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DESCARTES
MEDITATIONES DE PRIMA PHILOSOPHIA. MEDITATIONS METAPHYSIQUES.
Librairie Philosophique Vrin 1946, In-8 broché de 87 pages. Texte latin et traduction du Duc de LUYNES. Introduction et notes par Geneviéve LEWIS. Bon état.
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DESCARTES Rene
Les Meditations metaphysiques de Rene Des-Cartes touchant la premiere philosophie. Dedie'es a messieurs de Sorbone. Nouvellement divise'es par articles avec des sommaires � cost� & avec des renuois des articles aux Objections.
Paris: Michel Bobin & Nicolas Le Gras 1673. Hardcover. Third French Edition revised and corrected. 4to. pp. 38 754. Decorative initials and ornamental head pieces at the beginning of each chapter. Contemporary calf boards rubbed corners neatly restored re-backed including new hand sewn headbands. Original end papers are preserved but worn at the edges. Two names are written in a contemporary hand at the top of the title page 1 name is crossed out. Another name also crossed out is inscribed beneath the imprint; a small shelf number is written in the upper right corner. Pages are generally clean with occasional minor soiling and spotting. A narrow piece is missing from the upper margins of pp. 311-320 4 cm. long x 5-7 mm. deep - either from rough opening or from a manufacturing error; brown ink spot on fore-edge of text block; leaf T2 marked S2. Leaves remain untrimmed after last re-sewing. Descartes's "Meditations metaphysiques" was first published in Latin as "Meditationes de prima philosophia" 1641. The first French edition printed in 1647 was produced by the Duc de Luynes under Decartes supervision. De Luynes translated the first part and Claude Clerselier the second. The "Meditations" offer the most detailed presentation of Descartes metaphysical system. Tchemerzine IV p.201-202; Brunet I 609; Querard 758. <br/><br/> Michel Bobin & Nicolas Le Gras hardcover
书商的参考编号 : 000221
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DESCARTES Renato.
Meditazioni Metafisiche.
ed estratti dalle Obbiezioni e risposte. A cura di Paolo Serini. Brossura editoriale a stampa, pp. 184, in 8°
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DESCARTES RENE.
DISCOURS DE LA METHODE SUIVI DES MEDITATIONS METAPHYSIQUES
FLAMMARION. 1925. In-8 Carré. Broché. Bon état. Couv. convenable. Dos satisfaisant. Intérieur frais. 467 pages LES MEILLEURS AUTEURS CLASSIQUES
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DESCARTES RENE.
DISCOURS DE LA METHODE SUIVI DES MEDITATIONS METAPHYSIQUES
FLAMMARION. 1937. In-8 Carré. Broché. Etat d'usage. Couv. légèrement passée. Dos satisfaisant. Intérieur frais. 467 pages LES MEILLEURS AUTEURS CLASSIQUES
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Descartes, René
Discorso sul Metodo
Mm 140x210 Collana "Classici della filosofia con testo a fronte". Volume nella sua brossura originale, L + 110 pagine. Opera in ottime condizioni. Testo in francese a fronte. Spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine.
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DESCHOUX MARCEL, GAGEY JACQUES, BIGLER PIERRE
ITINERAIRE PHILOSOPHIQUE (IV), PHILOSOPHIE DERNIERE (METAPHYSIQUE)
PUF. 1965. In-12 Carré. Broché. Bon état. Couv. convenable. Dos satisfaisant. Intérieur frais. 200 pages. Collection 'Lysis'.
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Desideri Fabrizio
Forme dell'estetica. Dall'esperienza del bello al problema dell'arte
br. Una mappa concettuale, chiara e originale dell'estetica come disciplina filosofica di frontiera. La prima parte è dedicata all'esperienza del bello attraverso un'analisi delle tematiche della percezione e del dell'emozione giudizio estetico. La seconda parte affronta il problema dell'arte e risponde a sfide teoriche sollecitate dall'oggi. Nell'epoca della svolta multimediale e della diffusione delle tecnologie digitali è ancora possibile parlare di unità dell'arte? Come riconosciamo un'opera d'arte? In che rapporto sta la fruizione delle opere artistica con la nostra più generale esperienza? Quale relazione è ancora pensabile tra finzione artistica e realtà?
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Desideri Fabrizio
Il fantasma dell'Opera. Benjamin, Adorno e le aporie dell'arte contemporanea
brossura
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Desideri Fabrizio
Il passaggio estetico. Saggi kantiani
br. Un'acuta rilettura dell'estetica di Kant, che vede nella "Critica della facoltà di giudizio" la più attuale tra le sue opere. Tale attualità riguarda il modo con cui Kant affronta l'"immenso abisso" che divide l'ambito teoretico-conoscitivo della filosofia da quello etico-pratico. Come superare l'impasse? Come non rimanere paralizzati dalla fascinosa potenza di tale immagine? Come non rassegnarsi ad una scissione tra l'agire e il conoscere, tra l'essere cittadini del mondo e investigatori del cosmo? La mossa kantiana sta, per l'autore, nel convertire l'immagine dell'abisso nel problema di attraversare comunque il confine che separa i due ambiti. Alla libertà e alla contingenza del giudicare riflettente spetta l'attraversamento del confine.
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Desideri Fabrizio
La misura del sentire. Per una riconfigurazione dell'estetica
brossura Con ventiquattro saggi, articolati in sei quartetti, l'autore propone un'originale ricerca tesa ad una riconfigurazione del campo concettuale dell'estetico, nel suo necessario intreccio con gli altri domini del discorso filosofico (dall'ontologia all'etica, dalla metafisica alla filosofia della mente). Mentre nella prima parte ("La misura della mente") il tenore degli scritti è teorico, seguendo una scansione logico-tematica che dalla meta-filosofia giunge all'estetica passando per la teoria della coscienza, nella seconda ("Lo spazio del sentire") il tenore è quello di un dialogo con i classici (da Kant a Wittgenstein, da Novalis a Benjamin, da Adorno a Valéry) che contempera urgenza teoretica e analisi testuale. Più che in una chiave tematica l'unità del libro, nei due tempi di cui si compone, è da cercarsi in una chiave musicale: nel ritmo del ricercare un modus del pensiero e della sua espressione. Nella consapevolezza che la misura della mente non può essere un criterio puramente interno, dovendo misurare, nella sua esteriorità, quello spazio del sentire dal quale, con l'emergere di un'attitudine estetica, si sviluppa una mente simbolica.
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Desideri Fabrizio; Cantelli Chiara
Storia dell'estetica occidentale. Da Omero alle neuroscienze. Nuova ediz.
br. Questa storia dell'estetica occidentale, la più completa disponibile in lingua italiana, dal solido impianto storico-critico e ricca di informazioni, è destinata agli studenti delle università e delle accademie, agli insegnanti e a un pubblico colto in genere. Si presenta ora in una versione radicalmente rinnovata, alla quale hanno collaborato giovani e affermati studiosi come Andrea Mecacci e Mariagrazia Portera. Il primo con nuove significative voci novecentesche della riflessione estetica (da Michelstaedter a Gramsci, da Ortega y Gasset a María Zambrano, da Dorfles a Bense) e con filoni del dibattito contemporaneo, come la Everyday Aesthetics. La seconda con voci significative dell'estetica moderna (da Hogarth ad Alison per il Settecento; da Marx ed Engels a Emerson e Thoreau per l'Ottocento) e contemporanea (con un articolato aggiornamento sulle nuove frontiere della ricerca estetica nell'ambito delle neuroscienze, delle scienze cognitive e della psicobiologia).
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Desideri Fabrizio; Mecacci Andrea
Estetica contemporanea. Dalle filosofie della crisi alle culture postmediali
br. Il volume è il primo esauriente e dettagliato profilo dell'estetica contemporanea disponibile in lingua italiana. Destinato a docenti e studenti delle università e delle accademie, agli insegnanti e a un pubblico colto, si caratterizza per l'ampiezza dei temi affrontati e la ricchezza delle informazioni: dal pluralismo delle estetiche novecentesche agli scenari attuali, tra arti performative e cultura visuale. Insieme a un rinnovato affresco dell'estetica del Novecento nelle sue diverse articolazioni (dalle filosofie della crisi alla fenomenologia, dalla teoria critica al post-strutturalismo, dalle ontologie analitiche alle semiotiche dell'arte), il testo offre una mappa aggiornata del dibattito estetico- artistico contemporaneo: dalla Everyday Aesthetics alle estetiche ecologiche, dalle estetiche visuali e post-mediali al rapporto tra estetica, psicologia evoluzionistica e neuroscienze, dal nesso tra estetica e scienze umane alle grammatiche dei linguaggi artistici propri della contemporaneità. In sintesi: un libro indispensabile per orientarsi nel complesso panorama attuale dell'estetica e della filosofia dell'arte.
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Dessoir Max; Utitz Emil; Panofsky Erwin; Pinotti A. (cur.)
Estetica e scienza generale dell'arte. I concetti fondamentali
br. "Bello!". Con questa esclamazione volentieri le persone esprimono la propria reazione di fronte a un quadro che le colpisce, a una melodia che le seduce, a un tramonto che le emoziona. E se non fosse "bello"? Se quel che le persone provano fosse piuttosto sublime, tragico, comico, grazioso o addirittura brutto? E quel che provano è la stessa esperienza di fronte alla natura e all'arte, nella vita di tutti i giorni e nei momenti invece dedicati alle opere? Contro il monopolio del bello a favore di una pluralità delle categorie che descrivono le molteplici qualità dell'esperienza estetica, contro la confusione tra estetica e teoria dell'arte e per una indagine rigorosa dei rispettivi ambiti si sono sollevate, agli inizi del Novecento, le voci di Max Dessoir e di altri teorici (Utitz, Wind, Panofskyl di quel movimento chiamato "Estetica e scienza generale dell'arte", che ha scritto un capitolo cruciale della cultura filosofica contemporanea.
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DESTUTT TRACY.
Principi logici e memoria inedita sulla metafisica di Kant.
In 16°(158x100); pagg. 246. Mezza pelle coeva con angoli, titolo in oro su tassello verde al dorso, con fregi; tagli gialli. Bell'esemplare che presenta una lieve brunitura delle carte.
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Deussen Paolo
Gli elementi della metafisica – prima vrsione italiana ( sulla quarta tedesca ) con introduzione di Luigi Sauli
Ottima copia gr 600
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DEVAUX Pierre
L'avenir fantastique.
Denoël. 1942. In-12. Broché. Bon état, Couv. convenable, Dos abîmé, Intérieur bon état. 238p. Petit manque en dos.. . . . Classification Dewey : 110-Métaphysique
书商的参考编号 : ROD0030735
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Dewey John; Cecchi D. (cur.)
Esperienza, natura e arte
br. Il saggio, del 1925, costituisce un'agile ed esaustiva introduzione ai temi dell'estetica di John Dewey, che troveranno sviluppo in "Arte come esperienza" (1934). I temi fondamentali dell'estetica di Dewey sono: il recupero dell'esperienza nell'arte; l'esteticità diffusa dell'esperienza ordinaria; il valore "vitale" dell'estetico; la relazione tra dimensione cognitiva e dimensione estetica dell'esperienza. Il saggio non offre solo un accesso immediato all'estetica di Dewey - oltre a essere l'unico suo saggio di estetica non disponibile in italiano: una prima traduzione degli anni '70 è da tempo fuori catalogo - ma è anche il saggio in cui Dewey pone maggiormente l'accento sull'intreccio tra strumentalità dell'agire umano e godimento estetico: ne emerge l'immagine di un soggetto che, mentre trae piacere dall'esperienza che fa, seleziona le competenze necessarie a una più stretta interazione con l'ambiente; parallelamente l'attività artistica è pensata come momento di apprendimento e di costruzione di modelli di conoscenza.
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Dewey John; Matteucci G. (cur.)
Arte come esperienza
br. "Arte come esperienza" costituisce uno dei maggiori contributi della cultura angloamericana all'estetica del Novecento. In quest'opera Dewey non si limita a elaborare una filosofia dell'arte come disciplina specialistica. Emerge qui un nuovo paradigma per l'esperienza in generale, individuato nell'estetico quale ordine di perfezionamento e compimento delle istanze sensoriali ed emotive dell'uomo. Ne deriva una concezione attenta a cogliere e vagliare criticamente le fitte relazioni dell'arte e dell'estetico sia con le dinamiche esperienziali sia con le realtà sociali che le alimentano. Dewey mette così a fuoco motivi di crisi della cultura contemporanea, delineando l'impalcatura di un'antropologia nutrita anche dai frutti delle rivoluzioni artistiche primonovecentesche. Questi caratteri hanno reso "Arte come esperienza" un classico per le riflessioni sull'esperienza estetica, illuminante per importanti artisti, da Josef Albers a Mark Rothko, e oggi ancora al centro dell'attenzione in vari ambiti cruciali del dibattito filosofico.
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Dezza Paulus. (S.I.)
Metaphisica Generalis. Praelectionum Summa ad Usum Auditoium.
Romae,Universitatis Gregorianae, 1958. In 8°pp. 338n. bross. editoriale.
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Di Benedetto Francesco
L'anima e la matematica
br. Da più d'un secolo svariate filosofie della matematica ne indagano il carattere privilegiato di scienza esatta, riconducendola per lo più alla logica, rifugiandosi nel mondo delle idee. Questo libre propone di "rovesciare il telescopio" e restituire la matematica all'anima: quella stessa anima che crea la musica, inventa il mito, e definisce la legge plasma infine la scienza per eccellenza. "Tutti siamo uguali di fronte a qualcosa che noi stessi, e da noi stessi, abbiamo creato, dando alla nostra uguaglianza la forma di numeri e figure". In un'antologia di episodi che va dai pitagorici a Dedekind da Teeteto a Cantor, la matematica racconta sé stessa come liberamente generata dall'anime umano, pur rimanendo certa, immutabile, universale. L'autore sceglie il suo Virgilio: leggende Platone con occhi matematici, lo allontana dall'interpretazione scolastica che vede in lui l'architetto dell'Iperuranio. Dichiarato omaggio a Imre Toth, il saggio ne perpetua l'esempio di filosofia militante nel suo ribadire l'importanza politica di difendere il legame tra l'anima e la matematica: "Numeri e figure si lasciano filosofare addosso: la loro oggettività è compatibile con una pletora di spiegazioni e interpretazioni. Ma il miracolo non si ripete: negando all'animo umano la possibilità di generare dal sue intimo la vera conoscenza, l'uguaglianza e la giustizia divengono concetti relativi".
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Di Bona Elvira; Santarcangelo Vincenzo
Il suono. L'esperienza uditiva e i suoi oggetti
ill., br. Che cosa sono i suoni? Messaggeri di informazioni cruciali per il riconoscimento degli oggetti che ci circondano o entità evanescenti e distinte da essi? Perché, pur essendo sempre sommersi da suoni di cui non siamo consapevoli, ci accorgiamo immediatamente della loro assenza nelle situazioni di più totale silenzio? Come li percepiamo? Dove si trovano? E qual è la loro dimensione temporale? Queste sono alcune delle domande a cui risponde "Il suono", un'introduzione a temi che possono interessare tanto il lettore esperto quanto quello curioso. Scoprire cosa si nasconde dietro la percezione uditiva rivela il fascino di una modalità sensoriale davvero sorprendente che dà accesso al misterioso regno del suono e della musica.
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Di Feo Marco
Fondamenti di olologia. Ontologia del mondo della vita nella prospettiva dell'intero
br. Assumendo come campo di investigazione il mondo della vita (Lebenswelt), Marco Di Feo mostra il rapporto intrinseco tra ontologia e metafisica. Dalle micro-particelle, alle strutture più complesse, tutto ciò che rende possibile l'esistenza e la fioritura di questo mondo è degno di essere investigato. Il volume si concentra però sugli enti di taglia media (esseri viventi, oggetti di uso quotidiano, opere d'arte, etc.) e sulle entità sociali (famiglie, clan, organizzazioni professionali, Stati, etc...) che arricchiscono la nostra esperienza quotidiana. Una particolare attenzione viene dedicata all'essere umano, in quanto intero (corpo, psiche e mente) esistenzialmente proteso all'autodeterminazione della propria identità personale. Facendo dialogare la Fundierung husserliana con la Constitution Theory di Lynne Baker, la tradizione aristotelica e l'emergentismo, l'autore sviluppa un'articolata prospettiva onto-fenomenologica che definisce come "olologia". Quest'ultima ha come oggetto specifico tutto ciò che possiede le caratteristiche emergenti di un intero. L'opera prova così a mettere in stretta relazione la ricerca della verità con l'esperienza della bellezza, in modo che la prima non si riduca a una mera catalogazione di dati scientifici e la seconda riscopra le sue radici più profonde nella straordinaria ricchezza dell'essere.
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Di Gennaro A. (cur.); Giustiniani P. (cur.)
Dio e il nulla. La religiosità atea di Emil Cioran
br. Il presente volume prende le mosse dal convegno omonimo che si è svolto a Napoli il 15 e il 16 novembre 2017, promosso dalla sezione San Tommaso d'Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, nell'ambito di un progetto di ricerca cofinanziato dalla CEI. Vi si raccolgono le relazioni e gli interventi degli studiosi che hanno partecipato al simposio, discutendo su un tema affascinante e allo stesso tempo controverso e di grande attualità. Consapevole dell'inquietudine spirituale che caratterizza la vita di ogni singolo uomo e dell'impossibilità di giungere a una verità ultima e incontrovertibile circa l'Assoluto, Emil Cioran laconicamente scriveva nei Cahiers: «Una religiosità atea, questa è la Stimmung dei contemporanei». Partendo da una tale lucida considerazione, gli autori dei vari contributi analizzano, da differenti angolature interpretative o prospettive ermeneutiche, la questione religiosa all'interno del pensiero tragico di Cioran, un intellettuale nichilista che ha ingaggiato con Dio uno scontro frontale, serrato e ininterrotto (sia in Romania, sia durante l'esilio parigino). Perché a ossessionare e tormentare il filosofo di Rasinari è sempre stato un medesimo angosciante interrogativo, quel grido di preghiera conciso e disperato contenuto in Lacrimi si Sfinti (1937): «Signore, sei tu nient'altro che un errore del cuore, come il mondo è un errore della mente?».
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Di Genova, Giorgio
Storia dell'Arte Italiana del '900 (per generazioni)
Mm 230x300 Tutto il pubblicato. Sei volumi in nove tomi rilegati in tela con sovraccoperta editoriale, custodia originale muta, oltre 5500 pagine profusamente illustrate in nero e a colori lungo l'intero testo. Opera in condizioni di nuovo, spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine.
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Di Giacomo G. (cur.)
Ripensare le immagini
brossura
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Di Giacomo G. (cur.); Marchetti L. (cur.)
Tra il sensibile e le arti. Trent'anni di estetica. Studi di estetica (2014) vol. 1-2
br.
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Di Giacomo G. (cur.); Talarico L. (cur.)
Studi di estetica (2017). Vol. 3: Letture shakespeariane: Otello e Re Lear
br. "Studi di estetica" è stata fondata nel 1973 da Luciano Anceschi. La sua caratterizzazione accademica e scientifica è stata tale da favorire negli anni l'attivo confronto con diverse scuole di pensiero. Alla rivista hanno infatti collaborato studiosi italiani e stranieri, critici, letterati, e uomini di cultura di varie tendenze. Fino al 2013 sono usciti 66 numeri a stampa suddivisi in tre serie. Dal 2014 ha assunto la sua veste attuale di rivista anche online, e in questa nuova serie viene edita da Mimesis. "Studi di estetica" vuole essere una sede di discussione e di aperto confronto sui temi tradizionali e sulle prospettive più recenti dell'estetica. È una rivista internazionale peer review, impegnata a promuovere il dibattito teoretico e storiografico fra le diverse tendenze critiche che animano l'indagine contemporanea; a favorire gli scambi interdisciplinari e sviluppare relazioni anche coi campi più prossimi e affini all'estetica filosofica; a mantenere alta la qualità delle pubblicazioni nel rispetto del più rigoroso metodo scientifico.
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Di Giacomo Giuseppe
La bellezza abbandonata
br. Siamo a Parigi all'inizio del Novecento, la pittura si è liberata di molte delle vecchie regole: figure edificanti, consonanze, equilibrio dei colori. Ora tocca alla bellezza essere messa fuori gioco. Tutto ciò che era tradizionalmente associato al nudo - grazia e compiacente sensualità - è stato spazzato via. Le demoiselles di Picasso ci guardano minacciose, come per affermare il crollo di ogni convenzione; il carattere teatrale della scena accresce la carica provocatoria del dipinto. L'armonia delle forme svanisce del tutto nel bordello delle Demoiselles d'Avignon. Un'icona che segna un cambiamento irreversibile nella storia dell'arte.
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Di Giacomo Giuseppe
Narrazione e testimonianza. Quattro scrittori del Novecento
brossura
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Di Giorgi Franco
Il quarto concerto di Beethoven. Come invito all'opera del pensiero
br. L'ascolto del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven può essere vissuto come un invito musicale ad assistere all'opera del pensiero, così come viene svolta ad esempio all'interno del sistema filosofico schellinghiano. La profonda affinità tra la musica di Beethoven e la filosofia di Schelling si mostra nella loro incessante aspirazione all'assoluto. Pur con diverse modalità, la loro opera consiste essenzialmente nel cercare di ricostruire la storia trascendentale dell'essere, di raccontare musicalmente e filosoficamente l'avventura del divenire o del farsi dell'universo. In questo caso, poi, la loro reciproca speculazione fa sì che la musica illustri e illumini sonoramente il travagliato percorso della filosofia, e la filosofia chiarisca e spieghi i sublimi sviluppi della musica. La musica beethoveniana infatti "si può definire idealistica e la filosofia schellinghiana un idealismo estetico. Ciò significa, in altre parole, che la musica di Beethoven risulta più comprensibile se si pone in relazione con il modello dialettico della filosofia idealista e [...] la filosofia di Schelling risulta meno oscura e notturna se la si considera in parallelo alla forma sonata o alla forma concerto beethoveniana, in particolare al Quarto Concerto". Ben presto, però, l'accettazione di quell'invito ad assistere a quella duplice opera si rivela un'esortazione a mettersi all'opera, a cimentarsi, a disporsi a pensare, a partecipare assieme ad altri studiosi all'attività dei due autori.
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Di Liberti G. (cur.); Léger P. (cur.)
La cognition incarnée. Un programme de recherche entre psychologie et philosophie
br.
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Di Liberti Giuseppe
Il sistema delle arti. Storia e ipotesi
brossura
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Di Monte M. (cur.); Rotili M. (cur.)
Sensibilia. Vol. 2: Vincoli-contraints
brossura
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Di Monte M. (cur.); Rotili M. (cur.)
Sensibilia. Vol. 3: Spazio fisico-spazio vissuto
brossura
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Di Nicola Roberta; Barnabino Marco
Le voyage d'Aphrodite. Per una psico-filosofia dell'immagine
ill., br. Le Voyage d'Aphrodite è un'opera fotografica che illustra l'esperienza dell'introspezione teorizzata nell'analisi psicologica da Carl G. Jung. Le immagini personificano le rivelazioni simboliche come la paura, l'angoscia, la vergogna e l'ira in quelle che troviamo essere in Jung espressioni di emozioni. La Fotografia diviene arte concettuale con la messa in scena di comparse in paesaggi suggestivi, magistralmente combinati e assemblati tra di loro per esaltare l'indagine intima l'invisibile: di quei simboli che trascendono un significato non ancora chiarito. L'istante fotografico, incoronato a scatto estetico, dona alla sfera del sentire un'opportunità di riflessione che merita un'indagine approfondita dai contenuti filosofici precursori di quelli psicologici.
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Di Nisio Rino Antonio
La bellezza angosciante del limite. La difficile ricerca per essere se stessi
br.
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Di Rienzo Caterina
Per una filosofia della danza. Danza, corpo, chair
br. La danza è un'arte vivente dei corpi, fondata sul corpo. Questo dato di per sé evidente, tuttavia, non basta a conferirle lo statuto di un'attività che si esaurisce nella costituzione corporea. Considerando infatti il processo di rottura con la tradizione che la svincola dall'etichetta di arte d'evasione e la inscrive nelle svolte più rilevanti del XX e del XXI secolo, è possibile sostenere che, a un livello più profondo, la danza non muove solo il corpo. Essa, potremmo dire, è un corpo che è più del corpo. È corpo e non è solo corpo. È l'arte di far intravvedere la dimensione originaria della corporeità, di muoverne il suo stesso essere: la "chair". Il testo propone una filosofia della danza attraverso una "filosofia della chair", - a partire dalla originale elaborazione che di questa nozione da Merleau-Ponty - allo scopo di ricollocare la danza nell'evoluzione stessa dell'arte e delle arti nella loro relazione col pensiero.
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Di Rienzo Caterina
Per una filosofia della danza. Danza, corpo, chair. Nuova ediz.
br. È indubbio che la danza sia un'arte vivente dei corpi. Questo dato di per sé evidente, tuttavia, non basta a conferirle lo statuto di un'attività che si esaurisce nella costituzione corporea. Considerando il processo di rottura con la tradizione che la svincola dall'etichetta di arte d'evasione e la inscrive nelle svolte più rilevanti del XX e del XXI secolo, è possibile sostenere che, a un livello più profondo, la danza non muove solo il corpo. Essa, potremmo dire, è un corpo che è più del corpo. È l'arte di farne intravedere la dimensione originaria, di muoverne il suo stesso essere: la chair. Attraverso l'originale elaborazione che di questa nozione dà Merleau-Ponty, il testo propone una filosofia della danza attraverso una "filosofia della chair", allo scopo di ricollocare la danza nell'evoluzione stessa dell'arte e delle arti nella loro relazione col pensiero.
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DI SANTANGELO, EMILIA
Balletto
Mm 165x225 Brossura originale con copertina illustrata da Alberto Savinio a cui si deve anche la introduzione, dorso brunito dalla luce, 136 pagine senza numerazione con 12 tavole in nero di P. Fazzini, A. Pelkov, R. Guttuso, A. Savinio, L. Fini, G. De Chirico, R. Gazzera, L. Lepri, O. Tamburi, Scordia e C. Bellocchio. Dedica e firma dell'Autrice in apertura. Buona-ottima copia, spedizione in 24 ore dalla conferma dell'ordine.
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Di Stefano Elisabetta
Che cos'è l'estetica quotidiana
br. Come è possibile accostare l'estetica, ovvero lo studio dell'arte e del bello, alla vita di tutti giorni? Eppure nell'attuale dibattito filosofico angloamericano questa locuzione ossimorica sta prendendo sempre più consistenza teorica nell'ambito di una nuova disciplina, L'EverydayAesthetics. Il libro presenta, per la prima volta in lingua italiana, questo recente campo di indagine, intrecciando le ricerche angloamericane sull'Everyday Aesthetics e quelle europee sull'estetizzazione del reale. Dall'analisi appare evidente che l'estetica è ormai diventata un paradigma transdisciplinare, aperto alle pratiche della vita di ogni giorno (cura del corpo, cibo, moda, design). Tuttavia tale ampliamento di orizzonti verso la quotidianità non deve volgersi a una bellezza superficiale e consumistica, ma all'acquisizione di una consapevolezza corporea (aisthesis) capace di guidarci verso scelte più responsabili e di indurci ad avere maggiore cura di noi stessi, degli altri e dell'ambiente in cui viviamo.
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Di Stefano Elisabetta
Estetiche dell'ornamento
br. Nell'architettura, tra la fine del secondo e l'inizio del terzo millennio, si assiste al crollo di quei principi di firmitas, utilitas e venustas che, da Vitruvio in poi, erano stati alla base dell'arte dell'edificare; ai valori del peso, della struttura, dell'ornamento subentrano altre categorie estetiche: l'immaterialità, la multimedialità, la sensorialità. Pertanto non si può più parlare di ornamento secondo le chiavi di lettura tradizionali, quali ad esempio la dialettica struttura/decorazione o utile/superfluo, ma è preferibile ricorrere ad un linguaggio metaforico che, gravitando nell'ambito semantico del "corpo", della "veste", del "trucco" e della "maschera", coinvolge spesso la polarità tra verità e inganno. Attraverso le pagine di alcuni autori che dall'antichità ai nostri giorni hanno affrontato, da prospettive diverse, la questione dell'ornamento (Senofonte, Vitruvio, Alberti, Perrault, Laugier, Piranesi, Burke, Le Camus de Mézières, Kant, Semper, Baudelaire, Ruskin, Loos, Le Corbusier, Adorno, Arnheini, Venturi, Mendini) questo testo esamina le tensioni fondative che animano lo statuto teorico dell'ornamento e mette in luce come la retorica antica, attraverso il principio del decorum, possa essere una valida chiave ermeneutica per cogliere l'orientamento dell'architettura contemporanea.
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Di Vona Piero
René Guénon e la metafisica
br.
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Didi-Huberman Georges
La ressemblance par contact - Archéologie anachronisme et modernité de l'empreinte - Collection paradoxe.
Les éditions de minuit. 2008. In-8. Broché. Bon état, Couv. convenable, Dos satisfaisant, Intérieur frais. 379 pages - nombreuses illustrations en noir et blanc dans et hors texte - une étiquette collée sur le 1er plat.. . . . Classification Dewey : 110-Métaphysique
书商的参考编号 : R100050104
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DIDE, Dr. Maurice. - JUPPONT, P.
La métaphysique scientifique.
Paris, Félix Alcan 1924, 185x120mm, 182pages, broché.
书商的参考编号 : 37286
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DIDE DR MAURICE, JUPPONT P.
LA METAPHYSIQUE SCIENTIFIQUE
Librairie Félix Alcan. 1937. In-12 Carré. Broché. Etat d'usage. 1er plat abîmé. Dos frotté. Intérieur acceptable. 182 pages. Tampons sur le 1er plat et en pages de garde et de titre. Petits manques sur le 1er plat. 'Bibliothèque de Philosophie contemporaine'.
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Diderot Denis; Franzini E. (cur.)
Arte, bello e interpretazione della natura
br. Tra le menti più brillanti del secolo dei lumi, coautore della grande "Enciclopedia", Diderot ha riflettuto profondamente sui temi dell'arte e dell'espressione, nel loro rapporto con la natura e il linguaggio. In questo libro sono raccolti i principali scritti che Diderot dedica a questi temi. Nella "Interpretazione della natura", che è il suo scritto filosofico di maggior impegno, si delinea la base organicista della sua filosofia, dove la natura è vista come una grande catena di cose che l'uomo interpreta e modifica. Su questa linea teorica vanno letti gli altri scritti presenti in questo volume, che costituiscono l'ossatura dell'originale percorso estetico diderotiano: le lunghe voci "Bello" e "Arte" della "Enciclopedia" e l'affascinante "Lettera sui sordomuti". Diderot parte qui da un linguaggio fisico, quello gestuale dei sordomuti, per mostrare come la lingua è sempre una questione di arte. Le parole dell'arte, i suoi gesti, la volontà antropologica di interpretare fabbrilmente la natura sono infatti in grado di rappresentare in modo diretto i sentimenti e i sogni, mostrando le pieghe qualitative che sono la trama del mondo. Sono la materia degli universi infiniti, multiformi e naturalmente ambigui che ciascun uomo serba dentro di sé.
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Diderot Denis; Varga M. N. (cur.)
Trattato sul bello
br. L'eco delle concezioni estetiche di Denis Diderot (1713-1784) fu presso i contemporanei straordinaria. «Ieri mi è capitato sotto gli occhi Diderot,» scrive Schiller a Goethe «che davvero mi incanta e ha scosso profondamente il mio spirito. È come un lampo che illumina i segreti dell'arte, e le sue osservazioni riflettono così fedelmente ciò che l'arte ha di più alto e di più intimo da poter costituire un'indicazione non meno per il poeta che per il pittore». E Goethe risponde: «È davvero magnifico, più utile ancora al poeta che al pittore, anche se a quest'ultimo fornisce un lume possente». Le concezioni estetiche di Diderot trovano una prima compiuta espressione in una voce («Bello») che scrisse per l'«Encyclopédie», e che venne pubblicata a parte nel 1751 e più tardi nelle edizioni delle sue opere con il titolo di «Trattato sul bello». «È bello» afferma Diderot «tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l'idea di rapporti». Ma cosa intende Diderot per «rapporti»? Egli prende come esempio una celebre battuta tratta da una tragedia di Corneille. Ora, la «bellezza» di quella battuta dipende dai rapporti che la legano al contesto drammatico. Se il contesto fosse un altro, cambierebbe, insieme con il significato, anche la bellezza, la forza poetica di quella battuta. Il bello, non solo artistico, non è dunque intuizione repentina, frammentaria, non è immobile, indistinta contemplazione di una verità ideale, ma è movimento, progresso nella conoscenza della realtà attraverso i suoi nessi vitali. Un'esaltante passione di conoscenza, in cui il rigore del ragionamento scientifico sembra coniugarsi con la prepotente esigenza di adesione alla natura, e l'ansia profonda di conferire all'arte una nuova dignità, una serietà, un'autorevolezza più alte: ecco ciò che induce Diderot a portare con tanta penetrazione, con tanta passione il suo sguardo sul problema del bello.
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Didi-Huberman Georges
Scorze
ill., br. Al centro di questo "racconto fotografico" di Georges Didi-Huberman c'è il lavoro dello sguardo, sollecitato e messo alla prova proprio dove sembrerebbe non esserci più niente da vedere e nessuna immagine ancora disponibile a significare: il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, in cui la tragedia della storia pare aver annientato, oltre ai segni di vita, anche le parole per raccontare. Quello che è visibile è oggi ridotto a un "museo della memoria" pronto all'uso - con i suoi "allestimenti", apparati didascalici, ricostruzioni, segnaletiche che accerchiano lo sguardo. Eppure, scavando come un archeologo alla ricerca di tracce sparse e accidentali, l'autore scopre, attraverso e dentro le immagini che ha scattato, come la superficie parli del fondo. Le scorze di una betulla di Birkenau o il pavimento spaccato di una baracca sono "residui" o fenditure nella materia del presente che mettono a nudo pezzi di memoria, frammenti che ancora ci interpellano: segni fragili e tenaci come interrogazioni, come "le lettere di una scrittura che precede ogni alfabeto".
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Didi-Huberman Georges; Agnellini F. (cur.)
Quando le immagini prendono posizione. L'occhio della storia. Vol. 1
br. A partire dall'analisi delle opere "L'Abicì della guerra" e "Diario di lavoro", Georges Didi-Huberman approfondisce le dinamiche, le idee e le disposizioni formali della riflessione di Bertolt Brecht sulla guerra. Un percorso che, passando in rassegna i documenti visuali e i reportage fotografici raccolti da Brecht sulla seconda guerra mondiale, attraversa alcuni motivi cruciali per il pensiero del drammaturgo tedesco, come il concetto di esilio e quelli di rilettura e di costruzione della storia attraverso il montaggio delle immagini. Obiettivo dell'opera è quello di individuare nei montaggi brechtiani un momento fondamentale della cultura europea del Novecento e un modello di intersezione tra l'esigenza dell'interpretazione della storia, la sfida del politico e lo spazio estetico. Didi-Huberman si sofferma con particolare attenzione sull'esperienza brechtiana della "messa in scena" quale processo conoscitivo in cui gli elementi del montaggio - come "le riproduzioni delle opere d'arte, le fotografie della guerra nei cieli, i ritagli di giornale, i volti di chi gli stava vicino, gli schemi scientifici, i cadaveri dei soldati sui campi di battaglia, i ritratti dei dirigenti politici, statistiche, le città in rovina, nature morte, paesaggi e le opere d'arte rese oggetto di vandalismo dalla violenza militare" - intrattengono fra loro un rapporto vivo e dialettico, che non li irrigidisce nelle strette maglie della presa di partito, ma li colloca piuttosto sul versante critico del sapere e del vedere che ogni presa di posizione necessariamente comporta.
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