Professional bookseller's independent website

‎Prose‎

Main

Parent topics

‎Literature ‎
Number of results : 10,016 (201 Page(s))

First page Previous page 1 ... 170 171 172 [173] 174 175 176 ... 179 182 185 188 191 194 197 200 ... 201 Next page Last page

‎Seneca Lucio Anneo‎

‎Lettere a Lucilio. Testo latino fronte‎

‎ril.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Agonigi D. (cur.)‎

‎Sulla felicità. Testo latino a fronte‎

‎brossura‎

‎Seneca Lucio Anneo; Andreoni Fontecedro E. (cur.)‎

‎La provvidenza. Testo latino a fronte‎

‎brossura "Il De providentia" appartiene a quella raccolta di opere che Quintiliano raccolse e identificò con il nome di Dialogi e in cui figura come primo. Dedicato all'amico e discepolo Lucilio, non affronta il tema della provvidenza sul piano della metafisica, ma l'autore precisa che in esso si limiterà a "difendere la causa degli dei", in quanto Lucilio non dubita della provvidenza divina ma ha solo delle perplessità a riguardo. Si tratta quindi di una teodicea, o giustificazione del comportamento della divinità, dal momento che il credo nella provvidenza divina è messo in crisi dai "mali" che capitano ai buoni. Seneca affronta il problema, capovolgendo il concetto in semplici "malanni", e investendo di responsabilità del male, che consiste nel solo "male morale", unicamente l'uomo e assolvendo pertanto la divinità da ogni responsabilità.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Baldassarre E. (cur.)‎

‎De vita beata‎

‎br. Argomento sempre attuale quello della felicità, dibattuto anche oggi nella nostra società consumistica, ma già trattato nelle scuole filosofiche dell'Atene postsocratica e poi in ambiente romano, dove Cicerone prima e poi ancora di più Seneca lo affrontano in modo chiaro ed univoco. Il De vita beata, appunto, è la risposta di Seneca agli interrogativi più comuni su ciò che ci dà la vera felicità, facendo luce sulla strada giusta da intraprendere per conseguirla, fugando le opinioni della gente comune di cui dimostra stoltezza e fallacità. La felicità non consiste nei piaceri, come invece sostenevano gli epicurei male interpretando gli insegnamenti del loro Maestro, anzi coloro che si abbandonano ad essi ne sono dominati, quindi ne diventano schiavi: è il caso, ad esempio, di chi ritiene erroneamente che le ricchezze diano felicità e non si accorge invece che esse condizionano la vita. Perché allora Seneca, che vive nel lusso, non si priva delle sue ricchezze accontentandosi del necessario? Perché parla in un modo e vive in un altro? E Seneca risponde ai suoi numerosi detrattori ammettendo l'utilità della ricchezza come mezzo per potere agire... Prefazione di Laudizi Giovanni.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Barone C. (cur.)‎

‎Lettere a Lucilio. Testo latino fronte‎

‎br. Le centoventiquattro lettere a Lucilio furono composte da Seneca dopo il ritiro dalla vita pubblica, probabilmente tra il 62 e il 65 d.C. Non si propongono come un'opera sistematica, ma come un insieme di spunti e riflessioni su temi diversi, cui l'autore si accosta spesso partendo da riflessioni su squarci di vita vissuta. In queste pagine il grande filosofo scopre la propria dimensione intima e interiore, dominata dall'incertezza, in cui la serenità è l'approdo temporaneo di una mente inquieta che avvolta nel mistero delle cose cerca nella fermezza dello spirito un sostegno alla propria esistenza. Il tono resta sempre confidenziale e discorsivo, fruibile come una conversazione amichevole, perché come ebbe a dire lo stesso Seneca «la filosofia è un buon consiglio; e nessun consiglio si dà ad alta voce». Introduzione, traduzione e note di Caterina Barone. Saggio critico di Luciano Canfora.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Coco L. (cur.)‎

‎Consigli ai medici. Testo latino a fronte‎

‎br. La metafora medica ricorre di frequente nei testi di Seneca, la cui riflessione si muove secondo la distinzione tradizionale che accostava alla chirurgia altri due specifici settori di ricerca: la dietetica e la farmaceutica. "Cibo e cura" e "cibo e malattia" sono del resto due binomi tipici della riflessione ippocratica. L'opera del medico avviene tuttavia nell'orizzonte più ampio della precarietà della salute e della finitezza della condizione umana. Talvolta, di fronte al male, neppure il dottore basta perché «la salute del corpo è temporanea e il medico, anche se la restituisce, non la può garantire». In questo modo riaffiora un'altra qualità del medico, quella di essere filosofo, poiché riflette sulla condizione umana e la sua fragilità, adotta sobrietà e temperanza e considera la malattia sempre a partire dall'uomo.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Damiani S. (cur.)‎

‎L'opera del tempo‎

‎brossura Seneca, filosofo stoico e poeta tragico vissuto in età giulio-claudia, vittima della repressione neroniana nel 65 d.C. (quando fu costretto al suicidio), è forse il maggior prosatore latino di età imperiale: un filosofo moderno che non ha mai smesso di esercitare la sua influenza sui lettori di ogni tempo: da sant'Agostino a Petrarca, da Erasmo a Montagne e Rousseau, fino a filosofi francesi del secondo Novecento come Foucault. Filosofo dell'interiorità, Seneca è noto soprattutto per le sue profonde riflessioni sui temi del tempo e della morte. Questo volume comprende integralmente uno dei suoi trattati più celebri, "La brevità della vita", e un'appendice di testi morali (estrapolati da varie opere, soprattutto dalle "Epistole a Lucilio") che approfondiscono i temi toccati nel trattato: la vita non è breve (lo è solo se si fa un cattivo uso degli anni che sono concessi); la morte non è un avvenimento futuro, ma un'esperienza che tocca ogni istante della vita; la vera libertà è quella interiore (e nessuno, neppure il più feroce potere, può cancellarla).‎

‎Seneca Lucio Anneo; Gazzarri T. (cur.)‎

‎De brevitate vitae. Testo latino fronte‎

‎br. Tra i dialoghi filosofici più famosi di Seneca, il "De brevitate vitae" venne composto probabilmente tra il 49 e il 55 d.C. ed è dedicato a Paolino, da identificarsi forse con il suocero del filosofo: un uomo dunque sufficientemente maturo per comprendere e apprezzare la profondità del messaggio senecano. Il tema trattato è di quelli che rimangono di perenne attualità: la fugacità del tempo e la brevità della vita. Che però, sostiene Seneca, appare tale solo a chi, non sapendone afferrare la vera essenza, si disperde in mille futili occupazioni. Di fronte a questa massa di occupati, "assediati" dalle proprie inutili attività, Seneca propone il suo modello umano, il saggio che si dedica all'otium, vivendo in prima persona l'alternativa etica alla società violenta dell'epoca neroniana e trovando nella riflessione filosofica il metodo per ristabilire l'equilibrio morale e recuperare la salute dello spirito; la conoscenza di sé diventa così il punto di partenza per dare un significato nuovo al proprio agire nel mondo e al suo valore sociale. Riappropriarsi del proprio tempo vuol dire dunque rivendicare con forza il diritto di riappropriarsi di se stessi, esercitando la forma più alta di libertà, di esperienza culturale e intellettuale, di una socialità che affratella gli uomini.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Lanzarone N. (cur.)‎

‎La fermezza del saggio-La vita ritirata. Testo latino a fronte‎

‎brossura La morale stoica di Seneca si incentra sulla convinzione che il saggio è superiore a ogni avversità della vita: egli non è toccato dai colpi del caso, né dalle offese degli uomini. Tranne che per la mortalità, il saggio è simile a un dio. La fermezza gli permette di superare ogni difficoltà, ma egli non deve mai cessare di combattere per temprare la propria anima. Ma la vera natura del saggio è la ricerca della verità e per conseguirla è bene che il saggio lasci la mondanità e conduca vita ritirata.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Mastrullo G. (cur.)‎

‎Il tempo. Testo latino a fronte‎

‎br. Fai così, o mio Lucilio, rivendica te stesso per te, e il tempo che finora ti veniva portato via o sottratto o ti sfuggiva, mettilo da parte e custodiscilo. Persuaditi che queste cose stanno come ti scrivo: parte del nostro tempo ci è strappata via, parte sottratta, una parte scorre via. Ma lo spreco più vergognoso è quello che avviene per trascuratezza. E se vorrai farci attenzione, gran parte della vita scorre via nel far male, la massima parte nel non far nulla, tutta la vita nel fare altro.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Mugellesi R. (cur.)‎

‎Apocolocyntosis. Testo latino a fronte‎

‎brossura Un Seneca feroce, cinico e irridente, lontano dalla seriosa gravità del filosofo, inaspettato per chi lo conosce solo dalle Lettere a Lucilio o dai Dialoghi. L'Apocolocyntosis, l'unica opera di satira politica a noi giunta dall'antichità, bizzarra mescolanza di prosa e poesia, parodia di generi alti e punte di accesa volgarità, racconta il destino ultraterreno del defunto Claudio: non apoteosi, come da prassi per gli imperatori morti, ma apocolocyntosis, cioè "inzuccamento", il processo postumo in cielo e la condanna a giocare a dadi con un bossolo forato. Il tutto scritto con una ferocia e un astio che la rendono una delle pagine più inquietanti del rapporto spesso tragico tra il potere e gli intellettuali. Rossana Mugellesi esplora nell'introduzione le particolarità dell'Apocolocyntosis e della satira menippea, genere di cui l'operetta è l'unico esempio superstite.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Solinas F. (cur.)‎

‎Lettere morali a Lucilio‎

‎brossura Scritte durante gli ultimi anni di vita, le «Lettere morali a Lucilio» costituiscono la più geniale opera di Seneca sotto il profilo del pensiero filosofico e la più significativa della sua personalità. Seguace del pensiero stoico, senza però assumerne le posizioni estreme, il grande erudito latino raccomanda in queste epistole la supremazia della ragione e il sacrificio dell'individuo a vantaggio della collettività, rivelandosi psicologo sensibile e raffinato, che conosce l'arte della persuasione e si rende conto di come il dialogo sia la forma letteraria più consona per raggiungere il perfezionamento morale.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Tacito Publio Cornelio; Plinio il Giovane; Stucchi S. (cur.)‎

‎Lettera sul suicidio. Testo latino a fronte‎

‎br. Nelle "Epistulae ad Lucilium" di Seneca si alternano lettere più brevi e altre che si configurano come brevi trattati sotto forma epistolare. Tra queste ultime spicca la lettera 70, piuttosto corposa con i suoi ventuno paragrafi, che sviscera l'idea, tipicamente stoica, secondo la quale la vita non è sempre, di per se stessa, degna di essere vissuta. Anzi, secondo la concezione etica tipica dell'élite romana, fortemente intrisa di stoicismo, ognuno è libero e deve sapere porre fine alla propria esistenza in una serie ben precisa di circostanze: quando, per esempio, si è afflitti da una malattia incurabile, nel caso del "taedium vitae" (espressione che potremmo quasi far corrispondere al moderno concetto di «depressione») o in tutti i casi in cui la dignità dell'individuo, o la sua libertà, sono definitivamente e senza speranza minacciate o stroncate. Questo aspetto dell'autodeterminazione del saggio - uno dei punti di divergenza più interessanti tra la filosofia stoica e il cristianesimo, per tanti altri versi invece assimilabili -, si rivela di grande attualità anche nell'odierno dibattito etico-politico.‎

‎Seneca Lucio Anneo; Traina A. (cur.)‎

‎La provvidenza‎

‎brossura Da collocarsi con ogni probabilità tra le opere tarde dell'autore, il testo sulla provvidenza, costituito di soli sei capitoli, fu forse lasciato incompiuto. Il libro è dedicato a un tema di riflessione tra i più antichi e profondi del pensiero umano, il motivo cioè per cui, pur esistendo una provvidenza divina, agli uomini toccano infelicità e sciagure. L'argomentazione di Seneca, di stretta ortodossia stoica, distingue tra sofferenze fisiche e psichiche, che rappresentano solo inconvenienti o avversità, e male morale, che è per definizione estraneo all'uomo retto. Dunque all'uomo è data la facoltà di sopportare le circostanze negative, provando la capacità del saggio di innalzarsi fino alla divinità.‎

‎Senger, Joachim Henry‎

‎Der bildliche Ausdruck in den Werken Heinrich von Kleists‎

‎Leipzig: Avenarius. 1909. 67 Seiten. 24cm. Zustand: Befriedigend bis Gut gering gebräunt (Innen); Besitzerstempel; Einband (Außen) hat mind. leichte Gebrauchsspuren; Buchrücken leicht rissig; Deckel leicht bestoßen-berieben-befleckt-angestaubt; Archivex. ohne Klebestreifenrest (Außen); Broschiert‎

Bookseller reference : 113591

‎Senofonte‎

‎Anabasi‎

‎brossura Nel 401 a.C. la battaglia di Cunassa, nei pressi di Babilonia, poneva tragicamente fine al tentativo del principe Ciro di impadronirsi del trono di Persia. Ciro venne sconfitto e ucciso mentre il nucleo centrale delle sue forze, un esercito di diecimila mercenari greci, si trovò isolato nel cuore dell'Asia. Abbandonati a se stessi, sottoposti agli attacchi dei vincitori, i Greci diedero vita a un'epopea leggendaria, riuscendo a raggiungere il Mar Nero, dopo una marcia massacrante di migliaia di chilometri in territorio ostile. Senofonte, che si ritrovò a essere uno dei capi della spedizione, traccia nell' Anabasi , con una narrazione nitida e severa, l'affascinante cronaca di quella straordinaria avventura.‎

‎Senofonte‎

‎Anabasi‎

‎brossura‎

‎Senofonte‎

‎Memorabili‎

‎brossura‎

‎Senofonte; Banfi A. (cur.)‎

‎Ierone o della tirannide. Testo greco a fronte‎

‎br. Protagonisti di questo dialogo, il tiranno di Siracusa Ierone e il poeta Simonide. Il poeta chiede al tiranno di illustrargli le differenze tra la vita di un privato cittadino e quella di un monarca assoluto. Partendo da una lettura negativa della tirannide, Ierone si lascia guidare da Simonide verso il recupero di una possibile positività della condizione del tiranno al quale è dato vivere serenamente, se si mostra in grado di svolgere il proprio ruolo senza commettere ingiustizie e operando per il bene dello Stato. Postfazione di Giovanni Iudica.‎

‎Senofonte; Barabino A. (cur.)‎

‎Anabasi. Testo greco a fronte‎

‎br. L'Anabasi (387-371 ca a.C.) racconta la famosa «ritirata dei Diecimila», l'avventuroso ritorno in patria di diecimila mercenari greci reduci dalla disastrosa spedizione di Ciro il Giovane contro il fratello Artaserse II per la conquista del trono persiano: un'odissea lunga e travagliata dalle rive del Tigri alle sponde del mar Nero, una massacrante marcia di 1.800 chilometri attraverso territori impervi e pericolosi. Alla guida degli sbandati in rotta vi è lo stesso Senofonte, protagonista e poi cantore della memorabile impresa. Pieno di giovanile esuberanza e smania di avventura, ha partecipato all'operazione militare forse per il bisogno di affrancarsi dalla potestà del maestro Socrate, e dopo la sconfitta di Cunassa ha assunto il comando della retroguardia con coraggio e autorevolezza portando in salvo la gran parte dei soldati greci. Memoriale di guerra e al tempo stesso diario intimo di un uomo alla ricerca di sé stesso, la cronaca di Senofonte unisce alla vivacità della narrazione il fascino dei riferimenti etnografici e la precisione descrittiva nel tratteggiare la geografia dei luoghi.‎

‎Senofonte; Bevilacqua F. (cur.)‎

‎Anabasi. Testo greco a fronte‎

‎br. L'Anabasi, scritta in terza persona e sotto pseudonimo, narra la spedizione (a cui Senofonte partecipò in posizione di rilievo) dei cosiddetti Diecimila a favore del persiano Ciro contro il fratello Artaserse e la difficile ritirata verso il mar Nero. L'opera è una straordinaria odissea in prosa che anticipa il romanzo d'avventure. L'Anabasi infatti non è altro che un viaggio per via di terra, attraverso tremende peripezie, pericoli, incontri con popoli strani, minacciosi, inquietanti. Ma Senofonte è un Odisseo sui generis: abile in stratagemmi, con il gusto dell'avventura, affascinato da terre remote e sconosciute, è però privo di quell'ansia di conoscenza che ha fatto di Ulisse l'archetipo della cultura occidentale. E paradossalmente l'Anabasi è un viaggio senza ritorno e senza neppure una vera conclusione: la lunga vicenda di Senofonte e dei mercenari superstiti non si conclude con il ritorno a casa, né conosce un punto di approdo definitivo, ma termina come i romanzi salgariani indicando all'orizzonte il profilarsi di nuove battaglie e di altre avventure.‎

‎Senofonte; Daverio Rocchi G. (cur.)‎

‎Elleniche. Testo greco a fronte‎

‎brossura Nei sette libri delle "Elleniche" Senofonte rievoca le guerre fratricide che i Greci combatterono incessantemente dal 411, l'ultimo anno narrato da Tucidide, alla battaglia di Mantinea del 362 a.C. Ora semplice spettatore, ora attore coinvolto negli avvenimenti in prima persona, Senofonte racconta la fine della guerra del Peloponneso, l'egemonia spartana e il breve momento di gloria di Tebe. Ma al centro del suo interesse rimangono sempre gli uomini, i grandi personaggi che creano la storia di cui sono riportati gesta e discorsi e che vengono additati come modello ed esempio di condotta civile e politica. Giovanna Daverio Rocchi analizza nell'introduzione la struttura delle "Elleniche", il complesso problema del rapporto con l'opera di Tucidide e i presupposti ideologici di Senofonte.‎

‎Senofonte; Messi M. (cur.)‎

‎Agesilao. Testo greco a fronte‎

‎br. L'opera, considerata uno dei primi esempi di scritti biografici, è un encomio dedicato al re e generale Agesilao II, nato a Sparta nel 444 a.C. e morto a Cirene nel 360 a.C. Senofonte conobbe Agesilao nelle piane dell'Asia nel 396 a.C. Il sovrano lacedemone era impegnato in una spedizione contro i Persiani, il gentiluomo ateniese vagava con un manipolo di mercenari da ormai quattro anni. Senofonte non si separò più da Agesilao e al suo fianco combatté nel 394 a.C. a Coronea contro la sua stessa città che aveva stretto un'alleanza antispartana con Tebe, Corinto e Argo. La sua scelta gli costò cara: il popolo ateniese lo condannò all'esilio.‎

‎Senofonte; Salami C. (cur.)‎

‎Apologia di Socrate. Testo greco a fronte‎

‎brossura‎

‎Senofonte; Zuolo F. (cur.)‎

‎Ierone o della tirannide. Testo greco a fronte‎

‎br. Ambiguo e sorprendente, questo dialogo di Senofonte mette in scena una discussione tra il poeta Simonide e il tiranno Ierone sulla bontà della vita dell'autocrate. Ierone, in un progredire di ribaltamenti del senso comune, mostra l'infelicità della propria condizione e la gabbia indesiderabile in cui consiste la sua vita. Autocritica della tirannide o compendio di gestione realistica del potere, lo "Ierone" ha avuto una fortuna incerta, è stato saccheggiato a piene mani da Machiavelli e ha stimolato la discussione contemporanea tra Strauss e indica Kojève sul rapporto tra sapere e potere.‎

‎Sepúlveda Luis‎

‎Cronache dal Cono Sud‎

‎br. «I morti danno fastidio, le vittime danno fastidio, sono scomode, e quelli che chiedono giustizia sono ancora più scomodi.» Nel silenzio che circonda i perseguitati, però, c'è chi, come Luis Sepúlveda, non esita a mettere la propria penna al servizio di una legittima richiesta di equità. In questi brevi e densi testi, scritti tra la primavera del 2005 e il dicembre del 2006, quando muore Pinochet, a tratti pare di procedere lungo una galleria degli orrori. L'ombra cupa del Generale e della sua famiglia rapace aleggia ancora sul Cile e sui ricordi di chi ha conosciuto in prima persona la crudeltà del tiranno, e ora assiste alla sua scomparsa. Fantasmi di intolleranza serpeggiano per le strade della pur civile Francia e sollevano la protesta degli emigrati, a testimonianza del fatto che nessun luogo geografico ha l'esclusiva sulle prevaricazioni. Fanno rabbia l'ingiustizia e la prepotenza a chi si è sempre battuto per una società a misura d'uomo. Tuttavia, in questa lucida disamina, all'autore non viene mai meno la voglia di recuperare l'ottimismo. La speranza di una svolta c'è sempre. La incarnano un presidente donna alla guida del Cile, Michelle Bachelet; gli studenti in lotta, che rivendicano un sistema d'istruzione basato sulla qualità dell'insegnamento; i cileni che, dai più sperduti angoli del paese, hanno esercitato il diritto al voto, dando prova di maturità nelle scelte. Un libro in cui vibra la passione mai sopita di un grande scrittore e narratore, un libro in cui anche la denuncia e l'indignazione si trasformano in racconto.‎

‎Sepúlveda Luis‎

‎Cronache dal Cono Sud‎

‎br. In questi brevi e densi testi, scritti tra la primavera del 2005 e il dicembre del 2006, quando muore Pinochet, a tratti pare di procedere lungo una galleria degli orrori. L'ombra cupa del Generale e della sua famiglia rapace aleggia ancora sul Cile e sui ricordi di chi ha conosciuto in prima persona la crudeltà del tiranno, e ora assiste alla sua scomparsa. Fantasmi di intolleranza serpeggiano per le strade della pur civile Francia e sollevano la protesta degli emigrati, a testimonianza del fatto che nessun luogo geografico ha l'esclusiva sulle prevaricazioni. Fanno rabbia l'ingiustizia e la prepotenza a chi si è sempre battuto per una società a misura d'uomo. Tuttavia, in questa lucida disamina del mondo attuale, all'autore non viene mai meno la voglia di recuperare l'ottimismo. La speranza di una svolta c'è sempre. La incarnano un presidente donna alla guida del Cile, Michelle Bachelet; gli studenti in lotta, che rivendicano un sistema d'istruzione basato sulla qualità dell'insegnamento; i cileni che, dai più sperduti angoli del paese, hanno esercitato il diritto al voto, dando prova di maturità nelle scelte.‎

‎Sepúlveda Luis‎

‎Il potere dei sogni‎

‎br. Con la consueta passione polemica, senza mai abdicare alla sua caratteristica soggettività tesa e vibrante, Sepúlveda offre in questo libro un'altra prova della sua passione politica e umana. Ma non è solo la denuncia sociale a dare energia alle pagine: alle riflessioni sugli argomenti più scottanti della politica internazionale, si alternano i commossi ricordi di amici scomparsi e storie, semplicemente da raccontare. E tutto, sembra dirci lo scrittore, tanto la necessità di raccontare quanto il desiderio di combattere, trovano ragione semplicemente nella capacità di sognare ancora, di non rinunciare ai nostri sogni.‎

‎Sepúlveda Luis‎

‎Ingredienti per una vita di formidabili passioni‎

‎br. La scrittura, l'impegno politico, le amicizie, l'esilio, il viaggio: elementi indissolubilmente intrecciati nel racconto di una vita avventurosa e affascinante come quella di Luis Sepúlveda. Da quando, ragazzino, i primi amori lo inducono a trascurare la passione calcistica e a coltivare quella per la poesia, Sepúlveda scopre che la letteratura che vale è quella che riesce a dar voce a chi non ha voce. Ripercorrendo una vocazione dalle molte sfaccettature, queste pagine intrecciano racconti di vicende personali, storie di lavoratori e delle loro lotte, grida di dolore per lo sfruttamento criminoso dell'ambiente, riflessioni sferzanti sulla crisi economica che ha investito l'Europa e rievocazioni di momenti condivisi con amici e "maestri" tra gli altri Neruda, Saramago, Tonino Guerra. Emerge soprattutto il Sepúlveda uomo: i ricordi mai sopiti del difficile passato cileno, i destini dei compagni dispersi dall'esilio che si ritrovano su una piccola baia del Pacifico, un viaggio nel deserto di Atacama, ma anche squarci di vita domestica, il ricordo di un nobile amico a quattro zampe, la gioia di riunire intorno a un tavolo una meravigliosa famiglia allargata da cui farsi chiamare con l'epiteto di "vecchio". E su tutto la consapevolezza, sempre e comunque, di aver vissuto "una vita di formidabili passioni".‎

‎Sepúlveda Luis‎

‎Ingredienti per una vita di formidabili passioni‎

‎br. La scrittura, l'impegno politico, le amicizie, l'esilio, il viaggio: elementi indissolubilmente intrecciati nel racconto di una vita avventurosa e affascinante come quella di Luis Sepúlveda. Da quando, ragazzino, i primi amori lo inducono a trascurare la passione calcistica e a coltivare quella per la poesia, Sepúlveda scopre che la letteratura che vale è quella che riesce a dar voce a chi non ha voce. Ripercorrendo una vocazione dalle molte sfaccettature, queste pagine intrecciano racconti di vicende personali, storie di lavoratori e delle loro lotte, grida di dolore per lo sfruttamento criminoso dell'ambiente, riflessioni sferzanti sulla crisi economica che ha investito l'Europa e rievocazioni di momenti condivisi con amici e "maestri" tra gli altri Neruda, Saramago, Tonino Guerra. Emerge soprattutto il Sepúlveda uomo: i ricordi mai sopiti del difficile passato cileno, i destini dei compagni dispersi dall'esilio che si ritrovano su una piccola baia del Pacifico, un viaggio nel deserto di Atacama, ma anche squarci di vita domestica, il ricordo di un nobile amico a quattro zampe, la gioia di riunire intorno a un tavolo una meravigliosa famiglia allargata da cui farsi chiamare con l'epiteto di "vecchio". E su tutto la consapevolezza, sempre e comunque, di aver vissuto "una vita di formidabili passioni".‎

‎Sepúlveda Luis‎

‎Ingredienti per una vita di formidabili passioni‎

‎br. La scrittura, l'impegno politico, le amicizie, l'esilio, il viaggio: elementi indissolubilmente intrecciati nel racconto di una vita avventurosa e affascinante come quella di Luis Sepúlveda. Da quando, ragazzino, i primi amori lo inducono a trascurare la passione calcistica e a coltivare quella per la poesia, Sepúlveda scopre che la letteratura che vale è quella che riesce a dar voce a chi non ha voce. Ripercorrendo una vocazione dalle molte sfaccettature, queste pagine intrecciano racconti di vicende personali, storie di lavoratori e delle loro lotte, grida di dolore per lo sfruttamento criminoso dell'ambiente, riflessioni sferzanti sulla crisi economica che ha investito l'Europa e rievocazioni di momenti condivisi con amici e «maestri». Emerge soprattutto il Sepúlveda uomo e la consapevolezza di aver vissuto «una vita di formidabili passioni».‎

‎Sepúlveda Luis; Arpaia Bruno‎

‎Raccontare, resistere. Conversazioni con Bruno Arpaia‎

‎brossura Sepúlveda racconta il lato più avventuroso e intimo della sua vita: gli amici, gli incontri con i grandi scrittori come Francisco Coloane e Osvaldo Soriano, i momenti condivisi con i compagni, Hernan Rivera Letelier, Mario Delgado Aparain, Mempo Giardinelli e Mario Benedetti. Rivive i festival letterari, le occasioni di incontro pubbliche e private, sullo sfondo dei luoghi dove il suo "gruppo" è solito ritrovarsi: da Parigi a Santiago del Cile, da Gijon a Guadalajara, da Roma alle tante province italiane. E lo fa conversando con Bruno Arpaia, egli stesso scrittore e conoscitore della letteratura sudamericana.‎

‎Sepúlveda Luis; Petrini Carlo‎

‎Un'idea di felicità‎

‎br. La felicità è ancora di questo mondo? In un'epoca frettolosa e spesso cupa, dai ritmi di vita e di lavoro innaturali, dov'è finito il tempo per la vita, per la persona, per la condivisione? C'è ancora, è la risposta di Luis Sepùlveda e Carlo Petrini, purché sappiamo trovarlo, rubando ai nostri giorni frenetici lo spazio per far germogliare un seme, per scambiarci un aneddoto spezzando il pane, o per fare la nostra parte nella battaglia per un mondo più sostenibile e generoso. Dall'Amazzonia al cuore dell'Africa, dall'esperienza amara dell'esilio all'abbraccio collettivo di Terra Madre, ricordi e pensieri di due autori d'eccezione si intrecciano in una conversazione che attraversa attualità e letteratura, gastronomia e politica, difesa della natura e della tradizione. Tra incontri e racconti, storie di grandi leader e di piccoli eroi del quotidiano, Petrini e Sepùlveda ci guidano alla ricerca di quel diritto al piacere che è oggi il più rivoluzionario, democratico, umano degli obiettivi. Con la lentezza e la saggezza della lumaca, però. Perché anche noi possiamo smettere di correre verso una destinazione ignota, e ricominciare pienamente a esistere.‎

‎Serao Matilde‎

‎Contro il telefono‎

‎brossura‎

‎Serao Matilde‎

‎Saper vivere ovvero galateo napoletano‎

‎br. Dal lontano 1901 e dalla abile penna di Matilde Serao, ecco un vademecum di buone maniere che significativamente l'autrice denominò "Saper vivere, norme di buona creanza". Le pagine guidano il lettore dell'epoca a come preparare un pranzo per ospiti illustri, a come scegliere i regali di Natale, a come organizzare un matrimonio, insomma a come la nuova borghesia napoletana dovesse presentarsi sulla scena di quell'inizio secolo. Il libro però non è solo un colorito spaccato dei costumi e delle regole di un'Italia perduta per sempre; è anche una divertente lettura di raffinati suggerimenti sul bon ton nella vita sociale che sembrano resistere all'usura del tempo.‎

‎Serao Matilde‎

‎Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione dell'aprile 1906. Nuova ediz.‎

‎br. "Amico lettore, non chiedere a queste mie pagine che io raccolgo e ti offro, il prestigio dell'arte e il fascino dello stile. Esse furono scritte, giorno per giorno, con cuore tremante di dolore, con una indicibile emozione, che, spesso, fece cadere la penna di mano allo stanco e desolato scrittore: esse furono scritte, ogni notte, al ritorno dai paesi ove più l'ira sterminatrice aveva distrutto gli uomini e le cose, mentre ancora una visione di orrore mi opprimeva. Così, in cambio di una glaciale disciplina letteraria, tu troverai, lettore, in queste pagine, la storia semplice, profonda e tragica di quella che fu l'eruzione, vista coi miei occhi mortali; vi troverai fra raffigurate persone e narrati fatti: eroiche persone e nobilissimi fatti che meritano di essere evocati ed esaltati. Amico lettore, queste sono pagine di dolore e di amore: e sono scritte con cuore sincero. Non altro. Napoli, maggio 1906". (Matilde Serao)‎

‎Serao Matilde; Trotta D. (cur.)‎

‎L'anima dei fiori. Vol. 4: Il mandorlo. Il gelsomino. Il papavero‎

‎ill., br. Il mandorlo è un amante istintivo che non ha scudi né difese. Si rifiuta di cedere all'inverno delle emozioni. Sogna la primavera sotto le nevi, s'illude di riconoscerla in un inganno di sole e si schiude. Fiorisce «perché è imprudente e affettuoso, perché è imprudente e ama la vita, perché è imprudente ed ha fretta di vivere» scrive Matilde Serao. Il gelsomino, poi, è un compagno gentile. È timido, rifugge dal bacio ardente del sole e si abbandona alle lusinghe della notte consumandosi nel rilasciare la sua essenza. Il papavero è un ossimoro, l'ardore che induce il sonno, l'impeto che porta quiete. Ma perché condannarlo? Senza il suo succo soporifero «mancherebbe un giusto termine di paragone per definire la gravità di certi discorsi, gli effetti di certe conferenze, il carattere della prosa di tanti e tanti amabili colleghi» ironizza la scrittrice che innalza l'impulsivo mandorlo, il soave gelsomino, il sanguigno papavero convinta che sia «sempre meglio sognare che vivere».‎

‎Serao Matilde; Trotta D. (cur.)‎

‎L'anima dei fiori. Vol. 7: Il giacinto. La glicinia. La giunchiglia. Il geranio. La tuberosa. La canfora. La margherita. L'azalea. Il fiore di neve. Il miosotide. L'oleandro‎

‎ill., br. Struggersi. Consumarsi. Morire di passione. Come una giunchiglia, «l'amore, nato tra le effusioni del sentimento, nella vitalità gagliarda e prorompente, ora intisichisce nella stanchezza e nel languore». E si fa spazio una nostalgica afflizione che solo un giacinto può capire: «Coloro che lo amano, sono le persone malinconiche che nelle forme belle e squisite della vita cercano una consolazione ai loro muti e segreti dolori». Per Matilde Serao «è un fiore magnifico e triste» che carezza le anime. Magari quelle meravigliosamente irruenti, glicinie in fiore senza foglie, senza difese: «Bizzarra e simbolica anomalia, che fa pensare a certe giovinezze troppo rapide, troppo impetuose, che sbocciano doviziosamente, vivono una vita intensa e muoiono prima che giunga la maturità». E si lanciano nel vuoto, protese nell'afferrare un momento, fuggente, fugace, fiore splendido dal profumo solo immaginato, negli occhi persi un colore che è quello «del nostro cielo nel bacio dell'alba».‎

‎SERCAMBI, GIOVANNI‎

‎Der Stapellauf (Mit Zeichnungen von Max Schwimmer)‎

‎Berlin, Eulenspiegel Verlag, 1978. Pappband, 4°, 54 S., 1. Auflage, mit zahlr. farbigen Zeichnungen aus dem Nachlaß Max Schwimmers, »Giovanni Sercambi (1347-1424), italienischer Schriftsteller der Renaissance, erzählt nach Art Boccaccios eine drastische Liebesepisode aus dem Leben eines jungen Verschwenders. Mehr noch als die freimütigen Textpassagen Sercambis fesseln 25 Zeichnungen von Max Schwimmer, die mit ihrer graziösen Verspieltheit und erotischen Brillanz den Leser erfreuen.«‎

‎Guter Zustand‎

Bookseller reference : A1105

‎Sereni Vittorio‎

‎Gli immediati dintorni. Primi e secondi‎

‎ril. L'essere poeta e l'esperienza della poesia, la maschera che lo scrittore di versi indossa, e che è appunto la maschera del poeta. La materia e lo spazio: ciò di cui necessita il poeta. E poi l'essere umano, lo stare al mondo. L'esperienza algerina, da cui sorgerà - pilastro totemico nel Novecento italiano - l'esordio di una voce nuova, l'esordio del poeta Vittorio Sereni, con il "Diario d'Algeria". Dalla Resistenza come esperienza mancata al gioco del calcio, dove per il poeta la fede nerazzurra è sentita come colpa d'origine; dagli incontri con Ezra Pound, Arthur Rimbaud, Eugenio Montale, ai luoghi dove il poeta Vittorio Sereni si tramuta in viaggiatore attento, cantore della memoria o flàneur: Bologna, Lubiana, Toronto, e poi ovviamente Milano, e Luino, la città natale. Il mondo, la politica, gli amici. La vita. Negli "Immediati dintorni" - un grande classico che torna in libreria dopo trent'anni - Vittorio Sereni percorre i sentieri ignoti del proprio essere poeta e del proprio essere uomo, componendo un vero e proprio zibaldone, un diario che lo accompagna per tutta la vita; ci consegna così le chiavi di volta per leggere le sue opere, e ci consente allo stesso tempo di scrutare, come in un diorama, il suo universo simbolico e umano. Ci regala infine l'esperienza immersiva nei mari del fenomeno umano, sul vascello di uno dei più grandi poeti del Novecento, che qui intimamente confessa la sua perpetua e affascinante tentazione per la prosa.‎

‎Sereni Vittorio; Brambilla A. (cur.)‎

‎Il verde è sommerso in nerazzurri. Vittorio Sereni e lo sport. Scritti 1947-1983‎

‎br. Questa antologia mette in dialogo i frammenti poetici "sportivi" con gli analoghi scritti in prosa (qui riuniti per la prima volta), per ottenere una più completa e convincente interpretazione di entrambi. Dopo il fortunato Lo Zanzi, il Binda e altre storie su due ruote. Scritti sul ciclismo 1969-1985 dedicato a Piero Chiara ecco che Alberto Brambilla prosegue con questo nuovo lavoro nel suo percorso di ricerca ormai trentennale sul rapporto sport-scrittura. Lo sport, ed in particolare il calcio, costituisce per Sereni non solo una passione, come confermano diversi scritti, ma anche un importante ingrediente della sua poesia. Ad una prima parte che raccoglie i testi poetici, seguono dunque undici scritti in prosa - alcuni dei quali sinora quasi "seppelliti" nella rivista "Illustrazione Ticinese" - corredati da un commento esplicativo che ne facilita la comprensione al lettore di oggi. Essi toccano a vario modo il tema dello sport, distendendosi in un ampio arco cronologico (1947-1982), come a confermare l'interesse costante di Sereni per questa materia (e la sua specifica competenza in ambito ciclistico e calcistico), divenuta un carburante per la propria poetica.‎

‎Serge Victor‎

‎Terremoti (San Juan Parangaricútiro)‎

‎br. Victor Serge, figlio di esuli russi in Belgio in fuga dallo zarismo, prese parte da anarchico a molti movimenti rivoluzionari, prima di aderire al bolscevismo diventando intimo di Trotskij, ma finì nel gulag in quanto critico della deriva autoritaria della rivoluzione. Le proteste internazionali, aperte da Salvemini, indussero Stalin a liberarlo e, dopo gli anni del Fronte Popolare in Francia, egli dovette emigrare ancora, nel lontano Messico dove morì. Fu lì che scrisse questo appassionato pamphlet sulla nascita di un vulcano alla quale poté assistere, vicino allo sperduto villaggio di San Juan Parangaricútiro, che fu tradotto nel 1991 per la rivista "Linea d'ombra" dal giovane e geniale scrittore sardo prematuramente scomparso Sergio Atzeni. Una riflessione sull'umana precarietà e sulla forza della natura in confronto con la storia, da un luogo dove la parola "terremoto" non ha solo un significato metaforico.‎

‎Sergel, Albert und Ernst Kützer‎

‎Güldenkettlein. Fünfzig neue Kinderlieder. Buchschmuck von Ernst Kützer. 1. bis 3. Tsd.‎

‎Hildesheim : F. Borgmeyer, 1926. 60 S. ; mit Illustrationen, 8 OHalbleinen, illustrierter Einbanddeckel, Frakturschrift, Kopffarbschnitt‎

‎Einband nur minimal bestoßen, etwas lichtrandig und leicht fleckig angeschmutzt, Seiten sauber, ohne Einträge, nur erste Seiten im unteren Bereich etwas fingerfleckig begriffen, einige Seiten im unteren Eckenbereich ein wenig knickspurig, geringe Lesespuren, Seite 21 zum seitlichen Randbereich mit leichter Fehlstelle im Papier außerhalb des Textbereiches,‎

Bookseller reference : 142278

Antiquariat.de

Antiquariat Bäßler
DE - Vohenstrauss
[Books from Antiquariat Bäßler]

€28.00 Buy

‎Sergio Giuseppe‎

‎Liala, dal romanzo al fotoromanzo. Le scelte linguistiche, lo stile, i temi‎

‎ill., br. Oltre alla fluviale produzione romanzesca e all'attività giornalistica in senso lato, Liala non tralasciò di cimentarsi con il fotoromanzo. Lo fece nei primissimi anni Cinquanta e, preferendovi la misura distesa del romanzo, quasi tappandosi il naso. "Quale concentrato di idiozia ci vuole per amare quella roba! Non si può fare una bella frase, né una pagina gentile, né una descrizione intelligente. Mi pare di essere monca facendo fumetti: e anche acefala", si sfogava ad esempio scrivendo ad Arnoldo Mondadori. Dopo un capitolo iniziale dedicato a Liala - alla sua biografia, alla produzione letteraria e ai temi continuamente, spudoratamente riproposti -, questo libro si incentra sui fotoromanzi della regina italiana del rosa in una prospettiva linguistico-stilistica e tematica. Nonostante che i fotoromanzi studiati rechino in bella evidenza la firma di Liala, la maternità di alcuni di loro appare dubbia o quantomeno ridimensionabile, per via di certa disomogeneità nell'opzione tematica e soprattutto nel trattamento linguistico dei soggetti: come viene mostrato, Liala presenta delle specificità che la rendono inconfondibile. Chiude il volume una più ravvicinata caratterizzazione linguistica dei fotoromanzi in oggetto, articolata secondo i livelli del lettering, della fonetica, della morfologia, del lessico, della sintassi e della retorica.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€13.30 Buy

‎Sergio Morico, a cura di‎

‎La mia Roma vol. II Antologia di poesie e prose‎

‎Opera incompleta, disponibile un tomo, nel dettaglio: vol. II, a cura di S. Morico, contributi di G. Azzaro, L. Luisi e F. Pansa, molte le incisioni di B. Pinelli. Legatura in condizioni generali molto buone, copertina e sovraccoperta con minime tracce di manipolazione, evidenze di attrito alle estremità, interno da considerare allo stato del nuovo ma con resti di adesivo rimosso ai preliminari. N. pag. 158. USATO‎

‎SERMINI, Gentile.‎

‎Sollazzevoli historie.‎

‎in-8, pp. 247, broch. edit. Numerose storie licenziose toscane. Buon esemplare.. .‎

‎Serner Walter; Ulrich S. (cur.)‎

‎Manuale per aspiranti impostori. Un manifesto dadaista‎

‎br. Per la prima volta in italiano ecco il manifesto dadaista di uno scrittore antiborghese e maudit, la coscienza tedesco-austriaca che tra il 1915 e il 1927 irride alla cultura europea dominante, forte dell'inaudito coraggio di mettersi e di mettere gli altri in ridicolo, per scampare alla svalutazione di tutti i valori del primo Novecento. In una flaneurie del pensiero coltissima e familiare ad un tempo - non senza allusioni alle oscenità e alle pratiche truffaldine tipiche del demi-monde delle capitali Parigi, Berlino, Roma e Napoli tra le due guerre, il manuale teorico Affrancamento definitivo e la sua applicazione pratica instaurano un rapporto provocatoriamente pedagogico con il lettore - conformemente agli stilemi della tradizione aforistica - il tutto condito con molta, molta ironia. Nei singoli aforismi vengono derisi i luoghi comuni più ricorrenti (sulle donne, gli ebrei, i mocciosi, gli storpi, i vecchi, le metropoli estere) che fanno di questo manuale un caustico quanto umoristico elogio della mediocrità borghese. Dopo gli aforismi dada del manuale teorico, quello pratico si snoda in tappe che abbracciano i vari ambiti della socialità novecentesca: a una ouverture sui "principi elementari" e sulla "conoscenza umana", seguono le sezioni "in viaggio e in albergo", "donne", "accorgimenti", "allenamento", "istruzioni", "questioni di particolare importanza", "uomini", "abbigliamento e maniere", "raccomandazioni", "lettere e denaro", "superstizione", culminando infine nel "numero di chiusura": «Il mondo, si sa, vuole essere ingannato. Ma se non lo fai, andrà davvero su tutte le furie!»‎

‎Serra Michele‎

‎Sull'acqua‎

‎br. "Sull'acqua" racconta con grande intensità l'epopea delle acque di Milano che, dopo decenni di prelievo forzato industriale, giacciono nel sottosuolo della città cariche di mistero, di memoria e di promesse. Un testo allo stesso tempo poetico e filosofico sul tema universale e importantissimo dell'acqua, l'elemento cardine della vita dell'individuo e delle società che ha saputo costruire, ora sotto la reale, pungente minaccia di inquinamento ambientale, dispersione e voraci interessi economici.‎

‎SETTGAST, ANN-CHARLOTT‎

‎Schuhmacher und Poet dazu... Roman um Hans Sachs.‎

‎Schwerin, Petermänken-Verlag 1954. Halbleinen, 8°, 265 S., mit Illustrationen von Horst Schönfelder.‎

‎Einband an den Rändern angebräunt, Kanten oben bestoßen. (Bilder im JPEG- oder PDF-Format auf Anfrage)‎

Bookseller reference : 10142

‎Setz, Wolfram [Hrsg.]‎

‎Der Roman eines Konträrsexuellen : eine Autobiographie‎

‎Berlin: Bibliothek rosa Winkel. 1991. 93 Seiten. 19cm. Zustand: Sehr Gut, eher ungelesen (Innen); Einband (Außen) hat min. bis geringe Gebrauchsspuren; Broschiert‎

Bookseller reference : 115454

Number of results : 10,016 (201 Page(s))

First page Previous page 1 ... 170 171 172 [173] 174 175 176 ... 179 182 185 188 191 194 197 200 ... 201 Next page Last page