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[Messidoro; Nino Salvaneschi, Enrico Cavacchioli, Decio [Cinti?] et alii]
Messidoro. Numero unico maturato in occasione della festa mascherata di venerdì 19 febbraio 1915 al Teatro alla Scala.
Edizione originale. Ottimo esemplare (riparazione professionale di breve lacerazione al piatto anteriore; ruggine alla pinzatura e lievi fioriture alle prime e ultime carte e al mezzo). Rarissimo numero unico satirico prodotto dall’associazione giornalisti lombardi per la festa in maschera del febbraio 1915 al teatro alla Scala. Molte vignette intercalate al testo (M. Mossa De Murtas, Coppa, Mussini. B. Gutierrez, G.B. Galizzi). Tra i collaboratori: N. Salvaneschi, S. Zambaldi, una sezione parodica di «teatro sintetico» di A. Colantuon («Auff!.... Rivista centrifuga» e «L’Oro del Reno. Rivista maligna») ornata da una bella caricatura di Crespi che ritrae Marinetti; una «Chi-tarrata carnevalesca di Arlecchino» di Enrico Cavacchioli, una filastrocca («Come si divertivano nel 1915») a firma Decio — verosimilmente Decio Cinti, traduttore e segretario di Marinetti dal 1909 al 1923. Cammarota, Futurismo, VIII.32; Milano e la sua memoria (2004), n. 3707
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[Pratella, Francesco Balilla - Volt (Vincenzo Fani-Ciotti)]
Il Popolo d’Italia. A. VIII - Num. 137. [“L’alcova d’acciaio” - Scrittori nostri. Mario Carli]
Ottimo esemplare. Due contributi futuristi nella rubrica «Libri e scrittori» di questo fascicolo del quotidiano mussoliniano, per il resto dedicato alle dichiarazioni di Mussolini al ‘Giornale di Sicilia’ circa «La situazione politica e parlamentare alla soglia [sic] della XXVI legislatura». -- Pratella recensisce il libro di Marinetti «L’Alcova d’acciaio»; Volt traccia il profilo di Mario Carli. Cfr. Tampieri, Pratella, 221 (sulla rec. dell’Alcova d’acciaio): «Ampia esposizione, analisi letteraria, formale ed etica».
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[Montello]
Il Montello. Giornale dell’Ottava Armata. Numero straordinario
Edizione originale. Esemplare ben conservato. Ultimo fascicolo pubblicato, senza numerazione e con la dicitura di «numero straordinario», del periodico «Il Montello» (giornale di guerra edito per soli 4 numeri più questo speciale nell’autunno del 1918). Nell’occasione cambia il sottotitolo (da «Quindicinale dei soldati del medio Piave»), tipografia e luogo di stampa, formato (più piccolo) e contenuti: non più coloratissimi disegni e parole in libertà, ma poesie, brevi prose e slogan militareschi («La vita del fante», «La casa del fante», «Il saluto militare» etc.) e tradizionali illustrazioni b.n. della vita in trincea. Raro.
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Gioia, Melchiorre
Il Censore. Giornale filosofico-critico di Melchiorre Gioja
Prima edizione in volume. Ottimo esemplare in barbe, fresco e pulito. Raro (solo in 2 biblioteche romane, secondo Iccu), soprattutto a trovarsi nella brossura originale e in queste condizioni. Pubblica i quattro fascicoli del «Censore» così come uscirono nell’estate 1798 «ogni quintidì presso Pirotta e Maspero stampatori-librai in Milano», ovvero il 22 e 27 di agosto e il primo e 6 di settembre. In calce all’ultimo fascicolo la nota «Col quarto numero il Censore venne soppresso, e l’autore stesso ne adduce i motivi nell’opuscolo —Documenti comprovanti la cittadinanza di Melchiorre Gioja—».
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[Vita nuova]
La Vita nuova. Giornale di Letteratura e d’Arte. Anno I - Vol. I
Prima annata completa. Ottimo esemplare (fisiologici segni del tempo alla legatura); ex libris a timbro al frontespizio e al contropiatto posteriore («Libri Scheiwiller s.r.l.»). Quindicinale diretto da Carlo Borghi, Emilio De Marchi e per un breve periodo Tito Dugnani, poi dimissionario in favore di Ambrogio Bazzero. Il foglio continuò lungo tutto il 1877 fino al 28 giugno 1878 (dal dic. ’77 in coabitazione con la testata «Il Preludio» di T. Cremona). 24 fascicoli di 16 pagine cad., a numerazione progressiva, legati insieme in un unico volume completo di occhietto e frontespizio f.t. Fino al fascicolo I,12 (16 giu.) un’elaborata incisione di sapore romantico, con medaglione di Dante, illustra la testata; dal fascicolo del 1° luglio, essa è invece in maiuscoletto semplice. Cfr. Napoli, Intr. a «Milano visione», p. 10s. n. 8: «Il foglio va annoverato tra le voci più importanti della Scapigliatura milanese. Molti dei suoi collaboratori, seguendo un destino comune ad altri esponenti di quel movimento, all’indomani della chiusura del foglio rientrano nei ‘ranghi’. È il caso dello stesso De Marchi [presente sotto vari pseudonimi quali ‘Primo De Vecchi’ o ‘Primo De Novi’], ma anche di Fontana, Corio [notevole l’«inchiesta dedicata alla ‘Plebe di Milano’, che nell'arco di ventun puntate [dal 1° ago. ’76] avrebbe condotto il lettore nei bassifondi ancora inediti della Milano attraversata dalle prime ondate migratorie, e ‘gran mondezzaio della Lombardia’» – DBI] o Boito; altri scomparvero dall’agone letterario e altri ancora, come Bàzzero, seguirono una parabola del tutto autonoma, destinati a far parte con se stessi». DBI s.v. Borghi: «rispetto a fogli come ‘La Farfalla’ di Cletto Arrighi o al tronconiano ‘Lo Scapigliato’, si pose in posizione moderata, disposto a battersi nella direzione di un realismo capace di non lasciar coinvolgere nella polemica antiborghese l'ossequio verso gli alti ideali e verso i parametri di una sicura morale».
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[Red. Teige Karel (diretta da)]
ReD [Revue Svazu moderni kultury “Devětsil”] ročník 2 — 6 [anno II, n. 6]. F.T. Marinetti. F.T. Marinetti, italska moderna a svetovy futurismus 1909-1929 [...] F.T. Marinetti, l’arte d’avanguardia italiana e il Movimento Futurista Mondiale. 1909-1929
Prima edizione. Ottimo esemplare (pagine appena brunite, come normale; lievi pieghe e fioriture al bordo esterno della copertina), pulito e intatto sia all’interno che alla copertina; proveniente dalla prestigiosa collezione futurista di Giampiero Mughini. Raro numero monografico del mensile internazionale del gruppo d’avanguardia praghese «Devětsil» diretto da Karel Teige, dedicato a Marinetti nei vent’anni del Futurismo. Notevoli contenuti — con parolibere in italiano e voltate appositamente in ceco — e parte iconografica. Il grosso del fascicolo è occupato dal corposo saggio «F.T. Marinetti + italska moderna + svetovy futurismus» di Teige, pure riccamente illustrato. «L’intero insegnamento che l’avanguardia ceca ha tratto dal futurismo è infine ben riassunto da Karel Teige nel numero monografico della rivista “ReD” del febbraio 1929» (Diz. Fut. p. 250b). Hulten, Futurismo e futurismi, p. 597; Nešlehová, Impulses of Futurism and Czech Art (in: Berghaus, ed., International Futurism in Arts and Literature: 122-144); Echaurren, Nel paese dei bibliofagi, p. 197 fig. 15
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[Depero, Fortunato (copertina)]
Il Secolo XX. Rivista mensile diretta da Enrico Cavacchioli. 6 [a. XXVIII - N. 1]
Minime lacerazioni marginali, senza perdite. Nel complesso un più che buon esemplare di questo fragile documento d’epoca. Straordinaria grafica di copertina firmata Depero, un bel disegno a quattro colori basato sulla prospettiva geometrica offerta dalla doppia ‘X’. Il Secolo XX adotta questa copertina a partire dall’ottobre 1928, e la mantiene - con varianti - almeno fino all’ottobre 1930. In copertina: Edwin Cerio, Capri; “Quarantaquattro pagine dedicate al mare e ai monti”. In chiusura di numero il racconto “Addio New York!” di Paul Morand con gradevoli illustrazioni di Francesco Chiappelli. Più che buone condizioni. Fanelli - Godoli, Il Futurismo e la grafica, p. VI nr. 19; Salaris, Il Futurismo e la pubblicità, p. 57
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Serra, Laura
L’opera letteraria di Benedetta e la Sua Conversazione in Roma Milano Torino Genova Firenze [...] “Donne della Patria in Guerra” [In «Autori e scrittori» VII.2]
Edizione originale. Leggere fioriture alla carta di copertina; per il resto ottimo esemplare. Articolo/intervista della poetessa Serra (già nota in ambito futurista per i suoi «Campi flegrei» presentati da Marinetti nel 1939) nel mensile diretto da Marinetti, con Corrado Govoni direttore responsabile. Cammarota, Futurismo, 440.4
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Giolli, Raffaello (dir.).
1927. Problemi d’arte attuale. Anno I - N. 1
Rarissimo numero d’esordio della prima rivista d’arte inventata e diretta da Raffaello Giolli, «quella che può considerarsi la prima rivista italiana di arte contemporanea, nata come un bollettino dal nome ‘1927. Problemi d’arte attuale’, trasformatasi poi in ‘1928’, ‘1929’, e divenuta, dal novembre del 1929, ‘Poligono’» (DBI s.v. Giolli). Straordinaria esperienza che spazia dall’arte all’interior design con grande attenzione a dettagli tecnici, materiali da costruzione ecc. Gli articoli non sono firmati o lo sono con pseudonimo per scelta esplicita, dichiarata nel manifesto «Mancano le firme» (p. 12). Tra i contenuti, La Milano di Cascella (citato a più riprese Giandante X), Un negozio modello: “La Moda Nuova” dell’Arch. De Finetti, Il mobile di Chessa, la Conversazione classica di Gio Ponti (manifattura di Doccia per Richard Ginori), piatti e vassoi in rame e metallo bianco di «Michaelles (Thayaht)», modello di macelleria di Casorati. Qualche sfrangiatura ai margini della copertina e altri minimi segni del tempo, nel complesso molto ben conservato.
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[Note fotografiche; Albe Steiner, Bruno Munari, Giuseppe Pagano, Marcello Nizzoli, Eriberto Carboni, Franco Grignani, Luigi Veronesi, Ermanno F. Scopinich, Federico Vender, Giovanni Scheiwiller, Guido Piovene et alii]
Note fotografiche. Rivista mensile di fotografia e cinematografia. 18° anno. Nn. 1-10 [Segue:] Fotografare a cura della Agfa Foto [Segue:] Pose e istantanee a cura della Agfa Foto
Collezione completa. Insieme in ottime condizioni di conservazione (da segnalare solo tracce di ruggine alla pinzatura di alcuni fascicoli), completo di un rarissimo messaggio dattiloscritto circolare su carta intestata della rivista, che annuncia l’uscita dei due fascicoli complementari a chiusura dell’annata. L’ultima annata della rivista «Note fotografiche», l’“house organ” di AGFA Foto diretto da Alfredo Ornano e stampato a Milano presso la tipografia Lucini anziché Rizzoli dall’8 luglio 1941 al febbraio 1943, è probabilmente la prima esperienza di Albe Steiner come art director. Steiner illustra regolarmente con fotomontaggi pubblicitari la seconda e la quarta di copertina. Sospesa con il numero 10 dell'aprile 1942 «per disposizioni ministeriali», pubblicò nel febbraio 1943 due fascicoli monografici fuori numerazione per completare l’annata: «Fotografare» e «Pose istantanee», al fine di rispettare l’impegno preso con gli abbonati. Copertine fotografiche di W. Benser, Franco Grignani, Giovanni Scheiwiller e altri, stampa a cura del tipografo Lucini. Tra i collaboratori troviamo Guido Piovene, Luigi Veronesi, Giulio Galimberti, R. Muratore, Ermanno F. Scopinich, Pierluigi Erizzo, Federico Vender, Giorgio Mazzonis, Bruno Munari, G. Muggiani, G. Mondaini, A. Bragaglia, G. Pagano, Marcello Nizzoli, S. Pedrotti, Eriberto Carboni. Particolarmente rari i due fascicoli «Fotografare» e «Pose e istantanee», registrati in ICCU in sole tre biblioteche (solo IUAV Venezia e ICCD Roma li possiedono entrambi). 12 volumi
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[Harck]
Harck. Rivista/Spazio/Ricerche/ Documenti/Ipotesi/Itinerari/ Fogli/Operazioni/Nuclei/ Invenzioni/Verifiche
Edizione originale. Ottimo esemplare. «Numero unico della rivista che ispirata ai contemporanei modelli americani ed inglesi si avvale della cura redazionale ma anche dell’impostazione grafica di Magdalo Mussio. Lo spazio della pagina/manifesto accoglie immagini fotografiche, design e testi in completa libertà» (Maffei). Testi e immagini di Gustav Bally, Renato Barilli, Giuseppe Bartolucci, Gianni Bertini, Sylvano Bussotti, Luciano Caruso, Paolo Castaldi, John Furnival, Sandra von Glasersfeld, Miroslosv Klivar, Michele Mancini, Giovanni Polara, Gaetano Testa. Maffei e Peterlini, Riviste d’arte d’avanguardia, p. 105
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Mazzini, Giuseppe
La Giovine Italia [SECONDO FASCICOLO]
Edizione originale. Più che buon esemplare (fioriture nel testo, minime tracce d’urto e di adesione alla legatura). Secondo dei sei volumi trimestrali pubblicati dal febbraio 1832 (precede l’opuscolo col manifesto programmatico nel 1831) al febbraio 1934 da Mazzini esule a Marsiglia. Organo dell’omonima associazione. Il presente volume contiene gli scritti: «I. I collaboratori della Giovine Italia ai loro concittadini», «II. Considerazioni sulla rivoluzione» (siglato Cr.), «III. Osservazioni sulla sentenza pronunciata contro il cav.re Giuseppe Ricci di Modena» (siglato ***), «IV. Dell’Ungheria» (firmato Mazzini e seguito dalla tabella ripiegata della monarchia austriaca), «Miscellanea: ‘Discorso del Signor Krempowiecki, intorno alla rivoluzione Polacca’, ‘II. Stati pontifici - corrispondenza’, ‘III. Toscana - condizione delle cose’, ‘IV. Corrispondenza - due lettere di Sismondi, ec.’, ‘VI. Una memoria’». Molto raro, il periodico circolava clandestinamente in Italia: «Una rissa tra due sottufficiali, affiliati all’associazione, fu causa che la stessa fosse scoperta in Piemonte [...]. Il governo sardo procedette ad arresti [...] e agì severamente con tribunali militari che emanarono numerose condanne di morte (luglio-settembre 1833), dodici delle quali rese esecutive» (Treccani s.v., 1933).
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[Anarchia; Renzo Novatore] Senza limiti
[Raccolta completa della rivista anarchica edita dal gruppo “Senza limiti”:] Libertà... - Volere - Antitesi - Chiarezza - Fermezza
Collezione completa. In ottime condizioni. Serie completa dei numeri unici pubblicati dal gruppo anarchico “Senza limiti”, così dettagliati: «Libertà.... senza limiti, rivista anarchica edita dal gruppo giovani livornesi», agosto 1952; «Volere, rivista anarchica compilata dal gruppo editoriale ‘Senza limiti’», gennaio 1953; «Antitesi, rivista anarchica edita dal Gruppo ‘Senza limiti’», aprile 1953; «Chiarezza, numero unico edito dal Gruppo ‘Senza limiti’», settembre 1953; «Fermezza; Sociologia - Arte - Critica; Rivista Anarchica edita dal Gruppo ‘Senza limiti’», giugno 1954. -- Direttore responsabile Renzo Izzi. Tra i contributori originali Renzo Ferrari, Aldo Filippi, Rolando Barbò, Carriddi Di Domenico, Stelio Ferrari, Domenico Mirenghi, Angelo Destri, Giorgio Bartoli, Tito Eschini, Domenico Pastorello, Mario Barbani. Ripubblicati due articoli di Renzo Novatore: ‘Della donna e dell’amore’ (in «libertà», con indicazione tratto dalla rivista ‘Eresia’ pubblicata in America 1928-29), ‘L’espropriatore’ (in «Volere», con indicazione «dalla rivista ‘Iconoclasta’ n. 10). 5 voll.
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(Krimer, dir.; Marinetti et al., contributors)
Il Tesoretto. Almanacco letterario Mondadori 1945 XXIII (a cura di Krimer)
Prima edizione. Minimi difetti marginali ma bell’esemplare di questo fragile fascicolo. Rarissimo volume 1945 dell’annuario Mondadori, qui diretto da Krimer nella parentesi RSI dell’editore milanese. Raffinati contributi, tra i quali una doppia pagina dedicata in mortem a Marinetti: commovente articolo commemorativo di Daquanno e di spalla l’«Aeropoema degli aviatori giapponesi» (già uscito in Gazzetta del popolo 31 mag. 1944) ornato da una bella tavola non firmata (Bazzi? Krimer?). Doppia pagina listata a lutto anche per Giovanni Gentile, con pubblicazione di una sua lettera inedita; lungo articolo di F. Ercole su documenti dal Vittoriale di D’Annunzio; il racconto «Scandalo d’infanzia» di Comisso; tre poesie inedite di De Pisis da un progettato poema «Gli Angeli», poi inedito; «Destino dell’architettura» di Agnoldomenico Pica, con diversi progetti razionalisti; «L’anno mille» di Telesio Interlandi; «Appunti per una canzone d’Africa» di Krimer; e numerosi altri interventi.
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[Conciliatore]
Il Conciliatore. Foglio Scientifico-Letterario
Collezione completa. Qualche fioritura, nel complesso un ottimo esemplare, a margini quasi pieni (375 x 255 mm), in legatura coeva (restauri con rinforzi in pelle alla cerniera superiore; la cerniera inferiore risulta parzialmente fessurata). Timbretto di antica provenienza «Raccolta Levino Robecchi» alla seconda carta. -- Allegato al volume il rarissimo bifoglio che annunciava la prossima uscita del periodico: stampato su carta bianca l’1 luglio 1818, conteneva il «Programma» e i «Patti dell’associazione». Il «Programma» qui non è firmato, ma nella ristampa approntata su carta azzurra in occasione dell’uscita del primo numero (con il differente titolo di «Introduzione») compare in fine la sigla P. B. (Pietro Borsieri). I «Patti dell’Associazione», invece, recano la firma di Vincenzo Ferrario, e risultano di grandissimo interesse, esplicitando, con oltre due mesi di anticipo rispetto all’uscita del primo numero, quale sarebbe stato l’aspetto assunto dal giornale: «I. Il primo numero del Conciliatore comparirà il giorno 3 di settembre prossimo venturo. Questo foglio uscirà due volte per settimana, ne’ giorni di Giovedì e Domenica precisamente a mezzodì. II. Esso sarà composto di quattro pagine di due colonne ciascuna, nella forma e nel carattere di questo Programma [...]. III. La carta sarà della dimensione e qualità della presente, ma di colore alquanto ceruleo [...]». Rarissima raccolta completa in 118 fascicoli compresi gli ultimi due, mai distribuiti. Il «Foglio azzurro», così detto dall’inconfondibile colore della carta utilizzata per la stampa, si pubblicò due volte la settimana dal 3 settembre 1818 al 17 ottobre 1819, per cura della Società del Conciliatore, un organismo che vedeva Luigi Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri in qualità di soci finanziatori, Ludovico Di Breme, compilatore, Pietro Borsieri «sottocompilatore», Giovanni Berchet «sottocompilatore», Silvio Pellico, compilatore e Vincenzo Ferrario, tipografo stampatore. Tra gli altri collaboratori, Giovanni Arrivabene, Giovan Battista De Cristoforis, Giannantonio Llorente, Giuseppe Longhi, Giuseppe Montani, Fabrizio Mossotti, Giuseppe Nicolini, Giuseppe Pecchio, Giovanni Rasori, Adeodato Ressi, Gian Domenico Romagnosi, Pellegrino Rossi, Sismonde de Sismondi, Rodolfo Vantini, Ermes Visconti. Tutti firmavano con le sole iniziali. Fino al fascicolo 112 (pp. 1-454), il foglio mantenne la medesima testata, estremamente spoglia, caratterizzata dal titolo centrale in corpo grosso, sormontato in piccolo da numero (in arabi) e data, e seguito sempre in piccolo dal famoso motto «... Rerum concordia discors»; a partire dal numero 113 e fino alla fine, nella maggioranza degli esemplari il titolo viene sostituito da una piccola incisione centrata, raffigurante un albero piegato dalla tempesta, cui segue semplicemente, in corpo grosso maiuscolo, l’indicazione del numero in romani. -- Sulla falsariga del «Caffè» di Verri e Beccaria, il Foglio azzurro si occupò di moltissimi argomenti, dalle lettere alle scienze, passando per l’economia, il diritto, la filosofia morale, le questioni politico-amministrative: «Silvio Pellico si incaricava della preparazione dei singoli numeri e si preoccupava, nonostante le sue opinioni allora politicamente molto avanzate, di contrastare gli atteggiamenti anticristiani del Rasori, designato fin dall'inizio fra i collaboratori del Conciliatore. [Al periodico] collaborarono fin dal principio i giuristi Romagnosi e Ressi, mentre l’abate di Breme, Pietro Borsieri, Giovanni Berchet ed Ermes Visconti vi sostenevano con cultura e con brio la lotta contro i classicisti. Il Pecchio si occupò soprattutto di materie economiche, per le quali furono corrispondenti da Ginevra il Sismondi e Pellegrino Rossi» (Treccani 1931, s.v.). -- Del «Conciliatore» sono noti i momenti di polemica letteraria e politica, che videro i romantici, di idee liberali, attaccare a viso aperto i classicisti, vicini alla Restaurazione austriaca. Più recentemente, si è posta attenzione anche all’importante dibattito economico sviluppato nel foglio: «due sono i filoni principali d’intervento: il dibattito sull’industrializzazione e quello sulla forma di proprietà più adatta ad un corretto ed equilibrato sviluppo economico. In relazione al primo punto, la discussione sullo sviluppo industriale si amplia e arricchisce il dibattito in favore o contro il protezionismo doganale. Accanto ad autori come Pellico, convinti assertori di uno sviluppo agricolo e commerciale fondato soprattutto sulla capacità degli aristocratici illuminati della Lombardia di promuovere il benessere e l’incivilimento regionale […], Giuseppe Pecchio si dichiara a favore di una politica di diretto intervento governativo, con il compito di promuovere lo sviluppo e di garantire, mediando gli interventi delle varie classi. Esemplari in questo senso sono gli articoli tratti dall’opera di Jean Antoine Chaptal sull’industria francese […]. Pecchio allarga poi la sua analisi allo sviluppo dell’economia lombarda del periodo, esaminando i riflessi e l’importanza avuta per il Lombardo-Veneto dal blocco continentale, e dalla formazione di un più vasto mercato in seguito alla creazione di un grande stato dell’Italia settentrionale. […]. Pellico […] mostra la sua netta predilezione per il modello inglese della concentrazione terriera e nel presentare la seconda edizione dell’Inquiry di James Maitland Lauderdale scrive che benché in Gran Bretagna vi siano “parecchie enormi fortune sembra che per esse non diminuisca essenzialmente il bene della maggior parte. I contadini proprietarj, i massaj e i manifattori, se si paragonano a quello del continente, si distinguono in Inghilterra per l’agio e persino l’opulenza in cui vivono” (2 maggio 1819, p. 284) […]» (Bibliografia dei periodici economici lombardi). -- Dopo un primo periodo di relativa tranquillità, «Il Conciliatore» divenne bersaglio della censura austriaca, complici le posizioni sempre più moderne che andava abbracciando: in un crescendo di malsopportazione e ammonimenti, il foglio fu costretto a chiudere. Vittore Branca scrive che col n. 116 terminava la parte del Conciliatore distribuita agli associati; anzi lo stesso n. 116 ebbe pochissima diffusione («… come si rileva dalle numerose raccolte in cui manca») causa il sequestro quasi immediato. I numeri 117 e 118 non vennero neppure distribuiti, anche se già pronti per la stampa; le poche copie che ebbero modo di circolare furono soltanto quelle destinate ai redattori. Branca, rist. anast. del Conciliatore (3 voll. Firenze, 1953-54); Clerici, Il Conciliatore (Pisa 1903); Bibliografia dei periodici economici lombardi (Milano 2005), s.v.
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Pascoli, Giovanni
Il vecchio castagno, in «La lettura» (anno IV, numero 4).
Prima edizione. Esemplare con dorso e piatto inferiore posticci e mancante dell’ultima carta, ma in ottime condizioni le pagine recanti la poesia di Pascoli. Alle pp. 291-4 è accolta la prima edizione de «Il vecchio castagno», composta tra il 1903 e il 1904, poesia che confluirà di lì a poco nella terza edizione dei «Poemetti»: «In attesa dell’uscita del volume, Pascoli accolse la proposta di Giuseppe Giacosa di pubblicare la nuova lirica nella ‘Lettura’. Il 1° marzo Giacosa gli scriveva infatti: “è inedito il ‘Vecchio castagno’? Se sì lo pubblicherò con viva gioia nella ‘Lettura’ del primo aprile. Me lo consentite? È una poesia bellissima, piena di sapore montano e di giovine autunno”». Nella stessa lettera, Giacosa chiedeva a Pascoli delucidazioni su alcuni termini a lui poco chiari: e così, il poeta si decise ad allegare in bozze un piccolo dizionarietto toscano-italiano, di cui una parte fu pubblicata in calce alla poesia. Di notevole interesse letterario. Pascoli, «Poesie e prose scelte», a cura di Cesare Garboli, volume II, pp. 1244 sgg.; Pascoli, «Primi poemetti», ed. Nassi, in particolare pp. 213-21 e pp. 523-64.
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Pascoli, Giovanni
I due vicini, in «La Lettura» (anno VIII, numero 5)
Prima edizione. Dorso restaurato, ma buon esemplare. È qui pubblicata per la prima volta la poesia «I due vicini» (pp. 361-7), corredata da quattro acqueforti di Vico Viganò e da alcune note dello stesso Pascoli a glossare i termini tecnici o prettamente dialettali. Non ristampata in alcuna raccolta successiva, apparve in volume solo nelle «Poesie varie» curate da Maria Pascoli.
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Pascoli, Giovanni
La cetra d’Achille, in «La Lettura» (anno III, numero 12)
Prima edizione. Piccole mancanze al dorso, minimi segni del tempo, ma nel complesso esemplare molto ben conservato. Alle pp. 1057-60 è pubblicata per la prima volta la poesia «La cetra d’Achille», tratta dai «Poemi conviviali», «d’imminente pubblicazione presso Zanichelli», come avvisa la nota in calce al testo. Il componimento prende spunto dal IX libro dell’«Iliade», dove l’eroe greco si intrattiene nel canto e viene menzionata la sua cetra. Una lettera scritta ad Alfredo Caselli datata 12-9-1903 sembra suggerire che la poesia fosse finita nello stesso settembre di quell’anno: Pascoli scriveva di voler mandare a Giacosa [direttore della «Lettura»] una poesia, per l’appunto «La cetra d’Achille» qui pubblicata. BIBLIOGRAFIA? DA DOVE ARRIVANO QUESTE INFO?
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Pascoli, Giovanni
Emigranti, in «La Lettura» (anno V, numero 4)
Prima edizione. Minimi segni del tempo, altrimenti esemplare molto ben conservato. Alle pp. 297-301 è pubblicato per la prima volta nella sua interezza il poemetto «Emigranti», dedicato a Massimo Gorki. Le strofe IV, 1-9 VI e VII erano in realtà già apparse sulla «Sementa» del 1 maggio 1903, e il componimento venne poi accolto nella prima edizione dei «Nuovi Poemetti» del 1909, con il titolo «Gli emigranti della luna»; numerose le modifiche apportate: venne eliminata la dedica «A Massimo Gorki», alcuni termini furono resi in russi ('ramingo' divenne 'brodiag', 'tana' e 'landa' diventarono 'isba' e 'taiga') e il poema fu diviso in sei canti preceduti da un titolo. Lo spunto per la composizione del poema fu fornito a Pascoli «dalla lettura di un articolo - tratto da un giornale romano non identificato del 17 maggio 1899 - nel quale si riferiva di un gruppo di contadini del Caucaso che, prostrati dagli affitti dei terreni, si erano convinti di poter emigrare sulla luna alla ricerca di nuove terre coltivabili (l'articolo traeva spunto da una notizia apparsa sul giornale russo "Sin Otecestva" sotto il titolo "I viaggi nella luna dei contadini russi")», («Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte», scheda di Alida Caramagno - www.pascoli.archivi.beniculturali.it). http://www.pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php?id=45&objId=14188
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Pascoli, Giovanni
La mia penna ideale, in «La Lettura» (anno VII, numero 9)
Prima edizione. Piatto inferiore e dorso posticci, all’interno bell’esemplare, pulito. Il fascicoletto di chiusura della rivista è costituita dal gustosissimo articolo «La penna e la fine del calamaio», firmato da Augusto Biagi, che reclamizza la «penna a serbatoio ‘Ideal’ della L. E. Watermann e C. di New York», distribuita in Italia dalla «casa L. e C. Hardmuth (Milano, via Bossi 4)». «La penna dell’avvenire esiste già nel presente», annuncia Biagi, e a dimostrazione della qualità del prodotto allega all’articolo la riproduzione di alcuni autografi di importanti artisti, scrittori e giornalisti che hanno «sposato la Waterman ed afferm[ano] l’assoluta impossibilità per essi di ricorrere ad altra penna». Tra questi, la Duse, Luigi Barzini, Marco Praga, Gerolamo Rovetta, e lo stesso Pascoli, che alla penna ‘Ideal’ ha dedicato il poemetto «La mia penna ideale» qui riprodotto: «Mi son sentito toccar l’orecchio da | due dita leggere leggere come fatte | d’ombra, e ho udito un sospiro di voce | che disse Venio... | E ho trovato sul mio banco una | penna nera [...]». La poesia di Pascoli risulta qui in prima edizione e unica, mai stampato altrove.
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Pascoli, Giovanni
Intorno alla Minerva oscura (La selva oscura) , in “Flegrea. Rivista di lettere, scienze ed arti” (anno I, fascicolo 4, numeri 5-6)
Edizione originale della prima parte di «Intorno alla Minerva oscura». Minimi segni del tempo alla brossura, fioriture all’interno, ma buon esemplare. È qui pubblicato per la prima volta «La selva oscura» (pp. 425-448), il primo dei tre paragrafi che andranno a costituire il saggio dantesco «Intorno alla Minerva oscura»; lo stesso anno l’articolo sarà stampato anche in opuscolo, a Napoli, presso lo Stabilimento Tipografico Pierro e Varaldi, ma non sarà mai compreso in volume, fino alla stampa nell’edizione Vicinelli delle «Prose» dantesche di Pascoli (Mondadori, 1952). La materia fu poi riplasmata in «Sotto il velame», uscito nel 1900. Pascoli scrive nel preludio: «Torno dunque alla ‘Minerva oscura’, per esporre più chiaramente ciò che trovai, per aggiungere e correggere dove occorre, per difendere l’opera mia da critici». Il poeta aveva infatti presentato al concorso del Premio Reale per la Filologia e Linguistica del 1896 il suo saggio di esegesi della «Commedia» di Dante «Minerva oscura, Prolegomena: la costruzione morale del Poema Dantesco», che però venne accolto negativamente dalla commissione, composta da Carducci, Comparetti, Nigra, Schiapparelli e Ascoli. E pare che fu proprio Carducci a bocciare definitivamente il lavoro di Pascoli, che ne rimase profondamente addolorato. Pascoli, «Poesie e prose scelte», a cura di Cesare Garboli, volume II, pp. 373 sgg.; Pascoli, «Prose», ed. Vicinelli, p. 290
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Pascoli, Giovanni
Flegrea. Rivista di lettere, scienze ed arti (anno II, fascicolo I, numero 3) [«Intorno alla Minerva oscura»]
Edizione originale delle parti seconda e terza di «Intorno alla Minerva oscura». Alcune fioriture, ma esemplare ben conservato. Sono qui pubblicati alle pp. 202-224, per la prima volta, «Le tre fiere» e «Le tre rovine e i tre fiumi», il secondo e terzo dei paragrafi che andranno vanno a costituire il saggio dantesco «Intorno alla Minerva oscura»; il primo paragrafo era uscito l’anno precedente, sempre su «Flegrea»; Il saggio non sarà mai compreso in volume, fino alla stampa nell’edizione Vicinelli delle «Prose» dantesche di Pascoli (Mondadori, 1952). La materia fu poi riplasmata in «Sotto il velame», uscito nel 1900. Pascoli scrive nel preludio: «Torno dunque alla ‘Minerva oscura’, per esporre più chiaramente ciò che trovai, per aggiungere e correggere dove occorre, per difendere l’opera mia da critici». Il poeta aveva infatti presentato al concorso al Premio Reale per la Filologia e Linguistica del 1896 il suo saggio di esegesi della «Commedia» di Dante «Minerva oscura, Prolegomena: la costruzione morale del Poema Dantesco», che però venne accolto negativamente dalla commissione, composta da Carducci, Comparetti, Nigra, Schiapparelli e Ascoli. E pare che fu proprio Carducci a bocciare definitivamente il lavoro di Pascoli, cosa che addolorò profondamente il poeta. Pascoli, «Poesie e prose scelte», a cura di Cesare Garboli, volume II, pp. 373 sgg.; Pascoli, «Prose», ed. Vicinelli, p. 290
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Pascoli, Giovanni
La notte di Natale [in copertina: «Rivista marittima/ Natale del 1911»]
Rara edizione originale. Leggero foxing alla brossura, altrimenti ottimo esemplare. Firma di possesso al piatto superiore. Opuscolo assai raro stampato su carta colorata, che accoglie l’edizione originale della poesia «La notte di Natale» (inc.: «Sopra la terra le squille suonano»). Alle pagine centrali è riprodotto in fac-simile il manoscritto, all’ultima è trascritto il testo. La poesia entrerà a far parte della seconda edizione delle «Poesie varie» come componimento di apertura. La plaquette è dedicata «[...] ai marinai e soldati in Tripolitania perchè nel Natale che trascorrono in guerra giunga loro – con la voce del poeta d’Italia – la parola buona della patria lontana». La pubblicazione fu voluta dal direttore della «Rivista marittima» che chiese a Pascoli di scrivere una «parola di conforto e di esortazione della patria ai marinai e soldati impegnati in Africa nel periodo natalizio» [verificare citazione]. Se ne riscontrano solo 5 esemplari in Iccu.
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[Pascoli] Aa. Vv.
Paedagogium, in “Nuova antologia. Rivista di lettere, scienze ed arti (anno 40º - fascicolo 803)
Prima edizione in italiano. Segni del tempo e leggere sottolineature alla copertina, nel complesso un buon esemplare. La versione si deve a Giovanni Battista Giorgini con cui Pascoli strinse amicizia proprio in occasione della vittoria ad Amsterdam. Ricorda Mariù: «A primavera, il 14 marzo, col solito atteso telegramma era giunta la notizia che il poema latino Paedagogium aveva ottenuto ad Amsterdam l'ottava medaglia d'oro. Ciò diede occasione di fare più intensa un'altra amicizia pisana: quella col venerando e cieco G. Battista Giorgini [...] Il Pascoli mandò l'ultimo poemetto con la dedica: “A G. B. Giorgini, di cui sono familiari amici Virgilio ed Orazio, offre l'umile scolaro di tutti e tre”». Testo latino a fronte.
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[Pascoli]
Il giornalino della domenica. Direttore: Luigi Bertelli (Vamba) [anno VIII, numero XXXI] [«Il risotto»]
Edizione originale. Qualche segno del tempo, lievi fioriture alla copertina, ma ottimo esemplare. A p. 4 del «Giornalino» appare per la prima volta a stampa la poesia di Pascoli intitolata «Risotto», con la ricetta del «risotto romagnolesco» che gli preparava la sorella Mariù. Paolo Antonio Delestrè, che firma il pezzo in cui è incluso il componimento, “spiega” come il testo sia giunto fino a lui: «Questa poesia m’è stata favorita da un amico che l’ha avuta dalla sua Signora, che l’ha ricevuta da una sorella che abita Londra, la quale... ma è meglio non risalire alle remote origini, perché troppo cammino avremmo da fare». Oggi possiamo essere più precisi: la poesia del risotto fu infatti scritta e inviata, nel 1905, ad Augusto Guido Bianchi, cronista giudiziario del Corriere della Sera, che a sua volta aveva tessuto a Pascoli, in versi, l’elogio del risotto alla milanese, in uno scherzoso contrappunto poetico. Con tutta verosimiglianza la poesia fu stampata qui per la prima volta: fu poi pubblicata nel 1930 in «L'Almanacco gastronomico di Jarro», e la ripropose al grande pubblico «La cucina italiana-Giornale di gastronomia per le famiglie e i buongustai», 15 giugno 1930. Maria Pascoli, «Lungo la vita», p. 748; Carteggio. Giovanni Pascoli, Augusto Guido Bianchi, a cura di Manuela Montibelli, Scandicci, La nuova Italia, 2001, p. 53.
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[Pascoli]
[Il ritmo] in Rivista d’Italia diretta da G. Chiarini (anno IV, volume II)
Edizione originale; il testo è qui pubblicato in anteprima in vista della stampa in volume («Regole e saggi di metrica neo-classica», Firenze, 1900). Lievi segni del tempo, qualche restauro conservativo alle prime carte, ma bell’esemplare. In questo numero della «Rivista d’Italia», interamente dedicato alla poesia di Carducci, alle pp. 167-73 è stampato il breve saggio di Pascoli «Il Ritmo», incentrato sullo studio della metrica neo-classica, che sarebbe stato pubblicato di lì a breve in Pascoli, «Regole e saggi di metrica neo-classica, con una lettera di Giuseppe Chiarini», Milano-Palermo, Remo Sandron. Occorre segnalare che la pubblicazione in rivista avvenne ad insaputa di Pascoli, e per la sola iniziativa del curatore Chiarini, che così scrive nella nota al testo: «Egli [Pascoli] mi mandò gentilmente i fogli già tirati del suo libro sulla ‘metrica neo-classica’, che nella parte, diremo così, discorsiva, è una lettera indirizzata a me. [...] Allora mi dissi: la lettera in fin de’ conti è un po’ cosa mia; e perché dovrebbe dispiacere al Pascoli o all’editore, ch’io ne faccia conoscere un piccolo saggio, che invoglierà tutti del resto? [...] Così è avvenuto che il Pascoli, senza saperlo, si trova qui a prendere il caffè in una compagnia che certo non gli sarà sgradita».
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[Pascoli, Giovanni]
Cynthia. Lettere ed arte (anno sesto, numero 2) [«Le dodici fanciulle di Crotone»]
Edizione originale dell’inedito pascoliano «Le dodici fanciulle di Crotone». Qualche segno del tempo, ma esemplare in buone condizioni, in gran parte intonso. La rivista diretta da Carlo Calasso pubblica in apertura, per le cure di Anna Carrara, l’inedito di Pascoli «Le dodici fanciulle di Crotone. Ricerca della bellezza assoluta» (inc.: «Zeuxis viene a Crotone, perché sa che v’è la più bella razza greca»). Ignoti l’anno di composizione e la provenienza, di cui la curatrice non fornisce alcuna indicazione. Il testo, affascinante rielaborazione in forma di appunti del mito di Zeus e delle dodici fanciulle, «non è più di un appunto, una serie di riflessioni, e non sempre coerenti, conseguenti e compiute. Uno scrivere per fermare sulla carta i pensieri, quasi a volerli costringere in una subordinazione logica». Non più ristampato, stando ai repertori.
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Gozzi, Gasparo
L’Osservatore del co. Gasparo Gozzi
Collezione completa in edizione originale. Ottimo stato di conservazione, esemplare con grandi margini. «E veramente io non so qual capriccio mi tocchi ora il cervello di volere con questi fogli ragionare di cose, che dipingano costumi, facciano ritratti della vita umana, e delle usanze del mondo...». Così recita la prefazione di questo celebre periodico, scritto interamente e con eleganza dal Gozzi (1713-1786) sul modello dello “Spectator” di Joseph Addison. L’autore fu poeta e traduttore, ma si segnalò in particolare per la sua attività in ambito editoriale e per la redazione di questa rivista: con una prosa limpida e vivace come poche altre nel Settecento, Gozzi fornì una serie di gustosi quadri della società veneziana, mettendone in luce gli aspetti più variegati, dalla politica al costume, fino alla morale e alla cultura. Si ristampò più volte. Ritratto del Gozzi inciso da Baratti all’antiporta del primo volume; grandi incisioni ai frontespizi dei 12 volumi. 12 voll. in 6 tomi
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Depero, Fortunato
Il teatro plastico Depero. Principi e Applicazioni [in: «Il Mondo: rivista settimanale illustrata per tutti» Anno V - N. 17]
Edizione originale molto rara. Minimi segni del tempo marginali, complessivamente un ottimo esemplare. Fondamentale testo teorico di Depero sul teatro plastico, corredato da 12 belle riproduzioni delle marionette e dei disegni preparatori in grande formato.
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[Fanfulla della Domenica]
Fanfulla della Domenica
Collezione consecutiva di 12 annate. Notevole insieme conservato in 4 volumi. Il settimanale politico letterario progettato come supplemento al quotidiano Il Fanfulla uscì dal 27 luglio 1879 al 31 ottobre del 1919. Molti i direttori negli anni a partire da Ferdinando Martini; Baldassare Avancini, Luigi Capuana, il critico musicale Eugenio Cecchi, Enrico Nencioni e come responsabile Bonaventura Severini. Di grande successo per la modernità delle proposte e informazioni culturali ebbe prestigiose firme, da Giosuè Carducci, Matilde Serao, Grazia Deledda, a Gabriele D’annunzio che iniziò a collaborare appena diciannovenne, Giovanni Verga vi pubblicò in anteprima le sue novelle, Collodi, Edmondo De Amicis, Federico De Roberto, Antonio Fogazzaro, Cesare Pascarella e molti altri. Fu la prima pubblicazione periodica a carattere nazionale. Disponiamo dei primi 12 anni (1879-1890) completi di indici, supplementi e frontespizi che accompagnavano la raccolta dei numeri. In straordinaria condizione. 4 voll.
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[Delfini, Antonio, et alii]
Mutina: Rivista Mensile - Anno II - N. 7-8 e N. 11-12
Edizione originale di due racconti di Delfini. Usuali segni del tempo, nel complesso fascicoli integri e ben conservati. In questi due fascicoli appaiono per la prima volta due racconti di Antonio Delfini: rispettivamente «Passeggiata ossia divagazione» e «Fumo nei bagni». Tra le altre collaborazioni: Guandalini, Moscardelli, Beltramelli e Cavicchioli. Importante rivista culturale di carattere locale, caratterizzata da uno squisito disegno déco e da sapiente eleganza nella composizione degli interni. 2 voll.
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[Strega]
La strega
Direttore provvisorio N. Dagnino. Grande vignetta accompagna, con diversi soggetti, il nome della testata. Edito e stampato dalla stessa tipografia che pubblicò numerosi pamphlet di Giuseppe Mazzini. Si pubblicò dal Dicembre 1848 al Gennaio 1851 per poi diventare La Maga. Offriamo dal n. 20 dell’anno I (15 Ottobre 1849) al n. 152 del 21 Dicembre 1850 (mancano i nn. dal 96 al 103), per un totale di 162 fascicoli con i supplementi ai nn. 74 e 92, in perfetto stato di conservazione legati in mezza pelle rossa con nervi e titoli oro al dorso.
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[Riviera ligure]
La riviera ligure
Collezione di 174 fascicoli pubblicati. Eccellenti esemplari. Straordinaria collezione che raccoglie circa l’ottanta per cento del pubblicato di questa longeva rivista: su 17 annate intere (1900-1917) il presente insieme ne conta 9 complete e 8 con lacune contenute, oltre a una buona campionatura dei fascoli 1895–1900; in ottime condizioni di conservazione, fascicoli completi delle numerose veline fuori testo e delle carte sciolte allegate. Compresi nella raccolta il raro numero d’esordio e il rarissimo numero finale, monografico sui Trucioli di Sbarbaro. Nella Riviera ligure, accanto ai numerosi contributi in edizione originale, è ancora oggi possibile trovare numerosi inediti di alcuni dei più grandi autori della letteratura italiana. --- Il 15 giugno 1895 nasce a Oneglia (Imperia) uno dei primi esperimenti di mecenatismo aziendale. Si chiama La Riviera ligure di Ponente, ed è il foglio pubblicitario dell’azienda Sasso e Figli, che produce olio d’oliva, diffuso con una tiratura dichiarata dapprima in 50.000 copie ma presto alzate a 80/100.000. Il periodico veniva inserito, piegato a metà sul lato corto, nelle confezioni di olio inviate ai clienti. Ne è direttore Angiolo Silvio Novaro, figlio del titolare Agostino (l’azienda era intestata alla madre, Paola Sasso), scrittore. --- Della Riviera Ligure di Ponente, di questa bellissima fra le riviere, si ode spesso a parlare. Coloro che senza appartenerle per nascita le appartengono per vicende di casi, non se ne sanno più distaccare; quando vi parlano dell’azzurro del suo mare o del verde de’ suoi pini o del grigio de’ suoi olivi, si accendono come un ragazzo nel sorriso dell’innamorata. --- Si apre così il primo numero de La Riviera ligure di Ponente — parole che tracciano con chiarezza il taglio della pubblicazione: la rivista, nei suoi primi anni di vita, tratterà infatti della Liguria, anzi dell’ovest della regione, e affronterà temi legati al territorio e alla coltivazione dell’olio d’oliva, affiancando ricette culinarie e brevi racconti umoristici oltre che, naturalmente, la pubblicità dell’Olio Sasso. Una pubblicazione leggera, elegante e curata nella grafica, fortemente innovativa nel marketing aziendale del tempo, ma di certo priva di intenzioni artistico-letterarie. --- Tutto però cambia nel 1899, quando assume la direzione del periodico Mario Novaro, fratello di Angiolo Silvio. Laureatosi in filosofia a Berlino con una tesi su Malebranche (pubblicata nel 1893 presso Mayer & Müller; un estratto della tesi, La teoria della casualità in Malebranche, venne letta lo stesso anno all’Accademia di Lincei, e pubblicata nei Rendiconti dell’Accademia), insegnò in Germania, per poi rientrare in Italia, a Oneglia, a lavorare per l’azienda del padre; nel frattempo, non mancò di pubblicare altri saggi di carattere politico-filosofico, e s’iscrisse al partito socialista, nelle fila del quale venne eletto assessore comunale di Oneglia. In qualità di direttore de La Riviera ligure, impresse al periodico una svolta decisiva, dando vita ad una delle più importanti e influenti riviste letterarie del primo Novecento. --- Le modalità di distribuzione rimasero le medesime, così come la presenza degli elementi più marcatamente pubblicitari: il prezzario, la descrizione e le reclames degli olii Sasso, le illustrazione ad esso dedicate. Per il resto, però, tutto cambiò: innanzitutto il titolo, ridotto al semplice La Riviera ligure; poi, la tiratura, innalzata alla cifra, assai importante per l’epoca, di 120.000 copie. Ma soprattutto, Novaro ebbe l’intuizione di abbandonare il carattere prettamente localistico e gli articoli d’occasione, in favore di un progetto segnato da un’impronta marcatamente letteraria. Verranno coinvolti dunque i più importanti nomi della letteratura italiana, pubblicati in edizione originale. --- Pirandello inizierà la collaborazione nel 1901, con la poesia Pianto del Tevere: «Egregi Sig.ri P. Sasso e Figli, con tutto il cuore accetto l’invito di collaborare nella loro simpatica e geniale Riviera ligure. Ecco i versi. Grazie e devoti ossequi. Aff.mo Luigi Pirandello». --- Collaboratori della prima ora furono anche Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, fin dal 1899, con Nell’infinito, Giuseppe Lipparini l’anno successivo, con La fata bianca; e ancora Giovanni Pascoli e Grazia Deledda, entrambi nel 1901, il primo con La Messa, La tessitrice, la seconda con La montagnola. E così, negli anni successivi furono numerosissimi i nomi prestigiosi che si unirono alla rivista, quasi a creare un’antologia a puntate della letteratura italiana: Capuana, Bontempelli, Papini, Soffici, Saba, Sbarbaro, Palazzeschi, Slataper, Jahier, Boine, Campana, Govoni, Gozzano, Marino Moretti, Onofri, Rebora, Alvaro, Savinio, Borgese... Accanto agli inediti, la rivista pubblicava anche recensioni, all’interno di una rubrica, stampata su elegante carta velina, curata prima da Lipparini, e poi affidata a Boine. --- A osservare la lunghissima durata della Riviera ligure, quello che balza all’occhio — al di là di minime differenze di carattere naturalmente evolutivo — è il nucleo assolutamente omogeneo per formato, grafica e contenuti che va dal 1901 (nn. 27ss. della «nuova [ma: seconda] serie») fino al termine, con il famoso fascicolo monografico dedicato ai Trucioli di Sbarbaro (n. 14 della quinta serie, giugno 1919). --- I fascicoli usciti nei cinque anni di fine ’800 hanno un’impianto grafico più semplice, che li avvicina al dépliant pubblicitario: autocopertinato con stampa a due colori (verde/rosso, rosso/marrone, rosso/nero), disegno di testata figurativo, seppur con svolazzi liberty, incentrato sul soggetto della riviera ligure di ponente. La brossura viene introdotta nel 1901, assieme alla normalizzazione della grafica. Piuttosto austero l’aspetto dei fascicoli del 1901, senza disegni in copertina, appena ravvivata dal colore azzurro introdotto con il numero 29 (assieme alla tipografia Fratelli Treves di Milano). --- A partire dal numero 33 Giorgio Kienerk disegna la bella grafica di testata in stile liberty, e il colore ‘verde-Sasso’ per la brossura arriva con il numero 36 (febbraio 1902): disegno e colore rimarranno gli stessi per tantissimo tempo — invariati anche nel passaggio dal tipografo Treves ad Alberto Marchi di Lucca (dicembre 1904) — fino al numero 56 della quarta serie (agosto 1916). Quindici anni e oltre 150 fascicoli dopo (!) si torna al puro disegno tipografico per la copertina, impresso in rosso su fondo verde, poi su fondo grigio chiaro dal numero 58 sino alla fine. --- Novaro era pienamente conscio dell’importanza e della novità dell’operazione culturale che stava conducendo, ma anche del ruolo di mecenate che la Sasso e Figli ricopriva nella vicenda (fatto non banale, gli scrittori venivano pagati), rendendo possibile un inedito e virtuoso intersecarsi di impresa, letteratura e arte; lo esplicitò nei numeri della Riviera ligure del 1902, al piede della copertina, proponendo la vendita in blocco di dieci fascicoli: Dieci fascicoli della Riviera Ligure formano il più bell’Albo della Poesia e Prosa italiana, e costano sole Tre Lire. La felice base su cui la Riviera Ligure poggia [cioè a dire, l’azienda Sasso e Figli] rende possibile un prezzo così tenue, mentre questa sua singolarissima condizione la fa sicura di una vita e diffusione quale nessuna altra rivista possiede né facilmente potrà possedere in Italia. --- In assenza di espliciti programmi, è possibile seguire gli sviluppi della rivista osservando le successive iscrizioni al piede della copertina: nel 1903, Novaro fa apporre la dicitura: La Riviera ligure, pubblicazione mensile di poesie, prose, e disegni originali inediti (esce ogni mese, Agosto Settembre eccettuati), à collaboratori i più e meglio noti letterati e artisti d’Italia esplicitando così il ruolo centrale che il periodico veniva ad assumere, nel panorama letterario innanzitutto, ma anche in quello delle arti figurative: la rivista era caratterizzata da una grafica fortemente innovatrice e vi collaborarono, fino al 1904, artisti del calibro di Giorgio Kienerk, Plinio Nomellini, Edoardo De Albertis, Felice Carena, Franz Laskoff, Giovanni Battista Crema, illustrando poesie e racconti, e disegnando le grafiche, improntate alle massime espressioni del liberty italiano. Dal 1905, il piede della copertina muta nuovamente: La Riviera Ligure, esce ogni mese; pubblica poesie e prose originali inedite dei più valorosi e meglio noti letterati d’Italia. Spariscono i disegni e spariscono gli artisti: si ha insomma la definitiva rinuncia, forse per motivi economici, alle illustrazioni, e il periodico uscirà, da qui in avanti, privo di apparato iconografico, dando massimo risalto agli aspetti letterari. --- Lo studio della Riviera ligure lascia aperti ampi spazi alla ricerca: l’assenza della collezione completa dalle biblioteche italiane ha infatti in parte ostacolato una sua piena valorizzazione, non consentendo, del resto, nemmeno un’individuazione completa degli inediti, numerosi e importanti; solo di recente la Fondazione Novaro di Genova, in collaborazione con il Ministero per i Beni Culturali, ha realizzato una digitalizzazione della raccolta nella sua completezza, avvalendosi della collaborazione di altre biblioteche per colmare le lacune presenti nella propria collezione. In questo quadro, quella qui presentata risulta una delle raccolte più complete ad oggi disponibili, tanto presso gli enti pubblici quanto presso i possessori privati. --- Provenienza: Conte Ludovico Lanza, Milano. «Il conte Lodovico Lanza […] è stato forse il più grande collezionista italiano di libri del Novecento»: così comincia la parte dedicata al Lanza collezionista ne In una città atta ad eroi e suicidi di Giampiero Mughini (Milano 2011, pp. 121-125). Sulla figura di Lanza collezionista e bibliofilo — che meriterebbe approfondimenti di ben altro respiro — si possono leggere cenni anche nei libri di Alberto Vigevani (es. Milano ancora ieri: «[...] bibliofilo di tradizione familiare, discendente del conte Pertusati — la cui biblioteca, acquistata da Maria Teresa, divenne il fondo iniziale della Braidense — e di Gaetano Melzi, il celebre collezionista di romanzi cavallereschi»). Mario Novaro, Indice della «Riviera ligure» (1899-1919) (in Giovanni Boine, Plausi e botte, a c. di M. Novaro, Modena: Guanda, 1939iii); Franco Vegliani, Nonni e nipoti: storia degli industriali italiani (Milano: Successo, 1972); Pino Boero, ‘La Riviera ligure’ tra industria e letteratura (Firenze: Vallecchi, 1984); Rossana Bossaglia, ‘La Riviera ligure’: un modello di grafica liberty, con un saggio di Edoardo Sanguineti (Genova: Costa & Nolan, 1985); La letteratura ligure del Novecento, Guido Bertone et al., 1 (Genova: Costa & Nolan, 1992, part. pp. 35ss.)
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Munari, Bruno e F.T. Marinetti
Il suggeritore nudo. Simultaneità futurista in undici sintesi [in: «Comoedia. Rassegna mensile del teatro»]
Prima edizione. «Il suggeritore nudo. Simultaneità futurista in undici sintesi di F.T. Marinetti», edizione illustrata da cinque splendidi disegni composti ad hoc da Bruno Munari. Salaris, Storia, p. 186a; Cammarota, Marinetti, 142
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Marinetti, Filippo Tommaso
Luci veloci. Dramma futurista in sei sintesi [in: «Comoedia. Rassegna mensile del teatro»]
«Luci veloci. Dramma futurista in sei sintesi», con riproduzioni della rappresentazione al Teatro di Torino.
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[28 maggio]
28 maggio ’74. La strage fascista
Edizione originale. Bell’esemplare. Supplemento al «Quotidiano dei lavoratori». Articolato dossier sulla strage di piazza della Loggia di Brescia e sui fascisti che la realizzarono, a cura di Democrazia proletaria.
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[Aut; copertina di Renzo Vespignani]
Aut
Edizione originale. Minime ingialliture alla copertina, ma bell’esemplare. Anno I, numero 1. Copertina di Renzo Vespignani. All’interno: nella rubrica «Primavera nera», un approfondimento sull’omicidio di Giangiacomo Feltrinelli; una lunga intervista a Giorgio Amendola.
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[Bollettino]
Bollettino. Centro coordinamento iniziative culturali
Edizione originale. Minime ingialliture marginali e qualche fioritura alla quarta di copertina, ma bell’esemplare. Numero 1. «Questo Bollettino nasce come strumento di collegamento, di informazione e reciproca verifica, tra produttori di nuova cultura». Sottoscrivono, tra gli altri, «Re Nudo», «Rosso», Ombretta Colli, Sergio Endrigo e Giorgio Gaber.
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[Ca Bala’]
Ca Bala’. Trimestrale di satira politica e d’umorismo grafico
Edizione originale. Prima pagina staccata e tagliata a metà, altrimenti bell’esemplare. Numero 1. Di notevole interesse i disegni, la satira e la grafica, mentre rimane marginale l’aspetto politico.
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[Chi è comunista?]
Chi è comunista?
Edizione originale. Ottimo esemplare. Numero 1 de «I quaderni del comunardo». Pubblicazione che raccoglie brani scelti da «L’ordine nuovo», «Lo stato operaio», «Il manifesto dei comunisti», in appendice le «Condizioni di ammissione alla internazionale comunista».
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[Controinformazione]
Controinformazione. Numero unico in attesa di autorizzazione
Edizione originale. Ottimo esemplare. Celebre rivista milanese, vide la sua prima uscita nel 1973 per interrompere le pubblicazioni 11 anni dopo, con 27 numeri editi e 9 supplementi. Non si presentò mai come portavoce di un gruppo, ma divenne un luogo di dibattito sulle lotte autonome e sulla lotta armata, offrendo ampio spazio a materiale e comunicati delle principali organizzazioni, dalle Brigate Rosse a Prima linea fino ai Nuclei Armati Proletari. Curatissima nella veste grafica: di grande formato, vedeva la stampa di un centinaio di pagine per ogni numero, con molte fotografie e disegni.
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[Pazienza, Andrea, Tanino Liberatore et alii]
Duemila! [allegato a «Il male», Anno II, n. 50]
Edizione originale. Ottimo esemplare, completo del relativo numero del «Male». Allegato a «Il male», Anno II, n. 50. All’interno alcune tavole di Andrea Pazienza: p. 13 «Armi»; p. 14 «Atelier»; p. 17 «Apaz 69»; p. 27 il fumetto «Topi» — oltre a Tanino Liberatore e gli altri disegnatori dissacranti della redazione del «Male».
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[... Eppur si muove ... ]
... Eppur si muove ...
«Foglio per l’organizzazione proletaria nella metropoli». Numero unico in attesa di autorizzazione. A cura degli Organismi Proletari della Barona.
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[Fattaccio]
Er fattaccio illustrato. Giornale settimanale piegato in quattro. Anno I, numero 1
Notizie di cronaca nera a fumetti.
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[Il ’68] [Espresso]
Il ’68. Voci e storie di quell’anno incredibile [6 dischi]
Edizione originale. Supplemento al n. 47 dell’Espresso, 1980. Raccolta di 6 dischi che contengono ampio materiale sonoro (dalle canzoni agli annunci in radio) relativo al 1968.
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Grossi, Oreste - Rosoli, Gianfausto
Il pane duro
Edizione originale. Bell’esemplare. «Elementi per una storia dell’emigrazione italiana di massa (1861-1915). Libro fotografico con immagini dei migranti italiani in America.
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[Elefante]
Elefante. Organo di espressione della tribù delle scimmie metropolitane
Edizione originale. Numeri 1, 2, 3 e 4. Ottimi esemplari. Supplementi mensili all’agenzia stampa quotidiana «Il barrito». Rivista della Comuna Baires fondata nel 1969 da Liliana Duca, Antonio Llopis e Renzo Casali, quest’ultimo direttore della rivista. Ne uscirono almeno altri 2 numeri.
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[Insurrezione]
Insurrezione.
Edizione originale. Leggere ingialliture marginali, ma ottimo esemplare. Primo fascicolo senza alcuna indicazione editoriale: dure critiche alle linee «moderate e riformiste» di Lotta Continua, Democrazia Proletaria e del Movimento dei Lavoratori per il Socialismo «da lungo tempo impegnati nella brutalità repressiva e nella delazione sistematica contro i rivoluzionari e i militanti delle organizzazioni clandestine o armate».
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[L’altro movimento]
L’altro movimento
Edizione originale. Lievi ingialliture alla copertina, ma bell’esemplare. Numero 1. Direttore responsabile Luigi Manconi. «Dopo il 7 aprile il 21 dicembre. Due date che i compagni ricorderanno a lungo [...] Ed appare chiaro che quest’ultima è in realtà il proseguimento di un’operazione politica che ha come obiettivo immediato colpire un’area di compagni appartenenti o facenti riferimento a Potere Operaio, ma si inserisce anche in un discorso politico ben più vasto ed ambizioso: rifare e stravolgere la storia di questi ultimi dieci anni».
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[La rivolta degli straccioni]
La rivolta degli straccioni
Edizione originale. Buone condizioni. € 25 A FASCICOLO. Supplemento a Notizie Radicali. Numero unico in attesa di autorizzazione; marzo 1979; settembre 1979; anno II n. 2 giugno 1980; anno II n. 3 novembre 1980. Rivista di taglio satirico: «hanno collaborato a questo numero: Vittorio I, Vittorio II, Vittorio Emanuele III».
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