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‎Dos Passos John; Cappellini F. (cur.)‎

‎Ronzinante di nuovo in viaggio‎

‎br. Alcuni scritti giovanili pubblicati su riviste nel 1922, che costituiscono il resoconto di un viaggio compiuto dallo scrittore statunitense in Spagna alcuni anni prima, e in cui si intrecciano realtà e immaginario incontro con un improbabile moderno Don Chisciotte.‎

‎Doshi Avni‎

‎Zucchero bruciato‎

‎br. Tara è sempre stata una ribelle, contro tutto e tutti. Costretta a un matrimonio di convenienza, è scappata di casa, si è presa diversi amanti, ha vissuto a lungo insieme con un guru e si è persino ridotta a fare la mendicante. In tutto ciò, sua figlia Antara, per lei, è sempre stata un peso, una valigia da portarsi appresso e poco più. Però il tempo della ribellione di Tara adesso è finito; ha quasi sessant'anni e l'Alzheimer la sta consumando, a poco a poco ma inesorabilmente: lascia il fornello acceso per tutta la notte, dimentica le incombenze quotidiane, si ostina a telefonare ad amici morti da tempo. E non ricorda più i piccoli e grandi gesti crudeli nei confronti della figlia, che sono invece marchiati a fuoco nella memoria di Antara. Eppure, nonostante tutto, Antara si sente in dovere di occuparsi di quella madre che non si è mai presa cura di lei. E così, mentre la convivenza forzata la induce a ripercorrere le pagine più dolorose del suo passato, cerca di sbrogliare la matassa di tradimenti, riconciliazioni e rotture, e di sciogliere una volta per tutte il nodo di quel legame che ha forgiato il suo cammino, ma che adesso rischia di soffocarla. Con una prosa lucida e affilata come la lama di un rasoio, Avni Doshi scava tra le pieghe di quel rapporto unico che lega una madre e una figlia, mettendone in luce la complessità e le contraddizioni, ma anche tutta la forza e l'amore che lo contraddistingue.‎

‎Doshi Tishani‎

‎Il piacere non può aspettare‎

‎br. È iniziato tutto nel 1968, quando Babo è stato il primo membro della famiglia Patel a lasciare Madras e volare a Londra per approfondire la sua educazione. Suo padre avrebbe dovuto sapere che ne sarebbero nati dei guai. E infatti lo ritroviamo in un appartamento di Finchley Road, che fa l'amore in maniera decisamente poco ortodossa con una ragazza gallese dalla pelle color latte, Sian Jones, per la quale si è preso una cotta appena ha visto lo svolazzo di un nastro rosso tra i suoi capelli. La loro è una storia d'amore "misto" in un mondo sottosopra: le due famiglie non saranno mai più le stesse. Incontriamo allora i Patel-Jones: Babo, Sian, Mayuri e Bean, nella loro piccola casa dal cancello dipinto di arancione e nero, accanto alla sede dell'Associazione Donne del Punjab. Intanto, mentre il ventesimo secolo scorre sullo sfondo - da qualche parte là fuori Jim Morrison muore in una vasca da bagno, Carlo e Diana si sposano, Indira Gandhi è assassinata dalle sue stesse guardie del corpo, la tv via cavo arriva in India -, i quattro Patel-Jones navigano nei territori inesplorati della famiglia "ibrida": la baraonda dei parenti di Babo, il lontano crepitio della linea telefonica di quelli di Sian, la saggezza eterna e il cuore generoso della bisnonna Ba, i pericoli dei primi amori, la perdita dell'innocenza e la vecchiaia, e l'ultima grande domanda: cosa fare degli spazi che le persone amate lasciano dietro di loro.‎

‎Doskocilova, Hana‎

‎Vom Hirsch mit dem goldenen Geweih‎

‎Ins Deutsche übertragen von M. Vanickova. Prag, Artia, 1979. 4to. Mit zahlreichen farbigen Illustrationen von Jiri Trnka. 54 S., 1 Bl. Illustrierter Or.-Lwd. mit Schutzumschlag, illustrierte Vorsätze. [5 Warenabbildungen]‎

‎"Zum Bersten voll ist mein Kopf mit Großmutters Märchen und Sagen. Wie soll ich wählen, ich armer Tropf, damit sie euch auch gefallen?" - Gutes Exemplar.‎

Bookseller reference : 174831

‎Dossi Carlo‎

‎La desinenza in A‎

‎br. L'opera, cominciata nel 1876, sarà pubblicata nel 1878. A questa prima edizione, non priva di errori, non arrise il successo sperato. Soltanto nel 1883 l'autore decise di ristampare la "Desinenza". Dossi, dopo aver riveduto e corretto la prima edizione, vi aggiunse un'"Avvertenza grammaticale" e una lunga prefazione, il "margine", in cui prendeva posizione sul dibattivo, allora molto acceso, sul realismo. Si pubblica qui la seconda edizione nel testo procurato da Dante Isella. E' un curioso pamphlet misogino, una sorta di trattatello disincantato e furioso contro gli inganni della donna e segna il culmine dello sperimentalismo linguistico dell'autore.‎

‎Dossi Carlo‎

‎Vita di Alberto Pisani‎

‎br. Ideale continuazione dell'Altrieri, la "Vita di Alberto Pisani" è, come ebbe a dire lo stesso Dossi, il "romanzo dell'adolescente". Di un'età, cioè, ibrida, di passaggio, contrassegnata da inquietudini e ribellioni, da sogni, da aspirazioni imprecisate, tentativi di fuga, nostalgie. In questa dimensione, volutamente ambigua quanto al rapporto tra narrazione e autobiografia, l'autore colloca un personaggio dalla tempra incostante ed eccentrica, prigioniero, fino al drammatico suicidio, della propria impotenza e inettitudine. Alberto Pisani è pure, per Dossi, l'occasione di liberarsi definitivamente dai modi della prosa mimetica e di trovare, alle radici delle parole e nella profondità della pagina, la propria identità di scrittore.‎

‎Dossi Carlo; Isella D. (cur.)‎

‎Amori‎

‎br.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Delitto e castigo‎

‎br. Spinto da considerazioni teoriche, oltre che dalla miseria, il giovane Raskòl'nikov uccide un'anziana usuraia e si condanna così al rimorso e alfa nevrosi; trova infine pace nell'espiazione è nell'amore per la dolce Sonja. "Delitto e castigo" è dunque il romanzo della perdizione, ma dì una perdizione, che, proprio nel suo momento più oscuro, trova una luce che la redime. E in ognuno dei molteplici personaggi sopravvive una scintilla di bontà, soffocata dall'orrore eppure ancora palpitante di speranza. Intessuto di una grande complessità di temi, il romanzo riflette i principali motivi che agitarono la Russia di metà Ottocento e l'animo dell'autore: dagli ideali protosocialisti a un superomismo quasi nietzschiano, fino al misticismo messianico tipicamente slavo.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Delitto e castigo‎

‎br. Raskol'nikov è un giovane che è stato espulso dall'università e che uccide una vecchia usuraia per un'idea, per affermare la propria libertà e per dimostrare di essere superiore agli uomini comuni e alla loro morale. Una volta compiuto l'omicidio, però, scopre di essere governato non dalla logica, ma dal caso, dalla malattia, dall'irrazionale che affiora nei sogni e negli impulsi autodistruttivi. Si lancia cosi in allucinati vagabondaggi, percorrendo una Pietroburgo afosa e opprimente, una città-incubo popolata da reietti, da carnefici e vittime con cui è costretto a scontrarsi e a dialogare, alla disperata ricerca di una via d'uscita. Nuova traduzione di Emanuela Guercetti. Prefazione di Natalia Ginzburg e saggio introduttivo di Leonid Grossman.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Delitto e castigo‎

‎br. Pubblicato nel 1866, Delitto e castigo è il resoconto psicologico di un crimine. Raskol'nikov, povero studente di Pietroburgo, per emanciparsi da una miseria opprimente non esita a uccidere una vecchia usuraia e la sua incolpevole sorella, per poi derubarle. Il delitto ha un profondo valore simbolico: l'usuraia incarna l'iniquità del mondo e col suo gesto scellerato il giovane vuole mettere alla prova quella capacità di infrangere la legge che è propria dell'«uomo superiore», libero e svincolato da ogni morale. Ansia di sublime e fascino dell'abiezione, volontà di ferire e desiderio di espiare lacerano il cuore e la mente dell'omicida. Combattuto tra il ricordo ossessivo del misfatto e il timore angoscioso di venire scoperto, Raskol'nikov finisce col diventare l'implacabile giudice di sé stesso, fino alla catarsi finale: l'ammutolire della ragione, il palesarsi improvviso di una rivelazione che conduce ad accettare il castigo come destino.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Delitto e castigo‎

‎brossura "E' il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall'Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell'aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura..." (Dostoevskij).‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Delitto e castigo. Ediz. integrale‎

‎ril. Il giovane Raskòlnikov, abbandonati gli studi, decide di uccidere una vecchia usuraia per dimostrare a sé stesso di essere un uomo "eccezionale", al di là del bene e del male. Rimasto travolto dal proprio atto e tormentato dalla coscienza del fallimento, si consegna spontaneamente alla giustizia, cedendo a quella stessa norma che credeva di poter travalicare. Colpa, condanna ed espiazione: questi i capisaldi di "Delitto e castigo", capolavoro della letteratura ottocentesca, romanzo "poliziesco" concepito da Dostoevskij per "scavare a fondo tutti i problemi" dell'animo umano.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Delitto e castigo. Ediz. russa‎

‎br.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Diario di Raskolnikov‎

‎br. Composto intorno al 1860, il "Diario di Raskolnikov" rappresenta una prima esplorazione del protagonista di "Delitto e castigo", uno dei grandi capolavori di Fëdor Dostoevskij (Mosca 1821 - Pietroburgo 1881). Lo studente Raskolnikov, lasciata l'università per mancanza di mezzi, viene spinto dalla miseria, ma soprattutto dall'esaltazione teorica del delitto, all'uccisione di una vecchia usuraia. Il suo "diario" ci permette di leggere passo passo quel che avviene nella mente e nello spirito del giovane omicida, la sua eccitazione nervosa, la sua ansia di essere scoperto, le prime tracce dello spaventoso rimorso che dovrà accompagnarlo per il resto della vita.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I demoni‎

‎brossura Petr Verchovenskij, guidato ideologicamente dal demoniaco Stavrogin, è a capo di un'organizzazione nichilista e lega i suoi seguaci con una serie di delitti. L'ultima vittima è Satov, un ex-seguace convertitosi alla fede ortodossa. Per coprire il delitto Petr obbliga Kirillov a scrivere una lettera di autodenuncia, prima di suicidarsi. Altri delitti, apparentemente immotivati, seguono e solo il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento, sembra porre fine all'azione di questi "demoni.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I demoni‎

‎br. Traendo ispirazione dal brutale omicidio di uno studente a opera di una cellula di nichilisti, un fatto di sangue che nel 1869 sconvolse la Russia intera, Dostoevskij scrive un romanzo cupo e disperato, in cui tornano i grandi problemi posti da Delitto e castigo: la personalità, la libertà, l'esistenza di Dio, l'impietosa critica della sconsiderata cecità della borghesia liberale e dello spirito rivoluzionario, dietro cui si annidano cinismo e un troppo fragile progetto politico. Attraverso la delittuosa parabola politica del «grande peccatore» Verchovenskij e del suo oscuro e demoniaco suggeritore Stavrogin, Dostoevskij sottolinea la convergenza necessaria tra il discorso politico, sociale e quello morale e religioso, condannando con forza l'abisso del nichilismo che allontana l'uomo da tutti i suoi legami naturali.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I demoni‎

‎br. Le relazioni che si interlacciano fra i protagonisti e i personaggi minori sono innumerevoli, e vanno da complessi rapporti padre/madre/figli, a compiacenze utilitaristiche, ad amicizie incrollabili, a rapporti intellettuali di sterile univocità. Molti i temi affrontati: l'introspezione di se stessi, l'emancipazione dell'io, il desiderio di affrancarsi da un passato nebuloso e oscuro, l'inseguimento della propria utopia. E, ovviamente, i demoni del titolo.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I demoni‎

‎brossura Petr Verchovenskij, guidato ideologicamente dal demoniaco Stavrogin, è a capo di un'organizzazione nichilista e lega i suoi seguaci con una serie di delitti. L'ultima vittima è Satov, un ex-seguace convertitosi alla fede ortodossa. Per coprire il delitto Petr obbliga Kirillov a scrivere una lettera di autodenuncia, prima di suicidarsi. Altri delitti, apparentemente immotivati, seguono e solo il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento, sembra pore fine all'azione di questi "demoni.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I demoni. Nuova ediz.‎

‎br. Ideale continuazione di "Delitto e castigo", di cui approfondisce in senso sociale e politico l'indagine etico-religiosa sul tema della libertà, "I demoni" costituisce - senza tuttavia rinunciare alle ragioni dell'arte - l'opera più polemica di Dostoevskij. La filosofia del "tutto è permesso" di Raskòl'nikov diviene qui la teoria rivoluzionaria secondo cui l'azione politica è al di sopra del bene e del male. Attraverso i protagonisti del romanzo, Dostoevskij accoglie l'intera tempesta di dubbi, negazioni, critiche che investe l'uomo moderno. Ma sa anche di possedere i valori per uscire dalla crisi. Tutta la sua opera è infatti un drammatico dialogo tra negatività e positività. Un dialogo che è l'essenza dell'uomo.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I fratelli Karamazov‎

‎brossura "I fratelli Karamazov sono il romanzo più grandioso che mai sia stato scritto, l'episodio del Grande Inquisitore è uno dei vertici della letteratura universale, un capitolo di bellezza inestimabile... Non è certo un caso che tre capolavori di tutti i tempi trattino lo stesso tema, il parricidio: alludiamo all'Edipo re di Sofocle, all'Amleto di Shakespeare e ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij. In tutte e tre le opere è messo a nudo anche il motivo del misfatto: la rivalità sessuale per il possesso della donna." (Sigmund Freud)‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎I fratelli Karamazov. Ediz. integrale‎

‎ril. Unanimemente considerata tra le opere più alte della letteratura russa e di tutto l'Ottocento europeo, "I fratelli Karamazov" è l'ultima fatica di Dostoevskij. Pubblicato in parte, tra il 1879 e il 1880, sul "Messaggero Russo", vide la luce nella sua forma integrale nel 1880. Al centro della narrazione le vicende della famiglia Karamazov, padre e quattro figli, di cui uno illegittimo e tre nati da madri diverse, tutte precocemente scomparse. Aleksej, Dmitrij, Ivan e Smerdjakov si muovono circondati da un teatro di personaggi altrettanto cruciali e determinanti, non solo ai fini della narrazione ma anche ai fini del perfetto equilibrio su cui l'architettura del romanzo è costruita. È la storia di un parricidio, è la storia di una schiera di anime alla ricerca della verità e di una salvezza possibile, tutta spirituale, che l'autore cuce addosso al suo Aleksej, illuminandolo sin dalle primissime pagine di una luce forte e ostinata, che è propria solo degli "eroi". Introduzione di Eraldo Affinati.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il giocatore‎

‎brossura Il romanzo è la storia di un progressivo inaridimento morale, il percorso deplorevole di un giovane uomo che lentamente, ma inesorabilmente, perde interesse verso tutto ciò che lo circonda, in nome di un'unica passione: il gioco d'azzardo.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il giocatore‎

‎br. Romanzo breve pubblicato nel 1867. In esso l'autore accantona momentaneamente i grandi temi religiosi e filosofici. Il racconto, in parte autobiografico, non è tuttavia disgiunto da un profondo impegno psicologico. Attraverso le vicende del protagonista Aleksej Ivanovic che, innamorato della giovane e capricciosa Paolina, finisce per diventare un giocatore di professione, Dostoevskij analizza la condizione ossessiva del giocatore d'azzardo. Saggio introduttivo di Sarah Tardino.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il giocatore‎

‎br. Scritto febbrilmente in soli ventisei giorni, "Il giocatore" narra la passione incondizionata per il gioco d'azzardo con la sua inebriante commistione di audacia, voluttà e sofferenza. La duplice attrazione del protagonista per il gioco e per l'altera e inquietante Polina, pur in circostanze, ambienti e atmosfere vagamente allucinati, riflette vicende reali della vita dell'autore. Che, divorato dalla passione per la roulette, scrive della natura sovranamente superflua del gioco e racconta il sentimento forsennato, oscillante fra desiderio di schiavitù e pulsione omicida, per una figura di donna ambigua, imprevedibile, possessiva. Con uno scritto di Antonio Pennacchi.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il giocatore‎

‎br. In una città termale tedesca famosa per il suo casinò, il giovane precettore Aleksej Ivànovic viene posseduto dal demone della roulette, ritrovandosi in un universo chiuso dove la passione febbrile per il gioco distrugge gli animi e aliena le menti. Uno specchio della dipendenza dello stesso Dostoevskij. Carico di tensione e implacabile nell'analisi psicologica dei posseduti, questo racconto lungo rimane uno dei simboli della letteratura maledetta.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il giocatore‎

‎br. Scritto da Dostoevskij in soli ventotto giorni per rispettare la scadenza di un contratto, "Il giocatore" racconta la storia di un giovane precettore con la passione del gioco, ma in realtà è l'ennesima acuminata esplorazione del grande russo nei meandri dell'animo umano. Tra baroni tedeschi, conti italiani, gentlemen inglesi e la straordinaria invenzione narrativa della nonna del generale, la "baboulinka", tutti riuniti intorno al tavolo da gioco, si dipana una vicenda che pone sempre al centro di tutto il demone dell'azzardo e quello della vita.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il giocatore. Ediz. integrale‎

‎br. "Il giocatore", romanzo breve pubblicato nel 1867, è ambientato in una città termale della Germania, Roulettenburg, nome di fantasia, forse ispirato alla località di Wiesbaden, dove Dostoevskij risiedette nel 1863 e dove cominciò a giocare alla roulette. In esso l'autore accantona momentaneamente i grandi temi religiosi e filosofici. Il racconto, in parte autobiografico, non è tuttavia disgiunto da un profondo impegno psicologico. Dostoevskij analizza la condizione ossessiva del giocatore d'azzardo attraverso le vicende del protagonista Aleksej Ivanoviè che, innamorato della giovane e capricciosa Polina, finisce per diventare un giocatore di professione. Come tutti i suoi romanzi, fonte di potente suggestione, anche quest'opera si fonda sulla vastità e complessità dell'ordito narrativo, in cui il tumultuoso e incoerente intrecciarsi delle vicende determina un intenso clima drammatico e una profonda ricerca psicologica.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il sogno di un uomo ridicolo e altri racconti dal «Diario di uno scrittore»‎

‎br. In questa sconcertante opera, Dostoevskij crea una situazione paradossale in cui il protagonista, un uomo di mezza età, disperato, incompreso e ormai indifferente a tutto e tutti, decide di suicidarsi, ma, addormentandosi innanzi alla rivoltella, sprofonda in un sogno che lo conduce in una nuova, primordiale Terra, un luogo in cui gli uomini sono ancora capaci di dialogare tra loro e di stabilire uno stretto rapporto con piante e animali. In questa sorta di paradiso terrestre non esistono malizie, gelosie o corruzione e gli esseri umani, coscienti di essere parte di un immenso universo, convivono serenamente sentendosi parte di un'unica grande famiglia. Tuttavia, l'arrivo del protagonista inevitabilmente sconvolgerà quel mondo idilliaco...‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il sosia‎

‎br. Un uomo che per vivere ha bisogno di riflettersi nella percezione altrui un giorno si trova d'improvviso di fronte un sosia, come fosse il suo riflesso nello specchio, e non si capisce se sia un'allucinazione schizofrenica o una realtà inquietante. Prefazione di Olga Belkina.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il sosia‎

‎br. Il mite e umile consigliere Jakòv Petrovic' Goljadkin non è quello che sembra: vive in lui un doppio, un "sosia". Il suo io non è un tutto compatto e unico, bensì un mobile e disintegrabile complesso di impulsi che possono scindersi in altri io, tra loro in alternanza e in conflitto. Il suo sosia non è semplicemente una persona tanto somigliante a lui da poter essere per lui scambiata, ma, come dice la parola russa dvojnik, è la proiezione di un io in un altro io autonomo rispetto al primo. Esistono nel romanzo due Goljadkin che si completano in quanto totalmente opposti: uno timido e sottomesso, l'altro furbo e arrivista. E Goljadkin, come spiega Vittorio Strada nell'introduzione, è "la patologia dell'uomo qualunque, il primo gradino di quello 'sdoppiamento' che costituisce la malattia dell'uomo moderno".‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Il sosia‎

‎br. Storia di uno sdoppiamento psichico che conduce il protagonista alla follia, "Il sosia" affronta un tema caratteristico dell'opera di Dostoevskji: la scissione dell'io, lo scontro tra un io goffo, impacciato, tormentato, eternamente perseguitato e un io sfrontato, aggressivo, covo dell'inespressa "bassezza" che si annida nel profondo. Il racconto si svolge in quattro giornate, con un crescendo di angoscia e frenesia che culmina nella centuplicazione dei sosia davanti allo sguardo ottenebrato del protagonista. Dostoevskij non abbandona un solo istante il suo personaggio e sorveglia incessantemente i progressi della sua pazzia, raggiungendo potenti effetti di terrore e di pietà attraverso un'analisi degli stati d'animo e dei pensieri inesorabile e ossessionante.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'adolescente‎

‎brossura La cronaca famigliare che Dostoevskij inventa ispirandosi alle rubriche dei giornali è molto diversa da quella cui ci aveva abituato Tolstoj, con la sua rappresentazione di un solido mondo patriarcale. Lacerata e divisa, la famiglia di Dostoevskij è lo specchio dei tempi nuovi, dei traffici di una società avida e iniqua che non esita a lanciarsi nelle imprese più spregiudicate, a perdersi in tormentosi conflitti con i demoni che la agitano. Confessione autobiografica di un giovane ventenne, "L'adolescente" snoda una sequenza vertiginosa di fatti, un turbine di avvenimenti incalzanti. Figlio naturale di un proprietario terriero, Arkadij coltiva sogni di potere e rivincita, ma non riuscirà a sottrarsi al giro di ricatti e intrighi.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'eterno marito‎

‎br. Scritto dopo Delitto e castigo e L'idiota, questo romanzo breve mette in scena la rivalità e la sfida tra due personaggi maschili, che rappresentano due diversi tipi umani. Trusozkij, notabile di provincia nato e vissuto solo per sposarsi, è succube delle donne a tal punto da essere disposto a subirne tutte le umiliazioni. Marito tradito, dopo la morte della moglie si mette sulle tracce di colui che un tempo ne fu l'amante. Si tratta di Vel'?aninov, quarantenne nevrotico e in crisi di coscienza, ipocondriaco e sentimentalmente inquieto. Tra i due si instaura un rapporto tanto ambiguo quanto bizzarro, un'apparente e improbabile amicizia che nasconde una sopita volontà di vendetta. Anni dopo, il destino li farà reincontrare, protagonisti di un nuovo triangolo amoroso e ancora una volta nei panni il primo di «eterno marito», il secondo di «eterno amante». Commedia surreale, imperniata sul gioco di ruolo tra i due protagonisti, L'eterno marito occupa un posto a sé fra le opere di Dostoevskij per l'insolita vena umoristica che lo attraversa e la sorprendente autoironia con cui l'autore sembra aver voluto esorcizzare la sfortunata esperienza del suo primo matrimonio.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'eterno marito‎

‎brossura Questo romanzo racconta la crisi dei quarant'anni di Vel'caninov, un facoltoso, ozioso e mondano proprietario terriero. Soffre d'insonnia, è angosciato da una vago senso di colpa, ha perfino delle allucinazioni o per lo meno crede di averle. Un uomo con un nastro nero di lutto sul cappello lo segue e lo sorveglia. Si tratta di Pavel Pavlovic, un funzionario statale di provincia, la cui moglie, anni addietro era l'amante di Vel'caninov. Un rapido esame convince Vel'caninov che Pavlovic, l'eterno marito, non può sapere che la moglie l'ha tradito con lui. Ma allora perché tanta ambiguità? Così comincia un rapporto bizzarro simile ad un duello portato avanti da due schermitori abili e accaniti...‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'idiota‎

‎br. Pubblicato a puntate nel 1868 sulla rivista moscovita "Russkij vestnik", L'idiota fu scritto freneticamente da un Dostoevskij incalzato dai debiti, tormentato dagli attacchi di epilessia, attratto dal canto di sirena della roulette. Eppure, nell'abisso della sua disperazione, il grande scrittore russo ha saputo dare un'opera di grande luminosità, uno di quei libri il cui valore artistico va oltre la qualità letteraria. "L'idiota" è infatti il romanzo in cui il realismo fantastico di Dostoevskij si misura con l'altissimo obiettivo di dare una rappresentazione artistica dell'uomo assolutamente buono. Un uomo, frammento del Cristo, attorno a cui prende vita quel mondo di tragedie e macchiette che è la Russia dell'Ottocento. Con un saggio di Hermann Hesse.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'idiota‎

‎brossura Pubblicato nel 1868, è la storia della sconfitta di un uomo "assolutamente buono", il principe Myskin. Un romanzo intricatissimo di avvenimenti, pieno di affetti opposti e di opposti sentimenti morali che dominano tutta l'opera entro cui si agitano bene e male, odio e amore.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'idiota‎

‎br. "L'idiota" non è solo un libro straordinario, ma una sfida al mondo che conosce soltanto valori materiali. Tutto il romanzo ruota intorno al protagonista, il principe Myskin, uno spirito puro, incapace di adeguarsi al cinismo, alla meschinità che dominano intorno a lui: con la sua disarmante bontà, la sua innocenza assoluta, egli aspira all'armonia totale. Myskin s'innamora della bellissima Nastas'ja, contendendola al passionale Rogozin. Nessuno si salverà dal male presente ovunque. Resta la vibrante lezione morale che, attraverso il suo personaggio, Dostoevskij ci ha dato. Introduzione di Fausto Malcovati.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎L'idiota. Ediz. integrale‎

‎br. Capolavoro della letteratura russa, questo romanzo ha come protagonista il principe Miskin, il quale, dotato di uno spirito puro e innocente, si innamora della splendida Nastassia, donna bellissima ma inesorabilmente perduta. Ella, seppur colpita dalla sua purezza d'animo, sentendosi indegna di lui, rifiuta di sposarlo e si concede al suo amico Rogozin. Questi, pazzo di gelosia per il legame tra Miskin e Nastassia, la uccide. Miskin cade così in uno stato di idiozia, intesa come rifiuto del male del mondo, unica sua autodifesa possibile contro una società malata e crudele.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎La mite‎

‎br. "Immaginate un uomo, accanto al quale sta stesa su un tavolo, la moglie suicida che qualche ora prima si è gettata dalla finestra. L'uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri... Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce da se stesso". Così Dostoevskij presenta al lettore il proprio racconto: 'fantastico' perché registra come sotto dettatura i pensieri che si svolgono nell'interiorità dell'uomo, ma anche estremamente 'reale' nella sua verità psicologica. Passando attraverso vari sentimenti spesso contraddittori, prima discolpandosi, quindi accusando, dandosi spiegazioni che si riveleranno fasulle, il protagonista giunge a poco a poco alla verità. Introduzione di Paolo Di Stefano.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Le notti bianche‎

‎br. Al centro delle "Notti bianche", racconto pubblicato per la prima volta nel 1848, c'è un sognatore, un giovane che vive una vita tutta sua, avulsa dalla realtà, fatta di chimere, fantasticherie, impalpabili emozioni. Nelle calde notti senza tramonto di una Pietroburgo estiva e deserta, il timido e notturno protagonista, triste vittima della vita urbana, vagabonda senza meta per la città fra palazzi e canali, e sogna a occhi aperti. Proverà a inseguire l'amore: quello della bella e appassionata Nasten'ka, che però ama, desidera, attende un altro. Così, dopo quattro notti di esaltata eccitazione, l'ultimo mattino porta con sé un amaro risveglio: il disincanto di un addio. Introduzione di Fausto Malcovati.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Le notti bianche‎

‎br. Un giovane sognatore, completamente immerso in un mondo dominato da sentimenti e fantasie, ha il suo primo contatto con la realtà quando, durante una delle sue solitarie passeggiate estive, s'imbatte in una ragazza in lacrime. La sconosciuta diventerà per lui un'ancora verso il mondo reale, fatto di attese, speranze e disillusioni. La città di San Pietroburgo è lo sfondo in cui, nel corso di quattro notti, i due protagonisti di questo breve racconto si confidano le storie delle loro vite. Il risveglio dell'ultimo mattino porterà con sé un dubbio sottile, invitando il lettore a riflettere sul labile confine tra sogno e realtà.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Le notti bianche‎

‎br. «Sono un sognatore, ho una vita reale talmente limitata che raramente mi capitano momenti come questo... Sognerò di voi l'intera notte, tutta la settimana, l'intero anno.» Un giovane solitario, nella magia inquieta delle notti bianche di San Pietroburgo, incontra una misteriosa ragazza, Nasten'ka, che risveglia in lui l'amore. Per quattro notti i due si danno appuntamento, raccontandosi e confidandosi, e al giovane sognatore, che apre il suo cuore per la prima volta, il futuro sembra dischiudersi, come se finalmente la realtà lo lasciasse entrare. Ma quel sentimento cresciuto in poche notti si rivelerà solo un altro sogno, e il risveglio sarà brusco e doloroso. Il "romanzo sentimentale" di Dostoevskij, un classico intramontabile.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Le notti bianche‎

‎brossura‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Le notti bianche. Ediz. integrale‎

‎br. Un giovane uomo, di cui non conosciamo il nome, vive isolato e non ha amicizie. Durante una passeggiata notturna sul lungofiume incontra Nesten'ka, una ragazza di diciassette anni. L'uomo è un sognatore, un solitario, distaccato dal mondo in cui vive, e questo incontro fa nascere in lui per la prima volta un sentimento reale. Le notti bianche di San Pietroburgo, in cui la luce non sembra mai tramontare, fanno da sfondo alla loro sofferta storia d'amore, un breve risveglio nel vuoto di un'esistenza non vissuta.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Memorie dal sottosuolo‎

‎brossura‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Memorie del sottosuolo‎

‎brossura Nella prima parte, "Il sottosuolo", il protagonista racconta la sua infanzia e la formazione della personalità più nascosta (il sottosuolo per l'appunto). Nella seconda, "A proposito della neve fradicia", ripercorre alcuni episodi della sua vita dove più emerge il "sottosuolo". Segue alcuni compagni di scuola ad una cena, sfoga poi l'amarezza per le offese subite su Liza, una prostituta incontrata in una casa di tolleranza, mostrandole con durezza che cosa l'aspetta nel futuro. Dopo qualche giorno Liza ritorna da lui col desiderio di una vita pura, ma viene trattata con disprezzo e volgarità. Per umiliarla le mette in mano un biglietto da cinque rubli, che poi ritroverà sul suo tavolo quando la donna se ne sarà andata, testimonianza della grande dignità di Liza.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Memorie di una casa morta‎

‎br. Nel 1849 Dostoevskij, che faceva parte di un circolo di giovani intellettuali di tendenze socialiste, fu arrestato dalla polizia zarista e, dopo otto mesi di reclusione, venne condannato a morte. Successivamente questa pena fu commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia, a Omsk, dove il suo fisico fu segnato per sempre. Questo libro è la cronaca fedele di quel periodo di deportazione, dei luoghi conosciuti e dei personaggi incontrati.‎

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‎Netocka Nezvanova‎

‎br. Pubblicato a episodi nel 1849, Neto?ka Nezvanova doveva essere il primo grande romanzo di Dostoevskij. Rimase incompiuto, ma fu un fruttuoso esperimento e tracciò con chiarezza la linea della narrativa matura: realismo, approfondita analisi psicologica dei personaggi, romantica predilezione per le situazioni fuori del comune. La protagonista, che racconta in prima persona tre stagioni della propria vita - l'infanzia, la pubertà, la giovinezza - è il prototipo delle adolescenti dostoevskiane: ferite, oltraggiate, costrette a soprusi e brutali violenze, e tuttavia capaci di reagire con disperata energia a tutte le prove e alla cupa miseria materiale e morale che le opprime. L'autore ne indaga con attenzione e sensibilità il mondo affettivo cogliendone alcune inedite componenti femminili - la morbosità, la sensualità adolescenziale, la violazione dell'innocenza - su cui d'ora in poi lavorerà incessantemente, a cominciare dalla prova successiva,Umiliati e offesi.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Povera gente‎

‎br. Quando questo romanzo venne pubblicato, Fëdor Dostoevskij aveva ventiquattro anni; fu un successo travolgente: la critica fu subito concorde nel dichiarare che il suo autore era un genio, un genio, però, che viveva nella miseria più nera, quella miseria senza speranza che ispira, appunto, "Povera gente". Due giovani si scrivono, si raccontano le loro piccole vicende quotidiane, le loro speranze, i loro sogni. Nasce così un amore che potrebbe aprire a entrambi la via della felicità, ma la loro miseria è tale che la ragazza deciderà di sposare un uomo non più giovane, ma ricco nella folle speranza di poter aiutare il suo infelice amico. Un romanzo epistolare che scosse la Russia e segnò l'inizio della carriera di un titano della letteratura mondiale. Introduzione di Fausto Malcovati.‎

‎Dostoevskij Fëdor‎

‎Racconti‎

‎br. I primi racconti di questo volume furono scritti da Dostoevskij negli anni immediatamente precedenti l'arresto e la condanna ai lavori forzati; gli altri sono coevi dei capolavori della maturità. Dagli uni agli altri - tutti popolati da un'umanità descritta con sofferta partecipazione - si dilata il discorso sul "sottosuolo" e squarci sempre più profondi si aprono sui meandri contorti della psiche umana, sui suoi aspetti patologici, le sue ossessioni, le sue incoerenze, le sue rivolte. Il volume contiene i seguenti racconti: Il signor Procharcin ; La padrona ; Le notti bianche ; Uno spiacevole episodio ; Bobok ; La mansueta ; Il sogno di un uomo ridicolo.‎

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