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Re Valentina; Cinquegrani Alessandro
L'innesto. Realtà e finzioni da Matrix a 1Q84
brossura
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Saba Cosetta G.
Archivio cinema arte
ill., br. Ogni pratica artistica agisce entro l'"archivio". Molte agiscono anche su di esso, piuttosto che intorno ad esso, attraverso interventi che dischiudono diversi livelli di possibilità politiche ed estetiche. Interventi che, pur nelle loro differenze (non unificabili e non sovrapponibili), vanno a formare un reticolo teorico in espansione, che qui sarà percorso rispetto agli snodi in cui sembra insistere, nel campo stesso dei discorsi sull'"archivio", un certo pensiero del tempo e della storia. Tra cinema e arte si tratterà di mettere a fuoco, per "frammenti, regioni e livelli", la dimensione dell'"archivio" alla luce della definizione di Michel Foucault, riferendola al deposito memoriale, alla catalogazione del "già detto" e delle sue tracce in rapporto alle interrogazioni su di essa portate, in differenti modi, dal fare artistico. Tali interrogazioni attengono alla storia e al tempo, alla memoria, all'oblio.
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Locuratolo Massimo; Serena Alessandro; Larible David
Consigli a un giovane clown
ill., br. È una bella sfida raccontare la storia di un clown. Appartiene ad una famiglia di personaggi archetipici che, con diversi nomi e sotto diverse spoglie, attraversa la storia del mondo intrattenendo profonde relazioni con ogni tipo di cultura. Per alcuni i clown incutono timore (esiste addirittura una specifica paura, la coulrofobia). Per molti altri evocano il bel sogno di restare bambini. Ma tali figure hanno anche toccato la mente e il cuore di numerosi artisti, come Picasso e Toulouse Lautrec, Goethe e Boll e ovviamente Chaplin e Fellini. In questo volume l'affascinante e avventurosa biografia del grande artista italiano David Larible è la bussola per percorrere altre due strade parallele con le quali si intreccia di continuo. Da una parte la storia della clownerie con dei focus su alcuni grandi del passato fra circo, teatro e cinema. Dall'altra lo studio dei meccanismi utilizzati dai maestri del genere. Un libro, ideato da due fra i più importanti studiosi della materia, intorno alla storia e ai contenuti artistici dei clown e del loro rappresentante contemporaneo più conosciuto e richiesto, per tentare di comprendere come questi straordinari personaggi abbiano saputo conquistare gli spettatori di tutto il mondo.
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Giambrone Roberto
Follia e disciplina. Lo spettacolo dell'isteria
ill., br. L'isteria è scomparsa dai prontuari medici e dalle corsie degli ospedali, dove era in voga tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo. Viceversa, i palcoscenici del teatro e della danza, già a partire dai primi del Novecento, accolgono sempre più spesso una gestualità dirompente, patologica, virulenta. In questo saggio, l'autore analizza il fenomeno incrociando la storia dello spettacolo con le scienze sociali e la storia del costume. Dalle avanguardie teatrali al Tanztheater fino alle più recenti espressioni della danza e del teatro contemporaneo, la performance isterica riemerge costantemente nel lavoro di molti registi e coreografi, che hanno cercato di disciplinare la follia sulla scena: da Pina Bausch a Sasha Waltz, da Romeo Castellucci a Pippo Delbono ed Emma Dante, fino a Jan Fabre e Alain Platel, ai quali è dedicata un'ampia appendice.
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Menarini R. (cur.)
Cinema senza fine. Un viaggio cinefilo attraverso 25 film
br. Il cinema è morto? Funerale rimandato a data da destinarsi."Che cosa è il cinema?", continua ad essere una domanda inevasa, e per quanto ancora molti cerchino la risposta con la lanterna magica, a nessuno interessa più una sua definizione. La sua originalità ne permette reviviscenza e sviluppi, la sua immortalità gli consente di uscire dalla tomba in cui era stato sepolto, vivo. E se esiste - anzi si rilancia - una nuova cinefilia è perché vediamo film ovunque, in tv, su satellite, su web, su tablet, su smartphone, su schermi urbani, in aereo, in treno, in nave, e non per questo ne perdiamo l'aura. Una metamorfosi perfetta e soprattutto spontanea. Il cinema si è riprogrammato da solo e ha generato una cultura che gli cresce intorno, sempre imprevedibile. Attraverso questi 25 film, tra i più rappresentativi (e spesso misconosciuti) capolavori del contemporaneo, scopriamo come il cinema pensa a se stesso e al mondo. Postfazione di Enrico Ghezzi.
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Alovisio Silvio
Cabiria (Giovanni Pastrone, 1914). Lo spettacolo della storia
br. "Cabiria" è il più celebre film del cinema muto italiano. Quasi ogni aspetto della sua realizzazione costituisce per l'epoca una novità: le quasi tre ore di lunghezza, il budget esorbitante, la collaborazione di D'Annunzio, le gigantesche scenografie e gli effetti speciali, l'uso innovativo dei movimenti di macchina e della luce, la presenza in sala del coro e dell'orchestra. "Cabiria" esalta tutte le potenzialità della messa in scena: l'occhio della cinepresa spazia liberamente dal fuoco dell'Etna alla neve delle Alpi, reinventa il teatro della Storia, mescola destini privati e collettivi. Architettura, pittura, archeologia, teatro lirico e di prosa, letteratura alta e feuilleton, musica colta e ideologia si fondono nelle sorprendenti risorse espressive del nuovo medium cinematografico. In occasione del centenario del film (proiettato in prima mondiale a Torino e Milano il 18 aprile 1914), il volume intende proporne un'analisi documentata e metodologicamente aggiornata.
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Souriau Étienne; Cappelletto C. (cur.)
I grandi problemi dell'estetica teatrale
br. Il testo affronta in maniera sistematica i diversi tipi di teatro (classico, radiofonico, di marionette...) e le sue diverse componenti (testo, scena, attori, personaggi, azione...). Considera quest'arte nella sua organicità, ponendo particolare attenzione al tema della messa in scena e alle diverse concezioni del tempo che essa implica. Sono menzionate tutte le principali teorie del teatro, e le grandi controversie tipiche sono riprese e discusse. L'intento di Souriau è sempre quello di distinguere tra le questioni filosofiche che il teatro solleva, e quelle più genericamente culturali, psicologiche, spettacolari. Trattandosi di lezioni rivolte a un pubblico di studenti universitari, l'andamento della discussione è molto preciso, piano, ricco di esempi. Manca di un apparato di note, indispensabili, al quale provvederò come curatore.
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Cantino Enrico
Da Lamù a Kiss me Licia. Le dinamiche di coppia secondo l'animazione giapponese
br. Il vero amore deve rimanere segreto. Così insegna l'antico codice dei samurai. E così succede in alcuni celebri cartoni animati giapponesi che hanno formato uomini e donne di oggi. Ma con quali contraddizioni, nella società consumistica del godimento veloce e immediato? Da Lamù a Kiss me Licia, passando per È quasi magia Johnny e Cara dolce Kyoko, Enrico Cantino ci accompagna nel mondo delle timidezze adolescenziali, tra le decine e decine di episodi necessari agli innamorati di queste serie per dichiararsi. Tra la poesia del primo amore e un adagio anche nostrano da saggezza proverbiale, che vuole che i sentimenti veri prendano il loro tempo per sbocciare in tutto il loro splendore.
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Cantino Enrico
Da Mimì Ayuhara a Oliver Hutton. Gli anime sportivi e lo spirito di squadra
br. Per i giovani giapponesi lo sport è una cosa seria, da eroi. Calciatori, pallavolisti, futuri campioni del baseball, compiono imprese sovraumane nei cartoni animati made in Japan. Dal tormentato Tommy Young all'anarchico Gigi la Trottola, passando per Mimi Ayuhara e Oliver Hutton, Enrico Cantino affronta a tutto tondo l'immaginario sportivo che sta segnando anche la nostra storia. Per i giapponesi, essere eroi dello sport significa emergere dall'omologazione. Ma i veri eroi sono al servizio di una causa comune. Che sia lo spirito di squadra o la salvezza dell'umanità, è solo questione di sfumature.
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Dagna Stella
Ma l'amor mio non muore! (Mario Caserini, 1913). La diva e l'arte di comporre lo spazio
ill., br. "Ma l'amor mio non muore!" è uno dei film più rappresentativi del cinema muto italiano. Girato nel 1913 da Mario Caserini e interpretato dalla celebre attrice teatrale Lyda Borelli, segnò un'autentica svolta nella produzione cinematografica nazionale. In un momento eccezionale per l'evoluzione della settima arte - tra mutazioni del contesto produttivo, avvento del lungometraggio e uscita coeva di alcuni film destinati a diventare capisaldi della storia del cinema - il film di Caserini fu il primo esempio compiuto di "diva film" e ottenne un successo tale da diventare un vero e proprio fenomeno di costume. Il modello della diva sofferente, divisa tra eros e sacrificio, la messa in scena in profondità di campo, il "centramento alternativo" dello spettatore, la parola scritta come elemento narrativo, il ruolo del suono e della musica diegetica, sono solo alcuni degli elementi di un film che ha segnato in modo indelebile l'arte italiana su grande schermo.
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Brodesco Alberto
Sguardo, corpo, violenza. Sade e il cinema
br. Il cinema analizzato in questo libro si costruisce attorno alle due interdizioni che secondo André Bazin sanciscono i limiti della rappresentazione cinematografica, ovvero la morte e la piccola morte, l'orgasmo. L'universo letterario e biografico di D. A. F. De Sade costringe i registi che vi si avvicinano - nomi fondamentali nella storia del cinema quali Luis Buñuel e Pier Paolo Pasolini e outsider quali Peter Brook e Jesús Franco - a muoversi sui terreni dell'osceno, del proibito e dell'irrappresentabile. L'analisi dei testi produce una costellazione in cui ogni film dialoga con le altre pellicole, con l'opera di Sade nel suo complesso, con la letteratura critica su Sade e infine con spazi che fungono da cassa di risonanza per gli echi prodotti dai film. Nel bicentenario della morte (1814-2014) Sade dimostra di essere ancora un "prossimo nostro", un autore che continua a far capolino dall'oscurità in cui è costretto e si costringe.
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Dupuy Dominique; Negro C. (cur.)
La saggezza del danzatore
br. "La Sagesse du Danseur" è stato pubblicato in Francia nel 2011 dall'editore Jean-Claude Béhar all'interno della Collana "Saggezza di un mestiere": e se la pratica di un mestiere fosse anche un percorso iniziatico, un cammino verso la conoscenza di sé e del mondo? La saggezza del danzatore è un libro di danza scritto da un danzatore che, di pagina in pagina, si apre a un pubblico trasversale, non solo di addetti ai lavori, ma di tutti coloro capaci di entrare nelle pieghe delle parole. Leggerlo è un'esperienza corporea prima che mentale. Scritto nel "fiore" della vecchiaia, commuove per la capacità di trattare con candore e profondità ogni argomento affrontato. I ricordi del bambino e le riflessioni dell'adulto si succedono uno dopo l'altro, senza sosta, con un soffio lungo e ritmato, con silenzi e accelerazioni, con veemenza e con delicatezza. Un'occasione non solo per conoscere umanamente Dominique Dupuy, il suo essere danzatore, ma anche per accogliere una visione più ampia della danza, la sua trasmissibilità e pedagogia. È possibile, attraverso queste pagine, immaginare Dupuy all'opera. Perché, come egli dice, "si danza per essere guardati".
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Ottolenghi Vittoria; Adamo F. (cur.)
L'enigma, l'estro, la grazia
ill., br. C'è una danza che fa emergere tutto il nostro legame con la materia, con le passioni, con gli spiriti più turbolenti della grande madre Terra. È la danza dionisiaca. Con la sua lunga storia, quest'arte del corpo dà forma ai desideri più carnali. La sfida proposta da Vittoria Ottolenghi in questo libro è raccontare per immagini non esplicitamente "danzanti" la vocazione stessa della danza, arte performativa ed effimera in cui è l'interazione tra l'interprete, l'interpretato e lo spettatore a far scaturire la scintilla dell'arte: "Raccontare con le immagini - e non soltanto con le parole dette, cantate o scritte - è, insomma, una necessità primordiale. Soprattutto per comunicare eventi importanti tra popoli di lingua diversa e per trasmettere la propria storia e il senso della propria identità alle generazioni successive". Attraverso le sue parole ci immergiamo nell'enigma di un'energia che trasforma la furia passionale del movimento nella grazia della danza, che si delinea, sin dalle sue origini, come un prodotto nato "per accumulazione" e fortemente culturalizzato.
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Rossi Davide
Palloni politici. Una storia dei mondiali di calcio 1930-2010
ill., br. "Palloni politici" è la storia di partite imprevedibili, di slanci generosi, di subdole macchinazioni, di pesanti intromissioni, di uomini purtroppo dimenticati, seppure di grande umanità. Davide Rossi racconta chi ha avuto coraggio e chi non ne ha avuto, chi amava giocare senza guardare il mondo fuori dallo stadio e chi si sentiva prima cittadino e poi calciatore. Ecco allora una breve storia dei mondiali di calcio, non "la" storia dei mondiali, ma un racconto che confonde volutamente fatti politici, imprese sportive, considerazioni tecniche e tattiche. In queste pagine si incontra un terribile allenatore nazista, un capitano che lascia la nazionale argentina per non stringere la mano ai generali golpisti, un marocchino nel '58 e un mozambicano nel '66 che diventano capocannonieri dei mondiali, anche se la prima squadra africana si qualificherà solo nel 1970, dopo la fuggevole apparizione dell'Egitto nel 1934. E ancora, l'imbarazzo degli azzurri che giocano nel 1969 una partita eliminatoria con una squadra che "non esiste", perché il governo italiano non riconosce quella nazione, dittatori che vogliono vincere a tutti i costi e presidenti come Nelson Mandela, che riconoscono nello sport la capacità di promuovere valori universali e positivi. Pier Paolo Pasolini ricordava che, nonostante tutto, il calcio è l'ultima rappresentazione sacra, l'ultimo rito collettivo. I mondiali di calcio confondono da sempre sport e politica... Introduzione di Emilio Sabatino.
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Checcaglini Chiara
Breaking bad. La chimica del male: storia, temi, stile
br. In uno scenario seriale come quello attuale, ormai consolidato su altissimi livelli qualitativi, la serie "Breaking Bad", creata da Vince Gilligan e andata in onda tra il 2008 e il 2013, si è imposta come un prodotto particolarmente interessante per il perfetto equilibrio tra le caratteristiche tecniche e tematiche della quality tv e la centralità del coinvolgimento spettatoriale. Il volume si propone di indagare la serie intrecciando l'analisi testuale, con particolare attenzione alla ricca rete di influenze e citazioni, a quella delle dinamiche produttive e di fruizione, nel tentativo di tracciare una mappatura della serie a tutto campo, e di rendere conto del perché Walter White si candidi ad essere un protagonista con cui sarà impossibile non fare i conti per la serialità - e per il cinema - a venire.
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Zanichelli Massimo
Fino all'ultima goccia. Tutto il cinema dei vampiri da «Dracula» a «True Blood»
ill., br. Tutto il cinema dei vampiri per la prima volta in un libro: una carrellata storica, critica e aneddotica che parte dal "Nosferatu" di Murnau e dai vari, indimenticabili "Dracula" del grande e del piccolo schermo (Bela Lugosi, Christopher Lee, Jack Palance, Louis Jourdan, Klaus Kinski, Gary Oldman), per arrivare alle più conturbanti reincarnazioni del vampirismo cinematografico. I celebri horror della Universal e della Hammer, le opere sorprendenti del cinema italiano, la sexploitation degli anni Settanta, le commedie e le parodie, l'appassionante filone delle vampire, i capolavori del postmoderno e le opere seriali della contemporaneità tra cinema e tv (dalla "Twilight Saga" a "True Blood") compongono la filmografia tra titoli celebri, cult movie e riscoperte. Coronano il volume un ricco apparato fotografico, una galleria delle dieci più importanti icone del genere e un percorso filmografico conclusivo.
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Perniola Ivelise
L'era postdocumentaria
br. Il cinema documentario è finito. Siamo entrati nell'era postdocumentaria. Se il campo del cinema a soggetto è riuscito bene o male a mantenere inalterato il proprio principio di fascinazione narrativa e di identificazione attore-spettatore tipica del suo dispositivo, il documentario è entrato in una fase di superamento totale delle proprie strutture, sino a trasformarsi in qualcosa di altro che come "documentario" non è più definibile. Un prodotto così profondamente soggetto ad interventi esterni, di azionisti pubblicitari, di attivisti, di semplici utenti, di contaminazioni transmediali vede totalmente compromesso il concetto di unità dell'opera d'arte, di integrità e di rispetto dell'autore, dal punto di vista creativo e legale. Il documentario è finito perché è scivolato in un maëlstrom di linguaggi impossibili da districare, sedotto dal linguaggio televisivo e dalla finta democrazia emanata dalla Rete, impoverito nel linguaggio e sempre al traino di una cronaca fittizia. Il resto è solo resistenza.
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Gandini Leonardo
Voglio vedere il sangue. La violenza nel cinema contemporaneo
br. Come l'uomo, anche il cinema cerca i propri simili. Nella violenza ne trova uno, essendo l'uno e l'altra ossessionati dallo sguardo: il cinema lo produce, la violenza lo sollecita. Ne scaturiscono visioni colpevoli, talvolta complici, implicate con l'estetica e la morale, la bellezza e la giustizia, la profondità di un dolore e la superficialità di una ferita. Per il cinema contemporaneo la sfida consiste nell'affrontare il rapporto di complicità ed attrazione che la violenza intrattiene, lontano dagli schermi e dalle sale, con le nozioni di sguardo, visione e spettacolo. E nel trovare una strada capace di trascendere sia le vecchie convenzioni che le nuove barbarie della violenza sul web.
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De Gaetano R. (cur.)
Lessico del cinema italiano. Forme di rappresentazione e forme di vita. Vol. 1
br. Il cinema italiano non è stato mai un cinema nazionale, pur essendo profondamente italiano. Ha individuato uno stile e un modo di vita, piuttosto che un'identità. È stato un cinema tutto radicato nella carne viva del presente, in un sentimento della contemporaneità libero da ogni astrattezza. Un cinema estroflesso nel mondo, preso anche dal suo caos, capace di costruire una vicinanza assoluta tra forme di rappresentazione e forme di vita. È a partire da questa vicinanza che è stato pensato e composto "Il Lessico del cinema italiano". Un'opera in tre volumi che proietta uno sguardo nuovo e costruisce una mappa concettuale inedita della grande tradizione del cinema italiano. "Amore", "Bambino", "Colore", "Denaro", "Emigrazione", "Fatica", "Geografia" sono le voci che compongono il primo volume. Ogni voce, conclusa da una filmografia di venticinque titoli scelti da ogni autore, si apre con il riferimento ad un film recente del cinema italiano, perché ogni sguardo al passato è anche un modo per comprendere, altrimenti e meglio, il presente.
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Alviani G. (cur.)
Un'aspirina e un caffè con Bernardo Bertolucci. Regista e attori si raccontano
ill., br. Un testo che per la prima volta, all'interno del ricco panorama di pubblicazioni su Bernardo Bertolucci, traccia il profilo dell'autore attraverso conversazioni e pensieri di alcuni suoi attori e collaboratori. Professionisti che hanno vissuto i set del regista e, descrivendone situazioni e dinamiche, forniscono un quadro inedito allo stile proprio del regista parmigiano vincitore di nove premi Oscar. È in questa prospettiva che il libro penetra il lavoro del più internazionale dei registi italiani, raccontando anche aneddoti sconosciuti al grande pubblico. Nel testo sono contenute anche fotografie rare oltre a lettere e carteggi.
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Lasagna Roberto
Il mondo di Kubrick. Cinema, estetica, filosofia
br. Stanley Kubrick, figura chiave del cinema della modernità, tra i registi attivi dal secondo dopoguerra mondiale, si impone come l'artefice di un radicale confronto con l'esperienza della visione di cui esplora limiti e possibilità, in un costante viaggio a ridosso degli interrogativi della scena contemporanea e dei grandi temi che interessano il XX secolo. Il mondo di Kubrick, in cinquant'anni di cinema e tredici lungometraggi, trasforma lo spettatore che guarda un film e gli propone un'esperienza che è insieme percorso della visione e lezione di estetica, sovvertimento dei quadri di riferimento ordinari e superamento dei propri limiti conoscitivi. Il libro approfondisce la fase europea della produzione artistica di Kubrick, da "Lolita" a "Eyes Wide Shut", il lungo periodo di un esilio dall'America che coincide con quello dei suoi capolavori più riconosciuti.
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Rasi Luigi; Mancini L. (cur.)
L'arte del comico
br. "L'arte del comico" costituisce un compendio pratico e teorico sull'arte dell'attore, opera di uno dei più importanti e poliedrici uomini del teatro italiano a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Ricco di esercizi e di aneddoti teatrali, il volume tratta la sfera dell'attore con una prospettiva a tutto campo: dal gesto allo studio della parola e delle intonazioni, dall'interpretazione alla fisionomia e al costume. Il testo si conclude infine con un capitolo dedicato agli artisti di canto. Il volume ci offre inoltre una testimonianza su uno dei capitoli più dimenticati, eppure centrali, della nostra tradizione teatrale: l'arte della lettura e la declamazione in versi. A oltre un secolo dalla prima stampa, questa riedizione si presenta con un apparato di note, una prefazione e un saggio introduttivo che gettano nuova luce sul valore dell'insegnamento e dell'opera artistica di Luigi Rasi.
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Galli Matteo
Il sogno e il tempo. Due saggi su Wenders
br. Il cinema è il nostro sogno più vivido. È la quinta arte dell'immaginario che ha intrecciato la sua nascita con quella della psicanalisi freudiana. Il regista tedesco Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino, Fino alla fine del mondo) mette a fuoco in molti suoi film proprio quest'intreccio. Un dialogo vitale che, come sempre, dà origine a feconde dicotomie.
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Salatino Arianna
«Accadde una notte» di Frank Capra. Dialogo con Vito Zagarrio. Con DVD
br. È il 1934 quando "Accadde una notte", modello insuperato di screwball comedy, segna la nascita di un nuovo genere cinematografico e innalza Frank Capra alla fama mondiale, facendo la fortuna della Columbia. Modello vincente del sistema produttivo hollywoodiano di quegli anni, sceneggiata assieme a Robert Riskin e accolta con entusiasmo inatteso e straordinario dal pubblico di allora, la più classica commedia romantica americana impressiona ancora oggi per il suo ritmo veloce e scatenato, le brillanti interpretazioni di Gable e della Colbert, l'umorismo raffinato che accompagna senza cedimenti gli allegri bisticci della coppia in viaggio da Miami a New York. Nello studio condotto da Salatino, reso attraverso una lettura dell'opera filmica che potrà essere confrontata con la visione del film in DVD allegato al volume, si evidenzia come all'interno di quest'impianto favolistico, che struttura l'opera di Capra, emergano due volti dell'America di quel periodo: da un lato l'immagine di un paese colpito dalla crisi della Grande Depressione del '29, in cui povertà, disoccupazione e disagio si impongono; dall'altro lato, invece, la speranza profusa dal New Deal si riconosce in quella rivalsa dei diritti sociali, economici e sessuali che connota le vicende dei due protagonisti e che concretizza, in maniera irripetibile, l'immaginario, gli umori e i sogni della Hollywood degli anni Trenta. Attorno a queste riflessioni si snoda inoltre il dialogo che l'autrice ha avuto con Vito Zagarrio.
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Cantino Enrico
Dall'incantevole Creamy a Pollon. Maghette e incantesimi nell'animazione giapponese
br. Negli anime giapponesi, le streghe sono tutte giovani e carine. Si chiamano majokko, e la loro missione è aiutare la collettività grazie alla magia. Durante il loro apprendistato scoprono però che gli incantesimi sono un mezzo per imparare a conoscere se stessi e gli altri. Perché la stregoneria è soltanto la via più facile. Tra specchi, ciondoli e bacchette, fino alla spilla di Pollon, aspirante divinità.
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Cantino Enrico
Da Heidi a Lady Oscar. Le eroine degli anime al femminile
ill., br. Destinati a un pubblico femminile che va dai dieci ai diciotto anni, gli shojo anime hanno come protagoniste principali le orfanelle. Prive di un genitore oppure di entrambi, affrontano ogni sorta di ostacolo per farsi strada nella vita e affermare i propri ideali. Si parte da Heidi, la prima a essere trasmessa in Italia, per arrivare a Lady Oscar, che proprio orfana non è, ma è come se lo fosse.
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Rossi Alfredo
Elio Petri e il cinema politico italiano. La piazza carnevalizzata
ill., br. Il cinema politico ha segnato una stagione fondamentale della nostra cinematografia. Elio Petri si differenzia da tutti i registi che hanno dato testimonianza di impegno civile in virtù di una ricerca sempre più spericolata e innovatrice non tanto della rappresentazione della politica reale, come Rosi e altri, quanto del Politico stesso, intendendosi per tale il luogo della relazione immaginaria che il soggetto instaura con la realtà della politica, rappresentandosi in essa come Cittadino coinvolto nel desiderio psicotico nei confronti del Potere, all'interno del rito carnevalesco delle mascherature dove ogni sovversione risulta codificata. Petri, intellettuale di sinistra, mette in questione il Soggetto, scisso in ogni suo possibile scenario, del pubblico e del privato, in cui è giocato dalle contraddizioni dell'ideologia e della sessualità, attraverso l'esercizio di un pensiero ed una pratica di scrittura estremi, sperimentali e solitari nel cinema italiano. Contiene lettere e scritti di Elio Petri, interventi di Goffredo Fofi, Franco Ferrini e Oreste De Fornari.
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Brebbia Giovanna
Idea assurda per un filmaker. Gianfranco Brebbia e il cinema sperimentale degli anni sessanta-settanta
brossura
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Lasi Giovanni
La presa di Roma 20 settembre 1870 (Filoteo Alberini, 1905). La nascita di una nazione
br. La sera del 20 settembre 1905, nel piazzale di porta Pia a Roma, viene proiettato "La presa di Roma", film in sette quadri della Alberini & Santoni. Le migliaia di persone presenti salutano con ovazioni di entusiasmo le fasi salienti della battaglia del 20 settembre 1870 proiettate sul grande schermo posto di fronte alla breccia di porta Pia: dopo trentacinque anni, grazie al cinematografo, i cittadini romani possono rivivere l'evento conclusivo e trionfale del Risorgimento. "La presa di Roma" è da considerarsi il primo film italiano in quanto momento d'avvio dell'industria cinematografica nazionale: infatti, sancisce l'esordio della Alberini & Santoni, prima casa di produzione in Italia, fondata nella primavera del 1905 dal fotografo, inventore e operatore, Filoteo Alberini. Il volume si propone di analizzare il film secondo differenti prospettive, valutandone le prerogative produttive, le peculiarità formali, le caratteristiche narrative, ma anche le implicazioni storiche e politiche che il film, considerato il soggetto, inevitabilmente comporta.
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Bhasa
Vasavadatta in sogno
brossura
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Francastel Pierre
Guardare il teatro
ill., br. Per Francastel l'estetica deve riconoscere "la facoltà dell'uomo di informare ciò che lo circonda". La capacità di plasmare il mondo, i modi e le forme con cui ciò avviene sono l'orizzonte di analisi dello storico dell'arte francese. Vengono discusse qui le modalità di visione e di creazione della forma figurativa: la sua natura è indagata alla luce del suo valore di testimonianza storica, inscindibile da quello plastico.
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Biotti Gabriele
Pensieri del cinema. A partire da Samuel Beckett, Alain Tanner e David lynch
brossura
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Curi Umberto
L'immagine-pensiero. Tra Fellini, Wilder e Wenders: un viaggio filosofico
br. Questo libro è il tentativo di occuparsi non di cinema, ma di film. Senza sentirsi in obbligo di giustificarsi. Senza cautelarsi preventivamente con robuste dosi dell'Estetica di Hegel o del saggio di Heidegger sull'origine dell'opera d'arte. Senza bombardare il malcapitato lettore con il napalm delle citazioni. L'intento è di verificare, nel campo aperto della lettura del testo cinematografico, fino a che punto la filosofia "c'entri" o meno con il cinema, senza preoccuparsi che ciò che si dice, lavorando su un film, abbia la qualità di essere "filosofico". Si vorrebbe insomma considerare una buona volta risolta, o comunque poco interessante, la questione riguardante lo statuto del cinema. E affondare invece - fino a dove si è in grado di farlo, con tutti gli strumenti analitici di cui si dispone - nel vivo dell'opera cinematografica. Per capirla di più, certamente, ma anche e soprattutto per cogliere meglio in essa la presenza di una 'charis' inconfondibile.
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Biotti Gabriele
Luoghi del visibile. Realtà sguardo e parola in Rohmen, Resnais, Marker e Greenaway
br.
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Panaino Antonio
La novella degli scacchi e della tavola reale. Una antica fonte orientale sui due giochi da tavoliere più diffusi tra tardoantico e Medioevo
ill.
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Tisano S. (cur.)
Attori milanesi in scena. Milly, Tino Scotti e Walter Chiari
br. La collana Quaderni degli attori milanesi intende valorizzare e far conoscere il lavoro di quegli attori che hanno avuto un ruolo centrale nel panorama del mondo dello spettacolo del Novecento e la cui formazione e attività nel capoluogo lombardo, non tanto e non solo legata al mero dato anagrafico, è stata determinante. Milly, Tino Scotti e Walter Chiari sono i protagonisti dei saggi contenuti in questo quaderno che, oltre a restituire - in chiave storica - le tappe salienti delle loro carriere, indaga con prospettiva critica l'interazione e le capacità di riadattamento, da parte di questi interpreti, dei diversi modelli recitativi, tra teatro, cinema e televisione.
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Cadoni Alessandro
Il segno della contaminazione. Il film tra critica e letteratura in Pasolini
ill., br. La realtà - quest'istanza scandalosa, specie per chi negli anni '60 si occupava di rappresentazione - è forse la più ricorrente tra le ossessioni di Pasolini. Se, per un certo verso, la cultura formalista di quegli anni dimensionava la presenza del reale in ogni forma d'arte a un effetto cagionato dal segno, Pasolini metteva invece in piedi un sistema estetico in cui reale e narrato (rappresentato) sopravvivono congiunti attingendo allo stesso ossigeno: la radiografia del segno, lo stile. A partire da tali premesse, in questo libro si indaga lo stile pasoliniano attraverso una doppia lente: l'analisi del campione testuale e le mescolanze stilistiche, ovvero la 'contaminazione'. Punto di riferimento sono le teorie letterarie di Erich Auerbach. L'inedito approccio di questa attrezzatura metodologica letteraria all'immagine cinematografica aiuta a mostrare come Pasolini invada continuamente i confini tra finzione e vita, tra sublime e umile, tra testo e realtà, producendo infine una forma peculiare di film-saggio che lo proietta in un dialogo vivo con la contemporaneità. Prefazione di Hervé Joubert-Laurencin.
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Persico Davide
Decostruire lo sguardo. Il pensiero di Jacques Derrida al cinema
brossura Il volume indaga il rapporto tra il pensiero di Jacques Derrida (in particolare la decostruzione) e il cinema in tutti i suoi aspetti. L'obiettivo è dimostrare come il pensiero del filosofo francese sia fondamentale per l'elaborazione di una teoria e di una metodologia che indaghino le componenti strutturali del cinema per poi scomporle e aprirsi così a un'analisi interpretativa radicale. Nella prima parte vengono mostrate tutte le dinamiche che il cinema attiva e le modalità con cui esso dialoga con la filosofia. Emerge da questo studio il carattere totalmente decostruito dell'immagine filmica che anticipa e oggettiva le riflessioni di Derrida sul testo, la scrittura ecc., il tutto nella costante emersione del senso e nella produzione di concetti filosofici. La seconda parte del libro fornisce tre esempi di film che instaurano un rapporto diretto (L'uomo che mente), ambiguo (Videodrome) e contrapposto (Paisà) con il pensiero del filosofo francese. Gli aspetti che emergono dimostrano la validità della decostruzione per l'analisi del film e la teoria del cinema in generale. Il pensiero di Derrida risulta essere così un orizzonte culturale indispensabile per comprendere il cinema ma anche per decodificare e ripensare radicalmente il mondo e la contemporaneità.
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Boni Federico
American horror story. Una cartografia postmoderna del gotico americano
br. American Horror Story è la serie televisiva che dal 2011 sta tenendo inchiodati al piccolo schermo cultori del genere horror e appassionati dell'American Gothic. Quattro stagioni trasmesse finora, ognuna con trama, ambientazione e personaggi diversi, ma accomunate da una tonalità inconfondibilmente gotica, imbevuta di riferimenti ai libri e ai film che hanno reso il genere uno dei più amati e seguiti degli ultimi anni. Federico Boni esplicita temi, intrecci e nessi, mostrando come la serie TV ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk si presti a diventare una preziosa mappa per orientarsi tra le diverse declinazioni del gotico americano. Una "cartografia postmoderna" per percorrere le polverose strade del Sud ed esplorare i demoni più cupi del nostro tempo.
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Boscarol M. (cur.)
I mondi di Miyazaki. Percorsi filosofici negli universi dell'artista giapponese
br. Questa non è la storia del più grande regista d'animazione vivente e neanche il racconto cronologico dei suoi successi cinematografici, che hanno battuto ogni record di incassi nelle sale giapponesi. Matteo Boscarol, studioso della cultura giapponese e critico cinematografico, cura un volume dove viene scelta un'altra via. I saggi presenti nel libro intrecciano e sviluppano infatti varie problematiche, discorsi e pratiche filosofiche presenti nelle opere del regista. Dal concetto di ucronia e quello pacifista alla presenza divina in "La principessa Mononoke"; dal significato della tecnica fino al rapporto fra natura e scienza lungo tutta la sua carriera, con particolare attenzione a quello che rimane l'ultimo lungometraggio del maestro: "Si alza il vento".
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Benedetto Alberto
Brecht e il Piccolo teatro. Una questione di diritti
br. Se il rapporto privilegiato fra Bertolt Brecht e il Piccolo Teatro di Milano può dirsi un dato storicamente acquisito, non è altrettanto chiara la dinamica che portò ben presto il teatro diretto da Paolo Grassi e Giorgio Strehler a farsi mediatore (e assai più spesso barriera) fra gli aventi-diritto dei capolavori brechtiani e tutti gli altri teatri italiani. L'argomento è rimasto per anni nella nebbia, nonostante il ruolo cruciale esercitato da Brecht nello sviluppo del teatro italiano nel dopoguerra. Il saggio di Alberto Benedetto si occupa di far luce sulla complessa questione, incrociando un filologico lavoro di ricerca con un accurato inquadramento storico. Ed è l'occasione non solo per indagare su una delicata e al contempo tumultuosa battaglia di permessi attraverso la quale si riuscirà a ricostruire la politica di diffusione dell'opera brechtiana in Italia, ma è anche l'occasione per ripercorrere un mosaico di tattiche, veti incrociati, equivoci, rotture, alleanze e polemiche, di un sistema teatrale ancora allineato ai nastri di partenza. Introduzione di Sergio Escobar. Postfazione di Stefano Massini.
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Formenti C. (cur.)
Mariangela Melato. Tra cinema, teatro e televisione
ill., br. Il volume, che costituisce il primo studio interamente dedicato a Mariangela Melato, esplora la figura divistica di questa interprete di origine milanese, prendendo in esame il suo lavoro per i tre media che più l'hanno vista attiva: il teatro, il cinema e la televisione.
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Bertetto Paolo
Il cinema e l'estetica dell'intensità
br. L'intensità è una componente fondamentale del cinema, che delinea le dinamiche interne all'opera e i percorsi della sensazione dello spettatore. È il flusso del film, la dimensione creativa della forza e il suo vettore di attrazione. Contro la considerazione fredda del cinema - propria degli studi ideologici e semiologici - va affermato il carattere di emozione del film, che agisce direttamente sulla psiche. Il libro è articolato in una parte teorica e in una parte analitica dedicata a film come Arancia meccanica e Sentieri selvaggi, M e Quarto potere, Il Gattopardo e Zazie nel metro, Bella di giorno e Zero Dark Thirty e a capolavori dell'avanguardia come The Art of Vision di Brakhage e Vinyl di Warhol.
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Castellano A. (cur.)
Paul Schrader. Il cinema della trascendenza
br. Il volume vuole restituire la statura e la complessità di uno dei più importanti autori americani della sua generazione, un cineasta fortemente influenzato dal cinema e dalla cultura europea, uno sceneggiatore rigorosamente indipendente ma capace di lavorare anche su committenza per alcuni generi e di muoversi con disinvoltura nel sistema hollywoodiano. Conosciuto più come sceneggiatore che come regista per aver scritto film di autori come Pollack (Yakuza), Scorsese (Taxi Driver, Toro scatenato, L'ultima tentazione di Cristo), De Palma (Complesso di colpa), in realtà Schrader fin dal suo film d'esordio Tuta Blu (1978) s'impone come un regista a tutto tondo, capace di ritagliarsi un percorso artistico ed espressivo intorno a temi profondi e stimolanti, di fare un cinema riflessivo e anche provocatorio segnato da una forte personalità autoriale. Il libro prova a (ri)leggere l'opera di Schrader attraversandola in lungo e in largo dalle angolazioni più diverse e sviscerandone i temi più evidenti ma anche i motivi più nascosti. Gli autori tracciano così un percorso interpretativo-analitico che apre l'universo del regista ad audaci e stimolanti chiavi di lettura ed esplora zone anche oscure ed enigmatiche del suo complesso rapporto con il cinema e con la realtà. E quindi: lo Schrader sceneggiatore, la religione, l'erotismo e il sesso presenti nel suo cinema, le colonne sonore, le influenze europee, lo spazio, il rapporto con la letteratura e con i generi.
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Dalla Gassa Marco
Orient (to) express. Film di viaggio, etno-grafie, teoria d'autore
br. Rossellini, Resnais, Pasolini, Ivens, Marker, Antonioni, Malle. C'è stata una stagione - orientativamente tra gli anni Cinquanta e i Settanta - in cui alcuni grandi cineasti europei hanno compiuto viaggi in Asia per realizzare film, documentari, inchieste, spinti chi da curiosità intellettuale, chi da militanza politica, chi da contingenze di lavoro. Le loro opere hanno spesso fatto parlare di sé: alcune sono state considerate imprescindibili (India di Rossellini), altre hanno causato incidenti diplomatici (Chung kuo - Cina di Antonioni), alcune hanno "inventato" nuove forme di racconto (Lettre de Sibérie di Marker), altre ancora offerto sguardi inediti su avvenimenti capitali del Novecento (Hiroshima mon amour di Resnais). Orient (to) Express è il primo libro che considera questi film come un fenomeno frutto di un'unica temperie culturale, terrain d'entente grazie al quale riconsiderare alcune questioni teoriche che hanno attraversato la storia del cinema. Prima di tutto il concetto d'autore, poi le adiacenze tra moderno e postmoderno, il carattere visibile e fotogenico delle immagini e ancora l'orientalismo come pratica politica e come genere. La stessa esperienza del viaggio appare cruciale in questa ricerca per la sua dimensione pragmatica e archetipica e perché espone i registi a malintesi e incomprensioni, slanci e insicurezze, rendendo i loro film degli oggetti controversi, complessi, talvolta rabberciati, assolutamente da studiare.
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Bertetto P. (cur.)
Cinema e sensazione
br. Un film produce sensazioni, raggiunge e colpisce lo spettatore attraverso la sensazione, che è un orizzonte fondamentale per capire le dinamiche dei film e i loro modi di cattura del pubblico. Questo volume costituisce una prima avventura in un territorio ancora poco studiato. I diversi contributi presentati propongono riflessioni teoriche, ricerche storiche e analisi filmiche intorno ad alcune questioni rilevanti: la centralità delle dinamiche della sensazione non solo nel lavoro dello spettatore, ma anche nel funzionamento del film e nei suoi meccanismi costruttivi; il rapporto tra sensazione, emozione e affetto; la rilevanza della sensazione nei discorsi scientifici sul cinema del primo Novecento e nel pensiero di Deleuze, e le modalità di produzione della sensazione in autori come Bunuel e Lynch, Cronenberg e Almodovar. È un variegato percorso interpretativo che delinea un iniziale orizzonte di riflessione e sollecita altre ricerche, nella prospettiva di sottrarre gli studi di cinema alla freddezza dei metodi tradizionali e di riconoscere i film come avventure della sensazione e dell'intensità.
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Brebbia G. (cur.); Minazzi F. (cur.); Gervasini M. (cur.)
«Filmavo da indipendente, solo e contro tutti». Gianfranco Brebbia e la cultura internazionale a Varese negli anni Sessanta-Settanta
brossura Gianfranco Brebbia (Varese 1923-1974) è stato un filmaker di avanguardia del cinema sperimentale italiano. Molti anni dopo la sua scomparsa sua figlia Giovanna ha riportato alla luce l'Archivio cinematografico del padre, scoprendo uno straordinario patrimonio artistico di pellicole, lettere, fotografie, quadri, testi ed appunti vari rimasti, per più di quarant'anni, silenti nella pace discreta di una cantina. Da questa straordinaria scoperta è nato un importante studio sulla figura e l'opera di Brebbia dal quale ha preso a sua volta avvio la promozione di un convegno, realizzato dall'Università degli Studi dell'Insubria e dal Centro Internazionale Insubrico (Varese, 17 aprile 2015). I relatori di questo incontro, oltre a delineare, con le loro ricerche, un omaggio alla figura del filmaker varesino e alle sue opere, rimaste nell'oblio per decenni, hanno anche messo in luce la straordinaria vivacità culturale che ha caratterizzato, complessivamente, gli anni Sessanta-Settanta. Durante questo periodo la sperimentazione è stata infatti protagonista nella letteratura, nel cinema, nel teatro, nella musica, nell'arte, nella filosofia e nella stessa società. In questo libro tutti questi vari aspetti sono indagati offrendo al lettore un oggettivo ed articolato quadro di quello che è stato il complesso e vivace contesto storico di questi anni, pur non tralasciando anche talune componenti negative che, soprattutto con il Boom edilizio degli anni Sessanta, hanno danneggiato...
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Tracce. Catalogo Invideo 2011
brossura
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Serena A. (cur.)
L'acrobata. Quaderno di studi sulle arti circensi. Vol. 2: Il circo oltre il circo. Dai funamboli di Marco Aurelio agli eredi di Fellini
br. Il termine "Circo" è associato a degli stereotipi forti ma fuorvianti, legati all'immagine di un tendone polveroso che gira per le città carico di stranezze. Ma le "tecniche della meraviglia" sono antichissime ed hanno avuto esiti che nessuno storico dello spettacolo può trascurare, con folle di ammiratori ed una varietà di stili ed approcci all'impresa sorprendente per gli studiosi odierni. Obiettivo di questo volume è spolverare i luoghi comuni e mettere in evidenza quante e quali siano state le valenze del circo in diversi contesti storici, geografici e sociali. Così il lettore avrà modo di conoscere fatti curiosi la cui rilevanza va ben oltre l'aneddotica. Come l'attenzione di Marco Aurelio per i funamboli. L'influenza del teatro di Shakespeare sulla nascita del clown. L'entusiasmo del pubblico milanese per il teatro di varietà. L'utilizzo di icone circensi per satireggiare i potenti come Benito Mussolini. La creazione dei registi americani, come Chaplin, del triangolo amoroso al trapezio. L'importanza del clown nell'estetica di Federico Fellini. L'uso di tecniche circensi del drammaturgo sovietico Vladimir Majakovsky. L'influenza della clownerie nel metodo attoriale di Jacques Lecoq. La simbiosi fra tradizioni popolari e arti di pista nelle steppe del Kazakistan. Il successo del "nouveau cirque" e le difficoltà di sviluppo da noi. Le piccole scuole di circo frequentate da migliaia di allievi.
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Ceraolo Francesco
The cinematic image as a form of mediation. A conversation with Vittorio Storaro
brossura Vincitore di tre premi Oscar per la fotografia (con Apocalypse Now, Reds e L'ultimo imperatore) Vittorio Storaro è un protagonista del grande cinema d'autore di oggi. Questo libro comprende u'nanalisi del suo lavoro, tecnico e poetico insieme, e una conversazione diretta, unica proprio con Vittorio Storaro. Cinefotografo è il modo in cui ama definirsi. Un nome da abbinare a quello dal sapore antico di cinematografo. Letteralmente, cioè, il luogo dove si scrive, s'inventa e si crea con l'immagine del cinema. Così Vittorio Storaro si racconta. Racconta il suo lavoro, svelandone un profondo rapporto con la filosofia. Si concede ai ricordi dei set famosi che ha calcato, accanto a Bernardo Bertolucci o a Marion Brando. Il risultato è un prezioso libro di analisi del cinema e un documento d'intervista unico, per chi ha sempre pensato che il cinema sia molto di più di quel che vediamo.
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