'universo dantesco
brossura Questo volume raccoglie quanto dell'opera dantesca di Luigi Valli era ancora inedito o pubblicato su riviste, vi sono contenute le sue conferenze e i commenti a quattordici canti di Dante e le note integrative alla sua scoperta del segreto della Croce e dell'Aquila nella Divina Commedia. L'opera dantesca di Valli si estende dal 1904 fino al 1930; seguendo tale criterio il volume è diviso in due parti: la prima comprende i suoi scritti fino al 1922, quando egli scoprì le simmetrie della Croce e dell'Aquila; la seconda, che arriva fino al 1930, porta notevoli e nuovi integrazioni ai suoi volumi di esegesi dantesca. L'Appendice contiene due brevi scritti inediti trovati fra le sue carte che vengono pubblicati per la loro importanza. Con questo testo si vuole dare una visione d'insieme delle materie trattate dal grande studioso il quale dedicò la vita all'interpretazione degli scritti di Dante. Instancabile studioso e ricercatore, Valli traspare nella sua totalità di esperto assoluto delle allegorie dantesche proprio dagli scritti brevi e dalle fulminanti intuizioni. Di lampante e straordinaria profondità sono i capitoli dedicati proprio alla struttura morale dell'universo dantesco, della morte mistica nella Divina Commedia, sul "supercattolicesimo di Dante" e il parallelo tra "Ulisse e la tragedia intellettuale di Dante".
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Cesare Pirozzi
Il segreto di Dante. Un tentativo di guardare oltre il «velame delli versi strani»
Che la Commedia nasconda una chiave occulta di lettura, Dante stesso lo afferma nel Convivio, dove parla dei quattro sensi della scrittura, il più alto e nascosto dei quali è il senso anagogico, o sovrasenso: cioè il significato spirituale della parola. Che è segreto nella misura in cui non è esplicito; ma cessa di esserlo allorquando il lettore riesce ad entrare in sintonia con quella dimensione. Nella sua Commedia, infatti, Dante adombra un'avvincente esperienza interiore: un viaggio iniziatico dalla tenebra alla luce, nell'uomo ed oltre l'uomo, fino alla folgorante visione di Dio ed alla rivelazione di un Suo inaspettato volto femminile. E apre interessanti prospettive sul significato della tradizione alchemica e delle antiche vie iniziatiche; come pure sull'esoterismo cristiano, lo gnosticismo e il mistero dell'ordine templare. Da qui il senso e la ragione di questa ricerca, che non risponde ad una curiosità letteraria, ma a un bisogno esistenziale: quel "segreto" ci avvicina al senso più profondo della vita, alla tensione dialettica tra bene e male, alla possibilità di riscatto fino allo sbocciare di una vita nuova. Per Dante, come per tutti noi. Autori: Cesare Pirozzi.
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Annalisa Ristori
Firenze, covo d'invidia. Il canto dei suicidi di Dante Alighieri nell'ottica di Firenze
Il canto dantesco ripercorre la vicenda terrena di Pier delle Vigne, mettendo in luce gli aspetti che avvicinano, fino a coincidere in una perfetta osmosi, il personaggio dantesco e Dante stesso. Il poeta s’incarna in Pier delle Vigne, usa la lingua aulica di Piero, piena di artifici e preziosismi retorici-linguistici, vive la sua stessa fedeltà e lealtà, l’uno nei confronti del suo signore, l’imperatore Federico, l’altro verso la sua città, Firenze, fino all'avvilimento della calunnia e alla conseguente morte morale e fisica, nel caso di Piero. Il suicidio, il massimo dei mali dell’umanità, viene visto qui come la conseguenza naturale di un’onta che, di per sé, non potrà essere mai cancellata. “La meretrice” che abita nei palazzi, l’invidia, è il motore che conduce al dramma esistenziale di Piero e di Dante alla fine. Nella seconda parte del canto, affrontati gli scialacquatori, la scena finale si ferma su un suicida anonimo, di cui conosciamo solo la città natale: Firenze ed è Firenze, cui ritorna sempre la mente di Dante, la protagonista dell’ultima parte del canto. Autori: Annalisa Ristori.
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Luciano Regolo
Dante Sabinis sacerdote della gioia
È il racconto di una vita in grado di parlare ai cuori, quella di Don Dante Sabinis. Dall'infanzia a Stilo, cercando il Creatore nel Creato, agli studi romani, dal ritorno in Calabria all'esperienza sacerdotale, affrontata con incredibile intensità. Luciano Regolo che ne è stato figlio spirituale l'ha ricostruita con amore e gratitudine. Don Sabinis dal 1971 al 2006, anno della sua scomparsa, è stato parroco di Santa Teresa dell'Osservanza a Catanzaro, formando migliaia di bambini e giovani alla gioia cristiana. La passione per la liturgia, la chiesa e la famiglia, la sua e quella variegata composta dalle molte dei suoi parrocchiani, furono i "poli" di un'incredibile energia profusa anche all'interno della Curia catanzarese, come cancelliere, ruolo per il quale accolse San Giovanni Paolo II nella sua visita a Catanzaro nel 1984. Sino all'ultima pagina e oltre riecheggia il motto di don Dante: «Viva Gesù!». Autori: Luciano Regolo. Prefazione: Antonio Cantisani.
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Renzo Bragantini
Testi e vicende del Trecento. Letture ed esegesi di Dante, Petrarca, Boccaccio
Il libro nasce dal convincimento che non sia possibile proporre un'interpretazione plausibile di qualsivoglia testo, massime se si tratta di opere dei primi secoli, se non tramite un corpo a corpo con le sfide offerte dalla sua lettera, e con un esauriente chiarimento di essa. Ciò non significa indugiare esclusivamente su tale aspetto (che pure, per un autore medioevale, è primario); piuttosto quella premessa è la sola che, implicando in ogni sua stazione argomentativa un quadro necessariamente più ampio, permette a ognuno dei due movimenti di irrobustirsi vicendevolmente. I tre grandi protagonisti della letteratura trecentesca sono qui oggetto tanto di analisi ravvicinate, quanto di indagini di più ampia portata, quanto infine di questioni di metodo (commento ai testi, problemi testuali). Autori: Renzo Bragantini.
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Andrea Francesco Calabrese
La trinità in Dante. Dalla «Vita Nuova» alla «Divina Commedia»
Tutta l’opera di Dante è costellata dei segni della presenza trinitaria, centrale non solo nella cosmologia dantesca ma anche nella visione della natura, dell’uomo e dei ritmi della storia terrena. Questa presenza è talmente rilevante da influenzare la struttura stessa delle opere a partire dalla Vita nuova e fino al Paradiso. Una modalità trinitaria nel rapporto tra il mondo e Dio agisce a livello poeticoletterario e si manifesta, innanzitutto, nell’importanza che il numero, componente essenziale del simbolismo medievale, assume nelle opere di Dante. La nota insistenza dantesca, nell’ordinamento della Commedia, sul tre non è un fatto meramente numerologico, perché ha origini più profonde, collegandosi proprio alla teologia trinitaria medievale e risale già alla Vita Nuova, dove la sublimazione di Beatrice a «miracolo» ha la sua radice nella «mirabile Trinitade». Questa presenza del motivo trinitario è evidente, con modalità di volta in volta diverse, anche nelle altre opere di Dante, per cui, oltre che nella Vita Nuova, le tracce di una tematica trinitaria si rinvengono nel Convivio, nel De vulgari eloquentia, nel De Monarchia e ancora nelle Rime. Nella Divina Commedia il cammino di Dante attraverso i tre regni dell’aldilà troverà compimento proprio nella visione della Trinità alla fine del canto XXXIII del Paradiso. In questo itinerario la prima tappa è «imagine perversa» di Dio, perché l’Inferno dantesco è organizzato su una riconoscibile parodia trinitaria, mentre nel Purgatorio, dove le anime si purificano dall’amore che «corre al ben con ordine corrotto», le simbologie trinitarie sono espressione dell’uomo in cammino verso l’unità con Dio e anticipano quella che sarà l’atmosfera pienamente trinitaria del Paradiso. Autori: Andrea Francesco Calabrese, Vincenzo Crupi.
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Lodovico Castelvetro
Spositione a XXIX canti dell'«Inferno»
Assai distante dalla tradizionale prassi esegetica e soprattutto dalle diverse declinazioni dell'approccio landiniano realizzate nei XVI secolo, la Spositione di Lodovico Castelvetro da Modena (1505-1571) assume una fisionomia particolare riconducibile allo statuto intellettuale del suo autore. Filologo, grammatico, ma soprattutto critico severo alieno da ogni dogmatismo, Castelvetro matura un interesse per Dante contestuale al vaglio delle due massime autorità del Cinquecento, Pietro Bembo e Aristotele. Risolta nella Ragione (1559) e nella Giunta (1563) la questione della lingua della Commedia senza mettere in discussione l'appartenenza di Dante al canone volgare, al Modenese non resta che valutare il poema alla luce del vasto repertorio di norme desunte dal commento alla Poetica di Aristotele concluso nel 1567 a Lione, la terra che lo accoglie esule dopo la condanna per eresia. Ultimata proprio a Lione, e qui andata perduta nell'infuriare delle lotte tra cattolici e ugonotti (1567), la Spositione viene riscritta a Vienna tra il 1569 e il 1570 da un Castelvetro che, debilitato nel fisico e ormai prossimo alla morte, ne arresta la stesura al ventinovesimo canto agl'Inferno. Ma non è neppure da escludere che alla base dell'interruzione vi fosse l'urgenza di replicare all'Hercolano di Benedetto Varchi, a chiudere la storica polemica con l'acerrimo rivale Annibal Caro. Il metro di giudizio castelvetrino è la conformità delle terzine all'aristotelica verosimiglianza, intesa sia come coerenza interna della favola sia come suo adeguamento alle coordinate culturali e linguistiche del lettore. Il profondo scollamento con la cultura medievale che ne deriva, evidente nella riduzione della visio dantesca a mera questione di poetica, è desumibile dallo stesso repertorio di fonti con cui Castelvetro conduce la sua esegesi: si tratta di una variegata scelta di testi greci, latini e volgari con cui egli valuta la conformità del dettato tanto a ciò che è noto per tradizione - ad esempio la rappresentazione dei mostri infernali - quanto alle soluzioni lessicali, giudicate valide solo se garantiscono al lettore la comprensibilità del messaggio. L'edizione, condotta sul ms. autografo Deposito Collegio di San Carlo, F 2 1, della Biblioteca Estense Universitaria di Modena, sostituisce la princeps pubblicata alla fine dell'Ottocento per le cure di Giovanni Franciosi (Modena, Soliani, 1886). Il testo è accompagnato al piede da un apparato diviso in due fasce, una ecdotica e una esegetica, quest'ultima con segnalazione delle fonti, il cui indiscusso interesse ha indotto alla stesura di uno specifico. Indice in chiusura di volume. Autori: Lodovico Castelvetro. Curatori: Vera Ribaudo.
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Enrico Malato
Per una nuova edizione commentata delle opere di Dante
L'esegesi, con l'ausilio ora anche della "Edizione Nazionale dei Commenti danteschi", ha compiuto progressi enormi, con l'acquisizione di prospettive critiche nuove che stanno incidendo profondamente nella dantologia internazionale. Di qui l'iniziativa del Centro Pio Rajna di promuovere, collateralmente al "Censimento" e alla "Edizione Nazionale dei Commenti danteschi", una "Nuova Edizione commentata delle Opere di Dante ", che si propone di realizzare - entro il settimo centenario dantesco del 2021 - una nuova edizione, riveduta nei testi, alla luce delle edizioni critiche degli ultimi decenni, e rinnovata nel commento, cosi da offrire ai lettori di Dante in tutto il mondo un referente aggiornato e di sicuro affidamento. In questo saggio viene analiticamente ricostruito il quadro storico-problematico della tradizione e della interpretazione delle opere di Dante e si definiscono le linee del progetto srientifico-editoriale enunciato nel titolo. Autori: Enrico Malato.
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Autori vari
Dante fra il settecentocinquantenario della nascita (2015) e il settecentenario della morte (2021)
Questo volume non è soltanto una testimonianza memoriale, ma un contributo prezioso ad una puntualizzazione dello stato attuale degli studi danteschi e di quanto è stato fatto e si sta facendo per il loro progresso.
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Enrico Malato
Dante
Massimo poeta del Medioevo e di tutti i tempi, Dante si distingue per la sua straordinaria capacità di parlare alla coscienza e alla sensibilità del lettore moderno come nessun altro poeta o scrittore antico: e ciò, malgrado la tematica da lui assunta a materia di poesia sia tipicamente medievale, dunque legata a un quadro culturale, a un atteggiamento mentale, a un modo di sentire, quali non si saprebbe immaginare più lontani da quelli nostri di oggi. Per cercar di capire e dare una spiegazione in termini razionali e storici a questo che molti autorevoli e spesso severi critici del '900 - da E.A. Auerbach a E.R. Curtius, da A. Pagliaro a G. Contini - hanno definito il « miracolo » dantesco, non basta la lettura, pur fondamentale, dell'opera sua, ma è necessario ripercorrere un itinerario biografico e intellettuale a sua volta fuori dell'ordinario e per molti aspetti "miracoloso": è necessario indagare e ricostruire il cammino compiuto da Dante, dalle prime prove poetiche giovanili, nella Firenze ancora, sostanzialmente provinciale di fine '200, alle più impegnative elaborazioni dell'età matura, fino alla sublime realizzazione della Commedia. In questa prospettiva si è mosso l'autore del presente volume, che non nasconde per altro la sua ambizione di andare al di là dell'obiettivo primario di delineare un disegno - essenziale, ma non sommario - di Dante e della sua opera. Frutto, in realtà, di oltre un trentennio di ricerche e di studi, che hanno consentito l'acquisizione di novità importanti, di ordine biografico ed esegetico, in tema dantesco, questo lavoro si propone anche l'obiettivo di esibire i risultati di tali indagini incardinati nel profilo generale del personaggio, che ne risulta per molti aspetti, non marginali, meglio definito e illuminato. Di qui ancora l'attenzione a tutta una serie di problemi aperti, che ha lo scopo di offrire un quadro complessivo della problematica critica dantesca, parte della fisionomia del personaggio e componente non secondaria del fascino che continua, dopo settecento anni, a esercitare sulla fantasia dei suoi lettori. Nella convinzione che conoscere Dante (soprattutto avendone una conoscenza problematica) è la condizione necessaria e la premessa immancabile per amare Dante. Autori: Enrico Malato.
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Enrico Malato
Dante e Guido Cavalcanti: il dissidio per la «Vita nuova» e il «Disdegno» di Guido
Questa seconda edizione è arricchita di novità che approfondiscono il tema del complesso rapporto tra Dante Alighieri e Guido Cavalcanti, aggiungendo un nuovo contributo alla filologia dantesca. Le scintille tra i due poeti, sorte per una differente visione dell'amore (mezzo che stimola al cammino verso il divino per Dante, sentimento passionale travolgente per Guido), hanno ispirato entrambi in diverse composizioni. La tesi dell'autore lascia intravvedere nuove prospettive di studio del'opera dantesca. La "Commedia", infatti, potrebbe essere una sorta di elaborata risposta di Dante a Guido e, in questa prospettiva, alcuni passi rimasti oscuri fino ad oggi, troverebbero oggi una nuova possibilità interpretativa. Autori: Enrico Malato.
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Autori vari
Dante historiato da Federigo Zuccaro
Curatori: A. Mazzucchi.
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Autori vari
Chiose palatine
Curatori: Rudy Abardo.
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Vittorio Rossi
Tre inedite letture dantesche (Inf., XXI; Prg., V; Par. XII)
Autori: Vittorio Rossi. Curatori: M. Corrado.
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Giancarlo Mazzacurati
L'albero dell'eden. Dante tra mito e storia
Autori: Giancarlo Mazzacurati. Curatori: S. Jossa.
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Pasquale Stoppelli
Dante e la paternità del «Fiore»
Nella storia di tutte le letterature del mondo non esiste altra opera anonima a cui, a pari del Fiore, la critica filologica abbia attribuito tanti possibili autori. Questo testo in 232 sonetti, è stato riconosciuto a Brunetto Latini, Rustico Filippi, Cecco Angiolieri, Folgore da San Gimignano, Antonio Pucci e altri. Ma è Dante che ha calamitato l'attenzione dei filologi. In questo saggio la questione del "Fiore" viene affrontata nella sua complessità, alla luce di tutta la bibliografia critica prodotta dal 1881 a oggi. Il lavoro vuole dissociare definitivamente Dante dal testo del "Fiore". La proposta di un altro rimatore con titoli più solidi ad accollarsene la paternità, le osservazioni critiche sulla lezione del testo vulgato e l'invito a riconsiderare l'effettiva paternità di alcune rime oggi unanimemente riconosciute all'autore della Commedia sono risultati accessori di rilievo, ma tutto sommato secondari rispetto alla finalità di liberare uno dei più grandi poeti della storia dell'umanità del peso di un'opera che attribuita a un autore di secondo piano può risultare anche interessante, ma guardata dall'altezza di Dante risulta irrimediabilmente inadeguata. Autori: Pasquale Stoppelli.
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Autori vari
Dante poeta e italiano «legato con amore in un volume». Manoscritti e antiche stampe della raccolta di Livio Ambrogio. Catalogo della mostra di Roma
Curatori: L. Ambrogio, C. Oncina, E. Malato.
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Autori vari
Leggere Dante oggi. I testi, l'esegesi. Atti del Convegno-seminario di Roma, 25-27 ottobre 2010
Nel 2010 il convegno annuale del Centro Pio Rajna si è svolto presso la Casa di Dante in Roma. I lavori si sono svolti in stretta connessione con l'iniziativa varata dal Centro Pio Rajna, la "Nuova Edizione commentata delle Opere di Dante" su cui sono stati chiamati a pronunciarsi studiosi a vario titolo coinvolti. Dopo 700 anni di letture, indagini, scandagli esegetici, ricostruzioni storiche e critiche, esercitazioni in campo ecdotico ed ermeneutico più o meno libere, estrose, talvolta brillanti, a tutt'oggi la lettera del testo delle opere dantesche presenta varie e talvolta gravi incertezze. Di qui l'obiettivo della NECOD di offrire al lettore medio, anche specialista ma non solo, testi attendibili quanto possibile nella lezione, aggiornata alle acquisizioni più recenti della filologia dantesca; orientando il lettore nella selva delle proposte critiche stratificate nel tempo e offrendo una selezione di ciò che può ritenersi plausibile, contro altre ipotesi giudicate improprie o inattendibili. In questo modo il Centro Pio Rajna intende portare il proprio contributo in vista delle celebrazioni per il settimo Centenario della morte di Dante, nel 2021.
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Edward Moore
Studi su Dante
Fondatore della Oxford Dante Society (1876), instancabile esploratore di antichi codici danteschi, l'inglese Edward Moore (1835-1916) è un benemerito degli studi danteschi dell'Otto e del primo Novecento: curatore, fra l'altro, nel 1894, di un'edizione di "Tutte le Opere di Dante Alighieri nuovamente rivedute nel testo" - il cosiddetto Oxford Dante - che costituì per molti anni il testo di riferimento per tutti i lettori e gli studiosi del Poeta. Dopo l'ed. anastatica, con Postfazione di Bruno Basile, de "Gli accenni al tempo nella 'Divina Commedia'", apparsa in questa stessa collana nel 2007, si propone ora un'ampia scelta, in prima traduzione italiana, degli "Studies in Dante", che Moore pubblicò tra il 1896 e il 1917 (l'ultimo volume usci postumo). Si tratta di studi ancora oggi di assoluta importanza, come il fondamentale "Sacre Scritture e autori classici in Dante", corredato dal prezioso Indice delle citazioni; o i due saggi, complementari, che hanno per oggetto L'astronomia e La geografia di Dante; o ancora le pagine dedicate a Beatrice, l'ampia sistemazione delineata ne "La classificazione dei peccati nell'Inferno' e nel 'Purgatorio'", "L'Introduzione allo studio del 'Paradiso'", con altri non meno rilevanti. Un contributo fondamentale agli studi danteschi, ora per la prima volta fruibile in italiano, con ampia Introduzione di Bruno Basile. Autori: Edward Moore. Curatori: B. Basile, S. Grimaldi. Traduttori: F. Dall'Aglio, M. Grimaldi, V. Mauriello.
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Manlio Pastore Stocchi
Il lume d'esta stella. Ricerche dantesche
Il volume raccoglie tredici saggi, distribuiti in due parti: la prima dedicata a ricerche su aspetti fondamentali della propria cultura e della propria sensibilità di lettore che Dante mette in gioco e lascia percepire in ogni parte della sua opera complessa e bilingue; la seconda con proposte di letture di otto canti della "Divina Commedia", ognuno interpretato in costante riferimento ai suoi presupposti culturali e dottrinali, ma assumendo quale obiettivo primario l'individuazione e la definizione dei valori propriamente poetici. Queste pagine - nelle quali l'impostazione piana e didascalica dei discorso armoniosamente si unisce al rigore storiografico e critico intendono rivolgersi con eguale efficacia tanto agli specialisti quanto a ogni amatore della poesia dantesca. Autori: Manlio Pastore Stocchi.
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Brenda Deen Schidgen
Dante e l'Oriente
La materia orientale nell'opera dantesca, dopo essere stata affrontata nei primi decenni del Novecento in maniera sommaria o sbilanciata verso la ricerca delle fonti islamiche nella Commedia, viene ora riproposta in una prospettiva più ampia e articolata. Il volume indaga il significato della geografia dantesca, la concezione dell'Est, la critica nei confronti delle crociate, il problema dibattuto della salvezza dei popoli vissuti fuori dai confini del mondo cristiano, l'importanza dei mirabilia: dall'esame attento di tutti questi aspetti emerge una visione differente del rapporto di Dante con l'Oriente. La Commedia come una nuova crociata? Un pellegrinaggio con lo scopo di salvare l'Europa? Autori: Brenda Deen Schidgen. Curatori: Giuseppe Crimi.
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Luciano Canfora
Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante
Qual era il Cesare che Dante conosceva? Cosa vi ha aggiunto di suo? Come si concilia un tale impianto ideale incentrato sull'idea di impero con l'enfasi ammirativa riservata da Dante al nemico giurato di Cesare, Catone Uticense? Entrare in tale labirinto intellettuale e poetico è l'obiettivo di questo breve libro, che approda, non immotivatamente, ad una riconsiderazione del rapporto complesso e ammirativo di Dante nei confronti del mondo cosiddetto classico e soprattutto della grande cultura pagana. Autori: Luciano Canfora.
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Attilio Ferrari
Dante e le stelle
La poesia di Dante è trapunta di stelle. Il suo sguardo verso il cielo non è però soltanto quello di un poeta, ma è anche quello di un appassionato di astronomia, una delle discipline più alte nell'assiologia scientifica medievale. Un astrofisico e un umanista dialogano intorno alle immagini stellari nella poesia dantesca, che ancora oggi coinvolgono e appassionano i lettori, sebbene il sistema scientifico di riferimento sia totalmente mutato. Autori: Attilio Ferrari, Donato Pirovano.
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Franca Brambilla Ageno
Studi danteschi
Autori: Franca Brambilla Ageno.
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Roberto Tissoni
Il commento ai classici italiani nel Sette e nell'Ottocento (Dante e Petrarca)
Autori: Roberto Tissoni.
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Arturo Cronia
La fortuna di Dante nella letteratura serbo-croata
Autori: Arturo Cronia.
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Autori vari
Lectura dantis scaligera 2005-2007
Curatori: E. Sandal.
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Autori vari
Scritti su Dante
Il volume riunisce gli scritti di Vincenzio Borghini, storico e filologo, uomo di spicco della cultura fiorentina del secondo Cinquecento - oggi conservati in forma di abbozzi e appunti nella Biblioteca nazionale di Firenze, la Biblioteca Riccardiana e la Biblioteca Medicea Laurenziana - in cui lo studioso indaga l'opera dantesca, seguendo una rigorosa prospettiva filologica e una originale concezione linguistica. Borghini accoglie le sollecitazioni che gli provenivano dall'intenso e talvolta accanito dibattito letterario e poetico dell'epoca e non si sottrae ad alcuna polemica, anzi estende la sua valutazione critica agli scritti di Pietro Bembo e Girolamo Ruscelli, in aperto contrasto con il pamphlet contro la Commedia di Rodolfo Castravilla. L'introduzione al volume, oltre a illustrare i singoli testi che lo compongono, si propone di mettere in luce le intime ragioni e le circostanze della incompletezza degli scritti, apparentemente frammentari e dispersivi. Curatori: V. Borghini, G. Chiecchi.
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Luciano Gargan
Dante, la sua biblioteca e lo studio di Bologna
Nella "Commedia" i libri più amati dal poeta. Sulla biblioteca di Dante circolano ancora pesanti pregiudizi che vorrebbero farne una raccolta assai modesta, rispetto, ad esempio, a quella molto più ricca del Petrarca e ci si ostina a ripetere che, almeno nel periodo dell'esilio, Dante non poteva possedere molti libri a causa dei suoi continui spostamenti e degli scarsi mezzi economici a disposizione, dimenticando che, prima e dopo l'esilio, ogni città in cui egli soggiornò era in grado di fornirgli nuove opportunità di venire a contatto con i testi che lo interessavano. In mancanza di inventari antichi e di codici superstiti, questo testo si propone di ricostruire la biblioteca di Dante con Dante stesso attraverso una lettura mirata delle sue opere. Nella ricostruzione virtuale della biblioteca di Dante occupano un posto molto significativo il "Convivio" e il "De vulgari eloquentia", due libri scritti con i libri, dove Dante dimostra di poter attingere a piene mani a una gamma assai vasta di conoscenze (e quindi di testi letti e riletti) che era andato accumulando nel corso del tempo, mentre nella "Commedia" egli elabora in momenti successivi il canone di una propria biblioteca ideale, trasformando i suoi "libri peculiares" in personaggi che soggiornano all'interno del limbo, se poeti o filosofi pagani o formano le due corone di spiriti sapienti nel cielo del Sole, se teologi, mistici o dotti cristiani. Autori: Luciano Gargan.
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Autori vari
Lectura Dantis Scaligera 2009-2015
Negli ambienti accademici internazionali è da tempo consolidata la tradizione delle letture tematiche, organizzate dai più importanti istituti culturali e scientifici, e tenute dai massimi rappresentanti del mondo delle scienze umanistiche e non. Nel solco di questa prassi, l'importante Centro Scaligero di Studi Danteschi invita ormai da diversi anni i più autorevoli studiosi a tenere, presso la prestigiosa e storica Biblioteca Capitolare di Verona, delle lezioni pubbliche su un determinato tema dantesco, ogni anno differente e originale. Il volume contiene otto contributi che furono offerti agli ascoltatori nel periodo che va dall'anno accademico 2009-2010 a quello 2015-2016. Curatori: Ennio Sandal.
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Autori vari
Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo. Atti del Convegno internazionale (Roma, 7-9 novembre 2016)
Dopo il grande convegno-evento dell'ottobre 2015, dedicato a "Dante fra il settecentocinquantenario della nascita (2015) e il settecentenario della morte (2021)", con le connesse celebrazioni in Senato e il forum del maggio dello stesso anno, si è tornati a una dimensione più consueta con il convegno del 7-9 novembre 2016, dedicato alla produzione letteraria che si attivò "Intorno a Dante", coinvolgendo direttamente il poeta o subendone in qualche modo l'influenza. Il convegno si è proposto infatti di illuminare la figura e l'opera di Dante attraverso una estesa indagine sugli ambiti politici, storici e culturali entro i quali egli fu attivo e che ne ereditarono il magistero. Giovandosi dell'apporto di metodologie e discipline scientifiche differenti, si è inteso focalizzare l'attenzione sugli ambienti che, durante la vita di Dante e subito dopo la sua morte, si segnalano quali luoghi significativi di elaborazione di cultura e di pensiero, di circolazione di libri e idee, di forme letterarie nuove, che si comprendono pienamente solo in rapporto alla "lezione" del poeta. Entro questo quadro ampio e articolato, che tratteggia le linee fondamentali della civiltà italiana durante il sec. XIV, trova un suo spazio specifico anche la prima ricezione della Commedia, testimoniata da una notevole produzione di copie manoscritte, dalla tradizione dell'antica esegesi, anche figurata, dal fiorire di una ricca e variegata aneddotica, nonché da un importante episodio "iconografico": la recente riscoperta del prezioso Libro d'ore di Francesco da Barberino, creduto fino a non molti anni fa irrimediabilmente perduto, poi ritrovato e recentemente riprodotto in facsimile: il famoso Officiolo, miniato sotto l'attenta supervisione di Francesco, che sembra con ogni probabilità testimoniare la conoscenza non superficiale da parte del Barberino almeno dell'Inferno, di cui riecheggia talune particolarità (ad esempio la raffigurazione del Limbo). Ne risulta un volume particolarmente ricco di indicazioni e di spunti, che ben si colloca all'interno delle numerose iniziative mirate a segnare il cammino verso il traguardo del settimo centenario della morte di Dante, che si celebrerà nell'ormai prossimo anno 2021. Curatori: Luca Azzetta, Andrea Mazzucchi.
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Autori vari
Rivista di studi danteschi. Vol. 1
Rivista semestrale diretta da Luca Azzetta, Massimiliano Corrado, Enrico Malato, Andrea Mazzucchi, Maria Luisa Meneghetti, Donato Pirovano, Andrea Tabarroni.
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Autori vari
La critica del testo. Problemi di metodo ed esperienze di lavoro. Trent'anni dopo in vista del settecentenario della morte di Dante. Atti del convegno internazionale (Roma, 23-26 ottobre 2017)
Avvicinandosi i 30 anni dalla fondazione del Centro Pio Rajna (1988-2018), il Convegno, tenuto a Roma nei giorni 23-26 ottobre 2017, ha inteso offrire una riflessione aggiornata su studi, problemi e metodi della critica del testo, in ideale continuità con il fondante Convegno di Lecce del 22-26 ottobre 1984. Il sensibile sviluppo delle tematiche ecdotiche nell'ultimo trentennio, l'apporto sempre crescente della filologia materiale, il consolidato interesse verso le relazioni tra testo, paratesto e immagine, hanno suggerito l'opportunità di un bilancio sulle più rilevanti questioni di critica testuale. Giovandosi di un approccio multidisciplinare, il Convegno si è proposto dunque di illustrare significative problematiche, quali il rapporto tra edizione e lettore, le varie declinazioni della metodologia attributiva dei testi letterati, la stretta interrelazione con le discipline codicologico-paleografiche, linguistiche e storico-artistiche, nonché le nuove frontiere della informatica umanistica. Il progresso degli studi danteschi, negli ultimi decenni, e l'approssimarsi del Settecentenario della morte del Poeta (1321-2021) impongono poi di verificare quanto decisivo sia stato, nel rinnovamento degli statuti epistemologici della critica testuale, il contributo offerto dagli studi di filologia dantesca, che per l'eccezionalità degli oggetti analizzati come per l'alto valore degli studiosi coinvolti e la complessità delle problematiche affrontate hanno spesso costituito il punto di avvio per riflessioni e puntualizzazioni metodologiche di capitale rilievo. Negli interventi dei relatori si rileva infatti chiaramente quanto l'indagine sulla Textüberlieferung delle opere dell'Alighieri sia stata decisiva per la migliore definizione di cruciali questioni ecdotiche e nel rinnovamento delle prassi editoriali. Un volume che porta un contributo, si ritiene, non banale e non effimero ai moderni studi filologici, per un reale avanzamento della disciplina alle prese, all'alba del nuovo millennio, con sfide ecdotiche sempre più sottili e complesse. Curatori: Enrico Malato, Andrea Mazzucchi.
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Autori vari
Dante e la cultura fiorentina. Bono Giamboni, Brunetto Latini e la formazione intellettuale dei laici
Brunetto Latini e Bono Giamboni rivestono un'importanza cruciale nella fioritura della cultura letteraria fiorentina in lingua volgare durante la seconda metà del Duecento: fondamentale risulta infatti il loro apporto alla costruzione di quel paradigma retorico, filosofico e civile che avrebbe delineato l'orizzonte intellettuale laico e borghese entro cui si dispiegherà la prima formazione del giovane Dante. Il volume — frutto del lavoro congiunto di illustri studiosi italiani e stranieri — esplora e approfondisce proprio le traiettorie di questa circolazione del sapere in volgare nella Firenze di fine Duecento, allo scopo di ricostruire il milieu intellettuale del periodo e di indagarne il rapporto con Dante prima dell'esilio del 1302. Curatori: Zygmunt G. Baranski, Theodore J. jr. Cachey, Luca Lombardo.
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Pasquale Stoppelli
L'equivoco del nome. Rime incerte fra Dante Alighieri e Dante da Maiano
Nella critica dantesca è opinione consolidata che le prime esperienze di Dante rimatore siano avvenute nel segno di Guittone: lo proverebbero anzitutto i sonetti che il giovane Alighieri avrebbe scambiato con il suo omonimo Dante da Maiano, e attestati unicamente dalla "Giuntina di rime antiche", l'antologia dell'antica lirica toscana pubblicata dai Giunta a Firenze nel 1527. Tuttavia, le rime di corrispondenza con Dante da Maiano attribuite all'Alighieri dalla Giuntina, in particolare i due sonetti della tenzone del «Duol d'amore» (Qual che voi siate, amico e Non canoscendo, amico), evidenziano uno stile che è troppo simile a quello del Dante minore per non far sorgere il sospetto che siano una falsificazione di quest'ultimo al fine di accreditare sé stesso come corrispondente dell'autore della Vita nuova e della Commedia. E da un'indagine sistematica condotta col sussidio del corpus elettronico della nostra poesia dei primi secoli risulta che, oltre a quelle del «Duol d'amore», anche altre rime di impianto guittoniano riconosciute tradizionalmente come dantesche, in particolare Se Lippo amico e Lo meo servente core, potrebbero essere derubricate a dubbie, se non addirittura a spurie. Ne uscirebbe di conseguenza fortemente indebolita l'idea di un Dante giovanissimo che, prima di seguire la maniera di Guido Cavalcanti, avrebbe poetato nello stile di Guittone. I sei capitoli che costituiscono il libro, già pubblicati separatamente in veste di saggi autonomi, rappresentano la continuazione di una ricerca che ha prodotto nel 2011 un saggio dello stesso autore apparso nella medesima collana (Dante e la paternità del 'Fiore'). Lì, sulla base di riscontri stilistici stringenti, si ipotizzava che a scrivere il Fiore e il Detto d'Amore potesse essere stato Dante da Maiano e non l'Alighieri. Qui, oltre alle questioni di paternità di singole rime, l'interesse del volume è anche metodologico, ai fini di una riconsiderazione teorica dell'attribuzionismo letterario e delle pratiche filologiche che lo riguardano. Autori: Pasquale Stoppelli.
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Filippo La Porta
Come un raggio nell'acqua. Dante e la relazione con l'altro
Dante e Beatrice attraversano la luna senza scompaginarla, come un raggio di luce entra nell’acqua senza turbarla. Un’immagine che diventa il modello della relazione tra individui. Certo, Dante intende riformare l’umanità degenerata e combattere gli eretici, ma nella terza cantica ci consegna un’altra verità, più nascosta e apparentemente impolitica, racchiusa in quella abbagliante epifania lunare. Attorno alla sacralità e inviolabilità dell’altro vengono convocate alcune “guide novecentesche” (Stein, Arendt, Zambrano, Levinas), capaci di ispirare un modello di conoscenza non più fondato sul dominio, ma su una passività ricettiva. La “mitezza”, elogiata da Norberto Bobbio, ci ricorda che l’imperativo morale più alto non è tanto aiutare il prossimo quanto lasciarlo essere quel che è. In questa etica del rispetto – unico modo per dare realtà all’altro – sta la lezione sempre attuale di Dante, che dalla sua “distanza” giudica il nostro presente premendo su di noi con gli interrogativi più urgenti. Solo se ci accostiamo a lui come se la "Commedia" fosse stata scritta per noi, potremo ricavarne ragioni di vita. Autori: Filippo La Porta.
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Enrico Malato
Lo fedele consiglio de la ragione. Studi e ricerche di letteratura italiana
Autori: Enrico Malato.
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Annamaria Andreoli
Cose dell'altro mondo. Pirandello e Dante
Sul tavolo di lavoro degli artisti della parola c’è un libro sempre aperto, il libro che li accompagna per tutta la vita. La "Divina Commedia" segue Pirandello ovunque. Dante è il Poeta e il Padre della patria, il creatore della nostra lingua e il pellegrino nei regni dove i morti parlano. Nell’opera di Pirandello, moderno pellegrino nel regno misterioso della creatività artistica, parlano i personaggi. Personaggi che fanno ressa intorno all’autore: «alcuni... balzano davanti agli altri e s’impongono con tanta petulanza e prepotenza, ch’io mi vedo costretto qualche volta a sbrigarmi di loro lí per lí. Parecchi mi si raccomandano per aver accomodato chi un difetto e chi un altro». La scena è già vista nel Purgatorio (VI 5-9), quando i morti circondano Dante e cercano di sopraffarsi a vicenda, di scalzare il vicino per avere la meglio nel ricevere udienza. Dante «dalla calca si difende». Un vero assedio: «qual va dinanzi, e qual di retro il prende, / e qual da lato li si reca a mente / ...e questo e quello intende». In "Cose dell’altro mondo" assistiamo al faccia a faccia tra Pirandello e quel suo doppio d’eccezione che per lui è Dante, come emerge anche dalle note di commento che lo scrittore agrigentino ha steso di suo pugno in margine alla "Divina Commedia". Autori: Annamaria Andreoli.
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Autori vari
Settecentenario della morte di Dante (13-14 settembre 1321-2021). Atti della manifestazione celebrativa di Roma 8-9 settembre 2021
In occasione del Settimo Centenario della morte di Dante Alighieri, la Casa di Dante in Roma ha inteso dar vita, nei giorni 8 e 9 settembre 2021, a una manifestazione celebrativa che sia non soltanto un atto di omaggio formale, ma un concreto apporto all’onoranza solenne e insieme un contributo durevole alla definizione della figura, dell’opera, del “mito” di Dante, focalizzati nel tempo suo, nella prospettiva dello scorrere dei secoli, nella realtà del XXI secolo. Dove Dante mantiene una “presenza”, un fascino, una capacità di “presa” su lettori anche lontanissimi da lui, nel tempo e nello spazio, e per essi una vitalità, che si configurano come un aspetto tra i piú sorprendenti e suggestivi del personaggio. A tal fine, esclusa l’ipotesi del simposio ad ampio raggio, che avrebbe avuto scarsa possibilità di incidenza significativa in questo contesto, si è optato per un “focus”, momento e luogo di convergenza e di attenzione sul tema prescelto, che cerchi di fissare come in una “istantanea” un profilo criticamente definito dell’uomo, del poeta, del pensatore, còlto nel momento della scadenza settecentenaria della morte e fermato in un sobrio ma denso volume di Atti che resti come un medaglione commemorativo dell’evento. Perciò è stato definito un sommario di interventi, affidati a pochi relatori in grado di delinearlo con tratti essenziali, quale è affidato alla seconda parte del volume; nella prima, trovano posto gli interventi e i messaggi di saluto delle Autorità intervenute alla manifestazione. Un volume compatto, che vuole rendere un estremo omaggio al grande Poeta che ha saputo, come scrive Curtius, sovrastare con la sua statura i secoli.
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Giovanni Cerri
Dante e Omero. Il volto di Medusa
Autori: Giovanni Cerri.
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Pier Luigi Coda
Dante Alighieri, uno di noi. Memorie di una vita tra storia e leggenda
Attraverso gli appunti di un diario immaginario, rivissuto nell'ultima settimana di vita e documentato dalle opere e da qualificate fonti storiche, l'autore tratteggia la figura di Dante Alighieri, il poeta italiano più conosciuto e amato nel mondo. Ne esce fuori il ritratto di un uomo forte e vigoroso che non si è mai piegato alle ingiustizie subite e, nonostante i fendenti oltraggiosi del destino, ha amato, sognato, sofferto e lottato fino alla fine; se la vita lo ha sconfitto e deluso, le sue pagine immortali di sconcertante attualità vibrano ancora oggi con la freschezza e il fascino di una eredità poetica che non tramonta. Dante Alighieri è davvero uno di noi, e le annotazioni di questo block notes offrono a tutti i lettori di ogni età l'occasione per trovarlo o ritrovarlo come un vecchio compagno di scuola che avevamo dimenticato o di cui, forse, avevamo smarrito il ricordo per strada. Autori: Pier Luigi Coda.
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Antonio Catalfamo
Dante «Semimedioevale» e «Neo-Ghibellino». Società, cultura e «realismo figurale»
In occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, questo libro intende fare chiarezza sulla vita e sull'opera del «sommo poeta», soffermandosi su alcuni passaggi biografici fondamentali, intorno ai quali la critica precedente, anche nelle sue espressioni migliori, ha creato degli equivoci, oppure ha assommato inesattezze, in relazione alla posizione politica di Dante nella Firenze del suo tempo e nelle lotte che la dominarono, ai mutamenti radicali in essa intervenuti dopo la cacciata dalla città e nel corso del lungo esilio, durato fino alla morte, con l'approdo ad un «neo-ghibellinismo» tutto da definire nei suoi elementi caratterizzanti. Il volume approfondisce, inoltre, un contesto più ampio, rappresentato dal Medioevo, quale si manifestò, nei vari campi, a livello italiano e internazionale, individuando la collocazione specifica che in esso assunse Dante, tale da poterlo definire intellettuale «semimedioevale». Infine, l'autore sottopone ad un'analisi serrata il «realismo figurale» dantesco, quale si manifesta soprattutto nella Divina Commedia, passando in rassegna, in particolare, gli studi di Bruno Nardi, Erich Auerbac, Charles Singleton, Antonio Gramsci, e, da ultimo, Mario Alinei e Ugo Dotti, e indicando la presenza in essi di elementi critici da condividere e di altri da approfondire, rielaborare, precisare o, addirittura, contestare. Autori: Antonio Catalfamo.
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Pierfranco Bruni
L'impossibile pietà di Dante
Entrare nella cognizione del patire è un viaggio nel destino di Dante. Il patire è un partire alla ricerca della Luce. Va oltre ogni porto e supera il sottosuolo delle ombre. Questo libro di Pierfranco Bruni è un pellegrinaggio tra le voci e i segreti della filosofia e della Canzone di Dante. Sottolinea la necessità di superare il bene e il male cercando di convivere con una impossibile pietà. Una lettura che ha due riferimenti esistenziali e ontologici. Da una parte Nietzsche e dall'altra Maria Zambrano. Anche quando si tratta di argomentare linguaggi, come quelli del canto moderno, Pierfranco Bruni penetra il senso della verità delle "anime salve", che vagano nel regno di una drammatica Spoon River. Ma è l'impossibile pietà che domina tutto il contesto nel quale Bruni esplora i dettagli metafisici dell'Opera di Dante. La stessa pietà è un patire. Una lettura singolare e originale si compie in questo coinvolgente pensare. Porta sulla scena il naufragio, l'esilio, la compassione, il tragico, il perduto, la rinascita. L'impossibile pietà è il labirinto filosofico di un Dante poeta. Autori: Pierfranco Bruni.
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Bonicatti Maurizio
Note dantesche, e altre
br. I prestiti della tradizione occitanica e provenzale permeati nell'idioma ligure fra il XII ed il XIII secolo, sarebbero come una "preistoria" linguistica, per Dante; a prescindere dall'uso parlato, e tramite scritture letterarie della cultura trovadorica. La composizione di "Note dantesche" ebbe origine con il magistero di Alfredo Schiaffini: per il quale le "finzioni" versificate nella Commedia svelarono alla interpretazione analitica una verità mascherata sotto "'l velame" (come nella lettura pascoliana del Canto IX (63) dell'nferno).
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