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Depero Fortunato; Lista G. (cur.)
Ricostruire e meccanizzare l'universo
brossura Fortunato Depero (1892-1960) è stato il protagonista dell'arte meccanica che ha caratterizzato il futurismo degli anni venti. La raccolta dei suoi scritti teorici permette di ripercorrere e analizzare le tappe più significative di un itinerario creativo che, investendo la pittura, la scultura, il teatro, l'architettura, le parole in libertà e l'arte pubblicitaria, è stato tra i maggiori contributi formulati dal futurismo per il rinnovamento dell'arte italiana. Giovanni Lista, specialista del futurismo, firma questa riedizione dei testi, procedendo inoltre ad un nuovo esame del particolare metodo di sfigurazione e stilizzazione con cui Depero rielaborava le apparenze fenomeniche della realtà per restituirle in chiave meccanica. Ne riabilita quindi la poetica qualificandola di ludica e felice parentesi di meccanicismo dal sapore illuminista all'interno della modernolatria tecnologica preconizzata dal futurismo marinettiano.
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Masoero A. (cur.)
Futurismo. Ediz. a colori
ill., br. Il 20 febbraio 1909, accompagnato da un clamore internazionale, usciva su "Le Figaro", a Parigi, il manifesto di fondazione del Futurismo, stilato da F.T. Marinetti, poeta, letterato e geniale comunicatore. Con quello scritto programmatico Marinetti inaugurava una modalità di comunicazione dirompente e inedita per la cultura, poiché i manifesti futuristi sarebbero poi stati distribuiti con mezzi "popolari" come volantini stampati in centinaia di migliaia di copie, oppure pubblicati su organi d'informazione non specialistici, o declamati nelle affollatissime serate futuriste, aperte a tutti. D'allora in poi il Futurismo avrebbe adottato questa pratica comunicativa per ognuno dei molti ambiti in cui si avventurò - poesia, pittura, scultura, architettura, danza, teatro, arti decorative, grafica, pubblicità e molto altro -, nel suo sogno di saldare l'arte e la vita, ridisegnando l'intero orizzonte umano. E poiché in ognuno di quegli scritti si proclamavano le basi teoriche cui attenersi nella pratica artistica, per comporre questa mostra ci siamo affidati ai manifesti stesi dagli artisti visivi - da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, a Depero, Prampolini e agli aeropittori degli anni Trenta - esponendo le opere che meglio e più puntualmente illustrano i princìpi teorici esposti in ognuno. Perché, quelle che potrebbero apparire come invenzioni brillanti e curiose, sono in realtà la trascrizione di un vero sistema di pensiero.
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Parasiliti Andrea G. G.
All'ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l'Etna di Marinetti
brossura Il volume propone, da un lato, uno studio delle due più importanti riviste futuriste siciliane "La Balza futurista", «la prima rivista veramente futurista», stampata a Ragusa nel 1915 e "Haschisch", la voce dei futuristi fiumani che raggiunsero il comandante D'Annunzio nella Repubblica del Carnaro. Dall'altro lato c'è Marinetti e il suo rapporto con il Padre Etna che, già intravisto ai tempi del Re Baldoria, accompagnerà il figlio fino ai suoi ultimi giorni, quelli dell'Aeropoema di Gesù.
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Cresti C. (cur.)
Futurismo e architettura
ill., br. "Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca. Gli ascensori non debbono rincantucciarsi come vermi solitari nei vani delle scale; ma le scale, divenute inutili, debbono essere abolite e gli ascensori debbono inerpicarsi, come serpenti di ferro e di vetro, lungo le facciate. La casa di cemento, di vetro, di ferro senza pittura e senza scultura, ricca soltanto della bellezza congenita alle sue linee e ai suoi rilievi, straordinariamente brutta nella sua meccanica semplicità, alta e larga quanto più è necessario, e non quanto è prescritto dalla legge municipale, deve sorgere sull'orlo di un abisso tumultuante: la strada, la quale non si stenderà più come un soppedaneo a livello delle portinerie, ma si sprofonderà nella terra per parecchi piani, che accoglieranno il traffico metropolitano e saranno congiunti, per i transiti necessari, da passerelle metalliche e da velocissimi tapis roulants". (dal Manifesto dell'architettura futurista firmato da Antonio Sant'Elia)
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Boccioni Umberto; Birolli Z. (cur.)
Pittura e scultura futuriste
br. "È questo un testo capitale nella storia delle avanguardie artistiche del Novecento. È un testo che si pone con una propria fisionomia accanto a quelli di Kandinsky, Malevi?, Mondrian. Il senso generale che se ne può enucleare è quello, nello sfacelo dei valori ottocenteschi degenerati, alla cui rovina Boccioni stesso collaborò come ogni altro artista d'avanguardia, di un artista che ha saputo intuire il pericolo del frammentismo impressionistico da una parte e dell'arabesco della pittura pura dall'altra. Per questo il suo sforzo creativo e teorico ha coinciso con la ricerca di un centro che sostituisse il crollo dei vecchi valori con una concezione unitaria che rinsanguasse con un contenuto nuovo il puro plasticismo. Nel suo pensiero lo «stato d'animo plastico», rimedio al rischio di «perdersi nell'astrazione», doveva essere proprio questo centro: «Il riassunto definitivo di tutte le ricerche plastiche ed espressionistiche». Non solo quindi una sintesi dei valori formali divisionisti e cubisti, ma anche dei valori emozionali: «È l'emozione» egli scrive «che dà la misura, frena l'analisi, legittima l'arbitrio e crea il dinamismo». Come si vede siamo assai lontani da quell'«estetica della macchina» ch'era stata enunciata da Marinetti. La tendenza di Boccioni era più ricca e complessa. L'elemento alogico, intuizionistico di Boccioni, nelle sue opere più tipiche, si rivela come una sorta di ebbrezza drammatica che rompe i limiti angusti di una concezione positivistica, pur mantenendo un corposo rapporto con la realtà. Oltre le sue contraddizioni, in Boccioni era soprattutto viva l'urgenza di essere un artista presente nell'ansioso dramma della vita moderna, non in maniera esterna, estemporanea, ma come un lievito attivo. Questo era il modo per essere dentro la realtà in atto, un modo che poneva nuovi e più ardui problemi d'espressione. Ma questo, caduta ogni altra circostanza negativa, è appunto il nucleo più autentico e fruttuoso del primo Futurismo, che in Boccioni ha avuto senz'altro il suo esponente più alto." (Dallo scritto di Mario De Micheli)
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Sant'Elia Antonio; Birolli V. (cur.)
Architettura futurista
br. «Il problema dell'architettura moderna non è un problema di rimaneggiamento lineare. Non si tratta di trovare nuove sagome, nuove marginature di finestre e di porte, di sostituire le colonne, i pilastri, le mensole con cariatidi, con mosconi, con rane; non si tratta di lasciare la facciata a mattone nudo, o di intonacarla o di rivestirla di pietra; non si tratta, in una parola, di determinare differenze formali tra l'edificio nuovo e quello vecchio; ma di creare di sana pianta la casa nuova costruita, tesoreggiando ogni risorsa della scienza e della tecnica, appagando signorilmente ogni esigenza del nostro costume e del nostro spirito, calpestando quanto è grottesco, pesante e antitetico con noi (tradizione, stile, estetica, proporzione), determinando nuove forme, nuove linee, una nuova ragione d'essere solo nelle condizioni speciali della vita moderna, e la sua rispondenza come valore estetico nella nostra sensibilità. Quest'architettura non può essere naturalmente soggetta a nessuna legge di continuità storica. Essa deve essere nuova come sono nuovi il nostro stato d'animo e le contingenze del nostro momento storico».
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Marinetti Filippo Tommaso
Teoria e invenzione futurista
brossura
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Pautasso G. A. (cur.)
Cucina futurista. Manifesti teorici, menu e documenti
br. "Nel dicembre del 1930 una voce alla radio scosse le coscienze degli italiani: 'Abbasso la pastasciutta!', tuonò Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del futurismo. Nel 1913 con il 'Manifesto della cucina futurista' Marinetti, assieme allo chef Jules Maincave, si pose l'obiettivo di rivoluzionare la gastronomia in nome della sperimentazione non convenzionale delle vivande volendo creare una cucina rallegrante, ottimista, dinamica e agilizzante. L'obiettivo dei cuochi futuristi era far dimenticare l'avido mangiatore di pastasciutta perorando l'avvento delle vivande sintetiche e la diffusione per mezzo della radio di 'onde nutrienti'. I piatti e le vivande si trasformarono in tavolozze di colori, e le forchette furono abolite per favorire 'degustazioni e piaceri tattili prelabiali'. Il ristorante futurista Taverna Santopalato aveva le pareti ricoperte di lastre di alluminio e l'ambiente era intriso con acqua di Colonia spruzzata da camerieri armati di vaporizzatori, mentre il rombo del motore a scoppio di un aeroplano fungeva da sottofondo musicale. Chi partecipava agli aerobanchetti dell'avanguardia futurista diventava l'elemento vitale di un momento unico e sorprendente, mai vissuto prima. Così Marinetti e i cuochi del movimento futurista dimostrarono come la cucina fosse uno spettacolare laboratorio di partecipazione attiva ed emotiva alla fusione creativa dell'Arte con la vita." (Guido Andrea Pautasso)
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Cammarota Domenico
Con Crali il futurista. Cronache del movimento futurista 1909-1992
ill., br. In questo volume Con Crali il Futurista, trascrizione integrale d'una lunghissima intervista concessa dall'aeropittore Tullio Crali a Domenico Cammarota dal 1988 al 1992, sono ricostruite le memorie inedite del Movimento Futurista durante il ventennio fascista e oltre, in una narrazione densa di contributi critici e inediti retroscena, raccolti dalla viva voce d'uno dei più grandi protagonisti dell'arte italiana del '900; di particolare importanza storica risultano le tante pagine dedicate alla genesi e allo sviluppo dell'Aeropittura, di cui Crali è stato il maggior interprete artistico. Completano il volume una ricca appendice di rari Manifesti e altri scritti critici di Crali; di cui la Biblohaus ha in corso di stampa anche lo spettacolare libro-oggetto parolibero a colori Aeromusiche d'Alfabeto in libertà (1944), raccolta scritta insieme a F.T. Marinetti e Raul Cenisi, e finora rimasta parimenti inedita.
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Mannocci Lino
Scene da un matrimonio futurista
br. «Con la nuova luna, il 28 agosto del 1913, al municipio del 14° distretto di Parigi, un giovane pittore italiano sposò una giovanissima parigina. Lui, Gino Severini, aveva trent'anni, lei, Jeanne Paul Fort, sedici». Il 28 agosto del 1913, a Parigi, Gino Severini sposa Jeanne Fort. Suoi testimoni sono Guillaume Apollinaire e Filippo Tommaso Marinetti. Tra gli invitati, e tra coloro che accorrono al caffè Voltaire per i festeggiamenti, figurano Stuart Merrill, Alfred Vallette, Max Jacob, André Salmon, Rachilde, Francis Carco, Fernand Léger, alcuni tra i più importanti letterati e artisti dell'epoca. All'ingresso del Comune del 14° arrondissement, Paul Fort, il padre della sposa detto il «Principe dei poeti», non esita a definire l'unione «le mariage de la France avec l'Italie». Di certo quelle nozze rappresentano un momento esemplare non soltanto dei rapporti tra avanguardia italiana e francese, ma dell'avanguardia storica in generale e della sua indiscussa capitale del tempo: Parigi. Colma di artisti provenienti da diverse parti dell'Europa, Parigi è allora il centro in cui convergono tutti coloro che, nel vecchio Continente, generano scandalo e turbamento, ma schiudono anche all'arte nuovi e importanti traguardi estetici. Un milieu artistico e letterario che di lì a poco sarà spazzato via dalla tragica mattanza della prima guerra mondiale. Nelle pagine di questo libro, Lino Mannocci offre un'originale rivisitazione di quelle nozze e, ad un tempo, un omaggio alle vite di alcuni degli invitati, e di altre forme di unioni e sodalizi che direttamente coinvolsero questi artisti e poeti durante quel fatidico 1913. Un ritorno al mondo proprio dell'avanguardia storica, prima che il nostro tempo la riducesse a un'accademia refrattaria alla creatività.
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Manicone M. (cur.); Purini F. (cur.)
Antonio Sant'Elia. Manifesto dell'architettura futurista. Considerazioni sul centenario
brossura
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Galluzzi Francesco
Fantasmi elettrici. Arte e spiritismo tra simbolismo e futurismo
ill., br. Tra Otto e Novecento, nel clima di rinnovato interesse per le tendenze esoteriche che accompagnava il declinare della dominante cultura positivista, si affermò un'inedita rivisitazione delle tradizionali credenze nell'esistenza dei fantasmi e nel "mondo invisibile". Coniugandosi con le coeve ricerche scientifiche che indagavano il rapporto tra materia ed energia, gli spiritisti della fine del XIX secolo consideravano la realtà visibile permeata di forze occulte che soltanto le peculiari sensibilità dei medium permettevano di rendere percettibili e conoscibili. Un complesso di indagini, oscillanti tra superstizione e ricerca scientifica, che ebbero grande influenza anche sui diversi aspetti della cultura del tempo, dove i riferimenti alle manifestazioni medianiche diventarono sempre più frequenti. Questo libro, dopo aver esaminato le varie accezioni delle credenze di fine secolo nel "mondo occulto", indaga le implicazioni che tale cultura medianica (cui contribuirono anche luminari della scienza nazionale del tempo, come il criminologo Cesare Lombroso) ebbe nel contesto delle arti visive in Italia tra suggestioni iconografiche ed elaborazioni di poetica, dall'affermazione delle tendenze simboliste alla nascita della prima avanguardia nel nostro paese, il Futurismo, con aperture sulla letteratura, la fotografia e il cinema.
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Marinetti Filippo Tommaso
Democrazia futurista. Dinamismo politico
brossura Letto oggi, Democrazia futurista, il programma politico del PPF, e un toccasana, tonico corroborante che eleva dal grigiore politico, dal plumbeo elettorale. È perfino profetico: chiunque si appelli ?ad una concezione di politica assolutamente sgombra di retorica, violentemente italiana e violentemente rivoluzionaria, libera, dinamica e armata di metodi assolutamente pratici?, è futurista di fatto. Emersi dalle macerie della Prima guerra, i futuristi, anti-intellettuali (Filosofi e storici avendo fatto della filosofia e della storia dei mestieri lucrativi, tengono assolutamente alla immobilità della loro lampada serale sul tavolo ingombro di documenti e temono gli scossoni fragorosi e tetri della piazza rivoluzionaria?), vogliono detronizzare i potentati, ribaltare la prassi politica, abbattere le convenzioni, di ogni sorta. Il tema centrale, tuttavia, il più provocante, è quello che riguarda i rapporti tra politica e poesia, tra arte e potere. Il PPL, d'altronde, unico nella storia... è stato concepito, voluto e attuato da un gruppo di artisti poeti, pittori, musicisti ecc.?. Che c'entra la politica con la poesia? Nulla, dice il puro di cuore. Tutto, in verità. La poesia di Dante è 'politica'; Alessandro Manzoni è eletto Senatore nel 1860; Giosue Carducci nel 1890; Giovanni Verga nel 1920. Gabriele d'Annunzio, ?candidato della Bellezza?, fu deputato dal 1897 per l'estrema destra, giusto in tempo per fare il ?salto della siepe? verso il seggio dell'estrema sinistra, all'urlo di ?Come uomo d'intelletto, vado verso la vita?. Fu D'Annunzio, appunto, a costituire il prototipo di Marinetti, che ne seguì la campagna elettorale intuendo il nodo focale: ?trasformare la fama letteraria in influenza politica, la celebrità in potere?
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Balla Giacomo; Lista G. (cur.)
Scritti futuristi
br. La raccolta degli "scritti futuristi" di Giacomo Balla offre una delle principali testimonianze sul significato storico dell'avanguardia futurista. Balla è stato uno dei maggiori protagonisti del futurismo italiano, alla stregua di Marinetti e Boccioni. Ma mentre gli scritti di quest'ultimo sono stati già da tempo oggetto di un'antologia e ampiamente diffusi, quelli di Balla sono rimasti in gran parte sconosciuti. Giovanni Lista, specialista del futurismo, riunisce qui testi, manifesti, interviste e corrispondenza dell'artista. Questa raccolta rinnova la lettura critica della teoria, della storia e della pratica attivistica dell'avanguardia italiana. Permette finalmente di comprendere il ruolo di Giacomo Balla, le sue idee e la sua posizione in seno al movimento futurista, oltre a dargli lo spazio che si merita all'interno delle correnti avanguardistiche del XX secolo.
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Birolli V. (cur.)
Manifesti del futurismo
ill., br. Manifesti del futurismo riunisce un'estesa selezione di documenti del movimento, in genere «manifesti», ordinati cronologicamente, sino a coprire l'intera stagione della sua fioritura e del suo sviluppo, dal 1910 al 1921. Questi testi, rappresentativi dell'attività di tutti i principali animatori del movimento - Boccioni, Balla, Marinetti, Palazzeschi, Russolo, Severini, Sant'Elia -, intendono restituire l'ampiezza di temi e di orizzonti affrontati dal futurismo, dall'iniziale carattere letterario all'apertura alle arti plastiche, alla musica, all'etica, alle problematiche sociali e politiche. La veste tipografica dei testi, il più possibile aderente agli originali, le note analitiche di accompagnamento a ogni manifesto, l'estesa cronologia del movimento, il saggio critico, la sezione iconografica, rendono questa raccolta un essenziale strumento per lo studio degli sviluppi e del respiro internazionale della discussa stagione futurista.
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Salaris Claudia
Futurismo. La prima avanguardia
ill., br. La presente pubblicazione è dedicata al Futurismo. Un itinerario storico attraverso le principali vicende del movimento artistico italiano nato nel 1909, una rivoluzione culturale d'inizio secolo: dalla pittura di Balla e Boccioni, dagli scritti provocatori di Marinetti alla musica dei rumori di Russolo.
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Pautasso G. A. (cur.)
Moda futurista. Eleganza e seduzione
br. "«Moda futurista» non si limita ad una ricostruzione storica della moda del futurismo, a raccontare o descrivere avvenimenti ed episodi collegati alle ardite creazioni sartoriali dell'avanguardia marinettiana. Attraverso la collazione a livello cronologico di manifesti teorici, di proclami, delle stroncature e di testi anche erotici e pruriginosi legati al vestiario futurista, affronta l'analisi del linguaggio letterario e comportamentale fondato su modelli e prototipi di abiti creati esclusivamente da stilisti e da artisti futuristi prestati al mondo della moda. Questa ricerca non verte né sull'aspetto decorativo dell'abito futurista, né sul suo linguaggio, e quindi sulle tendenze dello stile futurista, bensì sulla traduzione dell'uno nell'altro e viceversa, con il riconoscimento del fenomeno della moda del futurismo quale efficace sistema di significazione: un sistema di senso entro cui si producono le raffigurazioni culturali ed estetiche del corpo rivestito secondo i princìpi creativi del futurismo. L'abito futurista è descritto nei suoi dettagli artistici, tecnici e sartoriali, analizzato nel suo contesto e studiato per il suo potere di significazione simbolica, sociale, ideologica, creativa e al tempo stesso erotica. Per questo il vestito futurista è letto e interpretato in qualità di eccezionale strumento di comunicazione, di habitus, di dress code e di objet d'art diventato, al tempo stesso, uno speciale oggetto d'uso quotidiano." (Guido Andrea Pautasso)
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Piety and Pragmatism: Spiritualism in Futurist Art-Arte sacra futurista: spiritualità e pragmatismo. Catalogo della mostra (Londra, 26 settembre-23 dicembre 2007). Ediz. bilingue
ill., br. Nel 1931 viene pubblicato in Italia il Manifesto dell'arte sacra futurista. Dissacrante e tagliente, come sempre, fu presto attaccato per il contrasto con il corrente gusto estetico e per espressioni irridenti la devozione. Pur ribadendo Marinetti l'anticlericalismo, l'attenzione per il sacro rappresenta un allineamento al Concordato fra Stato e Chiesa del 1929. In realtà, l'arte sacra era già praticata da alcuni futuristi, caratterizzandosi per esempi di deciso rinnovamento di un linguaggio ormai obsoleto. Il Futurismo, la cui religione era stata per anni quella del progresso e della macchina, si accorge di essersi spinto oltre i confini del tempo e della materia, là dove solo lo spirito può aleggiare. La Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra e il Ministero degli Esteri italiano, anche in vista del Centenario della fondazione del Futurismo (1909), presentano questa mostra, la prima nel suo genere, che consente un'ampia rilettura di questo sviluppo futurista fino ad ora poco studiato e conosciuto, attraverso le opere dei maggiori esponenti del movimento attivi all'epoca, a partire da Giacomo Balla, Fillia e Gerardo Dottori.
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Marinetti Filippo Tommaso
Saggi sul futurismo
br. Quando nel febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul Figaro il "Manifesto del Futurismo", è come se scoppiasse una bomba nel mondo culturale italiano. È un mezzo matto, si dice di lui; un astuto ambizioso, secondo altri; "cretino fosforescente", lo definisce Gabriele D'Annunzio. Eppure nel giro di pochi anni il futurismo si imporrà come una delle correnti artistiche maggiormente in grado, nel bene e nel male, di interpretare e influenzare un'epoca, riuscendo anche ad anticipare molte caratteristiche dei mezzi di comunicazione odierni. In questo volume sono raccolti alcuni tra i maggiori scritti di Marinetti sui princìpi del futurismo: dal classico "Manifesto" al celebre "Contro Venezia passatista", dalla teoria letteraria del "Manifesto tecnico della letteratura futurista" alle enunciazioni politiche di "Democrazia Futurista". Un'occasione in più per riflettere sul clima culturale che ha prodotto alcune delle pagine più significative e drammatiche della storia d'Italia.
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Pautasso G. A. (cur.)
Cucina futurista. Manifesti teorici, menu e documenti
ill., br. "Nel dicembre del 1930 una voce alla radio scosse le coscienze degli italiani: 'Abbasso la pastasciutta!', tuonò Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del futurismo. Nel 1913 con il 'Manifesto della cucina futurista' Marinetti, assieme allo chef Jules Maincave, si pose l'obiettivo di rivoluzionare la gastronomia in nome della sperimentazione non convenzionale delle vivande volendo creare una cucina rallegrante, ottimista, dinamica e agilizzante. L'obiettivo dei cuochi futuristi era far dimenticare l'avido mangiatore di pastasciutta perorando l'avvento delle vivande sintetiche e la diffusione per mezzo della radio di 'onde nutrienti'. I piatti e le vivande si trasformarono in tavolozze di colori, e le forchette furono abolite per favorire 'degustazioni e piaceri tattili prelabiali'. Il ristorante futurista Taverna Santopalato aveva le pareti ricoperte di lastre di alluminio e l'ambiente era intriso con acqua di Colonia spruzzata da camerieri armati di vaporizzatori, mentre il rombo del motore a scoppio di un aeroplano fungeva da sottofondo musicale. Chi partecipava agli aerobanchetti dell'avanguardia futurista diventava l'elemento vitale di un momento unico e sorprendente, mai vissuto prima. Così Marinetti e i cuochi del movimento futurista dimostrarono come la cucina fosse uno spettacolare laboratorio di partecipazione attiva ed emotiva alla fusione creativa dell'Arte con la vita." (Guido Andrea Pautasso)
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Bentivoglio Mirella; Zoccoli Franca
Le futuriste italiane nelle arti visive. Ediz. illustrata
ill., br. Il libro mette a fuoco, in modo sistematico, il contributo femminile al futurismo italiano nel settore delle arti visive. Sono riportate in luce dalla penombra, e talvolta da una completa oscurità, numerose artiste che sperimentarono a livello pittorico, plastico, grafico, verbo-visivo. La loro opera viene esaminata sullo sfondo della vita, spesso romanzesca, ricostruita per ciascuna attraverso documenti finora in gran parte inesplorati. Il volume è diviso in due sezioni affidate alle due autrici: una dedicata alle pratiche unidisciplinari, come pittura e fotografia, e una alle operazioni miste, come tavole "parolibere", danza su recitazione. Sfilano qui le protagoniste di un movimento che, nelle affermazioni del suo leader, si pronunciò contro la donna, in quanto tutelatrice passiva del focolare, ma che in realtà dimostrò di apprezzare il contributo femminile in tutti i settori della sua produzione. Ne emerge un aspetto originale e vigoroso dell'avanguardia italiana, ricco di soluzioni molteplici e assai spesso spavaldamente non ortodosse. Diverse l'una dall'altra per scelte formali, queste donne hanno in comune un coraggio morale, nella vita e nell'arte, che rende le loro storie esemplari e avvincenti.
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PAPINI Giovanni
CONTRO ROMA E CONTRO BENEDETTO CROCE. Discorso di Giovanni Papini detto al Meeting futurista del Teatro Costanzi il 21 febbraio 1913.
In-4 p. (mm. 292x230), pp.nn. 4. “Dopo l’esecuzione orchestrale della ‘Musica futurista’ di Balilla Pratella e dopo un breve discorso del poeta Marinetti, "Giovanni Papini", ritto alla ribalta fra i pittori futuristi Boccioni, Russolo, Carrà, Balla e Ardengo Soffici e i poeti futuristi Luciano Folgore, Cavacchioli, Libero Altomare e Auro d’Alba, affrontò per un’ora la bestiale ostilità del pubblico” con un lungo discorso - riportato in questo volantino. "Prima edizione". Cfr. Tonini “I manifesti del futurismo italiano”, p. 38, n. 53.1 - Salaris, p. 83. Esemplare ben conservato. .
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De Sanctis Victor Aldo
1 disegno a matita originale raffigurante signora con abito di lusso
Disegno cm. 26x16.
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Conti Primo (Firenze 1900 - 1988)
Dodici litografie originali di Primo Conti dalle lastre del 1917
Cartella editoriale in br. mm. 660x475 contenente 12 litografie in b/n su fondo avorio, firmate e numerate a matita dall'artista. Testo di accompagnamento di Aldo Palazzeschi. Tiratura limitata a 70 esemplari (ns. n. 58). Le incisioni sono state biffate subito dopo la stampa. Al margine inf. timbro a secco dell'editore.
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PERUZZI, OSVALDO.
Vele.
1990 circa. Serigrafia in colore su carta pesante, cm 50,5 x 72 (il foglio), prova III / XXV (a lapis in basso a sinistra), firmata “Peruzzi” per esteso (a lapis in basso a destra). Una prova avanzata nella produzione dell'Autore, ma sempre efficace e solida, caratterizzata da colori vivaci e da sintesi di movimento. Esemplare ben impresso e in buono stato di conservazione. .
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Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 - Verona 1916)
La Madre, 1909-1910
Acquaforte e puntasecca misure: mm foglio 420 x 270 ; lastra mm 75 x 110 Pittore e scultore italiano, geniale protagonista del movimento Futurismo. Dopo aver viaggiato molto per l'Italia, nel 1901 raggiunge Roma dove studia all'Accademia di Belle Arti. Nella capitale, insieme all'artista Gino Severini, frequenta lo studio di Giacomo Balla. Nel 1910 Boccioni firma il Manifesto dei pittori futuristi e La pittura futurista: manifesto tecnico, nei quali si legge: "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido". Nelle sue opere futuriste egli cerca di rappresentare la città, gli uomini, gli animali nella loro simultaneità, nel loro essere dinamici e cioè cerca di tradurre il movimento e la fusione fra i corpi e lo spazio. Un tema ricorrente in tutta la sua produzione è la rappresentazione della madre nello spazio, sia in pittura che nei disegni e nelle incisioni. Proprio studiando il volto della madre Boccioni passa da una raffigurazione concreta ad una simultanea nello spazio (i disegni del Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco a Milano sono la testimonianza di questo suo passaggio) Il soggetto di quest'opera è proprio lei, la madre dell’artista Cecilia Forlani, osservata da un piano rialzato mentre è intenta a leggere in un interno. Lo spazio intorno è indefinito ma si confonde e si mescola con la figura. Si conosce un disegno risalente al 1909 (Castello Sforzesco, inv. 819 E.9) che per soggetto e per tipo di segno grafico deciso può essere messo in relazione alla presente incisione. Impressione eccellente, dai neri vivaci che marcano l'espressione del volto della donna e imprimono dinamicità alla lastra. Esemplare stampato in seppia come nelle tirature coeve. Stato di conservazione eccellente. Firma non autografa a matita in basso a destra "U. Boccioni" Stato: II/II dopo la riduzione del rame nella parte superiore del rame che elimina i danni visibili sul bordo del rame. Bibliografia: Taylor, 314; Ballo, 38; Bellini (Boccioni), 27.
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Luigi Russolo (Portogruaro 1885 - Cerro Laveno 1947)
Maternità
Acquaforte misure: mm 98 x 69 Artista eclettico; compositore, inventore e pittore italiano. Sin da piccolo si dedicò a studi musicali che sfociarono nel manifesto L'arte dei rumori (1916) in cui si teorizzava l'impiego del rumore per arrivare a comporre una musica costituita da rumori puri invece che suoni armonici, mediante l'utilizzo di nuovi strumenti musicali: gli intonarumori costruiti dall'artista stesso. Accanto all'interesse per la musica c'è poi quello per la pittura. Non si conoscono sue opere pittoriche anteriori al 1909, anno in cui conobbe Boccioni e Carrà e con i quali firmò il Manifesto dei pittori futuristi. Come per i suoi colleghi anche per Russolo un quadro non doveva proporsi come pura rappresentazione del reale, ma raccogliere l’essenza della molteplicità delle cose che contemporaneamente accadono. “Per dipingere una figura non bisogna farla: bisogna farne l’atmosfera....” (Manifesto Tecnico della Pittura Futurista). L'artista nel cogliere un momento intimo, si rifà sicuramente al Boccioni. Impressione eccellente, dai neri decisi che caratterizzano soprattutto i volti e creano movimento nelle posture. Ampi margini oltre la battuta del rame. Ottimo stato di conservazione. Firmato a matita "LRussolo". Bibliografia: di A. Gasparotto (a cura di), F. Tagliapietra (a cura di) Luigi Russolo. Vita e opere di un futurista, 2006.
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Armando Cuniolo (Genova 1900 - Milano 1955)
Lotta di amazzoni 1951
Matita misure: mm 240 x 330 Artista ecclettico e abile disegnatore che cerca di incarnare e far suoi i movimenti artistici del Novecento. Dal 1920 frequenta l'Accademia di Belle Arti ligure ottenendo favore da parte del pubblico, nel 1932 ricordiamo la sua I personale presso la Galleria Valle. Tra il 1933 e il '35 si trasferisce in Svizzera e nel rientrare in Italia decide di stabilirsi a Milano. In questa città affina il suo stile disegnativo e pittorico aderendo prima ad un movimento poi all'altro; passa dal puro verismo, alle composizione neo romantiche fino alle forme spigolose del cubismo. Nell'ultimo periodo della sua vita, tra il 1945 e '55, realizza piccoli bozzetti per stampa su stoffe per i quali i soggetti più rappresentati sono le ballerine, omaggio a pittore francese Degas (Parigi 1834 - Parigi 1917). Nel foglio linee decise, spigolose e un tratto vibrante conferiscono dinamicità alla composizione. Il rimando all'insegnamento del Futurismo è evidente. Tutto lo spazio è occupato da questa lotta descritta come in un fermo immagine; i cavalli si impennano, le amazzoni combattono. In primo piano colta stesa di profilo sinistro vediamo una donna disarcionata, mentre sullo sfondo l'attenzione dello spettatore è attirata dalle espressioni dei due cavalli. Il foglio è ricco di pathos, carica e violenza. In basso a destra a matita "A Cuniolo/1951 dall'Ospedale di Niguarda"
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LE FUTURISME. Revue synthétique illustrée. Directeur: F.T. Marinetti.
In-4 p. (mm. 288x230), pp. 4, con una ill. in b.n. Offriamo il n. 9 dell’11 gennaio 1924 che contiene l’ambizioso manifesto di “Le futurisme mondial” in cui viene ricostruita la mappa del futurismo internazionale. Vi compaiono “futuristes sans le savoir, ou futuristes déclarés”, ovvero il fior fiore della cultura in Francia, Inghilterra, Russia, Germania, Olanda, Spagna, America, Giappone, ecc. Così Salaris “Storia del Futurismo”, p. 137. Cfr. anche Falqui, tav. LXXX. Buon esemplare.
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LACERBA. ANNO I - N. 9, 1 MAGGIO 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 352x250), brossura, pp. 12, con 1 disegno xilografico nel testo della Gerezbova. Contiene testi di: SOFFICI, "Svalutazione della grandezza" - FOLGORE, "Caffe' notturni" - PALAZZESCHI, "Tre diversi amici e tre liquidi diversi" - SOFFICI, "Giornale di bordo" - GOVONI, "Le cose che fanno la primavera" - SEIDE, "Pizzicata a un criticastro" - Sciochezzaio (Benedetto Croce). Oltre all’articolo di Italo Tavolato, "Elogio della prostituzione", scritto “in difesa del Manifesto futurista della lussuria (11 gennaio 1913). Il futurista “krausiano”, Italo Tavolato, che proprio per la sua condizione di ‘diverso’ si troverà a dar battaglia più volte sul tema della libertà sessuale, interviene pubblicamente su "Lacerba". “Elogio della prostituzione” è causa d’un processo per oltraggio al pudore..” (così Salaris, Storia del Futurismo, p. 52). Lievi ingialliture marginali (con picc. strappetti), altrimenti esempl. ben conservato.
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LACERBA. ANNO I - N. 10, 15 MAGGIO 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 352x250), brossura, pp. 12. Contiene: PAPINI, "I cari genitori" - CARRA’, "Da Cezanne a noi futuristi" - ROCH GREY, "Romances" - AURO D’ALBA, "Battute d'automobile" - PRATELLA, "Contro il grazioso in musica.. e di altro ancora" - SOFFICI, "Giornale di bordo" - TAVOLATO, "Fra me e me" (articolo sulla prostituzione) - “Sciocchezzaio” (Mazzoni). Piccoli strappetti marginali e lievi ingialliture, altrimenti ben conservato. .
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LACERBA. ANNO I - N. 13, 1 LUGLIO 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 350x250), brossura, pp. 16, con 1 disegno a piena pagina di Carlo Carrà (”Centri di forze di un boxeur”) e 1 vitrografia di Ardengo Soffici (”Scomposizione dei piani di un ponte”). Contiene: PAPINI, “Lacerba sotto processo” - CARRA’, “L’atmosfera d'avanguardia che prepariamo” - FOLGORE, “Città ferma” - BOCCIONI, “La scultura futurista” - RUSSOLO, “Gl'intonarumori futuristi” - MARINETTI, “Contrabbando di guerra. Parole in libertà” - DINAMO CORRENTI, “Serrature” - SOFFICI, “Giornale di bordo” - AURO D’ALBA, “Postierle” - TAVOLATO, “Frammenti futuristi”. Cfr. Bartolini, Ardengo Soffici. L'opera incisa, 1972, p. 365: “Scomposizione dei piani.. (1913), vitrografia monotipo. I esemplare. E’, presumibilmente, il primo lavoro eseguito con questa tecnica”. Lievi fioriture e picc. strappetti ai margini, altrimenti ben conservato. .
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LACERBA. ANNO I - N. 15, 1 AGOSTO 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 350x250), brossura, pp. 12. Contiene: PAPINI, "Odiatevi gli uni cogli altri" - FOLGORE, "Fumo agli occhi" - DINAMO CORRENTI, "Gomma da lapis" - LE COMTE DE LAUTREAMONT, "L'hermaphrodite" - SOFFICI, "Giornale di bordo" - BOCCIONI, "Il dinamismo futurista e la pittura francese" - Sciocchezzaio. Lievi fioriture e ingialliture marginali; ultima pag. parzialmente staccata, ma complessivamente buon esemplare.
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LACERBA. ANNO I - N. 18, 15 SETTEMBRE 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 350x250), brossura, pp. 12. Contiene: PAPINI, “Franchezza cogli imbecilli” - MARINETTI, “Battaglia sotto vetro-vento” - FOLGORE, “Sobborgo” - MAX JACOB, “Extraits de Saint-Matorel - Mademoiselle Léonie” - LICHTENBERG, “Impromptus” - MOSCARDELLI, “Burattinata sentimentale” - SOFFICI, “Natura morta” - PAPINI, “Schegge” - SOFFICI, “Giornale di bordo (rubrica)”. Contiene inoltre il manifesto di Guillaume Apollinaire, "L’antitradizione futurista" (seconda edizione in rivista). Cfr. Tonini, I manifesti del Futurismo, 60.4. In questo manifesto si legge “un omaggio al movimento marinettiano, definito qui come ‘motore di tutte le tendenze’, che termina con due sezioni in cui si getta ‘merda’ ai professori, critici e pedagoghi, e ‘rose’ ai rappresentanti del futurismo, ovvero ai più bei nomi dell’intelligenza internazionale (Picasso, Matisse, Duchamp, Stravinskij, etc., accanto ai futuristi” (così Salaris, Storia del futurismo, p. 68). Picc. strappetti e lieviss. manc. sull’ultima pagina; segni di piegatura verticale e lievi ingialliture, ma buon esemplare.
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LACERBA. ANNO I - N. 21, 1 NOVEMBRE 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 350x252), brossura, pp. 12, con 1 xilografia originale di Ardengo Soffici, a piena pagina nel testo - “Piani e linee di una donna che si pettina (dal vero)”. Contiene testi di: PAPINI, “Marcia del coraggio” - PALAZZESCHI, “Pizzicheria” - MAX JACOB, “L’actualité lyrique. République et révolution chinoises” - DINAMO CORRENTI, “Paracarri” - RUSSOLO, “Conquista totale dell’enarmonismo mediante gl'intonarumori futuristi” - HELLMANN, “Della prostituzione” - SOFFICI, “Giornale di bordo” - CARRA’, “Bisogna sopprimere gl’imbecilli nell’Arte” (manifesto in prima edizione). Cfr. Tonini, I manifesti del Futurismo italiano, 67.1 - Bartolini, Ardengo Soffici. L’opera incisa, pag. 151, tav. XXXV (per la xilografia). Picc. strappetti marginali, altrimenti esempl. ben conservato.
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LACERBA. ANNO I - N. 23, 1 DICEMBRE 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 350x252), brossura, pp. 16, con 2 disegni nel t. di Carrà e Boccioni. e un foglio pubblicitario della “Esposizione futurista di "Lacerba" (a Firenze, dal 30 novembre 1913 al 15 gennaio 1914). Contiene: Programma per l’anno 1914 - PAPINI, “Perché son futurista” - MARINETTI, “Correzione di bozze + desideri in velocità” (poesia parolibera) - CANGIULLO, “Finestre aperte” - GOVONI, “Io e Milano” - DINAMO CORRENTI, “Mangiare” - ANNA DES PRURAUX, “Solitude” - SOFFICI, “Giornale di bordo”. Lievi manc. e picc. strappetti ai margini (lievem. ingialliti); segni di piegatura, altrimenti ben conservato.
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LACERBA. ANNO I - N. 24, 15 DICEMBRE 1913. Periodico quindicinale. “Qui non si canta al modo delle rane”. Guido Pogni, gerente responsabile.
Fascicolo in-4 gr. (mm. 350x252), brossura, pp. 16. Contiene: “Grande serata futurista” (Firenze, Teatro Verdi, 12 Dicembre 1913. Resoconto sintetico (fisico e spirituale) della battaglia) - MARINETTI, “Agli spettatori” e “La politica futurista” - SOFFICI, “La pittura futurista” e “Giornale di bordo” - PAPINI, “Contro Firenze passatista” e “Ai Fiorentini” - CARRA’, “Contro la critica” - BOCCIONI, “Dinamismo plastico” - PALAZZESCHI, “Cari concittadini” - SCARPELLI, “Lettera a Papini” - GOVONI, “Io e Milano (II)” . In ultima pagina i comunicati: “Competente mancia - "NOI FUTURISTI riuniti in assemblea straordinaria deploriamo profondamente il ritrovamento della "Gioconda" grazie al doppio atto imbecille dell'imbianchino passatista e reclamiamo per il famigerato quadretto il sollecito riseppellimento nel Camposanto del Louvre" - riferendosi a un fatto di cronaca avvenuto il 12 dicembre 1913: l'arresto da parte della polizia francese, dell'imbianchino e decoratore Vincenzo Peruggia, autore del clamoroso furto della Gioconda al Louvre di Parigi, avvenuto nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1913. Inizialmente erano stati accusati del furto Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso. Picc. strappetti marginali e lievi ingialliture, peraltro ben conservato.
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POESIA. Rassegna Internazionale diretta da Sem Benelli, Vitaliano Ponti, Filippo Tommaso Marinetti.
In-8 oblungo, brossure editoriali. Offriamo i seguenti fascicoli: Anno II - Luglio-Agosto-Settembre 1906, n. 6-7-8 Anno II - Ottobre-Novembre-Dicembre-Gennaio 1906-1907, n. 9-10-11-12 Anno III - Febbraio-Marzo-Aprile-Maggio 1907, n. 1-2-3-4 Anno IV - Aprile 1908, n. 3 Anno IV - Maggio 1908, n. 4 Anno IV - Giugno 1908, n. 5 Anno IV - Luglio 1908, n. 6 Anno IV - Agosto 1908, n. 7 Anno IV - Settembre 1908, n. 8 Anno IV - Ottobre 1908, n. 9 Anno IV - Novembre 1908, n. 10 I fascicoli, da 16 a quasi 100 pagine, hanno una copertina illustrata (con xilografie in vari colori) raffiguranti una donna nuda che in cima a una montagna uccide un dragone con un dardo - opera di Alberto Martini. Macchie su alcune copertine ma testi ben conservati. Cad. fascicolo .
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LA GRANDE ILLUSTRAZIONE N. 15 - MARZO/APRILE 1915 (ANNO II). Rivista d'arte mensile. Basilio Cascella, direttore.
In folio (mm. 400x320), brossura editoriale figurata a colori, pp. (8 di pubblicità), da p. 51 a p. 70, con silografie e disegni nel t., in b.n. e a colori. Di questo importante periodico dei primi del ‘900 italiano, offriamo il n. 15 dell’anno II (1915), che contiene scritti di: Sibilla Aleramo, Aurel, Marinetti (’Battaglia’. Frammento d’un poema inedito), Federico Tozzi, Margherita Chaplin, Camillo Sbarbaro (’Liriche’), Mac Delmarle, A. Baldini, Aldo Valori, A. Franci. Illustrazioni di: Irolli, Cascella, Spadini, C. Innocenti, G. Ardy, Romolo del Bò, G. Biasi, Emilio Mantelli, E. Lionne e A. Cermignani. Ben conservato.
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LA GRANDE ILLUSTRAZIONE. N. 14 - FEBBRAIO/MARZO 1915 (ANNO II). Rivista d'arte mensile. Basilio Cascella, direttore.
In folio (mm. 400x320), brossura editoriale figurata a colori, pp. (8 di pubblicità), da p. 27 a p. 46, con silografie e disegni nel t., in b.n. e a colori, anche a piena pag. Di questo importante periodico dei primi del ‘900 italiano, offriamo il n. 14 dell’anno II (1915), pubblicato “a beneficio dei danneggiati dal terremoto”. Vi sono contenuti scritti di: Angiolo Orvieto, Paul Fort, Antonio Baldini, Vincenzo Cardarelli, Camille Mauclair, Vincenzo Gerage (con disegni di Tommaso Cascella). Illustrazioni di: M. Cascella, Adolfo Wildt, G. Severini, T. Cascella, Giovanni Ardy, B. Cascella, J. Paul Kossak, Plinio Nomellini. Ben conservato.
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La Domenica del Corriere 26 Aprile 1914 Oberammergau Radio Futurismo Danza Poste
LA DOMENICA DEL CORRIERE Rivista del 26 Aprile 1914 Anno 16 nr. 17 pagine: 16 dimensioni: 38 x 28 cm IN PRIMA PAGINA: Eroismo in un piroscafo italiano: capitano che si fa calare in una stiva infetta per salvare due marinai colpiti da asfissia (Achille Beltrame) NELL'ULTIMA PAGINA: Battaglia per gli usi civili nel marchigiano: abitanti di un paesello che assaltano i pastori di un altro per contese su antichi diritti (Achille Beltrame) ALL'INTERNO: La nuova università egiziana La passione e la morte di Cristo in un comunello nel Biellese (Oberammergau) Rinnovamento della flotta navale russa La distruzione elettrica delle cavallette Il futurismo nella danza Il palazzo delle poste e telegrafi a Firenze La caccia al Radio CONDIZIONI DELLA RIVISTA: BUONE, NORMALI SEGNI DEL TEMPO. SOVRACOPERTINE PRESENTI NOTE PARTICOLARI: LIEVI MACCHIE A PAG 15
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