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‎Orvieto Paolo‎

‎De Sanctis‎

‎br. Nel 2017 si celebra il bicentenario della nascita di un grande italiano, Francesco De Sanctis (1817-1883), al quale è stato attribuito il non piccolo merito di essere stato il vero fondatore della critica italiana, grazie alla sua produzione saggistica e alla fondamentale "Storia della letteratura italiana" (1870-71). E stato un autore che ha attraversato quasi l'intero Ottocento e che ha segnato in profondità la stagione di passaggio verso l'Unità, alla quale ha partecipato attivamente in prima persona. In queste pagine viene ripercorsa la parabola umana e culturale di De Sanctis, che nelle lezioni delle sue varie scuole e nei molteplici saggi registra fedelmente i moti e i terremoti della cultura, della letteratura e poi anche della politica italiana pre e post-unitaria. Tuttavia, per lui l'arte non è solo un epifenomeno culturale e non è neppure "un capriccio personale"; è piuttosto consustanziale alla stessa storia, politica e civile dell'Italia, per cui la storia letteraria degli Italiani scorre di pari passo con la vicenda etica della loro "coscienza". Ma forse l'aspetto più trascurato di De Sanctis è quello politico: più volte dopo l'Unità deputato e ministro della Pubblica istruzione con Cavour, Ricasoli e poi con Cairoli, fautore di un assai interessante e attuale centro-Sinistra, equidistante dalla reazionaria e clericale Destra e dal radicalismo repubblicano e rivoluzionario della Sinistra storica.‎

‎Ge Rondi C. (cur.); Manfredini M. (cur.); Rettaroli R. (cur.)‎

‎Transizioni di fecondità in Italia tra '800 e '900‎

‎br. Il quadro della transizione demografica italiana è estremamente composito e vario territorialmente, tanto da giustificare appieno la declinazione plurale di "transizioni demografiche" e da continuare ad attirare su di sé attenzione e interesse di ricerca. I saggi raccolti nel volume esaminano una delle componenti delle transizioni demografiche, quella della fecondità, e hanno in comune l'evoluzione del binomio nuzialità-fecondità tra il XIX e il XX secolo, processi entrambi che, soprattutto in epoca storica, risultano intimamente legati tra di loro. I contributi esaminano da un lato evoluzioni della fecondità di lungo periodo a livello nazionale e dall'altro approfondiscono casi specifici in tema di variabilità del comportamento nuziale.‎

‎Quinsac P. A. (cur.)‎

‎Segantini. Trent'anni di vita artistica europea nei carteggi inediti dell'artista e dei suoi mecenati‎

‎ill.‎

‎Dottarelli Luciano‎

‎Freud, un filosofo dietro al divano‎

‎ril. Con la psicoanalisi di Freud sembra davvero realizzarsi una delle aspirazioni più antiche della filosofia: quella di ricercare e mettere a disposizione degli uomini un'efficace medicina per curare i mali dell'anima e per raggiungere la felicità possibile. La riflessione e la pratica filosofica hanno infatti sempre tratto la loro motivazione più profonda dall'esperienza del limite che, nelle forme del dolore, della sofferenza, dell'ingiustizia e della morte, le persone si trovano di fronte nelle loro situazioni di vita. Il rapporto di Freud con la filosofia si è sempre nutrito di una profonda ambivalenza: da un lato la confessione di un'irresistibile attrazione; dall'altro quasi la necessità di rassicurare se stesso e gli altri su una propria "incapacità costituzionale" alla pura speculazione e sulla sua ferma volontà di sottrarsi, proprio lui, formidabile affabulatore, al fascino delle narrazioni filosofiche. Eppure, a oggi, la creatura intellettuale di Freud, in attesa degli sviluppi di alcune sue intuizioni che sembrano promettere le neuroscienze, appare sempre più destinata a trovare riparo e conforto nel grembo ampio e inclusivo della filosofia.‎

‎Cosulich Oscar‎

‎Vittorio Giardino. Ediz. illustrata‎

‎ill., br.‎

‎Agosti Giovanni; Stoppa Jacopo‎

‎La Ca' Granda da ospedale a università. Atlante storico-artistico‎

‎ill., br. Due insegnanti della Statale raccontano il proprio luogo di lavoro. E si spalanca una cavalcata di immagini a colori attraverso oltre cinque secoli di storia milanese. A partire dal 12 aprile 1456 quando il duca Francesco Sforza posa la prima pietra dell'Ospedale Maggiore: una costruzione che poco più di cent'anni dopo Giorgio Vasari definirà: «luogo tanto ben fatto et ordinato che per simile non credo ne sia un altro in tutta Europa». Ospedale sì, ma anche - dagli anni Cinquanta del Novecento - una delle sedi di una delle grandi università italiane. L'osservatorio prende di mira essenzialmente le vicende storico-artistiche, ma questo non esclude incursioni nei campi contigui. Non mancano le scene madri (la fondazione, i bombardamenti della seconda guerra mondiale...) e i protagonisti dell'obbligo (dal Filarete a San Carlo) ma c'è spazio anche per episodi poco noti o trascurati: le immagini di culto dell'Ospedale, le insegne fasciste, il cardinal Montini, gli scontri del '68 e del 77, il mercatino di Largo Richini, Lucio Fontana, Camilla Cederna, Colpire al cuore... Viene alla ribalta una folla di personaggi minori che restituiscono il sapore della storia, in un caleidoscopio di citazioni spesso recuperate per la prima volta. Nelle lunghissime note si nascondono ritrovamenti, precisazioni, identificazioni nel mare magnum del patrimonio ospedaliero e universitario, così da dare vita a un vademecum che finora non esisteva.‎

‎Corgnati Martina‎

‎L'ombra lunga degli etruschi. Echi e suggestioni nell'arte del Novecento‎

‎ill., br. Quello degli etruschi è un mito che ha sfidato i secoli. Dal Quattrocento, quando Leon Battista Alberti fu tra i primi a rivalutare l'ordine tuscanico, agli anni più recenti con le prime grandi mostre dedicate, l'interesse per questa enigmatica civiltà del passato non è mai venuto meno. Una passione che si è però nutrita di istanze talmente diverse - a seconda che a rivolgervi il proprio sguardo fossero studiosi da un lato, o letterati e artisti dall'altro - da far parlare di due distinte Etrurie: una "scientifica", che soprattutto dall'Ottocento e con gli importanti scavi di inizio Novecento ha assunto contorni sempre più precisi, e una "evocata", immaginata, tanto favolosa quanto irrecuperabile. È questa l'Etruria dei pittori e degli scultori: di Enrico Prampolini, che presta la sua matita d'avanguardista per una rivista a tema; di Arturo Martini, Massimo Campigli e Marino Marini, che, ognuno con accenti propri, arriveranno a rivendicare una vera e propria discendenza diretta; di artisti apparentemente lontani dal quel mondo, come il francese Ed-gar Degas e l'inglese Henry Moore; e di figure che battono territori considerati marginali come quello della ceramica, quali Gio Ponti e Roberto Sebastiàn Matta. Martina Corgnati si addentra in un lungo e articolato percorso che dalla fine del XIX secolo giunge fino alle soglie del XXI attraverso ibridazioni e riscritture del passato, tra suggestioni più o meno esplicite e riferimenti puntuali. Non mancano le incursioni nel dibattito letterario, particolarmente vivo nel nostro paese, dove un mito fondativo più autenticamente italico rispetto a quello greco o romano ha trovato da sempre un terreno fecondo. Attraverso il prisma del "fenomeno etruschi" si può così vedere l'arte del Novecento sotto una nuova luce, percorrendone i sentieri all'ombra di questo antico popolo.‎

‎Paul Jean; Fabris A. (cur.)‎

‎Tre scritti sul nichilismo‎

‎br. Di Jean Paul - pseudonimo di Johann Paul Friedrich Richter (1763-1825), tra i protagonisti della stagione romantica in Germania - sono qui tradotti la Lamentazione di Sheakespeare morto... in cui si proclama che non vi è Dio alcuno, il Discorso del Cristo morto..., sogno nel sogno, testi la cui eco tra '800 e '900 è stata enorme, sia in campo letterario che filosofico e teologico. In essi era contenuta la prima angosciante testimonianza - Dio è morto ed assente - che annuncia il nichilismo come anima profonda della modernità. Rileggere oggi questi testi aiuta non solo a capire la situazione spirituale del nostro tempo, ma anche a scoprire che in quel primo annuncio v'erano i bagliori di una nuova esperienza religiosa. Adriano Fabris ricostruisce il contesto in cui apparvero questi scritti, illustrandone le caratteristiche filosofiche e letterarie.‎

‎Sachs Maurice‎

‎Una valigia di carne‎

‎br. «Di Maurice Sachs, figura tra le più contraddittorie della letteratura francese, pubblichiamo qui la traduzione inedita in Italia dei capitoli finali della scandalosa autobiografia "La chasse à courre", narrazione di una "caccia alla volpe" dove Maurice, al termine di una corsa di rischiosi espedienti, farà la stessa fine dello scaltro animale, anche se ancora lo ignora.»‎

‎Hayek Friedrich A. von‎

‎L'ordine sensoriale. I fondamenti della psicologia teorica‎

‎br. Pubblicato nel 1952, "L'ordine sensoriale" è un tentativo sistematico, originale e fecondo di elaborare una dottrina della conoscenza sulla base di una psicologia teoretica che col tempo, e nonostante le tante scoperte nel campo delle scienze cognitive, non ha perso d'interesse. Le ricerche sulla funzione cognitiva della mente umana e sul modo in cui organizza i "dati sensoriali" portano Hayek a formulare una teoria della conoscenza che influenzerà tutta la sua opera. L'ordine sensoriale, infatti, non descrive soltanto le dinamiche del processo conoscitivo e del modo in cui la conoscenza si forma e si trasmette, ma, spiegando il passaggio da un 'ordine individuale' a un 'ordine esteso', si pone anche come il fondamento della teoria dell'azione umana hayekiana e come la premessa del suo contributo alle scienze sociali teoriche.‎

‎Gulli Claudio‎

‎La collezione Chiaramonte Bordonaro nella Palermo di fine Ottocento. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Nel panorama del collezionismo siciliano, ambito di studi ancora inesplorato, il senatore Gabriele Chiaramonte Bordonaro (1835-1914) è una figura d'eccezione. Il libro indaga il percorso culturale di questo collezionista-amatore, con particolare attenzione ai dipinti da lui raccolti. Rampollo di una delle famiglie più ricche dell'isola, la cultura e il gusto di Bordonaro si formano fra Roma, Firenze e le capitali europee. Più di quattromila opere e oltre quattrocento dipinti vanno a costituire una collezione dove spiccano opere che si possono oggi attribuire a Giotto, Sandro Botticelli, Anton Van Dyck. A Palermo, nel 1892, Bordonaro commissiona all'architetto Ernesto Basile un ampliamento della sua villa, per ospitare la sua crescente collezione. Le fotografie eseguite dalla ditta Alinari nel 1897 restituiscono gli ambienti di questo museo privato, che diventa un punto di riferimento conoscitori e studiosi di passaggio a Palermo nei primi decenni del Novecento. Gli scambi con Bernard Berenson, Adolph Goldschmidt, Gustavo Frizzoni, Hermann Voss, Adolfo Venturi, e tanti altri grandi nomi della storia dell'arte del tempo, spingono Bordonaro ad aggiornare i suoi inventari e a studiare le nuove personalità artistiche messe in luce dai conoscitori. La vita di Bordonaro, documentabile attraverso ricevute d'acquisto, fotografie d'epoca, appunti sulle opere, lettere e interventi parlamentari, attraversa l'Italia di Garibaldi e quella di Crispi. Senatore della Destra storica, Bordonaro interviene anche nel dibattito sulla tutela, da «proprietario» deluso dalla politica nazionale e difensore dei suoi interessi. Da leggere come un romanzo, il libro riporta alla luce una notevole collezione storica di primitivi, nel contesto della stagione dorata di Palermo.‎

‎Rassegna storica del Risorgimento (2021). Vol. 1‎

‎br. Rivista dedicata alla storia del Risorgimento. Gennaio-giugno 2021.‎

‎Pascal Blaise; Ferrara M. (cur.)‎

‎L'arte di persuadere‎

‎br. "Odio le parole enfatiche": questa l'ultima frase de "L'arte di persuadere", che si conclude con una lacuna dovuta a un copista o allo stesso Pascal, ma che comunque suona come un'adesione al pensiero di Montaigne, il grande critico dell'amor proprio e della vanità delle cose mondane. Ma là dove lo scettico Montaigne si ferma dopo aver fatto tabula rasa, l'apologeta cristiano, che non può essere indifferente al risultato di una disputa, deve fare un passo avanti, sostenere che, stabilite le buone regole del ragionamento, sia possibile convincere e convertire l'interlocutore. Scritto verso il 1660, "L'arte di persuadere" si riallaccia alla polemica fra giansenisti e gesuiti, importante disputa teologica che stava molto a cuore a Pascal; ma è al tempo stesso una sorta di essenziale e limpido "discours de la méthode" di Pascal stesso, che troviamo poi applicato nell'altro testo qui riunito, la prima delle famose "Lettere provinciali" scritte in quello stesso periodo.‎

‎Antonelli Sara; Fiorentino Daniele; Monsagrati Giuseppe‎

‎Gli americani e la Repubblica romana del 1849‎

‎ill.‎

‎Levin Gail‎

‎Edward Hopper. Biografia intima‎

‎ill., br. Figure solitarie assorte in drammi silenziosi. Lo spazio, ridotto all'essenziale, è reale e allo stesso tempo metafisico, immerso in una luce tersa e implacabile. La scena è quasi sempre deserta, l'atmosfera densa di attesa. I paesaggi umani di Edward Hopper risultano laconici ed evocativi quanto quelli urbani o rurali svuotati di presenze umane e di suoni. Che uomo si nasconde dietro una così penetrante visione? In che circostanze ha generato i suoi drammi pittorici? Artista taciturno e introverso, Edward Hopper si è espresso poco sulla propria vita. È in gran parte grazie ai diari e alle lettere della moglie Jo, scritti nel corso di una simbiosi coniugale durata più di quarant'anni, che prende corpo la biografia monumentale di uno dei grandi interpreti della scena americana moderna, un pittore che ha lasciato un segno indelebile sulla posterità, tanto nelle arti visive quanto nel cinema. Gail Levin ha attinto a materiali per lo più inediti per offrirci una narrazione coinvolgente in cui la genesi dei capolavori si alterna al resoconto delle vicende quotidiane più intime condivise con Jo, in un teatro domestico carico di attrazione e conflitti violenti, di ammirazione e sostegno, di ostilità e riconciliazioni. Come modella dei suoi lavori, pungolo intellettuale, artista vissuta nell'ombra e sua prima sostenitrice, Jo Nivison Hopper ebbe un ruolo chiave per il successo del marito e un ruolo da co-protagonista le è riservato nelle pagine di questo libro.‎

‎Farson Daniel‎

‎Francis Bacon. Una vita dorata nei bassifondi‎

‎ill., br. Francis Bacon conosce Daniel Farson nel 1951 a SoHo, la zona bohème di Londra, dove i mondi dell'arte, della moda, dei piaceri e della malavita convergono e si amalgamano. Bacon, che pure vantava già un suo seguito come pittore, aveva soprattutto fama di gran bevitore, conversatore e attaccabrighe e non nascondeva le sue frequentazioni con personaggi del sottobosco omosessuale londinese. Sebbene Farson torni fino all'infanzia infelice di Bacon in Irlanda, il volume che dedica all'artista è una memoria molto personale, il resoconto di prima mano e senza veli di uno spaccato di vita e di un'amicizia durata quarant'anni, fino alla morte di Bacon nel 1992.‎

‎Oppenheim Meret; Di Monte M. G. (cur.)‎

‎Sogni. Appunti 1928-1985‎

‎ill.‎

‎Bonfante Luigi‎

‎Catastrofi d'arte. Storie di opere che hanno diviso il Novecento‎

‎ill., br. La storia dell'arte, lo diceva Benjamin, è una storia di profezie, e perché certe opere siano comprensibili occorre che siano mature le circostanze che esse hanno precorso. Di imprese sovversive il secolo delle avanguardie è stato prodigo, ma ce ne sono alcune la cui forza tellurica ha sconvolto per sempre la modernità lasciando che un nuovo paradigma si diramasse dalla crepa. E c'è un punto preciso in cui attecchisce per la prima volta il germe del contemporaneo: l'apparizione dell'Orinatoio. Dopo averlo acquistato in un negozio di idraulica di New York, Duchamp lo spedisce alla mostra degli Indipendenti del 1917, dove sei dollari garantiscono il diritto di essere esposti. La rottura è sotto gli occhi di tutti: è la natura stessa dell'arte a essere messa alla prova. E a partire da questa "spora aliena" di non-arte la faglia si prolunga attraverso una continua e sistematica trasgressione dei limiti. Esplorando - per usare un termine di Arthur Danto - l'artworld delle catastrofi più clamorose del Novecento, questo libro ci svela le trame di opere rivoluzionarie, indissolubili dalle personalità e dalle idee dei loro autori, in una continua tensione fra provocazione e preveggenza. Scopriamo così che lo spiazzante rigore dei 4'33'' di silenzio di Cage ha strettamente a che fare con l'enfasi concettuale e con l'annientamento del confine tra arte e vita; che le sperimentazioni sul vuoto dell'irruente Klein e gli affilati paradossi di Manzoni inaugurano la pratica di una costruzione del mito dell'artista che diventa essa stessa opera d'arte; che l'iconica Brillo Box di Warhol ribalta le gerarchie moderniste aprendo uno spettacolare squarcio su quella svolta culturale che prenderà il nome di postmoderno. Luigi Bonfante ci rivela l'importanza di uno sguardo retroattivo in grado di riconoscere in queste fratture le caratteristiche più salienti del contemporaneo e insieme di interpretare le ambiguità del nostro presente, senza farsi sedurre dall'irrisolvibile quesito che domina l'estetica dei giorni nostri: siamo di fronte a un'apocalisse o una palingenesi?‎

‎Muzzeddu Andrea; Muzzeddu Giacomina‎

‎1802. La rivoluzione che non ci fu. Lo sbarco di Sanna Corda e Cilocco sul litorale di Isola Rossa, Vignola e Longosardo‎

‎ill., br. In tutti i libri di storia sarda c'è traccia degli avvenimenti in Gallura nel 1802. Un tentativo rivoluzionario fallito nel sangue. Ciascuno di questi autori, in modo sintetico o particolareggiato, narra di queste vicende con trasporto, sia esso dettato dall'idea di "sardità" che l'autore ha maturato in sé, sia quando si esprime a favore del governo del tempo. In ogni caso nessuno (o quasi) pronuncia un lamento per le vittime innocenti, coinvolte in un'avventura più grande di loro e, soprattutto, senza avere la coscienza della portata delle proprie azioni. Per i sostenitori della "nazione sarda" tutto si ammanta di eroismo; per i difensori del potere costituito non si tratta che di avventurieri e ribelli locali; per quanti si collocano in uno spazio di netralità assettica gli avvenimenti in Gallura del 1802 vengono considerati con troppa sufficienza e mai con un'effettiva analisi del territorio e delle condizioni del popolo. Una storia, quindi, monca e mai esaustiva, per non dire di parte. Ecco, questo libro rovescia questa impostazione e, attraverso l'analisi dei documenti d'archivio, ricostruisce i fatti del 1802 avvalendosi di una critica serrata, dimostrando in questo modo lo spazio minimo possibile da concedere agli "eroi", non sempre adamantini, e la considerazione dovuta a quanti, senza troppi clamori, sono stati vittime di progetti che si collocavano ben al di là della loro portata. In mezzo, la dura legge della "conservazione del potere".‎

‎Invernizzi Giuseppe‎

‎Invito al pensiero di Schopenhauer‎

‎br. La collana propone a tutti coloro che si accostano alla filosofia un «invito» all'esame critico dei vari filosofi, fornendo gli strumenti necessari per penetrare nel loro mondo concettuale e coglierne i rapporti con la cultura del periodo in cui essi vissero. Ogni volume, dedicato a un singolo autore, è così articolato: le cronologie parallele, che danno risalto alle corrispondenze significative tra la biografia del pensatore e i fatti della storia politica, filosofica e culturale; il profilo della vita del filosofo e della sua personalità intellettuale; le opere, analizzate singolarmente in un panorama completo e inquadrate criticamente, con una essenziale esposizione degli argomenti; i temi più significativi ricorrenti nella produzione del pensatore; gli orientamenti della critica; la bibliografia essenziale e ragionata; l'indice dei nomi; l'indice delle opere.‎

‎Schlögel Karl‎

‎Arcipelago Europa. Viaggio nello spirito delle città‎

‎br. Dopo aver percorso i grandi scenari del Novecento nel libro "Leggere il tempo nello spazio", Karl Schlögel, maestro nell'interrogare fonti storiche inusuali come planimetrie ed elenchi del telefono, architetture e orari ferroviari, si rivolge ora alla nuova Europa, dando voce alle sue città. Le città di Schlögel sono spesso luoghi inattesi, come la lituana Marjampole, dove tutte le automobili del continente si radunano e vengono smistate per la vendita; o Niznij Novgorod, "capitale intermedia" dell'immensa Russia, sede di esperienze architettoniche sorprendenti; ma anche la Budapest di Lukács e la Kosice di Sándor Márai. Oppure sono i grandi centri della modernità - San Pietroburgo e Ginevra, Rotterdam e Napoli, Mosca e Berlino. Città in costante mutamento. Piccoli crogiuoli multietnici e multilinguistici, vere e proprie città bazar. Città vistose e colorate, città esauste, deperite nell'autoisolamento e nella guerra, nelle cui vene scorre però la linfa del futuro. Città vibranti. Il filo che lo storico insegue nel suo dotto passeggiare tra rovine e segni esuberanti del nuovo è quello di una rilevanza non scontata, di un ruolo, talvolta sommerso ma decisivo, che ciascuno dei luoghi attraversati copre nella mappa, che si va disegnando, di un'Europa mutevole e inattesa, dove dialogano storia e geografia, ferite ed esperimenti, cultura e vitalità del nostro continente.‎

‎Womack John‎

‎Morire per gli indios. Storia di Emiliano Zapata‎

‎br. Nel Messico del 1910 un popolo di contadini si solleva perché non vuole essere scacciato dalla terra su cui è nato e cresciuto. A dar fuoco alle polveri sono i contadini del Morelos, ma l'esplosione coinvolge ben presto l'intero paese. È l'epopea degli Indios e dei Peones, ma è soprattutto il tempo di Emiliano Zapata, il contadino chiamato prima dal suo "pueblo" e poi da tutti i villaggi messicani a guidare la lotta. Emiliano Zapata si distingue da tutti gli altri capi rivoluzionari per capacità militari e per singolare intuito politico. Il leader si appropria dell'arte dell'insurrezione, impara e perfeziona la tattica e la strategia della guerriglia e, soprattutto, si sforza sempre di far coincidere l'azione rivoluzionaria con le attese dei contadini e con le istanze democratiche delle città. Costretto a una lunga lotta, violentissima e senza esclusione di colpi, Zapata crea un vero e proprio esercito popolare di liberazione che, attraverso durissime prove - dal fallimento di Madero al tradimento di Carranza - riesce a condurre la politica messicana a importanti riforme nelle campagne. Prefazione di Valerio Evangelisti.‎

‎Scopelliti Letterio‎

‎Pinocchio il fuorilegge. La fabbrica della creatività: un viaggio nel mondo magico creato da Collodi‎

‎br. La storia di Pinocchio può essere interpretata come una vera e propria ribellione alle leggi, alle consuetudini, ai costumi che cercano di ingabbiare gli uomini, di costringerli entro schemi già determinati e prefissati. L'opera di Collodi può così essere letta come una sorta di trasposizione, solo apparentemente divertente ma in realtà drammatica, dell'eterno rapporto contraddittorio tra libertà e legge. Le Avventure di Pinocchio possono essere considerate anche come un vero e proprio laboratorio della creatività. Se le esaminiamo da vicino e attentamente, possiamo scoprire in esse un'innumerevole serie di espressioni creative che seguono sia gli schemi più classici, sia strade relativamente nuove e originali. La creatività presuppone la fantasia ma quest'ultima non agisce casualmente: essa si serve di tutti quelli che potremmo chiamare i binari logici del pensiero. Soltanto che non si limita a registrare e catalogare un materiale appreso, ma si diverte ad operare combinazioni, a sovvertire, a sconvolgere i dati acquisiti creando situazioni, quadri e prospettive inedite.‎

‎Barenghi Mario‎

‎Italo Calvino, le linee e i margini‎

‎br. A partire dal folgorante esordio con "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947) Italo Calvino è stato considerato per circa tre decenni uno scrittore brillante ma atipico, non rappresentalivo dei valori e delle tendenze del panorama letterario nazionale. Successivamente, negli anni che vanno da "Se una notte d'inverno un viaggiatore" (1979) alle "Lezioni americane" (1988), è stato promosso a grande classico della narrativa del secondo Novecento. E davvero nella sua opera sembrano condensarsi cmquant'anni della nostra cultura letteraria: dagli inizi all'insegna del "neorealismo" allo sperimentalismo degli anni Cinquanta, dal recupero della dimensione fiabesca e fantastica del decennio successivo al ritorno del romanzo fra gli anni Settanta e Ottanta, fino alle convergenze con la cultura cosiddetta postmodernista. Nell'arco di questa lunga esperienza, il dato centrale della sua attività di autore resta la molteplicità degli approcci, delle prospettive, delle sperimentazioni. In questo libro Mario Barenghi conduce un'attenta analisi non soltanto di alcuni momenti della produzione di Calvino più puramente letteraria, ma anche della sua attività di saggista, degli abbozzi, dei progetti interrotti e dei libri incompiuti, per individuare, all'interno di quella vocazione plurale e mutevole, le principali direttrici, i temi ricorrenti, le nervature: in una parola la sua "poetica".‎

‎Schirripa Vincenzo‎

‎L'Ottocento dell'alfabeto italiano. Maestri, scuole e saperi‎

‎br. Nell'Ottocento le capacità di leggere, scrivere e far di conto si diffusero come mai prima e in Italia l'alfabeto finì per essere proposto, attraverso la scuola, come cemento dell'unificazione nazionale. Non furono solo gli sforzi di intellettuali e autorità illuminate a portare sempre più bambini sui banchi: scuola, alfabeto e nazione si saldarono al calore del conflitto fra progetti di riforma e resistenze di ogni sorta, mentre tecnologia e mercato si adattavano dando forma a nuove didattiche, preparando e assecondando nuovi lettori. La professione degli insegnanti elementari prese forma nell'arco di un secolo e li proiettò nel vivo di aspri confronti. L'istituzione scolastica affermò la sua autorità mostrandosi depositaria di saperi fondamentali che la vita fuori dalle aule non bastava a fornire. L'analfabetismo divenne, così, un tratto patologico delle periferie della nazione e gli analfabeti un oggetto di attenzione sociale.‎

‎Nobile Angelo‎

‎Letteratura giovanile. Da Pinocchio a Peppa Pig‎

‎br. Gli aspetti essenziali, le complessità e le prospettive educative del libro, della lettura e della letteratura giovanile, affrontati in un'ottica psico-pedagogica e in continuo riferimento alla realtà dei mass media. Il volume propone un articolato e organico itinerario critico e informativo, ricco di suggestioni e di motivi di riflessione per lo studioso come per l'educatore. Una trattazione ampia e rigorosa, una sintesi che evidenzia prospettive e scenari dell'educazione alla lettura e del rapporto tra infanzia e mass media, legge criticamente generi e linguaggi narrativi, propone una rivisitazione pedagogica dei grandi classici e delinea i nodi fondamentali della letteratura giovanile dal dopoguerra a oggi, considerando anche l'attuale produzione editoriale destinata ai ragazzi. Uno strumento di riflessione e di puntuale e aggiornata informazione per insegnanti, studenti dei corsi di laurea in Scienze dell'educazione e della formazione primaria (nonché di tutti i corsi di laurea a indirizzo umanistico), bibliotecari, scrittori, illustratori, genitori più avvertiti.‎

‎Martinetti Piero; Natali L. (cur.)‎

‎Ragione e fede‎

‎br. Il manoscritto dei primi anni '30, "Ragione e fede", qui presentato con introduzione e apparato critico di Luca Natali, dà il titolo a un'opera fondamentale di Piero Martinetti e ne contiene il nucleo teorico, che sta alla base della sua più ampia ricerca su Gesù in chiave non storica ma filosofica: una rigorosa critica della teologia come apologetica, volta a restituire alla fede e alla ragione la loro peculiarità senza riduzioni. L'originalità della prospettiva martinettiana è una sorta di "illuminismo religioso": la religione la si difende a partire dal riconoscimento della sua appartenenza, insieme alla ragione, a un processo libero della coscienza nell'acquisizione del sapere. Come dire, la verità - anche di "fede" - è alla portata di tutti coloro che esercitano la ragione e, in quanto legittime dimensioni dello spirito, l'una non può opporsi all'altra ma ne è parte.‎

‎Gentile Andrea‎

‎Kant. Che cosa significa orientarsi nel pensare?‎

‎br. «Da me non imparerete filosofia; ma imparerete a filosofare, non a ripetere pensieri, ma a pensare». Con queste parole Kant si rivolgeva spesso ai suoi allievi durante le lezioni universitarie presso l'Università di Königsberg. Il pensiero critico, la libertà creativa e l'autonomia della ragione sono un orizzonte centrale della filosofia kantiana che viene sviluppato nel saggio "Che cosa significa orientarsi nel pensare?" pubblicato nel 1786 nella «Berlinische Monatsschrift». L'originalità e la novità di questo scritto, oltre al triplice rapporto semantico tra il concetto dì possibilità soggettiva, la nozione di limite e un processo di ricerca riflessivo-trascendentale, sta nelle indicazioni di estremo interesse che Kant ci offre riguardo a come sia possibile «orientarsi» nella ricerca delle diverse condizioni che definiscono, costituiscono e determinano i diversi campi, ambiti e limiti di possibilità in una filosofia trascendentale.‎

‎Martirano M. (cur.)‎

‎Le filosofie del Risorgimento‎

‎br. Il Convegno "Le Filosofie del Risorgimento", di cui si propongono gli Atti in questo volume, ha rappresentato, per la scelta dei temi affrontati e l'autorevolezza degli interventi, uno degli eventi di maggior rilievo tra quelli programmati in Basilicata nell'ambito delle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia. I lavori delle due giornate (con le relazioni sul pensiero di Francesco De Sanctis, sui nazionalismi e sui cosmopolitismi scientifici che hanno contrassegnato il dibattito italiano prima del '48, sul risorgimento cattolico e sensista-materialista, sulle origini del processo risorgimentale negli avvenimenti del 1799 e sulle problematiche filosofico-politiche affrontate da autori come Pellico, Romagnosi, Ferrari, Spaventa, Labriola e Amari) hanno messo in luce la ricchezza delle motivazioni ideali e del fermento culturale della stagione risorgimentale, spesso a torto rappresentata come un prodotto esclusivo di negoziati diplomatici o di conquiste militari. Le pagine del volume propongono una rilettura, libera da pregiudizi e scevra da troppo rigidi schemi classificatori, in grado di restituire ai protagonisti del dibattito delle idee nel Risorgimento tutto il loro spessore, contribuendo a farli apparire in una luce diversa.‎

‎Drohojowska-Philp Hunter‎

‎Georgia O'Keeffe. Pioniera della pittura americana‎

‎ill., br. Georgia O'Keeffe (Sun Prairie, 1887- Santa Fe, 1986) è una delle artiste statunitensi più innovative degli anni in cui la pittura si affranca dal realismo. Pioniera di un'arte nonoggettiva che miscela chiarezza di visione e urgenza emotiva, sviluppa un punto di vista personale sull'astrattismo ed elabora un metodo compositivo che trova la più fortunata espressione in quei celebri ritratti di fiori dall'intensa carica sensuale. Il libro intreccia cammino personale e artistico, e accanto alle vicende della protagonista si accalcano personaggi del calibro di Steichen, Strand, Demuth, Dove, Marin, Hartley: uno spezzone altamente rappresentativo dell'espressione artistica del secolo breve d'oltreoceano. Avversa alle etichette, ha un rapporto travagliato con la critica maschile: quando la elogiano per lo sfrontato cromatismo, risponde con tonalità sommesse; se invece le ampie volute vengono lette in chiave sessualmente allusiva, replica abbandonando i soggetti più carichi di sentimentalismo per tornare a un repertorio realistico, magari "saccheggiato" ai colleghi maschi.‎

‎Pontiggia Elena‎

‎Mario Sironi. La grandezza dell'arte, le tragedie della storia‎

‎ill. «L'arte non ha bisogno di riuscire simpatica, ma esige grandezza» ha scritto Sironi. Sono parole che si attagliano anche a lui, pittore di periferie inospitali eppure imponenti come cattedrali moderne. Futurista a partire dal 1913, Mario Sironi (Sassari 1885 - Milano 1961) negli anni venti ha espresso l'aspetto più duro della città e della vita contemporanea, ma insieme ha dato ai suoi paesaggi urbani la forza delle architetture classiche e alle sue figure la solennità dei ritratti antichi. Di una classicità moderna, è stato infatti uno dei maggiori protagonisti tra le due guerre: prima con il movimento del Novecento Italiano, che si forma a Milano nel 1922; poi con il sogno visionario di una rinascita dell'affresco e del mosaico. Amico personale di Mussolini e fascista della prima ora, Sironi ha dato forma nella sua pittura murale degli anni trenta alla dottrina nazionalistica e sociale del regime - non alle leggi razziali che non ha mai condiviso - ma il suo desiderio di ritornare alla Grande Decorazione antica gli era nato già durante la giovinezza trascorsa a Roma, quando, come diceva, passavano davanti ai suoi occhi «gli splendidi fantasmi dell'arte classica». Del resto la sua arte, potente e dolorosa, non diventa mai un'arte di Stato. La vita non ha risparmiato Sironi: la perdita del padre a tredici anni, le crisi depressive, la guerra; poi la miseria, la contrastata vicenda familiare, le polemiche sulla sua pittura, i ritmi di lavoro massacranti che gli minano la salute; la caduta del fascismo, il crollo dei suoi ideali politici e un'esecuzione sommaria evitata in extremis (grazie all'intervento di Gianni Rodari, partigiano ma suo estimatore); infine la perdita della figlia Rossana, suicidatasi a diciotto anni nel 1948. Tuttavia la sua pittura oppone alle tragedie dell'esistenza e della storia un'ostinata volontà costruttiva. Almeno fino alla stagione ultima quando Sironi, svaniti sogni e illusioni, dipinge città frananti e visioni dell'Apocalisse.‎

‎Baldacci Cristina‎

‎Archivi impossibili. Un'ossessione dell'arte contemporanea‎

‎ill., br. Ben prima che la diffusione dei social network e dei mezzi di registrazione ci rendesse tutti potenziali archivisti, gli artisti contemporanei hanno ripensato le forme di catalogazione usando linguaggi e media a loro disposizione, spesso ispirandosi a compendi visivi e "musei portatili" di illustri antecedenti novecenteschi, come il Bilderatlas di Warburg e il museo immaginario di Malraux. Dall'atlante di Gerhard Richter, una collezione di migliaia di immagini utilizzate come fonti iconografiche per la pittura, all'album di Hanne Darboven, una monumentale cosmologia che condensa storia personale e memoria collettiva, al museo di Marcel Broodthaers, un sagace strumento di critica istituzionale, allo schedario di Hans Haacke, un mezzo di indagine e di impegno sociopolitico, il furore archivistico si è ormai impossessato della pratica artistica. Che dietro ogni slancio tassonomico ci sia desiderio di ordine, ricerca identitaria, insofferenza verso la tradizionale organizzazione della conoscenza e del potere o un mero horror vacui che spinge i disposofobici a realizzare dei veri santuari della banalità, alla base c'è sempre il bisogno di restituire una logica più profonda a relitti e tracce: prelevati, assemblati e reimmessi in un nuovo contesto, si caricano di un valore inatteso. Ecco allora che l'archivio non è più solo un cumulo inerte di documenti da cui scaturisce quel turbamento che Derrida associa al processo mnestico, ma diventa, in senso foucaultiano, un dispositivo critico capace di rigenerare le consuete logiche di salvaguardia, utilizzo e diffusione del sapere, di riattivare la memoria e la coscienza politica. In quest'ottica, l'artista diventa attore primario del cambiamento sociale e culturale. Cristina Baldacci ripercorre in questo volume la lunga e articolata storia dell'interesse per la pratica archivistica ricomponendo il ricco mosaico dei ruoli e dei significati che l'archivio ha assunto nel corso del tempo e la sua rilevanza come opera d'arte, quindi come sistema classificatorio atipico e, per certi versi, impossibile.‎

‎Droz Bernard‎

‎Storia della decolonizzazione nel XX secolo‎

‎br. Nel secolo appena trascorso l'ordine mondiale è stato travolto - dall'Africa all'Asia - dalla lotta per l'indipendenza dei popoli colonizzati. Il crollo del sistema coloniale, che aveva portato l'Europa al dominio sulla quasi totalità dei continenti, e il fallimento della "missione civilizzatrice", dietro la quale si mascherava lo sfruttamento economico dei territori conquistati, lasciarono finalmente ai popoli la facoltà di decidere del proprio destino. Ma l'indipendenza non ha sempre significato la vittoria della democrazia e dei diritti dell'uomo. Spesso il vecchio vincolo coloniale ha lasciato spazio a un rapporto di dipendenza economica e politica nel quadro dei rapporti tra Nord e Sud del mondo, e se ha permesso libertà ed emancipazione, la decolonizzazione ha generato tensioni, creato antagonismi, moltiplicato conflitti regionali e guerre civili. Con grande rigore e chiarezza espositiva, Bernard Droz analizza le diverse modalità, pacifiche o violente, in base alle quali essa si è declinata da un continente all'altro: una sintesi che ripercorre, in maniera cronologica e per aree geografiche, le tappe e gli sviluppi di quello che è stato uno degli episodi fondanti della contemporaneità, descrivendone strascichi ed eredità che rappresentano ancora oggi questioni aperte e dibattute.‎

‎Buchetti Graziano‎

‎Il profumo dell'erba. Storia di una famiglia contadina toscana tra il 1850 e il 1940‎

‎ill., br.‎

‎Garavelli B. (cur.)‎

‎Il dibattito sul «Romanzo della Rosa»‎

‎br. Nel 1236 Guillaume de Lorris scrive circa quattromila versi di un poema che intitola "Romanzo della Rosa". Non passa nemmeno mezzo secolo che un altro poeta, Jean de Meun, completa l'opera arrivando a comporre quasi ventiduemila versi. Ma è come se sotto lo stesso titolo fossero racchiuse due opere diversissime: la parte di Guillaume de Lorris, scritta con grazia e pudore, s'interrompe prima che avvenga l'unione amorosa con la Rosa, allegoria del sesso femminile, mentre quella di Jean de Meun narra la conquista della Rosa con un tono sfrontato dove si mette in scena una vera e propria unione carnale. In mezzo, molti personaggi che definiscono l'universo cortese in cui la donna è irraggiungibile e amata da lontano, mentre con Jean de Meun tutto diviene più dissacrante e quasi borghese. Un secolo dopo, la prima femminista moderna, Christine de Pizan, autrice della Città delle dame, scrive un'invettiva contro de Meun, e dall'altra parte trova l'umanista francese Jean de Montreuil, affascinato da un certo "paganesimo sorridente" del Romanzo. Fra i due anche il cancelliere Jean Gerson, che si schiera con Christine contro la manipolazione del Romanzo da parte di Jean de Meun. Questo libro riunisce tutte le parti dell'avvincente dibattito, i carteggi, i vari scritti dei protagonisti, a favore o contro il Romanzo della Rosa.‎

‎Benozzo Francesco‎

‎Carducci‎

‎br. La figura complessa e per molti versi affascinante di Giosuè Carducci (1835-1907) viene attentamente delineata in queste pagine a partire da un'analisi puntuale dei suoi scritti e della sua biografia, dagli anni giovanili passati in Lunigiana e Maremma fino all'approdo, ancora giovanissimo, a Bologna, dove insegnò Letteratura italiana e Filologia romanza all'Università. Poeta, professore, filologo, uomo pubblico dell'Italia risorgimentale, egli resta ancora oggi un personaggio più frainteso che letto. Nel libro viene approfondito in particolare il rapporto tra la sua indole rivoluzionaria, sdegnosa e solitaria, e la società di transizione tra Ottocento e Novecento, che egli visse e interpretò in tutte le sue laceranti contraddizioni, e di cui la vastissima produzione poetica e saggistica rappresenta una specie di mappa aperta e per certi versi ancora largamente incompresa. Lontano dagli stereotipi critici che hanno appiattito e museificato, a partire dalle antologie scolastiche, l'immagine di Carducci, l'autore restituisce qui il profilo di un poeta e prosatore sfaccettato e inquieto, non di rado notturno e umbratile, irriducibilmente anarchico e libertario, e sempre attuale in quanto fieramente inattuale: un poeta europeo in bilico tra slanci polemici e rèverie crepuscolare, a cui Nietzsche pensò di affidare la diffusione dei propri scritti polemici e anticlericali.‎

‎Nobile Angelo‎

‎Storia della letteratura giovanile dal 1945 ad oggi. Autori, generi, critica, tendenze‎

‎br. Il saggio ripercorre in un'ottica pedagogica, attraverso un articolato itinerario critico e informativo, l'evoluzione del libro per ragazzi e della relativa critica dalla rinascita democratica della nazione ad oggi, delineando al suo interno generi, autori e opere più rappresentative, nonché caratteri, tendenze e orientamenti della scrittura e dell'editoria per l'età evolutiva, dalla relativa stagnazione dell'immediato dopoguerra all'esplodere del genio rodariano, dalla contestazione sessantottesca alla seconda "rivoluzione" degli anni Ottanta e Novanta, sino alla più misurata scrittura del nuovo millennio. Riservando in questa ampia disamina particolare attenzione agli scrittori "di svolta", che hanno tracciato percorsi innovativi, e parallelamente dando conto dei passaggi di egemonia da un indirizzo all'altro di scrittura e delle confliggenti contrapposizioni critiche. Nell'insieme, un'accurata ricostruzione diacronica che nel dilatare lo sguardo alla stampa periodica, al fumetto e ai manuali scolastici, offre un'ampia panoramica degli sviluppi della letteratura per l'infanzia e l'adolescenza (e della relativa illustrazione) nell'ultimo settantacinquennio, segnalandosi come prezioso strumento di informazione e di orientamento per quanti intendono inoltrarsi non superficialmente, in una dimensione storica ma anche critica e problematica, nel fascinoso mondo del libro per ragazzi, in una non frequente prospettiva pedagogica.‎

‎Levy Shawn‎

‎Il castello di Sunset Boulevard. Storia, avventure e segreti dell'albergo più celebre di Hollywood‎

‎br. La storia appassionante e scandalosa del più famoso fra gli hotel di Hollywood, lo Chateau Marmont, il luogo di fuga e al tempo stesso la vetrina scintillante di tutte le grandi star del grande schermo, della musica e dei media fin dagli anni del cinema muto. Costruito alla fine degli anni Venti, il Marmont, con la sua bizzarra architettura che ricorda i castelli della Loira, domina simbolicamente il celebre Sunset Boulevard: un albergo fatto di appartamenti nei quali è possibile rinchiudersi per tagliare fuori il resto del mondo oppure organizzare le più leggendarie e interminabili feste. I nomi delle celebrità che lo hanno frequentato o abitato sono tutti quelli che hanno segnato la storia dello spettacolo e della cultura pop dagli anni Trenta a oggi: Greta Garbo, Howard Hughes, Bette Davis, Marilyn Monroe, James Dean, Anthony Perkins, Jim Morrison, John Belushi (che in un bungalow di questo albergo morirà di overdose, dopo un festino durato tre giorni), Johnny Depp, Lindsay Lohan e moltissimi altri. Figure centrali della storia della musica jazz, rock e pop hanno vissuto e lavorato nelle sue stanze, da Duke Ellington a Miles Davis, dai Velvet Underground a Bono, così come i grandi artisti grafici, i fotografi, gli stilisti e i pubblicitari della West Coast. Ma accanto alle divertenti o tragiche avventure degli ospiti più o meno celebri, la storia che Levy racconta fra queste pagine è anche quella dei tanti uomini e donne che hanno creduto nel suo mito o che vi hanno lavorato. Perché "quella dello Chateau Marmont è una storia fatta di investimenti e rischi, di fortuna sfacciata e cattiva sorte, di visionari e miopi, di capitalisti e lavoratori, di celebrità e mezze cartucce, di glorie in ascesa e glorie finite, di creativi e sibariti, di gente che ha dato e gente che ha arraffato. L'intero, secolare panorama umano americano di sognatori, affaristi e lottatori concentrato in poche centinaia di metri quadrati".‎

‎Langella Giuseppe‎

‎La modernità letteraria. Manuale di letteratura italiana moderna e contemporanea. Ediz. mylab‎

‎br. Questo manuale si concentra sulla "modernità letteraria": un'espressione con la quale non si delimita semplicemente un periodo storico, ma si allude a quella profonda revisione dei paradigmi, avviata all'inizio dell'Ottocento, che ha completamente cambiato i connotati dei testi letterari. Il volume è articolato in otto fasi, o stagioni, nelle quali la trattazione propriamente storiografica è sempre preceduta da un'apposita sezione in cui si determinano via via le "Coordinate della modernità letteraria", ovvero l'insieme di caratteristiche e di fattori di contesto che conferiscono ai prodotti letterari dell'età contemporanea un'impronta moderna. Seguono le sezioni di "Storia della letteratura", che compongono per pannelli contigui il panorama dei singoli periodi, e le monografie degli "Autori canonici", trenta in tutto, per lo più novecenteschi, in coerenza con l'incremento esponenziale degli autori e la natura sempre più collegiale dei valori in campo. In coda ai capitoli dedicati agli autori canonici sono forniti uno o più testi commentati nella sezione "Banchi di prova", che offre spunti di analisi, applicazioni metodologiche, esercizi di lettura. L'attività didattica e di apprendimento del corso è proposta all'interno di un ambiente digitale per lo studio, che ha l'obiettivo di completare il libro offrendo risorse didattiche fruibili in modo autonomo Il codice presente sulla copertina di questo libro consente l'accesso per 18 mesi a MyLab, una piattaforma digitale interattiva specificamente pensata per accompagnare e verificare i progressi durante lo studio. MyLab offre la possibilità di accedere al manuale online: l'edizione digitale del testo arricchita da funzionalità che permettono di personalizzarne la fruizione, attivare la lettura audio digitalizzata, inserire segnalibri anche su tablet e smartphone.‎

‎Tosti Giulia‎

‎Io e tu. Il pensiero di Martin Buber‎

‎br. È possibile considerare Martin Buber (Vienna, 1878 - Gerusalemme, 1875) uno dei pensatori più originali del XX secolo. La sua riflessione, in parte dimenticata, restituisce l'immagine di un'umanità che trova nell'incontro la soluzione alla crisi del moderno. Tre le grandi direttrici di senso che permettono di giungere a tale conclusione: la dimensione filosofica, quella politica e quella religiosa, che vengono poste in fertile dialogo dall'autore sin dalla gioventù. Esse nascono legate alla riflessione diltheyana, quella prospettiva che per prima Buber conosce, permeate da una profonda fascinazione per il misticismo e per l'immanenza. Successivamente, attorno agli anni '20, muta il punto di vista: l'autore rifugge la dimensione teosofica per aprirsi ad uno strenuo realismo, capace di ammettere l'alterità. Questo è il nodo centrale che caratterizza Io e Tu (1923), pietra miliare della produzione buberiana, nonché tutte le opere della maturità. È la relazione che diventa categoria centrale con cui rispondere alla domanda ontologica; è sempre la relazione a fuoriuscire dai confini della domanda sull'essere, per lenire ogni ferita della modernità. L'incontro è il testamento spirituale di Buber, lascito ad ogni suo lettore, chiamato a riscoprire tramite le sue parole il vero profumo dell'umanità. Una lezione che scalfisce la monolitica lettura del moderno come tempo dell'individualismo e che apre ad una lezione valevole per l'uomo di ogni tempo.‎

‎Blachetière François‎

‎Rodin. Ediz. italiana‎

‎ill., ril. L'opera di Auguste Rodin (1840-1917), prodotta a cavallo tra Ottocento e Novecento, fu profondamente influenzata dai grandi artisti del passato ma al tempo stesso seppe ribellarsi alle sue forme idealizzate. Votato al naturalismo, Rodin cerò di riprodurre non solo la carne umana in tutta la sua verità ma anche la reale natura dei sentimenti e delle esperienze umane, esplorando le diverse posture e le espressioni di gioia, amore, desiderio, contemplazione, perdita, vergogna, angoscia e turbamento. Le sculture di Rodin si distinguono per la loro fedeltà alla natura e alla fisicità dei corpi. I soggetti venivano raffigurati così com'erano, vecchi e grinzosi o giovani e voluttuosi, e Rodin indagò e spinse al limite la capacità di materiali quali argilla, cera, malta, bronzo e marmo di registrare le particolarità delle forme e delle superfici del corpo umano. I risultati erano profondamente sensuali, capaci di incantare l'osservatore con l'armonia delle curve, le superfici lisce come seta e pose che lasciavano volutamente in mostra i genitali. Il bacio, sensuale e delicato, è una delle opere più famose di Rodin, insieme all'assorto Pensatore (1880). Prodotto in collaborazione con il Musée Rodin, questo libro è la perfetta introduzione allo scultore e all'evocativa intensità della sua opera, prodotta in un momento storico cruciale per la nascita del modernismo e principale fonte d'ispirazione di artisti novecenteschi come Maillol, Brancusi, Moore...‎

‎Hanson Dian‎

‎Tom of Finland XXL. Ediz. inglese, francese e tedesca‎

‎ill., ril. Il nuovo Tom of Finland XXL è sempre abbastanza grosso da poter allenare i bicipiti, e comprende tutti i contenuti originali, ma a un costo assai inferiore.‎

‎Flores Marcello; Gozzini Giovanni‎

‎1968. Un anno spartiacque‎

‎br. È stata la stagione dei giovani: in tutto il mondo i figli del baby boom postbellico, affluiti in massa all'università, rivendicano diritti, affermano istanze di libertà nella sfera personale come in quella sociale, inaugurano nuovi costumi e consumi. Ma il 1968 vede anche l'invasione della Cecoslovacchia, con l'avvio di una fase di irrigidimento sovietico, che sta alla base della crisi del mondo comunista; e poi l'inizio della globalizzazione finanziaria, la rinascita islamica, il primo sgretolarsi dell'identità della classe operaia, l'instabilità crescente in Africa, il diffondersi del terrorismo in molti paesi, mentre emergono nuove forme di impegno, con il costituirsi delle Ong, e nuovi movimenti politici e sociali come il femminismo e l'ambientalismo.‎

‎Scheler Max; Mancuso G. (cur.)‎

‎Idealismo-realismo‎

‎br. In quest'opera del 1928, testo chiave per eomprendere la peculiare forma di realismo difesa da Max Scheler, l'autore affronta nodi essenziali, come il nesso sistematico tra ontologia, metafisica e teoria della conoscenza; la teoria della relatività esistenziale; la concezione della riduzione fenomenologica come tecnica della conoscenza essenziale; l'esperienza della realtà nel vissuto. Lo fa discutendo criticamente le posizioni di Husserl, Dilthey, Hartmann, in un serrato confronto che reca gli effetti della lettura di "Essere e tempo" di Heidegger. Questa nuova edizione, corredata da un Saggio introduttivo di Giuliana Maneuso, non solo documenta gli esiti della riflessione del filosofo negli ultimi anni della sua vita, ma costituisce anche uno strumento per comprendere come il dibattito filosofico di inizio XX secolo abbia declinato il conflitto tra idealismo e realismo, opzioni fondamentali che tornano puntualmente a fronteggiarsi nella storia della filosofìa.‎

‎Impagliazzo Marco‎

‎Il martirio degli armeni. Un genocidio dimenticato. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. È stato il primo genocidio del Novecento. Più di un milione di armeni cristiani dell'Impero ottomano sono stati uccisi, in massacri e marce della morte, durante la Prima guerra mondiale, a partire dal 1915, esattamente cento anni fa. Ritorsione per la collaborazione con la Russia nemica o attuazione di un disegno nazionalista, per il quale la nuova Turchia doveva essere etnicamente e religiosamente omogenea, tutta turca e tutta musulmana? Sempre negato da parte turca, il genocidio degli armeni è stato dimenticato per decenni. Di recente, nuove indagini e ricerche hanno fatto luce su una vicenda tragicamente moderna e fornito risposte a domande importanti: chi diede l'ordine di uccidere? Come fu attuata una strage di così incredibili proporzioni? Agile e aggiornato, opera di uno dei primi storici italiani ad occuparsi della questione armena, questo volume si rivolge in particolare ai giovani e ai lettori che vogliono conoscere, comprendere, ricordare.‎

‎Vanni Rovighi Sofia‎

‎Storia della filosofia contemporanea. Dall'Ottocento ai giorni nostri‎

‎brossura Evitando gli scogli della lettura ideologica dei filosofi, o, all'opposto, della mera riproduzione fotografica di alcune tesi di ciascuno di essi, questa Storia della filosofia si caratterizza per tre ragioni. Essa fa sorgere il pensiero dei singoli filosofi dal dialogo con le altre voci culturali, ivi comprese molte minori, non sempre adeguatamente considerate da opere analoghe; espone in modo serrato, eliminando decisamente ogni inessenzialità; si pone così, ad un tempo, come rigorosa esposizione ed interpretazione.‎

‎Jervolino Domenico‎

‎Introduzione a Ricoeur‎

‎brossura‎

‎Marcel Gabriel; Celada Ballanti R. (cur.); Colombi G. (cur.)‎

‎Il mistero della filosofia‎

‎br. Se il dialogo è luogo privilegiato per decriptare l'animo umano, tanto più questo vale quando l'interlocutore è un filosofo: scoprendo se stesso, nell'intreccio di domanda e risposta, ciò che lascia apparire sono le sue vette teoretiche. Così accade nel colloquio di Gabriel Marcel con Pierre Boutang registrato nel 1970 e qui per la prima volta tradotto: un ritratto a tutto tondo del filosofo che, raccontando se stesso, la propria vita e la ricerca della verità nei suoi modi - filosofico, spirituale, musicale -, mostra come questi convergano in un unico itinerario. Del mistero - come domanda sull'essere e tensione metafisica dell'umano - la musica, fra presenza e distanza, è assoluta protagonista e, nel ritmo dialogico di queste pagine, lascia le proprie orme. Un andamento in cui la verità della musica, rivelandosi, schiude il senso della stessa riflessione filosofica di Marcel, e il nucleo vitale di quest'ultima si traduce in "certezza musicale".‎

‎Nolte Ernst‎

‎Heidegger. Tra rivoluzione conservatrice e guerra civile in Europa‎

‎br. Il valore del pensiero di uno storico consiste nella pertinenza nel tempo delle categorie con le quali ha strutturato le proprie ricerche, categorie che trascendono le polemiche ideologiche e si affermano come strumenti essenziali - idealtipi - per interpretare un'epoca. Nelle due lezioni qui raccolte, lo storico tedesco Ernst Nolte ; presenta due chiavi di lettura storiografica essenziali per capire quel che accadde nella prima metà del Novecento nell'Europa segnata dal conflitto tra il totalitarismo nazista e fascista da una parte e il totalitarismo comunista dall'altra: la "guerra civile", come scontro tra concezioni totalizzanti e salvifiche della politica - che per Nolte ha il suo atto d'origine nella Rivoluzione bolscevica del 1917 - e la "rivoluzione conservatrice", un complesso fenomeno di reazione ai fenomeni spaesati ti della modernità e della tecnica che accomunò diversi intellettuali tedeschi e coinvolse anche il maestro di Nolte: Martin Heidegger.‎

‎Ricoeur Paul‎

‎L'Europa e la sua memoria‎

‎br. Qual è l'identità dell'Europa, tra crisi della sua coscienza storica e sfida delle nuove migrazioni? Come sottrarsi alle spire di una memoria-ripetizione che dimentica la complessità della storia? Per Ricoeur, l'idea stessa di Europa ha un futuro quando si riconosca, in uno sforzo di memoria critica e attiva, che essa significa uno «spazio della integrazione delle migrazioni passate, presenti e future». Un'«idea mobile» la cui identità è il risultato dell'intrecciarsi di differenti tradizioni.‎

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