Angelino Lucia
L'oeil de Merleau-Ponty
brossura
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Minazzi F. (cur.); Sandrini M. G. (cur.)
Contributo di Giulio Preti al razionalismo critico europeo
brossura
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Romani Romano
Libertà e filosofia
brossura
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Greene R. (cur.); Mohammad K. S. (cur.)
La filosofia di zombie e vampiri. Una nuova vita per i non morti
br. Zombie e vampiri hanno conquistato il centro della cultura pop, come protagonisti di serie tv, fumetti, cartoni, videogames e film. Questo libro porta le teorie di filosofi come Socrate e Cartesio nei territori dei non morti, per interrogare queste oscure creature su questioni sociali e filosofiche. Vampiri e vegetariani, in fondo, non condividono la stessa visione del mondo? E gli zombie possono aiutarci a comprendere l'essenzialità della riforma sanitaria negli Stati Uniti? E ancora: cosa potrebbe significare il famoso detto "mente sana in corpo sano" per vampiri e zombie? Le risposte a queste e altre domande attendono i lettori abbastanza intrepidi da lasciarsi coinvolgere in questa filosofica e divertente scorreria nel mondo dei non morti.
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Greene R. (cur.); Mohammad K. S. (cur.)
Quentin Tarantino e la filosofia. Come fare filosofia con un paio di pinze e una saldatrice
br. Un'incursione filosofica nel multiforme immaginario del regista più amato dalle nuove generazioni. I film di Tarantino sono maturi per la speculazione filosofica, pongono domande impellenti sull'etica, la giustizia, la natura della casualità, il flusso del tempo e altre questioni cruciali. È così che in questo libro curioso e intelligente si passa da una meditazione estetica sull'uso del sangue a spruzzo in Kill Bill a un'analisi sulla liceità della violenza. La sposa interpretata da Urna Thurman è una figura eroica anche se motivata solo dalla vendetta? L'incesto continuerà a essere un tabù? Non per i filosofi di questo libro, che affrontano senza pudori questioni scottanti e provocatorie almeno quanto i film su cui riflettono. E chissà se, alla fine del libro, potremo finalmente accantonare ogni dubbio sul senso del discorso tra Vincent e Jules sul Big Mac francese nel mitico Pulp Fiction?
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Conte P. (cur.)
Absence présente. Figure de l'image mémorielle (Une)
brossura
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Iula Emanuele
La chair et la cité. Sexualité et politique chez Aristote
brossura
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Mazzucconi Vittorio
Sentimento e ragione
brossura
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Duportail Guy Félix
L'origine de la psychanalyse. Introduction à une phénoménologie de l'inconscient
br.
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Miraglia R. (cur.)
Intenzionalità, regole, funzioni
brossura
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Dezi Andrea
Potenza e realtà. Il sovrarrealismo ontologico nel pensiero di F.W.J. Schelling
brossura
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Contadini D. (cur.)
Menzogna e politica. Momenti del sapere estetico nella cultura classica
brossura
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Lisciani-Petrini Enrica
Charis. Essai sur Jankélévitch
brossura Filosofo "inimitabile", secondo le parole di Levinas, Jankélévitch si staglia sul quadrante del Novecento come un pensatore volutamente inattuale - perché diversamente orientato rispetto ai vettori caratteristici di esso. Proprio in ciò risiede la sua attualità, racchiusa nella cifra di una riflessione intensa e originale. Alla individuazione delle nascoste e non consumate potenzialità di tale riflessione è rivolto questo saggio. In un momento in cui diverse strategie teoriche paiono esaurirsi e viceversa il pensiero torna ad interrogarsi su quel flusso mobile che è la vita stessa, Jankélévitch, da sempre infaticabile esploratore dell-inquieto fascino del reale, della misteriosa "grazia" (charis) da cui prendono forma le cose - e proprio perciò attento alla responsabilità dell'agire pratico -, si rivela un interlocutore col quale oggi, forse più che mai, è importante confrontarsi.
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Brezzi F. (cur.)
Babelonline print. Vol. 13: Chaos/kosmos
brossura
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Minazzi F. (cur.)
Il bios theoretikos di Giulio Preti
brossura
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Prinzi Salvatore
Scrivere le cose stesse. Merleau-Ponty, il letterario, il politico
brossura Cos'è la scrittura? Qual è il suo rapporto con il pensiero? Come restituire le cose nella parola? E qual è il legame fra questa parola e la relazione con gli altri, l'agire collettivo? La filosofia ha sempre incontrato queste domande, ma le ha spesso aggirate, concependo il suo linguaggio come un semplice strumento, trasposizione di qualcosa già pensato e posseduto in modo chiaro e distinto. Maurice Merleau-Ponty ci ha mostrato invece una filosofia che mette in questione il suo essere scrittura, che ragiona attraverso la letteratura e usa consapevolmente formulazioni letterarie per tentare di rendere la vitalità dei fenomeni e l'esperienza delle «cose stesse». Con Merleau-Ponty non solo la riflessione intorno all'espressione - da intendere come cifra dell'avventura umana e forma di comunicazione che lega esseri e cose - si impone con tutta la sua forza, ma lo stesso testo filosofico è costretto a spingersi ai suoi limiti, per dire la nostra commistione con il mondo ed esibire il carattere produttivo e intimamente sociale della parola. Così, esplorando il rapporto fra la filosofia e la dimensione letteraria in Merleau-Ponty, analizzando le figure che utilizza e cercando di individuare una sua particolare retorica, facendo leva sui suoi testi meno conosciuti, postumi, inediti e sui più recenti studi critici, questo lavoro non si propone solo di gettare un nuovo sguardo su uno dei pensieri più affascinanti del Novecento, ma anche di riprendere il suo sforzo per esplorare il rapporto fra scrittura e filosofia nelle sue profonde implicazioni ontologiche e politiche, per arrivare a pensare nuove istituzioni dell'essere sociale. Prefazione di Renaud Barbaras.
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Craparo Giuseppe
Elogio dell'incertezza. Saggi psicoanalitici
brossura
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Carofalo Viola
Un pensiero dannato. Frantz Fanon e la politica del riconoscimento
brossura
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Dalmasso G. (cur.); Di Martino C. (cur.); Resta C. (cur.)
L'A-venire di Derrida
br. A dieci anni dalla scomparsa di Jacques Derrida, il volume raccoglie gli Atti di un Convegno internazionale svoltosi a Milano e Bergamo dal 10 al 12 ottobre 2012. "Pensare l'a-venire di Derrida" non significa soltanto prendere atto di quanto ancora sia carica di futuro la monumentale opera di questo filosofo. Il suo lascito immenso, come un testamento e una promessa, chiede di essere ereditato e perciò rilanciato, "l'a-venire" di Derrida, della sua opera, consiste anzitutto nel suo evento - parola chiave della riflessione del filosofo francese -, vale a dire nel suo sorprendente e intempestivo accadere. Insofferente nei confronti di ogni classificazione e di ogni "scolastica", il pensiero derridiano continua infatti a scuotere e a provocare. Come un sisma la cui onda d'urto non cessa di propagarsi, la decostruzione intrapresa da Derrida seguita a far tremare il suolo del pensiero, a sconvolgerne gli assetti consolidati, richiamando a una responsabilità filosofica urgente: fare i conti con quello che oggi accade, in tutti i campi e a tutti i livelli etico, giuridico, politico -, ripensarne lo statuto, senza abbandonarsi a comodi irrazionalismi, per aprirsi il più possibile all'"a-venire". È questa la direzione in cui si muovono, ciascuno secondo la propria traiettoria, i saggi del presente volume.
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De Caro Eugenio
Forme della mimesis. Momenti del sapere estetico nella cultura classica
brossura
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Sensibilia. Vol. 6: Cose
brossura Interrogarsi sulla problematicità della categoria "cosa" a partire da un esempio concreto la cui analisi possa mettere in luce, in modo particolarmente intuitivo, l'approccio teorico prescelto: questa la sfida con cui si sono confrontati gli autori del presente volume di Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience. Che ruolo hanno le cose nella nostra vita quotidiana o in campo scientifico? Come possono essere intese e sulla base di quali criteri e vincoli ontologici ed esistenziali? Sono ritagli naturali o convenzionali della nostra realtà? E con quali confini e quale permanenza nel tempo? Che differenza c'è (posto che ce ne sia una) tra cose e oggetti? I sentimenti sono cose? E l'arte, è fatta di cose? Può il linguaggio fare a meno del riferimento a cose? Quando, onto- e filogeneticamente, emergono percettivamente le cose? Quali cose sono paradigmatiche per una certa cultura e una certa visione del mondo? In esplicito o implicito riferimento a quale cosa è stata edificata una certa filosofia o comunque una certa concezione teorica? Quali cose sono state rappresentate pur essendo inesistenti: dall'unicorno in pittura all'odradek kafkiano? Questa edizione di Sensibilia ha dunque indagato i diversi modi in cui la cosa può essere pensata e descritta, presupposta e compresa...
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Psello Michele; Lanzi S. (cur.)
Oracoli caldaici. Con appendici su Prucio e Michele Italo
br. Michele Psello (1018 - 1078 d.C), filosofo, politico ed erudito bizantino, fornito di una eccezionale cultura enciclopedica, ha lasciato una gran mole di opere e commentari inerenti la cultura e la filosofia del mondo antico, con particolare attenzione agli Oracoli caldaici. Per quest'ultima opera fondamentale e purtroppo perduta dell'antichità, i commentatori di Psello costituiscono una fonte di conoscenza insostituibile. Il volume è completato da due appendici: una relativa al filosofo neoplatonico Proclo (410-485 d.C.) e ai suoi Estratti del commentario alla filosofia caldaica, tramandatici dallo stesso Psello, l'altra sull'Epistola XVII del dotto Michele Italo (XII sec.) relativa alla teologia dei Caldei.
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Pitagora; Fumagalli S. (cur.)
Versi aurei. Seguiti dalle «Vite di Pitagora» di Porfirio e Fozio, da testi pitagorici e da lettere di donne pitagoriche
br. Pitagora di Samo, figura liminare tra storia e mito, è all'origine del pensiero filosofico che va sotto il suo nome, nonché della setta di iniziati che operò nella Magna Grecia a partire dal VI secolo a. C, reggendo le sorti di gran parte delle sue polis, tra le quali Crotone, Metaponto e Taranto. Anche sotto l'impero romano, il pensiero pitagorico conobbe grande diffusione, dando luogo a una vasta letteratura di testi attribuiti al grande sapiente, o al suo insegnamento direttamente ispirati. Il presente volumetto fornisce alcuni dei testi pitagorici più noti, inquadrati filologicamente nel loro contesto storico d'origine.
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Watsuji Tetsuro; Marinucci L. (cur.)
Vento e terra. Uno studio dell'umano
br. Assieme al suo lavoro sull'etica, "Fudo" è l'opera più nota di Watsuji - uno dei classici del Novecento filosofico giapponese. L'analisi del volume riguarda l'esposizione dell'essere umano al "tempo" inteso come atmosfera o spazio, alla qualità specifica di diversi ritmi climatici. Una delle occasioni del volume è una critica all'"Essere e tempo" heideggeriano, in cui la temporalità è quella parcellizzata dell'individuo singolo, spazio privato che per Watsuji è ancora legato a un'idea di ego cartesiano. Per Watsuji, l'atmosferico - in giapponese fudo, "vento e terra" - è interfaccia del mondo e immersione pratica nella sua variabilità, naturale e umana. Una riflessione pienamente filosofica su un tema poco dibattuto dalla nostra tradizione di pensiero, espressione di una filosofia non europea, in grado di porre questioni proprie nel linguaggio dell'altro. Un riconoscimento filosofico della relazione tra uomo e ambiente in un mondo contemporaneamente locale e globale, un tema di attualità e urgenza crescenti.
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La Mettrie Julien O. de
L'uomo macchina
br. Un'unica sostanza per tutto l'universo e nessuna differenza che consenta una qualsiasi forma di trascendenza. Questo lo scenario filosofico e scientifico nel quale viene a collocarsi la descrizione dell'uomo contenuta in uno dei più fortunati e controversi testi polemici dell'illuminismo, scritto nel 1747 dal filosofo e medico Julien Offray de La Mettrie. L'intera dimensione del vivente è ricondotta a un principio materialistico unitario e può essere scientificamente descritta attraverso lo studio della struttura degli organismi. Da qui una serie di osservazioni e di esempi che illustrano il modo in cui incomincia ad articolarsi un nuovo sguardo rivolto alla vita, scrupolosamente basato sull'esperienza e al riparo da spiegazioni o tentazioni metafisiche. Da qui, anche, una messa fuori gioco della nozione di "anima" in quanto sostanza separata dal corpo e dalla materia. Di conseguenza un rilancio - assai azzardato per quell'epoca, ma non solo - di molte e decisive questioni morali.
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Pelloni Gabriella
Genealogia della cultura. La costruzione poetica del sé nello Zarathustra di Nietzsche
brossura
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Meschini Franco Aurelio
Materiali per una storia della medicina cartesiana. Dottrine, testi, contesti e lessico
brossura
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Zaltieri Cristina
Il divenire della bildung in Nietzsche e in Spinoza
brossura
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Brouwer Luitzen E.; Franchella M. (cur.)
Lettere scelte
brossura
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Spinaci Rossella
Razionalità discorsiva e verità. La concezione trascendentalpragmatica di Karl-Otto Apel
brossura
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Fulco Rita
Essere insieme in un luogo. Etica, politica, diritto nel pensiero di Emmanuel Levinas
brossura
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Contadini Didier A.
Il compimento dell'umano. Saggio sul pensiero di Walter Benjamin
brossura
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Lossi Annamaria
L'Io postumo. Autobiografia e narrazione filosofica del sé in Friederich Nietzsche
br. Ogni scrittura è in fondo anche autobiografica, mantiene tra le righe un suo legame con la vita dell'autore. Anche quella filosofica? In questo libro è stato interrogato il rapporto tra filosofia e scrittura di sé in Friedrich Nietzsche. La scrittura nietzscheana non è però autobiografica: essa dà voce ad una personalizzazione della filosofia, in cui non solo l'io autobiografico, ma anche la filosofia subiscono delle trasformazioni. Rileggendo in quest'ottica le questioni di soggetto, sostanza, linguaggio, Nietzsche si propone come filosofo di se stesso e narratore del proprio pensiero: come "autore postumo".
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Amato Andrea
Il bambino che sono stato, l'uomo che divento. Genealogia dell'io e narrazione della sua trasmutazione
brossura Cosa sta cambiando nei rapporti tra l'uomo, le sue facoltà ed il mondo? È, forse, intervenuta o sta intervenendo una mutazione antropologica? Per rispondere adeguatamente a tale quesito occorre ripensare in maniera anche severa, seppure attenta, i maestri della psicoanalisi, a partire da Freud e da Lacan. In particolare, va ridiscusso il ruolo da loro assegnato all'inconscio e al desiderio. Questa riflessione e questa riconsiderazione possono essere condotte attraverso la ricostruzione dei processi della presa di coscienza, affacciandosi ad un osservatorio privilegiato: quello dell'infanzia. Seguendo il percorso che porta all'identificazione personale, si può individuare, al posto dell'inconscio, una diversa facoltà fondamentale: l'impulsività, la quale, per il suo carattere non conflittuale con la coscienza, permette, più coerentemente, di tentare un raccordo complesso tra le diverse disposizioni dell'uomo e, quindi, tra i suoi differenti livelli esistenziali.
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Violi Alessandra
Il corpo nell'immaginario letterario
brossura
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Distaso Leonardo V.
Estetica e differenza in Wittgenstein. Studi per un'estetica wittgensteiniana
br. Il libro ripercorre alcune tappe del pensiero di Wittgenstein per svelare la possibilità di un'estetica come riflessione sulle condizioni di senso dell'esperienza. La ricerca si concentra sul complesso rapporto tra l'unità dell'esperienza e la molteplicità dei fenomeni, cogliendo nella differenza tra senso e non-senso il 'luogo' in cui si istituisce la domanda sull'opera d'arte e sul suo apparire non solo visivo, ma anche uditivo. Proprio l'apparenza sembra diventare l'oggetto di una comprensione estetica che non rinuncia a mostrare il dovere del senso, in un piano su cui l'estetica incontra l'etica.
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Cavalleri Matteo
La resistenza al nazi-fascismo. Un'antropologia etica
br. La Resistenza al nazifascismo fu una frattura storica, un evento in senso forte. La scelta per essa venne compiuta con diverse motivazioni soggettive e diversi livelli di coscienza, sottesi ai quali si lascia però cogliere una implicita visione complessiva dell'umano. La testimonianza e la riflessione sulla Resistenza sono rintracciabili principalmente in elementi quali lettere, racconti, testimonianze, romanzi, poesie, film e opere artistico-architettoniche, mentre è stata scarsamente oggetto di elaborazione filosofica. Il presente studio è dedicato a far emergere lo spessore filosofico dell'antropologia che si è delineata e manifestata in filigrana in tale circostanza storica. I documenti analizzati, infatti, se interrogati e colti all'interno di una plastica costellazione concettuale, esprimono una significativa portata speculativa, caratterizzata da una peculiare coloritura etico-pratica. Seguendo tali tracce, si può rilevare la complessa traiettoria di pensiero ed azione messa in atto dal soggetto resistente nel tentativo di "venire alla presenza" in una situazione segnata dalla tensione tra necessità e libertà. Sfuggendo all'abbaglio del protagonismo e della esaltazione soggettivistica, in tale traiettoria si plasma e si esprime una visione dell'umano attraverso la duplice scelta, prima, della lotta e, poi, della sua trasfigurazione artistico-letteraria.
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Zanon A. (cur.)
Cura e soggetivazione
brossura
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De Simone Antonio
Machiavelli. Il conflitto e il potere. La persistenza del classico
brossura Riflettere sul rapporto tra conflitto e potere a partire da Machiavelli e dal suo Principe significa comprendere perché il conflitto non può prescindere da un ordine, e che l'unità della politica è in un certo senso immanente al conflitto. Non c'è comunità umana che storicamente possa neutralizzare l'ambivalenza del conflitto: nella scena della città, in condizioni di diversificazione sociale che permea gli umori dell'agire pubblico e politico, la pluralità umana, nello spazio della contingenza e nel tempo dell'evento, genera conflitti. Nella "contraddizione antropologica" che lo contraddistingue, l'uomo è produttore di inquietudine, perché è vicissitudine del mutamento: egli è protagonista dell'inquieto conflitto. Per il vivente umano c'è tensione continua tra politica, unità, ordine, conflitto e potere. Pertanto, la certezza che il conflitto e il potere pervadano la "realtà effettuale" dell'umano è antropologicamente, politicamente e storicamente evidente. Ciò che occorre dirimere è il legame tra la politica come conflitto e la politica come conoscenza di questo conflitto. Nello sguardo della filosofia politica, il "gesto rivoluzionario" di Machiavelli consiste nel fatto che egli non deplora la divisione, i tumulti, i conflitti, non vede in essi una scissione destinata ad essere superata, ma li concepisce anche come il principio e il motore della libertà, ecco perché egli fa l'"elogio del conflitto", che dà vita a una comunità politica e ne nutre l'esperienza...
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Ágalma. Vol. 27: Agalmatofilia
brossura
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Lombardozzi Alfredo
Sconfinamenti. Escursioni psicoantropologiche
brossura
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Bonifati L. S. (cur.); Tartaglione C. (cur.)
Costruzione del caso clinico e tecnica psicoanalitica
brossura La costruzione del caso clinico e la questione della tecnica psicoanalitica ci immergono nel vivo della pratica e della teoria psicoanalitica, nell'intreccio serrato tra teoria e prassi della psicoanalisi. Come si costruisce un caso clinico? Quali elementi considerare per poter costruire un caso clinico, anche nell'infanzia? Cosa vuol dire attraversare il fantasma? Come poter operare una clinica differenziale? E ancora, come poter intendere la tecnica psicoanalitica al di fuori di un orizzonte prescrittivo, precettistico o standardizzante della direzione della cura? Come parlare di tecnica preservando la singolarità e l'attenzione al particolare che la psicoanalisi implica? Ecco che in questo volume degli Annali, nella vasta gamma dei temi trattati - dal fantasma, alla diagnosi differenziale, dal transfert all'atto analitico - vediamo come la tecnica della psicoanalisi e la costruzione del caso clinico siano orientati, a partire dall'insegnamento di Freud e di Lacan, dalla logica dell'inconscio e dall'operatività dell'etica della psicoanalisi, veicolata dal desiderio dell'analista.
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Dupuy Jean-Pierre; Heritier P. (cur.)
Alle origini delle scienze cognitive. La meccanizzazione della mente
brossura La storia concettuale delle scienze cognitive resta per larga parte ancora da scrivere. Con questo libro Jean Pierre Dupuy - uno dei principali esponenti delle scienze cognitive in Francia e ideatore del catastrofismo illuminato ne realizza un importante capitolo: l'eredità della cibernetica. Contrariamente a quanto generalmente si ritiene la cibernetica - e la domanda se pensare sia calcolare - ha implicato non l'antropomorfizzazione della macchina ma la meccanizzazione dell'umano. Se i padri fondatori della cibernetica - alcune tra le più grandi menti del ventesimo secolo, tra cui John von Neumann, Norbert Wiener, Warren Mc Culloch e Walter Pitts intendevano costruire una scienza del comportamento umano materialista e meccanicista, in grado di risolvere gli antichi problemi filosofici della mente e della materia, riconoscere oggi l'importanza della cibernetica per le scienze cognitive può illuminare controversie sorte entro il connessionismo, il cognitivismo, il funzionalismo e l'antiriduzionismo. Diviene così possibile proiettare l'interrogativo sulla macchinizzazione dell'umano entro il dibattito contemporaneo sulle neuroscienze, sulla convergenza tra nanotecnologie, biotecnologie e robotica e sugli scenari del postumano.
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Nerhot Patrick
La métaphysique de la présence de l'absence
br.
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Vaccaro Giovambattista
Tragico, l'etico, l'utopico. Studio sul giovane Lukacs
brossura
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Philosophical news (2013). Vol. 7: L'azione
brossura
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Bonifati L. S. (cur.); Tartaglione C. (cur.)
Costruzione del caso clinico e tecnica psicoanalitica. Irpa
brossura
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Di Martino Andrea
La gioia, l'amore e il dolce sonno. Riflessioni sul mito e sul logos attraverso le figure di Ulisse ed Ermes
brossura In queste pagine si è cercato di mostrare che il Mito sopravvive in mezzo a una umanità solo apparentemente demitologizzata e che la Bellezza che il Logos veicola è sostanziata dalla pluralità di sensi incarnata dalle figure mitologiche.
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Felice Domenico
Montesquieu e i suoi lettori
brossura "Non vi è un solo evento rilevante, nella nostra storia recente, che non possa rientrare nello schema di intuizioni tracciato da Montesquieu" (Hannah Arendt). "Erano apparsi Bacone, Galileo e Newton; dieci anni prima o dopo, doveva apparire Montesquieu" (Pellegrino Rossi). "Montesquieu è un autore che pensa sempre, e fa pensare. È stato il più moderato e il più fine tra i philosophes. Lo prendo come mia guida, non come mio avversario" (Voltaire). "L'amore per lo studio è in noi quasi l'unica passione eterna: tutte le altre ci abbandonano via via che la miserabile macchina che ce le fornisce si avvicina al proprio disfacimento. Bisogna crearsi una felicità che ci segua in tutte le età: la vita è così breve che non conta nulla una felicità che non duri quanto noi" (Montesquieu). "La prosperità risiede nei costumi, non già nell'opulenza" (Montesquieu).
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Colonnello Pio
Martin Heidegger à Hannah Arendt. Lettre jamais écrite
brossura Hannah Arendt fu dapprima allieva, musa e amica di Martin Heidegger; poi collega e critica severa del suo antico maestro. A differenza di Heidegger, che aderì sia pure per un tempo assai breve al nazismo quando fu eletto rettore a Friburgo nel 1933, la Arendt dovette fuggire negli Stati Uniti perché di origine ebraica. Per circa venti anni tacque ogni rapporto tra i due pensatori. Nel 1950 Hannah Arendt torna in Europa e chiede un incontro inaspettato all'amico di un tempo. Da allora ricomincia un febbrile scambio di lettere. Il volume riporta il lettore agli inizi della rinnovata relazione amicale: in un enigmatico gioco di allusioni e di rimandi, Heidegger è chiamato a rievocare, in una lunga lettera, gli episodi salienti della sua vita politica, accademica e di pensatore, l'amore per l'allieva e frammenti di avvenimenti inabissati nel passato, ma resi vivi grazie alla potenza dell'immaginazione e della rievocazione.
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