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Corra, Bruno [B. Ginanni Corradini] (Illustrazioni di Arnaldo Ginna; copertina di Ubaldo Cosimo Veneziani)
Sam Dunn è morto. Racconto insolito. Nuova edizione illustrata da A. Ginna [TERZA EDIZIONE]
Terza edizione, rivista e modificata. Esemplare di notevole provenienza, dalla biblioteca del critico d’arte Raffaello Giolli, come da timbro ex libris alla prima carta e scheda dattiloscritta della biblioteca applicata a pagina [6]; come usualmente, il libro si trova con difetti e segni del tempo alla copertina, qui mancante del dorso muto, efficacemente integrato con una carta facsimile; fioriture alla carte interne, nel complesso un esemplare in buone quando non più che buone condizioni. Rarissima ultima edizione rivista dall’autore, prima in questa elegante foggia, con la raffinatissima copertina impreziosita dal disegno di Veneziani, e con queste sette nuove tavole composte ad hoc dal fratello Arnaldo Ginna. Interessante prefazione originale: «Di questo racconto — scritto nel ’14, stampato nel ’15 — son già state pubblicate due edizioni, oggi introvabili. Lo ristampo quasi intatto: cambiando appena qua e là una frase, una parola. […]. Sono stato futurista, avanguardista. Non lo sono più affatto. […] Le due precedenti edizioni (tremila copie in tutto) ebbero un singolarissimo successo». Cammarota, Futurismo, 124.38
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Buzzi, Paolo
La Notte di Roma. Dal Carmen Sæculare
Edizione originale. Ottimo esemplare (restauro di rinforzo alla cerniera e al sottilissimo dorso muto, eseguito in maniera professionale). Rarissimo estratto «dal “Carme di Vittorio Emanuele” parte dell’opera inedita “Carmen Sæculare”», dedicato «All’amico Avv. Antonio Vismara che celebrando nozze fa atto di poesia || Milano 23 Dicembre 1903». Assieme al «Carme di Re Umberto» (Treves 1901) e al «Il Carme di Napoleone Bonaparte» (P. Agnelli 1901), questo opuscolo è una delle minute testimonianze a stampa del progetto noto come «Carmen sæculare» che Buzzi andò elaborando dalla fine dell’800 per consegnarlo alle stampe solo nel 1919-20 come «Poema di Garibaldi» e «Carmi degli Augusti e dei Consolari» («La Notte di Roma» fu qui ripubblicata con varianti alle pp. 121-finis del «Notturno di Re Vittorio Emanuele il Grande»). Rampazzo, «Paolo Buzzi tra Gabriele D’Annunzio e Giuseppe Garibaldi» (Riv. Lett. Ital. XXVII,3, 2009), p. 206 nota 9
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[Folgore futurista]
La Folgore futurista. Lanciata da A. Rognoni - G. Soggetti. Liriche - parole in libertà - sintesi teatrali [...] Febbraio - 1917
Edizione originale. Ottimo esemplare. Secondo e ultimo numero di questa breve esperienza mensile, nata «dall’entusiasmo provocato nei due studenti dallo spettacolo del Teatro Futurista Sintetico tenutosi in città nel 1916 e dalla disponibilità subito assicurata da Marinetti a sostenere, anche finanziariamente, l'iniziativa di un giornale locale, ‘purché esso fosse sintetico, originale, antiromantico e antitradizionalista’. [...] Apportate alcune variazioni tipografiche e d’impaginazione su suggerimento di Marinetti, che nuovamente raccomandava la varietà e l’estrema brevità dei testi, esce il secondo numero, maggiormente diffuso grazie alla rete di scambi che nel frattempo si è intessuta e alla collaborazione di più noti autori. La partenza per il fronte dei due direttori mette fine alle pubblicazioni, [nonostante] il successo di critica futurista (ma anche, pare, da parte del movimento dada zurighese) [...]» (Diz. Fut., p. 463-4). Caratterizzato, un po’ come «La Balza», da un’estrema povertà tipografica a cui fa da contraltare la sovrabbondante ricchezza di contenuti, questo secondo numero ospita parolibere e interventi di Luciano Folgore («Treni militari»), Gino Soggetti («Lei lui l’altro» e «Teatro di prosa»), Paolo Buzzi («Biglietto da visita del principe di Susegana»), Maria Ginanni («Paesaggio interno»), Angelo Rognoni («Una spia», «La voluttà dello spasmo», «Io + fumo + mondo»), Mario Dessy («Riflessi poetici»), Francesco Cangiullo («La piccola cioccolataia», spassosamente dedicato «alla mazza di ARMANDO»), Armando Mazza («Vento» e «La mostra Boccioni alla Galleria d’arte di Milano»), Nelson Morpurgo («Al telefono»), Aldo Pavesi (altra parolibera dal titolo «Vento»), Giorgio Ferrante («In treno»), Gino Cantarelli («Danza Azzurra»), Rodolfo Gazzaniga («In mezzo alla piazza»), Francesco Meriano («Stasera»), Giuseppe Steiner («Il cadavere vivente»). Cammarota, Futurismo, Giornali futuristi, 19; Diz. Fut., p. 463-4; Salaris, Riviste, sub voce
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Valensi, Henri (Marinetti, prefazione)
Bragaglia [...] 93a Esposizione pitture, acquarelli, disegni di Henry Valensi. L’esposizione inaugurata da Marinetti [...] Invito
Catalogo originale. Uniforme brunitura, ma ottimo esemplare. Rarissimo (manca a Iccu, due sole copie in Oclc - Yale e Frick Collection). Il catalogo si apre con un legno di P.L. Menon, ritratto di Valensi; segue l’introduzione di Marinetti «L’arte del pittore futurista francese Henry Valensi», cui segue il catalogo (158 opere) intervallato da due belle riproduzioni a piena pagina: ‘La casbah d’Algeri’ e ‘Ritmi delle chiese della città di Troyes’. Cammarota, Marinetti, XI.30; manca ai Nuovi archivi del futurismo
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D’Alba, Auro [Umberto Bottone]
Corde ai fianchi
Edizione originale. CON DEDICA Ottimo esemplare (lievi fioriture alla copertina e minimi fisiologici segni del tempo marginali) impreziosito dalla dedica autografa «a Ercole Rivalta, con simpatia cordiale | Auro d’Alba || Roma, 30-X-MCMX» e conservato per lo più a fogli chiusi. Rarissima opera seconda del giovane poeta simbolista, stampata come la prima (Lumi d’argento, 1906) a proprie spese in edizione fuori commercio, in un delizioso formato album impreziosito da una bella copertina illustrata in stile simbolista, non firmata ma attribuibile al pittore Raoul Dal Molin Ferenzona. «Corde ai fianchi» è la raccolta di poesie che varrà ad Auro D’Alba — pseudonimo dannunzianeggiante di Umberto Bottone — l’ingresso tra le fila dei poeti futuristi, avvenuto tra la fine del 1910 e l’inizio del 1911 (e non nel 1912, come pure capita di leggere in autorevoli riassunti biografici). Un solo esemplare registrato nel censimento ICCU, quello della biblioteca “Guglielmo Marconi” di Roma.
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Masnata, Pino
Tavole parolibere. Prefazione di F.T. Marinetti dell’Accademia d’Italia
Prima edizione. Ottimo esemplare (minimi difetti perimetrali alla copertina, scolorita al dorso; una lieve traccia di gora al bordo alto interno delle pagine). Imponente libro parolibero, raccolta di venti tavole stampate a piena pagina, nell’originalissimo stile figurativo dell’autore — che aveva esordito su giornali goliardici e riviste locali. Importante prefazione teorica di Marinetti, che rielabora testi e manifesti già scritti aggiornandoli al 1932. Molto raro, è l’ultimo grande classico e imprescindibile libro parolibero futurista a chiudere la serie iniziata nel 1914 con «Zang tumb tuuum». Cammarota, Futurismo, 311.5
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Cadioli, Luca
Come d’autunno. La Grande Guerra nella Raccolta Isolabella
Prima edizione. Nuovo. L’opera (curata da Luca Cadioli, con la grafica di Camilla Lietti; alla direzione del progetto Lucia Di Maio, titolare della libreria) è suddivisa in tre volumi (Arte, Documenti, Libri) e fornisce un racconto dettagliato della Raccolta Isolabella, la più grande collezione privata italiana sulla Prima guerra mondiale. Attraverso un’amplissima selezione del materiale, corredata da migliaia di immagini, la pubblicazione offre ricostruzioni storiche, schede delle opere, biografie degli autori e approfondimenti tematici. 3 voll.
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[Palazzeschi, Aldo] Filippo Tommaso Marinetti
Il poeta futurista Aldo Palazzeschi
Edizione originale. Ottimo esemplare. Il testo apparve sulla «Tavola rotonda» 23/18 del primo giugno 1913 e secondo Paolo Tonini uscì in concomitanza con la seconda edizione dell’«Incendiario», proposta sul lato lungo del foglio in cambio della pubblicazione del comunicato. Fa parte di un insieme di comunicati accomunati dall’essere intitolati a «Il poeta futurista»: nel 1911 ne erano usciti uno (rarissimo e mancante ai repertori) per Govoni e uno per Cavacchioli; nel 1912 ne era uscito uno per Folgore. Quest’ultimo dedicato a Palazzeschi è particolarmente importante poiché è un originale pezzo di critica letteraria di Marinetti, con una fondamentale precisazione riguardo al senso del «movimento futurista»: «Spieghiamoci dunque sul significato esatto di questa parola: “Futurismo” vuol dire anzitutto “originalità”, cioè ispirazione originale, sorretta e sviluppata da una volontà e una mania di originalità. “Movimento futurista” vuol dire incoraggiamento assiduo, organizzato, sistematico dell’originalità creatrice, anche se apparentemente pazza. […] un’atmosfera antitradizionale, anticulturale, spregiudicata, nella quale questo spirito libero ha potuto osare, sentirsi compreso, amato, in quanto era solo, tipico, indigesto a tutti, beffeggiato dai critici e ignorato dal pubblico». «Testo poco noto se non addirittura sconosciuto» per Luciano De Maria, che lo ripubblicò nella sua fondamentale edizione degli scritti teorici di Marinetti (TIF 1968, pp. LXXXVIII e 54-ss) traendolo proprio da una copia del comunicato stampa reperita alla biblioteca dell’Archiginnasio. Raro. Tonini, I manifesti del futurismo italiano, n. 57.1; Cammarota, Marinetti, Volantini, 23
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Alomar, Gabriel
El Futurisme. Conferencia legida en l’Ateneo Barcelonés la nit del 18 de Juny de 1904
Prima edizione. CON DEDICA Dedica autografa dell’autore. Ottimo esemplare intonso. Noto discorso politico di Alomar sui problemi di svecchiamento della Catalogna primonovecentesca, che - recensito nel 1908 sul 'Mercure de France' - forse ispirò a Marinetti il nome per il movimento. Diz. Fut., p. 492b
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[Marinetti] Rachilde (ps. di Marguerite Vallette-Eymery)
Mafarka le Futuriste glorifié par Rachilde dans le «Mercure de France»
Prima edizione autonoma. Ottimo esemplare (normale uniforme e lieve brunitura, segno di piega orizzontale al centro). Comunicato stampa futurista molto raro, uno tra i primi rilasciati dalla «redazione di “Poesia”» Pubblica la favorevole recensione apparsa sul «Mercure de France» del primo luglio 1910 (21.86, pp. 116-7). Diversamente da altri comunicati (p. es. la versione italiana di questo stesso), non reca avvisi pubblicitari a sinistra in verticale, né l'introduzione «pregasi di pubblicare». Tonini. I manifesti del futurismo, 18.1
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[Gerrit Rietveld, Jan Engelman]
De Gemeenschap. 6e Jaarg. Nummer 1
Edizione originale. In ottime condizioni. Notevolissima grafica di copertina per questo fascicolo del mensile cattolico ‘De Gemeenschap’ (La comunità). Non firmata, ma attribuita al designer neoplasticista Gerrit Rietveld. All’interno, interessante tavola parolibera — o calligramma — di Jan Engelman (tra i fondatori del mensile), che si svolge sulle pp. 30-33.
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Du Plessy, Armand
Heures Futuristes
Edizione originale. CON DEDICA Più che buon esemplare (ruggine alla pinzatura e segni d’usura ai bordi della copertina) pregiato da invio autografo dell’autore al piatto superiore. Manifesto contro i manifesti e non comune libello simpaticamente antimarinettiano: «Il Signore Marinetti continue à nous envoyer des manifestes. Il Signore Marinetti de Milano est “manifestant futuriste”, comme d’autres sont contrapontistes ou computistes. C’est une nécessité pour lui de manifester. Je ne pense pas que ce soit déjà une manie, mais il manifestera encore. De tout cela, il ressort que Il Signore Marinetti a beaucup d’argent à dépenser en manifestes et en timbres poste. Cela ne nous inquiète guère, la prévoyance étant mère du futurisme. [...]». -- «Autore teatrale, saggista e poeta, Armand Du Plessy nel pamphlet antifuturista “Heures futuristes” ironizzava sul “Signore Marinetti”, profeta di una nuova scuola circondato da apostoli, che da Milano continuava a inviargli manifesti. L’ultimo ricevuto era il “Manifesto tecnico della letteratura futurista” con il supplemento che conteneva il primo esempio di parole in libertà. La lettura del brano, sosteneva l’autore, gli aveva fatto venire il mal di testa col suo linguaggio degno d’un pitecantropo» (Salaris). Salaris, Futurismi nel mondo, p. 84
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[Futurismo; Soffici, Papini, Lacerba]
[Cartolina:] I tedeschi svolgono il programma politico futurista
Edizione originale. Ottimo esemplare. Cartolina parodica che inscena un soldato tedesco mentre svolge, sullo sfondo di ruderi, un foglio con il «MANIFESTO-PROGRAMMA FUTURISTA» osservaato da tre volti arcigni in cui forse l’anonimo bozzettista ha voluto rappresentare i lacerbiani Papini e Soffici.
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[Marinetti, Mussolini, Bolzon et alii]
[Cartolina:] LA NOSTRA THÉVENOT
Edizione originale. Ottimo esemplare. Cartolina commemorativa de «La lista elettorale fascista delle elezioni politiche del 1919». Al recto ripropone un bel disegno di Bolzon apparso su «L’Ardito», che raffigura una mano che sorregge una «thévenot» con sopra i nomi della lista. Al verso, sempre disegnato da Bolzon, il motto «A noi!» contorniato da due fasci.
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Prampolini, Enrico
[Xilografia su cartolina con motto:] Fidem tenuit - domi mansit - lanam fecit
Edizione originale. Ottimo esemplare. Rarissima cartolina che reca al recto una bella xilografia siglata in lastra «E.P.». Prodotta da una tipografia ecclesiastica di Vicenza e da collocare o intorno agli anni ’20, o nell’immediato secondo dopoguerra, ovvero i due periodi in cui Prampolini ricorse con maggiore assiduità alla tecnica della xilografia.
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[Spazzapan, Luigi (o: Lojze Spazapan; Špacapan)]
Koledar Goriške matice za prestopno leto 1928
Prima edizione. Ottimo esemplare (normale uniforme brunitura). Straordinario design costruttivista per la copertina, il frontespizio e il layout interno di questo calendario dell’editore «Goriška Matica», noto anche negli anni trenta come «Unione editoriale goriziana». La grafica è esplicitamente attribuita nel testo di presentazione a pagina 4. Esposto alla mostra «Frontiere d’avanguardia: gli anni del futurismo nella Venezia Giulia», Gorizia febbraio-aprile 1985, a cura di M. Masau Dan e poi anche alla mostra per il centenario del futurismo Gorizia 2009, a cura di Marino De Grassi. Frontiere d’avanguardia, p. 207 col. 1; Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti, l’avanguardia giuliana e i rapporti internazionali, p. 300 ill. (questo esemplare)
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Prampolini, Enrico (con Tristan Tzara e Maria D’Arezzo)
[Xilografia:] Costruzione Elissoidale (cavallo, uomo) [in: Le Pagine: rivista mensile, Anno II N. 11]
Edizione originale. Ottimo esemplare. Numero ricco della rivista d’avanguardia napoletana animata dai “liberisti” Titta Rosa e Moscardelli e dai dadaisti D’Arezzo, Tzara, Prampolini e altri. Oltre alla xilografia di Prampolini segnalata in titolo, contiene alcuni versi da «Gioielleria notturna» di Moscardelli, la presentazione «Mouvement Dada: Marcel Janco» di Tristan Tzara e alcune pagine con i «Disancoraggi» in prosa di Maria D’Arezzo.
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Prampolini, Enrico
[Xilografia:] Autunno
Edizione originale. Ottimo esemplare (carta uniformemente brunita). Una delle undici xilografie che ornano i «Canti mistici» di C. Zarian, pubblicati nel numero 5/8-10 dell’«Eroica» di Ettore Cozzani, monografico dedicato all’Armenia. Composta nel 1915 e pubblicata solo nel 1916. De Marco, Prampolini illustratore (in: Prampolini dal futurismo all’informale, Roma 1992), pp. 94-95 n. 1/1/5
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Prampolini, Enrico
[Xilografia:] Le voci nella Chiesa - Oratorio
Edizione originale. Ottimo esemplare (carta uniformemente brunita). Una delle undici xilografie che ornano i «Canti mistici» di C. Zarian, pubblicati nel numero 5/8-10 dell’«Eroica» di Ettore Cozzani, monografico dedicato all’Armenia. Composta nel 1915 e pubblicata solo nel 1916. De Marco, Prampolini illustratore (in: Prampolini dal futurismo all’informale, Roma 1992), pp. 94-95 n. 1/1/5
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Prampolini, Enrico
[Xilografia:] Estate
Edizione originale. Ottimo esemplare (carta uniformemente brunita). Una delle undici xilografie che ornano i «Canti mistici» di C. Zarian, pubblicati nel numero 5/8-10 dell’«Eroica» di Ettore Cozzani, monografico dedicato all’Armenia. Composta nel 1915 e pubblicata solo nel 1916. De Marco, Prampolini illustratore (in: Prampolini dal futurismo all’informale, Roma 1992), pp. 94-95 n. 1/1/5
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Prampolini, Enrico
[Xilografia:] Inverno
Edizione originale. Ottimo esemplare (carta uniformemente brunita). Una delle undici xilografie che ornano i «Canti mistici» di C. Zarian, pubblicati nel numero 5/8-10 dell’«Eroica» di Ettore Cozzani, monografico dedicato all’Armenia. Composta nel 1915 e pubblicata solo nel 1916. De Marco, Prampolini illustratore (in: Prampolini dal futurismo all’informale, Roma 1992), pp. 94-95 n. 1/1/5
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Marinetti, Filippo Tommaso
Scelta di Poesie e Parole in libertà (da «Distruzione» «La Città carnale» «Zang tumb tumb») [in copertina: Marinetti | Poesie scelte] [COPERTINA IN PELLE]
Prima edizione. Straordinario esemplare completo della rarissima sovracoperta; in eccellenti condizioni di conservazione, senza particolari difetti da segnalare. Rara antologia curata dallo stesso autore, divisa in due sezioni: «Versi liberi», che raccoglie «Il poema della velocità» (da «Distruzione»), una selezione dalla «Città carnale» («La Ville charnelle», che sarà tradotta in italiano solo nel 1921 come «Lussuria velocità»); «Parole in libertà», che raccoglie «Treno di soldati ammalati» e «Battaglia di Tripoli» da «Zang tumb tuuum». Estremamente interessante misurare la normalizzazione tipografica delle parolibere nel formato minuscolo dei «Breviari intellettuali», la collezione di opere «taschinabili» lanciata da Umberto Notari come ideale dotazione letteraria e propagandistica per i soldati italiani durante la prima guerra mondiale. La datazione si basa sull’accurata scheda di Domenico Cammarota. Cammarota, Marinetti, 65
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Boccioni, Umberto
Esposizione di scultura futurista del pittore e scultore futurista Boccioni
Edizione originale. Ottimo esemplare (da segnalare appena leggerissime evanescenti gore al piatto superiore). Raro catalogo della mostra inaugurale della «Galleria Futurista Permanente» di G. Sprovieri nel dicembre 1913, la prima personale di Boccioni in Italia sulla falsariga della personale parigina alla Galerie Boëtie (giu.-lug. 1913). Scritto introduttivo dell’autore, cui segue il Manifesto tecnico della scultura futurista (Milano, 11 apr. 1912). Esposti gli «Insiemi plastici»: Muscoli in velocità, Sintesi del dinamismo umano, Espansione spiralica di muscoli in movimento, Testa + casa + luce, Sviluppo di una bottiglia nello spazio (mediante la forma), Forme-forze di una bottiglia, Vuoti e pieni astratti di una testa, Antigrazioso, Sviluppo di una bottiglia nello spazio (mediante il colore), Forme uniche della continuità nello spazio, Forme umane in movimento (quest’ultimo non presente a Parigi). Esposti inoltre 46 disegni senza titolo (praticamente raddoppiata la selezione parigina) suddivisi nei gruppi «Voglio sintetizzare le forme uniche della continuità nello spazio», «Voglio fissare le forme umane in movimento», «Voglio dare la fusione di una testa col suo ambiente», «Voglio dare il prolungamento degli oggetti nello spazio», «Voglio modellare la luce e l’atmosfera». Pacini, Esposizioni futuriste 1912-1918, p. 39; Nuovi archivi del futurismo I, 1913-1914/2
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Ambrosi, Alfredo Gauro, e Mino Somenzi
A.G. Ambrosi - “Tristezza della natura morta” (Quarantennio della Biennale di Venezia)
Prima edizione. Ottimo esemplare. Rarissima cartolina stampata in un inusuale grande formato dall’«Editrice ARTEcrazia» di Roma, ovvero la sigla editoriale di Mino Somenzi — fondatore e direttore di «Futurismo», poi «Sant’Elia» e infine «Artecrazia» — e uno dei riferimenti organizzativi principali del futurismo nei primi anni trenta. Somenzi è indicato come il proprietario del quadro, realizzato nel 1934 ed esposto appunto alla mostra del quarantennio della Biennale, nel 1935.
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Tato [Guglielmo Sansoni]
Tato. Mostra personale di aeropitture futuriste di guerra. Catalogo
Catalogo originale. Ottimo esemplare (minime abrasioni al dorso). Piuttosto raro, solo quattro esemplari in Iccu (manca ad Apice), e due copie in Oclc (Beinecke e Mart).Mostra tenutasi nel marzo 1941 al dopolavoro del Ministero dell’Aeronautica militare: 70 aeropitture e 16 «Umorismi feroci», caricature politico-belliche. Contiene: una presentazione PNF - OND Ministero Aeronautica, firmata Il Commissario; una Lettera di Tato a Marinetti; uno scritto di Giuseppe Galassi (.....bolognese, invece); giudizi di vari su Tato (C. Tridenti, Marinetti, U. Notari, U. Ojetti etc.); uno scritto di Marinetti (Aeropittura di guerra); 15 splendide riproduzioni delle aeropitture di guerra a pagina intera. Notevole layout futurista. Nuovi archivi del futurismo, I, 1941/5
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Depero, Fortunato
Saggio futurista 1932. Numero unico redatto dal pittore-poeta Fortunato Depero - in occasione della venuta nel Trentino di S. E. Marinetti [in copertina: FUTURISMO 1932 ANNO X° S.E. MARINETTI NEL TRENTINO] [COPERTINA AZZURRA]
Edizione originale. Ottimo esemplare non sofisticato; da segnalare solo ruggine all’originale pinzatura, che macchia minimamente la cerniera anteriore. In occasione di un mini-tour marinettiano nel Trentino, patrocinato dall’Istituto fascista di cultura (vd. «Il Brennero» del 3 aprile 1932), Depero si inventò questo «numero unico» che, nelle sue sapienti mani, diventò un vero e proprio libro d’artista. La copertina, realizzata in puro design tipografico, è un capolavoro di razionalismo secondo i canoni più puri della «Neue Typographie» di Jan Tschichold: talmente perfetta che Peter Saville, il celebre grafico della Factory Records, si limitò a trasporla (con una minima variante) a immagine dell’album «Movement» dei New Order (novembre 1981), immortalandola nella “Hall of Fame” del design. Al piatto posteriore, uno dei più bei disegni realizzati da Depero per Campari, a sua volta ripreso dalla stilista Lella Curiel per un foulard prodotto in occasione dell’epocale mostra «Futurismo & Futurismi» a Palazzo Grassi, Venezia 1986. -- All’interno, contenuti d’occasione sono abilmente mescolati a materiali provenienti da altri progetti deperiani, tra cui quella che è forse la più consistente pre-pubblicazione di materiali dal progettato e mai realizzato libro «New York: Film vissuto» (la bellissima tavola parolibera «Subway» in particolare), tavole e contenuti dal «Numero unico futurista Campari» dell’anno precedente, il grande olio «Squisito al Selz» riprodotto a colori, le opere esposte alla Biennale 1932, alcuni testi teorici (Realtà ed astrazione; Il cinematografo e la pittura dinamica) e tantissimo design di grande qualità, persino nelle ultime pagine meramente pubblicitarie. Accanto a materiali propri, una selezione di artisti (Balla, Prampolini, Fillia, Oriani, i padovani di Dormal e l’architetto De Giorgio, l’enarmonismo di Russolo) e poeti (Maino, Vianelli, Farfa, Gerbino, Escodamè e Marinetti con la grande tavola parolibera «Con Boccioni a Dosso Casina) particolarmente rappresentativi del futurismo a quell’altezza cronologica. Cammarota, Marinetti, 58; Id., Futurismo, 169.5 (con molte inesattezze); Salaris, Riviste, p. 274ss. (che descrive un es. con “pp. [50]” - ma la ns. descrizione è stata riscontrata in diversi esemplari); Lista, Le livre futuriste, p. 59 n. 131 (Subway)
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Marinetti, Filippo Tommaso
Mafarka il futurista. Romanzo. Traduzione dal francese di Decio Cinti
Prima edizione italiana. Più che buon esemplare (lieve iscurimento, con un piccolissimo forellino e minima sbucciatura alla testa del dorso), con indicazione di «10° migliaio» in copertina; proveniente dalla biblioteca di Luce Marinetti, come da suo timbro ex libris. Prima versione italiana integrale di «Mafarka le futuriste», realizzata dal fidato Decio Cinti, segretario personale di Marinetti, sul testo originale francese che era già in stampa alla fine del 1909. Come hanno dimostrato le più recenti ricerche, tuttavia, l’uscita dell’edizione francese fu ritardata di oltre sei mesi, fino al luglio 1910, rendendo questa edizione italiana la prima assoluta del romanzo. «In the letters sent by Sansot to Marinetti at the end of 1909, the publisher appears very concerned about the novel’s controversial contents and fearful that it might be prosecuted. A bill issued by Sansot on 1 April 1910, charging 375 francs for further corrections made to the novel, suggests that the book was still waiting to be released in the spring of 1910. [...] in April 1910 [...] the Italian translation “Mafarka il futurista” appeared in the Edizioni futuriste di “Poesia”. The fact that it was immediately seized by the police shows that Sansot’s fears were indeed justified. The confiscation is mentioned by the Roman newspaper La ragione of 4 April 1910. It is astonishing, though, that a Futurist press release concerning the seizure of “Mafarka il futurista” stated that the book was “already published in Paris in its French version”, even though “Mafarka le futuriste” was still being proofread and would not be released until July» (Coronelli, The Futurist Manifestos of Early 1910, IYFS 12, 2022, in print). -- Il romanzo fu sequestrato nei primi giorni di aprile e sottoposto a processo per oltraggio al pudore; dopo una prima assoluzione nell’ottobre dello stesso anno, il romanzo fu condannato definitivamente in appello. All’autore furono comminati due mesi di prigione, «che però si risolsero in una multa e nel divieto di far circolare l’opera. L’edizione successiva apparve infatti in forma purgata (Sonzogno, 1920)» (Salaris). Per rileggerlo in italiano in forma integrale bisognerà aspettare addirittura il 2003, quando il libro è stato riproposto per le cure di Luigi Ballerini nella collana «Oscar Mondadori». Tutto questo agitarsi giuridico e morale non fece altro che contribuire alla fama di «Mafarka», alter ego marinettiano e ipso facto simbolo del primissimo futurismo eroico. Il romanzo sarà tradotto per la prima volta in russo nel 1916, nel 1921 per la prima volta in castigliano per un’edizione spagnola che qualche anno dopo approderà anche in Sudamerica. Cammarota, Marinetti, 24; Salaris, Marinetti editore, pp. 105-111
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Carrà, Carlo
Guerrapittura [Guerra pittura]. Futurismo Politico. Dinamismo Plastico. 12 Disegni guerreschi. Parole in libertà
Edizione originale. CON DEDICA Straordinaria copia d’associazione, con dedica autografa «a Alberto Viviani | con antica amicizia Carlo Carrà | Forte dei Marmi 25 agosto 936». Viviani, poeta e scrittore toscano, fu uno dei protagonisti della stagione avanguardista fiorentina del caffè “Giubbe Rosse”; nei tardi anni trenta si riavvicinò a Marinetti e al futurismo, diventandone uno dei primi storici e curandone la memoria nel secondo dopoguerra. L’esemplare proviene dall’archivio Perrone Burali, che ha ereditato tra gli altri l’archivio Viviani. Esemplare in più che buone condizioni, quasi ottime: piuttosto fresco, con alcune fioriture alle pagine interne e un restauro perfettamente eseguito a rinforzare il dorso e le cerniere; «8° migliaio» stampato in testa alla quarta di copertina. Libro fondante del primo futurismo, «Guerrapittura» è un riuscito pastiche di: - saggio militante alla maniera futurista, ovverosia quello stile lapidario ed apodittico, violento piuttosto che argomentativo, lanciato da Marinetti nei primi manifesti ed enormemente diffusosi in quel clima interventista che precedette la prima guerra mondiale (clima di cui il libro di Carrà è naturalmente piena espressione). «Guerrapittura», data la lunghezza del testo, ricorda particolarmente da vicino il «Fotodinamismo» di Anton Giulio Bragaglia, pubblicato poco prima (1913); - antologia selezionata delle opere, riprodotte in un apposito inserto su carta patinata comprendente dodici tavole; - raccolta di componimenti paroliberi molto riusciti, elaborata sulla scia dello «Zang tumb tuuum» marinettiano, appena pubblicato (1914). Non c’è quasi pagina che lasci indifferenti. A culmine, in chiusura di volume, sono riproposti due dei più particolari manifesti futuristi: il «Programma politico futurista» stampato in verticale su doppia pagina; la «Sintesi futurista della guerra», stampata su apposito foglio ripiegato. La «Sintesi», straordinario esempio di manifesto parolibero dove l’argomentazione è resa in forma grafica rinunciando all’argomentazione razionale per puntare tutto sull’evidenza pittorico-visiva dei concetti espressi, inventa un topos assai frequentato dalle avanguardie storiche internazionali: quello del cuneo che attacca il cerchio. -- «Guerrapittura» è anzitutto la risposta di Carrà al «Dinamismo plastico» di Umberto Boccioni, voluminoso saggio uscito al principio del 1914, con il quale il capo dei pittori futuristi aveva per primo fissato su carta, e firmato a suo nome, i principi dell’arte futurista. Carrà non l’aveva presa proprio benissimo: « … buona parte delle idee concrete ch’egli ha sull’arte le deve a me … quattro anni fa egli amava più Klimt che Renoir in pittura — amava i preraffaeliti e non capiva affatto i grandi impressionisti e nemmeno i post Matisse e Picasso. Credeva fermamente che Rodin fosse molto più grande di Rosso» (lettera a Gino Severini, 11 marzo 1914). E qualche mese dopo, sempre scrivendo a Severini, il più colto e francese tra i pittori futuristi, Carrà colpiva con maggior precisione: « … il libro di Boccioni … è a mio parere falso nel suo fondamento e superficiale dal punto di vista pittorico … il substrato religioso e filosofico del libro a me ripugna profondamente» (lettera del 3 giugno ’14, cit. come la precedente da Archivi del futurismo, I, p. 317 e 339). Tuttavia, nel febbraio 1914 era uscito un libro destinato a cambiare completamente l’orizzonte del futurismo, un libro con il quale tutti i futuristi avrebbero dovuto confrontarsi: «Zang tumb tuuum» di Marinetti. Con «Guerrapittura,» dunque, Carrà non risponde direttamente a Boccioni; si appropria, invece, di un campo nel quale per il momento solo lui e — non a caso — Severini sono campioni: quello del “quadro parolibero”. «La tipografia insolita delle parole in libertà influenzava anche la pittura … Marinetti intuì subito l’importanza di una simile contaminazione tra scrittura e pittura, e dopo aver visto il disegno di Carrà [Festa patriottica] si affrettò a scrivere a Soffici, raccomandandogli di pubblicare immediatamente l’opera su “Lacerba”: “Ti mando la fotografia del quadro parolibero di Carrà. Ti preghiamo di rimandare magari altri disegni a numeri successivi e di pubblicare questa fotografia, in questo numero (1° agosto). L’urgenza è dovuta al nostro desiderio di stabilire subito che Carrà e Severini sono stati i primi a fare queste fusioni assolutamente originali di dinamismo plastico e di parole in libertà” (21 luglio 1914)» (Salaris, Marinetti editore, p. 184). Oltre il «Dinamismo plastico» di Boccioni, si diceva; non sarà un caso che nella serie enciclopedica dei «Breviari intellettuali» pubblicati dall’Istituto Editoriale Italiano di Umberto Notari subito dopo la Grande Guerra, a cavallo di 1919 e 1920, per quanto riguarda il futurismo quattro saranno i testi presi in considerazione: la raccolta dei «Manifesti del futurismo»; il «Dinamismo plastico»; una selezione di Poesie di Marinetti (da «Zang tumb tuuum» principalmente); «Guerra pittura» (riproposto così, con titolo separato) di Carlo Carrà. «La realizzazione di “Guerrapittura” è durata qualche mese, intrecciata ai giorni in cui più intensa è la discussione sull’intervento dell’Italia in guerra, tra fine 1914 e inizio 1915, mentre si scardina l’equilibrio faticoso dell’avanguardia italiana, tra futuristi e lacerbiani» (F. Rovati, Carrà tra futurismo e metafisica, Milano, Scalpendi, 2011, p. 13). La prima recensione fu quella — negativa — di De Robertis su «La Voce» del 15 aprile 1915, cui seguirà a fine mese quella di Soffici su «Lacerba» (24 aprile). Ma il libro acquistò una eco sempre più ampia con l’avvicinarsi dell’entrata in guerra dell’Italia, a due giorni dalla quale, sull’ultimo numero di «Lacerba» (22 maggio), Ugo Tommei dedicò a Guerrapittura un componimento encomiastico. Nel 1918 il libro era noto e richiesto anche nel circuito dell’avanguardia internazionale: «Natalia Gontcharova […] in 1918 […] wrote to the Futurist poet Francesco Meriano expliticitly asking him to send her Carrà’s book (letter dated Nièvre 28 November 1918, Fondo Meriano, Fondazione Primo Conti). Indeed, Carrà’s “Guerrapittura” became a renowned and successful example of how avant-garde artists engaged with the theme of the war» (Versari, Avant-garde Iconographies of Combat, Annali d’italianistica 33, 2015, p. 193). Cammarota, Futurismo, 88.1; Rovati, Carrà tra futurismo e metafisica, pp. 13-63; Salaris, Marinetti editore, n. 36; Ead., Storia del futurismo (1994), pp. 76-77 (illus.)
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Marinetti, Filippo Tommaso (a Guglielmo Jannelli)
Lettera manoscritta con firma autografa su carta intestata «Movimento Futurista»; inviata al futurista Guglielmo Jannelli; conservata busta viaggiata, parimenti intestata col motto «MARCIARE NON MARCIRE»
Documento originale con firma autografa. Lieve traccia di gora d’acqua che interessa tutto il bifolio, appena percettibile al recto, che non disturba in alcun modo la leggibilità e la conservazione del documento; busta lacerata in testa e sul lato sinistro, con minime perdite all’intestazione e una lacerazione ricomposta; timbro postale leggibile e francobollo conservato; nel complesso, insieme in più che buone condizioni di conservazione. Lettera di fondamentale contenuto per la storia del futurismo, dettata da Marinetti al segretario Decio Cinti nel novembre del 1920, parallelamente al lancio ufficiale dei «club futuristi» su «La Testa di ferro». Indirizzata alla residenza di Jannelli in Castroreale Bagni, provincia di Messina: «Carissimo Jannelli, speravo di ricevere un tuo articolo per Testa di ferro | Avrai letto, in questo giornale, della trasformazione dei fasci futuristi in Club futuristi destinati ad accogliere tutti gl’italiani, anche non artisti, che siano nettamente mondi da ogni spirito reazionario. — Abbiamo scelto la parola Club, perché le solite: Fasci, Circoli, Gruppi, creerebbero confusioni. | Ti prego di comunicare la cosa a tutti gli amici. | Una calda stretta di mano. Tuo | FT Marinetti». -- Il contenuto della lettera aggiunge dettagli fondamentali alla vicenda dei cosiddetti «club futuristi», poco o per nulla nota agli studiosi: promossi per iniziativa di Marinetti e Mario Carli come evoluzione dei fasci futuristi dopo la disfatta elettorale di fine 1919, essi vengono inizialmente implementati sulla falsariga del futurismo politico diciannovista, con la massima apertura «anche a non artisti» (come chiarito nel manifesto «Che cos’è il futurismo», non a caso ristampato proprio nella seconda metà del 1920). La parola «club», frequentemente utilizzata da Marinetti in questo periodo, deriva probabilmente dall’utilizzo che ne andavano facendo i dadaisti a partire dal primissimo dopoguerra. Si hanno testimonianze di un «club futurista milanese» annunciato sulle pagine de «La Testa di ferro» I/38 del 28 novembre 1920 (Salaris, Alla festa della rivoluzione, p. 264 nota 74), di un «club futurista per impulso di Mario Shrapnel» a Catania, annunciato sul secondo fascicolo della rarissima rivista «Haschisch» del marzo 1921 (Parasiliti, All’ombra del vulcano, p. 42), oltre che di un «club futurista bolognese» formato da Tato, Caviglioni, Poli e Ago menzionato su Noi I/2, maggio 1923 (pagina 15). Maria Elena Versari, infine, ha studiato il fenomeno del «club futurista» come implementazione strettamente avanguardista del modello della casa d’arte: «II dettagliato programma che trasforma la Casa d’Arte in un Club Futurista offre un interessante modello del funzionamento di una sorta di microcosmo dell’avanguardia. Ormai ridimensionate le pretese di ricostruire in toto la società a propria immagine avanguardista con il gesto rivoluzionario, il Futurismo cerca di crearsi un luogo, uno spazio autonomo che offra un surrogato complessivo di tutte queste ambizioni ed esperienze. [...] La “Boîte Futuriste” [progettata da Prampolini], così come la nuova Casa d’Arte Bragaglia allestita da Virgilio Marchi e il Cabaret del Diavolo di Gino Gori decorato da Fortunato Depero sono spazi creati e gestiti da artisti che mimano e offrono un surrogato, all’interno delle strutture sociali tradizionali, di quei nuovi modelli di interazione tra artista e pubblico, tra artista e società promessi ma non mantenuti dalla “nuova fede” rivoluzionaria. Conclusasi l’esperienza della guerra, il tradizionale pragmatismo dimostrato da Marinetti nel fondare e dirigere il Futurismo continua a ricercare modelli di azione alternativi al tradizionale sistema artista-gallerista. Il modello economico applicato al Club Futurista si discosta e fornisce un più crudo contraltare all’idealismo dell’attesa di un governo rivoluzionario che agisca come garante dell’arte d’avanguardia sulla base di un’instabile alleanza concettuale tra innovazione sociale e innovazione artistica. Allo stesso tempo, però, questo modello di autonomia commerciale riesce a rispondere alle necessità più volte reiterate dalle associazioni artistiche dell’epoca: l’importanza dell’unione, del rinnovamento del gusto nelle arti applicate, il riavvicinamento tra artisti e società civile, tra arte e popolo» (I rapporti internazionali del futurismo, in: Il futurismo nelle avanguardie, Roma 2010, p. 585-s).
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Jannelli, Guglielmo - et alii
Utilizziamo l’anfiteatro di Siracusa. Manifesto dei futuristi siciliani
Edizione originale. Ottimo esemplare. Rielabora il raro volantino «Manifesto futurista per le rappresentazioni classiche di Siracusa» (distribuito in occasione della messinscena delle «Coefore» curata da E. Romagnoli a Siracusa, il16 aprile 1921). Firmato dal folto gruppo dei futuristi siciliani (Jannelli, Nicastro, Carrozza, Shrapnel, Etna, Lo Presti, Drago, Calderone, Perroni, Attardi, Sortino, Cimino, Fiandaca, Raciti e Vann’Antò). Al recto il testo «Il futurismo italiano nel 1921», con le notizie relative al tattilismo, alla mostra di avanguardia in Ginevra (successo di Boccioni), all’«Officina» d’arte decorativa di Balla e di Depero, all’esposizione dei futuristi a Parigi (Place Vendome), ai concerti degli Intonarumori al Théatre des Champs Elysées, alla pubblicazione de «L’alcova d’acciaio» di Marinetti. Assente dai repertori specialistici consultati (che registrano solo la seconda edizione, di qualche mese seguente, con titolo «Utilizziamo il teatro greco di Siracusa»).
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Folicaldi, Alceo [Roberto Cassinis]
Arcobaleni sul mondo
Edizione originale. Ottimo esemplare.
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Marinetti, Filippo Tommaso
L’aeropoema del Golfo della Spezia
Prima edizione. CON DEDICA Straordinario esemplare: la copia di Sandro Giuliani, caporedattore del «Popolo d’Italia» e fedelissimo di Mussolini, pregiata dalla dedica autografa dell’autore «a Sandro Giuliani l’amico F.T. Marinetti»; in ottime condizioni, completo del raro pergamino protettivo originale integro, della scheda bibliografica su carta gialla e del “prière d’insérer” su carta azzurra che reclamizza le opere di Marinetti pubblicate da Mondadori; a fogli chiusi, con il dorso e i bordi delle pagine appena bruniti e qualche piccolissima fioritura perimetrale. Un’avanguardia del libro era stata pubblicata come «Il poema del Golfo della Spezia» in opuscoletto numerato di trentadue pagine nel 1933. Qui troviamo inoltre una prefazione originale che include anche il manifesto dell’aeropoesia (lanciato nel 1931 in rivista). «È la prima importante opera di aeropoesia, secondo la prospettiva indicata nel Manifesto del 31 ottobre 1931» (Caffeina dell’Europa). Cammarota, Marinetti, 189 (che registra una strana numerazione delle pagine); Caffeina dell’Europa, 185
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[Pennone, Luigi et alii]
I Balilla del Duce disegnano col mortaio
Stampe fotografiche vintage. Insieme in ottime condizioni di conservazione. Testimonianza unica di un’esposizione di arte giovanile fascista di guerra: «I balilla del Duce disegnano col mortaio». I tre scatti raffigurano l’entrata dell’eposizione, progettata in stile futurista così come l’allestimento interno, dominato da slogan e fasci geometrici multicolori alle pareti. In uno degli scatti ben si vede, sulla parete di fondo, il poema murale «Balilla» di Luigi Pennone.
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Marinetti, Filippo Tommaso
Il poema africano della divisione «28 ottobre» [MAGGIO 1937]
Prima edizione, seconda tiratura. Esemplare numerato «003959» come da timbro a secco al frontespizio; in ottime condizioni, completo del raro pergamino originale protettivo e della scheda bibliografica correttamente associata alla seconda tiratura («maggio 1937»); proveniente dalla collezione di Luce Marinetti, figlia di Filippo Tommaso, come da timbro ex libris in inchiostro blu «LM». Ristampa procurata a maggio dello stesso anno in cui, a febbraio, appare la stampa originale. Infatti buona parte della tiratura originale fu ritirata in blocco dalla SNIA VISCOSA per farne dono ai combattenti: questo rese necessaria la pronta ristampa del libro, che avvenne con una seconda tiratura datata maggio 1937. «Il poema africano» è una importante raccolta di poemi simultanei di guerra, dedicata «Ai futuristi volontari della guerra voloce». In gran parte erano stati sparsamente pubblicati sulle colonne della «Gazzetta del popolo», un quotidiano torinese con il quale Marinetti collaborava spesso, l’anno precedente. Cammarota, Marinetti, 200
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Cangiullo, Francesco
Le Serate futuriste. Romanzo storico vissuto. Con giudizi di Marinetti, Ojetti, Borgese, Simoni, Lipparini, Goll
Edizione originale. CON DEDICA Esemplare pregiato da bella dedica autografa dell’autore vergata in grande alla prima carta bianca: «A Maria Napolitano primaverile artista pentagrammata!», datata Napoli e firmata con il profilo stilizzato del Vesuvio. Mende alla copertina (mancanza al piede del dorso e distacco ricomposto alle cerniere; interno pulito con minime occasionali e leggerissime fioriture). «[...] essenziale per la conoscenza del futurismo [...]. il Materiale di fondo è stato abbozzato nel periodo in cui l'autore è ancora all'interno del movimento [...]. Complessivamente, il libro poggia su una griglia densa di particolari, di scorci d'ambiente, di compenetrazioni di memorie e di cronaca, che trasformano il tutto in una specie di riassunto di vicende proverbiali scritto da un naïf» (Diz. Fut., p. 196c s) Cammarota, Futurismo, 76.24
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Marinetti, Filippo Tommaso, ed Enif [Angiolini] Robert
Un Ventre di donna. Romanzo chirurgico
Edizione originale. Esemplare in più che buone condizioni (piccola mancanza al dorso; firma di possesso d’epoca al frontespizio; normale uniforme brunitura alle pagine interne). Romanzo d’avanguardia steso in forma in parte diaristica, in parte epistolare, in parte parolibera. Straordinario documento sulla malattia e sulla questione femminile e la percezione della donna al principio degli anni ’20 in Italia, composto dall’attrice Enif Angiolini sposata Robert, di Prato, che aveva fatto il suo esordio sulle colonne de «L’Italia futurista». -- La tiratura fu legata con due brossure: una prima emissione con la tipica grafica elaborata da Venna per i titoli Facchi (vedi Isola dei baci prima ed.; Madrigali e grotteschi di Corra ecc.), stampata in rosso; la presente emissione, caratterizzata da un notevolissimo disegno di copertina a colori sempre del Venna (con uno stile e un’impaginazione che ricordano da vicino l’analogo caso della seconda edizione de «L’isola dei baci»). Cammarota, Marinetti, 72
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Aa. vv.
Almanacco della Voce. 1915. Scritti inediti di: [...]
Prima edizione. Più che buon esemplare (normali lievi segni del tempo perimetrali; firma di possesso d’epoca al frontespizio). Rara raccolta, con numerosi scritti inediti (Govoni, Moscardelli, Palazzeschi, Papini, Rebora, Saba, Sbarbaro...), fotoritratti, riproduzioni di opere di arte contemporanea (Boccioni, Soffici, Rosso, Fattori...). Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv., 10
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Aa. vv. (a cura di Silvio Labella)
Ad Amedeo Savoia Aosta omaggio di aeropoesie guerriere offerto dagli aeropoeti futuristi Silvio Labella - Renato Di Nicola - Vanda Macrini - Giovanni Menichino - Gino Celli - Tullio Previtera - A. Chiocchio del Gruppo romano futurista «Gondar»
Prima edizione. Esemplare uniformemente brunito al piatto superiore, con traccia di rimozione d’antica etichetta; per il resto ottimo. Plaquette molto rara: manca per esempio ai regesti storici di Claudia Salaris e alla stragrande maggioranza della letteratura specialistica dedicata al futurismo, compreso il Dizionario del futurismo; è censita in sole quattro copie in ICCU. È una delle ultimissime pubblicazioni sotto l’insegna delle Edizioni futuriste di «Poesia». Raccoglie nove «aeropoesie» di guerra, con spunti paroliberi, a opera di questo effimero gruppo di ventenni presi da entusiasmo fascista e futurista e radunati all’insegna della città etiope Gondar e del motto «lo riprenderemo», riferito all’«impero» in Africa orientale (di cui Gondar era capitale) definitivamente perso dopo la battaglia di Amba Alagi nel novembre 1941. Il leader dell’effimero gruppo è Silvio Labella, che chiude il fascicolo con il manifesto «Come e perché è nato il Gruppo futurista romano “Gondar”». Amedeo d’Aosta, viceré d’Etiopia e — pur nella sconfitta — eroico leader ad Amba Alagi, era morto di malattia il 3 marzo 1942 prigioniero nell’ospedale militare inglese di Nairobi. «Il Gruppo romano futurista Gondar “Lo riprenderemo” è composto dei ventenni paroliberi aeropoeti aeropoetesse aeropittori aeromusicisti futuristi Silvio Labella, animatore, Gino Celli, Antonio Chiocchio, Renato Di Nicola, Vanda Macrini, Ernesto Picilocchi, Giovanni Menichino, Tullio Previtera, Ugo Piccone, Anna Maria Leoli, Paola Conti, Eugenio De Vita, Edoardo Colonelli, Marcello Giampaoli» (da p. [2]). Cammarota, Futurismo, Libri di aa. vv. n. 87
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Cangiullo, Francesco, e Filippo Tommaso Marinetti
F.T. Marinetti + Cangiullo = — Teatro della sorpresa
Prima edizione. Ottimo esemplare, fresco e pulito (lievissima gora al piede della quarta di copertina, parzialmente coperta da etichetta con prezzo). Libro di memorie composto come un libro d’artista, con numerosi collage originali di Cangiullo riprodotti nel testo, e soluzioni grafiche futuriste, steso «in collaborazione postuma con Marinetti» (p. [11]). Non comune. Cammarota, Bibliografia di Francesco Cangiullo, n. 760; Diz. Fut., p. 197a
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Frassinelli, Carlo
Trattato di architettura tipografica di Carlo Frassinelli [SOVRACOPERTA PRIMA TIRATURA]
Edizione originale. CON DEDICA Eccezionale esemplare con la sovracoperta nella rarissima prima tiratura, caratterizzata dall’assenza di giudizi editoriali ai risvolti, dal «Prezzo netto del volume Lire 75» al piede della quarta di copertina e stampata su una carta color verde acqua chiarissimo e di grammatura sensibilmente più pesante rispetto alla seconda tiratura; in ottime condizioni (minime leggere fioriture alla sovracoperta; brunitura al bordo interno dei risguardi; interno fresco e pulito, con alcuni fascicoli e le cerniere appena lenti), completo del rarissimo dépliant di sottoscrizione a bifolio, elegantemente impaginato da Frassinelli e datato «novembre 1940»; completo inoltre di una cartolina intestata «Carlo Frassinelli tipografo editore», dattiloscritta con firma autografa del tipografo, datata «Torino, 13 gennaio 1941», in cui si accusa ricezione dell’«importo per una copia legata del “Trattato di architettura tipografica”. Appena ultima, l’opera vi verrà spedita. Distinti saluti. Frassinelli». Il «Trattato di architettura tipografica» — bellissimo titolo per un libro bellissimo e importante — rappresenta il brillante bilancio di vent’anni di attività ad altissimo livello. Carlo Frassinelli (1896-1983) aveva cominciato assieme ai futuristi nel periodo magmatico della Torino del 1922, dove irregolari di ogni genere e parte si trovavano mescolati in un disordinato fermento di rinnovamento che darà frutti solo più avanti, superata la metà del decennio. Tra i frutti più saporosi, Frassinelli Tipografo (e poi) Editore: varietà nell’ideazione ed efficacia nella realizzazione grafica di libri pervasi di ricerca e gusto in ogni dettaglio — «una stampa vibrante e psicologica con i caratteri espressivi, col rumore e il formato della carta, col colore e l’odore dell’inchiostro», come si prefiggeva il futuro editore nel notevole «Rivoluzione grafica», saggio-manifesto pubblicato a puntate su «Risorgimento grafico» a partire dal giugno 1921. -- L’esperienza di Frassinelli si colloca «nel contesto europeo della sovietica “tipografia elementare”, del gruppo di grafici attivo presso la Bauhaus, della Neue Typographie di Jan Tschichold all’incrocio tra esperienze suprematiste, neoplasticiste, costruttiviste e, appunto, futuriste» (Carpi, p. 85). Il tutto mitigato da un vivace senso pratico e una chiara prospettiva commerciale: l’orizzonte entro cui opera la tipografia «è quello di stampare dei caratteri scuri su carta chiara in forma intelligibile». Frassinelli aveva una padronanza totale del procedimento creativo del libro, costantemente aggiornata alle più recenti conquiste: invenzione —> disegno —> messa in pagina —> selezione carta —> composizione —> stampa (tutti i tipi di stampa: Frassinelli fu uno dei primi tipografi italiani a utilizzare la serigrafia) —> rilegatura —> comunicazione commerciale. -- Il «Trattato di architettura tipografica» è un distillato delle brillanti riflessioni cominciate a vent’anni nella Torino ordinovist-futurista, corrette dall’esperienza di dieci anni di editoria «elegantemente eretica» ma di successo; corredato da centinaia di esempi, modelli, facsimile e casi-studio, comprese le parole in libertà. È stato tradotto in castigliano, subito nel 1948, e ne è uscita una seconda edizione nel 1955, nell’ambito della monumentale «Enciclopedia poligrafica» Raggio. Cammarota, Futurismo, 216.1
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[D’Annunzio, Gabriele, Mario Dessy, Filippo Tommaso Marinetti, Bruno Corra, Paolo Buzzi, Fortunato Depero et alii]
Poesia. Rassegna Internazionale diretta da Mario Dessy. N. I / 4 [contiene: Ritratto di Luisa Baccara: La maestria]
Prima edizione. Esemplare in più che buone condizioni (normale lieve usura perimetrale), mancante della carta 25/26 con applicato il trittico «La Madre pazza - L’assassino - L’impostore» di Arnaldo Ginna. Terzo fascicolo del mensile diretto da Dessy per 9 numeri in 5 fascicoli dall’aprile al dicembre 1920 come seconda serie della gloriosa «Poesia» di Marinetti (1905-1909), cui si ispira per il raffinatissimo layout e l’impostazione aperta e internazionale. Il numero apre con l’epigrafe dedicatoria «Alla grandezza purissima di Gabriele D’Annunzio» — di cui pubblica alle pp. 11ss. il «Ritratto di Luisa Baccara: La maestria» in edizione pre-originale rispetto al libretto pubblicato di lì a poco per i tipi della Fionda di Roma — segue il lungo pezzo del direttore su Bruno Corra, pregiato da un bel ritratto b.n. di Ginna applicato. Poco prima della chiusura del fascicolo, un’altra bella tavola in b.n su patinata applicata a piena pagina dei «Pappagalli - motivo ornamentale» di Depero. Poesie e prose di Ada Negri, Mercereau (Mon Dieu, vous etes), Dessy (Autour du cadavre d’un voleur d’etoiles, trad. Marinetti), Settimelli, Divoire su Isadora Duncan, Los Pajaros errantes di Pedro Prado poeta chileno, Arabeschi fiumani del Carli, Buzzi tradotto da Marinetti, Armando Curcio, F.G. Bowles, Linati, Reverdy, Jacuzio-Ristori.
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Marinetti, Filippo Tommaso
Les mots en liberté futuristes
Prima edizione. Esemplare in più che buone condizioni (brossura un poco brunita con velatura posteriore integrale e rotture fermate alla cerniere), all’interno pulito e privo di segni del tempo. Con il suo formato tascabile, la sua tipografia modernissima impressa su carte economiche, e i suoi contenuti militanti e d’avanguardia, ai limiti dell’astrattismo, che culminano in quattro grandi tavole parolibere le quali, aperte, triplicano il formato del libro, «Les mots en liberté» è simbolo e icona di tutta l’editoria futurista. Antologia di testi teorici ed esempi pratici di paroliberismo, appositamente ripresi e rielaborati in francese per il pubblico internazionale, fu un grande investimento che il capo del futurismo volle intraprendere per rilanciare il movimento all’estero dopo la prima guerra mondiale. Il materiale di partenza è tratto dai manifesti letterari composti tra il 1912 e il 1914: «Manifesto tecnico della letteratura futurista» e «Supplemento»; «L’immaginazione senza fili e le parole in libertà»; «Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica». Le tavole parolibere in fine, tutte in francese ed eventualmente già pubblicate ma solo in italiano: «Battaille. Poids + odeur» (dal Supplemento del 1912); «Lettre d’une jolie femme à un monsieur passatiste» (originale, ed è la tavola ripresa in copertina); «Aéroplane bulgare» (originale); «Dunes» (già in «Lacerba» II,4, 15 feb. 1914); «Bataille à 9 étages du Mont Altissimo» (già in Italiano su «Vela latina» IV,1, 8 gennaio 1916, qui su grande foglio ripiegato); «Après la Marne, Joffre [...]» (su grande foglio ripiegato; pubblicata in volantino nel 1915); «Le soir, couchée dans son lit [...]» (su grande foglio ripiegato; già in «l’Italia futurista» II,28, 9 set. 1917); «Une assemblée tumultueuse» (originale su grande foglio ripiegato). -- «Le composizioni più recenti [di «Les mots en liberté»] erano caratterizzate da un’essenzialità quasi astratta, in cui la scrittura sconfinava nella pittura» (Salaris); «[...] tiratura di 12.000 copie; distribuzione esclusiva di Gaetano Facchi [editore milanese]. [...]. Malgrado la data del 1919, il volume su pronto per la distribuzione solo a fine maggio 1920». L’opera riscosse un buon successo: nel 1922 ne fu approntata un’edizione in ceco, e dai documenti emerge come Marinetti fosse in parola per procurarne un’edizione in castigliano e un’edizione inglese, progetti poi naufragati. Salaris, Marinetti editore (Bologna 1990), pp. e n. 49; Echaurren, Futurcollezionismo, pp. 85-89; Cammarota, Marinetti, 74; Fanelli e Godoli, Il futurismo e la grafica, p. 57 img 26
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Steiner, Giuseppe
Stati d’animo disegnati
Edizione originale. Più che buon esemplare, integro e pulito (una lievissima gora al taglio alto, quasi impercettibile; copertina lievemente scurita con una piccolissima mancanza all’angolino basso; minuscola etichetta di biblioteca privata al piatto superiore Straordinaria raccolta di parolibere: venti disegni dell’autore che sono delle vere e proprie “poesie visive”. Il libro rappresenta uno snodo fondamentale nell’evoluzione della poesia parolibera futurista, come ben precisato dalla prefazione «Stati d’animo disegnati o Precipitati Psichici», firmata dallo stesso Steiner. Dopo il frontespizio, il lettore trova l’organigramma del Movimento Futurista e l’epigrafe dedicatoria a Margherita Piatti e Giuseppe Steiner nel giorno delle loro nozze, firmata dall’«editore futurista F.T. Marinetti». -- «Gli “Stati d’animo disegnati” rappresentano con immediatezza sensazioni che non possono essere spiegate a parole, mediante “sintesi grafiche”, percepibili attraverso la sensibilità e l’intuizione, in una proiezione immaginativa. Gli “Stati d’animo disegnati”, espressione dell’avanguardia futurista, suggeriscono e sottintendono nella tensione lineare di un originale geometrismo, la cognizione di un limite oltre il quale è necessario procedere, lacerando il senso di oppressione che traspare dalla sensazione grafica» (Diz. Fut. p. 1114c e s.). Le ricerche lineari di Steiner — condotte parallelamente dal parmense Pietro Illari su «Rovente» — anticipano in qualche misura il più rigoroso lavoro di formalizzazione metafisica (o metafisica della forma) condotto da Kandinskij negli anni del Bauhaus e pubblicati nel 1926 in «Punkt und Linie zu Fläche». Cammarota, Futurismo, 455.3 e ripr. p. VII n. 15
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Mix, Silvio (su Filippo Tommaso Marinetti)
Profilo Sintetico-Musicale di Marinetti per Pianoforte
Edizione originale. Più che buon esemplare, con alcune lacerazioni marginali senza perdite, che interessano entrambe le carte, e qualche sparso segno del tempo in copertina. Rarissima edizione stampata in pochi esemplari — «tiratura di 100 copie» per Cammarota — in occasione delle onoranze nazionali a Marinetti. Dedicatoria in testa alla copertina «A Benedetta autrice di “Forze Umane” omaggio futurista». Tra i pochi spartiti che Mix ebbe modo di pubblicare in vita — e che rappresentano i vertici sperimentali toccati dalla musica futurista — questo è il più rappresentativo, costituendo anche imprescindibile tassello di «marinettiana». Da una nota interna si apprende che la serie dei «profili sintetici musicali» fu «eseguita dall’autore nelle principali città d’Italia nella tournée del Nuovo Teatro Futurista (gennaio 1924)». Cammarota, Futurismo, 328.6
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Cangiullo, Francesco
Addio mia bella Napoli. Con 120 illustrazioni
Prima edizione. Ottimo esemplare (sovracoperta appena scolorita sul dorso). Poderoso volume di storia e aneddotica napoletana, «che raccoglie anche molti ricordi romanzati del periodo futurista» (Cammarota). Cammarota, Futurismo, n. 76.36; Id., Bibliografia di Francesco Cangiullo, n. 723
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Cangiullo, Francesco
Poesia innamorata. 1911-1940 [RICOPERTINATURA con in copertina «... 1911-1940»]
Prima edizione, seconda emissione. Ottimo esemplare, squadrato e a fogli chiusi (leggere fioriture dovute alla qualità della carta), completo di “prière d'insérer” editoriale stampato in blu con foto dell’autore. La più ampia raccolta del Cangiullo lirico mai pubblicata uscì presso Morano di Napoli nel maggio 1943, con una copertina color crema; fu ricopertinata dallo stesso editore nell’immediato dopoguerra in stile analogo ma su carta grigio chiarissimo e con piccole varianti tra le quali le date «1911-1941» nel sottotitolo (presente esemplare). Contiene «poesie tratte da “Le Cocottesche”; da le poesie pubblicate in “Lacerba”; da “Il debutto del sole”; “Il Golfo di Napoli”; dai poemi “Capri ed Amalfi”; “Andare” (finale di “Ninì Champagne”). Con una sezione di poesie inedite o edite solo su giornali e riviste, e le due raccolte inedite “Un giorno a Capri” (1939) e “Poesie a Titina”. Questa è la prima emissione con copertina in brossura color crema e date «1911-1940». Fu ricopertinata dallo stesso editore Morano nell’immediato dopoguerra in stile analogo ma su carta grigio chiarissimo e con piccole varianti tra le quali le date «1911-1941». Cammarota, Futurismo, 76.34; Id., Bibliografia di Francesco Cangiullo, n. 666
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Buzzi, Paolo
L’Ellisse e la spirale. Film + parole in libertà
Edizione originale. Ottimo esemplare, fresco, pulito e squadrato (lievi fioriture in copertina e dorso appena scurito); menzione di «5° migliaio» in quarta di copertina. Straordinario romanzo parolibero, uno dei libri fondanti delle parole in libertà. Paolo Buzzi è stato il più vecchio compagno e collega di Marinetti: i due si conobbero a Milano, nei primi anni del Novecento, e rapidamente Buzzi divenne colonna portante della rivista «Poesia», collaboratore e redattore fisso della rubrica «Toute la Lyre». Non appena nel 1914 Marinetti lancia la rivoluzione letteraria delle parole in libertà — un vero terremoto letterario di proporzioni internazionali — Buzzi si getta a capofitto nella lavorazione di questo ‘romanzo parolibero cinematografico’ che è un crescendo di invenzione da mozzare il fiato: la partenza è tradizionale, ma con lo scorrere delle pagine le parole cominciano a degradare e spargersi sulla pagina, fino a perdere qualsiasi connessione tipografica tradizionale per assumere la forma di vere e proprie composizioni visive, che culminano in un ‘calligramme’ a spirale disegnato in rosso. -- Nella prefazione dedicatoria «A F.T. Marinetti» si dice: «L’opera fu scritta con l’anima gonfia di un presagio di sconvolgimento per la Società. L’ultimo capitolo — vedi la bizzarria del caso! — io lo finii proprio la notte dal 27 al 28 giugno 1914 […]. Qualche ora dopo scoppiava la folgore dell’attentato di Sarajevo: e l’Europa voltava la pagina al suo atlante geografico». La lavorazione del libro aveva preso dunque oltre un anno: «All’inizio della primavera del 1915 uscì “L’Ellisse e la spirale” di Buzzi [...]; si trattava in effetti d’un romanzone avventuroso del genere fantasy, strutturato come un film a episodi (dei quali era segnato addirittura il metraggio, come in un catalogo di pellicole). La narrazione si svolgeva con un andamento quasi salgariano ma poi, nell’ultima parte, la prosa si frantumava dando luogo a pagine di parole in libertà [...] originali costruzioni grafiche, geometriche, astratte [...] che ricordavano certi motivi dei Rosa-Croce». In realtà «era una sorta di metaromanzo in cui Buzzi utilizzava il registro dell’intreccio d’avventure ma realizzava al tempo stesso una mimesi del linguaggio filmico; inoltre tentava di inserire nel tessuto narrativo il concetto musicale di enarmonia e proprio nell’ultima parte dissolveva la prosa nel disegno e nel grafismo» (Salaris). Cammarota, Futurismo, 68.5; Salaris, Marinetti editore, pp. 180-182; Lista, Le livre futuriste, p. 19 nn. 19-20; Fanelli & Godoli, Il futurismo e la grafica, p. 52 nn. 10-13
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Di Bosso, Renato [Renato Righetti], e Alfredo Gauro Ambrosi (prefazione di F.T. Marinetti)
Eroi macchine ali contro nature morte [CON AUTOGRAFO DI MARINETTI]
Edizione originale. CON DEDICA Straordinario esemplare pregiato da dedica autografa di Filippo Tommaso Marinetti a una signora non identificata e «alla sua sensibilità letteraria»; tracce del tempo in copertina, rinforzata in volta; interno brunito. Collaudo di Marinetti. Saggio corredato da 40 riproduzioni di opere b.n., con quadri passatisti di nature morte contrapposti a quadri futuristi, all’insegna del motto Futurismo = antinaturamorta. Cammarota, Futurismo, 175.2
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Aa. vv.
Il Teatro futurista. Sintetico (dinamico - alogico - autonomo - simultaneo - visionico). A sorpresa. Aeroradiotelevisivo. Caffè Concerto. Radiofonico (senza critiche ma con Misurazioni) [CON AUTOGRAFO]
Prima edizione della raccolta. CON DEDICA Invio autografo del curatore della collana, l’editor Giuseppe Luongo (destinatario delicatamente abraso) unito alla firma autografa di F.T. Marinetti. Esemplare in ottimo stato, proveniente dalla prestigiosa collezione futurista di Giampiero Mughini. Ampia raccolta di sintesi teatrali futuriste, raccoglie i lavori storici di Buzzi, Cangiullo, Carli, Chiti, Corra, De Angelis, Dessy, Balla, Folgore, Ginna, Govoni, Jannelli, Nannetti e Pratella, affiancati dalle sintesi dei “secondi” futuristi Azari, Cerati, Depero, Fillia, Rognoni, Soggetti, nonché ai lavori dei futuristi “tardi” come Daquanno, Calderone e Aschieri. Capofila, in bella evidenza cubitale al frontespizio e in copertina, Filippo Tommaso Marinetti. Cammarota, Marinetti, 236
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Frassinelli, Carlo
Trattato di architettura tipografica di Carlo Frassinelli [SOVRACOPERTA SECONDA TIRATURA]
Edizione originale. Più che buon esemplare con la sovracoperta nella seconda tiratura recante «ALCUNI GIUDIZI CRITICI» ai risvolti (l’ultimo del dicembre 1941) e in quarta di copertina la dicitura «Prezzo netto del volume Lire [barra] 400»; dorso della sovracoperta appena brunito (per il resto integra) e fioriture sparse (soprattutto alle prime e ultime carte e ai tagli). Il «Trattato di architettura tipografica» — bellissimo titolo per un libro bellissimo e importante — rappresenta il brillante bilancio di vent’anni di attività ad altissimo livello. Carlo Frassinelli (1896-1983) aveva cominciato assieme ai futuristi nel periodo magmatico della Torino del 1922, dove irregolari di ogni genere e parte si trovavano mescolati in un disordinato fermento di rinnovamento che darà frutti solo più avanti, superata la metà del decennio. Tra i frutti più saporosi, Frassinelli Tipografo (e poi) Editore: varietà nell’ideazione ed efficacia nella realizzazione grafica di libri pervasi di ricerca e gusto in ogni dettaglio — «una stampa vibrante e psicologica con i caratteri espressivi, col rumore e il formato della carta, col colore e l’odore dell’inchiostro», come si prefiggeva il futuro editore nel notevole «Rivoluzione grafica», saggio-manifesto pubblicato a puntate su «Risorgimento grafico» a partire dal giugno 1921. -- L’esperienza di Frassinelli si colloca «nel contesto europeo della sovietica “tipografia elementare”, del gruppo di grafici attivo presso la Bauhaus, della Neue Typographie di Jan Tschichold all’incrocio tra esperienze suprematiste, neoplasticiste, costruttiviste e, appunto, futuriste» (Carpi, p. 85). Il tutto mitigato da un vivace senso pratico e una chiara prospettiva commerciale: l’orizzonte entro cui opera la tipografia «è quello di stampare dei caratteri scuri su carta chiara in forma intelligibile». Frassinelli aveva una padronanza totale del procedimento creativo del libro, costantemente aggiornata alle più recenti conquiste: invenzione —> disegno —> messa in pagina —> selezione carta —> composizione —> stampa (tutti i tipi di stampa: Frassinelli fu uno dei primi tipografi italiani a utilizzare la serigrafia) —> rilegatura —> comunicazione commerciale. -- Il «Trattato di architettura tipografica» è un distillato delle brillanti riflessioni cominciate a vent’anni nella Torino ordinovist-futurista, corrette dall’esperienza di dieci anni di editoria «elegantemente eretica» ma di successo; corredato da centinaia di esempi, modelli, facsimile e casi-studio, comprese le parole in libertà. È stato tradotto in castigliano, subito nel 1948, e ne è uscita una seconda edizione nel 1955, nell’ambito della monumentale «Enciclopedia poligrafica» Raggio. Cammarota, Futurismo, 216.1
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