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Bacchi A. (cur.); Di Lorenzo A. (cur.)
Federico Zeri e Milano. Giorno per giorno nella pittura. Ediz. illustrata
ill., br. Il rapporto di Federico Zeri (Roma, 1921 - Mentana, 1998) con Milano fu lungo, ricco e multiforme: il grande studioso ne conobbe e frequentò i collezionisti, gli antiquari, gli editori e naturalmente i musei. Il volume indaga tale rapporto mettendone a fuoco le coordinate cronologiche e culturali, ma soprattutto presentando un nucleo importante di dipinti che ne segnarono le tappe, da quelli consigliati dal conoscitore ai collezionisti suoi amici, fino ai due donati al Museo Poldi Pezzoli, al quale fu sempre legato da un affetto particolare. Catalogo della mostra (Milano, Museo Poldi Pezzoli, novembre 2021 - marzo 2022).
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D'Apuzzo M. G. (cur.); Medica M. (cur.)
Vetri dal Rinascimento all'Ottocento. La donazione Cappagli Serretti per i Musei Civici d'Arte Antica di Bologna
ill., br. La donazione Cappagli Serretti per i Musei Civici d'Arte Antica di Bologna Donata nel 2020 ai Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, la collezione Cappagli Serretti è di grandissimo pregio, non solo per il considerevole numero e l'indubbia qualità artistica degli oggetti in vetro che la compongono, ma anche per la varietà delle loro provenienze geografiche. Sparse nel continente europeo - Inghilterra e Spagna del Settecento, Boemia dell'Ottocento - le varie manifatture non costituivano mondi a sé stanti, isolati gli uni dagli altri; pur mantenendo caratteri specifici e distintivi, erano in stretta relazione, condividendo tecniche, forme e motivi decorativi. Di questa complessità la collezione Cappagli Serretti può raccontare la storia, riuscendo a documentare, grazie alla selezione operata dall'occhio raffinato e sensibile dei due donatori, i costumi e le mode di ambiti sociali diversi per censo e cultura. Annovera infatti vetri destinati alle sontuose tavole aristocratiche o borghesi, ma anche vetri "popolari" d'uso più comune, o utilizzati nelle spezierie come strumenti da laboratorio (storte, imbuti, versatoi). Spicca per unicità e qualità tecnica il gruppo di vetri del Seicento veneziano. Ben documentato è anche il fenomeno, ancora poco studiato, della produzione veneziana ed europea settecentesca a imitazione di quella boema. Il volume è stato pensato come pubblicazione dell'intera collezione Cappagli Serretti, che andrà a incrementare il già cospicuo patrimonio permanente di vetri presenti nelle raccolte del Museo Civico Medievale e del Museo Davia Bargellini di Bologna.
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Bardascino Alex; Curreri Luciano
100 anni di Mario Rigoni Stern. Intergenerazionali consegne del testimone tra saggio e racconto
br. Il libro si struttura in 18 micro-saggi narrativi (Introduzione compresa) che percorrono tutta l'opera di Mario Rigoni Stern (1921-2008), spesso confinato in celebrazioni relative alla guerra e alla natura (e caccia via via sottaciuta) e mai del tutto ricordato come un vero scrittore, capace di parlare a più generazioni, nutrendole di una memoria che sa tanto di pappa reale: da qui l'idea di scriverne a due, cioè a partire, anche e soprattutto, da due generazioni diverse (1966 e 1988), muovendo da Il sergente nella neve (1953) e approdando, almeno, a Stagioni (2006), ma senza dimenticare la traccia lasciata da volumi diversi, da Il magico «kolobok» e altri scritti (1989) al postumo Il coraggio di dire no (2013).
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Veneziani M. (cur.)
Manzoni, i fiori del bene
br. Un viaggio selettivo tra le opere in prosa di Alessandro Manzoni, al di là dei Promessi sposi. La fiducia nella Provvidenza e nel lieto fine, la mano di Dio e il destino degli uomini, la storia e la grazia, il suo cattolicesimo liberale e il suo vivo senso morale, il suo amor di patria e l'indipendenza nazionale, la nascita della lingua italiana moderna e l'importanza del romanzo storico per la formazione della coscienza civile, il giudizio sulla Rivoluzione francese, su Robespierre e sul Romanticismo. Un'antologia di saggi (più un rapido ritratto di don Lisander dal vivo) che fanno di Manzoni l'anti-Baudelaire: dal poeta maledetto allo scrittore benedetto. Da qui l'idea d'intitolare, in contrasto con l'autore dei Fleurs du mal, il suo florilegio "I fiori del bene".
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Romanelli G. (cur.); Vatin P. (cur.)
Le tre stelle di Romano. Burano: arte e storia di un ristorante entrato nel mito
ill., ril. Il secondo appuntamento del progetto "Tavoli e tavolozze" è dedicato a alla storica trattoria di Romano Barbaro a Burano, luogo di convivialità e punto di riferimento per l'intera isola. In questo volume racconteremo la storia del ristorante e della sua ampia collezione di dipinti, ancora oggi esposti alle pareti del locale: più di quattrocento opere che racchiudono veri e propri capolavori di varia epoca. Sfoglieremo inoltre le pagine dei ventisei Libri d'album di firme della trattoria - i famosi Libri d'Oro -, sulle cui pagine hanno lasciato segno del loro passaggio un'infinita varietà di personaggi, artisti, scrittori, attori, cineasti, sportivi e via dicendo.
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Teatro è una parola. Per «I nomi e le voci» di Roberto Mussapi
br. Il libro di Roberto Mussapi, "I nomi e le voci. Monologhi in versi", uscito presso Mondadori nella complicata primavera del 2020, con il virus incalzante, lo avvertii come un dono, come un segno di speranza in una congiuntura che grondava dolore, ma lo sentii anche come un momento di incoraggiamento per il mondo del teatro, e non solo. Mussapi è un poeta, un poeta importante, come si sa, ma è pure un grande autore di teatro, forse l'unico di questo scorcio di tempo, come già lo fu Mario Luzi. Ma Mussapi è pure teorico, critico e fin da ragazzo appassionato spettatore della scena che lui stesso considera un suo mondo, uno spazio che gli appartiene come un paesaggio necessario e vitale, e sostanziale per il suo stesso essere poeta. (Loretto Rafanelli)
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Spalanca Lavinia
Eugenio Montale. Morale meditativo moderno
br. A 125 anni dalla nascita di Montale (12 ottobre 1896) e a 40 anni dalla sua morte (12 settembre 1981), il presente libro intende omaggiare l'autore degli Ossi di seppia offrendo una panoramica completa della sua produzione e una vivida attestazione della dolente attualità della sua riflessione, espressa sia sul versante della lirica che in quello, meno noto al grande pubblico, della narrativa e della saggistica. Nella prima parte del volume, in cui si delinea l'itinerario esistenziale e artistico del poeta ligure, numerose schede di approfondimento consentono al lettore di ampliare le questioni affrontate, anche in relazione ai luoghi simbolo della sua formazione, mentre nella seconda, prettamente antologica, è riprodotta una selezione di testi montaliani, accompagnata da un corredo di note e da un'articolata analisi critica. Voce controcor?rente, che da una condizione di estraneità all'ingranaggio sociale si fa lucida interprete dell'alienazione dell'individuo e degli orrori della Storia, quella di Montale è una disincantata ma proprio per questo incisiva testimonianza di verità, in un'epoca di conformismi vecchi e nuovi che l'autore ha saputo, con lucidità di sguardo, denunciare.
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Rancière Jacques; Bassas Javier
La disputa delle parole. Dialogo sulla politica del linguaggio
br. Quale potere legittimiamo attraverso il linguaggio? Ogni volta che parliamo e scriviamo siamo chiamati a fare una scelta semplice e cruciale al tempo stesso: perpetuare la disuguaglianza, con le sue gerarchie di classe, razza, genere, o aprire nuovi scenari di uguaglianza. In un dialogo denso e incalzante, i filosofi Jacques Rancière e Javier Bassas offrono un percorso di riflessione sul valore politico del fenomeno linguistico in rapporto a scrittura, voce e immagine. "La disputa delle parole" rivendica un'interpretazione del linguaggio come atto politico, un modello di comunicazione in cui l'uso consapevole della parola può abbattere le barriere e le gerarchie che sostengono gli attuali rapporti di dominio.
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Curi Fausto
La poetica di Tristano e la morte come possibilità. Per un'inchiesta su Leopardi
br. Fausto Curi delinea un ritratto inedito, variegato e complesso di Giacomo Leopardi, fatto con simpatia ma senza complicità. E lo fa portando alla luce diversi aspetti della cultura e della sensibilità del poeta. Tra i molti argomenti affrontati, due temi sono analizzati in modo particolare: la poetica di Tristano, ossia il progetto di un libro originalissimo quali sono le Operette morali; e la morte intesa come possibilità, cioè la morte desiderata ma non seguita dal suicidio, così da risultare non necessaria, fruibile in ogni momento della vita come una promessa e una risorsa. Perché Leopardi detestava l'esistenza ma amava la vita, così come amava la morte che pone fine all'esistenza.
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Benvenuto Sergio
Il teatro di Oklahoma. Miti e illusioni della filosofia politica di oggi
br. Nel finale del romanzo di Kafka "America" si immagina un mitico Teatro di Oklahoma che promette di assumere chiunque si presenti: Sergio Benvenuto lo interpreta come un'evocazione, in parte satirica, degli ideali politici universalisti del socialismo, e non solo. A partire da questa allegoria, prende avvio una critica serrata delle principali filosofie politiche di oggi: la sinistra marxista e socialdemocratica, il neoliberismo, i nazionalismi e sovranismi vari.
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Montella Fabio
Bagliori d'incendio. Conflitti politici a Modena e provincia tra Guerra di Libia e Marcia su Roma
br. Incendio. Era questa una delle immagini che più di frequente venivano evocate, un secolo fa, per descrivere gli effetti dello scontro in atto tra le diverse fazioni politiche; uno scontro che stava travolgendo la città e la provincia di Modena. Sulle pagine dei giornali, nei documenti della Prefettura e della Questura, nelle aule dei Tribunali il fuoco ricorreva spesso come metafora di un mondo che stava finendo in cenere, per fare posto a qualcosa di nuovo, ancora indefinibile; ma la metafora del fuoco era potente perché traeva alimento dalla realtà del vissuto dei modenesi: agli incendi delle Camere del lavoro, delle leghe "rosse" e delle Case del popolo si rispondeva con il rogo dei fienili degli agrari. Le elezioni politiche del 1921, che videro la vittoria dei fascisti, si svolsero, come scrisse il settimanale dei socialisti, "fra violenze inaudite e bagliori d'incendio". Quel voto sancì ciò che era sotto gli occhi di tutti: un enorme capovolgimento in atto. Nulla sarebbe stato più come prima. Prefazione di Giulia Albanese.
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Lehmann-Brockhaus Ursula
Asger Jorn. Die Jahre in Italien. Ediz. illustrata
ill., ril.
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Sinigaglia Francesca; Loffredo Ramona; Chia Ilaria
Augusto Majani. La potenza dell'idea. 1867-1959
ill., ril. In occasione della mostra "Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell'Idea" viene pubblicato il relativo Catalogo: un volume in formato A4, rilegato con copertina rigida e sovraccoperta, di oltre 180 pagine, con 90 illustrazioni a colori e testi di Francesca Sinigaglia, Ilaria Chia, Ramona Loffredo, Elisa Spilinga. L'opera (a cura di Francesca Sinigaglia) si propone di aggiornare e indagare la produzione pittorica dell'artista attraverso dipinti caratterizzanti il suo intero periodo di attività. Augusto Majani nacque a Budrio nel 1867, scelse Bologna per la propria formazione per poi approdare anche a Roma, avviando così una carriera poliedrica che attraversò momenti legati al simbolismo e proseguì verso un interessamento per il dato umano, la storia locale e la semplicità legata a scene di vita quotidiana. Majani lavorò su dipinti di ispirazione storico-sociale e sviluppò un vivo interesse legato alle questioni dei lavoratori (I disoccupati), al concetto di appartenenza sociale e infine al tema religioso (Consummatum est e L'ombra della Croce).
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Ernst Jünger. L'Anarca dal cuore avventuroso
br. Libro che introduce al pensiero e alle opere del grande pensatore tedesco. A lui dobbiamo la delineazione delle figure quali l'Operaio, il Ribelle e l'Anarca, centrali nella sua narrativa, figure che hanno affascinato e interessato innumerevoli generazioni del XX secolo, figure che offrono valide indicazioni per differenziarsi dal tipo umano conformista oggi imperante.
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Tabuso A. (cur.)
3° centenario del Regno di Sardegna 1720-2020. L'assunzione della Corona del Regno di Sardegna da parte di Vittorio Amedeo II
ill., br. "L'8 agosto 1720 Vittorio Amedeo II prendeva formale possesso del Regno di Sardegna. A trecento anni da quell'evento, i saggi qui contenuti affrontano una serie di temi legati a questo capitolo così rilevante della plurisecolare vicenda di Casa Savoia e che, per importanza, precede solo quella della fase risorgimentale, culminata nel 1861 con la proclamazione di Vittorio Emanuele II a Re d'Italia" (Dalla prefazione di Johannes Theo Niederhauser, Gran Cancelliere degli Ordini dinastici della Real Casa di Savoia). Gli autori: Francesco Atanasio, Carlo Del Grande, Federico Pizzi, Sebastiano A. Ponzio, Enrico Sanjust di Teulada, Alessandro Tabuso, David Giuseppe Truscello, Gualtiero Ventura.
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Boni Massimiliano
«In questi tempi di fervore e di gloria». Vita di Gaetano Azzariti, magistrato senza toga, capo del Tribunale della razza, presidente della Corte costituzionale
br. Gaetano Azzariti (Napoli 1881 - Roma 1961) fu magistrato del Regno, segretario per la revisione dei codici delle colonie e segretario particolare dei ministri Scialoja e Mortara nell'Italia liberale giolittiana. Potente direttore dell'Ufficio legislativo per tutta l'epoca fascista, consigliere di Corte d'Appello e presidente di sezione della Cassazione, dopo l'emanazione delle leggi razziste del 1938, che contribuì a redigere, divenne anche presidente del Tribunale della razza. Alla caduta del fascismo, fu brevemente ministro di Grazia e Giustizia durante il governo Badoglio. Dopo la guerra, sottoposto a procedimento di epurazione, riuscì a sottrarsi alla richiesta di messa a riposo e anzi venne cooptato da Palmiro Togliatti nel Ministero di Grazia e Giustizia, dove contribuì a scrivere l'amnistia per i reati fascisti del 1946. Dal 1957 fu giudice della Corte costituzionale repubblicana, diventandone presidente l'anno dopo e fino alla morte. In tale veste redasse la storica sentenza n. 1 della Corte, e fu protagonista di aspri scontri con i primi governi repubblicani. Gaetano Azzariti è stato dunque un uomo in grado di attraversare la storia del nostro paese sempre in posizioni di primo piano e di passare indenne attraverso tutti i cambiamenti più traumatici, dal regime liberale alla dittatura fascista, e da questa alla democrazia. Onorato da una via a lui dedicata a Napoli e da un busto al palazzo della Consulta, la sua vicenda iniziò a fare scandalo nel 2015; in seguito, la via venne cancellata e intitolata a una bambina ebrea deportata, mentre il busto venne rimosso, ufficialmente per restauro. Il nodo centrale era, naturalmente, il Tribunale della razza e il ruolo del magistrato nel regime fascista. In questo libro, Massimiliano Boni mette in luce per la prima volta, grazie anche a documenti inediti, la vicenda paradigmatica di Azzariti, uomo di apparato, la cui carriera inesorabile lo vide sempre ai vertici, inamovibile al mutare degli eventi, ogni volta proteso verso nuovi traguardi, raggiunti a costo di tanti silenzi e compromissioni.
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Parazzoli Ferruccio
Emilio Salgari. Il grande sogno
br. Chi l'avrebbe detto che uno scrittore pluripremiato, autore di oltre 50 romanzi e per anni direttore degli «Oscar» Mondadori, avesse un background salgariano? Eppure Ferruccio Parazzoli, come tanti altri ragazzi, ha veleggiato per gli oceani con il Corsaro Nero e combattuto nelle giungle con Janez e Sandokan. In queste pagine Parazzoli racconta il «suo» Salgari. Attraverso gli snodi della narrativa salgariana - la prateria, jungle e foreste, il mare, i deserti e i ghiacci - il lettore rivivrà un'epopea fatta non solo di ricordi, verificando le tracce che la letteratura di fantasia ha lasciato nell'immaginario collettivo. Prefazione di Vittorio Sarti.
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Ricardi di Netro Agostino
Oleg Supereco a Trieste. Il ciclo pittorico per la Madre della Conciliazione
ill., br. Testimonianza della realizzazione del ciclo pittorico della cappella "di Cavana" di Trieste ad opera del pittore russo Oleg Supereco: il più importante progetto artistico che la città ha conosciuto da tempo immemore.
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Bellaspiga Lucia
Cofanetto Buzzati: «Dio che non esisti, ti prego». Dino Buzzati, la fatica di credere-Il deserto dei tartari, romanzo a lieto fine. Una rilettura del capolavoro di Dino Buzzati
br. A 50 anni dalla morte, la biografia critica e il saggio su Il deserto dei Tartari, firmati da Lucia Bellaspiga, restituiscono un ritratto di Buzzati unico per taglio e profondità. Le due opere forniscono tutti gli elementi per una conoscenza essenziale del grande scrittore e una nuova interpretazione de Il deserto dei Tartari, libro letto e amato da generazioni di lettori. Il cofanetto contiene la biografia critica Dio che non esisti ti prego e il saggio Il deserto dei Tartari, un romanzo a lieto fine.
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Caramel Luciano
Scritti sull'astrattismo in Italia tra le due guerre
ill., br. Gli studi sull'astrattismo italiano fra le due guerre, in una prospettiva di confronti e relazioni internazionali, possono essere considerati il suo principale contributo storico-artistico. Il volume, promosso dal CRA.IT, raccoglie i suoi maggiori scritti sulla situazione artistica in cui i protagonisti di quel momento, da Reggiani, Soldati e Licini, a Melotti, Fontana, Veronesi, accanto al gruppo di artisti comaschi (Radice, Rho, Badiali, Galli) vicini al razionalismo architettonico di Terragni e Cattaneo, emergono per la loro peculiarità creativa, come autori pienamente inseriti nel clima delle grandi trasformazioni in atto nell'arte della prima metà del secolo. Attraverso questi interventi riemergono le tracce e le memorie delle importanti esposizioni per le quali sono nati.
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Perrone Aguinaldo
L'omino di Giovinazzo. Fortunato Depero: 1926, passaggio in Puglia
ill., br. Uno schizzo a china su un foglio ripiegato emerge durante la ristrutturazione di un bar della provincia di Bari; rappresenta una figura umana e reca una sigla «f», una data, un appunto scarabocchiato. Da questi elementi l'autore dà vita a un'indagine appassionante: secondo lui il tratto, i motivi decorativi, lo stile inconfondibile sono tali da far fortemente sospettare un'attribuzione al celebre artista futurista Fortunato Depero. Si tratta però di ricostruire, sulla base di dati lacunosi, se Depero potesse trovarsi quell'anno in quel luogo. Al di là della paternità dell'Omino di Giovinazzo, sicuro è il raggiungimento di un intento compatibile con il suo contesto culturale: il disegno campeggia oggi come logo sui tovagliolini del Gran Bar Pugliese, certo posati accanto a una futuristica bottiglietta di Campari Soda.
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Iervolino Lorenzo
Gianni Rodari. Vita, utopie e militanza di un maestro ribelle
br. Piemontese di nascita, lombardo di adozione, Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni, non è "solo" l'autore di un'opera vastissima e variegata, capace di rivoluzionare i parametri della letteratura rivolta ai più piccoli fino a restare impressa nell'immaginario collettivo di intere generazioni. Ma se libri come Favole al telefono o Grammatica della fantasia sono entrate a far parte del patrimonio culturale internazionale, lo scrittore Gianni Rodari fu pur sempre anche studente seminariale, maestro elementare, militante comunista, partigiano e giornalista e, oltre che pedagogo e poeta, anche marito e padre. In questa biografia, autentico viaggio nella vita di Gianni Rodari, Lorenzo Iervolino, con l'ausilio delle dichiarazioni di Rodari e le testimonianze di prima mano dei suoi amici e colleghi, compone un racconto corale e appassionante della straordinaria esistenza di un maestro ribelle. Un intellettuale che, piuttosto che scrittore di libri, amava definirsi un fabbricante di giocattoli.
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Russo Eriberto
Yoko Tawada. Metamorfosi kafkiane
br. Risultato di una decennale fascinazione per la prolifica autrice nippo-tedesca Yoko Tawada, il volume costituisce la prima monografia in lingua italiana su una figura e un'opera già ampiamente analizzate in Europa e oltreoceano. Se da una parte s'intende presentare l'opera di Tawada e le complesse articolazioni della sua scrittura in termini di appartenenza, genere, identità ed estraneità, dall'altra viene elaborato un confronto con il pensiero di Kafka. Si tratta infatti di uno scrittore emblematico dell'idea di contatto tra forme (trans)culturali e (trans)identitarie. Il percorso delineato formalizza tale confronto, in primo luogo intorno alla loro concezione di linguaggio e di estraneità e, secondariamente, sulle modalità rappresentative della metamorfosi; intesa sia in un'accezione "fisica", sia di "trasformazione e peregrinazione" testuale ed estetica.
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Battel Brigitte; Oliva Gianni; Martinelli Lorella
Armonie e parole. Intermedialità e ricerca formale tra Settecento e Novecento
br. Dedicato al francesista Francesco Proia, amico e collega, il volume raccoglie saggi e interventi che trovano il proprio baricentro nell'interazione tra parola e musica, testo poetico e ritmo, secondo un peculiare intreccio di ambiti disciplinari, contesti storici e culturali, pratiche operative e linguaggi che rappresenta la forma originale del suo multiforme impegno scientifico e di insegnamento. Gli studi, gli interessi, la fertile curiosità di Proia, documentata da sperimentazioni creative e ricerche sul cinema e sulle avanguardie, si riflettono, in questi saggi, nella molteplicità degli approcci, delle introspezioni e delle analisi delle esperienze estetiche.
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Mulé Matilde
Vasilij Kandinskij e la nascita dell'arte astratta. Vasilij Kandinskij e lo spirituale nell'arte alla luce dell'essenza dei colori di Rudolf Steiner
br. Rudolf Steiner e Vassilij Kandinskij, profondamente differenti nei loro campi di elezione e nei metodi, ma vicini nella ricerca della via spirituale. Le vite terrene di Kandinskij e di Steiner si sono incrociate, a Monaco, per pochi anni, unite dalla necessità di una svolta spirituale delle arti e della vita. Tanto è bastato perché da questo incontro avesse origine una concezione che ha rivoluzionato il pensiero e l'arte del Novecento, aprendo la strada a nuove correnti spirituali, artistiche, filosofiche e guidando le avanguardie fino al XXI secolo.
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Piccolo Laura
Ugo Ojetti e la Russia: incontri, itinerari, corrispondenze
ill., br. «Adesso vorrei essere in Russia, e poiché naturalmente (intendo, dalla natura) non m'è concesso, leggo, rileggo, sfoglio quanti più libri posso sopra i Russi e sopra le Russie», confessa Ugo Ojetti (1871-1946) sulla sua "Terza pagina" del «Corriere della Sera», mentre nell'autunno del 1941 rilegge l'Evgenij Onegin di Aleksandr Puskin. Il volume ricostruisce una pagina meno nota della biografia e dell'opera di questo protagonista della storia intellettuale e culturale italiana della prima metà del Novecento, quella dei suoi rapporti con la Russia: i viaggi (nel 1903 e nel 1910), i reportage pubblicati sul «Corriere della Sera», gli incontri con intellettuali, scrittori e artisti russi (Maksim Gor'kij, Anatolij Lunacarskij, Grigorij Siltjan e altri), l'interesse per l'arte e la letteratura russa coltivate su «Dedalo», «Pègaso» e «Pan», le inesauribili iniziative culturali di cui fu promotore a partire dalla "Mostra per il Ritratto Italiano" (1911). Attraverso documenti inediti, carteggi, fotografie e altri materiali conservati in archivi italiani e russi emergono così dal greto del tempo tessere sconosciute o dimenticate del composito e ricco mosaico dell'attività di Ojetti.
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Albertini Chiara
Il medioevo in giallo nella narrativa di Ellis Peters
ill., ril. Il libro - come Chiara Albertini sottolinea nella sua prefazione - si propone come un'approfondita analisi critica di Ellis Peters (pseudonimo di Edith Mary Pargeter), una scrittrice inglese del '900 la cui produzione letteraria ha riscosso un enorme successo nel campo del poliziesco, precisamente nel filone del «giallo storico»: un risultato motivato dal fascino che promana dal «mondo» medievale magistralmente evocato dalla scrittrice. Sulla sua opera, Chiara Albertini propone un saggio ricco di riferimenti e di richiami, di ordine storico e letterario, movendosi dai generali orizzonti del «giallo storico» alla bellezza dei singoli romanzi: uno studio brillante, denso di richiami alle stesse pagine della Peters, qui largamente citate, e capace di sollecitare negli appassionati del genere e della "bella scrittura" la ricerca di romanzi come questi, capaci di così coinvolgenti fascinazioni [Roberto Casalini].
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Marchetto Michele
Scoprire Dio con Husserl
br. Raggiungere Dio senza il Dio delle religioni: è l'ardita scommessa di Edmund Husserl, padre della fenomenologia. Grazie al rinnovato esercizio di conoscere se stessi, Husserl nell'assolutezza della coscienza scopre l'enigmatica trascendenza di Dio. L'interrogare a ritroso del metodo fenomenologico consente all'uomo di trovare nella propria interiorità l'apertura a un Assoluto che oltrepassa l'Io, un Dio che è la vocazione e la compiuta pienezza dell'umanità. Husserl aspira così ad aprire la via verso Dio a chi non conosce la fede della Chiesa, a fare del Dio riconosciuto nell'uomo interiore il ponte verso il Dio della Rivelazione: ponte che Husserl non attraversa del tutto, ritagliando per sé il ruolo di «Mosè che indica la terra promessa».
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Trifirò Massimo
La porta della salvezza. Calogero Marrone. Un impiegato a Dachau
ill., br. Calogero Marrone è un giovane impiegato del Municipio di Favara (AG). Siamo in pieno fascismo e l'uomo mal sopporta il clima politico soffocante che ha imposto la dittatura anche in Sicilia. Non avendo mai nascosto le proprie opinioni democratiche, subisce un progressivo isolamento sociale e per lui si teme perfino una rappresaglia. Decide perciò di emigrare al Nord. Vinto un concorso pubblico a Varese, diventa un funzionario del Comune e in seguito il Capo dell'Ufficio Anagrafe, apprezzato e benvoluto da tutti. Dopo l'Otto Settembre 1943 anche a Varese inizia la persecuzione dei partigiani, dei dissidenti, degli ebrei. Calogero Marrone si sente in dovere di agire con determinazione e coraggio. Il suo ruolo in Municipio gli consente di consegnare documenti falsi per salvare quante più vite possibile. Viene però scoperto perché un vile lo denuncia. Dopo l'arresto, il suo calvario lo vede incarcerato, poi deportato a Bolzano in un campo di transito, e infine tradotto su un carro bestiame a Dachau, dove muore in brevissimo tempo. È stato insignito del titolo di "Giusto tra le Nazioni ".
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Caravaggi Giovanni
Antonio Machado
br. Antonio Machado (1875-1939), una delle voci poetiche più autentiche del primo Novecento ispanico, visse nel periodo inquieto fra la restaurazione della monarchia borbonica, la proclamazione della Seconda Repubblica e la sua sconfitta al termine di una sanguinosa guerra civile. Dalla natia Siviglia, ricordata sempre con nostalgia, si trasferì giovanissimo a Madrid, dove maturò la sua vocazione poetica. Per oltre un ventennio fu professore di lingua francese a Soria, Baeza e Segovia; tornò poi nella capitale, presto sconvolta da un conflitto feroce, che lo costrinse all'esodo a Valenza e a Barcellona, e infine a una precipitosa fuga verso la Francia; prostrato dai disagi, morì a Collioure, appena varcata la frontiera. Le varie tappe della sua attività letteraria, segnate spesso da vicende tormentose, vengono illustrate con precipuo riferimento al progressivo sviluppo della creazione lirica, sempre più orientata verso il superamento del solipsismo intimistico, in un impulso esigente di apertura all'altro, e nella conseguente ricerca di un linguaggio poetico in grado di esprimere emozioni e sentimenti condivisibili coralmente. Un'attenzione costante viene rivolta alla costruzione graduale delle singole raccolte, confluite di volta in volta nelle successive edizioni delle Poesías completas. Nuove proposte interpretative sono ora avallate dalla rivalutazione di testi manoscritti di recente acquisizione. Occupa uno spazio adeguato anche l'analisi della variegata produzione in prosa, dall'ambizioso progetto di una scrittura apocrifa alle vibranti tensioni dell'epistolario; sono evocate anche le vivaci esperienze teatrali condivise con il fratello Manuel, in una feconda comunanza d'intenti.
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Florenskij Pavel Aleksandrovic; Mamayusupova K. (cur.)
Lo stato futuro
br. Uomo dall'erudizione multiforme, versato nei più diversi campi del sapere e delle arti, Pavel Florenskij (nato a Evlach nel 1882, deceduto a Lodejnoe Pole - Leningrado nel 1937) è oggi ricordato anzitutto per la sua speculazione teologica, in quanto autore di La colonna e il fondamento della verità, e per i suoi scritti di estetica, tra cui spicca L'iconostasi. Florenskij, che pur nelle tempestose vicissitudini rivoluzionarie e poi sotto il regime sovietico mai aveva voluto rinunciare al sacerdozio né tantomeno interrompere gli studi scientifici e umanistici, mantenne sempre un dignitoso riserbo intorno alle questioni politiche. Sarà però la politica a irrompere nella vita del pensatore russo, deportato nel lager "Solovetskij" e fucilato a Lodejnoe Pole. Proprio e soltanto allora, costretto all'isolamento, Florenskij rompe il suo silenzio politico e stende un testo intitolato Una presumibile struttura statale nel futuro. Il manoscritto, requisito e danneggiato dal KGB, sarà edito in Russia solo nel 1991. Si tratta di un lavoro rapido e intenso, capace di far convergere tematiche etiche, estetiche, economiche, culturali e pedagogiche verso il polo attrattivo di un possibile Stato futuro. Illuminante pare il confronto con un ulteriore testo florenskijano, Sull'obiettivo e sul significato del progresso, anch'esso finora inedito in Italia e qui accluso. A orientare il lettore, approntando insieme un apparato esegetico e una esauriente critica politico-filosofica, provvedono in primo luogo l'Introduzione e il Glossario della curatrice, Kristina Mamayusupova, quindi il Saggio parallelo a firma di Edoardo Valter Tizzi e Claudio Borello, infine la Postfazione di Francesco Simoncini.
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Avella Patrice
Prévert, l'amore & Paris
br. Prévert è un uomo come tanti, un uomo della strada, un uomo semplice che mette un braccio sulle spalle e quel gesto è pieno d'amore: un amore casualmente incontrato, riconosciuto, vissuto, divorato. In questo libro si descriverà la relazione con famosi amici frequentati dal poeta come: il pittore Picasso, il compositore Kosma, il cantante Yves Montand o il fotografo Desneau. Ma soprattutto si parlerà, all'interno di questo libro, della relazione privilegiata che il poeta ha avuto con le donne della sua vita sentimentale, in primis, ma anche della sua vita professionale, donne artiste che hanno avuto un ruolo essenziale nella sua creazione artistica. Prévert era il paroliere dei nostri amori, dei nostri timori, del nostro modo di vivere, delle nostre scelte di vita futura. Prévert ha fatto quello che siamo ancora oggi, quello che siamo diventati tutta la nostra vita. Ci ha dato la voglia di sognare di nuovo e della bellezza. "E non volermene se ti do del tu. Io do del tu a tutti quelli che amo, anche se non li ho visti che una volta sola. Io do del tu a tutti quelli che si amano, anche se non li conosco".
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Finci Predrag; Cappuccio E. (cur.); Rocco P. M. (cur.)
La stazione e il viaggiatore
br. Questo libro è la storia di un viaggio tra realtà e immaginazione, tra razionalità e sogno. Al centro, il tragitto compiuto da Predrag Finci da Sarajevo a Londra che ha condotto il filosofo a stabilirsi, dal 1993, nella capitale del Regno Unito. È il racconto dell'odissea affrontata da Finci dopo la guerra balcanica del 1992-1996 e quindi un'indagine interiore, un percorso di conoscenza che si dispiega tra la mente e il cuore e, insieme, storia sul fenomeno della città, su ciò che fa della città una città. Storia di vita e di destino in cui le riflessioni poetiche dello Scrittore su strade, parchi, mercati, fiumi, cimiteri, ci svelano le ragioni per cui Sarajevo e Londra hanno segnato la sua vita.
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De Merolis Franco
D'Annunzio e la douce France
br. Il soggiorno francese 1910-1915 di D'Annunzio avviene nel momento in cui il paese d'Oltralpe vive un periodo culturale e artistico intenso, ricco di movimenti letterari e valori innovativi. Sono dunque gli interventi critici di autori prestigiosi come Théodore de Wizewa ed Eugène de Vogüé, o di René Doumic, professore ed Accademico, a riconoscere il valore europeo e a dare da subito il giusto rilievo alla personalità artistica e culturale di D'Annunzio, indicandolo come «un presagio certo del Rinascimento latino» nei confronti del proliferare delle letterature del Nord. Invitato come autore di prestigio nei convegni culturali, o in occasioni conviviali con altri celebrati scrittori, come in aprile 1910 in casa di Jacques Rouché, proprietario della «Grande Revue» e direttore dell'Opéra de Paris, viene accolto da scrittori di elevata autorevolezza, dapprima con riserve malcelate, in seguito con segni di approvazione incondizionata, in virtù della personalità, della cultura o della conversazione colta del poeta abruzzese, che lo portava a dominare da subito i suoi interlocutori di chiara fama, come André Gide, Henri de Régnier o André Suarès.
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Menzani Tito; Carocci Roberto; D'Alterio Daniele
Modernità imperfetta. Lavoro, territorio e società a Roma e nel Lazio tra Ottocento e Novecento
ill., br.
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Muzzioli Francesco
Brecht con Benjamin. Contro l'immedesimazione
br. Ancora con Brecht e Benjamin? Cosa hanno da dirci oggi questi due personaggi legati agli anni Venti-Trenta del '900, vissuti in situazioni di grande difficoltà (specialmente il secondo) e legati (specialmente il primo) a una politica di sinistra che non appare ormai più praticabile? L'ipotesi di questo libro è che ? malgrado tutto ? abbiamo ancora bisogno di loro, del Benjamin influenzato da Brecht, del Brecht commentato da Benjamin. Ne abbiamo bisogno perché, nei loro "tempi bui" e in mezzo alle incomprensioni del loro stesso entourage hanno colto con particolare acume i primi segnali dell'avvento del "cattivo nuovo" (il potere delle immagini, la società dello spettacolo) e, senza aristocratici rifiuti, si sono proposti di rivoltarlo criticamente, cominciando da quel fondamentale aggancio ideologico che è l'immedesimazione passiva, la seduzione ammiccante, il dopaggio dell'immaginario non solo nell'estetica, ma in tutto il sistema della comunicazione. Se vogliamo veramente procedere a "sanificare" quel bene comune che sono le parole, qualche intrattenimento con Brecht&Benjamin, quei due instancabili giocatori di scacchi, è quanto mai opportuno.
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Han Byung-Chul
Le non cose
br. «Non abitiamo più la terra e il cielo, bensì Google Earth e il Cloud. Il mondo si fa sempre più inafferrabile, nuvoloso e spettrale». Abbiamo perso il contatto con il reale. È necessario tornare a rivolgere lo sguardo alle cose concrete, modeste e quotidiane. Le sole capaci di starci a cuore e stabilizzare la vita umana. Una massa di informazioni ci investe ogni giorno. Come ogni inondazione, anche questa agisce sulle nostre esistenze, spazza via confini, rimodella geografie. Ormai sono i dati e non più le cose concrete a influenzare le nostre vite. Le non-cose stanno prendendo il sopravvento sul reale, sui fatti e la biologia. E così la realtà ci appare sempre più sfuggente e confusa, piena di stimoli che non vanno oltre la superfice. Con la sua consueta lucidità e veemenza, Byung-chul Han, critico severo ma acuto della contemporaneità, ci offre una peculiare e sferzante riflessione sulla comunicazione, la Rete e il futuro che stiamo costruendo.
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Cornacchia Antonio
Stragi di Stato. Via Rasella. Fosse Ardeatine
br. L'attentato di via Rasella e la strage delle Fosse Ardeatine sono eventi sui quali, a tutt'oggi, non si è ancora fatta chiarezza. Fu un'azione militare legittima? Fu un atto di eroismo? Domande che da anni innescano una contesa inesauribile tra chi considera «eroi» i protagonisti gappisti e chi, invece, ritiene quell'attentato una scelta sbagliata, che provocò il massacro di 335 innocenti. Sono trascorsi ottant'anni da quel 23 e 24 marzo del 1944 e la ferita è sempre aperta, il dolore e il raccapriccio di una strage attuata con inaudita efferatezza e furia vendicativa sono ancora vivi.
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Sangiglio Crescenzio
Il micro-racconto nella contemporanea letteratura greca
br. Il genere micro-narrativo ha contribuito al rapido e progressivo affermarsi del racconto breve o brevissimo che ha avuto luogo entro i vasti confini di un intero continente linguistico, quello ispanofono, e non in una territorialmente limitata sfera di influenza culturale. Ha altresì influenzato formazione e irradiazione del fenomeno che ha coinvolto intere strutture e interessi artistico-intellettuali-nazionali.
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Leonardi Angela
Il pensiero e la visione. Virginia Woolf saggista
br. Virginia Woolf si dedicò all'attività saggistica per gran parte della sua esistenza: le sue recensioni e le sue riflessioni sulla letteratura, sull'arte e sulla vita si susseguirono, senza interruzione, dal dicembre del 1904 - quando aveva ventidue anni - al marzo del 1941, vale a dire a poche settimane dal giorno in cui volle porre fine ai tormenti del suo animo. Si tratta di una produzione di primaria importanza per chiunque voglia riflettere su un genere proteiforme come il saggio, su molti dei più importanti autori della letteratura inglese ed europea e su quel fenomeno di rinnovamento artistico e culturale che va sotto il nome di Modernismo. "Il pensiero e la visione. Virginia Woolf saggista", prendendo le mosse dai contributi sul genere saggio vergati da Lukács, Adorno, Steiner, Berardinelli e altri, si sofferma sui più rilevanti scritti critici di Woolf per dimostrare come il carattere apparentemente asistematico dei suoi saggi poggi invece su un metodo che coincide con l'alto spessore interpretativo e cognitivo che li caratterizza. Sorretta da un'intelligenza finissima, da una inconfondibile ironia e da una totale e fiera libertà di giudizio, Virginia Woolf accompagna il lettore attraverso percorsi critici che, scanditi dalle armonie irregolari del suo pensiero e in virtù di quel principio di onestà intellettuale che sottende ogni suo atto di lettura e di scrittura, conducono all'intuizione geniale su quell'autore o su quell'opera, alla visione definitiva in cui sempre si sentono vibrare la sua sensibilità e il suo coraggio.
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Albani Paolo
Visionari. Briciole critiche su Carlo Dossi
br. Paolo Albani racconta Carlo Dossi in una veste particolare, ovvero quella di attento studioso dei mattòidi di lombrosiana memoria: persone "normalissime" (si fa per dire), salvo che per un'ossessiva fantasia, spesso di tipo scientifico, un chiodo mentale che li angustia. Questa forse è la ragione per cui il «mattòide» ispira una certa simpatia, perché in fin dei conti tutti, più o meno, abbiamo nell'appartamento della nostra intelligenza, come dice Dossi, una stanzetta sottosopra, con i mobili disposti in modo caotico. Completa il libro, in appendice, una piccola antologia di esperienze farneticanti e visionarie di alcuni "mattòidi" italiani.
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Di Matteo Giuseppe
Il 1799 in terra di Bari
br. Proclamata il 23 gennaio 1799 dai patrioti italiani con l'appoggio dell'esercito francese del generale Championnet, la Repubblica napoletana era una delle numerose entità politiche nate durante il Triennio giacobino e la campagna napoleonica in Italia. Un'esperienza brevissima, durata poco più di cinque mesi, che provocò pesanti ripercussioni nelle province del Regno napoletano e in particolare in Terra di Bari, dove, a fronte di un regime politico trapiantato ex novo, si consuma uno scontro durissimo tra chi sostiene la Repubblica e chi la avversa. Il saggio di Giuseppe Di Matteo prova a risalire all'origine di questa contrapposizione soffermandosi sulla specificità dei contesti locali. Si scopre così che sotto la patina degli ideali repubblicani (sostenuti da una minoranza intellettuale incapace di renderli appetibili alle masse contadine) spesso si nascondevano interessi personali e che molte scelte furono determinate da rancori mai sopiti, conflitti atavici tra fazioni, insperate possibilità di carriera. Né è da trascurare, come dimostrato da alcuni recenti studi, la formazione di progetti politici del tutto inediti e curiosi governi popolari che caratterizzarono i tumulti del '99, lasciando tracce nel periodo immediatamente successivo.
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Atzeni Chiara
L'eco di un esodo
ill., br. Questo libro è un viaggio che ha come sfondo la tormentata ma assai poco conosciuta storia dell'esodo giuliano-dalmata avvenuto nel secondo dopoguerra, quando migliaia di italiani che abitavano le terre dell'Istria, Quarnero e Dalmazia passate dalla dominazione italiana a quella jugoslava lasciarono in massa le loro terre abbandonando ogni cosa. Un viaggio nella grande storia, passando dalle piccole vicende che la compongono come pezzi di un puzzle attraverso le voci di chi le ha vissute in prima persona; un viaggio alla ricerca delle radici dell'autrice, nipote di esuli giuliani, attraverso le tormentate e rocambolesche vicende famigliari; un viaggio dentro sé stessa dove gli strascichi dell'abbandono vissuto e raccontato quotidianamente dai nonni hanno sedimentato, per far capolino nella sua musica e nelle sue parole, anni dopo. Infine, questo libro può considerarsi l'evoluzione del brano Esodo, uscito il 10 febbraio 2021, la sua parte complementare in narrativa, attraverso la scoperta di fatti ed emozioni che solo chi ha vissuto un esodo ha in memoria.
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Diano Carlo; Diano F. (cur.)
Opere
ril. Sono qui raccolti per la prima volta gli scritti teorici di Carlo Diano, con alcuni importanti inediti, per una visione pressoché completa della sua ricerca multiforme come filologo, grecista e innovativo interprete del mondo classico, ma anche come scrittore, saggista, teorico di estetica, poeta e, soprattutto, filosofo originale. È possibile seguire in ordine cronologico lo sviluppo del suo pensiero, dai primi scritti a opere di fama internazionale, come Forma ed evento, Linee per una fenomenologia dell'arte, gli importantissimi Scritti epicurei, gli Studi e saggi di filosofia antica, oltre ai rivoluzionari saggi sulla catarsi tragica, su Edipo, sull'Alcesti, su Platone, che nell'interpretazione di Diano rivelano aspetti prima inesplorati. Fulcro del suo pensiero filosofico ed estetico sono le categorie fenomenologiche di forma e di evento che, proprio per i loro tratti distintivi, si danno come strumento d'analisi del mondo greco, ma anche di ogni cultura e civiltà. Fondante è il suo discorso sul metodo, ricorrente in più saggi, che consiste nell'affrontare i problemi col rigore del filologo e l'ampiezza di una conoscenza universale, che annulla ogni barriera tra le diverse discipline. Su queste basi Diano fonda un sistema filosofico ed estetico originale in cui filologia, studi storici, filosofici, scientifici, sociali, storico-artistici e storico-religiosi si integrano a creare un nuovo procedimento di indagine, che gli permette di restituire il senso originale di autori e testi. La vasta cultura, la prodigiosa padronanza della filologia, l'ampiezza di visione, la mente eclettica e anticipatrice, le grandi doti di traduttore sono le solide basi di un sistema filosofico più che mai attuale, che lo pone fra i grandi Maestri del pensiero moderno e contemporaneo. Con i contributi di Massimo Cacciari e Silvano Tagliagambe.
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Lowry Vicky
Jens Risom. A seat at the table. Ediz. illustrata
ill., ril.
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Reininger Robert; Fusco S. (cur.)
Nietzsche e il senso della vita
br. Un saggio (tradotto da Evola e pubblicato una sola volta, nel 1971, dall'editore Giovanni Volpe grazie all'intervento di Gianfranco de Turris) che si distingue nella vasta letteratura riguardante Nietzsche per due punti. Anzitutto perché considera il contenuto "etico" dell'opera del filosofo. Poi perché sottolinea il contributo che egli ha dato per la conquista di un senso della vita e per la condotta personale dell'uomo odierno. Un uomo che si trova di fronte alla crisi di tutti i valori, che ritiene irreversibili i processi che hanno provocato tale crisi e che, allontanatosi ormai dal sacro e dalla tradizione, è da solo, in una pericolosa libertà.
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Spinoza Baruch; Donna D. (cur.)
Etica
br. "Il capolavoro di Spinoza svelato nella sua profondità e bellezza: l'Etica è capire che siamo natura viva, che «l'uomo è tale se ha qualcosa di divino nella relazione con gli altri». Piero Di Vona è stato uno dei massimi studiosi italiani e internazionali del pensiero spinoziano, che ha analizzato alla luce delle dottrine ontologiche della Seconda Scolastica, offrendone una via di chiarificazione originale, differente e non in linea con molte delle interpretazioni a lui contemporanee e che ancora oggi vanno per la maggiore. L'idea di fondo di questa edizione è quella di presentare il capolavoro del pensiero spinoziano come un'opera unitaria, in cui al lettore risulti evidente il punto di avvio ed il punto di arrivo dell'opera, mettendone correttamente a fondamento i principi ontologici, metafisici ed epistemologici che la innervano costantemente". Prefazione Giuseppe D'Anna.
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Marramao Giacomo
Minima temporalia. Tempo, spazio, esperienza
br. C'è un tratto paradossale sullo sfondo del viaggio che Giacomo Marramao intraprende lungo i sentieri del pensiero moderno e contemporaneo: l'impossibilità di concepire il tempo - sia il tempo «quotidiano», della nostra esperienza soggettiva, sia il tempo «esterno», della fisica - al di fuori del riferimento a una rappresentazione spaziale. È un'idea che sbaraglia una ricorrente pretesa della filosofia (incarnata eminentemente in Heidegger, di cui il libro propone una critica radicale): quella di estrapolare una dimensione «autentica», «pura» della temporalità, liberata dal suo riferimento alla spazializzazione. Rinunciare a questa pretesa permette innanzitutto di apprezzare la stretta interdipendenza tra scienze dure e sapere umanistico. Da sempre, in effetti, il carattere fecondamente «visionario» della scienza fisica è intrecciato con le intuizioni dell'arte e della poesia. E viceversa le rivoluzioni scientifiche, introducendo nuove immagini del mondo, impattano non solo sulle pratiche della scienza, ma anche sulle idee filosofiche. È accaduto con la prima rivoluzione scientifica di Galileo e Newton. E accade così anche oggi, con la nuova immagine dell'universo dischiusa dalla relatività generale e dalla fisica quantistica, che hanno portato allo scoperto l'inganno della freccia del tempo, che si muove dal passato verso il futuro. Nella nuova visione del mondo, l'«ora» e il «qui» hanno perso il loro significato universale, assoluto. Spazio e tempo, lungi dall'essere semplici contenitori, vengono curvati dai corpi. La materia è energia, discontinuità, dinamica di relazioni: non più «sostanza», ma «evento». Mentre la teoria della gravità quantistica scommette addirittura sulla possibilità di delineare un'immagine del mondo che faccia a meno del concetto di tempo. Al centro di questa scommessa, tra il tempo della fisica e quello della filosofia, si muove la ricerca di Giacomo Marramao, che esplora le riflessioni di Agostino, Leibniz, Husserl, Wittgenstein, Heidegger. A questo libro Nicola Abbagnano dedicò la sua ultima recensione, che compare qui come Appendice. Abbagnano celebrava una prospettiva sul tempo inteso come «visione di un angolo del mondo, luce gettata su qualche aspetto concreto». Per riconoscere e fronteggiare quella fuga del tempo contro la quale l'uomo lotta, da sempre.
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Imarisio Eligio
L'umanesimo industriale nell'Italia d'Otto-Novecento
ill., br. Un'opera poderosa che traccia, in Italia e con parallelismi in tutta Europa, la storia della fabbrica e delle comunità che vivono attorno ad essa. Il volume è diviso in due parti. La prima parte riguarda La Fabbrica Italiana nella società e nelle arti d'Otto-Novecento, dall'origine al declino (particolarmente dalla vigilia dell'Unità nazionale al termine della Grande Guerra): una vasta parabola della vita entro il perimetro aziendale, incentrata sulle nozioni di fabbrica e immagine della fabbrica nel coevo contesto socioeconomico. La seconda parte di questo libro ha titolo Città mirabile, città terribile. Le classi sociali e le vite quotidiane nell'urbanesimo italiano dei secoli XIX-XX. Qui l'autore estende il suo sguardo dall'universo-fabbrica all'universo-città. La città mirabile affiancata e contrapposta alla città terribile, ovvero l'essere e l'agire di classi, gruppi, ceti in condizioni diversificate. Per la ricchezza delle fonti bibliografiche, per il corpus iconografico e l'approccio multi-disciplinare questo volume è un archivio unico che diviene contributo rilevante alla storiografia moderna.
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Anghelone F. (cur.); Piatti P. (cur.); Tirone E. (cur.)
La Breccia di Porta Pia. Raccolta di Studi nel 150° anniversario (1870-2020)
cart. Dopo 150 anni dalla cosiddetta «Breccia di Porta Pia», e a poco più di 90 anni dalla firma dei Patti Lateranensi, questa Raccolta pluridisciplinare di Studi illustra i diversi aspetti e le numerose conseguenze di un evento che mutò definitivamente il rapporto tra il Papa e il mondo: come mai prima, la figura del Romano Pontefice divenne, nel mondo intero, quella del Padre universale, libero da ogni interesse particolare legato ad un suo Stato, e proteso verso l'umanità tutta. Dal canto suo, la Chiesa nutriva la coscienza irrinunciabile di essere per sé un soggetto giuridico internazionale. Questa concezione che la Santa Sede aveva di sé non era basata sull'idea di potere temporale, ma sulla natura stessa della Chiesa, sulla sua autorità spirituale sovrana, confermata dal consenso internazionale. Anche dopo il 1870, infatti, numerosi Stati mantennero una propria rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede, che continuò ad essere soggetto operante nella comunità internazionale, anche se priva di un proprio territorio. Dalla Presentazione di Bernard Ardura.
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