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‎Cantarella Eva‎

‎Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia‎

‎br. "La storia delle donne romane merita particolare attenzione. A differenza della storia delle donne greche e delle altre donne antiche non è un passato remoto. È il nostro passato prossimo. E forse, in qualche misura, è anche una parte del nostro presente." Così l'autrice conclude il suo quadro della condizione femminile tra società precittadina ed età augustea. Passa in rassegna figure di donne storiche, mitiche e divine, ossequiose o ribelli che fossero alle regole giuridiche e alle pratiche sociali, fra conquiste femminili e reazioni maschili. È la problematica storia dell'assoggettamento della donna all'uomo ma anche quella della nascita della loro complicità.‎

‎Cantarella Eva‎

‎Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico‎

‎br. I greci e i romani, al di là delle profonde differenze tra le due culture, vivevano i rapporti tra uomini in modo molto diverso da quello in cui lo viviamo noi oggi. Per i greci e i romani (ovviamente, salvo eccezioni) l'omosessualità non era mai una scelta esclusiva. Amare un altro uomo non era un'opzione fuori dalla norma, che esprimeva una diversità. Era "solo" una parte integrante dell'esperienza di vita: era la manifestazione di una pulsione vuoi sentimentale vuoi sessuale che nell'arco dell'esistenza si alternava e talvolta si affiancava all'amore per una donna. Questo brillante saggio, stimolante e pungente, sulla bisessualità a Roma e Atene ne esplora i contorni e ne rilegge le dinamiche più profonde, grazie all'accurato utilizzo delle fonti più diverse (testi giuridici e medici, poesia, letteratura filosofica). Un libro importante e al contempo di gradevolissima lettura: il rituale educativo dell'amore per gli adolescenti in Grecia e lo stupro nell'antica Roma vengono riletti come gli elementi cruciali, per quanto rinnegati, del mondo classico. Una tesi che ancora adesso suscita scalpore.‎

‎Cantarella Eva‎

‎Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi‎

‎br. Come frequentare la cultura dei greci e dei romani, in un'epoca di polverizzate nozioni e di frantumate informazioni? Eva Cantarella, che ha intrapreso da una decina d'anni un'opera di appassionata e intelligente divulgazione, sembra rispondere che la frantumazione non lavora necessariamente contro la conoscenza. E dunque abilmente seziona, isola in microracconti un mondo altrimenti confinato nei testi accademici: attinge al materiale immenso dei suoi studi e delle sue predilezioni per consegnarci il mosaico della vita degli antichi, con l'intento dichiarato di farceli sentire "nostri contemporanei". Come vivevano, greci e romani, i sentimenti dentro e fuori la famiglia? Com'era organizzato l'istituto famigliare? A quali immagini affidavano la loro identità? La cucina andava di moda a Roma come da noi? Procedendo per segmenti, per narrazioni, aneddoti, considerazioni morali e politiche, Eva Cantarella ci svela i più diversi aspetti della vita pubblica e privata nell'antichità classica: cibo e banchetti, bellezza e cura del corpo, giochi e sport, superstizione e magia, politica e diritto, nascita e morte. Questi frammenti di vita vissuta offrono il ritratto vivo e palpitante di uomini e donne a noi vertiginosamente vicini, i cui sogni, paure, speranze, aspettative, desideri sono spesso gli stessi che attraversano la mente e il cuore di noi che li guardiamo da una distanza di quasi duemila anni.‎

‎Heather Peter‎

‎La caduta dell'impero romano. Una nuova storia‎

‎ill., br. La caduta dell'impero romano è da sempre uno dei più affascinanti enigmi della storia. Roma disponeva di una formidabile forza militare ed economica, su un territorio immenso, che si estendeva dal Vallo di Adriano ai confini con la Scozia fino all'Eufrate, dall'Africa settentrionale al Reno e al Danubio. Era una macchina perfetta e collaudata, con una rete capillare di strade e di fortezze, ricche città e una organizzazione amministrativa per certi versi insuperata. Tra la battaglia di Adrianopoli nel 378 d.C. e la deposizione dell'ultimo imperatore Romolo Augustolo nel 476 d.C., la superpotenza più longeva della storia venne sconfitta e occupata da bande di invasori "primitivi", distrutta da barbari ritenuti quasi incapaci di organizzazione e di pensiero razionale. Come è potuto accadere? Le ricostruzioni più diffuse hanno dipinto una civiltà decadente e corrotta, troppo "civilizzata" e magari indebolita dal cristianesimo. Ma a giocare un ruolo determinante furono anche semplici dettagli, come gli archi degli unni, più lunghi e potenti di quelli dei nemici, e il carico fiscale imposto dalla capitale alle province. Con una narrazione ricca di episodi e personaggi memorabili, Peter Heather confuta i luoghi comuni, mettendo a frutto le sue competenze economico-militari e le sue approfondite conoscenze sui barbari, ricostruendo in maniera brillante e persuasiva gli scontri e le battaglie, ma anche i tentativi di integrazione alle frontiere dell'impero.‎

‎Jehne Martin‎

‎Roma nell'età della repubblica‎

‎br. Con "res publica romana" s'intende lo stato formato dalla città di Roma e dai suoi territori di conquista nel periodo compreso tra il VI e il I secolo a.C. Piccola città del Lazio, Roma si proietta verso la conquista e l'assoggettamento dell'intero bacino del Mediterraneo e oltre, fino a diventare una potenza mondiale. Il libro sintetizza le complesse vicende politiche, sociali ed economiche che hanno segnato la vita della repubblica dai suoi esordi alla fase conclusiva: la caduta della monarchia, le guerre contro i nemici esterni, la fondazione delle colonie, il flusso delle ricchezze, l'ingresso di nuove classi nella vita politica. Sono infine delineate le ragioni della decadenza, con il progressivo accentramento del potere in poche mani, l'acutizzarsi delle crisi sociali e l'indebolimento delle istituzioni repubblicane, che apriranno la strada all'impero.‎

‎Eck Werner‎

‎Augusto e il suo tempo‎

‎ill., br. La figura e la storia di Augusto (63 a.C.-14 d.C.) sono indissolubilmente legate all'epoca di massimo splendore del mondo romano antico. Sotto la sua guida, l'egemonia di Roma si estese in ogni direzione e l'impero raggiunse una forza, una stabilità e un prestigio mai conosciuti. Nessuno prima di lui aveva mai assunto una posizione paragonabile nella società romana, né aveva ottenuto uguali successi o onori. Apparso improvvisamente sulla scena politica dopo la morte di Cesare, nel 44 a.C., ne divenne protagonista assoluto, collezionando tredici consolati e ventuno acclamazioni imperatorie. Alla sua morte, si disse che era stato accolto tra gli dei. Ma chi era quest'uomo assunto tra le divinità? Un sovrano dispotico? Un principe di pace? Un riorganizzatore dello stato, dell'esercito, della società e del culto, insomma il riformatore del mondo romano? A questi e a molti altri interrogativi sulla politica egemonica di Augusto dà risposta questo volume, accompagnando l'avvincente ricostruzione storica con il riferimento costante e rigoroso alle fonti, prima fra tutte l'autoritratto lasciatoci dallo stesso Augusto nelle sue "Res gestae".‎

‎Meyer-Zwiffelhoffer Eckhard‎

‎Storia delle province romane‎

‎br. Dall'espansione mediterranea dell'età repubblicana, con le prime province di Sicilia, Sardegna, Corsica e Spagna nel III secolo a.C, al consolidamento dell'età imperiale, alla marginalizzazione dei territori provinciali nel tardo antico: il volume illustra il processo che portò Roma ad apporre il sigillo dell'"imperium Romanum" su un vastissimo territorio, affermando una supremazia i cui effetti culturali sarebbero durati nei secoli.‎

‎Cenerini Francesca‎

‎La donna romana. Modelli e realtà‎

‎br. La donna romana raffigurata dagli scrittori antichi o negli elogi funebri appare una donna ideale, moglie e madre integerrima, dedita alla casa e alla famiglia, sottratta allo sguardo e al contatto con gli estranei. Per contrasto, le donne "facili", di condizione sociale e economica inferiore, e le schiave, sono prive di qualsiasi statuto e considerazione. Attraverso l'uso critico delle fonti disponibili, il volume disegna il profilo variegato della donna nella società dell'antica Roma, cogliendola nelle diverse dimensioni: il diritto e la famiglia, il matrimonio, l'educazione ricevuta e quella impartita ai figli, il quotidiano, l'abbigliamento e la cura di sé, i costumi sessuali, la religione e il lavoro. Ci sono, dunque, molte donne romane: le storie raccontate nell'ultimo capitolo ci parlano di alcune di loro.‎

‎Mann Christian‎

‎I gladiatori‎

‎ill., br. Il libro racconta, al di là dei cliché e del folklore, com'era davvero la vita dei gladiatori: il loro posto nella società, l'addestramento, come erano equipaggiati, il trattamento economico, la quotidianità. Non erano lottatori sanguinari, ma combattenti che duellavano ad alto livello tecnico. Così pure lo spettacolo circense dei gladiatori non era un intrattenimento puramente ludico (secondo il famoso detto "Panem et circenses"): il circo, dove le masse si trovano insieme all'imperatore, emerge come il luogo dove si manifesta la forza popolare.‎

‎Thommen Lukas‎

‎L'ambiente nel mondo antico‎

‎brossura Il volume descrive i caratteri fondamentali del rapporto fra l'uomo e la natura nell'antichità greco-romana, dal IX secolo a.C. al V d.C. Esso studia in primo luogo lo spazio geografico e la percezione che il mondo antico aveva della natura: la visione mitica, la teoria scientifica dei quattro elementi, il determinismo climatico, il rapporto con gli animali e le piante. In secondo luogo esamina l'intervento concreto dell'uomo, come l'attività agricola, l'approvvigionamento alimentare, lo sfruttamento del legname, l'orticoltura, i danni causati dalle guerre, le opere di canalizzazione, le attività estrattive, i problemi legati all'urbanizzazione; e per altro verso l'effetto sull'uomo degli eventi naturali come lospostamento delle linee di costa, l'insabbiamento delle foci, i terremoti, gli incendi, le eruzioni.‎

‎Montanelli Indro‎

‎Storia di Roma‎

‎br. Quando, nel pieno degli anni Cinquanta, pubblicò a puntate sulla "Domenica del Corriere" la "Storia di Roma", Montanelli cominciò a ricevere lettere sempre più indignate, che lo accusavano di faciloneria, leggerezza, disfattismo e perfino di empietà, per il suo modo di trattare un argomento considerato sacro. Con quest'opera Indro Montanelli intendeva infatti avvicinare gli italiani alla loro storia, raccontando le gesta e il carattere di uomini vivi e veri, e non di monumenti.‎

‎Lançon Bertrand‎

‎La vita quotidiana a Roma nel tardo impero‎

‎br. All'inizio del IV secolo d.C. Roma è una metropoli senza imperatori - che preferiscono risiedere altrove - e in balia di continue incursioni, carestie, e crisi demografiche. Le ricchezze che un tempo l'hanno resa grande sono ora facile preda per le orde di barbari, che non incontrano più resistenza militare ai confini dell'Impero. La città eterna è ferita fisicamente e moralmente, ma riesce a medicare le proprie piaghe e a rialzarsi in fretta: feste, giochi, spettacoli e grandi opere di restauro riprendono ad animarla, e altezzosi patrizi continuano ad occuparne le strade lastricate, vantandosi delle loro ricchezze, accompagnati da signore che camminano con civetteria avvolte in tuniche alla moda. Dietro di loro legioni di schiavi. La società tardoantica infatti non rinuncia alla popolazione servile, ma le condizioni dei più miseri sono destinate a migliorare grazie alla diffusione del Cristianesimo, che trova sempre più adepti anche fra nobili e senatori. Il miracolo romano è dunque compiuto: Roma non è caduta, non è crollata, ma da solenne aquila imperiale è diventata la sedes Petri, culla della cristianità. Grazie a fonti letterarie, storiche e archeologiche Lançon ci accompagna fra le strade di una città in cui culti pagani e riti cristiani si legano indissolubilmente, in uno straordinario intreccio di tradizioni che conserviamo ancora oggi. Anche nel corso del lento declino dell'Impero, dunque, tutte le strade continuano a portare a Roma.‎

‎Dumézil Georges; Jesi F. (cur.)‎

‎La religione romana arcaica. Miti, leggende, realtà della vita religiosa romana. Con un'appendice sulla religione degli etruschi‎

‎brossura Georges Dumézil fu docente di civiltà indeuropea al College de France a partire dal 1948. Proprio la sua perizia nel muoversi nelle aree delle diverse culture antiche lo porta a non abbracciare la teoria che vede la religione dei romani come una semplice prosecuzione di quella dei greci. Essa fu una forma di culto complessa e originale, anche se mediata da altre culture.‎

‎Everitt Anthony‎

‎Roma. Nascita di una grande potenza‎

‎ril. Le vicende che tutti abbiamo studiato sui banchi di scuola - la leggenda di Romolo e Remo; i sette re di Roma; l'apologo di Menenio Agrippa; le oche del Campidoglio; l'umiliazione delle Forche Caudine; i tribuni della plebe Gaio e Tiberio Gracco; Mario, Silla e la prima guerra civile; il primo triumvirato e le Idi di marzo - rivivono in un appassionante racconto, dove ha pieno risalto la maestria di Anthony Everitt. In una Roma che si trasforma da semplice villaggio agricolo a capitale di un immenso impero l'autore tratteggia gli scontri tra patrizi e plebei, le guerre di espansione per annettere territori sempre più lontani e la politica di inclusione nell'offrire la cittadinanza romana ai popoli conquistati. Col tempo le leggi costituzionali su cui si reggeva la Repubblica vengono accantonate e l'abitudine al compromesso politico lascia la strada alla violenza e, infine, alla guerra civile. Pertanto, quando nasce l'Impero, Roma ha sì conquistato il mondo, ma ha anche minato al suo interno le tradizionali virtù che avevano accompagnato lo sviluppo della società repubblicana. Il volume è affollato di ritratti di personaggi storici indimenticabili come Cincinnato, Scipione l'Africano, Annibale, ma anche di grandi intellettuali che diverranno esemplari nella storia del pensiero politico occidentale: Catone il Censore, lo statista che si scaglia contro la decadenza dei suoi tempi, piuttosto che Cicerone, il grande oratore, campione delle virtù repubblicane, vittima delle ragioni della forza impersonate da Giulio Cesare. Everitt rilegge la storia della Roma repubblicana con un occhio sempre rivolto al presente, mostrando come lo sviluppo di quella società, di quelle lotte politiche, di quei conflitti tra le classi siano diventati modelli attraverso cui comprendere il cammino della nostra civiltà.‎

‎Frediani Andrea‎

‎Le grandi battaglie di Giulio Cesare. Le campagne, le guerre, gli eserciti e i nemici del più celebre condottiero dell'antica Roma‎

‎ill., ril. Tra i grandi generali della Storia, Giulio Cesare merita un posto di primo piano. Non fu un innovatore, né un tattico di grande fantasia e genialità, ma la capacità di ottenere il massimo da un esercito, la rapidità d'azione e l'acume in battaglia, l'astuzia e la capacità di rischiare sono doti che solo Napoleone ha potuto vantare in eguale misura. L'esercito che Cesare forgiò in dodici anni di guerre quasi ininterrotte fu uno dei più motivati, efficienti e compatti che la storia militare ricordi, e i suoi nemici furono un campionario di popoli e personaggi di straordinaria ampiezza: galli, germani, celtiberi, egiziani, pontici, numidi, britanni e gli stessi romani, guidati da capi spesso di notevole spessore o prestigio, come Pompeo Magno, Vercingetorige, Ariovisto, Cassivellauno, Labieno, Metello Scipione, Giuba, Farnace. Molte delle sue battaglie, da Alesia a Durazzo, da Farsalo a Zela, da Tapso a Munda, costituiscono un esempio di arte militare, sia campale che ossidionale, dalla cui conoscenza nessun appassionato può prescindere. Alcune di queste battaglie Cesare le perse, ma vinse tutte le guerre, grazie alla determinazione che seppe trasmettere ai propri soldati, i quali combatterono e morirono per lui con una dedizione e una convinzione raramente riscontrabili in altri eserciti.‎

‎Oliverio L. (cur.)‎

‎Elementi di storia romana‎

‎br. Questo piccolo manuale, che si propone come un pratico strumento per affrontare l'esame di storia romana, si rivolge sia agli studenti universitari delle facoltà umanistiche sia a quanti devono prepararsi in breve tempo ad una prova di concorso oppure devono ripassare rapidamente degli argomenti già appresi su testi più voluminosi. La storia romana è trattata in questo volumetto cercando di delinearne le fasi essenziali da un punto di vista sociale e politico, pur partendo da dati storici di base, e dalla più comune storia evenenziale. Il testo si propone, per chi ha già studiato gli argomenti d'esame attingendo da altre fonti, cartacee o on-line, anche come strumento di riflessione sull'evoluzione storica di Roma, a partire dalla civiltà di contadini-guerrieri del periodo monarchico, per giungere fino agli sviluppi più tardi dell'Impero. Il Last minute Elementi di storia romana è articolato in undici capitoli, che corrispondono ad altrettante fasi della storia di Roma: dai primi insediamenti umani nella penisola italica alla caduta dell'impero. La trattazione di questo importante e complesso periodo storico viene condotta in maniera sintetica, ma ponendo in evidenza, anche attraverso la differenziazione dei corpi tipografici, gli aspetti più significativi e avvalendosi, ove necessario, di corredi didattici come cronologie, glossari e cartine geografiche.‎

‎Casalino Giandomenico‎

‎Il nome segreto di Roma. Metafisica della romanità‎

‎br. Casalino si basa nella sua interpretazione sulle simbologie alchemiche, astrologiche e mitiche per indicare i sensi profondi e universali della "Romanità" e il significato che assunse nella "Storia" la nascita di Roma, sino al punto di affermare che la vera Tradizione dell'Occidente nacque con essa. Questo volume riunisce due saggi dell'autore apparsi venti anni fa, "Aeternitas Romae. La via eroica al sacro dell'Occidente" e "Il nome segreto di Roma". Uno studio nel segno di Julius Evola e del suo tentativo di ripresentare, reinterpretare e far rivivere gli aspetti spirituali e metafisici della Romanità e quello che Roma e l'Impero significarono e potevano ancora significare per gli italiani di un millennio dopo.‎

‎Giacobbo Roberto; Zerbini Livio‎

‎Il segreto di Annibale. 218 a.C. Il viaggio che cambiò la storia‎

‎brossura È un'impresa mai tentata prima, quella del generale cartaginese Annibale: scavalcare le Alpi con l'intento di invadere l'Italia e porre fine al conflitto che contrappone Roma e Cartagine per il dominio del Mediterraneo. L'esercito di Annibale conta 30.000 uomini e centinaia di animali, tra cui un branco di elefanti: è una campagna ambiziosa, ancora oggi considerata una delle più grandi imprese dell'antichità, entrata fin da subito nella storia e nel mito. Eppure, per molti anni è stata circondata da misteri. Annibale partì dal Nord Africa per arrivare alla Penisola dalle Alpi attraverso i Pirenei e la Gallia: ma da dove passò esattamente, e come? Di quale valico si servì: attraversò le montagne dal passo del Piccolo San Bernardo, dal passo del Moncenisio, dal colle Clapier o dal Monginevro? Perché è stato tanto difficile ritrovare le tracce di una spedizione così imponente? Quali strategie, imprevisti e tradimenti guidarono i passi del condottiero, una volta giunto in Italia? Oltre duemila anni dopo il viaggio di Annibale, Roberto Giacobbo ci fa rivivere, in pagine avvincenti, la sua storia e i suoi segreti, accompagnandoci "sul campo" insieme agli scienziati che, con i loro studi, hanno portato alla luce la verità, diversa da quella narrata da autori classici come Tito Livio o Polibio. Dal giuramento di odio eterno a Roma alla lunga marcia tra i ghiacci alpini, e dall'epica battaglia di Canne allo scontro fatale di Zama, il romanzo di Annibale, emozionante e ricco di colpi di scena, ci restituisce intatta e viva una delle più affascinanti avventure del mondo antico.‎

‎Carcopino Jérôme‎

‎La vita quotidiana a Roma all'apogeo dell'impero‎

‎br. Dalla toletta mattutina alla cena serale, le occupazioni e il tempo libero di Roma antica in un vivacissimo affresco storico. Jérôme Carcopino (1881-1970), uno dei più grandi storici dell'antichità romana, è stato direttore dell'École française di Roma e Accademico di Francia.‎

‎Carandini Andrea‎

‎Roma. Il primo giorno‎

‎ill., br. "Vorrei prendere per mano il lettore e farlo scendere per circa dodici metri nel sottosuolo di Roma - lì dove un tempo, su macerie e immondizie, crescevano gli abitati - e risalire per oltre ventisette secoli alla ricerca del primo giorno della città: il 21 aprile di un anno intorno al 750 a.C. Ma cosa nasceva quel giorno? Cosa ne è seguito di importante nei millenni, per noi e per la storia del mondo? Nelle iscrizioni calendariali romane si legge: "Roma condita", fondata. Poco importa l'anno preciso, se il 750 a.C. o, come sostenevano gli storici romani, tra il 758 e il 728 a.C. Conta piuttosto che Roma sia nata, come città e come Stato, tra il 775 e il 675 a.C., nel secolo cui la tradizione attribuisce i regni di tre re fondatori: il violento Romolo, l'anemico Numa Pompilio e Tullo Ostilio. La leggenda di Roma, narrata dagli storici e ricordata per dettagli dagli eruditi antichi, è una grande congerie di temi mitici e di avvenimenti presunti, che occorre scavare stratigraficamente. Come in tutti i miti del mondo, anche in questo si racconta l'origine di qualcosa che emerge dal nulla; così facendo, la leggenda esprime a un tempo una verità e una falsità. La fondazione di Roma è senz'altro un inizio epocale, che ha tuttavia altri importanti inizi alle sue spalle, per cui non nasce dal niente e il mito, più che sublimare, oscura la realtà precedente."‎

‎Ward Perkins Bryan‎

‎La caduta di Roma e la fine della civiltà‎

‎ill., br. Roma non è caduta. O almeno cosi dicono le più recenti teorie storiografiche. La transizione al dominio germanico sarebbe stata graduale e pacifica, risultato di una progressiva integrazione delle popolazioni del nord, vitali ma primitive, nel grande organismo imperiale, raffinato e ormai prossimo all'esaurimento. II loro mescolarsi avrebbe dato vita a una nuova era di positive trasformazioni culturali. Niente affatto, sostiene Bryan Ward-Perkins. Ma quale integrazione, quale proficua sistemazione delle popolazioni esterne entro i confini dell'impero! "I Germani che invasero l'impero d'Occidente occuparono o estorsero con la minaccia della forza la massima parte dei territori in cui si stabilirono, senza alcun accordo formale sulla divisione delle risorse con i loro nuovi sudditi romani. Dovunque si abbiano testimonianze di una certa ampiezza, la norma era indubbiamente la conquista o la resa alla minaccia della forza, e non un accordo pacifico".‎

‎Mazzarino Santo‎

‎L'impero romano. Vol. 1‎

‎br. "L'impero romano, lungi dall'essere la roccaforte della conservazione, è piuttosto l'immagine della disgregazione di un mondo, la storia della classicità che si disfa e muore: il fatto sociologico più rilevante nella storia della nostra cultura." In quest'opera, Santo Mazzarino affronta i grandi temi della civiltà occidentale, dal saeculum Augustum alla fondazione degli stati romano-barbarici nel V secolo d.C, in una sintesi che salda la storia dell'Impero alla storia della Chiesa cristiana. Il racconto della cultura romana, dell'economia, della religione e la storia politica e militare si intrecciano in questa organica e brillante narrazione dell'apogeo e della lunga crisi del mondo romano.‎

‎Fezzi Luca‎

‎Modelli politici di Roma antica‎

‎br. Quali istituzioni politiche hanno accompagnato e determinato la straordinaria vicenda storica di Roma antica? Che cosa conosciamo del loro funzionamento e della loro evoluzione? Quali sono stati i principali interrogativi della lunghissima tradizione esegetica della quale siamo debitori? In base a quali suggestioni, invece, per secoli si è reinterpretato, attualizzato e, non da ultimo, strumentalizzato il vincente - e avvincente - "modello romano" nelle sue varie declinazioni? Per quali ragioni la comprensione di concetti politici d'indubbia attualità non può prescindere dallo studio di Roma antica? Tenendo presenti questi interrogativi di fondo, l'autore propone una guida sintetica al complesso sistema politico-istituzionale romano: un sistema che, lungi dall'essere morto o troppo lontano, offre ancora molti spunti di riflessione.‎

‎Bettini Maurizio‎

‎Dèi e uomini nella città. Antropologia, religione e cultura nella Roma antica‎

‎ill., br. Il volume accompagna il lettore in un appassionante viaggio attraverso aspetti meno consueti, ma non per questo meno rilevanti, che caratterizzano la cultura dei Romani: il modo in cui essi immaginarono la fondazione della loro Città, assimilandola a un vero e proprio atto cosmogonico; l'apertura che caratterizzava la loro religione, che permetteva di identificare una divinità straniera con una divinità propria; il rituale che caratterizzava il funerale gentilizio, tale da combinare epica solennità e derisione del defunto; la sorprendente "biografia" della divinità più strettamente legata alla vita familiare romana, il Lar; l'origine e il significato della nozione di auctoritas, che i Romani legavano strettamente alla capacità di attribuire "crescita" e successo alle azioni che si intraprendono; infine. la singolare posizione ricoperta dai nati per mezzo del cosiddetto "parto cesareo", una pratica che ha radici non solo nelle progressive acquisizioni della tecnica chirurgica, ma anche nel mito e nella credenza. Passo dopo passo, la sequenza dei capitoli permette di scoprire una Roma di cui non si sospettava l'esistenza.‎

‎Apicio Marco; Carazzali G. (cur.)‎

‎L'arte culinaria. Manuale di gastronomia classica. Testo latino a fronte‎

‎brossura Marco Gavio, soprannominato Apicio, è passato alla storia come il più grande esperto di gastronomia dell'antichità. Alle raffinatezze culinarie egli dedicò la sua vita e anche il suo patrimonio, peraltro ingentissimo, fino a quando, secondo la testimonianza di Seneca, si ridusse in povertà e si suicidò. L'opera a lui attribuita, "De re coquinaria", rivela l'evoluzione dei gusti alimentari e insieme lo stile di vita della classe dominante romana fino alle soglie della caduta dell'Impero. Il testo, accompagnato da note sulle singole ricette e sugli ingredienti citati, è preceduto da un'introduzione che illustra le curiose abitudini culinarie degli antichi inquadrandole nel contesto storico e linguistico delle diverse epoche considerate.‎

‎Brizzi Giovanni‎

‎Storia di Roma. Dalle origini ad Azio‎

‎brossura‎

‎Donati Angela‎

‎Viator. Il viaggio dei romani‎

‎br.‎

‎Zanker Paul‎

‎La città romana‎

‎ill., br. "Chi parla di una tipica 'città romana' intende, di norma, una città a pianta ortogonale, come quelle che si incontrano nelle regioni che una volta formavano la parte occidentale dell'Impero". È quasi un paradosso: rispetto a questa struttura, Roma non si presenta affatto come una tipica 'città romana'. Ma è Roma che ha fatto da modello per intere generazioni, in particolare per le più importanti tipologie di edifici pubblici.‎

‎Carandini Andrea‎

‎La fondazione di Roma raccontata da Andrea Carandini‎

‎ill., br. "Ho deciso, ormai molto tempo fa, di studiare le origini di Roma, di ripartire dalla leggenda e di analizzare le sue moderne interpretazioni, alla luce della mia formazione particolare, io sono un archeologo, cioè uno storico che si avvale prima di tutto delle cose fatte dall'uomo e di ciò che di esse è rimasto nel terreno. Ho avuto la fortuna di scavare per tanti anni nei luoghi citati dalla leggenda, dove Roma sarebbe stata fondata e dove avrebbero vissuto i primi re. Ho raccolto in questi scavi tante testimonianze materiali, esterne alla tradizione letteraria, eppure risalenti a quei tempi lontani e che richiamano gli eventi e le azioni di quei leggendari personaggi. Ecco perché non credo che la leggenda sulle origini di Roma sia una favola. Credo piuttosto che sia una tradizione in cui verità e finzione sono entrambe presenti, ma intimamente mescolate. Distinguere e separare l'una dall'altra provando a risalire a quanto effettivamente accadde nei primi tempi della città è un compito difficile, un percorso pieno di ostacoli, in cui capiterà di pescare dalla memoria letteraria degli antichi, ma anche di scendere sotto terra, attingendo dalla memoria accumulata nel terreno, sotto i nostri piedi di moderni romani." (Andrea Carandini)‎

‎Price Simon; Thonemann Peter‎

‎In principio fu Troia. L'Europa nel mondo antico‎

‎ill., br. Lingue, calendari, sistemi politici: è incredibile quanto ancora oggi continuiamo a vivere all'ombra del mondo classico e quanto ancora adottiamo schemi di riferimento creati dalle antiche culture mediterranee. Lo stesso accadeva anche agli abitanti di quelle civiltà: i loro miti, la loro storia, i loro edifici erano il frutto di un raffinato confronto con un passato già antico e riverito, fatto di grandi personaggi, scrittori, migrazioni e guerre. Anzi, la nostra conoscenza così precisa dell'antichità è dovuta in gran parte proprio all'importanza ossessiva che tante generazioni di Greci e Romani attribuirono alla loro storia, interpretando e reinterpretando continuamente i propri miti e leggende. "I Greci non consideravano i propri miti 'mitologici', ossia alla stregua di storie fiabesche, ma come racconti di un passato remoto che si potevano ricollegare a luoghi e oggetti realmente esistiti". Per loro e per i Romani, la guerra di Troia e gli eventi immediatamente successivi costituirono il limite più antico della consapevolezza del passato umano e divennero le fondamenta dell'identità europea. Questo libro è un racconto di lungo respiro che spazia dalla Scozia alla valle del Nilo, dalla costa atlantica del Portogallo alle montagne dell'Armenia, con due popolazioni protagoniste su tutte e un'era, dalla civiltà minoica al tardo impero romano, che da alcuni punti di vista è molto remota, ma da altri è sorprendentemente vicina.‎

‎Brizzi Giovanni‎

‎70 d. C. La conquista di Gerusalemme‎

‎ril. "A salvare il Tempio non valsero né gli sforzi dei Giudei, subito accorsi a combattere le fiamme, né l'intervento di Tito in persona, che si precipitò alla testa del suo stato maggiore ordinando ai soldati di spegnere l'incendio. Ormai la violenza dello scontro era cresciuta a dismisura e gli ordini non venivano più ascoltati da uomini che, sentendo di avere finalmente in pugno la vittoria, erano in preda ad un furore incontenibile e ad una smodata brama di saccheggio. Anziché estinguere le fiamme, le alimentarono. Il Tempio era perduto." Il conflitto tra Romani ed Ebrei fu una guerra ai limiti del genocidio, segnata dalla totale incomunicabilità tra le due parti: lo zelo ebraico verso la Legge divina da un lato, la devozione romana per le umane leggi dell'impero dall'altro. Un disastro per Roma, che nello scontro dissipò buona parte della sua forza militare e disperse un patrimonio non rimpiazzabile di energie vitali, quasi quanto per gli sventurati Ebrei. Una vicenda i cui cupi rintocchi continuarono a lungo a risuonare, non solo in Oriente.‎

‎Braccesi Lorenzo‎

‎Agrippina, la sposa di un mito‎

‎br. Dal padre aveva appreso la disinvoltura a convivere con le truppe. Dalla madre il carattere passionale e l'arroganza di casta non disgiunta dalla capacità di sedurre anche i ceti subalterni. Dal nonno Augusto aveva ereditato il senso dell'autorità e il rispetto per la tradizione dei valori romani. Ma Agrippina era donna e, se una donna del I secolo d.C. voleva emergere, doveva pilotare nell'ombra l'azione del marito. Lorenzo Braccesi ricostruisce le inclinazioni politiche, i vertici di gloria, le vicende d'amore e di disperazione di Agrippina, personalità dirompente della dinastia giulio-claudia.‎

‎Coloru Omar‎

‎L'imperatore prigioniero. Valeriano, la Persia e la disfatta di Edessa‎

‎br. Nel 260 d.C. l'imperatore Valeriano viene catturato dal 're dei re' Shapur I: finirà i suoi giorni in Persia in una vergognosa prigionia. Per i Romani è una catastrofe senza precedenti, ancor più terribile di quella avvenuta a Carre nel 53 a.C. Roma si trova così a dover affrontare la fase peggiore della crisi che affligge l'impero nel terzo secolo. I Persiani premono sui confini orientali, i territori dell'Europa occidentale sono sconvolti dalle incursioni delle popolazioni barbariche, mentre in tutto l'impero infuria la persecuzione dei cristiani voluta dall'imperatore, che vede in questa religione una minaccia per la tenuta dello Stato. La cattura di Valeriano provoca movimenti separatisti all'interno dell'impero stesso che portano l'usurpatore Postumo a creare un impero delle Gallie. Ancora più della disfatta di Carre, la fine ingloriosa di Valeriano peserà come una macchia indelebile nell'immaginario romano.‎

‎Vincenti Umberto‎

‎La costituzione di Roma antica‎

‎br. Nel mondo antico Roma visse come entità politica indipendente per quasi milletrecento anni, nel corso dei quali le regole attributive del potere pubblico variarono più volte. La progressiva evoluzione fu categorizzata dagli stessi romani, che individuarono una pluralità di tipi di costituzione: dalla monarchia alla repubblica, dal principato augusteo al dispotismo del dominato dioclezianeo-costantiniano. In seguito, le forme della res publica - e le virtutes dei suoi cittadini - furono utilizzate dal pensiero giuspolitico moderno in funzione della costruzione dello stato di diritto. La res publica romana divenne così un modello a cui si ispireranno le rivoluzioni settecentesche e il costituzionalismo che da queste geminò. Questo modello è tuttora studiato e ammirato: da esso - dalla sua struttura antitirannica - trae oggi ispirazione il miglior pensiero neo-repubblicano, impegnato a contrastare la deriva oligarchica delle democrazie contemporanee.‎

‎Brizzi Giovanni‎

‎70 d. C. La conquista di Gerusalemme‎

‎br. "Qualcosa di tremendo e sconosciuto scuote il mondo nel primo secolo dopo Cristo, scardina la polis antica e mina le fondamenta dell'impero. Giovanni Brizzi fornisce dati agghiaccianti. Nello spazio mediterraneo i morti sono quelli di una piccola Shoah. Scavi recenti nelle fondamenta di Cirene hanno portato in luce i segni di un vero e proprio cataclisma. Per la prima volta Roma si trova di fronte a combattenti fanatici e indomabili, ebbri di furore religioso. Da allora i due mondi si divideranno e la proverbiale capacità di assorbimento dei Romani nei confronti di culture 'altre' nulla potrà con i titolari della prima religione del Libro." (Paolo Rumiz)‎

‎Momigliano Arnaldo; Mastrocinque A. (cur.)‎

‎Manuale di storia romana‎

‎brossura‎

‎De Feo Vittorio‎

‎La piazza del Quirinale‎

‎ill., ril.‎

‎De Bellis Gina‎

‎Roma. Alla luce di uno sguardo-Rome. The inner light of a glance. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il titolo simbolico racchiude l'essenza propria di Roma che si svela in oltre 80 scatti corredati da didascalie in italiano e inglese. "Un occhio contemporaneo osserva la città antica e non nascono parole ma immagini" che immortalano tanto gli angoli più insoliti quanto i luoghi più conosciuti della "città degli echi, delle illusioni e del desiderio". Un desiderio che si rinnova ogni qualvolta la si guarda davvero. Un desiderio di costante ricerca della luce emanata ovunque tanto da divenire essa stessa un'eco che suona e risuona dentro e fuori chiunque l'ascolti e la intercetti. Una luce dominante realtà e fotografie che restituiscono l'istante esatto vissuto. Una luce che si rintraccia sia nell'immagine dell'ingresso ai giardini segreti e al padiglione dell'uccelliera a Villa Borghese sia in quella dei panni stesi a via di Tormarancia o al Tufello oppure ne la porta di bronzo del tempio del Divo Romolo al foro romano o nella street art a Testaccio e ancora nel Colosseo dopo la nevicata del febbraio 2012 o nelle cupole delle chiese Santa Maria dei miracoli e Santa Maria in Montesanto a Piazza del Popolo, più suggestive così imbiancate.‎

‎D'Amato Raffaele‎

‎Centurioni romani. 753 a.C.-500 d.C.‎

‎ill. L'immagine popolare della legione romana è strettamente collegata a quella della sua più famosa classe di ufficiali: i centurioni, caratterizzati dalla cresta trasversale sull'elmo, dagli schinieri decorati a protezione delle gambe, dal bastone di vite impugnato nella mano destra. Furono i centurioni a mantenere esercizio e disciplina tra i legionari, con brutalità ma con efficacia, e furono le loro virtù militari e il loro coraggio a costituire il nerbo della macchina militare romana. Attingendo a una gran quantità di reperti archeologici e di fonti storico-letterarie, questo libro descrive gli incarichi, le carriere e l'aspetto dei centurioni durante l'epoca regia, consolare e classico-imperiale, fino alla caduta dell'Impero d'Occidente.‎

‎Fields Nic‎

‎I legionari di Roma in età repubblicana 298-105 a. C.‎

‎ill., br. Dall'ultima, grande guerra contro i Sanniti (298-290 a.C.) all'apice della gloria della Repubblica nel I secolo a.C., la potenza di Roma si espresse attraverso le sue legioni. Furono gli uomini che vi combattevano a conquistare la penisola italica, a sconfiggere i magnifici regni ellenistici e a distruggere l'impero commerciale di Cartagine. Alla fine, tutto il bacino del Mediterraneo si trovò sotto il dominio di Roma, tra province governate da magistrati romani e Stati clienti. Questo libro prende in esame la formazione, l'addestramento e lo sviluppo degli uomini che costruirono quel grande impero: i legionari della Roma repubblicana.‎

‎Brandizzi Vittucci Paola‎

‎La gens Aelia Lamia. Personaggi e monumenti del I sec. a.C. a Sperlonga Roma e Formia‎

‎br. Nel 1848, in via Graziosa all'Esquilino, durante lavori di riqualificazione urbana, vengono alla luce resti di una domus, allora datata intorno al 50 a.C. Oggi, partendo dall'esame delle decorazioni e in particolare dal paesaggio rappresentato - la costa di Sperlonga - nelle splendide pitture murarie, Paola Brandizzi Vittucci propone una ridatazione della casa ad epoca augustea, affermando possibile attribuire la dimora a un membro appartenente alla gens Aelia Lamia. L'esame delle notizie fornite dalle fonti a proposito dei vari componenti della gens e dei monumenti ad essi collegabili, a Roma e a Formia, permette infatti di costruire un quadro cronologico convincente, attingendo anche alla biografia di personaggi storici contemporanei, in particolare Cicerone, fortemente legato ai Lamia.‎

‎Gibbon Edward‎

‎Declino e caduta dell'impero romano. Ediz. integrale. Vol. 6‎

‎br. Lo sguardo posteriore, ma profondo di uno storico che sa fare i conti con l'intera epopea della romanità. Fatti, economia, diritto e cultura, questo monumentale lavoro di ricostruzione e racconto si confronta con la civiltà della grande Roma, per scoprire punti di vista nuovi, pragmatici e fecondi. "Declino e caduta dell'Impero romano" ci offre un metodo storico ricco di insegnamenti e un nuovo senso critico per l'osservazione della nostra stessa realtà. Questo lavoro rappresenta la summa degli studi di Gibbon e un autentico autoritratto della mentalità settecentesca che lo rendono un'opera imprescindibile ancora oggi.‎

‎De Vito Francesco; Deriu Sara‎

‎I sette re di Roma. La nascita della città eterna tra mito e storia‎

‎br. Nel 753 a.C, sul colle Palatino, nasce Roma, una piccola città pastorale che ha scolpita dentro di sé la vocazione, il destino della grande civiltà. Roma sembra quasi stagliarsi da una sorta di "caos primordiale". La storia dei sette re di Roma, quindi, è la storia di sette uomini che si trovarono a governare una popolazione rurale, arretrata, preistorica, informe e di come riuscirono a scolpire su di essa i tratti - seppure abbozzati, embrionali, perfettibili - della grande civiltà che Roma di fatto diventò nei secoli a venire. In questo libro ritroverai le gesta e il carattere dei sette mitici re, dei primi uomini chiamati a incarnare le diverse anime della prismatica, benché ancora embrionale, personalità romana. In un racconto, solo in parte illuminato dalle scoperte archeologiche e dalle testimonianze storiche e letterarie giunte fino ai nostri giorni, scoprirai i primi due secoli della stona di Roma, gli albori della caput mundi.‎

‎De Magistris Elio‎

‎Elea Velia. Indicatori di frontiera, economia del territorio‎

‎ill., br. La definizione dei confini del territorio di Elea Velia dal tardo arcaismo all'età imperiale è tra gli scopi di un survey su un'area di circa 400 kmq, illustrato in questo libro. La ricerca di superficie si è concentrata sui marcatori di frontiera, luoghi di culto liminari e installazioni difensive o di avvistamento, utilizzando, oltre le odierne tecniche di analisi, le categorie descrittive spaziali usate per tutta l'antichità classica, così come attestate dall'epigrafia confinaria greca e latina: ne risultano inattesi ampliamenti del territorio di Poseidonia a nord e delle tribù lucane a sud. Le aree costiere sono poi assorbite nella chora eleatica con una cesura delle valli fluviali anomala nel contesto dei confini spontanei di età arcaica e classica (l'antiqua observatio dei Gromatici), ma sperimentata anche nella focea Massalia.‎

‎Nonnis Giuseppe Luigi‎

‎La flotta di Roma imperiale‎

‎br. La potenza di Roma è stata costruita non solo dalle legioni, la più perfetta macchina da guerra che il mondo abbia mai conosciuto, ma anche dalle flotte che andarono a costituire la marineria romana fin dai tempi repubblicani. In questo denso e approfondito volume, l'autore esamina, attraverso l'incrocio di tutte le fonti disponibili - letterarie, archeologiche, epigrafiche, numismatiche - l'evoluzione della flotta capitolina, la sua composizione, gli armamenti in dotazione, la tipologia delle imbarcazioni, con particolare attenzione al personale di bordo - i classiarii - che servirono sotto le insegne della repubblica prima e dell'impero poi. Un viaggio affascinante, ricco di spunti, che delinea a tutto tondo il modello strategico e l'impiego di questo potente mezzo di persuasione che contribuì grandemente all'ascesa dell'Urbe.‎

‎Madrak Marzena‎

‎Rome I regulation and employment contracts‎

‎br.‎

‎Camous Thierry‎

‎Tarquinio il Superbo. Il re maledetto degli Etruschi‎

‎br. Il più fastoso, il più potente dei re di Roma, colui che fece costruire i suoi monumenti più grandiosi e che impose ai Latini il suo potere, sarà considerato dai Romani un tiranno sanguinario. Il ricordo della sua dominazione basterà da solo a scongiurare per sempre il ritorno della monarchia. Ma il Superbo fu davvero un tiranno così megalomane e crudele? O tale giudizio esprime il punto di vista dei vincitori, che volevano vendicarsi del nemico etrusco e rovinarne la reputazione, dopo averne distrutto il potere e persino l'identità culturale? E ancora, i sette re, di cui tre etruschi, regnarono veramente su Roma come sostengono in coro gli storici greci e romani? Ripercorrendo le varie tappe di una leggenda, quella del re di Roma maledetto e superbo, l'autore cerca di scoprire le caratteristiche di un regno magnifico e crudele, quale fu la monarchia etrusca di Roma, indagando le cause della sua potenza.‎

‎Tessari Luciano; Goccia F. (cur.); Boni C. (cur.)‎

‎La grande Roma di Liedholm. Raccontata dai protagonisti dello scudetto'82-'83‎

‎br. "La grande Roma di Liedholm" non è un libro, ma un viaggio nel tempo e nelle emozioni: dal titolo italiano alle tre Coppa Italia, fino alle notti di Coppa dei Campioni e all'amore sconfinato dei romanisti per la meravigliosa creatura del presidente Viola e del maestro svedese. Il racconto di una squadra memorabile in un calcio d'altri tempi; un gruppo di giocatori che ha scritto forse le pagine più belle della gloriosa storia giallorossa. Per la prima volta - è questa la grande novità -, quella fantastica squadra si racconta, "diretta" da Luciano Tessari (allenatore in seconda di Liedholm) nelle interviste raccolte da Francesco Goccia e Carlotta Boni. Ogni giocatore da Falcao a Conti, dal numero 1 Tancredi al bomber Pruzzo, passando per Chierico e Nela, - svela i propri aneddoti, disegnando un quadro unico del "Barone" e delle sue scaramanzie, della città di Roma, delle vittorie in Coppa Italiae dello lo Scudetto, fino alle notti in Coppa dei Campioni e tanto altro.‎

‎Vasi Giuseppe‎

‎Vedute di Roma nel '700. Ediz. illustrata. Vol. 2: Chiese, conventi, ville, giardini in cento incisioni tratte dalle «Magnificenze di Roma» (voll. 6-10)‎

‎ill., br. Con la presentazione delle 200 stampe numerate, nucleo essenziale dell'opera "Delle Magnificenze di Roma Antica e Moderna "di Giuseppe Vasi (1710-1782), pubblicata in 10 libri tra il 1747 e il 1761, si intende restituire il volto e la struttura urbanistica della capitale cristiana nel momento in cui si stava trasformando in una città "moderna", arricchendosi, per volontà di pontefici e mecenati, di luoghi utili allo svolgimento dei complessi rapporti sociali e di opere funzionali, oltre che al decoro urbano, alle attività lavorative e commerciali. Pur mostrandosi aperto e sensibile allo spirito dei nuovi tempi, nel carattere documentativo delle sue incisioni, nella lucidità della visione e nel suo vivace senso di concretezza, l'artista rimane tuttavia legato allo spirito ancien régime che informa la corte pontificia e gli esponenti più in vista della società romana nel XVIII secolo. Il suo amore disincantato per la città, il suo interesse contemplativo per le antichità, il suo febbrile ed originale modo di lavorare all'acquaforte 'per coperture', affascineranno in particolar modo il giovane Piranesi che, giunto a Roma nel 1740, prenderà lezioni di incisione proprio presso il laboratorio del Vasi, ma supererà poi il maestro offuscandone meriti e peculiarità. Ad una resa della città fredda e analitica e alla veduta particolaristica delle emergenze monumentali ed architettoniche, tipica degli incisori che lo avevano preceduto, Vasi contrappone infatti una veduta più fine...‎

‎Scavino Renato‎

‎La medicina magica nell'antica Roma‎

‎brossura‎

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