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‎History‎
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‎Ponziani Luigi‎

‎Teramo dall'età giolittiana al fascismo (1901-1940). Crisi di identità e ipotesi municipalista‎

‎br. Nel suo nuovo libro lo storico Luigi Ponziani, direttore della Biblioteca Dèlfico fino al 2015, ci racconta i primi 40 anni del Novecento teramano. Il libro rappresenta la naturale continuazione del precedente "Il capoluogo costruito", pubblicato nel 2003 da Edigrafital: 560 pagine attraverso le quali ricomporre diacronicamente, ma anche attraverso approfondimenti tematici, la vicenda della città aprutina dal 1901 al 1940. Il tutto all'interno di processi storico-politici che nel corso del XX secolo hanno costituito in Abruzzo e nel Paese la cartina di tornasole attraverso cui leggere trasformazioni e persistenze in società e ambiti nei quali consolidati equilibri economico-sociali e gerarchie territoriali non sembravano facilmente modificabili. La storia intima della città di Teramo è stata vista e interpretata alla luce della tradizionale egemonia notabilare di stampo ottocentesco e della crescente difficoltà delle classi dirigenti a padroneggiare la maggiore dinamicità politica e sociale.‎

‎Deleuze Gilles; Moscati A. (cur.)‎

‎Che cos'è l'atto di creazione?‎

‎br. "Qualcosa di strano m'ha colpito nel cinema: la sua attitudine inaspettata a manifestare, non il comportamento, ma la vita spirituale (come pure i comportamenti aberranti). La vita spirituale non è il sogno né il fantasma, che sono sempre stati un vicolo cieco per il cinema, ma il dominio della decisione fredda, della caparbietà assoluta, della scelta dell'esistenza. Come mai il cinema è così adatto a scavare nella vita spirituale? (...) Il cinema, insomma, non mette il movimento soltanto nell'immagine, ma lo mette anche nello spirito. La vita spirituale è il movimento dello spirito. Si passa spontaneamente dalla filosofia al cinema, ma anche dal cinema alla filosofia" (G. Deleuze).‎

‎Rizzante Massimo‎

‎Il geografo e il viaggiatore. Lettere, dialoghi, saggi e una nota azzurra sulla prosa di Italo Calvino e Gianni Celati‎

‎ill., br. Questo libro smisuratamente breve, scritto in un periodo smisuratamente lungo, è un libro sull'amicizia tra Calvino e Celati. Ma anche sull'amicizia come forma, forse l'ultima, in grado di renderci più vicini a noi stessi e più in dialogo con il mondo, meno sentimentali e più sensibili. Il geografo Calvino e il viaggiatore Celati, per quanto diversi, sono accomunati da quella vena artistica che, nata agli inizi dei Tempi Moderni, ha segnato un po' controcorrente fino al XX secolo la nostra civiltà letteraria fondata sulla dura legge della mimesis. Si tratta di quello humour che Thomas Carlyle, parlando di Ariosto, di Cervantes, di Sterne e di Jean Paul definisce: «il prodotto non del disprezzo ma dell'amore, non della deformazione superficiale delle forme naturali, ma di una profonda quanto piacevole simpatia nei confronti di tutte le forme della Natura». Entrambi, ciascuno a suo modo, il viaggiatore con cambi umorali più erranti, il geografo con cambi di passo più lineari, hanno attraversato i generi, non hanno mai fatto finta che il lettore non esistesse, non si sono mai arresi al vizio della trama, hanno mostrato senza affettazione i capricci dei loro procedimenti, hanno riflettuto sulla loro opera e su quella altrui diffidando sempre delle definizioni. Entrambi spiriti malinconici nati sotto l'influenza di Saturno, sono figli dello humour, di quello cervantino come di quello ariostesco, di quello che traspare nelle opere di Giordano Bruno, nella Scienza nuova di Giambattista Vico o nella prosa di Leonardo e Galilei, di quello del Leopardi delle Operette morali e dello Zibaldone, come di quello che si incontra nelle passeggiate di Robert Walser e Raymond Queneau o nei quaderni di Paul Valéry.‎

‎Guglielmi Angelo‎

‎Sfido a riconoscermi. Racconti sparsi e tre saggi su Gadda. Con Libro in brossura‎

‎ril. "Io non ho mai scritto di me, ho in odio l'autobiografia ritenendola il male degli ultimi trent'anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente, che per la loro diciamo singolarità sono decisivi per dare il giusto significato alla performance, le incertezze e i fallimenti della mia vita di adulto. Giacché molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante né impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento. Dunque un piccolo breviario laico, da prendere e abbandonare all'occasione, costituito di ricordi autobiografici, giudizi e considerazioni sulla letteratura italiana da metà del secolo scorso a oggi, sulla televisione, sul cinema, sulla politica (che sono i quattro ambiti in cui mi sono impegnato nella mia lunga carriera di lavoro)." (Angelo Guglielmi)‎

‎Tabucchi Antonio; Basi T. (cur.)‎

‎Un baule pieno di gente. Scritti su Fernando Pessoa. Nuova ediz.‎

‎ill., br. Antonio Tabucchi è stato uno dei massimi conoscitori dell'opera di Fernando Pessoa. In questa raccolta di interventi e saggi, con grande amore e acume critico, Tabucchi illumina la complessa personalità del geniale scrittore portoghese. E lo fa a partire dall'analisi della sua invenzione letteraria, l'eteroninnia, cioè la costruzione di diversi personaggi fittizi, ognuno dotato di caratteristiche biografiche, fisiche e soprattutto autore di una propria opera letteraria. Le molte vite di Pessoa, le sigarette di Campos, la carta d'identità del Bambino Gesù di Caeiro, il ritratto di Bernardo Soares, la sciarada esoterica del 'Marinaio', l'oscuro codice delle lettere d'amore. L'universo poetico di Fernando Pessoa nei testi critici dello scrittore che ha dato il più alto contributo alla sua conoscenza in Italia.‎

‎Ferrari Aldo‎

‎L'Armenia perduta. Viaggio nella memoria di un popolo‎

‎ill., br. Viaggio storico, artistico e letterario attraverso i luoghi perduti della millenaria civiltà armena, rimasti fuori dai confini dell'odierna, minuscola, Repubblica d'Armenia. Si tratta di monti, laghi, monasteri, fortezze e intere città, dove solo la memoria, talvolta supportata dalla precaria sopravvivenza di monumenti in rovina, parla di una presenza armena ancora viva e palpitante poco più di un secolo fa, prima di essere violentemente annientata dal genocidio del 1915. Questa Armenia perduta, che si trova oggi in Turchia, Iran e Azerbaigian, è presentata nel suo secolare percorso storico, secondo il significato e l'importanza che essa possiede all'interno di una cultura antichissima, fino ai nostri giorni, dove appare irreversibilmente privata dell'elemento umano. I capitoli che compongono questo volume sono incentrati sul contrasto stridente tra un passato di multiforme creazione culturale e un presente fatto di assenza, silenzio e negazione. Il lettore troverà la guida a un paradiso perduto nelle mappe ma vivo nella memoria di un popolo. Prefazione di Antonia Arslan.‎

‎Colucci Andrea‎

‎Alienazione e dignità. Il lavoro come valorizzazione dell'uomo nel pensiero di Simone Weil‎

‎br. Dal concetto di «sventura», di «de-creazione», di vuoto interiore e dalla sperimentazione, in fabbrica, dell'orrore e del disgusto verso il potere «schiavista» della organizzazione del lavoro, che ha precipitato l'anima nella bruttezza, alla nozione di «attesa», di «attenzione creatrice», a una dimensione che ci appare come la patria tanto desiderata, al pari di Ulisse che bruciava di nostalgia per la sua Itaca dopo essere stato esiliato in terra straniera. Il ritorno alle radici si lega, nel pensiero weiliano, a una volontà più grande: l'obbedienza alla vocazione. Una vocazione che si fa risposta ai valori di verità, di giustizia e di bellezza e che dà pienezza e senso all'esistere. (Fondazione Mario Luzi - marioluzi.it)‎

‎Morozzo Della Rocca Roberto‎

‎Nazione e religione in Albania‎

‎br. L'intreccio fra nazione e religione è un anello fondamentale per comprendere l'anima profonda dell'Albania, dove musulmani, ortodossi e cattolici convivono in un'atmosfera di tolleranza estranea ad altri paesi balcanici in cui da sempre la religione è alla base di sanguinosi conflitti etnici. Il segreto del pacifico equilibrio fra confessioni diverse in Albania sta proprio nella subordinazione delle singole fedi al concetto di nazione. Analizzando i paradossi della realtà albanese dagli inizi del secolo ai giorni nostri, questo saggio consente di conoscere meglio un popolo con cui le cronache recenti ci hanno di frequente messo in contatto.‎

‎Cioran Emil M.; Di Gennaro A. (cur.)‎

‎L'orgoglio del fallimento. Lettere ad Arsavir e Jeni Acterian‎

‎brossura Agli inizi degli anni trenta, a Bucarest, nel pieno del fermento culturale, politico e sociale che attraversava la capitale romena, un introverso e solitario Emil Cioran incontrò per caso, presso la Biblioteca della Fondazione Carol, Ar?avir Nazaret Acterian, giovane e brillante giornalista di origini armene, nonché autorevole membro della Generazione del '27. Grazie a lui, Cioran entrerà in contatto con il gotha dell'Associazione "Criterion", facendosi notare per le sue spiccate doti intellettuali e divenendo, ben presto, tra i leader indiscussi della "Giovane generazione". Il presente volume raccoglie le numerose lettere inviate da Cioran all'amico Ar?avir, e le poche, ma ugualmente intense e poetiche, indirizzate a Jeni, sorella minore di quest'ultimo. Attraverso la lettura di tali missive, verace testimonianza di amicizia autentica, è possibile seguire non solo il travagliato percorso esistenziale di Cioran sino all'esilio parigino, ma anche l'inquietudine spirituale di un'intera epoca, segnata dal nichilismo.‎

‎Pratesi Ludovico‎

‎L'arte serve a qualcosa? Sei lezioni per capire l'arte del XXI secolo‎

‎ill., br. Sempre più spesso sentiamo - o ci poniamo - la domanda: «A cosa serve l'arte?». E molti altri dubbi sorgono se ci riferiamo in particolare a quella contemporanea: si può capirla con gli stessi parametri dell'arte del passato? Qual è il ruolo concreto di questo tipo di arte? Se tutto può diventare arte, allora cos'è davvero l'arte? E chi è il "vero" artista? Ludovico Pratesi, che ha fatto della divulgazione uno dei punti di forza della sua attività di critico e curatore d'arte, cerca di sciogliere queste legittime perplessità attraverso sei brevi lezioni, concepite come un percorso per comprendere l'utilità dell'arte contemporanea, e offre una chiave creativa per interpretare la complessità del mondo attuale.‎

‎Papa Enzo‎

‎Tre affettuosi sgambetti a Sciascia‎

‎br. «Anch'io, come s'è espresso - col tramite di Corrado Avolio - nel suo incipit Enzo Papa (amico di lunga gittata), desidero aprire il mio cenno introduttivo su peso e suono di una pertinente parola. In siciliano, forse a Bronte con maggiore incisività, il termine "minuzzagghi" possiede un preciso significato: sta a indicare l'insieme di cose minute, di frantumi, tritumi, scaglie resesi ormai inutilizzabili. Saranno pure inutili, anche se per Aldo Palazzeschi, nella celebre poesia "Lasciatemi divertire", dichiara con trasporto fanciullesco che «Non è vero che non voglion dire», ma «vogliono dire qualcosa»; e qui, lungo l'asse asimmetrico dei tre sgambetti agitati da Enzo Papa tra le gambe di Sciascia, non è certo (o non soltanto) un lasciarsi cullare dall'estroversa e accattivante papiniana fantasia propria del pleomorfismo creativo di Palazzeschi, piuttosto è un calarsi nell'affermazione esplicita sul diritto all'arte (e l'arte della critica non è da meno)». (Dalla premessa di Aldo Gerbino)‎

‎Virno Paolo‎

‎Negli anni del nostro scontento. Diario della controrivoluzione‎

‎br. Questo libro è un diario pubblico, esente dai rovelli interiori con cui ingannano il tempo le anime in pena, scritto da chi guarda con una certa voracità quel che accade tutt'attorno e, guardando, spesso non crede ai propri occhi. Un monologo ad alta voce, durante il quale l'oratore incontinente parla anche a se stesso soltanto perché parla in primo luogo a una moltitudine di passanti. Il diario pubblico, ovvero l'altisonante monologo, registra e commenta, giorno dopo giorno, la drastica trasformazione del modo di produzione dominante, del calendario in cui si iscrivono azioni e passioni, delle forme di vita, degli stili di pensiero, seguita alla sconfitta dei movimenti rivoluzionari che andarono in scena nella seconda metà del secolo scorso. L'autore, che di quei movimenti fece parte, dopo la sconfitta, in mancanza di meglio, si è dedicato alla filosofia. Ma per quattro anni, dal 1988 al 1991, è stato redattore delle pagine culturali del quotidiano «il manifesto». E da lì ha osservato la controrivoluzione capitalistica. Non una restaurazione dell'antico regime, ma una rivoluzione al contrario, impetuosa e cruenta, battezzata poi con nomi pigrissimi, paghi di ventilare una novità ineffabile, come «postfordismo» e «neoliberalismo».‎

‎Gide André‎

‎Note su Chopin‎

‎br. Il grande scrittore André Gide (1869-1951, Premio Nobel per la Letteratura nel 1947) tra i compositori privilegiò sempre Chopin sopra ogni altro, tanto che il musicista polacco assunse ai suoi occhi un valore quasi mitologico, ponendosi come una sorta di assoluto musicale. «Ho trascorso con Chopin un numero maggiore di ore che con qualsiasi altro autore», confidava Gide a un giovane pianista nel gennaio 1915; e in effetti Gide, pianista egli stesso, si misurò tutta la vita con Chopin, come testimoniano le sue numerose pagine, dai "Cahiers d'André Walter" alle opere della maturità, costellate di richiami musicali. Le sue "Note su Chopin", integrate in questa edizione dalle pagine del "Journal" che alla musica e a Chopin si richiamano, sono il distillato di questa frequentazione; Gide riteneva che la propria epoca stesse tradendo il vero Chopin con esecuzioni virtuosistiche che alla fine contrastavano con la sua più intima essenza; occorreva dunque tornare alle partiture, alle reali intenzioni e indicazioni del grande musicista. Un libro di grande intelligenza critica, a metà tra musica e letteratura (di grande interesse anche i confronti tra Chopin e Baudelaire), arricchito dall'acuta prefazione di Gianandrea Gavazzeni che è stato non solo uno dei nostri più grandi direttori d'orchestra, ma anche uno dei nostri massimi critici musicali.‎

‎Meacci Giordano‎

‎Improvviso il Novecento. Pasolini professore‎

‎br. «Mi alzo alle sette, vado a Ciampino (dove ho finalmente un posto insegnante a 20.000 lire al mese), lavoro come un cane (ho la mania della pedagogia), torno alle 15, mangio e poi...». È il 1952, e Pier Paolo può dedicarsi alla letteratura solo «poi», nel tempo libero dall'insegnamento. Attorno agli anni ciampinesi di Pasolini e ai ricordi dei suoi alunni e dei suoi amici (Bertolucci, Cerami, Pivano) - quei primi anni Cinquanta in cui nasceva «Ragazzi di vita» - Meacci costruisce un libro che è al contempo saggio, reportage, diario di viaggio e racconto, e in cui trova posto un'intera teoria di figura del nostro Novecento (e non solo): Totò, Fellini, Hemingway, gli sfollati del dopoguerra, Mizoguchi, il Vangelo, Mantegna, le tradizioni contadine, Simone Martini, il comunismo, Anna Magnani, Goldrake e Happy Days, l'America, Roma, il terremoto del Friuli, la grande poesia, la «scomparsa delle lucciole».‎

‎Borgna Gianni; Benedetti C. (cur.)‎

‎Pasolini integrale‎

‎br. Questo libro rilegge l'opera di Pier Paolo Pasolini dalle prime poesie in friulano fino a Salò, delineando una biografia intellettuale che abbraccia e ricompone i diversi ruoli rivestiti nel corso di una vita: il poeta e il regista, il critico e il narratore, lo scrittore corsaro e il testimone-profeta del suo tempo. Gianni Borgna riesce così a mostrare l'intima coerenza di un corpus complesso e ramificato, e a restituirci un Pasolini "integrale", libero dalle distorsioni ideologiche e dai fraintendimenti a cui è andata incontro la sua figura. Il saggio, ultimato dall'autore poco prima della sua scomparsa e curato da Carla Benedetti, unisce l'ampiezza di visione a una scrittura limpida e diretta, proponendosi come testo di riferimento per la conoscenza dell'intellettuale. Ma a guidare la ricerca di Borgna c'è soprattutto una passione, umana e civile, che trova nell'opera di Pasolini una lucida analisi del presente e il seme di una resistenza possibile.‎

‎Le Moal Frédéric‎

‎Vittorio Emanuele III‎

‎br. Vittorio Emanuele III regnò sull'Italia dal 1900 al 1946, ma non fece nulla per conquistare la celebrità. Sfavorito da un aspetto fisico particolarmente ingrato, taciturno e riservato, critico nei confronti dell'apparato monarchico, è stato un sovrano invisibile, chiuso nelle sue residenze private e nella vita familiare. Eppure il suo regno, iniziato dopo l'assassinio del padre Umberto I, attraversa tutte le convulsioni della prima metà del XX secolo, le lotte ideologiche, le due guerre mondiali e il fascismo. In particolare, Vittorio Emanuele III prende tre decisioni che avranno conseguenze importanti per la storia d'Europa: nel 1915 trascina il Paese nella Grande Guerra, nel 1922 nomina Mussolini primo ministro e nel 1943 lo priva del proprio favore attraverso un colpo di mano della monarchia che non basterà a salvare la sua corona. Con il Duce intratterrà relazioni complesse fatte di complicità, reciproca fascinazione e momenti di forte tensione. Costretto all'esilio nel 1946, muore l'anno successivo ad Alessandria. Questa equilibrata biografia di un personaggio molto controverso in Italia si basa su documenti d'archivio, alcuni dei quali inediti, e consente di comprendere uno dei sovrani più enigmatici del XX secolo.‎

‎Malabou Catherine; ?i?ek Slavoj‎

‎Il trauma: ripetizione o distruzione? Un confronto tra psicoanalisi, filosofia e neuroscienze‎

‎br. Malati di Alzheimer e persone colpite da danni cerebrali irreversibili, ma anche individui segnati dalla guerra, vittime di abusi sessuali o di catastrofi naturali: esistenze nelle quali l'evento traumatico ha distrutto la vecchia identità per scolpirne una totalmente inedita, disertata, distaccata, indifferente, senza passato. Vicende soggettive, dunque, che smentirebbero clamorosamente il classico paradigma psicoanalitico in virtù del quale è identificabile come traumatico l'evento capace di riattivare la memoria di esperienze rimaste in attesa di significazione. Sin dalla loro comparsa le tesi esposte da Catherine Malabou nei Nuovi feriti non hanno mancato di far discutere gli studiosi - non soltanto gli analisti, ma anche i filosofi. Tra questi, Slavoj ?i?ek, uno dei primi ad aver colto la posta in gioco del libro: la tentazione ermeneutica è insita nel dispositivo stesso della psicoanalisi o è, appunto, una tentazione cui la psicoanalisi può e anzi deve resistere? Due interpretazioni del lascito freudiano chiaramente antitetiche, che trovano in ?i?ek e Malabou i protagonisti di una rigorosa discussione sulle figure del traumatismo contemporaneo. Il dibattito che ne deriva oppone due concezioni del trauma: da un lato, quella che lo pensa all'interno di una logica di senso rivelata dalla cura psicoanalitica; dall'altro, quella che lo fa coincidere con l'irruzione immotivata di un accidente la cui potenza cancella ogni traccia del passato. Un'alternativa che costringe il lettore a rinunciare a convinzioni consolidate e a inoltrarsi in un territorio teorico-clinico ancora tutto da esplorare.‎

‎Lincoln W. Bruce‎

‎I bianchi e i rossi. Storia della guerra civile russa‎

‎br. Cosa accadde in Russia nel 2017, dopo che Lenin e i suoi ebbero preso il potere? La fine della Rivoluzione non significò anche la fine degli scontri, anzi segnò l'inizio di una lunga guerra civile destinata a protrarsi fino al 1921, che vide la popolazione divisa tra i bolscevichi (i Rossi) e i controrivoluzionari (i Bianchi), appoggiati dalle forze armate di quattordici potenze straniere e da una dozzina di gruppi nazionali in lotta per l'indipendenza. Dopo le disastrose sconfitte subite dal Paese nella Grande Guerra e le due rivoluzioni del '17, questi ulteriori quattro anni di conflitto furono per la popolazione un periodo di enormi sofferenze, atrocità, epidemie e carestie, che ebbero durature conseguenze sul piano demografico, sociale ed economico. Un'immane tragedia che in queste pagine Lincoln racconta con equilibrio e competenza, ricostruendo gli scenari e tratteggiando i protagonisti - da Trockij a Stalin a Majakovskij - di una delle più aspre guerre intestine dei tempi moderni.‎

‎Asor Rosa Alberto‎

‎Storia europea della letteratura italiana. Vol. 2: Dalla decadenza al Risorgimento‎

‎br. Le storie della letteratura italiana hanno a lungo riprodotto l'impostazione desanctisiana, di origine risorgimentale, unitaria e nazionale. Questa di Asor Rosa supera definitivamente quel modello modificandolo in due direzioni. Da un lato inserendo i fatti letterari italiani in un contesto internazionale, e dunque analizzando la fitta trama delle relazioni culturali tra l'Italia e i principali paesi europei nel biunivoco, mai interrotto rapporto di dare e avere. Dall'altro cercando nella letteratura un'identità italiana allo stesso tempo unitaria e diversificata, soggetta a spinte centripete e centrifughe compresenti o alternate. In questo secondo volume dedicato all'età moderna non si può prescindere dal rapporto con la Spagna, con la Francia, e poi col mondo germanico e anglosassone, e neppure con le diverse situazioni statuali che hanno prodotto una geografia politica e culturale assai cangiante prima dell'Unità. Asor Rosa raccoglie i fili dispersi dando il giusto rilievo alle tradizioni regionali senza mai dimenticare che anche attraverso queste diversità è passato un sentimento identitario che, ribaltando la celebre frase, "ha fatto gli italiani" prima che fosse fatta l'Italia. E nel ripercorrere tutto questo, Asor Rosa rilegge con passione critica le opere di tutti i nostri maggiori scrittori fornendo un esempio di saggistica letteraria che si nutre di storiografia ma va a toccare il cuore dell'invenzione estetica.‎

‎Asor Rosa Alberto‎

‎Scrittori e popolo (1965)-Scrittori e massa (2015)‎

‎br. In "Scrittori e popolo" Asor Rosa ricostruiva il quadro storico dello sviluppo del tema populista nella letteratura italiana del Novecento, demistificando alcuni dei "luoghi comuni" di quella cultura, riassumibili nella valorizzazione mitica del "popolo" da un punto di vista piccolo-borghese, una peculiarità dei gruppi intellettuali italiani ereditata dall'Ottocento. Oggi molti aspetti delle vecchie stratificazioni sociali sono andati perduti, le élite intellettuali hanno perso il loro ruolo egemonico e al "popolo" si è sostituita la "massa". Sono di conseguenza cambiate le strutture primarie del sapere, della conoscenza e della creazione artistica e letteraria. L'ampia generazione di scrittori nati dopo il 1960 ha per lo più smesso di dialogare con la tradizione, rinchiudendosi in un atomismo individualistico. A questo paesaggio magmatico, l'autore cerca di dare ordine ed espressione in "Scrittori e massa". Rimanendo fedele a un metodo critico sempre attento all'individuazione di temi, linguaggi e forme, Asor Rosa isola ciò che non c'è più e ciò che è profondamente mutato, rintracciandolo nelle narrazioni di quegli scrittori che ancora vogliono e sanno raccontare il disagio del nostro tempo senza storia e identità.‎

‎Schopenhauer Arthur; Volpi F. (cur.)‎

‎L'arte di farsi rispettare esposta in 14 massime‎

‎br. In questo piccolo trattato, celato tra le sue carte, Schopenhauer spiega con la consueta verve che cos'è l'onore nelle sue diverse specie - onore privato, professionale, commerciale, pubblico, nazionale, sessuale, ecc. - e ci fornisce, in quattordici massime, i suggerimenti per conservarlo il più a lungo possibile malgrado le traversie di cui è costellata la nostra esistenza. E non rinuncia ad alcune impertinenti osservazioni sulle differenze che, a suo dire, sussistono in questa materia fra l'uomo e la donna.‎

‎Schopenhauer Arthur; Volpi F. (cur.)‎

‎L'arte di insultare‎

‎br. Il libro non è una trattazione astratta dell'insulto in tutte le sue forme e varianti, ma una silloge di ingiurie concretamente proferite e scagliate con categorica impertinenza contro tutto e tutti: la società, il popolo, le istituzioni, le donne, l'amore, il sesso, il matrimonio, i colleghi, il genere umano, la storia, la vita. Un'arte di insultare che ci viene insegnata come nelle antiche scuole si insegnava l'etica: non nel modo "docens" ma nel modo "udens", non con la teoria ma con l'esempio e la pratica.‎

‎Castaldi Paolo‎

‎Bach, Debussy, Strawinsky. Tre supplementi alla bibliografia esistente‎

‎br. Spesso è stato detto che l'"Arte della figura" di Bach sarebbe un raggiungimento supremo della musica: Castaldi spiega qui ciò che viene definito il "terzo stile" di Bach. In una successiva dimostrazione rivela come la proposizione di Debussy "Il piacere è la regola" abbia "una portata incalcolabile", in quanto "si contrappone innanzitutto alla glorificazione del dolore e della sofferenza, intesa come pedaggio per l'accesso alle zone empiree della nobiltà dello spirito." E, in chiusura, una ripresa: l'autore ripropone una prospettiva anti-adorniana su Strawinskij, già affrontata nel testo "In nome del padre".‎

‎Zoppellaro Simone‎

‎Armenia oggi. Drammi e sfide di una nazione vivente‎

‎br. Piegata da una crescente miseria, approdo di migliaia di profughi provenienti dalla Siria e stremata infine da una guerra - quella per il Nagorno-Karabakh che a oltre vent'anni dal suo inizio pare sempre più lontana dal trovare una soluzione, l'Armenia lotta oggi per la sua sopravvivenza. Attraverso agili capitoli, il volume accompagna il lettore alla scoperta di questo Paese ancora poco conosciuto. Non per raccontarne il passato - una memoria tenace, ma non pacificata, anche a causa del negazionismo che pesa sul primo genocidio del XX secolo - bensì un presente carico di sfide. Prefazione di Antonia Arslan.‎

‎Rati Armando‎

‎Mantova città fortezza e le battaglie risorgimentali‎

‎brossura‎

‎Giorgetti Renzo‎

‎Lovecraft e la sincronicità‎

‎br. Una rete di fili invisibili avvolge la realtà costituendone la trama nascosta, un'opera d'arte che solo poche persone sanno afferrare nella sua interezza. Ogni tanto però qualche evento, qualche situazione, solleva il sottile velo di mistero, mostrando come leggi ben diverse da quelle comuni siano le vere reggitrici dell'ordine cosmico. In questo caso vi è la possibilità di scorgere i nessi più sottili che legano cose e persone, i legami reconditi che uniscono, tramite un medesimo significato, processi mentali e fisici tra di loro apparentemente separati. Nelle opere di taluni autori la rivelazione di tali contenuti è più evidente, emergendo in numerose occasioni, più o meno volontariamente, nell'ambito dell'atto creativo. Questo è il caso di Lovecraft che, grazie alla sua capacità di elaborazione fantastica ed al rapporto privilegiato con il mondo onirico riuscì, spesso in maniera indipendente dalla sua volontà, a mostrare le "coincidenze significative" che intessono la realtà, quei nessi non causali di cui già parlava Jung e che per millenni hanno costituito la base del pensiero magico.‎

‎Ercolani M. (cur.)‎

‎Robert Walser. La grazia e l'abisso‎

‎ill., br. Critici e scrittori, in questo libro collettivo, si interrogano sulla natura di Robert Walser, indagano i suoi ultimi anni di vita, i suoi microgrammi, la sua "singolare" follia, che è stata anche una forma di ritiro dal mondo. Allo scrittore di Bienne è ben presente l'abisso in cui sprofonda la ragione. Ma per Robert Walser è necessaria anche la grazia con cui traversare un mondo ostile e comunque accettarlo. L'abisso e la grazia. La grazia e l'abisso. Robert Walser è l'acrobata "grazioso" che mantiene la scrittura come una corda tesa ma lieve sull'orlo del precipizio.‎

‎Riva Adalberto‎

‎Adolfo Fumagalli. Il Paganini del pianoforte‎

‎br. Questo scritto si propone di indagare con i moderni criteri di ricerca musicologica i segreti dell'arte di Fumagalli, che costituirono senza alcun dubbio il trampolino di lancio per la sua folgorante ma breve carriera internazionale, come testimonia Le Figaro, che, alla morte del compositore, avvenuta a Firenze nel 1856, così titolava: "Fumagalli non aveva che ventisette anni, ed a quell'età egli avanzava a grandi passi verso la successione di Liszt, superando di gran lunga la giovane generazione di pianisti suoi contemporanei".‎

‎Lovecraft Howard P.; Joshi S. T. (cur.)‎

‎Parola di Lovecraft. Tutti gli scritti autobiografici del maestro della letteratura fantastica‎

‎ill., br.‎

‎Molteni Giovanni‎

‎Acquarelli. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Con la scelta di un tema, il paesaggio, e di una tecnica, l'acquarello - carte eseguite fra il 1948 e il 1970 - siamo nella parte eletta dell'opera di Giovanni Molteni, acquarellista di qualità altissima e che nel " plein air " della natura riuscì a realizzare con schiettezza e semplicità, in piena autonomia, il suo spirito creativo.‎

‎Bataille Georges‎

‎Manet‎

‎ill., br. Nella storia della pittura il nome di Manet ha un significato a parte. Manet non è soltanto un grandissimo pittore: in rotta con coloro che l'hanno preceduto, aprì il periodo in cui stiamo vivendo, armonizzandosi con il mondo attuale, il nostro, e in dissonanza con il mondo in cui visse, che scandalizzò. La pittura di Manet operò un subitaneo cambiamento, un sovvertimento corrosivo a cui converrebbe il nome di rivoluzione, se non desse luogo a un equivoco: il cambiamento visibile dello spirito di cui questa pittura è il segno differisce almeno per l'essenziale da quelli che la storia politica registra. Tale cambiamento ha peraltro un aspetto duplice. Da un lato, una tela di Manet rompeva di per se stessa con quell'idea della pittura che era allora radicata negli spiriti. Non meno sorprendente è l'altro aspetto del cambiamento a cui la pittura di Manet risponde. Mai prima di lui era stato così radicale il divorzio tra il gusto del pubblico e la mutevole bellezza che l'arte rinnova attraverso il tempo. Manet apre la serie nera; è a partire da lui che la collera e il dileggio del pubblico hanno così apertamente designato il rinnovarsi della bellezza. L'unità relativa del gusto dell'età classica era in quel momento compromessa: il romanticismo l'aveva spezzata, suscitando reazioni irose. Delacroix, Courbet, e lo stesso Ingres, così profondamente classico, avevano suscitato ilarità. Ma l'Olympia è il primo capolavoro di cui la folla abbia riso di un immenso riso.‎

‎Giorgi Gaia Ginevra‎

‎Sylvia Plath. L'altare scuro del sole‎

‎brossura L'analisi della breve e travagliata esistenza della Plath, delle poesie e delle prose diventa un'occasione per riflettere sulla società patriarcale dell'epoca e non solo. Qui il ritratto della scrittrice di Boston che, con i suoi versi e la sua angoscia mortale, è diventata un mito, cangia di continuo in altri profili, lacera in verticale infinite biografie e altre imprevedibili storie. La lettura poetica del personaggio si sovrappone all'esame delle sue opere, in un continuo intervallarsi di memorie e componimenti sempre tenendo conto del contesto sociale e culturale in cui visse, scrisse, amò, si ribellò e si tolse la vita a soli trentuno anni. Prefazione di Roberto Coaloa.‎

‎Schiaffini I. (cur.); Zambianchi C. (cur.)‎

‎Vocisullarte. Per un archivio di storia orale dell'arte contemporanea‎

‎ill., br.‎

‎Campanello Laura‎

‎Leggerezza‎

‎br. Di leggerezza abbiamo bisogno come dell'aria: è uno stile di vita che apre al cambiamento, alla creatività, alla possibilità di immaginare un'esistenza migliore, nonostante tutto e tutti. Abbracciarla vuol dire lasciar andare ciò che non è davvero importante, abbandonare quello che inutilmente affatica, non forzarsi di restare in contenitori che non ci appartengono, per ritrovare invece ciò per cui vale la pena vivere, che genera circoli virtuosi, promuove cambiamenti verso il bene e il bello e ci consente di dare una direzione alla nostra vita, rendendoci leggeri e gioiosi. Una leggerezza che non significa quindi superficialità, ma saper cogliere l'essenziale, il semplice, l'autentico, rendendo la nostra quotidianità, i valori che orientano la nostra esistenza e le azioni e le relazioni che li traducono: pochi, chiari, essenziali, potenti. Leggeri e luminosi come sentiamo la necessità che siano perché la vita ci sia lieve. Laura Campanello, che da anni si occupa di fondere l'approccio filosofico al coaching, in questo libro ci offre l'antidoto alla pesantezza della vita, guidandoci per mano mentre percorriamo la nostra strada verso l'alleggerimento. Riscopriamo il valore della fragilità, del vuoto, della resilienza, della spiritualità, dell'inutile e pratichiamo al momento grazie ai numerosi esercizi pratici. Un manuale illuminante e ricco di riflessioni, per chiunque desideri togliere peso dalla propria vita.‎

‎Braidotti Rosi‎

‎Il postumano. Vol. 2: Saperi e soggettività‎

‎br. La «condizione postumana» è caratterizzata dalla concomitanza di Quarta rivoluzione industriale e Sesta estinzione di massa. Cosa che ci colloca a metà tra l'entusiasmo per gli sviluppi tecno-scientifici e la paura indotta dai cambiamenti climatici e dalla crisi ambientale. Ma la congiuntura postumana è anche il momento storico in cui la categoria di «Uomo» perde la sua funzione di referente privilegiato: un momento di cui approfittare per pensare criticamente e creativamente a ciò che possiamo diventare. Partendo da teorie e pratiche femministe, antirazziste e postcoloniali, Rosi Braidotti sostiene che quella di «umano» non è mai stata una categoria neutrale, bensì uno statuto a cui si accede per potere e privilegio. In questo secondo volume della trilogia dedicata al postumano, la filosofa analizza l'impatto che la presente condizione ha sulla costituzione di soggettività, saperi e scienze sociali. I saperi postumani non sono infatti solo una forma alternativa di conoscenza, sono anzitutto una speranza politica. L'invito è ad attivarsi per superare l'antropocentrismo e la violenza che porta con sé, quando le onde della storia globale sono sul punto di cancellare dal pianeta molte altre specie.‎

‎Scholem Gershom‎

‎Walter Benjamin. Storia di un'amicizia‎

‎ill., br. Sarebbe difficile trovare, in tutto il Novecento, un rapporto intellettuale così alto, complesso e a volte drammatico come quello fra Scholem e Benjamin. In questo libro Scholem è riuscito a raccontarlo come "storia di un'amicizia", una storia che permette di accedere agli aspetti più segreti di Benjamin, che fa assistere al delinearsi delle sue idee e delle sue opere - a volte rimaste allo stato di abbozzo - nelle parole di un testimone lucido, partecipe, ma al tempo stesso radicalmente diverso e capace anche di opporsi duramente all'amico.‎

‎Busato Davide‎

‎Venezia criminale. Misteri e delitti del '700‎

‎br. Zanmaria Millevoi, il sarto assassino di Contrada di San Mattio; Elena Sciarles, la donna bruciata nella propria casa alle Chiovere di San Girolamo; Vittoria Basadonna, la nobile uccisa nel palazzo dei Gritti a San Moisé; Giovan Battista Bombonati, il parrucchiere vicentino che escogitò la truffa della pentola degli spiriti; Chiara Pentarina, la cuoca accusata di aver messo del veleno nel brodo del proprio padroncino a San Paterniano; l'annegato senza nome ripescato ai bordi del Ponte della Panada, sono i protagonisti di alcuni fatti di cronaca nera che accaddero a Venezia nella seconda metà del Settecento e di cui ci sono giunte notizie attraverso le documentazioni processuali conservate presso l'Archivio di Stato. Davide Busato, approfondendo lo sviluppo di questi casi emblematici, ricostruisce i metodi di lavoro della polizia che investigava ai tempi della Serenissima e dei Magistrati che ne coordinavano le indagini, dando ampio risalto ai tanti piccoli particolari curiosi della vita quotidiana dell'epoca emersi dalla lettura degli interrogatori.‎

‎De Sivo Giacinto‎

‎Storia delle Due Sicilie 1847-1861. Vol. 2‎

‎br. 1866: il Veneto diventa parte del Regno d'Italia. Per paura, un tipografo si rifiuta di pubblicare un manoscritto e costringe l'autore a riscriverlo. Motivo? L'opera traccia una scomoda storia del Risorgimento, dall'ottica di un nobile napoletano in esilio per la sua opposizione all'Unità d'Italia. Il suo nome era Giacinto De Sivo, e morirà di lì a un anno dopo essere riuscito finalmente a vedere stampato il libro. La "Storia delle Due Sicilie" viene oggi riproposta per la prima volta dopo più di quarant'anni in questa nuova edizione in due volumi. Un'occasione in più per leggere la storia del nostro paese come nessuno ha mai raccontato.‎

‎Arendt Hannah; McCarthy Mary; Brightman C. (cur.)‎

‎Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy (1949-1975)‎

‎brossura‎

‎Szép Erno‎

‎L'odore umano‎

‎br. Un poeta e intellettuale ebreo racconta le vicende sue e di un gruppo di ebrei di Budapest nel 1944. Il momento storico è denso e tragico: dall'occupazione tedesca del paese, nel marzo 1944, attraverso i deboli tentativi del reggente Miklós Horthy di proteggere gli ebrei, fino all'avvento del governo filo-nazista di Ferenc Szàlasi. Testimone e vittima della follia antisemita, Ernó Szép, all'epoca sessantenne, osserva le sofferenze della sua gente, la crudeltà degli aguzzini, l'indifferenza di molti e la generosità di pochi eroici concittadini. E consegna una storia tragica che non rinuncia a cogliere, nell'abiezione, barlumi di pietà umana, di bellezza, persino di ironia.‎

‎Torracchi Andrea‎

‎Trentaseimila giorni di storia del Novecento‎

‎br. Nel corso del '900 il mondo è stato scosso da conflitti, rivoluzioni e stravolgimenti sociali senza precedenti. Un periodo di straordinario progresso scientifico e di guerre totali, di crisi economiche e di grandi fasi di rilancio e benessere, di mutamenti nella società così come nella cultura. Diviene tuttavia sempre più difficile tracciare i confini di quello che Hobsbawn definì "secolo breve". In questo saggio l'autore, percorrendo Trentaseimila giorni di storia, giunge fino al 2011 e, riportando fonti e documenti che accompagnano il divenire storico, offre al lettore una panoramica globale di quello che è stato un periodo di cruciali trasformazioni.‎

‎De Crescenzo Luciano‎

‎Storia della filosofia greca, medioevale, moderna‎

‎ill., br. Prendere le cose con filosofia è per i napoletani una tradizione, oltre che una necessità. A Napoli la filosofia è dappertutto, come nelle città dell'Antica Grecia, dove si filosofava passeggiando. Non c'è dunque ragione di stupirsi se Luciano De Crescenzo ha scritto una Storia della filosofia - già pubblicata in diversi volumi ora qui raccolti per la prima volta - che da anni aiuta i lettori ad affrontare gli eterni, fondamentali problemi dell'Uomo. Nessuno saprebbe accompagnare il pubblico fino alla soglia severa dei grandi temi del pensiero con la simpatia e con l'irresistibile amabilità dell'ingegnere-filosofo, che in queste pagine ci guida attraverso millenni di storia, dai presocratici a Kant, raccontando vita pubblica e privata di illustri pensatori, spiegando il contenuto delle loro fondamentali intuizioni. E facendo, come sempre, ricorso a quel suo estro affabile, a quell'arte dell'aneddoto e del controcanto ironico che gli sono peculiari.‎

‎De Gasperi Maria Romana‎

‎Mio caro padre‎

‎ill. La lunga lettera che l'autrice scrive a suo padre è un viaggio nella memoria, alla ricerca delle radici più profonde e più vere del "cristiano" De Gasperi. Un ritorno alle sorgenti di spiritualità su cui si è fondata la lunga militanza sociale e politica dello statista. Il testo è corredato da interventi su Alcide De Gasperi di Giovanni Battista Montini, Enrico Medi, Giulio Delugan, Giovanni XXIII e Alessandro Maria Gottardi.‎

‎Bova A. (cur.); Migliaccio P. (cur.)‎

‎Corpus delle Collezioni del vetro post-classico nel Veneto. Ediz. illustrata. Vol. 6: Vetri artistici. La Fratelli Toso e la produzione muranese di fine Ottocento. Museo del vetro di Murano‎

‎ill., ril. In questo volume sono pubblicati poco meno di 200 vetri, per lo più della Fratelli Toso, una importantissima ditta fondata nel 1854 e attiva fino al 1981, che oltre a lavorare per conto proprio lavorava anche per conto di altre ditte italiane e estere. Vengono anche presentate opere di altre fornaci di cui si era già parlato nei precedenti volumi, quali la Antonio Salviati, la Compagnia di Venezia e Murano e gli Artisti Barovier. I temi affrontati sono, come già in alcuni dei precedenti volumi, il recupero dell'antico, le nuove tecniche, la nuova sensibilità del gusto Art Nouveau. Il volume à completato con foto e documenti di archivio.‎

‎Alajmo Roberto‎

‎L'estate del '78‎

‎br. Prendere per mano i lettori, invitarli in casa, guardare assieme le foto dell'infanzia, raccontare la parte più inconfessabile di sé e della propria famiglia. Roberto Alajmo, nella sua opera più necessaria e personale, ha trasformato un materiale intimo e doloroso nel romanzo di una vita. Luglio 1978: lo scrittore è uno studente in attesa degli orali dell'esame di maturità, studia con i compagni a Mondello, vicino Palermo, e a fine giornata esce insieme a loro per riposarsi, rifiatare, mangiare un gelato. Una passeggiata di trenta metri e lì, seduta sul marciapiede, trova la madre. Lei lo guarda riparandosi dal sole con la mano. «Mamma, che ci fai qui?». È l'ultimo incontro tra Elena e suo figlio Roberto, il momento da cui scaturisce questo libro, l'investigazione familiare di uno scrittore su un evento che ha segnato la sua giovinezza e la sua maturità: l'esistenza intera. È la storia di un addio di cui il ragazzo non aveva avuto sentore, la ricerca di un senso per il commiato improvviso di una madre dal marito, dai figli, dalla vita stessa. Il ritratto di una donna che voleva afferrare il mondo, e il mondo le scappava dalle dita. Un dramma di disagio domestico come forse se ne consumavano tanti, in quegli anni, nel chiuso segreto degli appartamenti della borghesia italiana.‎

‎Guaiana Yuri‎

‎Il tempo della repubblica‎

‎brossura‎

‎Franco Francesco‎

‎Luigi Pareyson‎

‎br. Pareyson ha incontrato le diverse correnti dell'esistenzialismo negli anni della sua formazione torinese e ne ha sviluppato criticamente i fermenti all'interno del dibattito sul significato del cristianesimo. Dal pensiero di Kierkegaard ha assunto la duplice dimensione dell'uomo come auto ed etero relazione, in quanto rapporto ontologico fondamentale, che, stimolato anche dall'incontro con Lavelle, ha acuito il suo personalismo in un partecipazionismo della libertà. La prospettiva di Pareyson pone la dimensione ontologica come partecipazione del tempo all'eternità, dunque come dimensione sorgiva dell'esistenza nel rapporto tra auto ed etero relazione, all'interno del quale è approfondito il dualismo metafisico personalistico di situazione e libertà.‎

‎Toro David‎

‎La sinfonia dell'Ottocento‎

‎br. "Per poter enunciare opinioni e concezioni artistiche diverse non mi sembrò disdicevole inventare personaggi artistici contrastanti, di cui Florestan ed Eusebius erano i più importanti, mentre Meister Raro fungeva da mediatore fra di loro. Questa Lega di David percorre tutta la rivista come un filo rosso collegando verità e poesia in modo umoristico." Così Robert Schumann descrive, nel 1833, finalità e scopi della Lega di David, comunità di amici nati dalla fantasia letteraria del musicista, sulla scia di opere quali Die Serapionsbrüder (I Fratelli di San Serapione) di E.T.A. Hoffmann o i Flegeljahre di Jean Paul; dalla Lega di David, la cui finzione poetica ci presenta lo stesso Robert (Eusebius e Florestan), l'amata Clara (Chiarina), il collega Mendelssohn (Felix Meritis) e tanti altri compagni, il cammino che porta alla Neue Zeitschrift für Musik (Nuova rivista di musica) è breve. Dalla sue pagine Schumann conduce un'appassionata lotta contro i "filistei", termine che nell'Ottocento designa i "borghesi" e quindi i "mercanti dell'arte", in nome del patrono David, nome ispirato ad uno dei personaggi dei Maestri cantori di Norimberga o forse dall'uso studentesco di assegnarsi uno pseudonimo (l'eroe biblico che sconfigge i Filistei).‎

‎Sestani Armando‎

‎Esuli a Lucca. I profughi istriani, fiumani e dalmati 1947-56‎

‎br. La biografia e le memorie familiari rappresentano spesso la scintilla iniziale della ricerca storica. Si parte dall'ambito privato, e si cercano risposte nel passato, si fa appiglio alla memoria, alla storia, intesa come insieme di fatti ma anche come disciplina. Questo percorso a ritroso emerge in modo chiaro e forte dal lavoro di Armando Sestani, figlio e nipote di profughi giuliani che, da Pola e attraverso Taranto, hanno poi trovato a Lucca la meta finale del loro esodo.Una ricerca documentata, ma anche un racconto evocativo di esistenze segnate e di incontri. Un altro passo verso il superamento di quella sorta di "amnestia" che ha accomunato per decenni un po' tutto il paese nella dimenticanza e nella mancanza di attenzione ed empatia verso la storia e il dramma degli italiani esuli. Un libro importante, il terzo della collana del nostro Istituto, la storia, in questo caso, diventa così anche uno strumento per fare giustizia, alle vittime e ai sofferenti.‎

‎Melendo Tomás‎

‎Un sapere a favore dell'uomo. Introduzione alla filosofia‎

‎br. Queste pagine si propongono come uno strumento adeguato per il rinnovamento culturale in corso in questo inizio di terzo millennio. Contrariamente al clima di sfiducia nelle possibilità della ragione umana, predominante in gran parte del pensiero postmoderno, l'autore cerca di dare una risposta positiva alle domande fondamentali su cui si articola oggi l'esistenza umana: la possibilità di raggiungere la verità e l'influsso di quest'ultima nella vita quotidiana, la necessità di un dialogo fecondo tra filosofia e scienza e tra conoscenza naturale e rivelazione, l'esigenza di tornare ad "assaporare" la realtà in tutta la sua varietà e ricchezza senza riduzionismi che impediscono di scoprirne il significato ultimo, il modo di ricostituire l'unità del sapere di fronte alla frammentazione derivante dall'eccessiva specializzazione dei saperi settoriali... Fin dal primo capitolo, che offre un compendio delle linee fondamentali di sviluppo della filosofia occidentale, il libro si caratterizza in maniera costruttiva: accoglie tutti gli elementi positivi conquistati dal pensiero umano nel passato e nel presente, e indica la strada per proseguire verso un futuro pieno di speranza. In queste pagine l'erudizione fine a se stessa cede il campo alla chiarezza di esposizione, affinché il lettore possa essere, in un certo senso, iniziato alla vita filosofica e possa comprendere l'enorme tesoro da essa rappresentato, i vantaggi che arreca e le sue ragioni ultime.‎

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