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‎History‎
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‎Giusti Nazareno‎

‎Ligabue. Il ruggito‎

‎ill., br. "Al Matt", "al Tedesch" sono solo due dei molti nomignoli affibbiati nel corso degli anni ad Antonio Ligabue (1899-1965), il più noto tra i pittori naïf del Novecento italiano. Disprezzato, schernito, rifiutato, segnato da una infanzia fatta di miseria, disperazione e abbandono, dalla malattia e dai tanti ricoveri in manicomio, per anni andò elemosinando un bacio, una carezza: "Non sai quanto bene mi fa", diceva. Divenuto famoso prima come personaggio e poi come artista, non ebbe casa, né famiglia; viveva all'aperto, dormiva sotto la luna, mangiava quel che capitava, quando capitava. Quando arrivava in paese, i bambini scappavano e le donne per lui provavano ribrezzo: i vestiti logori, la barba non fatta e poi, in fronte, le cicatrici che si procurava per disperazione, per somigliare a un'aquila e poter volare via. Di Ligabue, queste pagine raccontano le sofferenze dell'uomo immerso nel "Mondo piccolo" del "Grande Fiume". Attraverso un gioco di rimandi e citazioni, Nazareno Giusti ricostruisce e immagina la vita del pittore emiliano e i suoi incontri con il suo mentore, il pittore Mazzacurati, ma anche con i soldati tedeschi, gli uomini di Mussolini e le tigri scappate da chissà quale circo. In una Bassa raffigurata come un ambiente metafisico la sua forma di vita sembra trovare espressione in un grande ruggito arcaico, disperato e profondo.‎

‎Berdjaev Nikolaj; Bulgakov Sergej N.‎

‎Il cadavere della bellezza. La crisi dell'arte‎

‎ill., br. Schegge dappertutto, rumori di macchine e motori, scomparsa del paesaggio umano. Ecco il "disastro" con cui si misurano due nomi tra i più grandi della cultura russa del Novecento. La civiltà delle macchine, la disgregazione del mondo e le avanguardie. La svolta avvenne nel 1914, con la mostra di Picasso a Mosca. Le avanguardie russe annunciavano un mondo nuovo, quello dell'uomo liberato dalla schiavitù del lavoro capitalista cui corrispondeva una liberazione spirituale incarnata dall'artista come prototipo dell'uomo nuovo. Picasso, esponendo le sue opere cubiste a Mosca, mostrava in realtà un mondo in frantumi, dove anche l'uomo usciva malconcio, privato del suo volto e della sua consistenza. La velocità e le scoperte scientifiche vincevano la tirannia del tempo, ma smontavano dall'interno lo stesso materialismo storico, quello che profetizzava la realizzazione di una società armoniosa e trasparente, sul modello del paradiso terrestre; a essere liquidato era anche il pensiero religioso dell'ortodossia, che al centro di tutto poneva la divinizzazione dell'uomo. Berdjaev e Bulgakov scrissero i due saggi raccolti in questo libro poco tempo dopo aver visitato la mostra di Picasso, e nella loro riflessione la "crisi dell'arte" è irrimediabilmente la crisi della rappresentazione del volto umano e la "perdita del centro" che ne deriva. Due saggi che anticipano la critica della modernità, come è stata sviluppata lungo il Novecento, da un pensiero che da Sedlmayr arriva fino a Clair.‎

‎Bonura Giuseppe; Lacassin Francis; Courtine Robert J.‎

‎Il senso di Simenon per la fuga‎

‎br. La presente antologia raccoglie saggi di critici e studiosi dell'opera di Georges Simenon come Francis Lacassin (1931-2008) che a più riprese ha indagato la narrativa del papà di Maigret. Tra gli altri autori che danno vita a questo volumetto Giuseppe Bonura, scrittore e critico letterario scomparso nel 2008, Robert J. Courtine (1910-1998), scrittore e giornalista gastronomico, Ralph Messac (1924-1999), giornalista e avvocato. Il volume si completa con una breve antologia di brani degli scrittori François Mauriac, Jean Paulhan, Henry Miller e André Gide.‎

‎Nardin Alessandro‎

‎Debussy l'esoterista. Sulle tracce del mistero‎

‎br. Il rapporto fra Claude Debussy e l'esoterismo è un fatto certo. Sottovalutato dalla critica ufficiale, quasi come una moda inevitabile per ogni artista fin de siecle, gonfiato ad arte dagli appassionati di codici segreti, che lo vollero capo di fantomatiche società, non è mai stato affrontato con il giusto equilibrio e scientificità. In questo libro, per la prima volta, viene effettuata un'indagine sistematica del rapporto fra Debussy e il mondo della cultura esoterica. In primo luogo dal punto di vista biografico, ricostruendo i rapporti documentabili con i protagonisti della rinascita occultista francese di fine Ottocento, dall'amico di sempre Satie ai pittori simbolisti e al mondo della Rosacroce parigina in generale. Soprattutto viene approfonditamente analizzato il pensiero del compositore: gli scritti di Debussy, ai quali egli affidava la propria estetica, vengono messi a confronto con i fondamenti del pensiero esoterico e alchemico, individuandone una sostanziale affinità di fondo. Da questo stesso punto di vista sono avvicinate le sue più importanti ed enigmatiche composizioni, esiti eccelsi ed inevitabili di una mente autenticamente esoterica. E infine una scoperta inedita: un codice numerico segreto potrebbe davvero esistere, nascosto fra gli equilibri aurei che regolano la struttura del Preludio "La cathédrale engloutie", che rimanderebbe al cuore di un fondamentale testo alchemico del Seicento.‎

‎Casamatti Giorgio‎

‎La famiglia Cervi. Contadini nella Resistenza‎

‎ril. Quella della famiglia Cervi è una tra le storie più tragiche e affascinanti della Resistenza italiana; una famiglia di contadini all'avanguardia e di patrioti che ha duramente lottato per la pace, la libertà e l'uguaglianza sociale, pagando con la vita l'adesione incondizionata agli ideali della democrazia, divenendo così un simbolo dei valori più puri e profondi della lotta partigiana e dell'intero movimento di Liberazione. Grazie all'educazione dei genitori Alcide e Genoeffa Cocconi, i sette fratelli Cervi hanno saputo cogliere, prima di molti altri, l'esigenza di contrapporsi al fascismo, non solo sul piano militare, ma anche su quello politico, etico e culturale. Con la loro condotta morale e le loro coraggiose azioni, che li hanno fatti condannare a morte dai fascisti nel dicembre del 1943, sono stati un esempio per i compagni di lotta e rimangono oggi un mito per intere generazioni. Dal dopoguerra i Cervi vengono ricordati e celebrati a livello nazionale, anche con il museo e il centro studi a loro dedicati: il podere ai "Campi rossi" è una sorta di "luogo di pellegrinaggio" laico. La storia di questa straordinaria famiglia è qui affidata ai racconti di chi ha conosciuto e collaborato con i Cervi, ai ricordi di chi ha vissuto quei momenti drammatici ed eroici. Una narrazione resa ancor più viva dall'ampio corredo di documenti e immagini, spesso inediti, che forniscono nuove chiavi di lettura di una delle pagine più memorabili della Resistenza.‎

‎Classen Norbert‎

‎Carlos Castaneda e i guerrieri di don Juan‎

‎brossura‎

‎Picard Max; Egger J. L. (cur.)‎

‎Il mondo del silenzio‎

‎brossura‎

‎Zanzotto Andrea; Ioli G. (cur.)‎

‎Ascoltando dal prato. Divagazioni e ricordi‎

‎br. In occasione dei novant'anni del maggiore poeta italiano vivente ecco una raccolta di testi e ricordi in gran parte inediti su aspetti legati alla vita di Andrea Zanzotto, alla sua opera e alla società italiana. "Chi scrive poesia ha sempre anche la vecchia tentazione della felicità, sia pure sotto la specie (infame?) del "paradiso artificiale", da ottenere via droga, droga verbale": è una delle considerazioni di un poeta che ricorda le tradizioni della sua infanzia e la natura nel suo Veneto, scagliandosi infine contro "la dissacrazione della natura, che non è mai pura natura, ma natura e storia insieme".‎

‎Sandrini G. (cur.)‎

‎Scrivere lettere nel Novecento. Studi sui carteggi di Elody Oblath e Scipio Slataper, Giani e Carlo Stuparich, Antonia Pozzi e Dino Formaggio, Goffredo Parise e Vittorio Sereni‎

‎ill., br. Voce dell'io, aperta, illimitata, affettiva, la scrittura epistolare è stata una componente fondamentale, anche se spesso nascosta, della letteratura del Novecento. Questo libro, risultato di ricerche condotte su testi per la maggior parte inediti, ne mette in luce quattro casi esemplari. I primi due arrivano dalla Trieste degli anni che precedono la Grande Guerra: le lettere di Elody Oblath a Scipio Slataper testimoniano l'ansia espressiva di una giovane donna a confronto con il brillante autore de "Il mio Carso", quelle di Giani e Carlo Stuparich ci fanno entrare nel dialogo tra due fratelli impegnati nella costruzione della loro coscienza umana e letteraria. Con il carteggio tra Dino Formaggio e Antonia Pozzi, un'altra giovane donna inquieta, destinata a fama postuma grazie alle poesie di Parole, ci spostiamo nella Milano fascista del 1937-38; approdiamo infine agli anni '60 con le tre appassionate lettere di Goffredo Parise (riprodotte nel volume) all'amico Licisco Magagnato, direttore a Verona del Museo di Castelvecchio, e con il carteggio tra lo stesso Parise e Vittorio Sereni, in rappresentanza dell'editore Mondadori, per la pubblicazione di un romanzo epocale come "Il Padrone".‎

‎Gaiotti De Biase Paola‎

‎Passare la mano. Memorie di una donna dal Novecento incompiuto‎

‎br.‎

‎Zambrano María‎

‎I sogni e il tempo‎

‎br.‎

‎Donà Massimo‎

‎L'aporia del fondamento‎

‎brossura In questo libro Massimo Donà, uno tra i pensatori viventi più conosciuti in Italia e all'estero, conduce un'indagine filosofica sulla domanda dell'uno e dei molti, analizzando le parole pronunciate dalla grande filosofia dei passato. Il problema che si pone è quello classico dell'originario vale a dire di ciò che sì è soliti chiamare "verità".‎

‎Levi Carlo‎

‎Galleria di ritratti‎

‎ill.‎

‎Caburlotto Filippo‎

‎Venezia imaginifica. Sui passi di D'Annunzio girovagando tra sogno e realtà‎

‎brossura‎

‎Fedotova Maria‎

‎Suvorov. La campagna italo-svizzera e la liberazione di Torino nel 1799‎

‎br.‎

‎Evola Julius; Di Vona P. (cur.)‎

‎Il mito del sangue‎

‎brossura‎

‎Patanè Vincenzo‎

‎L'estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le opere‎

‎ill., br. Vincenzo Patanè ricostruisce la figura del grande scrittore inglese attraverso le opere, i diari e le lettere, molte delle quali inedite in Italia. Ne risulta un profilo esauriente che affronta con profondità ogni aspetto della personalità dello scrittore, dall'entusiasmo ferino per la vita alla trasgressività, dall'esigenza di fuga verso l'esotico all'interesse per la vita mondana, dagli innumerevoli amori (femminili e maschili) alla lotta per l'indipendenza italiana e per quella greca, per la quale si sacrificò, nonché della società in cui visse, che si scandalizzò per i suoi comportamenti inaccettabili, per i quali lo esiliò, ma che pure fu conquistata dal suo straordinario fascino.‎

‎Maturità Istituti Tecnici. Storia: Dall'età giolittiana ai giorni nostri‎

‎br. Il volume, nel rispetto dei programmi degli istituti tecnici, offre un quadro aggiornato e completo del periodo che va dal secondo Ottocento ai giorni nostri, utile per chi deve affrontare esami e concorsi o per un rapido ripasso prima di un'interrogazione. Il linguaggio è semplice ma preciso e i termini di più difficile comprensione sono corredati di glosse esplicative. Il testo è arricchito da carte storiche relative alle vicende e alle guerre più significative della storia contemporanea e da rubriche che introducono nell'esposizione spunti di interdisciplinarità, mettendo in relazione ciascun periodo storico con gli avvenimenti che lo hanno caratterizzato dal punto di vista culturale, artistico e scientifico. Ogni capitolo si conclude con un test di verifica con soluzioni commentate, che consente di autovalutare il livello di preparazione acquisito.‎

‎Gentile Giovanni; Casati Alessandro; Mazzei F. (cur.)‎

‎Carteggio Gentile-Casati‎

‎br. Il carteggio fra Giovanni Gentile e Alessandro Casati si apre nel febbraio 1914, a pochi mesi dalla polemica di Benedetto Croce sulla «Voce» contro l'attualismo gentiliano, e si interrompe bruscamente, alla fine del 1925, in seguito alla rottura del sodalizio fra Croce e Gentile. L'amicizia nasce dalla comune vicinanza al filosofo napoletano, ma si trasforma in collaborazione intellettuale e politica nella complessa attuazione della riforma scolastica gentiliana. L'introduzione del curatore ne ripercorre le vicende fino alla successione di Casati a Gentile come ministro della Pubblica Istruzione dopo il delitto Matteotti. Le dimissioni dal governo Mussolini, all'indomani del 3 gennaio 1925, e il ritiro dall'Enciclopedia Italiana segnano la fine del loro rapporto: nei decenni successivi Casati sarebbe rimasto il più stretto confidente di Croce nel mondo del liberalismo antifascista.‎

‎Iuliano Fiorenzo‎

‎Il corpo ritrovato. Storie e figure della corporeità negli Stati Unitidi fine novecento‎

‎br. Esiste una nuova possibilità di concepire e raffigurare il corpo nella cultura e nella società americana alla luce degli eventi politici dell'ultimo decennio? È questa la domanda a cui "Il corpo ritrovato" cerca di rispondere, attraverso la lettura di una serie composita di testi che segnano momenti cruciali della storia recente degli Stati Uniti. Partendo da immagini emblematiche che hanno racchiuso e riprodotto la corporeità, quali il cuore, il cadavere, la malattia, il corpo diventa lo specchio attraverso cui la società e la cultura americana si interrogano sui nessi profondi che legano specifiche dinamiche politiche e discorsive alla rappresentazione che ne viene data all'interno dell'immaginario collettivo. Un contro-canone eccentrico della letteratura degli Stati Uniti, che parte dai puritani e da Michael Wigglesworth e, passando per Hawthorne, arriva a JT LeRoy, Bret Eston Ellis, David Leavitt, Amitav Ghosh e Gayatri Spivak, è chiamato a rendere conto, attraverso le proprie articolazioni retoriche, delle modalità attraverso cui la corporeità è stata strumento privilegiato per produrre pratiche discorsive di natura religiosa, scientifica, medica e giuridica.‎

‎Li Gui; Franceschini I. (cur.)‎

‎Tra i ribelli Taiping‎

‎br. È la primavera del 1853, quando l'esercito dei ribelli Taiping, sotto la guida di un profeta che si proclama fratello di Gesù, conquista Nanchino. La città diventa così capitale del "Regno Celeste della Pace Suprema", una teocrazia di matrice cristiana che si propone come alternativa politica alla dinastia imperiale di Pechino. Dopo aver assistito allo sterminio della sua famiglia da parte dei "banditi cantonesi", Li Gui, all'epoca appena diciottenne, trascorre quasi tre anni come prigioniero dei rivoltosi, lottando per sopravvivere in una situazione in cui la vita umana ha perso ogni valore. Questo volume di memorie, pubblicato nel 1880 e fino a oggi mai tradotto in lingua occidentale, costituisce un prezioso frammento di micro-storia, una rara voce che si leva a ricordare una delle guerre civili più cruente della storia moderna. Un conflitto durato quindici anni, che lasciò sul campo milioni di morti, villaggi svuotati, città in rovina, segnando profondamente le coscienze. "Di fatto, prima di essere riabilitati da una nuova classe di rivoluzionari di professione e additati come precursori delle due grandi rivoluzioni cinesi del secolo scorso, quella nazionalista e quella comunista, i Taiping erano uno spauracchio ricorrente nella memoria popolare."‎

‎Marchese Lorenzo‎

‎L'io possibile. L'autofiction come forma paradossale del romanzo contemporaneo‎

‎br.‎

‎De Santillana Laura; Frassà Sabino M. (cur.)‎

‎I fedeli‎

‎ill., br.‎

‎Zagarri Gianluca‎

‎Regio Esercito Italiano. La Grande Uniforme del 1933 con la «Riforma Baistrocchi». Uniformi, berretti, accessori. Ediz. multilingue‎

‎ril.‎

‎Jaspers Karl; Bartoli G. (cur.)‎

‎Spinoza‎

‎br. Comunemente si crede che con il celebre motto "Deus sive natura" Spinoza abbia voluto identificare Dio e realtà materiale, mentre, secondo Jaspers, il filosofo olandese suggerisce che per l'uomo è possibile entrare in contatto con la trascendenza nell'esistenza e nei fenomeni che ne costituiscono la trama empirica, come la politica e il diritto. In questa prospettiva, la libertà umana si traduce nella pretesa al riconoscimento del diritto dei singoli rispetto al potere dogmatico dell'autorità, sia questo esercitato da una qualche Chiesa o dall'ordinamento statuale. Grazie a una scrittura chiara e a un ragionamento progressivo e rigoroso, il lettore è guidato nella comprensione dei passaggi concettuali più ardui dello "spinozismo", riuscendo così a entrare in confidenza con il pensatore più originale e provocatorio della filosofia moderna.‎

‎Cappabianca Alessandro‎

‎La parata dei fantasmi. Proposte per una filosofia post-cinema‎

‎brossura L'invenzione del cinema, perfezionamento della fotografia, ha dato modo agli umani di vedere doppi realistici di corpi in azione, in realtà ombre, fantasmi, spettri, prima muti, poi parlanti, suscitabili a piacere a ogni proiezione, con il solo limite d'essere condannati a ripetere ogni volta gli stessi gesti, a pronunciare le stesse parole. Eppure questo limite non è solo una condanna, non è solo ripetizione, non ricalca necessariamente i sentieri dell'identico. Il cinema, in certi casi, è in grado di veicolare con le sue immagini qualcosa come una quintessenza, e quelle ombre, quegli spettri, quei doppi, sono in grado di dirci, sul nostro corpo, sul rapporto con il mondo, sui movimenti, sui gesti, sul tempo, sull'identità, sulla memoria, sul mito, qualcosa di rilevante anche sul piano filosofico.‎

‎Howe John‎

‎Guida ai luoghi della Terra di Mezzo. Disegni da casa Baggins a Mordor‎

‎ill., ril. La Terra di Mezzo è stata cartografata, i viaggi di Bilbo e Frodo tracciati e misurati, eppure quella laggiù resta una Terra Selvaggia. Le strade inesplorate sono molto più numerose di quelle lungo le quali J.R.R. Tolkien ci ha condotto nei suoi libri. «Guida ai luoghi della Terra di Mezzo» è un viaggio a piedi nel mondo tolkieniano, che spazia dalle battaglie di ere lontane - ormai leggenda all'epoca del Signore degli Anelli - a regni perduti e antichi miti, fino a territori appena accennati nell'opera di Tolkien: reami del profondo Nord, lande di là dai mari. Disegni che sembrano schizzati dal vero s'intrecciano a osservazioni dell'artista sulle saghe di Tolkien. Nascono così immagini dipinte con le parole e la matita. John Howe riporta poi alla memoria il periodo trascorso a fianco di Peter Jackson durante la lavorazione delle due trilogie cinematografiche. «Guida ai luoghi della Terra di Mezzo» raccoglie bozzetti prodotti per i film, classici disegni dall'ambientazione tolkieniana e moltissimi schizzi e dipinti realizzati apposta per il libro: un viaggio unico e indimenticabile attraverso il magico paesaggio delle opere di Tolkien.‎

‎Martini Ferdinando; Fagioli S. (cur.); Pellegrini A. (cur.); Rossi M. (cur.)‎

‎Il mio Giuseppe Giusti‎

‎br. Ferdinando Martini (1841-1928) è stato non solo un notissimo politico dell'età liberale (esponente della Sinistra liberale, parlamentare per quarantatré anni, ministro per l'Istruzione Pubblica, ministro delle Colonie, governatore dell'Eritrea etc.), ma anche un eccellente giornalista, fondatore e direttore del «Fanfulla della domenica» (1879), del «Giornale per i bambini» (1881) e della «Domenica letteraria» (1882), drammaturgo, diarista, saggista e narratore. Fine intellettuale umanista, Martini curò un interesse particolare per Giuseppe Giusti, curandone Tutti gli scritti editi e inediti e l'Epistolario, comparsi rispettivamente nel 1924 e 1932. Lo studioso Simone Fagioli, indagando le carte dell'archivio e utilizzando alcuni documenti inediti, raccoglie in questo volume una preziosa antologia di scritti che Martini dedicò al poeta conterraneo dal 1891 al 1924, entrando in modo originale nel profondo della psicologia politica del politico pistoiese, legata indissolubilmente all'arte letteraria. . Con una lettera inedita di Giuseppe Giusti‎

‎Carulli Antonio‎

‎Sfiducia e sragione. Trattato teologico-politico‎

‎br. "Nel suo nuovo libro Antonio Carulli sembra voler portare il suo contributo a quel particolare genere di letteratura filosofica che - da Fichte a Jaspers - è andato definendosi sotto titoli come "Tratti fondamentali dell'epoca presente" e "La situazione spirituale del tempo". Ma forse, ancor di più, si avvicina a quegli Sguardi sul mondo attuale, dedicati "alle persone che non hanno sistemi e sono fuori dai partiti", che accompagnarono Paul Valéry per tutta la vita. Se non fosse che, qui, tutto è avvolto dall'atmosfera cinerea dell'interminabile declino dell'Occidente che, più che alla classica "morfologia della decadenza", fa pensare a una versione en philosophie della palude definitiva attraversata dal "corrusco teologo" dell'ultimo Manganelli. Sotto il titolo che, con spregiudicatezza luciferina, capovolge quello della famosa Enciclica che fu, si dipana, come recita il sottotitolo "spinoziano", un Trattato teologico-politico negativo, in cui si parla di tutto, di cristianesimo e religione, di democrazia e migranti, di islamismo e terrorismo, per finire con un abbozzo di filosofia della storia e una scheggia di ontologia sulla eterna quaestio de nihilo, nello scenario di un fosco dramma cosmoteandrico. Al centro, indubbiamente, la questione del cristianesimo e della nostra "abitudine" alla sua comodità, che l'autore svolge in una serie ipnotica di variazioni, vestendo quasi i panni di un Croce (Perché non possiamo non dirci cristiani) risvegliato d'un colpo dal sonno storicistico dallo scetticismo di Hume e del suo principio fondamentale: the Custom or the Habit. Anche se, in queste pagine, per rispondere alla domanda che si pose una volta Cioran, lo scettico rivela senz'altro i tratti del demonio. Per concludere con un ultimo rovesciamento: proprio nell'astenia delle sue masse di assuefatti la Cristianità o Europa nasconde forse l'arma segreta che la salverà dall'attacco degli invasati che la minacciano da altri, più arrembanti mondi. Anche costoro, infine, stregati dalla nostra accidia, si abitueranno." (Piercarlo Necchi)‎

‎Savoia Salvatore‎

‎Il principe di Lampedusa‎

‎br. Strano ed originale caso, quello del Principe Tomasi, così poco conosciuto in vita eppure oggetto, dopo l'exploit del suo romanzo "Il Gattopardo" e dopo la morte prematura, di una curiosità senza limiti né confini: un innamoramento che superò il caso letterario e le dolenti vicende biografiche dello scrittore, una storia che continua ad avvincere le nuove generazioni. Nell'affrontare il racconto della vita di Giuseppe Tomasi, alla quale in tanti si sono dedicati, Salvatore Savoia ha scelto, accedendo per primo alla biblioteca privata dello scrittore, di privilegiare un'indagine sull'uomo, palermitano di impareggiabile cultura, sconfitto e disilluso ma anche ultimo testimone di un'epoca straordinaria della quale ha voluto raccontare grandezze e contraddizioni, celebrando il funerale della propria classe sociale.‎

‎Adorno Theodor W.; Canetti Elias; Gehlen Arnold; Fadini U. (cur.)‎

‎Desiderio di vita. Conversazioni sulle metamorfosi dell'umano. Nuova ediz.‎

‎br. Ciò che unisce autori come Adorno, Canetti e Gehlen, così dissimili tra loro, è senz'altro la natura "mossa", "plastica" dell'esistenza umana. Su questo argomento vertono principalmente le riflessioni che i tre studiosi intrecciano conversando tra loro e che sono raccolte nel presente volume. In Canetti la proclamazione senza incertezze del diritto del vivente alla metamorfosi si accompagna alla critica di qualsiasi forma di organizzazione che definisca in termini rigidamente burocratici e semplicemente ideologici il desiderio irrinunciabile di libertà. Adorno, nella sua riproposizione del tema della soggettività, non riducibile a ciò che appare essere oggi il suo destino di reificazione senza residui, fa ancora valere l'importante ruolo del sociale, nelle sue articolazioni storicamente determinate, per lo svolgimento delle stesse pratiche di soggettivazione. Il punto di vista antropologico e sociologico assunto da Gehlen vuole affrontare invece soprattutto la complessa questione di come un essere esposto quale è l'uomo - una sorta di "animale non consolidato" (F. Nietzsche) - possa conservarsi effettivamente, e nonostante tutto, in vita.‎

‎Verbaro Giusi; Verbaro C. (cur.)‎

‎Le tracce nel labirinto. Leggere e far leggere la poesia contemporanea‎

‎br. Quale ricchezza apporta alle nostre vite e alla nostra «comune umanità» l'educarci alla lettura della poesia? Quale spazio di verità apre il testo poetico in ciascuno di noi e quale bisogno di utopia sollecita e soddisfa? E come leggere un testo poetico, entrando nella sua logica formale di «gioco normato», senza perciò perderne l'anima? Queste e altre domande costituiscono il filo conduttore del nuovo libro di Giusi Verbaro - quasi un testamento, a tre anni dalla sua scomparsa - dedicato all'esperienza della lettura poetica. Le tracce nel labirinto è un racconto della poesia, insieme suggestivo e rigoroso, rivolto a chiunque voglia avvicinarsi ad essa, e in particolare a quanti - docenti, critici, operatori culturali - siano tramite tra la poesia e il corpo sociale, tra la poesia e le giovani generazioni. Il libro nasce dalla profonda esperienza della scrittura poetica e dalla lunga militanza culturale di Giusi Verbaro, dai suoi laboratori nelle scuole e dalla sua ampia attività di comunicazione della poesia, di cui si sottolinea qui con forza la valenza sociale e la funzione integratrice. Per «educare alla poesia», il discorso è condotto in tre direttrici: una dedicata alle modalità e al senso della lettura e della «seduzione» poetica, una attenta alla tecnica del testo e ai suoi istituti ritmico-prosodici, e un'ultima alla complessa e affascinante vicenda della poesia novecentesca, di cui si delinea un quadro sintetico ed efficace, anche grazie a un prezioso repertorio di testi che compongono quasi un'antologia essenziale della poesia contemporanea. Una felice fluidità espressiva, priva delle asperità dell'approccio scientifico ma insieme rigorosamente ancorata al corpo testuale, fa di questo libro un esempio di alta divulgazione del discorso poetico e un irrinunciabile viatico all'incontro di tutti e di ciascuno con la poesia.‎

‎Burini Emanuela‎

‎Terre indiane. Giacomo Costantino Beltrami nel Nuovo Mondo (1823-1830)‎

‎ill., br. Terra di esuli politici e cercatori d'oro, l'America dei primi dell'Ottocento attirò diverse categorie di migranti che vi approdarono in cerca di nuove opportunità. In fuga dalla Polizia pontificia perché accusato di massoneria e di aver partecipato ai moti marchigiani del 1817, Giacomo Costantino Beltrami (1779-1855) scelse il Nuovo Mondo come terra da esplorare, in senso romantico, ma anche come meta politica, guardando con ammirazione al neonato modello federale di democrazia. Viaggiatore italiano pressoché solitario, Beltrami lasciò tracce significative sia nei territori del Nord Ovest americano (Minnesota, Dakota) sia, in senso figurato, nella letteratura epistolare del tempo e nei romanzi con protagonisti indiani (Le Voyage en Amérique, The Last of the Mohicans). Tra i primi viaggiatori a osservare con curiosità le usanze di altri popoli, in particolare dei nativi americani, Beltrami consegnò, al suo rientro in Europa nel 1830, trenta bauli di oggetti amerindiani, pensando con lungimiranza alla loro utilità per gli scienziati e gli etnologi del tempo. Filantropo e scrittore moderno, Beltrami fu inoltre difensore dei nativi contro la conquista spagnola, nonché antirazzista nel periodo in cui gli enciclopedisti e i filosofi, a eccezione di Rousseau, nutrivano preconcetti razziali e discriminavano i popoli extraeuropei.‎

‎Mazza Galanti C. (cur.)‎

‎Scuola di demoni. Conversazioni con Michele Mari e Walter Siti‎

‎brossura‎

‎Santayana George; Patella G. (cur.)‎

‎Che cos'è l'estetica?‎

‎br. In questo breve scritto del 1904, che qui presentiamo in traduzione italiana, Santayana sintetizza mirabilmente la propria visione dell'estetica, che aveva già trovato un'ampia formulazione nel suo capolavoro giovanile, The Sense of Beauty (1896). Lungi dall'essere un ambito isolato da ogni altro fenomeno vitale e culturale e dall'essere irrigidita in una mera dottrina speciale, l'estetica - secondo Santayana - affonda le radici nella dimensione spontanea e immediata dell'intera esperienza, rivendicando così una sorta di primato dell'estetico, il primato cioè di quel senso dell'immediato, del non adulterato, dell'istante fatto dell'esperienza. Integrare la bellezza e l'arte, così come ogni altra attività umana, con la vita, restituire ad esse quella affermatività, quella forte vitalità del precategoriale dal quale sorgono: ecco forse l'obiettivo di fondo del pensiero estetico di Santayana. Il testo è preceduto da una introduzione che delinea il profilo intellettuale di Santayana ed è seguito da una postfazione che colloca e interpreta l'opera nell'insieme del suo pensiero.‎

‎Franceschini Enrico‎

‎Vivere per scrivere. 40 romanzieri si raccontano‎

‎br. «C'è chi scrive ancora a mano e chi è stregato dal computer, chi programma ogni pagina dall'inizio alla fine e chi avanza di getto senza sapere dove lo porterà la trama, chi frequenta i corsi di scrittura creativa e chi esce dalla scuola della vita, chi si fa ispirare dalla realtà e chi la deforma, chi lavora esclusivamente di fantasia e chi studia, imita o perlomeno usa come modello i grandi autori del passato. Per scoprire che cos'è e come si scrive un romanzo, non c'è niente di meglio che interrogare uno scrittore. E di scrittori, grazie al mio lavoro di giornalista da oltre trent'anni in giro per il mondo, ho avuto la fortuna di incontrarne tanti. In queste pagine, quaranta di loro parlano dei libri che scrivono e di quelli che amano, di come nasce una storia e del proprio metodo narrativo, dei propri maestri, delle proprie vite.»‎

‎Mola Aldo A.‎

‎Giolitti. Il senso dello Stato‎

‎ill., ril. Giovanni Giolitti (1842-1928) fu cinque volte presidente del Consiglio dei ministri tra il 1892 e il 1921. Deputato dal 1882 alla morte, ministro del Tesoro e delle Finanze (1889-1890) nel governo presieduto da Francesco Crispi, e dell'Interno in quello guidato da Giuseppe Zanardelli (1901-1903) fu il motore della svolta liberale di inizio Novecento e delle grandi riforme politiche, economiche e sociali che affermarono l'Italia tra le grandi potenze. Varò il diritto di voto universale maschile (1912-1913), ottenne la sovranità dell'Italia sulla Libia e liberò Rodi e il Dodecaneso dal dominio turco. Nel 1914-1915 tentò di scongiurare l'intervento dell'Italia nella Grande guerra, che previde lunga, esosa di vite e risorse e devastante per gli equilibri interni e internazionali. Monarchico e democratico, avversò l'avvento del regime di partito unico e dal 1924 votò contro il governo Mussolini. Legò il nome alla stagione più fiorente del Novecento: l'ultima di vera e piena indipendenza dell'Italia. Rimane insuperato Statista della Nuova Italia.‎

‎Poletti Cristiano‎

‎Libellula gentile. Fabio Pusterla, il lavoro del poeta. Con DVD video‎

‎ill., br. "Dal volo della libellula", in chiusura di "Argéman", alla "Preghiera della rondine" che apre "Cenere, o terra": in "Libellula gentile" si racconta il lungo rapporto di Fabio Pusterla con Marcos y Marcos e dentro questo arco di tempo, il lavoro del poeta in un periodo particolare, lo spazio di passaggio tra due libri. È il periodo che ha visto nascere "Libellula gentile", il documentario che Francesco Ferri, grazie a un 'pedinamento' durato tre anni, ha realizzato sulla sua figura, sul mestiere di scrivere, sulla poesia. "Ho deciso di puntare sulla vicinanza e sull'empatia... quello che rimarrà è la testimonianza di una relazione, di un corpo a corpo" ha raccontato Ferri. Il film è anche la storia di un'amicizia, di come due sguardi, quello del regista e quello del poeta, si sono avvicinati. Presentazione di Claudia Tarolo e Marco Zapparoli.‎

‎Labriola Antonio‎

‎Saggi sul materialismo storico‎

‎br. Nati dall'intento di far conoscere in forma divulgativa il pensiero autentico dei fondatori del «socialismo scientifico», ancora ignorato nell'Italia di fine Ottocento, i Saggi labrioliani sulla concezione materialistica della storia, elaborati in dialogo epistolare con Friedrich Engels, divennero il primo autorevole contributo italiano al marxismo teorico. Un'opera critica e aperta, che si colloca all'origine di ogni interpretazione antidogmatica delle idee di Marx.‎

‎Mauri Fabio; Alfano Miglietti F. (cur.)‎

‎Scritti in mostra. L'avanguardia come zona 1958-2008‎

‎ill., br. Il corpo di Pier Paolo Pasolini usato come schermo per la proiezione del Vangelo secondo Matteo; una giovane donna con la stella di David tatuata sul petto, che si taglia i capelli e li usa per formare lo stesso segno su uno specchio; un muro di vecchie valigie che racchiude ogni muro, ogni storia insanguinata del Novecento; la sagoma di un monitor che preme sotto una tela, reclamando la sua ingombrante presenza. Sono sufficienti poche opere a testimoniare la varietà e l'ampiezza semantica della produzione di Fabio Mauri, uno dei più grandi maestri dell'avanguardia italiana. All'origine della sua arte tragica ed eretica - eppure segnata da una vena di malinconia che raggiunge lo spettatore come una carezza -, le esperienze esistenziali e politiche dei suoi primi diciotto anni di vita: la guerra, la conversione, gli amici ebrei mai più ritornati, la follia e l'internamento. Esperienze indagate e rimodulate attraverso i linguaggi e i materiali più diversi: dagli schermi degli anni cinquanta - ad attestare la precoce consapevolezza che quell'oggetto sta diventando la principale forma simbolica del mondo -, fino alle più recenti installazioni degli anni zero; e ancora, dall'objet trouvé alla performance, dalle proiezioni alla scrittura. Scrittura che è centrale nella sua pratica artistica, come evidenzia il contributo alla fondazione delle riviste Il Setaccio (con Pasolini), Quindici (con Eco, Sanguineti, Pagliarani, Balestrini, Porta, Arbasino, Manganelli), La città di Riga (con Kounellis). Scritti in mostra testimonia il cruciale rapporto tra un artista e la sua curatrice. I testi che lo compongono hanno accompagnato il percorso estetico di Fabio Mauri per cinquant'anni, fino a quando, grazie all'iniziativa di Francesca Alfano Miglietti, sono stati raccolti in un unico volume. Alcuni sono nati come parte integrante di una mostra o come analisi di un'opera o di un autore, altri sono appunti in qualche modo autobiografici: istanti privati che diventano drammaticamente pubblici. Se questo avviene è grazie a una voce che rompe l'omogeneità a cui ci ha abituati gran parte dell'arte contemporanea, raccontando, attraverso una critica serrata all'ideologia, un secolo della nostra storia.‎

‎Sforzini Arianna‎

‎Michel Foucault. Un pensiero del corpo‎

‎br. Il corpo attraversa il pensiero di Michel Foucault come un filo rosso. Cadavere aperto sul tavolo autoptico, massa opaca allo specchio della quale l'uomo, oggetto/soggetto delle scienze umane, percepisce il proprio riflesso fondante e inquietante. Corpo dilaniato dal supplizio, corpo "infame" di fronte al corpo onnipotente del re. Corpo dell'operaio reso docile dalle tecniche disciplinari. Corpo agitato del convulsionario, corpo contorto dell'isterica di fronte alle richieste di verità del medico o del confessore. Corpo del saggio antico aduso alle pratiche dietetiche o etiche. Corpo utopico, doppio, immaginario. Attraverso questa variegata panoplia, la questione della verità del corpo viene messa fuori gioco. Non esiste un concetto univoco, una natura essenziale del corpo. Esistono solo storie, storie di lotte. Se infatti è vero che il corpo è il luogo dell'iscrizione del potere, è altrettanto vero che esso ne è l'istanza di contestazione, verifica e alterazione. Oggi, riscoprire la centralità di tali questioni appare tanto più urgente in quanto molte delle nostre lotte contemporanee (attorno al genere o alla bioetica, per esempio) vengono condotte proprio sotto il segno di una "politica del corpo".‎

‎Farneti Cera Deanna‎

‎Parer la mode. Bijoux de 1750 à 1990. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril. Filo conduttore del libro sono i gioielli non preziosi che dalla metà del XVIII secolo all'ultima decade del XX hanno caratterizzato la storia del costume, la sua evoluzione così come le trasformazioni dei gusti femminili, e non solo. Comune denominatore di questi manufatti è anzitutto la loro realizzazione in materiali non preziosi e, di conseguenza, il costo accessibile. Deanna Farneti Cera si cimenta in una narrazione illustrata suddivisa per epoche (gioielli vittoriani, edoardiani, Arts & Crafts, Jugenstil, liberty, degli anni Dieci e Venti fino a quelli degli anni Ottanta), e per ciascun momento storico mette in luce la stretta relazione creatasi tra la storia del costume e le declinazioni stilistiche dell'accessorio che lo arricchiva e abbelliva. La vena sentimentale e romantica delle creazioni vittoriane lascia spazio agli strass e alle decorazioni argentee che connotano gli esemplari di epoca edoardiana. Ornamenti astratti e geometrici si diffondono nel contempo in Austria e Germania, e l'avvento dell'industrializzazione associato a un nuovo ruolo femminile comportò - con la fine della Prima guerra mondiale - la fortuna di elementi in plastica, spesso colorati, che abbellivano gli abiti neri tipici dell'atmosfera charlestone. Linee nette, colori contrastati e astrazione furono poi il carattere distintivo dello stile Déco. Ed è proprio negli anni Venti che grazie a Coco Chanel si assiste in Francia all'affermazione del concetto di bijoux per la moda. Da qui la riflessione della Farneti Cera diventa ancor più puntualmente illustrata, e l'autrice non manca di mettere in luce come il bijou rifletta in maniera sorprendente lo stile della donna che lo indossa. I "gioielli fantasia" degli anni Trenta si trasformano, assoggettati al gusto degli anni Quaranta, in elementi particolarmente vistosi e spesso volutamente falsi. Negli anni Cinquanta Dior dà vita a una sorta di rinascita, e i gioielli appaiono come fossero tessuti che si adattano al corpo. Le rivoluzioni degli anni Sessanta si riversano anche sul costume, e i materiali più innovativi nonché i colori fluorescenti avranno un vero e proprio ruolo principe. Gli anni Settanta si connotano per una rivisitazione del passato e gli anni Ottanta, che chiudono il volume, danno voce a realizzazioni di grande creatività e successo quali quelle di Ugo Correani per Versace e Karl Lagerfeld per Chanel.‎

‎Cipriani Letizia‎

‎Il ritmo vitale. Henri Bergson, biologo del tempo‎

‎ill., br. Henri Bergson (1859-1941) è considerato fra i massimi filosofi della storia del pensiero occidentale. La sua notorietà, legata a una radicale revisione delle nozioni di temporalità e di esperienza, andò ben oltre l'ambito strettamente filosofico, fino a procurargli, nel 1927, il Nobel per la letteratura. In questo volume, Letizia Cipriani ne traccia la biografia, ripercorrendo i principali filoni del suo pensiero.‎

‎Dumont Léon; Vincenti D. (cur.)‎

‎L'abitudine‎

‎br. Che cos'è l'abitudine? E quali sono i suoi ambiti di applicazione? Quando, nel suo articolo "De l'habitude" del 1876, Léon Dumont offre una risposta a simili quesiti, è ben consapevole della portata innovativa delle sue soluzioni. Se infatti, come egli afferma, l'abitudine è un "fatto universale", la sua azione non può essere circoscritta - com'era stato fatto sino a quel momento - alla sola sfera del vivente, ma deve essere ricercata anche nelle proprietà della materia inorganica. Così come l'uomo è in grado di acquisire determinate abitudini di movimento, allo stesso modo un abito, se indossato a lungo, si adatta alla forma del corpo; la serratura scatta con maggiore prontezza dopo esser stata utilizzata più volte; e lo strumento musicale acquista armoniosità se suonato per molto tempo dalle sapienti mani del musicista. Prendendo avvio dalle precedenti riflessioni francesi sull'abitudine, e con uno sguardo attento all'empirismo inglese, all'evoluzionismo darwiniano e alle coeve acquisizioni della scienza neurologica, Dumont fornisce una descrizione dell'abitudine che non mancherà di esercitare una profonda fascinazione sui suoi contemporanei. Postfazione di Catherine Dromelet.‎

‎Meyrink Gustav; Scarabelli A. (cur.); Sampietro Camilla (cur.)‎

‎La metamorfosi del sangue. Autobiografia spirituale‎

‎ill., ril. Come ormai universalmente riconosciuto, Gustav Meyrink è passato alla storia per aver inserito, nei suoi romanzi e racconti, una serie di esperienze vissute in prima persona nei più svariati ambiti di ciò che siamo soliti chiamare "esoterismo". Tutte queste esperienze - dallo Yoga all'alchimia, dal tantrismo alla teosofia - sono accuratamente documentate ne "La metamorfosi del sangue", saggio autobiografico rimasto inedito alla morte dell'autore, risalente agli ultimi anni della sua vita e qui tradotto per la prima volta in italiano. Testamento spirituale, lunga rêverie sul ruolo del destino e sulla possibilità d'influenzarlo attivamente, inno all'Immaginazione creatrice, questo scritto può essere considerato una sorta di "laboratorio" della narrativa di Meyrink, Demiurgo del Fantastico che fece di vita, letteratura e occultismo una cosa sola.‎

‎Foucault Michel‎

‎Il pensiero del fuori‎

‎br. "Il pensiero del fuori è il controcanto di Le parole e le cose. Se nel secondo di questi libri, infatti, Foucault analizzava, in modo mirabile, le strutture che permisero l'instaurarsi di un mondo tendente a definire, catalogare, ordinare, stabilire limiti, confini, mappature, nella più snella, ma non meno pregnante, riflessione/confronto con la scrittura di Maurice Blanchot, egli cerca di cogliere come le pratiche del discorso siano mutate e come le parole e le cose abbiano assunto un nuovo senso. Ciò che è mutato è il rapporto alla libertà. [...] Si tratta dunque di scrivere la libertà, di far sì che nella scrittura sia la libertà stessa a scrivere o, detto in altri termini, che la scrittura sia un atto di libertà e di liberazione. E Foucault, parlando dell'esperienza del fuori, indica esattamente una possibilità di svolta per il soggetto e per la sua liberazione." (Dallo scritto di Federico Ferrari)‎

‎Peregalli Roberto‎

‎Il corpo incantato‎

‎ill., br. Dopo averci condotto negli abissi della parola "invisibile" in un excursus avvincente agli albori del pensiero greco, dopo le esplorazioni metafisiche de "I luoghi e la polvere", una considerazione controcorrente, profonda e melanconica sulla perdita della memoria nell'estetica contemporanea, e dopo averci guidato nei meandri della "Recherche" di Proust con un libro "gioiello", in cui le immagini dell'autore si specchiavano simmetricamente nelle sue parole, rievocando un mondo perduto, Roberto Peregalli, filosofo e architetto, scrive la quarta tappa di una riflessione sull'uomo e sul mondo che ci avvolge con quest'ultima opera "Il corpo incantato", un omaggio struggente e profondo al corpo femminile e alle sue "sublimi" sfaccettature. L'autore lo definisce un "piccolo manuale (quasi) pornografico". In realtà questo libro personalissimo ci svela la donna vista da un'angolatura segreta, messa a nudo nella sua fragilità e nella sua profondità misteriosa. Facendo riferimento anche ad opere d'arte (quali ad esempio "L'origine del mondo" o "L'ultimo tango a Parigi") questi dodici capitoli, brevi e intensi, in cui si scandisce il libro, esplorano l'universo femminile visto dallo sguardo di chi scrive. Gli argomenti sono strettamente legati, dalle forme del corpo (la pelle, il seno, il pube, le natiche), agli atti che lo manifestano (il congiungimento carnale anche contro natura, la gelosia, l'ossessione, il piacere, la morte, l'amore senza ritorno). Sono pensieri, aforismi, appunti di viaggio legati da un fil rouge comune, l'imperfezione della bellezza e la sua forza lucente. Luoghi e corpi si intersecano in un intreccio intriso di nostalgia e di estatica ammirazione. Il libro, con la veste estetica di Luca Stoppini, è corredato di immagini che rappresentano dettagli di opere fotografate dall'autore e stampate su pagine bianche quasi trasparenti, per dare il senso della bellezza effimera e sottile del corpo della donna e del fascino rapinoso che suscita in noi.‎

‎Sarti Lisa; Subialka Michael; Di Lieto Carlo‎

‎Scrittura d'immagini. Pirandello e la visualità tra arte, filosofia e psicoanalisi‎

‎brossura Questo volume a tre voci propone uno studio originale dell'immaginario pirandelliano. Gli autori teorizzano l'incidenza della visualità nella produzione artistica e nel pensiero di uno dei più noti esponenti del Modernismo, affrontandola da prospettive diverse (letteraria, filosofica, psicoanalitica e pittorica). Fonte di stupore e meraviglia, il vitalismo delle immagini costituisce un tratto distintivo della poetica pirandelliana, definendo la rappresentabilità dell'idea che si plasma in narrativa iconografica da un lato e in principio estetico dall'altro. Si richiama qui l'attenzione su un'immaginazione raffigurabile e multimediale di squisita sensibilità modernista, che problematizza questioni legate alla rappresentazione e alla riconfigurazione dell'ironia romantica, nonché al loro riposizionamento nel discorso filosofico all'inizio del ventesimo secolo.‎

‎Merlotti Andrea‎

‎Vita quotidiana alla corte dei Savoia (1663-1831)‎

‎ill., br. Quando e come si mangiava a corte? Come si vestiva il re? Quali lingue si parlavano? Quali sono state, nel corso dei secoli, le residenze preferite dai Savoia e quanto tempo vi trascorrevano i sovrani e i loro cortigiani? Quali erano le cerimonie più importanti e perché? perché la caccia è stata così importante per la dinastia? Questo libro ricostruisce in maniera puntuale e documentata la vita quotidiana di quella grande macchina per la rappresentazione del potere che fu la corte sabauda. Migliaia di persone, per secoli, hanno partecipato al funzionamento di questo raffi nato meccanismo, vivendo ruoli definiti con scrupolosa precisione dai regolamenti di palazzo e dai cerimoniali, di cui Andrea Merlotti analizza forma, sostanza e significato. In queste pagine, il lettore troverà anche una suggestiva indagine sulla Torino capitale ducale e poi reale, una vera e propria città-corte con pochi eguali in Europa. Un racconto originale e appassionante, costruito con rigore documentale e grande capacità narrativa da uno dei maggiori esperti italiani sull'argomento, in un continuo intreccio tra storia pubblica e privata. Con un ricco apparato iconografico e le preziose testimonianze d'epoca degli stranieri che, nel corso dei secoli, hanno frequentato i palazzi, le feste, le tavole, le stanze segrete dei sovrani sabaudi.‎

‎Guglielmi Laura‎

‎Lady Constance Lloyd. L'importanza di chiamarsi Wilde‎

‎br. Constance Lloyd, una ragazza bella e ambiziosa, di origine irlandese, cresce a Londra ed entra in contatto con gli ambienti più esclusivi della fine dell'Ottocento. L'impero britannico è più potente che mai e la regina Vittoria è salda al potere. Tanti uomini la vorrebbero sposare, ma lei è in cerca di un marito che la lasci libera di realizzare le sue ambizioni. Il dandy più famoso d'Inghilterra, Oscar Wilde, rimane folgorato mentre la sente recitare alcuni versi della Commedia di Dante in italiano. Al centro dell'attenzione mondana e culturale della scena londinese, Constance e Oscar si sposano e hanno due figli, ma lei non rinuncia a nulla, viaggia, scrive racconti per l'infanzia, diventa direttrice di una rivista che promuove un nuovo modo di vestire per le donne. Poi arriva la tragedia: Wilde viene processato per sodomia e condannato per due anni ai lavori forzati. Lei, pur avendo altre relazioni, gli sarà sempre vicino. Innamorata dell'Italia, dopo aver girato raminga per l'Europa si ferma nella Riviera Ligure e muore a Genova poco prima di compiere quarant'anni. Questo libro è l'autobiografia mancata di una donna speciale, ma sconosciuta ai più.‎

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