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‎Burgio Valeria‎

‎Rumore visivo. Semiotica e critica dell'infografica‎

‎br. Il libro indaga in chiave critica il campo dell'infografica, mostrando come i grafici informazionali, lungi dall'essere semplici trasposizioni di dati su un piano cartesiano, siano sempre forme di relazioni tra contenuti tradotte in un artefatto visivo. Dovendo mediare tra osservazione scientifica e divulgazione della conoscenza, le infografiche possono portare in sé tracce di incertezza e di errore, rimettendo così in discussione il processo stesso di acquisizione del dato e distanziandosi da quel presunto carattere di oggettività e trasparenza che spesso è loro attribuito. Al di là di una funzione informativa e descrittiva, i grafici esprimono punti di vista e agiscono sulla realtà, affermandosi come potenti strumenti di persuasione. Questo loro carattere performativo è emerso in modo evidente durante la pandemia da Covid-19 e permea la comunicazione visiva legata al cambiamento climatico.‎

‎Zoboli Nino Duilio‎

‎Vocaboli e modi di dire del dialetto di Nonantola‎

‎brossura‎

‎Lardo Vincenzo‎

‎Storie di parole, di uomini e di fatti. Un viaggio nella lingua di Castelsaraceno‎

‎ril. Vi sono tante qualità da salvare della vita e della storia del nostro paese: il senso della famiglia, l'onestà e la dirittura morale della gente, l'amore e il rispetto per la terra e il creato, l'orgoglio nella povertà, il senso del sacro, la bellezza della lingua che chiamiamo dialetto, ma che è lingua ufficiale a tutti gli effetti. Le nostre storie, le fatiche di chi ci ha preceduto, le vicende trascorse nel tempo tra i muri delle case o nei boschi, tra le colline che delineano variegati orizzonti o monti che chiudono lo sguardo, vanno proclamate, tenute in considerazione e onorate, perché noi siamo una grande civiltà. Abituiamoci a vivere il nostro luogo, il paese, con più entusiasmo e più sacralità. Questo scritto va nella direzione di dare un contributo di orgoglio a chi abita Castelsaraceno e ha il coraggio di starci dentro. La lingua è unità; l'unità è il segno di una comunità. "Che vita è la vostra se non avete vita in comune?" (Thomas Eliot) In questo lavoro ho rubato e raccontato storie; ho spiato fra le parole, ho raccolto e riunito pezzi di canti sommersi. Per amore al paese, alla sua gente e per conservare la memoria della comunità.‎

‎Corrado Gianluca‎

‎La differenza del segno. Una semiotica altra nel Giappone di Roland Barthes‎

‎br. A cinquant'anni dalla sua uscita, "L'empire des signes" di Roland Barthes continua a sorprendere. Testo sul calligrafismo in sé finito con cui la civiltà nipponica graffisce ogni aspetto della propria cultura, dalla cucina alla scrittura, dalle composizioni floreali all'organizzazione dello spazio, in controluce è un libro sui limiti della logica occidentale del segno, dominata dall'ansia del significato e da interpretazioni pronte a sistematizzarlo. Ne emergono un inno alla effervescenza di senso della semiosi orientale e l'auspicio di una rinascita del segno occidentale, invitato a emanciparsi dalla immancabilità di istanze semantiche. Ma, dato che in gioco vi è una concezione originariamente differente del modo di mediare le cose con le parole e i segni in generale, come fare perché lo stesso "Empire", nel profilare l'alter-natività giapponese, non riproponga di fatto l'ennesimo contenuto da adempiere, veicolato attraverso quel segno saturo, rapace e riduzionista che rimprovera all'Occidente? Ecco dunque la vera sfida nella caldeggiata palingenesi barthesiana: strutturarsi in un testo che cerchi il più possibile d'incorporare sulla propria significanza, prima che sul proprio significato, la differenza semiologica cui anela volgendo lo sguardo ad Est.‎

‎Berman Antoine; Giometti G. (cur.)‎

‎La traduzione e la lettera o l'albergo nella lontananza‎

‎br. Il testo che qui presentiamo corrisponde a un seminario che Antoine Berman ha tenuto a Parigi nel 1984, ed è stato pubblicato già l'anno successivo a cura dell'autore. Al centro della riflessione c'è, com'è evidente, il tema della letteralità nel tradurre, a partire dall'idea che non è possibile parlare di traduzione in senso stretto quando si mira alla semplice restituzione del senso, alla semplice ricerca di equivalenti, senza scontrarsi integralmente con il peso corporeo della lettera. Tuttavia la dimensione della lettera non è fungibile in maniera immediata - la letteralità viene quasi universalmente confusa con il "calco servile" - e tutto il seminario si applica nello sforzo di far emergere la natura più profonda e produttiva di questa dimensione, innanzitutto cercando di accerchiarla (la definizione "in cavo"), nominando una per una le tendenze "deformanti" che incessantemente l'aggrediscono nelle forme correnti di traduzione; quindi procedendo alla magistrale disamina di tre casi esemplari di traduzione letterale: Hölderlin traduttore di Sofocle, Chateaubriand traduttore di Milton e Klossowski traduttore di Virgilio. Lo stile - si tratta di un "testo di lavoro" - è rapido e informale, spesso declinante verso l'oralità, ma sorprendentemente sottile nella posizione delle domande e nella definizione dei problemi: al punto da costituire una guida preziosa tanto per chi si cimenti nella pratica del tradurre, quanto per chi osservi il fenomeno con occhio puramente teorico; ma anche - e forse soprattutto - per chi s'interroghi sull'espressione linguistica in generale: sui suoi vincoli spesso invisibili o inavvertiti, sui suoi spazi di libertà (quelli che solo l'esperienza della traduzione consente di riconoscere), sui piani imprevedibili - come quello etico, "religioso" e persino politico - in cui essa è messa realmente in gioco.‎

‎Fanciullo Franco‎

‎Introduzione alla linguistica storica. Nuova ediz.‎

‎br. Giunge alla quarta edizione questo utile avviamento allo studio della linguistica storica specificamente pensato per principianti. Chiariti i concetti centrali della disciplina (parentela e famiglia linguistica, i percorsi del mutamento) e analizzate le principali corrispondenze e similarità riscontrabili fra le lingue indoeuropee, l'autore illustra con molti esempi i modelli fondamentali per l'interpretazione del mutamento linguistico (neogrammaticale, geolinguistico, sociolinguistico). Gli ultimi due capitoli delineano poi un quadro integrato dei popoli indoeuropei.‎

‎Gil Alberto; Tapia-Velasco Sergio‎

‎Ars praedicandi. Come comunicare efficacemente la bellezza di Cristo e del suo messaggio‎

‎brossura Il libro vuole essere un sussidio per i sacerdoti che vogliono migliorare l'efficacia della loro predicazione, avendo come obiettivo la conversione di quanti li ascoltano; e anche per tutti coloro che vogliono essere strumenti sempre migliori nella comunicazione della Parola di Dio. Non è certamente un trattato scientifico di oratoria sacra, ma nemmeno la classica guida eminentemente pratica. Gli autori desiderano trasmettere, su base sistematica, le loro esperienze maturate nella comunicazione efficace della bellezza del messaggio cristiano, nonché la gioia che scaturisce dalla consapevolezza di essere collaboratori del grande comunicatore, il Logos divino.‎

‎De Lucia Daniel‎

‎La varietà giudeo-spagnola tra rivitalizzazione e obsolescenza‎

‎ill., br. I primi studi di linguistica ebraica in Italia e in italiano sono spesso ruotati intorno ad esponenti interessati del clero cattolico, a vaticanisti o sono stati formulati da studiosi classicisti comunque cattolici, come il Leopardi e de Luca. Gli studi propriamente linguistici e socio - linguistici, puntavano ad approfondire cioè, l'ebraico biblico per uno studio diretto dei testi sacri ereditati dall'Ebraismo nel Cristianesimo.‎

‎Gallo Daniele‎

‎Riconoscere e ospitare l'alterità. L'evoluzione etica dell'atto traduttivo come strumento di cultura e di mediazione linguistica‎

‎brossura Il concetto di traduzione è complesso e abbraccia la quasi totalità degli atti comunicativi manifestando lo strutturale bisogno dell'uomo di interpretare e decodificare la realtà che lo circonda. L'esigenza di comprendere l'Altro e di recuperare un'unità nella terribile e feconda molteplicità delle lingue esistenti è avvertita fin dalle origini, come conferma il celebre passo biblico della Genesi sulla costruzione della Torre di Babele, e attraversa l'intera storia umana intrecciandosi indissolubilmente con il costruirsi e il delinearsi delle varie tradizioni linguistico-culturali. Il testo ripercorre le tappe fondamentali di un dibattito secolare che ha coinvolto linguisti, filosofi, scienziati, teologi, antropologi, sociologi. Un'attenzione particolare è dedicata alla dimensione etica della traduzione, alla sua evoluzione di strumento culturale e di mediazione attraverso il quale si incontra l'Alterità all'interno di uno spazio comunicativo interculturale che si fonda sull'ospitalità delle differenze in esempi pratici e costitutivi della realtà sociale: accogliere lo straniero, dunque, evitando un trasferimento di senso etnocentrico e auto-referente ma, al contrario, mantenendo e garantendo la sua espressività, nel bilanciamento di lingue, culture e linguaggi.‎

‎Cortelazzo Michele A.‎

‎Il linguaggio amministrativo. Principi e pratiche di modernizzazione‎

‎br. Negli anni Novanta la semplificazione del linguaggio amministrativo è stata molto dibattuta da politici, amministratori, giornalisti, ricercatori. Poi l'interesse per il tema si è affievolito, come se il problema, soprattutto nel suo versante concreto della comprensibilità delle comunicazioni delle istituzioni pubbliche, fosse stato risolto. In realtà non è così. Il volume analizza la questione da diverse prospettive: quella descrittiva, con la definizione delle caratteristiche del linguaggio amministrativo; quella storica, soprattutto per quel che riguarda i tentativi di riforma; quella teorica, con il richiamo alle riflessioni su cosa si debba intendere per semplificazione linguistica; quella sociolinguistica, incentrata sul valore del linguaggio amministrativo come modello di prestigio o come "antilingua". Una parte considerevole della trattazione è di carattere operativo: il libro commenta esempi sia positivi sia negativi di testi amministrativi reali, ne propone riscritture, fornisce suggerimenti per una scrittura efficace e discute proposte organizzative per raggiungere l'obiettivo della modernizzazione del linguaggio amministrativo italiano.‎

‎Buonomo Valeria‎

‎L'interprete di lingua dei segni italiana‎

‎brossura Il volume, il primo dedicato specificamente al ruolo dell'Interprete di LIS (lingua dei Segni italiana), risponde a una triplice esigenza: far conoscere la professione di Interprete di lingua dei Segni ai non addetti ai lavori, avviare una riflessione sugli aspetti formativi specifici di tale lavoro e, soprattutto, dar voce a quanto per anni è rimasto un "segreto professionale" anche fra gli stessi interpreti. È a partire da un'introduzione essenziale alla LIS, in cui si presentano le regole fondamentali di tale lingua e se ne decostruiscono i pregiudizi più comuni, che si aprono le questioni centrali: il differente modo di stare al mondo dei sordi e il complesso rapporto che si instaura fra questi e gli interpreti; gli aspetti linguistici e tecnici della professione (non mancano esempi pragmatici) e infine, la componente emozionale che pervade il lavoro dell'interprete segnante. Questi infatti, confrontandosi costantemente con le soluzioni linguistiche dei due sistemi espressivi, svolge una complessa funzione di mediatore transculturale che deve tener conto del diverso formato del messaggio: orale e uditivo per la lingua vocale, manuale e visivo per la lingua segnata. Il testo si chiude con una panoramica sull'offerta formativa italiana e la prospettiva di un nuovo modo di fare formazione. Il volume si rivolge sia agli studenti dei corsi universitari ed extra-universitari sia agli interpreti professionisti e ai cultori della materia, nonché alle varie istituzioni collegate al mondo dei sordi segnanti.‎

‎Lotman Jurij Mihajlovic; Ponzio L. (cur.)‎

‎Semiotica del cinema e lineamenti di cine-estetica‎

‎br. L'opera filmica, in quanto opera artistica, richiede che ci si discosti dal "cronotopo quotidiano", in favore del "cronotopo letterario", stabilendo un nuovo ordine di concatenazione e un nuovo sistema di rapporti, per conferire alla passiva e statica realtà una drammatica e dinamica efficacia capace di esprimere una particolare concezione del mondo. Lotman, nella sua descrizione del testo cinematografico, fa frequentemente uso del termine musicale "polifonia" e dell'aggettivo "polifonico", impiegato anche da Bachtin, in riferimento alla scrittura letteraria e in particolare al "romanzo polifonico" di Dostoevskij. "Polifonia" è anche un concetto centrale nella ricerca teorica e creativa di Ejzenstejn. Polifonia drammaturgica, separazione e rottura dei nessi passivi e realistici, congiungimento di cose solitamente separate e distinte: tutto questo è collegato con ciò che Ejzenstejn chiama Ex-stasis, per indicare, nel film, un modello dinamico e temporale di passaggi e commutazioni da un registro espressivo a un altro (dall'immagine alla musica al colore).‎

‎Fortini Franco; Tirinato M. V. (cur.)‎

‎Lezioni sulla traduzione‎

‎br. Dal 1989, anno in cui furono tenute queste lezioni finora inedite, l'incremento della produzione teorica sul tema del tradurre è stato esponenziale, accompagnato dal progressivo fiorire di scuole di specializzazione, corsi universitari, master e via dicendo tesi a consacrarne la dignità di materia di studio autonoma. E tuttavia, a sottolineare una particolare osticità dell'argomento, da sempre refrattario ad essere inquadrato in un sistema di regole, o anche, più umilmente, a una chiara classificazione dei fenomeni linguistici che esso coinvolge, decenni di fermento hanno proposto scarsissime novità. Di contributi teorici che abbiano rivoluzionato i termini del problema non si ha notizia, mentre il traduttore continua ad occupare il gradino più basso fra gli operatori della cultura. Di qui l'attualità e la sorprendente freschezza di queste pagine (la base scritta delle menzionate lezioni, recuperata presso l'Archivio Fortini dell'Università di Siena, e integrata da un ricco apparato informativo e bibliografico), in cui il problema della traduzione viene approfondito da vari punti di vista - quello della critica letteraria, della linguistica, ma anche quello socioeconomico e ideologico-politico. E dato che per Fortini il modo in cui si traduce è un indicatore privilegiato per decifrare l'evoluzione globale di un contesto culturale nel suo insieme, il gran numero di esempi tratti dagli scrittori italiani del Novecento e non solo (soprattutto fra i poeti), ci apre una serie di nuove, insospettate prospettive per una rilettura complessiva della letteratura italiana del secolo appena trascorso. «Ma la conclusione di questi esempi tratti da una esperienza di traduttore vorrebbe non essere autobiografica. Se si crede verisimile che la traduzione possa essere considerata come situata nella serie multicolore delle scritture che si chiamano interpretazioni ermeneutico-critiche, parafrasi esplicative, translitterazioni, imitazioni, parodie, rifacimenti e così via; ossia come atto a un tempo letterario e metaletterario; e se non si dimentica - come le statistiche ci dimostrano - che di fatto la rilevanza ideologico-politica e quindi socioeconomica delle traduzioni è determinante per ogni comunità culturale e politica, ne verrà che il grado di rapporto della traduzione con il sistema della o delle istituzioni letterarie dovrà essere visto come rapporto rivelatore, come indice privilegiato della qualità di relazioni, in un tempo e in una società data, fra le ideologie e le culture in conflitto. Indice privilegiato rispetto ad altre formazioni testuali.» (Franco Fortini). Premessa di Luca Lenzini.‎

‎Mirto Ignazio Mauro‎

‎Grammatica, didattica linguistica, tecniche di scoperta‎

‎br. Studiare la grammatica non entusiasma chi impara una lingua e impartirne le nozioni frustra spesso chi la insegna. Motivazioni e risultati di apprendimento e insegnamento ne risentono. C'è così da tempo un vivace dibattito sulle strategie della didattica grammaticale e sulla metalingua con cui chi insegna si indirizza in proposito a chi impara. Senza la pretesa di sciogliere i nodi di tale dibattito, questo libro indica concretamente come un metodo sperimentale, fatto di osservazioni e di ragionamento, possa essere didatticamente stimolante e proficuo.‎

‎Santipolo Matteo‎

‎Educazione e politica linguistica. Teoria e pratica‎

‎br. Da sempre gli esseri umani hanno avuto la necessità di comunicare con persone provenienti da paesi diversi dal proprio che parlavano lingue differenti ed avevano usi e costumi molto distanti dai loro. Questo bisogno, per quanto in passato fosse forse sentito "consapevolmente" in maniera più forte da alcuni gruppi sociali, trovava riscontro, molto spesso, anche presso i ceti più bassi della popolazione che, come nei contesti meno sviluppati, a seguito di relazioni o personali o sociali, avevano l'opportunità di crescere, in modo del tutto fisiologico e spontaneo, bi- o addirittura plurilingui, per quanto prevalentemente con scarsa consapevolezza della ricchezza di cui erano in possesso. Nella società contemporanea, quello che sembra essere cambiato è proprio il grado di consapevolezza trasversale della necessità del plurilinguismo, come risposta alla sua presenza, più o meno diretta, nel vissuto quotidiano di ciascuno di noi. Inevitabilmente questa consapevolezza comporta l'insorgere di una necessità di riflessione e di sistematizzazione che coinvolge la politica e la pianificazione linguistica, e la loro manifestazione attraverso l'educazione linguistica. A partire da tali considerazioni generali, in questo volume viene delineato un percorso che mira a condurre il lettore verso la scoperta degli ambiti di intervento della politica, della pianificazione e dell'educazione linguistiche, sia mediante l'introduzione di concetti teorici (ad esempio quelli di corpus e di status, di diritti linguistici, ecc.), sia con l'illustrazione di esempi concreti e studi di caso tratti da molte realtà a livello planetario e inerenti alle scelte intraprese in merito a tutti i possibili piani di intervento: dalle lingue nazionali all'immigrazione; dal cambiamento linguistico alle varietàmodello per la didattica delle lingue; dal mondo della scuola alla formazione e all'aggiornamento degli insegnanti, fino alle scelte individuali. Il tutto sempre seguendo il fil rouge della consapevolezza applicata all'educazione linguistica.‎

‎Albano Leoni Federico‎

‎Voce. Il corpo del linguaggio‎

‎br. La voce ha un ruolo preminente nell'essere umano: è l'annuncio dell'ingresso nel mondo con il primo vagito; è l'espressione del dolore, della paura, della gioia, del disgusto e della nostra identità; è la manifestazione sensibile delle nostre intenzioni comunicative. Ma la voce non è un abito che la lingua indossi, perché voce e lingua si sono costituite in modo solidale nel corso di una lunga evoluzione. Il volume ne indaga le diverse declinazioni: la voce che incrocia l'anatomia e la fisiologia dei nostri corpi, la fisica, la linguistica; la voce che entra nella psicologia, nell'antropologia, nella filosofia, nella mitologia, nel canto, nella letteratura e nel dibattito sull'origine del linguaggio. La voce non più volatile, grazie alle registrazioni, e quella che risuona in tutto il mondo grazie alla radio. Fino ad esaminare la voce entrata, da qualche decennio, nella tecnologia e oggetto di una fiorente industria.‎

‎Balduzzi Serafino‎

‎Tradurre la vita‎

‎brossura Serafino Balduzzi ci introduce, attraverso le pagine di questo suo scritto, a metà tra autobiografia di vita e di traduttore, negli aspetti complicatissimi del tradurre, un atto che comporta una immedesimazione quasi totale con l'autore originario, una immersione e duplicazione di se stessi per poter comprendere profondamente non soltanto il senso del testo, ma il "respiro", le sfaccettature più sottili legate, come per la musica, sia alla parola sia alle pause, diverse per ogni autore, paese, tempo. La grande maestria ed esperienza di Balduzzi, che ha affrontato sia testi della nostra cultura occidentale, sia della Cina antica, sia la nuova traduzione integrale della "Storia della mia vita" di Giacomo Casanova, viene servita come un puro distillato con esempi e lampi fulminei di comprensione e parallelismi tra vari esempi di traduzione e assimilazione del significato del testo originario.‎

‎Zuccato Edoardo‎

‎Trasferimenti in loco. Saggi sulla traduzione, il dialetto e la poesia‎

‎ill., br. Non si è mai tradotto tanto come ai nostri tempi, e mai scritto tanto sul tradurre. Eppure è singolare quanta poca attenzione critica sia stata dedicata alla traduzione da e verso le lingue minoritarie, dando per scontato che le riflessioni sulle lingue maggioritarie si applichino senza problemi anche alle altre. I saggi raccolti in questo volume mostrano i motivi per cui spesso non è così, e come le dinamiche traduttive fra lingue maggioritarie e dialetti abbiano qualcosa da insegnarci che altrove non si può trovare. Il volume presenta un quadro dei complessi rapporti fra i tre attuali protagonisti della questione (l'inglese come lingua globale, l'italiano come lingua nazionale, il dialetto) e la quarta componente che li lega, ovvero la traduzione.‎

‎Davey Molly Jade; Barocci Andrea‎

‎Dizionario tecnico illustrato per le costruzioni, l'ingegneria e l'architettura. Italiano-Inglese e Inglese-Italiano‎

‎ill. Come si traduce in inglese "massetto isolato per collocazione impianti"? E "profilo montante in lamiera d'acciaio" o "scarico pluviale con bocchettone parafoglie"?  Questo nuovo dizionario tecnico propone una selezione essenziale di termini per il settore delle costruzioni, fondamentale per l'applicazione in ambito professionale e per gli studenti delle facoltà di architettura e ingegneria. Nella prima parte dell'opera sono raccolti e catalogati in ordine alfabetico (italiano/inglese e inglese/italiano) i vocaboli che si incontrano più di frequente nell'ambito delle strutture civili, del cantiere, dell'efficienza energetica e della diverse branche del settore edilizio. La seconda parte, interamente a colori, ospita una raccolta di tavole che rappresentano, strutture generali, particolari costruttivi e dettagli di edifici in legno e laterizio (stratigrafie e in 3D), ognuna dotata di una legenda completa in italiano e in inglese. Si tratta di uno strumento di lavoro utile per la consultazione in studio e in cantiere, realizzato in un formato snello che ospita centinaia di lemmi e oltre 20 tavole illustrate.‎

‎Ricciardi Toni; Cattacin Sandro; Pellegrini Irene‎

‎Dalla valigia di cartone al web. La rete sociale degli italiani in Svizzera‎

‎br. Chi sono le italiane e gli italiani che vivono oggi in Svizzera? Come è cambiata la loro presenza? Le associazioni in migrazione, molto attive in passato e particolarmente diffuse in Svizzera rispetto agli altri paesi, vi svolgono ancora un ruolo o sono forme di organizzazione superate? Sono gli interrogativi alla base di questo lavoro, che interseca la storia all'analisi sul campo. Nonostante la Svizzera sia l'unico paese al mondo in cui l'italiano è riconosciuto come una delle lingue ufficiali, la sua diffusione, soprattutto dal secondo dopoguerra, è dovuta principalmente alla crescente presenza della comunità italiana. Una comunità che attualmente conta quasi 700 000 persone, di cui più della metà con la doppia cittadinanza, e che rappresenta la terza collettività italiana nel mondo. Una presenza storica che ha cambiato pelle: ha lasciato le valigie di cartone per affidarsi sempre più al web. Chi oggi decide di vivere in Svizzera trova un clima sociale aperto, dove l'italianità non è più un ostacolo, ma si è trasformata in opportunità e risorsa‎

‎Piscopo Sergio‎

‎Discours publicitaire et dénominations commerciales des crèmes glacées. Créativité lexicale et stratégies communicatives‎

‎ill., br.‎

‎Dionigi Ivano‎

‎Benedetta parola. La rivincita del tempo‎

‎br. La parola tende il filo ininterrotto del tempo che tiene insieme la memoria dei padri e il destino dei figli. Creatura e creatrice, la parola custodisce e rivela l'assoluto che siamo. Stupenda e tremenda, potente e fragile, gloriosa e infame, benedetta e maledetta, simbolica e diabolica, la parola è pharmakon, «medicina» e «veleno»: comunica e isola, consola e affanna, salva e uccide; edifica e distrugge le città, fa cessare e scoppiare le guerre, assolve e condanna innocenti e colpevoli. Per i classici è icona dell'anima, sede del pensiero, segno distintivo dell'uomo; per la sapienza biblica inaugura la creazione e fonda lo «scandalo» cristiano dell'incarnazione. Che ne è oggi della parola? Ridotta a chiacchiera, barattata come merce qualunque, preda dell'ignoranza e dell'ipocrisia, essa ci chiede di abbassare il volume, imboccare la strada del rigore, ricongiungersi alla cosa. Agostino direbbe che «noi blateriamo ma siamo muti». Costruttori di una quotidiana Babele e sempre più votati all'incomprensione reciproca, avvertiamo il bisogno di un'ecologia linguistica che restituisca alla parola il potere di svelare la verità. A noi il duplice compito: richiamare dall'esilio le parole dei padri e creare parole per nominare il novum del nostro tempo.‎

‎Lanari Rossana; Federici di Martorana Viviana‎

‎Il corsivo alla base dell'apprendimento‎

‎br. Il libro, che trova le sue radici nella pedagogia attiva, vuole proporre una didattica che segua lo sviluppo psicomotorio dei bambini, basata su un tipo di apprendimento esperienziale legato al movimento e al vissuto della persona. Questo manuale, dopo una serie di sperimentazioni sul campo, propone un metodo misto analitico-sintetico che tiene conto della capacità dei bambini di imparare in modo globale dalla realtà del mondo in cui vivono e arrivare al dettaglio. Il manuale ha l'obiettivo di dimostrare che l'uso del corsivo sia fondamentale per lo sviluppo e per il processo di apprendimento di ogni bambino e che può essere utilizzato dal primo giorno di scuola come unico carattere di scrittura. La pubblicazione è supportata da un abbecedario per facilitare/sostenere il corsivo e la trasduzione suono-segno, disponibile per ogni bambino. La didattica qui illustrata è di tipo inclusivo, in un'ottica di prevenzione ai BES (Bisogno Educativo Speciale) e DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento), poiché propone un metodo che rispetta i tempi e i modi individuali. Il libro si suddivide in due parti, una introduttiva, che spiega la teoria alla base del metodo, e una di didattica divisa in capitoli legati alla materia considerata, con esempi pratici e suggerimenti per l'insegnante.‎

‎Palusci Oriana‎

‎Traduttrici. Female voices across languages‎

‎ril.‎

‎I primi 400 segni. Piccolo dizionario della lingua dei segni italiana per comunicare con i sordi. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il volume è un dizionario della lingua italiana dei segni, il codice gestuale che, con importanti varianti locali, la maggior parte dei sordi adoperano: mediante questo codice i sordi possono non solo scambiarsi messaggi ma anche spingersi ai livelli pù elevati della comunicazione.‎

‎Alinei Mario; Benozzo Francesco‎

‎Falsi germanismi nelle lingue romanze. Con particolare riguardo all'area italiana‎

‎br. L'ideologia pangermanica, razzista e ariana ha avuto un ruolo cruciale nella genesi della linguistica storica, nata proprio in quegli anni di metà Ottoecento, la quale - sul versante della romanistica - ha non a caso fin da subito attribuito un peso eccessivo ai cosiddetti 'germanismi' nelle lingue romanze: peso che continua pedissequamente a essere riconosciuto anche oggi, nei vari dizionari etimologici e negli studi specifici, nonostante le decine di lavori dedicati allo stretto rapporto tra linguistica e ideologia razzista, e nonostante le esplicite ritrattazioni fatte dagli studiosi di discipline affini, nate anch'esse su base scientifica in quegli anni, quali l'archeologia, la storiografia e l'antropologia. L'idea che anima questo libro è quella di tornare a prendere in considerazione alcune delle parole comunemente attribuite al superstrato germanico, per verificarne una possibile etimologia latina alla luce della loro semantica e nel rispetto delle regole della fonetica storica.‎

‎Biondi L. (cur.)‎

‎Change in grammar. Triggers, paths, and outcomes‎

‎br.‎

‎Simone Raffaele‎

‎La grammatica presa sul serio. Come è nata, come funziona e come cambia‎

‎br. Questo libro si propone di chiarire che cosa è la grammatica quando la si 'prende sul serio', facendo piazza pulita delle tante idee sbagliate al proposito. In particolare, mostra che non è una massa di minute prescrizioni, ma il punto d'arrivo di Homo sapiens che cerca come esprimere quel che ha in mente. Stazione provvisoria di questa lunga marcia, la grammatica è il motore che fa silenziosamente funzionare le lingue. Intesa così, è anche il terreno su cui la linguistica si incontra con le scienze cognitive, l'informatica e perfino la teoria dell'evoluzione. "La grammatica presa sul serio" la raffigura come un arcipelago di componenti interdipendenti, parzialmente universali e sempre esposti ai rischi del mutamento. Presenta questioni aperte che gettano luce sulla natura delle lingue e anche dell'umano: perché Homo sapiens ha inventato una grammatica? Che nesso c'è tra la grammatica e la mente? Esistono lingue che ne sono prive? Come è fatta la grammatica delle 'protolingue'? La grammatica è uguale per tutte le lingue? Gli errori la fanno progredire? Quali sono i suoi meccanismi principali? Questi temi sono illustrati con un linguaggio rigoroso ma amichevole, un minimo ricorso a tecnicismi e un ricco corredo di esempi dall'italiano e da lingue europee ed extraeuropee.‎

‎Barbato Marcello‎

‎Le lingue romanze. Profilo storico-comparativo‎

‎br. Una presentazione chiara e rigorosa dei principali cambiamenti fonologici e morfosintattici occorsi nell'evoluzione dal latino alle lingue romanze. Il testo colma un vuoto nell'offerta didattica per l'università: esistono infatti numerosi manuali che trattano la storia esterna delle lingue romanze o che si romanze o che si concentrano sullo sviluppo dei generi testuali, mentre minore attenzione è dedicata alla grammatica storica. L'evoluzione è studiata sistematicamente per sardo, romeno, italiano, romancio, francese, occitano, catalano, spagnolo e portoghese. La conoscenza del latino non è presupposta. I principi della linguistica storica sono esplicitamente introdotti e illustrati.‎

‎Polimeni Giuseppe‎

‎La lingua della città che non esiste. Italiano e dialetto nella formazione dell'identità nazionale‎

‎br. Nel Proemio all'"Archivio Glottologico Italiano", Graziadio Isaia Ascoli considera il modello della vita civile e nazionale tedesca, perché «la salda unità intellettuale e civile della Germania» risulta «affatto moderna», ma «così profondamente salda» appare «l'unità della sua lingua». È l'effetto di un processo in cui «l'energia della progredita cultura, e del ridesto sentimento nazionale» si è congiunta «a un'operosità infinita», in un percorso che ha portato «ogni studio del vero e dell'utile» a determinare un'«unione d'intenti e di affetti» tale da colmare ogni «distanza materiale» tra i tedeschi, rendendoli tutti «cittadini di una città che non esiste». Il volume illustra momenti diversi dello «scambio continuo» in cui, tra Ottocento e Novecento, si manifesta la forza del vivere comune nel costituirsi della lingua: un processo in cui la penna degli scrittori e quella degli studiosi lavorano a costruire una consapevolezza diffusa, che gradualmente conduce gli italiani verso una moderna identità di espressione e di comunicazione. A partire dalla ricerca dialettologica di Francesco Cherubini e di Carlo Salvioni, attraverso la divulgazione erudita proposta dai cultori della storia locale, si arriva a toccare proposte editoriali complesse (quelle di Luca Beltrami e di Marino Parenti intorno alle edizioni illustrate dei Promessi sposi), per considerare l'esperienza di mediazione del comico della collana dei "Classici del ridere" di Angelo Fortunato Formiggini. Tocca agli scrittori del secondo Novecento definire una realtà nuova, che cerca nella lingua l'espressione di un disagio e di una resistenza: le pagine di Romano Bilenchi, come quelle di Lucio Mastronardi, nell'incrinatura della narrazione, fanno cadere l'idea del racconto tipica di una tradizione per certi versi ormai stanca e fondano su un codice finalmente comune la possibilità di raccontare le fratture della società e dell'individuo.‎

‎Serianni Luca‎

‎Le mille lingue di Roma‎

‎br. La lingua madre della Città Eterna è il latino, ma davvero gli antichi romani parlavano solo quello? E come siamo passati dal latino al romanesco? Si può dire che Roma non abbia un vero dialetto ma una parlata? Luca Serianni risponde a queste domande partendo dai primi insediamenti etruschi e latini per arrivare alle lingue contemporanee della capitale, passando per la fase cruciale dei Papi medicei del Cinquecento, la cui corte è principale artefice della "toscanizzazione" del volgare parlato a Roma. Ma sono tante le incursioni linguistiche che hanno modificato il romanesco arcaico. "Le mille lingue di Roma" è una mappa che segue le sorti alterne di una lingua forgiata da dinamiche costanti di integrazione e che ha per risultato l'essenziale e originario plurilinguismo della nostra capitale.‎

‎Martellotti Anna‎

‎Linguistica e cucina‎

‎brossura La sorprendente analogia tra lingua e cucina come espressioni della cultura di un popolo permette di avviare con la scorta della linguistica generale una riflessione teorica sull'arte culinaria, individuandone gli elementi sistematici e il loro funzionamento; mentre il metodo comparativo della linguistica storica consente di ricostruire le cucine morte, l'etimologia delle vivande e la storia gastronomica, scoprendo in particolare nella trafila arabo-normanno-sveva l'origine della cucina italiana ed europea.‎

‎Serianni Luca; Antonelli Giuseppe‎

‎Il sentimento della lingua. Conversazione con Giuseppe Antonelli‎

‎br. Come storico della lingua italiana, avverto anche l'esigenza di un certo impegno civile: diffondere la padronanza della lingua e della sua storia è un modo per rafforzare il senso di appartenenza a una comunità. La lingua che parliamo dice molto di noi e del modo in cui stiamo nel mondo. È uno strumento di formazione non solo individuale e collettiva, ma anche, in senso ampio, civile. In questa conversazione con Giuseppe Antonelli, Luca Serianni torna su alcuni nuclei centrali della sua attività di grammatico e di storico della lingua: la norma e l'uso, l'insegnamento scolastico e universitario, l'italiano della poesia e del melodramma. È un libro dal tono affabile, ricco di aneddoti, che offre nuovi e originali spunti di riflessione. Davvero quella dei ragazzi di oggi è la "generazione venti parole"? È ancora utile studiare le lingue classiche? Usare il dialetto è un bene o un male? La grammatica si va impoverendo? E quanto conterà, per la lingua del futuro, la rivoluzione digitale? Un dialogo appassionato sull'italiano, la sua storia e il suo presente: la sua importanza per la vita della nostra comunità e delle nostre istituzioni.‎

‎D'Achille Paolo‎

‎Che pizza!‎

‎br. "Pizza" è una delle parole italiane più diffuse nel mondo grazie alla fortuna internazionale di ciò che designa: la succulenta specialità della cucina napoletana. Ma in gastronomia pizza indica anche altri piatti, sia salati sia dolci, e ad altri tipi di pizze si riferiscono le attestazioni più antiche del termine. Leggiamo allora la storia di pizza e della pizza - della parola e della cosa - anche attraverso una mappa degli usi metaforici del termine, come quello, tipico del romanesco, di "te do du' pizze" per intendere due schiaffi, o quello dell'esclamazione "che pizza!", che, dando sfogo a una sensazione di noia o di fastidio, sembra in aperta contraddizione con il gradimento universale del piatto.‎

‎Osimo Bruno‎

‎Propedeutica della traduzione‎

‎brossura‎

‎Cappellaro Francesca‎

‎Le parole della sostenibilità‎

‎brossura Certamente per guarire i nostri mali e costruire un mondo nuovo, anche solo per cominciare a immaginarlo, servono le parole adatte. Un linguaggio che ci aiuti a far funzionare le cose secondo meccanismi diversi da quelli che abbiamo usato fino ad oggi e che ci hanno condotti a questa situazione estrema e ai limiti delle possibilità di recupero. Forse l'idea di cominciare dalle parole può apparire debole a un osservatore poco attento, ma non è così, le parole giuste sono fondamentali per arrivare a fare le cose che servono.‎

‎Albanese A. (cur.); Nasi F. (cur.)‎

‎L'artefice aggiunto. Riflessioni sulla traduzione in Italia 1900-1975‎

‎br. I Translation Studies, nati come disciplina accademica negli anni Settanta, hanno richiamato l'attenzione su un'attività umana spesso trascurata eppure tra le più complesse, importanti e decisive per il dialogo fra civiltà, la comprensione dell'altro e la conoscenza di sé. Questi studi hanno di frequente dimenticato l'apporto fondamentale dato alla teoria della traduzione dalla cultura italiana nel Novecento, con filosofi, linguisti, critici, filologi, storici della lingua, poeti, traduttori professionisti, traduttori-scrittori, editori. II volume intende colmare questa lacuna proponendo alcune delle voci più rilevanti che hanno riflettuto sulla traduzione letteraria in Italia tra il 1900 e il 1975. Accanto a pagine di filosofi (Croce, Gentile, Pareyson, Betti, Della Volpe, Anceschi, Mattioli), si potranno leggere quelle di critici (Praz, Cecchi, Contini, Fortini, Poggioli), linguisti (Terracini, Devoto, Simone), filologi (Sabbadini, Folena), storici della letteratura (Flora, Fubini), poeti-traduttori (Quasimodo, Solmi, Dal Fabbro, Valeri), traduttori-traduttori (Fertonani, Pocar), scrittori (Pirandello, Bianciardi, Calvino, Ginzburg), ma anche intellettuali che si sono occupati in particolare della ricezione dei testi stranieri e di problemi di editoria (Gobetti, Borgese, Fabietti, Poliedro, Padellare), di versioni teatrali (Chinol, Pasolini), di lingue classiche (Romagnoli, Valgimigli) e di letterature moderne (Errante, Izzo, Baldini, Pivano).‎

‎Arcangeli Massimo; Boncinelli Edoardo‎

‎Le magnifiche 100. Dizionario delle parole immateriali‎

‎br. Universali, pervasive, necessarie come l'aria: sono le 100 parole che il linguista Massimo Arcangeli e il biologo Edoardo Boncinelli ci raccontano qui. Le usiamo ogni giorno, con una familiarità spesso ignara sia delle meraviglie che vi si sono sedimentate sia delle insidie che vi si nascondono. Non le possiamo toccare, ma la loro immaterialità fabbrica il mondo. Si richiamano l'un l'altra, si incrociano, collidono e si fanno largo, antiche e di continuo rinnovate sotto l'urto dei tempi. Se amore e futuro, libertà e memoria, tecnica e crisi, natura e idea, dolore e verità sparissero per incanto dal nostro lessico quotidiano, tutto diverrebbe opaco, impenetrabile. Saremmo ridotti al silenzio. Parlandoci dell'inesauribile vitalità di questi 100 lemmi Arcangeli e Boncinelli celebrano anche felicemente l'unione - inconsueta in Italia - tra le «due culture», umanistica e scientifica. Allegria, alterità, amicizia, amore, anima, attesa, bellezza, bene, canone, caos, carattere, caso, catarsi, causa, colpa, conoscenza, coraggio, coscienza, creatività, crescita, crisi, critica, cultura, destino, diritto, diversità, dolore, errore, etica, fantasia, fiducia, finzione, flessibilità, follia, furbizia, futuro, giovinezza, gusto, idea, identità, ignoranza, indignazione, ingegno, integrazione, intelligenza, ipotesi, laicità, libertà, limite, linguaggio, luce, male, memoria, mente, mescolanza, migrazione, mito, moderazione, morte, narcisismo, nascita, natura, nulla, odio, pace, passione, paura, peccato, piacere, potere, povertà, previsione, progresso, ragione, realtà, religione, responsabilità, risorsa, rivoluzione, salvezza, scienza, semplicità, sessualità, silenzio, spazio, stupidità, superbia, superstizione, tecnica, tempo, teoria, tradizione, umanità, velocità, vendetta, verità, violenza, virtù, vita, volgarità.‎

‎Ferrari Angela; Pecorari Filippo‎

‎Le buone pratiche redazionali nei testi istituzionali svizzeri in lingua italiana‎

‎br. "Nelle differenti fasi di elaborazione dei testi ufficiali svizzeri in lingua italiana, la traduzione assume un ruolo centrale ed essa, seppur condizionata dai vincoli connessi al contesto istituzionale, resta esposta a notevoli oscillazioni, sia negli esiti sia nella concezione stessa dell'approccio traduttivo. È proprio riguardo a quest'ultimo aspetto che le analisi degli autori sono degne di nota. Esse ci ricordano infatti che per tradurre non è sufficiente conoscere gli equivalenti delle parole, le regole della grammatica e neppure le infinite sfumature dei registri linguistici e della semantica, ma occorre anche saper introdurre armoniosamente tutti questi elementi in quell'unità totale che è il testo. Il testo, o anzi la testualità, va tradotta come tutti gli altri elementi e, se necessario, ricostruita. L'approccio del presente libro, per esplicita scelta degli autori, è diverso da quello usuale: non si cerca l'errore ma si evidenzia la resa felice; non si censura il vizio ma si esalta la virtù. In questo, gli autori sconfessano uno degli assunti più invalsi secondo cui una buona traduzione è come una lastra di vetro: la si nota soltanto se ci sono imperfezioni" (dalla Prefazione di Jean-Luc Egger e Giovanni Bruno).‎

‎Jouon Paul; Muraoka Takamitsu‎

‎A Grammar of biblical Hebrew‎

‎br.‎

‎Buzi Paola; Soldati Agostino‎

‎La lingua copta‎

‎br. Lingua di cultura e d'uso attestata nel millennio che va dal sec. III al sec. XII d.C., il copto fu idioma dell'elemento autoctono di fede cristiana dell'Egitto accanto al greco e, a partire dal sec. VII, all'arabo. Ultima fase della lingua egiziana, il copto era scritto tramite l'alfabeto greco arricchito di alcuni segni supplementari derivati dalla scrittura demotica. La prima parte di questo volume - esaustiva introduzione allo studio della lingua copta, illustrata nelle sue principali varianti dialettali - affronta il contesto storico, sociale e culturale in cui il copto fiorì e assurse a medium di una civiltà scrittoria cui dobbiamo, tra l'altro, la conservazione di opere letterarie greche, altrimenti perdute, e testi documentarî essenziali per lo studio dell'economia, del diritto e della storia sociale dell'Egitto tardoantico e medievale. La seconda parte descrive in dettaglio l'alfabeto, la fonologia, la morfologia con lineamenti di sintassi delle principali varietà dialettali della lingua. Chiude l'opera una crestomazia di testi, letterarî e documentarî (epigrafici e papirologici), attinti a tutti gli àmbiti dialettali e risalenti a varia epoca, accompagnati da un commentario grammaticale e dalla traduzione in italiano. Il volume è completato da con un glossario di voci copte, greche, onomastici e i toponimi occorrenti nei testi della crestomazia e da una bibliografia di riferimento.‎

‎Villata Bruno‎

‎La lenga d'oé e le lingue d'oc e d'oil‎

‎br. In questo volume si presenta una soluzione nuova alla vecchia questione della lingua dei Sermoni subalpini. La parlata sottesa in dette prediche, che gli esperti datano della fine del secolo XII, non è una lingua mista, ma la lenga d'oé. Una parlata in trasformazione, vicina ma diversa dalle lingue d'oc e d'oil con cui, oltre ad avere un sostrato simile, era in situazione di contatto. Che la lingua d'oé fosse in trasformazione lo si nota dal fatto che le varie forme arcaiche si trovano soprattutto nelle prediche della prima metà. Anche l'alternanza sporadica di forme arcaiche e moderne equivalenti è una conferma del cambio linguistico in atto. Per quanto concerne la grammatica, le regole della lingua d'oé si ritrovano nelle parlate piemontesi antiche e moderne. Anche nel campo del lessico la lenga d'oé dimostra una sua chiara identità. La presenza di alcune voci appartenenti alle lingue d'oil, nella prima parte, e d'oc, nella seconda, testimoniano che la lingua d'oé doveva essere in contatto con queste parlate. In sostanza, la distanza che intercorre tra la lingua d'oé ed il piemontese moderno è di gran lunga inferiore a quella che separa la lingua d'oil dal francese attuale.‎

‎Chilante Mauro‎

‎La LIS come «strumento». Introduzione per un trattamento non verbale per i soggetti comunicopatici. Nuova ediz.‎

‎ill., br. La relazione sociale è la nostra vita. La realizziamo attraverso la comunicazione, l'empatia, l'imitazione. La LIS è protagonista della Comunicazione non verbale. Cos'è? Come nasce? Si evolve socio-biologicamente? Queste pagine rappresentano una sorta di sintesi dell'evoluzione di ciò che in materia di Lingua dei Segni Italiana, ma soprattutto di sordità e inclusione sociale è accaduto nell'ultimo mezzo secolo. Non manca nel testo l'analisi dei concetti basilari della LIS attraverso esplicative illustrazioni realizzate dall'Accademia del Fumetto di Pescara. Il recente riconoscimento ufficiale della LIS da parte dello Stato italiano è solo l'ultimo passo di un percorso difficoltoso e lungo decenni: l'affermarsi ed affinarsi di certi valori e sensibilità un tempo sconosciuti (o misconosciuti) è venuto formandosi pian piano. Eppure, alcune consapevolezze sono ancora oggi incerte perché una serie di pregiudizi, oltre che di meschine convenienze, restano ancora ben radicati ed impediscono che, finalmente, le comunità dei Sordi possano pienamente rivendicare e vedere realizzati ed affermati i loro diritti sociali, civili e morali.‎

‎Devoto Giacomo; Sandrelli F. (cur.)‎

‎Origini indeuropee‎

‎brossura‎

‎Clayton Ewan‎

‎Il filo d'oro. Storia della scrittura‎

‎br. La storia dell'umanità è la storia della parola scritta. Di un segno. Lasciato sulle pareti di una caverna, e poi evoluto, cresciuto e addomesticato di pari passo con l'evoluzione della civiltà, il filo d'oro della comunicazione scritta. La scrittura è stata impressa in tavolette di argilla, arrotolata in papiri, legata in codici, rilegata in libri e codificata in bit. Milioni di mani hanno scritto usando scalpelli, bacchette, piume d'oca, grafite, pennelli, caratteri mobili di piombo, stilografiche metalliche, penne a sfera, macchine da scrivere, tastiere e - oggi - schermi. Il filo d'oro è l'epopea affascinante e sorprendente di quel miracolo culturale che è la parola scritta, da sempre strumento insuperabile di comunicazione e motore del progresso culturale, scientifico e politico dell'umanità. Stiamo vivendo un periodo di svolta e di grandi cambiamenti tecnologici. Eppure mai come ora gli uomini hanno scritto con tanta abbondanza, e in questo loro gesto, forse inconsapevolmente, continuano a tramandare segni che sono figli di una storia lunga e ancora in divenire.‎

‎Hales Dianne‎

‎La bella lingua. La mia storia d'amore con l'italiano‎

‎br. Lasciarsi attraversare dalla bellezza di una lingua non significa solo comprendere un testo, ma amare la cultura che esprime. «Quando arrivai in Italia per la prima volta, nel 1983, sapevo dire una sola frase: "Mi scusi, non parlo italiano".» Inizia così, quasi come un cliché, la storia d'amore di Dianne Hales con il nostro paese. Da allora la giornalista americana ne ha studiato la lingua in ogni modo possibile, ma soprattutto ha vissuto luoghi, conosciuto persone ed esplorato arte, musica, letteratura, cinema, dialetti e stili di vita. Nato per offrire scorci inediti ai viaggiatori curiosi, "La bella lingua" regala un punto di vista non scontato e mai banale anche a chi in Italia è nato e cresciuto.‎

‎Moretti Giorgio; Raddi Valentina‎

‎Il sogno dell'italiano‎

‎ill.‎

‎Della Valle Valeria‎

‎Dizionari italiani: storia, tipi, struttura‎

‎br. La storia della lingua italiana può essere letta e studiata anche attraverso i dizionari che, nel corso dei secoli, l'hanno descritta e codificata. A partire dal 1612, con la prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca, la nostra lingua, prima di ogni altra in Europa, ha avuto un modello di riferimento: da allora i repertori lessicografici continuano a documentare sia la tradizione letteraria sia i mutamenti dell'italiano nel tempo. Questo manualetto si propone di offrire ai lettori una guida alla conoscenza e all'uso dei dizionari italiani, ricostruendone la storia, dalle origini a oggi, e analizzandone la tipologia e la struttura compositiva.‎

‎Banfi E. (cur.); Grandi N. (cur.)‎

‎Le lingue extraeuropee: Asia e Africa‎

‎br. Il volume propone una descrizione delle principali componenti del quadro linguistico di due macro-aree del pianeta: lo spazio tra Europa ed Asia (con riferimento alle lingue indoeuropee dell'Asia, alle lingue del Caucaso, alle lingue paleosiberiane, alle lingue uralo-altaiche, alle lingue dravidiche, alle lingue austro-asiatiche, alle lingue tai, alle lingue sino-tibetane, al giapponese ed al coreano) e lo spazio tra Asia ed Africa (con riferimento alle lingue afro-asiatiche / camito-semitiche ed alle lingue dell'Africa nera). La prospettiva che accomuna i saggi contenuti nel volume prevede una integrazione tra le dimensioni geolinguistica, storico-linguistica e tipologico-linguistica allo scopo di far luce sull'attuale distribuzione delle lingue nelle aree esaminate.‎

‎Banfi E. (cur.); Grandi N. (cur.)‎

‎Le lingue extraeuropee: Americhe, Australia e lingue di contatto‎

‎br. Il volume propone una descrizione delle principali componenti del quadro linguistico di tre aree del pianeta: le Americhe, nella loro tradizionale tripartizione (e con un occhio di riguardo per le complesse dinamiche extralinguistiche che hanno "ridisegnato" il profilo linguistico del Nuovo Continente), lo spazio austronesiano e quello australiano. Completa il volume una sezione dedicata alle lingue di contatto, pidgin e creoli. La prospettiva che accomuna i saggi contenuti nel volume prevede una integrazione tra le dimensioni geolinguistica, storico-linguistica e tipologico-linguistica.‎

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