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‎Judith Anodea‎

‎Chakra. Sette chiavi per risvegliare e guarire il corpo energetico‎

‎ill., br. Una guida introduttiva al mondo dei chakra, che propone gli strumenti pratici da utilizzare per bilanciare l'energia, guarire e prendersi cura del proprio benessere personale. Il libro esplora: il significato, la funzione e lo scopo di ogni chakra; le esperienze dell'infanzia che colpiscono e programmano ogni chakra; il ruolo che ogni chakra gioca nella nostra vita, per quanto riguarda la salute, le relazioni e la capacità di prendere decisioni; segnali fisici, emozionali e mentali degli squilibri nei chakra; esercizi semplici, ma efficaci, per bilanciare ogni chakra; come usare i chakra come strumento per liberarsi, manifestare, ricevere ed esprimersi.‎

‎Judith Anodea‎

‎Il libro dei chakra. Il sistema dei chakra e la psicologia‎

‎br. Il sistema dei chakra è nato in India più di quattromila anni fa. Si parla dei chakra negli antichi testi dei Veda, nelle più tarde Upanishad, negli Yoga Sutra di Patanjali e più diffusamente nel XVI secolo da parte di uno yogi indiano in un testo divenuto poi celebre. Oggi i chakra sono un concetto diffuso. In Occidente, generalmente indicano delle entità in grado di unire il corpo e la mente, l'elemento fisico e quello psichico. I chakra, tuttavia, che alla lettera vogliono dire ruota o disco, e si riferiscono a una sfera rotante di pura energia spirituale, non sono per niente entità o oggetti fisici. Come vediamo il vento attraverso il movimento delle foglie e dei rami, così possiamo percepire la presenza dei chakra nella forma del nostro corpo fisico, negli schemi che si manifestano nella nostra vita, nei modi in cui pensiamo, sentiamo e affrontiamo le situazioni che l'esistenza presenta, ma mai direttamente. Anodea Judith mostra in questo libro l'insieme delle azioni che i chakra esercitano sul corpo, sul pensiero e sul comportamento umani. L'opera merita a buon diritto il titolo Il libro dei chakra poiché, con l'aiuto delle moderne teorie psicoanalitiche e delle terapie corporee, è la più esaustiva e completa guida occidentale all'uso del sistema dei chakra come percorso di analisi e guarigione. Dalla prima pubblicazione di questo libro, nel 1996, il sistema dei chakra si è progressivamente sviluppato in Occidente. Il numero di centri yoga che insegnano asana e tecniche di meditazione che aprono i chakra è cresciuto esponenzialmente. Le teorie sulla guarigione energetica stanno influenzando sia la medicina sia la psicoterapia, generando il desiderio di nuovi modelli. In questa nuova edizione aggiornata Anodea Judith propone «un viaggio attraverso le molte dimensioni del sé», un viaggio che, attraverso il Ponte dell'Arcobaleno, com'è definito il sistema dei chakra, conduce il lettore «verso una trasformazione della coscienza collegando spirito e materia, cielo e terra, mente e corpo».‎

‎Judith Anodea‎

‎Yoga e chakra‎

‎ill. I chakra si possono percepire, vedere, spostare. In questo libro, Anodea Judith traduce e disvela un linguaggio invisibile e sconosciuto ai più, guidando il lettore a un'interpretazione graduale e profonda del proprio corpo, delle proprie attitudini e, in fin fine, del proprio carattere. Dove si nascondono le nostre tensioni? Come si manifestano i nostri squilibri? Cosa rivelano la nostra postura, il nostro modo di camminare, il nostro tono di voce? Con Anodea accanto a noi sul tappetino, lo yoga diventa uno strumento immediato e semplice di ascolto e di auto-osservazione, per accedere allo scrigno di energia di cui siamo detentori e custodi e condurci all'espressione più integra e positiva di noi stessi. Un viaggio nella nostra identità, tramite i sette portali dei chakra, che ci rivelano ciascuno una parte di noi. Sette chiavi che aprono la medesima Serratura: impareremo a padroneggiarle e a valorizzarle, a usarle quando è opportuno e a celarle e proteggerle, se necessario. Anodea propone al lettore la quintessenza della sua pratica di yoga di oltre 40 anni: sequenze di asana specifiche per ogni chakra e splendidamente illustrate, tecniche di respirazione e visualizzazioni ci insegnano a utilizzare il corpo come strumento consapevole dell'energia. Con oltre 350 illustrazioni ,un elenco di posizioni e sequenze specifiche per ciascun chakra.‎

‎Jufer Marijana‎

‎Vedere oltre‎

‎brossura Questo libro è un tentativo di creare una testimonianza di ciò che si trova al di la e al di qua della linea di pensiero, tra inconscio e coscienza. È una parte di un percorso personale.‎

‎Jullien François‎

‎Essere o vivere. Il pensiero occidentale e il pensiero cinese in venti contrasti‎

‎br. Essere o vivere: due grandi prospettive, due modi di abitare il mondo, di accostarsi agli uomini e agli esseri che lo popolano. L'Europa guarda il mondo nella prospettiva dell'Essere, la Cina nella prospettiva del vivere. L'Europa vede cose, la Cina eventi. L'Europa pensa per individui, la Cina per situazioni. Noi pensiamo ad andare al di là, loro si preoccupano di stare "tra". Noi crediamo nella nostra libertà, la riaffermiamo in un confronto accanito con il mondo, loro scommettono sulla disponibilità di un contesto, si dispongono ad accompagnarne le tante trasformazioni possibili. Con questo libro, vera e propria summa di un lavoro trentennale, François Jullien ci accompagna in un viaggio affascinante attraverso venti tappe, venti incontri, venti coppie concettuali che, nella loro dissonanza, riaprono i giochi nelle nostre tranquille abitudini di pensiero. Perché Jullien non mira tanto a comparare e a scegliere, o magari a integrare e ricomporre le differenze tra Oriente e Occidente; mira piuttosto a produrre uno scarto, ad aprire un varco nello spazio grigio del pensiero globalizzato, a interrogare l'Europa dal punto di vista della Cina e la Cina dal punto di vista dell'Europa. A fare dell'una un'occasione e una risorsa per l'altra.‎

‎Jullien François‎

‎Figure dell'immanenza. Una lettura filosofica del I Ching‎

‎br. Jullien insegna all'università di Paris-VIII e si occupa dello studio del pensiero e dell'estetica della Cina classica in una prospettiva interculturale. In questo volume analizza l'I Ching, il libro-non libro servito da testo fondamentale per tutta una civiltà, come strumento, mettendo a frutto il commento agli stessi Ching di uno dei grandi pensatori cinesi del XVII secolo, Wang Fuzhi.‎

‎Jullien François‎

‎Il gioco dell'esistenza. De-coincidenza e libertà‎

‎br. "Nel paradiso terrestre, Adamo ed Eva 'coincidevano': vivevano 'felici' (lo sapevano?) ma non esistevano. Vivevano in maniera adeguata (in accordo con l'ordine della Creazione) e non ne dubitavano. Neanche immaginavano di poterne dubitare. In questo mondo improntato al perfetto adattamento, senza nemmeno un abbozzo di disgiunzione o dissidenza, Adamo ed Eva non potevano immaginare un Fuori a cui aggrapparsi per tenersi fuori, 'e-sistere', avventurarsi. Mangiando la mela, però, hanno introdotto la fecondità di un'incrinatura in quell'ordine stabilito, hanno aperto uno scarto che li estraeva da quel mondo e dalla sua saturazione-soddisfazione." Sarebbe rassicurante pensare che la felicità sia là dove le cose raggiungono un accordo, una coincidenza perfetta. Eppure, proprio quando le cose si sovrappongono completamente, il loro adeguamento diventa sterile. La coincidenza è la morte. La vita, invece, avviene nella de-coincidenza. Dio stesso, morendo sulla croce, promuove la vita. Solo nello scarto della de-coincidenza, nell'apertura allo sconosciuto e all'infinito, è possibile la libertà. François Jullien accoglie questa sfida e gioca con il concetto di "coincidenza" nella Bibbia, nella pittura, nella letteratura e nella filosofia, per mostrare qual è il gioco dell'esistenza.‎

‎Jullien François‎

‎L'apparizione dell'altro. Lo scarto e l'incontro‎

‎br. Se c'è qualcosa che accomuna tutti i giorni di una vita è la ricerca di qualcosa che manca. Esiste un desiderio, un impulso che ci spinge a riempire una lacuna che fa parte di noi. Quello che la nostra natura ci invita a cercare imbattendoci nell'inquietudine e nell'insoddisfazione di mille vicoli ciechi è l'altro. Non dobbiamo però aspettarci di trovarlo laggiù da qualche parte, come se fosse un fantasma lontano: in questo modo il pensiero si attorciglia su se stesso e non trova nulla. Cade nell'inganno della lingua, che produce senso creando opposizioni. E l'opposto, spiega François Jullien, "non è più l'altro, in quanto non pone di fronte all'incognito". L'altro non apparirà in ciò che vediamo come contrario, inerte e immobile davanti a noi. Serve tutta la forza di un pensiero dissidente per aprire un varco in ciò che consideriamo ovvio e familiare. Forse, per liberarci della pretesa ontologica del senso dobbiamo ritornare al vorticoso frammento di Eraclito, vero argine al nostro uso ordinario del linguaggio: "Il divino è giorno notte, inverno estate, sazietà fame". Il fondamento degli opposti è la loro unità. Con una breccia nella continuità uniforme del giorno, proprio dai momenti più banali può emergere l'inaudito, che nella reciprocità dei contrari ristabilisce la coerenza della vita. Pensare l'altro: non è questo che può far rivivere la filosofia e, soprattutto, darci accesso all'esistenza?‎

‎Jullien François‎

‎L'inaudito. All'inizio della vita vera‎

‎br. È attorno all'inaudito che, senza saperlo, continuano a ruotare e ad avvolgersi le nostre vite. Solo l'in-audito, in fondo, è degno di interesse, in quanto ciò che è già "udito", registrato e assimilato, non ha, in realtà, niente da apportare, se non qualche aggiustamento e sistemazione. Sul punto, forse non è il caso di continuare a ingannarci. Al contempo, visto che l'inaudito è ciò che in sé sfugge, ne consegue che ciò che di esso si lascia normalmente captare e cogliere sia innanzitutto deludente. La radicale estraneità e stranezza, non essendo pienamente liberata, si volge in banalità e familiarità. Quando non sono all'altezza dell'inaudito, mi annoio: mi stanco di quello che ho appreso o, piuttosto, di ciò che non ne ho appreso. Incontrare l'inaudito, al contrario, sbatterci improvvisamente contro, significa spostare in maniera smisurata la frontiera del possibile, sempre troppo stabile, e la morte stessa, commensurata all'incommensurabile e al vertiginoso dell'inaudito, si ritrova all'improvviso sottratta al suo isolamento. L'immaginazione, come la scienza e la fede, fa tanti sforzi per integrare la morte nella vita, per iscriverla nel suo metabolismo, per assimilarla allo scopo di giustificarla. Ma che ne è di quanto essa conserva di "inaccettabile", come si è soliti dire, ossia di non integrabile da parte del soggetto? Non resta che ricorrere alla categoria riferita a ciò che non si integra, a ciò che è fuori categoria: l'inaudito - meglio che l'"Infinito", la categoria spesso invocata per rendere conto di quel debordare - può finalmente mordere quanto di più refrattario risulta per il pensiero.‎

‎Jullien François‎

‎La vera vita‎

‎br. Servizi di consulenza non sempre serissimi e interi scaffali di libri di 'self-help' hanno trasformato la riflessione su che cosa sia la vera vita in trattazione superficiale orientata al raggiungimento della realizzazione personale, della riscoperta di se stessi o di una non meglio precisata ricerca della felicità. Con questo libro uno dei più noti e apprezzati filosofi contemporanei, da sempre sensibile agli intrecci tra saperi di provenienza culturale differente, ci esorta a tornare invece ai fondamentali della filosofia, per porre le giuste domande su una questione radicale: qual è la vita degna di essere vissuta? È vita vera quella che portiamo avanti giorno dopo giorno? O esiste una dimensione autentica che ci sfugge? E la storia della filosofia occidentale, da Platone a Cartesio e Heidegger, ci fornisce gli strumenti più adatti per tentare una risposta? François Jullien affronta coraggiosamente un tema che ha da sempre sollecitato pensatori e scrittori, a Oriente come a Occidente. Una lettura utile tanto più in un tempo di smarrimento profondo come è quello che stiamo attraversando.‎

‎Jullien François‎

‎Nutrire la vita. Senza aspirare alla felicità‎

‎br. Pubblicazioni da rotocalco ci propongono grammatiche del benessere e della salute e dicono di attingere dall'antica sapienza dell'Oriente. Non è così. La filosofia del vivere della saggezza cinese, che l'autore promuove, svela gli elementi di una forma diversa di comprensione della realtà, che non ha bisogno di indicare come scopo la felicità. La formula che ricorre nel pensiero della Cina antica dice che si deve nutrire la vita: il Saggio nutre il suo soffio-energia in modo che si conservi il potenziale vitale, cioè la disponibilità agli incitamenti che non cessano di provenire dal mondo, senza illusioni di eternità e senza dover cercare un Senso e un Fine, i grandi fantasmi che ossessionano l'immaginario dell'Occidente.‎

‎Jullien François‎

‎Pensare l'efficacia in Cina e in Occidente‎

‎br. Per un occidentale l'efficacia è la capacità di ottenere i risultati previsti seguendo la via più breve. Figlia del razionalismo greco e della scienza moderna, la cultura occidentale lega il concetto di efficacia all'azione decisa, frutto di un'attenta pianificazione che prima appronta un buon modello teorico, e quindi lo applica con lineare determinazione. I cinesi, al contrario, definiscono efficace un'azione indiretta, lenta, che attende gli sviluppi della situazione e si limita a esaminare lo stato dei fatti per comprendere quale sia la loro propensione. L'efficacia di un'azione deriva dunque dalla capacità discreta di far leva sulle cose per consentirne una spontanea maturazione. Questa concezione dell'agire, tanto diversa da quella occidentale, si esprime anche nel modo con cui i cinesi affrontano gli affari, danno seguito ai contratti, rispettano gli impegni: un divario enorme che interviene nelle relazioni economiche tra Oriente e Occidente, complicandole e inducendo reciproci malintesi. In queste pagine François Jullien sviluppa una riflessione sulle profonde differenze che separano e attraggono Oriente e Occidente, ricorrendo a una esemplificazione che attinge alle sorgenti dell'immaginario delle due culture, fino ad abbracciare la storia più recente.‎

‎Jullien François‎

‎Quella strana idea di bello‎

‎br. "Bello" è un termine che possiede un'ampia gamma di usi. Può esprimere ciò che riconosciamo piacevole ai sensi ("una bella canzone") o ciò che suscita ammirazione e soddisfazione ("una bella serata"). Come sostantivo, "il bello" designa invece il concetto astratto, la specificità stessa della bellezza. Se però andiamo oltre il senso comune occidentale, scopriamo che lo stesso non vale dappertutto. La cultura cinese, per esempio, non distingue fra l'attributo concreto e il valore astratto e, anzi, ha finito per importare la nostra idea di bello solo alla fine dell'Ottocento, proprio quando in Occidente se ne decretava la morte. Da questo decisivo scarto linguistico Jullien prende le mosse per condurre una raffinata riflessione sui limiti e sul valore relativo delle categorie di pensiero più radicate.‎

‎Jullien François‎

‎Risorse del cristianesimo. Ma senza passare per la via della fede‎

‎br. Un filosofo ateo di fronte a una religione in crisi: che cosa ne rimane oggi? Il cristianesimo è finito? Oggi viene spesso usato per contrapporre identità culturali e nazionali più che vissuto come esperienza integrale. Ma di certo non è finita la sua eredità né, sostiene François Jullien - va sottolineato ateo - il contributo che ha dato e, soprattutto, può dare al pensiero e all'esistenza. In questo senso, il cristianesimo è una fonte viva di "risorse", di ricchezze da mettere a frutto, che l'autore individua mediante una lettura originale, affascinante, spregiudicata del Vangelo di Giovanni. In questo Vangelo, infatti, viene per la prima volta concepita la possibilità di un evento del tutto nuovo, inaudito, completamente privo di legami con quanto lo precede, che può cambiare l'esistenza e la storia in maniera radicale; e qui viene fatta una distinzione tra vita come mero processo biologico e vita autentica, vita zampillante e sovrabbondante, vita intesa come sviluppo ed espansione delle possibilità e delle consapevolezze: una distinzione che non cessa di risuonare ancora oggi (la "crescita personale" non ne è altro che l'estrema e degradata propaggine). Sulla base di queste e altre decisive osservazioni, Jullien compone un libro capace di rendere accessibile, sia ai credenti sia ai non credenti, un nuovo punto di vista sul cristianesimo; di restituire, a due millenni di distanza, la forza originaria di un testo che continua ad orientare le nostre vite.‎

‎Jullien François‎

‎Sull'intimità. Lontano dal frastuono dell'amore‎

‎br. Esistono persone, anche accoppiate o sposate, che non sono mai entrate in intimità. Hanno vissuto per anni l'una accanto all'altra ma non tra di loro: l'Altro è diventato un essere familiare ma non intimo. Dell'Altro sanno tutto, atteggiamenti, gesti, collere e irritazioni, e non possono neanche farne a meno, tanto ci sono abituate. Ma ciascuna è rimasta dalla sua parte: non si sono mai incontrate. Al percorso discreto dell'intimità, così diverso da quello frastornante dell'amore, rivolge qui la sua attenzione François Jullien, mobilitando Omero e sant'Agostino ma anche Stendhal e Simenon per dare forza alla sua posizione. Mentre l'amore, con le sue dichiarazioni e le sue furie, rischia continuamente l'impostura, l'intimità è lo spazio della nostra autenticità e permette di costruire un "noi" perenne: il più profondo di ciascuno non si rivela che grazie a una relazione, a un uscire da sé.‎

‎Jullien François‎

‎Trattato dell'efficacia‎

‎brossura Dai trattati di strategia militare dell'antica Cina un'affascinante esplorazione dei fondamenti più nascosti della nostra cultura. Che cosa significa la parola "efficacia"? Che cosa intendiamo quando diciamo che un'azione è efficace? La tradizione europea non è mai riuscita, neppure nei suoi grandi pensatori realisti, a rispondere in termini convincenti a queste domande se non ricorrendo all'intervento provvidenziale del divino, o alla Fortuna, o infine all'eroismo dell'exploit individuale. A questa difficoltà teoretica, si contrappone il concetto cinese di strategia.‎

‎Jullien François‎

‎Una seconda vita. Come cominciare a esistere davvero‎

‎br. Ciascuno di noi ha due vite, e la seconda comincia proprio nel momento in cui realizziamo di averne solo una. Dopo "Essere o vivere", François Jullien ritorna con un saggio che analizza quel fondamentale momento di rottura in cui, mentre esistiamo, all'improvviso diventiamo pienamente consci di essere vivi. È l'inizio di una nuova vita, che germoglia dentro la vita stessa. Ed è anche un grande colpo di fortuna. Jullien comincia questo percorso filosofico ed esistenziale a partire da una considerazione tanto semplice da sembrare ovvia: a mano a mano che il tempo passa e la vita avanza, perché scegliamo di continuare a vivere? Una domanda universale, valida per tutti. Eppure, una domanda dalle mille risposte, spaventosamente enigmatica. La saggezza cinese, capace di pensare l'immanenza e la trasformazione, ma anche i "Dialoghi" di Platone sono i punti cardinali di Jullien, che ci guida lungo un percorso di consapevolezza, senza accontentarsi mai di risposte banali, e cerca una comprensione più alta e più ambiziosa, in grado di conquistare il senso della nostra seconda vita. La seconda vita si trova proprio qui, nel mezzo del tempo quotidiano della vita ordinaria. Per conquistarla dobbiamo innanzitutto interrogarci sulle certezze che consideriamo verità. Non le verità della scienza, ma quelle della vita di tutti i giorni, che diamo per scontate. E magari metterle alla prova, rimetterle in discussione alla luce della nostra esperienza. Allora scopriremo che alcune certezze sono negative e ottenebranti, e che la vita è apertura, è infinita pienezza di possibilità. Uno sguardo a questo nuovo orizzonte e possiamo cominciare a vivere davvero.‎

‎Jullien François; Fabbri P. (cur.)‎

‎L'Ansa e l'accesso. Strategie del senso in Cina, Grecia‎

‎br. I cinesi, in politica e in poesia, privilegiano l'espressione allusiva, la formulazione involuta; al confronto diretto preferiscono la sottigliezza di un approccio obliquo. Piuttosto che considerare questa differenza in termini naturalistici o psicologici, Jullien ci mostra la logica di tale strategia del senso. Ma ci porta anche a riflettere su alcuni dei nostri "partiti presi" teorici: soprattutto su quello che pretende di considerare l'oggetto del discorso come il solo in grado di interpretare lo sdoppiamento della parola nella cosa e nell'idea. Nei testi della tradizione cinese scopriamo quindi un discorso dell'"indizio" che non punta alla generalità delle essenze, ma integra le prospettive semiotiche con continue variazioni di senso.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€24.70 Buy

‎Jullien François; Ghilardi M. (cur.)‎

‎Accanto a lei. Presenza opaca, presenza intima‎

‎br. Nel suo personale itinerario speculativo François Jullien alterna testi più lunghi e articolati a saggi brevi, intensi, privi di note e adatti anche a un pubblico di non specialisti in materia sinologica o filosofica. In questo scritto breve tocca la questione della presenza e della "vita a due", e del rischio che la presenza si assopisca e si banalizzi. Senza concentrarsi solo su un soggettivismo psicologico, Jullien rintraccia e inscrive quella faglia o cedimento all'interno dell'Essere stesso: la caduta nella monotonia di una presenza disattivata, smorzata, inerte non rappresenta semplicemente un rischio del soggetto; sprofondare nell'inerzia è una possibilità ontologica, è strutturale all'Essere. L'Altro assume allora un rilievo cruciale, perché è colui, o colei, che può riattivare la presenza e mantenerla viva - a patto di saperla accogliere, custodire e incentivare.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€7.60 Buy

‎Jullien François; Ghilardi M. (cur.)‎

‎Contro la comparazione. Lo «scarto» e il «tra» un altro accesso all'alterità‎

‎br. "Come aprirsi un cammino verso l'Altro? Propongo qui due concetti mediatori: quello di scarto e quello di fra. Diversamente dalla differenza, che resta debitrice dell'identità, lo scarto risulta fecondo poiché è esplorativo, avventuroso; mette in tensione ciò che ha separato. Ne consegue il fatto che aprire uno "scarto" significa produrre un "tra"; e produrre un "tra" è la condizione per promuovere ciò che è "altro". In questo "tra", che il nostro pensiero dell'Essere non ha pensato, si intensifica la relazione con l'Altro il quale si trova in tal modo preservato da ogni assimilazione. Non è quindi a partire dal simile, come si crede in genere, ma proprio facendo lavorare degli scarti, dunque attivando del "tra", che si può dispiegare una alterità in grado di far emergere qualcosa di comune. Un comune efficace si ottiene solo a questo prezzo. Bisognerà tenerlo ben presente in quest'epoca di globalizzazione, quando il rischio di assimilazione minaccia ogni cosa e ogni luogo." (François Jullien)‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€9.50 Buy

‎Jullien François; Ghilardi M. (cur.)‎

‎Entrare in un pensiero. Sui «possibili» dello spirito‎

‎br. "Chi non vorrebbe, nel tempo di una serata, entrare in un pensiero che è esterno al nostro, come quello cinese? Ma non vi si può accedere cercando di riassumerlo o tracciandone la storia: resteremmo sempre dipendenti dalle nostre prospettive, dai nostri concetti. Non lasceremmo davvero il nostro pensiero, quindi non potremmo entrare in un altro." Così inizia il libro di François Jullien, filosofo che da trent'anni studia il modo per entrare in un pensiero, quello cinese, che non è accessibile se non uscendo dalle nostre categorie. Questo libro rappresenta una sintesi e una sistemazione del suo percorso di ricerca e approda a un compito rivoluzionario: concepire una storia dell'accadere dello spirito che non dipende più solo dall'Europa. Se la filosofia occidentale ha esaurito la sua carica vitale, come spesso si dice, è giunto il momento di "aprirsi" a Oriente e accedere a un pensiero inesplorato che possa offrire nuovi concetti e nuove prospettive.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€13.30 Buy

‎Jullien François; Ghilardi M. (cur.)‎

‎Pensare con la Cina‎

‎br. François Jullien, inizialmente grecista per vocazione, poi sinologo di formazione, ha scelto di compiere una lunga 'deviazione" rispetto alla lingua e alle tematiche del pensiero per esporre le categorie e le strutture del pensiero occidentale all'esteriorità rappresentata dal pensiero cinese, e mettere in questione l'impensato della filosofia europea. Negli scritti qui presentati - saggi brevi, interviste, dialoghi - emerge in modo chiaro e conciso l'intenzione di fondo della sua proposta teorica, offrendo sia al lettore già avvezzo al suo lavoro, sia a chi vuole accostarlo qui per la prima volta, la possibilità di ricapitolare le sue linee essenziali.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€12.35 Buy

‎Jullien François; Marsciani F. (cur.)‎

‎Vivere di paesaggio o l'impensato della ragione‎

‎br. In oltre trent'anni di carriera, François Jullien ha esplorato le latitudini del pensiero cinese attraverso l'utilizzo di categorie necessariamente al di fuori dagli abituali percorsi analitici occidentali. In "Vivere di paesaggio", Jullien affronta la nozione "cinese" di paesaggio, un concetto che cessa qui il suo legame esclusivo con vista e spazio per aprirsi a un'estetica dello sguardo che si riconcilia con le sue proiezioni. Il paesaggio smette dunque di essere qualcosa da contemplare e si tramuta in uno scenario da vivere attivamente come composizione di opposti, come intreccio di correlazioni. Proprio i cinesi furono i primi a pensare il paesaggio, presentandolo come un campo costituito da tensioni tra ciò che è alto e ciò che è basso, ciò che è mobile e ciò che è immobile, ciò che si vede e ciò che si ascolta. L'opera di Jullien invita a calarsi in questo affascinante scenario dove dimensione percettiva e dimensione affettiva si confondono in un unico spirito.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€15.20 Buy

‎Jullien François; Marsciani F. (cur.)‎

‎Vivere di paesaggio o l'impensato della ragione‎

‎br. In oltre trent'anni di carriera, François Jullien ha esplorato le latitudini del pensiero cinese attraverso l'utilizzo di categorie necessariamente al di fuori dagli abituali percorsi analitici occidentali. In "Vivere di paesaggio", Jullien affronta la nozione "cinese" di paesaggio, un concetto che cessa qui il suo legame esclusivo con vista e spazio per aprirsi a un'estetica dello sguardo che si riconcilia con le sue proiezioni. Il paesaggio smette dunque di essere qualcosa da contemplare e si tramuta in uno scenario da vivere attivamente come composizione di opposti, come intreccio di correlazioni. Proprio i cinesi furono i primi a pensare il paesaggio, presentandolo come un campo costituito da tensioni tra ciò che è alto e ciò che è basso, ciò che è mobile e ciò che è immobile, ciò che si vede e ciò che si ascolta. L'opera di Jullien invita a calarsi in questo affascinante scenario dove dimensione percettiva e dimensione affettiva si confondono in un unico spirito.‎

‎Jullien François; Piccione C. (cur.)‎

‎Alterità. Lezioni milanesi per la Cattedra Rotelli‎

‎br. Pensare l'alterità è una posta in gioco decisiva per la comprensione del mondo contemporaneo. Le lezioni che François Jullien ha tenuto all'Università San Raffaele di Milano interrogano la questione dell'Altro sia in termini culturali, sia in termini personali. L'incontro con una cultura "altra" viene indagato, in particolare, in riferimento alla Cina e agli scarti che essa apre rispetto alle categorie di pensiero europee. Attraverso l'esplorazione degli scarti fra le culture, Jullien intende favorire lo sviluppo di un "tra" in cui si possa promuovere un comune intensivo. Così, introducendo concetti come l'intimo, che si scarta dal "frastuono dell'amore", o la connivenza, che esprime l'intesa implicita con l'Altro e con il suo mondo, si delineano le condizioni di possibilità di un'ex-istenza del soggetto che si tenga "fuori di sé" per incontrare l'Altro.‎

MareMagnum

Mimesis Edizioni
Agrate Brianza, IT
[Books from Mimesis Edizioni]

€9.50 Buy

‎Jullien François; Porro M. (cur.)‎

‎Mosè o la Cina. Quando l'idea di Dio non si sviluppa‎

‎br. "Quale dei due è più credibile, Mosè o la Cina?", chiedeva Pascal. In questo "Saggio d'interculturalità", François Jullien esorta a uscire dall'antico conflitto tra ragione e fede, per guardare alla nozione di Dio dall'esterno, dall'Altrove cinese dove tale nozione non ha fatto presa, ben presto assorbita dal Cielo-Natura. L'immagine di una realtà scandita dal succedersi armonioso di fasi, sul modello dell'alternarsi delle stagioni, e regolata dalla logica interna della Via, il Tao, non ha aperto in Cina l'interrogazione sull'origine da cui muove la nostra filosofia, non ha reso necessario il ricorso a un Agente trascendente. La Cina non ha sviluppato il momento religioso della coscienza che si rivolge nella preghiera a un Dio personale, si è affidata alla dimensione rituale, legata al culto degli antenati. Ora che Dio "muore", non per l'ateismo che lo nega, ma per l'indifferenza nella quale la sua idea è caduta, possiamo meglio comprendere quale risorsa essa abbia rappresentato per l'Europa e cosa possiamo ancora trarrne. Forse è giunto il tempo, suggerisce Jullien, di ripensare ciò che è stato attribuito a Dio per riportarlo al vivere, per vedere in un incontro, uno sguardo, un momento d'intimità quel che incrina d'infinito la comune misura dei giorni.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Che cos'è la psicoterapia?‎

‎br. "Il mio contributo alla conoscenza della psiche si basa sull'esperienza pratica che ho dell'uomo". Così scrive Cari Gustav Jung a proposito degli scritti che compongono questo volume: dopo cinquant'anni di pratica psicoterapeutica si sente cosi sicuro di poter mettere un punto alla sua riflessione sulla psicoanalisi. In questi saggi si troveranno non soltanto accenni ai fondamenti e ai principi su cui si è basato l'atteggiamento pratico del terapeuta, ma anche il tentativo di comprendere storicamente quel fenomeno storico dirompente che è stata la psicoanalisi.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Coscienza inconscio e individuazione‎

‎ill., br. Un fiore irradia il suo splendore latteo nel campo scuro di un cerchio perfetto: non è opera di un artista, ma di una paziente cinquantenne di Jung, che prima di entrare in analisi ignorava di essere così brava a maneggiare matita, pennelli e colori. La figura è l'ultima di ventiquattro sontuose forme mandaliche dipinte dalla "signora X" e qui riprodotte. Queste immagini testimoniano di mutamenti profondi percepiti con "l'occhio rivolto all'interno" e ancora incompresi da chi li vive. Nella prospettiva junghiana esposta, al consueto, con limpidezza e profusione di raccordi storico-religiosi e alchemici - aiutano a integrare nella coscienza molti contenuti inconsci, illustrando la presenza di una pulsione universale, l'individuazione, colta negli stadi iniziali del processo che vi presiede. Mentre ribadisce la base empirica, e non speculativa, di nozioni fondamentali della psicologia analitica, corroborate in decenni di pratica psicoterapeutica, Jung confessa di avere già sperimentato per sé lo stesso metodo pittorico della paziente: "confermo che si possono dipingere figure effettivamente complesse senza avere la minima idea del loro contenuto reale. Mentre la si dipinge, l'immagine sembra svilupparsi da sé, spesso in contrapposizione con l'intenzione cosciente". Adesso, dopo che il mondo ha finalmente conosciuto quali meraviglie d'arte e di pensiero teneva in serbo il suo "Libro rosso2, sappiamo a che cosa alludesse.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Dizionario di psicologia analitica‎

‎br. «"Irrazionale". Uso questo concetto non nel senso di "antirazionale", ma in quello di "extrarazionale", ossia di ciò che non può essere fondato sulla ragione. Ne fanno parte i dati di fatto elementari, ad esempio che la terra ha un satellite, che il cloro è un elemento, che l'acqua raggiunge la sua massima densità a 4°C. Una lunga esperienza mi ha insegnato che proprio nei lavori di psicologia non si è mai abbastanza cauti nell'uso di termini e di concetti, giacché in nessun campo i concetti subiscono maggiori variazioni che in quello della psicologia; le quali variazioni spesso danno adito ai più irriducibili malintesi».‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Gli archetipi dell'inconscio collettivo‎

‎br. Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto «inconscio collettivo». «Il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque».‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎I fenomeni occulti. E altri scritti‎

‎br. «Il mio intento è stato soprattutto quello di presentare all'opinione pubblica, che per i cosiddetti fenomeni occulti altro non ha se non un sorriso sprezzante, i numerosi legami che questi fenomeni hanno con il campo sperimentale del medico e della psicologia, e di accennare ai problemi, numerosi e importanti, che questo campo inesplorato tiene ancora in serbo per noi». «Soffusa d'intenso pallore la signorina S. W. cadeva lentamente al suolo o su una sedia, chiudeva gli occhi, diventava catalettica, aspirava più volte profondamente e cominciava a parlare (...) La lingua di cui si serviva era allora solo il tedesco letterario che essa parlava con piena sicurezza e proprietà. In contrasto con il modo assolutamente incerto e impacciato nello stato di veglia».‎

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‎Il simbolismo della messa‎

‎br. Sulla messa, rito capitale del cristianesimo e tra i più densi di sacralità delle religioni universali, non si contano gli studi teologici e le indagini antropologiche. Jung ha una conoscenza di prima mano degli uni e delle altre, ma in questo saggio del 1942 vi attinge con finalità diverse sia da quelle dottrinali, che appartengono al dominio della fede, sia da quelle descrittive, che rischiano di fare "appassire" il tenore spirituale del loro oggetto. L'interpretazione dei singoli momenti liturgici dell'evento cristiano e la ricerca di molteplici analogie culturali - dal rito azteco del "mangiare il dio" allo sbiancamento della vittima sacrificale presso i bantu - sono orientate qui a ciò che più interessa alla psicologica analitica: comprendere la verità psichica che si esprime nel "simbolo essenziale della messa". La vitalità e l'efficacia del suo mistero trovano infatti alimento nella pulsione archetipica alla trasformazione, ossia in "condizioni psichiche profondamente radicate nell'anima umana". Prefazione di Luigi Aurigemma.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Introduzione alla psicologia analitica. Cinque conferenze. Ediz. integrale‎

‎ill., br. Come sempre, quando ci si affida alla viva voce dello stesso Jung, l'esposizione delle sue teorie risulta chiara e brillante: è anche il caso dei testi delle cinque conferenze qui raccolte, pronunciate fra il 30 ottobre e il 4 novembre 1935 alla Tavistock Clinic di Londra. Costituiscono una presentazione semplice e colloquiale dei suoi punti di vista e degli insegnamenti tratti dall'esercizio della pratica analitica. Nell'esporre i capisaldi del proprio pensiero - la teoria delle funzioni, i concetti di archetipo, simbolo, sincronicità, la concezione del sogno e della sua interpretazione, il metodo dell'immaginazione attiva - Jung ribadisce sempre, in modo esplicito o implicito, il proprio distacco anche generazionale dall'insegnamento di Freud, e la propria modernità. Introduzione di Augusto Romano.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎L'albero filosofico‎

‎br. L'albero, o pianta miracolosa, è una delle immagini archetipiche che ricorrono più di frequente nel folclore, nei miti e nelle fiabe. Partendo dalla propria esperienza di terapeuta e dallo studio dell'alchimia medievale, C.G. Jung si propone di scandagliarne le molteplici valenze simboliche e dimostra come dai prodotti spontanei dell'inconscio nell'uomo moderno affiori un archetipo che lascia riconoscere paralleli evidenti con la figura dell'albero in tutte le sue modificazioni storiche. L'albero, fonte di vita e di protezione, luogo della trasformazione e del rinnovamento, di natura femminile e materna, è l'albero della saggezza e della conoscenza, simbolo della totalità del Sé.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎L'analisi dei sogni e altri scritti‎

‎br. Chiamiamo simbolico il sogno, perché è una formazione psicologica la cui origine, il cui senso e il cui scopo sono oscuri; il sogno è perciò uno dei prodotti più puri d'una costellazione inconscia. Come giustamente dice Freud, il sogno è la «via regia per accedere all'inconscio».‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎L'analisi dei sogni-Gli archetipi dell'inconscio-La sincronicità. Ediz. integrale‎

‎br. Con la scoperta, da un lato, dell'inconscio collettivo e delle sue strutture costitutive, gli archetipi, e, dall'altro, del processo di individuazione, della funzione prospettica dei sogni e del principio di sincronicità, Carl Gustav Jung non ha solo ampliato i confini della psicologia del profondo, oltre l'orizzonte della psicoanalisi freudiana, annettendo all'indagine territori inesplorati. Ha proposto ai suoi contemporanei, e a tutti noi, un modello inedito di vita umana integra, totale e aperta all'infinito: un modello con cui è chiamato a confrontarsi anche chi non condivida le ipotesi teoriche che sono alla sua base.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎L'archetipo della madre‎

‎brossura‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎L'io e l'inconscio. Ediz. integrale‎

‎br. Pubblicato nel 1928, "L'Io e l'inconscio"  è il primo tentativo compiuto da C. G. Jung di esporre in modo sistematico l'insieme di ipotesi sulla natura, struttura e dinamica della vita cui aveva dato il nome di «psicologia analitica». Tappa fondamentale nel suo percorso di avanzamento teorico, è qui che Jung articola definitivamente i concetti di inconscio «personale» e «collettivo», in queste pagine sono introdotti i concetti chiave di Animus e Anima, prendono forma le definizioni di archetipo e Ombra. Con questo libro Jung avvia il lungo dibattimento speculativo sull'individuazione che avrà come approdo finale la rivelazione dell'inconscio. ‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎La psiche infantile‎

‎brossura Il volume si apre con una lettera a Freud dell'ottobre 1911, in cui Jung afferma l'importanza della fase intrauterina e dei ricordi precoci di infanzia, che sarebbero non individuali ma filogenetici. Dello sviluppo successivo della terapia junghiana vengono presentati testi quali: Conflitti dell'anima infantile, Il complesso edipico, Un caso di nevrosi in una bambina. Agli anni della maturità appartengono invece Il bambino dotato e Simboli e interpretazione dei sogni, in cui le produzioni oniriche di una bambina di otto anni sono ricordate per la spontanea, straordinaria intensità.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎La psicologia del sogno‎

‎br. «Tra i molti problemi della psicologia medica c'è un "bambino difficile": il sogno (...) Il sogno ha a che fare con la salute e la malattia, e poiché - grazie alla sua origine inconscia - attinge dal tesoro di percezioni subliminali, può produrre occasionalmente cose di estremo interesse». «Come ogni componente del nesso psichico, il sogno è una risultante della totalità della psiche. Perciò è legittimo attenderci di trovare nel sogno anche tutto ciò che da epoca immemorabile ha avuto importanza nella vita dell'uomo».‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎La saggezza orientale. Ediz. integrale‎

‎br. Negli ultimi trent'anni della sua vita Carl Gustav Jung ha concentrato la sua attenzione sull'osservazione psicologica dei fenomeni religiosi. È religiosa, afferma Jung, ogni esperienza di pienezza e di totalità che "afferri" l'individuo per farlo procedere lungo il tragitto dell'individuazione. In questo cammino spirituale le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un "processo d'iniziazione". Nell'evidenziare le singolari affinità tra le simbologie religiose dell'Oriente e le produzioni psicologiche (sogni, visioni, creazioni artistiche) dell'uomo occidentale, Jung non si allontana mai da un profondo senso di concretezza storica, mettendo in guardia il lettore da "ogni imitazione semplificatrice e scimmiottatura orientalizzante, quale che ne sia la motivazione". Introduzione di Luigi Aurigemma.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎La sincronicità‎

‎br. «Il principio filosofico che sta alla base della nostra concezione della regolarità delle leggi di natura è la causalità. Se il rapporto tra causa ed effetto dimostra di aver solo validità statistica e soltanto una verità relativa (...) ciò significa che il legame tra eventi è in certe circostanze di natura diversa da quella causale ed esige un diverso principio interpretativo». «A differenza della causalità, la sincronicità si dimostra un fenomeno connesso principalmente con processi che si svolgono nell'inconscio. Alla psiche inconscia spazio e tempo sembrano relativi, ossia la conoscenza si trova in un continuum spaziotemporale in cui lo spazio non è più spazio e il tempo non è più tempo. Se quindi l'inconscio sviluppa e mantiene un certo potenziale alla coscienza, nasce la possibilità di percepire e "conoscere" eventi paralleli».‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎La vita simbolica‎

‎brossura Per Jung un simbolo è la migliore rappresentazione possibilie di ciò che non può essere pienamente conosciuto, è la manifestazione dell'archetipo nella realtà concreta e dalla sua comprensione consegue la capacità dell'uomo di trascendere il mondo perchè l'inconscio si esprime attraverso i simboli (i sogni, i giochi dei bambini, certe espressioni artistiche, i culti religiosi). Gran parte dell'opera di Jung è dedicata al tentativo di spiegazione degli effetti culturali dei simboli che, a differenza di quanto pensava Freud, servono non solo a mascherare ma anche a unificare conscio e inconscio, mondo reale e mondo spirituale, presente e passato dell'umanità.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Mysterium coniunctionis. Ricerche sulla separazione e composizione degli opposti psichici nell'alchimia‎

‎br. Nell'ampio panorama della produzione junghiana, il "Mysterium coniunctionis" rappresenta l'opera più importante degli ultimi anni. Oggetto di questi studi che tennero impegnati Jung per oltre trent'anni è la tradizione alchemica. È proprio grazie all'alchimia che riuscì ad agganciare le esperienze e intuizioni acquisite mediante la sua diretta e personale «discesa nell'inconscio» a un materiale parallelo e disponibile obiettivamente. Per Jung l'alchimia non rappresenta soltanto l'antecedente storico della moderna psicologia del profondo, ma soprattutto, con il suo infinito serbatoio di simboli e immagini, costituisce la prima rappresentazione di quegli archetipi sui quali ha innalzato l'edificio della psicologia analitica.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Mysterium coniunctionis. Ricerche sulla separazione e composizione degli opposti psichici nell'alchimia‎

‎ill.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Opere (2/1)‎

‎brossura‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Opere. Vol. 10/1: Civiltà in transizione: il periodo fra le due guerre. Psicologia e poesia‎

‎brossura‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Opere. Vol. 10/2: Civiltà in transizione: dopo la catastrofe‎

‎br. «Non che l'uomo contemporaneo sia capace di maggiori malvagità dell'uomo antico o di quello primitivo - sostiene l'autore nello scritto Presente e futuro (1956). - Soltanto che egli possiede oggi mezzi incomparabilmente più potenti per affermare la sua cattiveria. Se la sua coscienza si è ampliata e differenziata, la sua costituzione morale è rimasta arretrata. Questo è il grande problema del giorno». Siamo negli anni della guerra fredda, dei blocchi contrapposti, dove pareva che una linea netta stesse a separare i «buoni» dai «cattivi», considerati dalla parte avversa alla stregua di «incarnazioni del demonio». Il discorso di Jung, anche nei riguardi di questi temi, tende come sempre a sbriciolare certezze granitiche, a far risaltare provocatoriamente l'«altro» lato della questione, auspicando nei suoi lettori quel cambiamento di atteggiamento mentale che si pone quale unica «arma» efficace in vista della pace nel mondo, come egli afferma nello scritto inviato nel 1948 all'Unesco. Negli altri scritti che completano il volume, immediatamente posteriori alla guerra, Dopo la catastrofe (1945) e La lotta con l'Ombra (1946), Jung traccia infine una precisa diagnosi psicopatologica di Hitler e tenta di rintracciare nella psicologia del popolo tedesco i possibili motivi che hanno consentito l'ascesa e il successo politico del dittatore. Essi starebbero, secondo lo psicologo zurighese, in quel lato d'Ombra, di istintualità repressa e soffocata che, qualora non venga riconosciuto e integrato nella personalità cosciente, offusca la coscienza di ciascuno, innescando più devastanti e incontrollabili fenomeni di massa che spesso possono, come nel caso della dittatura nazista, acquisire un vero e proprio carattere delirante.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Opere. Vol. 12: Psicologia e alchimia‎

‎ill. Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: inizia così a studiare i testi alchimistici. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la "presa di coscienza" della psicologia moderna. L'alchimia in sostanza è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano in realtà essere il ritrovamento di universali esperienze.‎

‎Jung Carl Gustav‎

‎Opere. Vol. 16: Pratica della psicoterapia‎

‎brossura La psicoterapia junghiana non privilegia la biografia personale del paziente, ma allarga la sua indagine all'ambiente, al peso della storia, all'incidenza dei miti e degli archetipi. Il linguaggio del sogno, il simbolismo dell'incesto, la psicologia della traslazione sono i tre grandi temi della riflessione junghiana, che interpreta l'attività psicoterapeutica come un'arte umanistica, fatta di intuizione, vastissime conoscenze culturali, esperienza totale e impegno etico.‎

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