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‎Philologie‎

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????? : 20,075 (402 ?)

‎ZANNETTI Arturo -‎

‎Il cigno e l'arpa.‎

‎(Firenze, 1884) stralcio con copertina posticcia muta, pp. 45/52. - !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo di rivista, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perchè ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : “estratto” or “stralcio” means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from” “to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us.‎

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‎ZINGARELLI Nicola -‎

‎Francesco D'Ovidio.‎

‎Milano, 1926, stralcio delle pag. 228/234 con ill. - !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo di rivista, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perchè ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : “estratto” or “stralcio” means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from” “to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us.‎

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‎FORLINI Giovanni -‎

‎Problemi filologici nelle lettere di Pietro Giordani a Ottavio Gigli e di Ottavio Gigli a Angelo Pezzana.‎

‎(Parma, 1977) stralcio con copertina posticcia muta, pp. 413/456. - !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo di rivista, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perchè ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : “estratto” or “stralcio” means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from” “to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us.‎

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‎SERRAO Gregorio -‎

‎Didone, la Sibilla ed Ettore Paratore.‎

‎(Milano, 1973) stralcio con copertina posticcia muta, pp. 303/316. - !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo di rivista, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perchè ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : “estratto” or “stralcio” means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from” “to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us.‎

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‎TIELROOY Johannes -‎

‎Ernest Renan. Sa vie et ses oeuvres.‎

‎Paris, Mercure de France, 1958, 16mo brossura editoriale, pp. 214‎

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‎DONATI Tiziana -‎

‎Alcmane: L'invocazione alla musa.‎

‎Cento, 1990, 8° estratto con copertina posticcia muta, pp. 9/36.‎

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‎BALDUCCI Carlo Alberto -‎

‎Ricordo di Giuseppe Albini.‎

‎Faenza, 1969, 8vo stralcio con copertina posticcia muta, pp. 149/156- !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo, completo in se, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perché ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : “extract” or “excerpt” means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from” “to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us.‎

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‎SAITO Nello -‎

‎Interpretazione del Keller.‎

‎Roma, Dante Alighieri, 1956, 8vo brossura con fascetta editoriale, pp. 187. Sottolineature in matita colorata.‎

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‎VALLAURI Tommaso -‎

‎Orationes. Habitae in auditorio maximo Regii Athenaei Taurinensis.‎

‎Torino, Marietti. 1863. In-16mo mezza pelle, titolo in oro al dorso, pp. 242. Editio tertia. Praefatio Osvaldi Berrinii. De studio antiquitatis Oratio. De laudibus Regis Caroli Alberti Oratio. De causis corruptae eloquentiae, ... Timbretto al frontespizio asportato illo tempore ...‎

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‎(LIMENTANI Alberto - INFURNA Marco) -‎

‎L'epica.‎

‎Bologna, Il Mulino, 1989, 8vo (cm. 21,5 x 14,5) brossura, pp. 384(Strumenti di filologia romanza) .‎

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‎PORRO Mario -‎

‎Primo Levi.‎

‎Bologna, Il Mulino, 2017, 8vo (cm 20 x 14) brossura con copertina illustrata a colori, pp. 192.‎

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‎AA. VV. -‎

‎Giovanni Battista Ramusio «editor» del «Milione». Trattamento del testo e manipolazione dei modelli.‎

‎Roma, Antenore, 2011, 8vo (cm. 24 x 16) brossura editoriale, pp. LII_174. Piccola mancanza al margine superiore della quarta di copertina.‎

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‎VIRGILIUS (PUBLIO VIRGILIO MARONE) -‎

‎Opera. Bucolica - Georgica - Aeneis. Manoscritto 492 della Biblioteca Riccardiana di Firenze.‎

‎Firenze, Mycron, 1969, 4to, piena similpelle editoriale, dorso a cinque nervi con titoli e filetti in nero, doppia cornice in nero ai piatti, tagli dorati, pp. XXVII + 255. Ben realizzata riproduzione fotostatica del manoscritto della Riccardiana, con le sue splendide miniature a colori e le grandi capolettere ornamentali. Tiratura di soli 300 esemplari. Volume in eccellente stato di conservazione.‎

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‎ROSSI Aldo -‎

‎Da Dante a Leonardo. Un percorso di originali.‎

‎Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 1999, 4to tutta tela editoriale con sovraccoperta illustrata a colori, pp. LXXXIV-430 con 12 stemmi codicum e 123 tavole in nero e a colori fuori testo (Biblioteche e Archivi, 4). In eccellente stato di conservazione.‎

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‎BIGNONE, ETTORE‎

‎NUOVE RICERCHE SULLA FORMAZIONE FILOSOFICA DI EPICURO‎

‎Opuscolo in 8°, pp 28. Tracce d'uso e del tempo in copertina, interno in buono stato.‎

‎PAVAN, MASSIMILIANO - COZZOLI, UMBERTO‎

‎L'EREDITA' CLASSICA NELLE LINGUE ORIENTALI‎

‎In 8°; pp 194. Similpelle editoriale con sovraccoperta illustrata. Ottimo esemplare.‎

‎Aeschylus:‎

‎Aeschylus' Agamemnon. Mit Einleitung und Erklärung aus dem Nachlass Carl Friedrich Nägelsbach's herausgegeben von Dr. Friedrich List.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Einband stw. beschabt; Rückenschild tls. angerissen; innen sehr gut; Vorsatz mit kl. hs. Besitzvermerk. - Deutsch; griechisch. - Die vorliegende Ausgabe des Agamemnon ist aus einem lateinisch angelegten Commentare Nägelsbachs, aus Notizen in seinem Handexemplar und mehreren in seinen Vorlesungen über Aeschylus (Agamemnon, Choephoren und Eumeniden) trefflich nachgeschriebenen Collegienheften entstanden. Aus dem Commentare, der eine viermalige Ueberarbeitung von 1842-1854 erkennen lässt, wurde selbst-verständlich alles, was sich als seine endgiltige Ansicht herausstellte, unverändert aufgenommen, aus den Notizen und den beigezogenen Collegienheften nur Einzelnes ergänzt oder erweitert, was im Commentar fehlte oder blos angedeutet war. Hiebei wurden die Ausgaben von Klausen, Enger und Schneidewin oft zu Rathe gezogen. Ihrer Entstehung und Anlage gemäss ist die Ausgabe zunächst nur Schülern des seligen Nägelsbach und angehenden Philologen gewidmet. … (Vorrede) // ... Die erste Tragödie der Trilogie (Orestie) schildert die Ermordung von Agamemnon, König von Mykene, durch seine Frau Klytaimestra und ihren Geliebten Aigisthos. Am Anfang steht nachts ein Wächter auf dem Dach des Königspalastes der Atriden und berichtet, wie er seit Jahren Ausschau nach einem Signalfeuer hält, das die Eroberung Trojas durch die Griechen melden soll. Am Ende seines Monologs erscheint dieses Signal. Klytaimestra tritt auf und erklärt dem Chor, dass sie nun die Rückkehr Agamemnons aus dem Krieg um Troja erwartet. Als Agamemnon zurückkehrt, führt er die Seherin Kassandra als Sklavin und Konkubine mit sich, was Klytaimestra, die ihm bereits die Opferung Iphigenies verübelt, noch mehr erzürnt. Klytaimestra versucht, Agamemnon zu überreden, auf einem purpurroten Teppich das Haus zu betreten. Das Problem ist, dass Agamemnon sich damit der Hybris schuldig machen würde, wogegen er sich wehrt. Dieser Agon zwischen Klytaimestra und Agamemnon ist ein zentraler Teil des Stücks. Schließlich überzeugt Klytaimestra Agamemnon aus Gründen, die in der Forschung noch immer diskutiert werden, mit in den Oikos zu kommen, wo sie ihn im Bad durch drei Schläge mit einer Labrys (griech.= Doppelaxt) ermordet. Agamemnon wird hier auf beinahe die gleiche Art und Weise wie ein Tier getötet, das für ein Opfer mit drei Schlägen getötet wird, wobei der letzte Schlag von einem Gebet zu einem Gott begleitet wird. Kassandra bespricht mit dem Chor, ob sie den Palast betreten soll oder nicht, da sie weiß, dass dann auch sie ermordet wird. Kassandra ist die Tochter des trojanischen Königs Priamos und der Hekabe. Apollon hat ihr die Weissagekunst zusammen mit dem Fluch gegeben, dass keiner, der ihre Prophezeiungen hört, ihr glaubt. In ihrer Rede evoziert Kassandra viele grausame Bilder der Geschichte des Hauses des Atreus und beschließt schließlich, das Haus zu betreten, wissend, dass sie ihrem Schicksal nicht entfliehen kann. Der Chor, in dieser Tragödie eine Gruppe alter Männer von Argos, hört die Todesschreie von Agamemnon und debattiert sehr aufgeregt über die weitere Vorgehensweise. Dann zeigt Klytaimestra auf einem Podest die grauenhaft anzusehenden toten Körper von Agamemnon und Kassandra und versucht, ihre Motive zu erklären. … (wiki)‎

‎Aeschylus und Henri Weil:‎

‎Aeschyli Tragoediae. Edidit Henricus Weil. Editio Stereotypa.‎

‎Gutes Exemplar; Einband berieben; innen Anstreichungen; Seiten minimal nachgedunkelt. - Latein; griechisch. - Henri Weil, geboren als Heinrich Weil (* 27. August 1818 in Frankfurt am Main; † 5. November 1909 in Paris) war ein deutsch-französischer Altphilologe und Literaturwissenschaftler jüdischer Abstammung. ... (wiki) // Aischylos (latinisiert Aeschylus; * 525 v. Chr. in Eleusis, Attika; † 456 v. Chr. in Gela, Sizilien) ist vor Sophokles und Euripides der älteste der drei großen Dichter der griechischen Tragödie. Von seinen sieben erhaltenen Stücken werden vor allem Die Perser und die Orestie weltweit gespielt. ... (wiki) // Aeschyli tragoedias filimn Euphorionem integras habuisse ac plane emendatas puto, quamquam ne hoc quidera valde affimaverim; ea quibus critici Alexandrini usi sunt exemplaria passim jam mendis laborasse ex certis indiciis colligitur; longe corruptiores esse codices qui ae-tatem tulerunt nemo mirabitur. Illud potius mirandum quod tam antiqua carmina in universum satis clementer male habita sunt. Inter libros nostros eminet Mediceus, bibliothecae Laurentianae, plutei XXXII, 9, membranaceus, saeeulo scriptus decimo vel undeeimo. Insunt septenae Sophoclis et Aeschyli tragoediae et Apolloni Argonautica. Fabulae Aeschyleae incipiunt a Persis; seqimntur, ordine turbato, Agamemno, ChoSphoroe, Prometiieus, Eumenides, Septem adversus Thebas, Supplices. Sed excidit quaternio hj' totus, quaternionis ... folia sex media, quo factuin est ut perirent Agamemnonis versus 311 —1066 et 1160— 1673 cum Choephororum initio. Versus a manu prima (M1) omissos passim in margine supplevit manus secunda (M2), non multo recentior, quae etiam seholia adscripsit. Patet hune alterum librarium inspexisse exemplum vel idem quo usus erat prior, vel simillimiim. Itaque magnam auetoritatem habent maims secundae correctiones, si non omnes, at pleraeque, ex eodem exemplo repetitae. Quae adjecerant manus recentiores fere conspirant cum libris recentioribus. ... (Vorwort)‎

‎Aesop und Karl Halm:‎

‎Fabulae Aesopicae Collectae. Ex recognitione Caroli Halmii. Exemplar anastatice Iteratum.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Einband stw. minimal berieben; Seiten gering nachgedunkelt. - Griechisch; Latein. - Karl Felix Halm, seit 1872 Ritter von Halm, (* 5. April 1809 in München; † 5. Oktober 1882 ebenda) war ein deutscher Altphilologe und Bibliothekar. … Er war 1849 der erste Rektor des Maximiliansgymnasiums in München. 1844 wurde er Mitglied der Bayerischen Akademie der Wissenschaften in München und 1870 korrespondierendes Mitglied der Preußischen Akademie der Wissenschaften. Seit 1865 war er korrespondierendes Mitglied der Russischen Akademie der Wissenschaften in Sankt Petersburg. … (wiki) // Äsop (altgriechisch Aísopos, latinisiert Aesopus, eingedeutscht Aesop, Aisop) war ein antiker griechischer Dichter von Fabeln und Gleichnissen, der wahrscheinlich im 6. Jahrhundert v. Chr. lebte. ... (wiki) // Cum ab honestissimo librario invitatug essem, ut fabulas quas vocant Aesopicas in corpore scriptorum Graecorum et Latinorum , quod acerrimo studio edere ingressus est, publicarem, ut haud invitus negotium suscepi, ita novam editionem paraturus statim in magnam difficultatem ineurri, cum incertus haererem. quae collectio ex tribus quae hoc saeculo in lucem emissae sunt typis repetenda esset. Sed quo diutius rem mecum reputabam, eo magis in eam sententiam deducebar non unam aliquam uni-versam hodie repetioportere, sednovam ex tribus concinnandam esse. Quam enim Franciscus de Furia anno 1810 publicavil col-lectionem, eam iam propterea, ut alia omittatn, integram repetere nolui, quod inter fabulas 199, quas ille ex codice Florentino edi dit, aliae interpolationibus ineptissimis foedatae, aliae sermone plane barbaro conscriptae sunt, quae eaedem in aliis codicibus multo emendatiores et puriore sermone compositae exstant. Haec editio repetita est in slereotypa Tauchnitziana, quam qui curavit riec ipse innumerabilia vitia, quibus Florentina scatet, corrigere scivit nec audisse videtur ingentem vitiorum numerum, quae editor Florentinus in suo exemplo patienter toleravit, iani aliquot annis ante cwa Corais et Car. Ern. Christoph. Schneideii, qui editionem Florentinam Lipsiae a. 1810. iterum vulgavil, recte emendata fuisse. Post editionem Francisci de Furia eodem anno Parisus prodiit amplissimum fabularum Aesopicarum corpus quod Corais curavit. Haee editio quamquam omnium optima merito habetur, tamen ita est instituta, ut neque totum corpus repeti neque unicum novae editionis fundamentum fleri potueril. Narn Corais omnes fabulas, quotquot ex diversis eodicibus editae erant, in unum corpus coegit, qua re ad usum criticum ille quidem apparatum copiosissimum congessit, sed minus legenlium iucunditati prospexit; nam pauci erunt qui unam eandemque fabulam quinquies sexiesve narralam et haud raro aliam alia deterius sine taedio lectitare possint. ... (Vorwort)‎

‎Aristophanes und Thassilo von Scheffer (Hrsg.):‎

‎( 2 BÄNDE ) Aristophanes. Komödien. Deutsch von Ludwig Seeger. Neu herausgegeben, eingeleitet und mit Anmerkungen versehen von Thassilo v. Scheffer. Klassiker des Altertums. Zweite Reihe. Ausgewählt u. hrsg. von Hanns Floerke. Siebenter Band und Achter Band.‎

‎Gute, stabile Exemplare; Einbände stw. berieben u. leicht beschabt; Rücken verblichen. - In Frakturschrift. - 2 BÄNDE. - Band I: Epistel an einen Freund als Vorwort; Die Acharner; Die Ritter; Die Wolken; Die Wespen; Der Frieden; Anmerkungen (zu Die Acharner; Die Ritter; Die Wolken; Die Wespen; Der Frieden) // Band II: Die Vögel; Lysistrate; Die Weiber am Thesmophorenfest; Die Frösche; Die Weibervollversammlung; Plutos; Anmerkungen (zu Die Vögel; Lysistrate; Die Weiber am Thesmophorenfest; Die Frösche; Die Weibervollversammlung; Plutos). --- Aristophanes (* zwischen 450 v. Chr. und 444 v. Chr. in Athen; † um 380 v. Chr. ebenda) war ein griechischer Komödiendichter. Er gilt als einer der bedeutendsten Vertreter der griechischen Komödie, insbesondere der Alten Komödie, und des griechischen Theaters überhaupt. Seine Komödien, vor allem Lysistrata, werden immer wieder gespielt. Von 430 bis 428 v. Chr. erhielt er vermutlich eine Ausbildung zum Dramatiker. … Seine ersten drei Stücke ließ er als anonymer Autor von Kallistratos aufführen. Auch später hat er sich öfter durch diesen oder Philonides vertreten lassen. Seine Söhne Araros und Philippos wurden ebenfalls Komödiendichter. Araros führte die letzten beiden Stücke Kokalos und Aiolosikon seines Vaters auf. … Nach 400 v. Chr. bekleidete er als Prytan ein führendes Amt in der Stadtregierung. Zeitweilig lebte er auf der nahe gelegenen Insel Aigina, welche 431 v. Chr. von Athenern besiedelt worden war. … (wiki)‎

‎Aristophanes und Ludwig Seeger:‎

‎Aristophanes. Deutsch von Ludwig Seeger. Neu hrsg. v. Thassilo von Scheffer. Erster Band.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Einband stw. berieben bzw. beschabt; Rücken verblaßt. - Einzelband. - In Frakturschrift. - Aristophanes (* zwischen 450 v. Chr. und 444 v. Chr. in Athen; † um 380 v. Chr. ebenda) war ein griechischer Komödiendichter. Er gilt als einer der bedeutendsten Vertreter der griechischen Komödie, insbesondere der Alten Komödie, und des griechischen Theaters überhaupt. Seine Komödien, vor allem Lysistrata, werden immer wieder gespielt. ... (wiki) // INHALT : Epistel an einen Freund als Vorwort; Die Acharner; Die Ritter; Die Wolken; Die Wespen; Der Frieden; Anmerkungen: Die Acharner; Die Ritter; Die Wolken; Die Wespen; Der Frieden. // ... Von 430 bis 428 v. Chr. erhielt er vermutlich eine Ausbildung zum Dramatiker. Seine ersten drei Stücke ließ er als anonymer Autor von Kallistratos aufführen. Auch später hat er sich öfter durch diesen oder Philonides vertreten lassen. Seine Söhne Araros und Philippos wurden ebenfalls Komödiendichter. Araros führte die letzten beiden Stücke Kokalos und Aiolosikon seines Vaters auf. Aristophanes starb nach 388 v. Chr., vermutlich um 380 v. Chr. in Athen, wo er den größten Teil seines Lebens verbracht hatte. … (wiki)‎

‎Baiter, Johann Georg, Hermann Sauppe und Isokrates (u.a.):‎

‎Oratores Attici. Recensuerunt adnotaverunt scholia fragmenta indicem nomunum addiderunt. G. Baiterus et Hermannus Sauppius.‎

‎Gutes Exemplar; der Einband stw. minimal berieben. - Griechisch; Latein. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Hermann Sauppe (* 9. Dezember 1809 in Weesenstein bei Dresden; † 15. September 1893 in Göttingen) war ein deutscher klassischer Philologe, Pädagoge und Epigraphiker. Besondere Verdienste erwarb er sich als Professor an der Universität Göttingen um die dortige akademische Lehre (ab 1855). Bedeutend sind seine kritischen Editionen der attischen Redner (Oratores Attici, mit Johann Georg Baiter) und der platonischen Dialoge Protagoras und Gorgias. ... (wiki) // Die zehn attischen Redner werden als die größten Redner und Logographen der klassischen Ära (5.-4. Jahrhundert v. Chr.) betrachtet. Sie sind im Alexandrinischen Kanon enthalten, der von den Philologen Aristophanes von Byzanz und Aristarchos von Samothrake kompiliert wurde. ---- Antiphon ---- Andokides ---- Lysias ---- Isokrates ---- Isaios ---- Aischines ---- Lykurgos ---- Demosthenes ---- Hypereides ---- Deinarchos ... (wiki)‎

‎Barwick, Karl:‎

‎Martial und die zeitgenössische Rhetorik. Berichte über die Verhandlungen der Sächsischen Akademie der Wissenschaften zu Leipzig, Philologisch-historische Klasse, Bd. 104, Heft 1.‎

‎Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Einband gebräunt, sonst gut und sehr sauber. - Aus dem Text: In seinen Zerstreuten Anmerkungen über das Epigramm rühmt Lessing von Martial (III 1), nur wenige hätten „so viele Sinngedichte gemacht wie er, und niemand unter so vielen so viele gute und so viel ganz vortreffliche“; und ebenda bemerkt er über ihn: „Martial war der erste, der sich eine deutliche, feste Idee von dem Epigramme machte und dieser Idee beständig treu blieb. So verschieden seine Sinngedichte auch immer in Ansehung der Einfälle sein mögen, so vollkommen ähnlich sind sie einander doch alle in Ansehung ihrer inneren Einrichtung.“ Mit dieser „inneren Einrichtung“ hat Lessing offenbar die Zweiteilung im Auge, die er im ersten Abschnitt seiner genannten Abhandlung für ein gutes Epigramm verlangt. Vor Lessing hatten schon andere Theoretiker zwei Hauptteile in dem Epigramm unterschieden. Sie taten das augenscheinlich im Hinblick auf Martial, der seit dem 16. Jahrhundert viel gelesen und nachgeahmt wurde. Lessing nennt selbst drei seiner Vorgänger: Julius Caesar Scaliger (1484—1558), Franciscus Vavassor = Vavasseur (1605—1681) und Charles Batteux (1713—1780). - Wikipedia: Karl Barwick (* 14. Mai 1883 in Oberndorf; † 23. März 1965 in Jena) war ein deutscher Klassischer Philologe, der als Professor für Latinistik in Jena wirkte (1919–1954).‎

‎Bo, Dominicus:‎

‎Musaei Lexicon. Alpha-Omega. Lexica, Indices, Konkordanzen zur Klassischen Philologie; V.‎

‎Gutes Ex. - Latein; griechisch. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Dum bibliopolae alii alios aemulantur in iam deuenditis lexicis et uerborum indicibus antiquorum scriptorum tum carminum cum prosae orationis iterum edendis, utile mihi uidetur opus a uiris doctis praeteriti temporis tam eximie incohatum persequi et noua lexica nouosque indices expromere, quae studiosis usui sint ad magis magisque litterarum monumenta et Graecarum et Latinarum inquirenda penitusque cognoscenda. Musaei carminis de Herone et Leandro adhuc nullum exstabat lexicon. Adsunt quidem uerborum indices, qui tamen omnes ad unum uitiis laborant, cum, ad fidem uetustiorum editionum conformati, saepius deteriorum codicum exhibeant lectiones et semper sine ullo discrimine, nullo adiecto signo, coniecturas confundant uirorum doctorum cum codicum lectionibus. Primus uocabulorum omnium indice Musaeum uidetur instruxisse Daniel Pareus, qui de Herone et Leandro carmen cum in Latinam lingu-am translatione et prolixioribus adnotationibus Francofurti edidit anno MDCXXVII. Deinceps eius exemplum secuti sunt, ut tantum indices integros laudem, Henricus Kromayerus Halae Magd. 1721, Lipsiae 1725; Angelus Maria Bandinius, Laurentianae bibliothecae insignis prae-fectus Florentiae anno MDCCLXV adiectis in Latinam et Italicam lin-guam translatione et selectis adnotationibus; G. B. Gail Parisiis anno MDCCXCVI cum in Gallicam linguam translatione; E. Antonius Moebius Halae anno MDCCXIV et ad extremum Carolus Dilthey Bonnae MDCCCLXXIV. Qui ultimus index prae ceteris profecto unus excellit, cum Carolus Dilthey primus Musaei carmen adhibito iudicio secundum recentiorum normam recensuerit, sed nihilominus etiam ille uitiis non vacat. Nam, ut in eius praefatione legimus, uir ille doctus, cum ex sededm Musaei codicibus, uel ab ipso uel ab aliis eius gratia collatis, idoneos quattuor cognouisset ad quorum auctoritatem carmen de Herone et Leandro usque a prima Aldina editione uitiosissimis exem-plaribus adsidue repetitum recenseret, nimio ardore accensus inquinatum deformatumque libellum corrigendi, eo processit ut haud raro codicum lectiones spreuerit se glorians fere septuaginta numero recepisse coniec-turas, longe maiorem partem ab ipso prolatas, cum pro certo haberet ex coniectando peti necesse esse longe plus salutis Musaei carmini pessime habito et permultis glossematis oblito. Quas coniecturas in suum indicem induxit nullo adhibito discrimine, ut minime appareat quae lectio-nes sint traditae, quae ab illo nouatae. Quae cum ita sint, index desidera-batur, praesertim cum de Musaeo optime recentiores uiri docti merue-rint, qui Diltheium subsecuti sunt, in primis Arthurus Ludwich, qui magno studio in Musaei carmen diligenter enodandum incubuerit, in lucem edendum, scholiis et multis notis illustrandum, itemque, ut tan-tum praecipuos laudem, L. Schwabe, A. Castiglioni, H. Malcouati, quae ultima cum docta praefatione Italica et Latina lingua exposita carmen Mediolani anno MCMXLVIII Graece et Italice edidit. Musaei carmen de Herone et Leandro multis de causis dignum est quod consideretur, etiamsi nemo iam Iulii Caesaris Scaligeri iudicio assentiatur, quem ita acumina illa et flores declamatorii Musaei ceperint, ut non dubitauerit eum Homero praeferre eiusque stylum Homerico politiorem atque comptiorem proclamare neque quidquam eius versu iudicare rotundius, elegantius, ornatius, numerosiusque. … (Vorwort)‎

‎Büchsenschütz, B(ernhard) und H. J. Müller (u.a.):‎

‎Jahresbericht, durch welchen zu der am 5. April 1876 stattfindenden öffentlichen Prüfung der Schüler ehrerbietigst einladet der Director Prof. Dr. Büchsenschütz. ... (u.a.) / (Sammelband). Friedrichs-Werdersches Gymnasium in Berlin. (Rektor : Bernhard Büchsenschütz; 1875-1897).‎

‎Einband in schlechtem Zustand; Rücken fehlt; Bindung locker; stw. Seiten lose; Einband beschabt; Gebrauchs- und Lagerspuren. - Deutsch, stw. Latein. - Etwa 30 Jahresberichte und Wissenschaftliche Beilagen / Sammelband von Jahresberichten des Friedrichswerderschen Gymnasiums in Berlin; Berichte von 1876 bis 1897 und beigebundene wiss. Abhandlungen; darunter: Über den Wert des Codex Blandinius vetustissimus für die Kritik des Horaz, von W. Mewes (als wissenschaftliche Beilage zum Programm des FWGymnasiums, Ostern 1882); Zu Ciceros Briefen an Atticus (Programm 1883) von Th. Schiche; Commentatio critica in Herodotum. Scripsit H. Kallenberg (Ostern 1884); Die Quellen der Apostelgeschichte. Von August Jacobsen (1885); Bemerkungen über die römische Volkswirtschaft der Königszeit. Von B. Büchsenschütz (1886); Montecuccoli und die Legende von St. Gotthard (1664). Von Wilhelm Nottebohm (Beilage Ostern 1887); Quaestiones grammaticae ad Xenophontem pertinentes. Scripsit Carolus Paulus Schulze (1888); Gustav Lübeck: Ueber die Umformungen einer elastischen Kugel durch Zusammendrücken zwischen zwei horizontalen glatten oder rauen Ebenen (1889); Bemerkungen zu den Gedichten des Baudouin und des Jean de Conte. Von Arnold Krause (1890); Zum Deuteronomium. Ein Beitrag zur Kritik des Pentateuchs. Von Hermann Preiss (1892); Die neuere Systematik der natürlichen Pflanzenfamilie der Compositen. Von Dr. Otto Hoffmann (1894); Zu Ciceros Briefwechsel im Jahre 51. Von Th. Schiche / u.a.m. -- darunter: Angaben zu : Verteilung des Unterrichts (mit Angabe der Lehrer); Schulnachrichten; Lehrverfassung; Statistiken z.B. Religions- und Heimatverhältnisse der Schüler; Frequenztabellen; Sammlungen von Lehrmitteln; Stiftungen; Benachrichtigungen ... (etc.) --- Das Friedrichswerdersche Gymnasium (auch: Friedrich-Werdersches oder Friedrichwerdersches Gymnasium) war eines der traditionellen Berliner humanistischen Gymnasien mit vielen bekannten Schülern. Im 19. Jahrhundert gehörte das Friedrichswerdersche Gymnasium mit dem Grauen Kloster, dem davon 1824 als erstem Realgymnasium abgetrennten Köllnischen Gymnasium, dem Friedrich-Wilhelms-Gymnasium, dem Joachimsthaler Gymnasium und dem Französischen Gymnasium zu den renommierten höheren Schulen in Berlin und Preußen, die um 1840 zusammen etwa 1960 Schüler hatten, davon um 350 am Friedrichswerderschen. 1875 wurde ein Neubau in der Dorotheenstraße bezogen, der nach einem Gesamtkonzept vom Stadtinspektor Arnold Hanel von Hermann Blankenstein, zusammen mit dem Dorotheenstädtischen Realgymnasium in der Georgenstraße, errichtet worden war; das Gymnasium an der ostwärtigen Ecke zur Friedrichstraße, das Dorotheenstädtische Realgymnasium an der Ecke zur Georgenstraße. 1908 zog das Gymnasium in das von Ludwig Hoffmann entworfene Schulgebäude in Berlin-Moabit in der Bochumer Straße (ab 1937 von der Beuth Hochschule für Technik Berlin, heute von der staatlichen Technikerschule Berlin benutzt). Daneben gab es noch die Friedrichswerdersche Oberrealschule (vorher Gewerbeschule). … / ... Rektor 1875–1897 Bernhard Büchsenschütz (1828–1922) ... (wiki)‎

‎C. Atei Capitonis und Wladyslaw Strzelecki:‎

‎C. Atei Capitonis. Fragmenta. Edidit W. Strzelecki. Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana.‎

‎Gutes Ex. - Latein. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - C. Atei Capitonis fragmenta a. 1960 Wratislaviae sub titulo C. Atei Capitonis Fragmenta, Polska Akademia Nauk-Oddzial w Krakowie, Prace Komisji Filologii Klasycznej Nr.2,Wroclaw 1960 publici iuris feci. rogante Johanne Irmscher, Bibliothecae Teubnerianae redactore honestissimo, ut eadem editio in Bibliotheca Teubneriana quoque appareret, me libentissime esse obsecuturum sum professus, si veniam a Polona Scientiarum Academia eiusque editoribus impetravissem. quam cum brevi tem-pore post reapse obtimiissem, ad rem accessi: cum pro-legomenon capita tum ipsam fragmentorum editionem immutatam fere reliqui, nisi quod reliquias in Supple-mento positas novo adauxi fragmento, glossa Confarreatis nuptiis (Gloss. Abolita CO, 102) scilicet, quam Ateianam esse nuper commonstravi (cf. infra p. 26); praeterea sigla codicum addidi, addidi quoque tabulas, quibus huius editionis numeri cum editione Huschkeiana atque Bre-meriana comparantur. Superest, ut debitas gratias agam Haraldo Fuchs meo, philologo Basileensi; qui vir, qua est comitate atque in me praecipua benevolentia, cum editionis Polonae frag-menta summa cura perlegisset quaeque aut ego aut typotheta peooavissemus, enotavisset, cumque permulta magno cum mentis acumine aut emendavisset aut certe coniecturas proposuisset meeumque communicavisset, effecit, ut haec editio correotior in lucem emitteretur. quae igitur lectiones nota ,,H. Fuchs" signatae legantur, eas a viro doctissimo esse mihi suppeditatas scito. - Wladyslaw Strzelecki (Vorwort)‎

‎Chrysostomides und Adolf Emperius:‎

‎( 2 BÄNDE ) Dionis Chrysostomi. Graece. E recensione Adolphi Emperii. Pars Prior (und) Pars Altera.‎

‎Gute Exemplare; Einbände berieben u. beschabt; Seiten stw. leicht fleckig; kl. hs. Eintragungen (zumeist m. Bleistift). - 2 BÄNDE. - Latein; griechisch. - Adolf Karl Wilhelm Emperius (* 29. Mai 1806 in Braunschweig; † 17. August 1844 ebenda) war ein deutscher klassischer Philologe, Historiker und Lehrer am Collegium Carolinum in Braunschweig. ... (wiki) // DE INSTITUTO HUIUS EDITTONIS. § l. Constabit haecDionis editio e duobus voluminibus. Vol. I. (Pars I. et II.) omnia Dionis Opera cum diversitate scripturae continebit. Praemissa est subsidiorum criticorum brevis recensio. Alterum voluraen commentarios habebit cum introductionibus singularum orationum et argumenti expositionibus, porro e Suida, Photio, Philostrato, Synesio et Anonymis quibusdam quae ad Dionem pertinent, commentationem meam de vita Dionis et seriptis, denique indicem nominum propriorum diligentius confectum quam qui nunc feruntur. In Vol. I. Dionis orationem exegi ad libros, quos reliquis praestare intellexeram. Hi valde discrepant a vulgata scriptura, quam a Turrisano introductam Morellus passim e libris melioribus, Reiskius de sua alioruraque coniectura, correxerunt. Cum librorum MSS. scriptura commemoravi propemodum omnia, quae-cunque mihi innotuerunt, emendandi conamina a viris doctis facta, paucis quibusdam consulto omissis, qnae vel erroris manifesta erant vel quae scirem ab ipsis eorum auctoribus repudiata. Meas quoque hariolationes omisi, quas vel ante quam meliorum librorum scripturas cognovissem vel posthac retractandas viderem. Accepi vero Geelianas illas opes et Parisinas postquam Censnram et libri Geeliani et Programmatis Ungeriani conscripsi. Intelligetur autem, quoties Casaubonus, Seldcnus, Reiskius, Iacobsius, Geelius, Pflugkius divinando veruni assecuti sint. Meas quoque conieoturas sat multas in Observafionibus, in Programmate … (Vorwort; Band I)‎

‎Cicero, Marcus Tullius und Tadeusz Maslowski:‎

‎M. Tullius Cicero. Scripta quae Manserunt Omnia. Fasc. 22. Oratio pro P. Sestio. Edidit T. Maslowski. Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana.‎

‎Gutes Ex. - Latein. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Sunt qui dubitent num oratio a Cicerone mense Februario Martiove a. 56 pro P. Sestio apud iudices habita eadem forma pronuntiata sit qua postea in publicum emissa. quae quidem opinio minime est vana, si modo nobiscum reputemus quam rationem Tullius in orationibus edendis secutus sit. etenim constat multa a Cicerone in editione vel minuta esse omittendo vel novata mutando vel aucta addendo. itaque haud sper-nenda mihi videntur quae Th. Opperskalski, vir inter paucos sagacissimus, in dissertatione optimae frugis plena protulit, qui cum in aliis orationibus tum in Sestiana aliquot partes quae in dicta oratione de-fuissent deprehendit. haec autem sunt 31, 35 - 54, 55 verba sed ut a mea causa iam recedam, 103 - 142. cui viro equidem ita accedo ut, cum in. universum summa hisce in. rebus putem opus esse cautione, haec omnia si in oratione omitterentur futurum fuisse ut cetera artissime inter se cohaererent neque ulla iam exstaret conturbatio vel offensio non negem. ulterius progredi neque audeo nec volo, et id pro certo affirmare possum, quod quidem caput est, ob illam suspicionem nihil prorsus susceptae a me editioni evenire difficultatis, quod certe aliter se haberet si ullum alterius recensionis vestigium ex antiquis temporibus ad nostram aetatem perveniret. Sestiana saepe apud veteres grammaticos, interpretes, scriptores eom-memoratur ut eorum indioiis motus eam per orbem litteratum satis no-tam celebratamque fuisse statuam. etenim iam Tiberio imperatore quae-dam ex ea in factorum ac dictorum memorabilium libris imitando expressit Valerius Maximus (v. ad 58 et 101). fortasse ad Domitiani imperium redit particula illa quae in catholicon libro adfertur (v. ad 19), si quidem is liber vel potius ea pars in qua invenitur ad auetoritatem M. Valeri Probi grammatici referenda. Hadriani fere temporibus L. Caesellius Vindex orthographa, cuius ex stromateo sive lectionibus antiquis aliqua mutuatus est A. Gellius, non nulla ex ea excerpsisse videtur (T. ad 28). haud multo post sub M. Aurelio Caesare in lucem prodiisse videntur commentationes illae Gelli q. i. noctes Atticae, ubi etiam Sestiana nostra memoratu digna visa est (v. ad 58). plurima tamen id genus testimonia ad quartum saecu-lum spectare, quo grammaticarum similiumque rerum studia apud ho-mines maxime viguerint, non est quod miremur. ad hanc igitur aetatem pertinere videntur scholia Bobiensia quae dicuntur in. codice rescripto olim Bobiensi servata, cuius in parte Vaticana (cod. Vat. lat. 5750) com-mentarius in plus centum locos orationis Sestianae conscriptus paene integer legitur, nempe XXXVI paginae et una columna. quanti hic codex ad textum ipsum constituendum sit preti cum nostrae tum priorum editionum permultae paginae praedicant. nec tamen alii grammatici qui id fere temporis floruerunt silentio nobis praetereundi. compluribus enim locis servatur Sestiana et in Arusiani Messi exemplis elocutionum (v. ad 30, 41, 97, 142) et in Servi, nobilissimi Vergili interpretis, commentariis (v. ad 18,72,77,82) et unoloco, cuiustamen anceps causaest, qui ad plures Ciceronis orationes referri possit, in Charisi arte grammatica (v. ad 34). huc etiam referendus Ambrosius, episcopus Mediolanensis, cuius in expositione evangelii secundum Lucam duo saltem loci Sestiana resonant (v. ad 21 et 102). nam Macrobius paulo illis posterior, Honorio imperante clarus Ciceronis interpres, qui Scipionis somnium in extremo de re publica libro a Tullio compositum duobus voluminibus inlustravit … (Vorwort) ISBN 3322002683‎

‎Coulon, Victor, Hilaire van Daele und Aristophanes:‎

‎Aristophane. Tome IV. Les Thesmophories. Les Grenouilles. Texte etabli par V. Voulon. Traduit par H. van Daele. Collection des Universites de France.‎

‎Gutes Ex.; Seiten minimal nachgedunkelt; Innengelenk professionell mit Leinenband verstärkt. - Einzelband. - Französisch; griechisch. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Les Thesmophories - ou plus exactement les Femnies celebrant la fete des Thesmophories - furent jouees deux mois apres Lysistrata, aux grandes Dionysies (fin de mars) de 411*, egalement sous l'archontat de Callias. Nous igno-rons quels furent les rivaux d'Aristophane en cette occasion et quel rang il obtint. Cette eomedie ne ressemble a Lysistrata que parce que les femmes y tiennent le role du Choeur. Toutefois, bien que se pretendant egales et superieures aux hommes (voir la Parabase), elles n'y revendiquent aucun droit, ni fonc-tion politique. L'on s'etonne qu'Aristophane n'y dise rien des evenements contemporains si graves, ni de la paix dont il s'etait toujours montre l'ardent defenseur, particu-lierement dans Lysistrata. Les allusions, tres vagues et tout a fait accessoires, a l'actualite poliiique, se reduisent a deux passages : 1° Au vers 336, une plaisante malediction, dans la bouche dun heraut, " contre quiconque traitera avec les Medes pour nuire au peuple des femmes " fait penser qu'a ce moment les Atheniens songeaient a traiter avec les Medes pour en obtenir des subsides contre, les Lacedemoniens; inais cette parodie dune formule ancienne n'indique nullement les sentiments politiques du poele et n'a d'autre but que d amuser tout le monde … (Vorwort)‎

‎Demosthenes und Philipp Buttmann:‎

‎Demosthenis Oratio In Midiam cum annotatione Critica et Exegetica. Curavit Philippus Buttmannus Dr.‎

‎Gutes Exemplar; Einband berieben; Vorsatz mit hs. sowie gedrucktem Besitzvermerk; Seiten durchgehend leicht fleckig und etwas nachgedunkelt. - Erstausgabe der Edition. - Griechisch; Latein. - Philipp Buttmann (* 23. Januar 1809 in Berlin; † 28. Januar 1901 ebenda) war ein deutscher Theologe. Er war besonders als Prediger bekannt. Er war von 1836 bis 1844 Prediger an der Jerusalemer Kirche und der Neuen Kirche in Berlin und ab 1858 zweiter Pastor an der St.-Pauls-Kirche in Berlin-Gesundbrunnen. Nebenamtlich fungierte er von 1876 bis 1883 als Superintendent des Kirchenkreises Berlin-Stadt II. ... (wiki) // Demosthenes (griechisch Demosthénes, lateinisch und deutsch Demósthenes; * 384 v. Chr.; † 322 v. Chr. in Kalaureia) war einer der bedeutendsten griechischen Redner (Rhetoren). Nach dem Philokratesfrieden des Jahres 346 v. Chr. stieg er zum führenden Staatsmann Athens auf. Diese Position konnte er bis zur Harpalosaffäre 324 v. Chr. behaupten. ... (wiki) // In hac oratione denuo edenda et animadversionibus iilustranda iisdem de causis et eodem modo, atque in Platonis dialogis, operam posui. Utilitas ejus ad lectionem et scholaslicam et academicam usu satis nunc constat: ad constituendum autem textum et ad enarrandas tum res tum linguam, tot adminicula hodie accesserunt, ut his etiam dotibus cumulatum libellum iterum discipulis magisirisque tradere operae pretium videatur. ltaque aliquanto magis ex professo res aggredienda erat, quam in consilio oliin fuerat Spaldingi. Quippe vir ille optimus, cujus et memoriae dulcedine et desiderii acerbitate imbutus esse animus meus nun-quam desinet, orationem hanc scholis suis delegerat non quo multa ad eam adornandam praeparata sibi essent, sed quoniam idonea est visa. Ideoque tumultuaria tantum, cujus et ipse particeps eram, opera eam profligavit, ad illustrandam eam nonnisi quae tum ad manus erant decerpens, et ex cultissimo suo ingenio, quae inter ipsum laborem subnascerentur, observata addens. Ego ut novum plane librum hodie procurarera ejus mihi officium tempus ipsum et multa qua gaudebam opportunitas imposuit. In qua hoc potissimum est, quod sicut in Platonis dialogis, ditissima Bekkeri penn uti mihi Iicebat. Hujus eniin viri amicissimi opera elaborata omnium Demosthenis orationum editio tametsi dum haec scribo lucem in Germania saltem nondum vidit, schedarum tamen ejus, varietatem lectionis codicum ab eo collatorum omnem continentium … (Vorwort)‎

‎Demosthenes und Friedrich Jacobs:‎

‎Demosthenes. Staatsreden nebst der Rede für die Krone. Uebersetzt und mit Einleitungen und erläuternden Anmerkungen begleitet von Friedrich Jacobs. Zweite, vermehrte und durchaus umgearbeitete Auflage.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Einband etwas berieben; Seiten nachgedunkelt u. stw. fleckig; nachgebunden; Innengelenk stw. leicht offen. - In Frakturschrift. - INHALT : Rede über die Symmorien; Rede für die Megalopoliter; Erste Rede gegen Philippus; Rede über die Freiheit der Rhodier; Drei Olympische Reden: Die erste, nach Dionysius die dritte / Die zweite, nach Dionysius die erste / Die dritte, nach Dionysius die zweite; Rede über den Frieden; Zweite Rede gegen Philippus; Rede über Halonesus; Rede über die Angelegenheiten des Chersoneses; Dritte Rede gegen Philippus; Philippus Sendschreiben an die Athenäer; Rede über den Brief des Philippus; Rede für die Krone; Chronologie der Begebenheiten; Register. // Demosthenes (* 384 v. Chr.; † 322 v. Chr. in Kalaureia) war einer der bedeutendsten griechischen Redner (Rhetoren). Nach dem Philokratesfrieden des Jahres 346 v. Chr. stieg er zum führenden Staatsmann Athens auf. Diese Position konnte er bis zur Harpalosaffäre 324 v. Chr. behaupten. ... In seiner ersten Rede vor der Volksversammlung, Über die Symmorien ... schlägt Demosthenes vor, das Gesetz über die Steuergenossenschaften effektiver zu gestalten. Daneben kämpft er (noch ganz im Sinne von Eubulos) gegen eine mit der Warnung vor angeblichen persischen Rüstungen geschürte Kriegshysterie. Seit der außenpolitischen Wende, für die ungefähr zwei Jahrzehnte vorher Isokrates mit dem Plataikos und der Rede des Archidamos warb, verbanden sich immer wieder Athen und Sparta, während die kleineren peloponnesischen Staaten bei Theben Schutz vor Sparta suchten. Demosthenes versucht in der Rede Über die Megalopoliten ... diese Strukturen aufzubrechen. Das ist der erste Schritt zum Bündnis mit Theben, das schließlich vor Chaironeia zustande kam. In der Rede für die Freiheit der Rhodier ... fordert Demosthenes, die vertriebenen rhodischen Demokraten zu unterstützen, und beschwört dazu alte Seebundsphantasien. … (wiki) // Friedrich Christian Wilhelm Jacobs (* 6. Oktober 1764 in Gotha; † 30. März 1847 ebenda) war ein deutscher klassischer Philologe, Numismatiker und Schriftsteller. ... (wiki)‎

‎Demosthenes und Franz Winiewski:‎

‎Commentarii Historici et Chronologici in Demosthenis Orationem de Corona. Francisci Winiewski.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Einband berieben u. stw. leicht beschabt; Vorsätze minimal fleckig. - SELTEN. - Latein; griechisch. - Franz Winiewski (* 8. Oktober 1802 in Thorn; † 4. Juni 1874 in Münster in Westfalen) war ein deutscher klassischer Philologe. ... Aufgrund seiner Lehr- und Forschungsarbeit wurde Winiewski 1829 zum außerordentlichen Professor und Bibliothekar an der Paulinischen Bibliothek ernannt. Nachdem er 1838 seine Promotion in Gießen nachgeholt hatte, wurde er im selben Jahr zum ordentlichen Professor ernannt, 1853 zum Zweiten Direktor des Philologischen Seminars. Nach dem Tod des Ersten Seminarsdirektors Ferdinand Deycks (1867) wurde Winiewski 1868 zu seinem Nachfolger ernannt. Bereits 1855 hatte er den Roten Adlerorden IV. Klasse erhalten, 1864 war er zum Geheimen Regierungsrat und 1867 zum Oberbibliothekar ernannt worden. Neben seiner Tätigkeit in Akademie und Prüfungskommission gehörte Winiewski ab 1849 dem Stadtverordnetenkollegium an (seit 1867 als Vorsteher) und ab 1851 dem Kuratorium der Realschule und der Provinzialgewerbeschule. Als Forscher trat Winiewski besonders durch einen Kommentar zur Kranzrede des Demosthenes (1829) und durch ein Verzeichnis der Programmabhandlungen der preußischen Gymnasien (1844) hervor. ... (wiki) // Demosthenes (* 384 v. Chr.; † 322 v. Chr. in Kalaureia) war einer der bedeutendsten griechischen Redner (Rhetoren). Nach dem Philokratesfrieden des Jahres 346 v. Chr. stieg er zum führenden Staatsmann Athens auf. Diese Position konnte er bis zur Harpalosaffäre 324 v. Chr. behaupten. … Unter dem Namen Demosthenes sind 61 Reden, 6 Briefe und 56 Prooimien (hier: Bausteine für Reden) überliefert … (wiki) // ... Quum igitur ante hos duos fere annos ex aliis antiquarum litterarum deverticulis ad oratores Atticos devenissem, quorum me primus propriis suis confessisque virtutibus maxime alliciebat Demosthenes, quod ad Te Schoemannus in suo de comitiis Atheniensium libro conquestus est, ad hoc scriptorum genus probe intel-ligendum parum nos esse instructos, verum quidem hoc omnino esse facile intelligebam. Attamen quae ad forenses maxime orationes de-sideretur civitatis institutorum et iuris legumque cognitio, eam quidem affatim iam ex iis peti posse persensi, quae primum Tua, quae post Te Schoemanni, quae Meieri aliorumque recentissime exploravit et suppeditavit sagacitas et diligentia. Sed in eo maxime orationum genere, quod ad rei publicae fata administrationemque pertineat, non fugit me usque nos molestissimis difficultatibus impediri, quae in rerum gestarum obscuritate et discrepanliis, temporumque inconstantia et ancipiti conditione versentur. Neque vero liis probe accurateque extri-candis Tuum, Boeckhi, exemplum deerat. Tuam dico de Demostheneae in Midiam orationis chronologia Coromentationem ... (Vorwort; VII)‎

‎Dinarchus und Christian Friedrich Wurm:‎

‎Commentarius In Dinarchi Orationes Tres. Scripsit Christianus Wurmius, Gymnasii Norimeergensis Professor.‎

‎Gutes Exemplar; der Einband mit Läsuren / berieben; leicht fleckig; stw. beschabt; innen gut; Seiten stw. minimalst fleckig; kl. Eintag in griechischer Sprache auf vorderem Vorsatz. - SELTEN. - Latein und Griechisch. - Christian Friedrich Wurm (* 3. April 1803 in Blaubeuren; † 2. Februar 1859 in Reinbek) war ein deutscher Gymnasialprofessor, Historiker, Autor und liberaler Politiker. ... Er beschäftigte sich u. a. auch mit der klassischen Altertumskunde und verbesserte seine englischen Sprachfähigkeiten. Nach dem Bestehen der theologischen Prüfung entschied er sich für eine Lehrerlaufbahn. ... Er war Mitglied des Ausschusses für die Priorität der Petitionen und Anträge, des Ausschusses für völkerrechtliche und internationale Fragen sowie des Ausschusses für die Durchführung der Reichsverfassung an. In seinen Reden griff er häufig auf historische Argumente zurück. In seinem Wahlkreis insbesondere in Esslingen wurde seine gemäßigte Haltung zunehmend kritisiert. Rücktrittsforderungen lehnte er ab. Im Parlament war er Gegner einer neuen Phase der Revolution und plädierte für einen starken Nationalstaat. ... (wiki) // Inter egregias illas reiiquias, quae a Graecis Ilomanisque hereditate quadara praeclara ad posteritatem pervenerunt, certe non rninirai sunt aestimanda oratorurn Atticorum opera. Nam sive linguam spectes Graecam sive antiquitatem et res gestas, unde melius quatn ex oratorum scriptissermo Atticus potestcognosci, qui et elegantissimus esse existimatur ac po-litissimus et utiiissimus ac latissime patens qui fontes uberiores, unde scientia juris, legum, institutorum, totius denique antiquitatis possit hauriri? lidemque cum nonnulli ipsi domi bellique rempublicam administrarent et eandem haberent apud populum Atheniensem auctoritatem, qua apud gentem Judaicam prophetas floruisse accepimus, maximi sunt inomenti ad historiam non solum civitatis Atheniensis, verum etiam Graeciae cunctae. … (Seite III) // Deinarchos (Deínarchos, latinisiert Dinarchus; * um 361 v. Chr. in Korinth; † nach 292 v. Chr.) war der letzte der zehn Attischen Redner. Der in Korinth als Sohn des Sostratos geborene Deinarchos kam in jungen Jahren nach Athen und war dort Schüler des Theophrastos von Eresos. Er konnte als Fremder (Metöke) nicht selbst als Redner auftreten, sondern schrieb Reden, die andere vortrugen. Seine Blütezeit war während der Herrschaft des Demetrios von Phaleron. Nach Demetrios' Vertreibung als Freund der makedonischen Herrschaft bedroht, begab Deinarchos sich 307 v. Chr. nach Chalkis auf Euböa und kehrte erst 292 v. Chr. nach Athen zurück, wo er, halb erblindet und von einem Freund um sein Vermögen gebracht, über 70 Jahre alt wurde. ... (wiki)‎

‎Diogenes von Apollonia und Jean Zafiropulo:‎

‎Diogene d'Apollonie. Par J. Zafiropulo. Collection d'Etudes Anciennes.‎

‎Gutes Ex.; unaufgeschnitten; Seiten minimal nachgedunkelt; kleine Anstreichungen. - Französisch; stw. griechisch. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Diogenes von Apollonia (* ca. 499 v. Chr. in Apollonia Pontike; † ca. 428 v. Chr.) war ein antiker griechischer Philosoph und Arzt. Er wird als Anhänger der ionischen Naturphilosophie zu den Vorsokratikern gezählt. Diogenes war ein Zeitgenosse des Anaxagoras. Wie der frühere ionische Naturphilosoph Anaximenes hielt Diogenes die Luft für den Grundstoff der Welt, alle Dinge nur für eine unterschiedliche Konzentration der Luft. Schlamm, aus dem alle Lebewesen hervorgehen, ist also beispielsweise stark verdichtete Luft. Während alle Einzeldinge entstehen und vergehen, ist der Urstoff selbst unvergänglich. Die wichtigste Ähnlichkeit zur Lehre des Anaxagoras ist, dass Diogenes als Auslöser dieser Ver-/Entdichtung den Nous sieht, eine intelligente Kraft, die damit das Universum ordnet und beherrscht und so Denken, Seele und Leben hervorbringt. Wie auch viele andere griechische Philosophen nahm Diogenes eine unendliche Reihe von Welten an. Seine wichtigste Arbeit war eine naturphilosophische Schrift, die später unter dem Titel ... ("Über die Natur", lateinisch De natura) zitiert wurde und von der beträchtliche Fragmente erhalten sind, hauptsächlich in Simplikios' Kommentar zur Physik des Aristoteles. Es ist möglich, dass Diogenes zudem Werke mit den Titeln Gegen die Sophisten und Die Natur des Mannes schrieb. Außerdem spielt Aristophanes in seiner Komödie Die Wolken mit den Aussagen, die er dort Sokrates in den Mund legt, wohl auf Theorien des Diogenes an. … (wiki) // ... Aristophane devait beaucoup tenir a cette piece, car, non content de ses remontrances, il essaya, quelques annees plus tard, entre 421 et 417, de faire reprendre sa comedie. Mais il echoua de nouveau et il n'est meme pas certain qu'elle fut admise une seconde fois au concours. Si, comme cela parait probable, Aristophane etait nc en 444, il n'avait que 21 ans au moment de la representation des Nudes. L'on peut alors se demander pourquoi cet auteur, fertile entre tous et auquel le succes souriait deja si facilement, parait, si jeune encore, avoir attache un tel prix a cette ceuvre par-ticuliere. On ne peut evidemment, ici, avancer que des hypotheses, mais il parait raisonnable de cher-cher la reponse a notre question dans le caractere meme de la piece incriminee, vu surtout qu'il s'ecar-tait sensiblement de celui des oeuvres anterieures d'Aristophane. Le jeune auteur fut, sans doute, blesse de ne pas reussir dans un genre nouveau pour lui, genre qu'il prisait, semblerait-il, tout particulierement. Nous savons, en effet, que, sous differents pseudo-nymes, Aristophane avait deja fait representer en 427 " Les Banqueteurs ", en 426 " Les Babyloniens ", en 425 " Les Acharniens " et en 424 " Les Cavaliers ", pour la premiere fois sous son nom veritable. … (S. 6)‎

‎Döring, Klaus (Hrsg.) u.a. und Demokrit (u.a.):‎

‎Antike Naturwissenschaft und ihre Rezeption. Band I und II. (2 Bände in 1). Hrsg. von Klaus Döring und Georg Wöhrle.‎

‎Gutes Ex. - ISSN 0942-0398. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Mit beiliegendem Schreiben v. Hrsg. Klaus Döring (Signatur) an Dr. Wolfgang Haase mit Briefkopf Otto-Friedrich-Universität Bamberg. - INHALT : Band I : Armin Wolf ----- Hatte Homer eine Karte?. ----- Fritz Jürß ----- Die atomistische Abbildtheorie und ihre Kritiker ----- Klaus Ruthenberg ----- Was kann Timaios erklären?. ----- Alfred Stückelberger ----- Sterngloben und Sternkarten. ----- Wolfgang Hübner ----- Uranoscopus - der verstirnte Sterngucker ----- Astrid Schürmann ----- Antike Pneumatik. ----- Gotthard Strohmaier ----- Avicenna und al-Biruni im Dialog über aristotelische Naturphilosophie. ----- Ulrich Stoll ----- Abbas medicus aut medicus abbas?. ----- Band II : Hans-Joachim Waschkies ----- Symmetrie als Begründungsprinzip in der vorgriechischen und griechischen Geometrie ----- Georg Rechenauer ----- Zwischen Techne und Ethos. ----- Volker Langholf ----- Prognosen in der hippokratischen Medizin: Funktionen und Methoden. ----- Ulrike Hirsch ----- Relativität und Erklärbarkeit der Wahrnehmungen in ihrer Bedeutung für Demokrits Atomtheorie. ----- Alain Touwaide ----- L'identification des plantes du Traite de matiere medicale de Dioscoride: un bilan methodologique. ----- Anne Bäumer-Schleinkofer ----- Zoologie der Renaissance - Renaissance der Zoologie ----- Karin Reich ----- Francois Viete als Restaurator des antiken Größenbegriffs. ISBN 3926946245‎

‎Euripides und Friedrich Heinrich Bothe:‎

‎Iphigenia Aulidensis. Edidit Fridericus Henricus Bothe. In usum scholarum. (Griechisch - Latein).‎

‎Gutes Exemplar; Vorsatz mit kl. hs. Besitzvermerk und mit 2 kl. Zeichnungen; Seiten stw. gering fleckig. - Latein und Griechisch. - Friedrich Heinrich Bothe (1770/1771–1855), deutscher Altphilologe, Schriftsteller und Übersetzer (wiki-Eintrag) // Iphigenie in Aulis ist eine Tragödie des griechischen Tragikers Euripides, die zwischen 408 v. Chr. und 406 v. Chr. entstand. Nach dem Tod des Dichters wurde sie von seinem Sohn, Euripides dem Jüngeren, an den Dionysien 405 v. Chr. aufgeführt, zusammen mit den Bakchen und Alkmaion in Korinth. Die zentrale Figur der Handlung ist Iphigenie, die Tochter Agamemnons und Klytaimnestras. Das griechische Heer zieht unter Agamemnons Führung nach Troja, um im Trojanischen Krieg zu kämpfen, und landet auf dem Weg dorthin in der Hafenstadt Aulis in Böotien. Dort bewirkt die Göttin Artemis eine anhaltende Windstille und macht die Weiterfahrt unmöglich. Wie der Seher Kalchas prophezeit, wird die Göttin die Windstille erst aufheben, wenn die Griechen Iphigenie geopfert haben. Daher ist der Heerführer Agamemnon durch göttlichen Willen gezwungen, seine Tochter zu opfern, wenn er mit seinem Heer Troja erreichen will. Iphigenie ist bereits auf dem Weg nach Aulis, wo sie sich mit dem Helden Achilleus verloben soll. Ihr Vater Agamemnon versucht sie durch einen Brief zu warnen, aber sein Bruder Menelaos fängt den Brief ab und stellt Agamemnon zur Rede. Im Streit mit dem Bruder will Menelaos schon nachgeben, als ein Bote meldet, dass Iphigenie in Begleitung ihrer Mutter Klytaimnestra und ihres Bruders Orestes erscheinen wird. Menelaos wird von Mitleid gepackt und will die Opferung verhindern, aber Agamemnon beschließt, das Opfer durchzuführen und vor Klytaimnestra geheimzuhalten. Als Iphigenie, Orestes und Klytaimnestra in Aulis anlangen, begrüßt Agamemnon sie herzlich. Iphigenie freut sich sehr, ihren Vater wiederzusehen. In der nächsten Szene ist Klytaimnestra mit Achilleus allein und erklärt ihm, Agamemnon habe ihn in eine Intrige verwickelt: Die angebliche Verlobung, von der Achilleus erst zu dem Zeitpunkt erfährt, ist nur ein Vorwand, um Iphigenie nach Aulis zu schaffen; dies hat Klytaimnestra von einem alten Diener erfahren. Achilleus ist entschlossen, Iphigenie zu retten. Im Folgenden spitzt sich der Konflikt zwischen Achilleus, Agamemnon und Iphigenie zu. Agamemnon ist entschlossen, seine Tochter für Griechenland zu opfern; Achilleus will das Opfer verhindern; Iphigenie erklärt schließlich, sie sei bereit, für Griechenland zu sterben. Sie wird daraufhin zum Opfer geschmückt und geweiht. Am Schluss des Stückes steht ein Botenbericht, aus dem hervorgeht, dass Iphigenie von Artemis gerettet wurde: Die Göttin hat als dea ex machina Iphigenie zu den Göttern entrückt, an ihrer Stelle wurde eine Hirschkuh geopfert. … (wiki)‎

‎Euripides und Gottfried Hermann:‎

‎Iphigenia Taurica. Euripides. Tragoediae. Recensuit Godofredus Hermannus. (Gottfried Hermann). Voluminis I / Pars III.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Seiten nachgedunkelt und fleckig; Einband berieben / beschabt sowie mit kleinen Läsuren (Rücken stw. leicht angerissen); innen kleine Wurmspur (ohne Textverlust). - Text von Euripides in Griechisch; das Vorwort von Hermann Gottfried in Latein. - Euripides (* 480 v. Chr. oder 485/484 v. Chr. auf Salamis; † 406 v. Chr. im makedonischen Pella) ist einer der großen klassischen griechischen Dramatiker. Euripides ist nach Aischylos und Sophokles der jüngste der drei großen griechischen Tragödiendichter. Von seinen etwa 90 Tragödien sind 18 erhalten. Außerdem ist eines seiner Satyrspiele überliefert. Mit seinen Stücken, vor allem Medea, Iphigenie in Aulis, Elektra und Die Bakchen, ist Euripides einer der am meisten gespielten Dramatiker der Weltliteratur. ... Schon bald nach dem Tod des Euripides erkannte man seine überragende Bedeutung an, was sich unter anderem darin niederschlug, dass er während der gesamten Antike der am häufigsten aufgeführte und gelesene Tragiker war. Von besonderer Bedeutung ist sein Einfluss auf die Neue Komödie, insbesondere deren Hauptvertreter Menander. Im Römischen Reich wurden manche Verse aus dem Werk des Euripides zum nicht selten zitierten Allgemeingut gebildeter Kreise, und auch Galenos hat umfangreich aus ihm geschöpft. Von den Großmeistern der athenischen Tragödie war Euripides der modernste. Seine Gesellschafts- und Religionskritik setzte ihn aber auch Anfeindungen aus. In den Troerinnen übt er versteckte Kritik an der Expansionspolitik Athens und an dessen erdrückender Vormachtstellung im Attischen Seebund. In seiner Antigone verteidigt er auch die Demokratie; in der Elektra stellt er die Folgen gesellschaftlicher Deklassierung der Heldin dar. Sophokles kritisiert bei aller Verehrung für den jüngeren Euripides dessen allerdings sehr publikumswirksamen psychologischen Realismus, der sich zu weit von den mythischen Vorlagen entferne: Euripides verzichte damit auf die künstlerische Entfaltung der Notwendigkeit der Handlung und des inneren Gesetzes der Handelnden. … (wiki) // Vicesimus hic annus est, ex quo A. Seidlevus Euripidis Iphigeniam in Tauris edidit, recensitara ab se ac brevibus adnotationibus instructam. Qui vir quum omnium optime de hac fabida sit meritus, nisi quod, recente tum rei metricae studio, nimia anti-strophicorum quaerendorum cupiditate nonnulla au-dacius constituit: non esset mihi denuo edendae consilium subnatum, nisi, dum in scholis meis hanc tragoediani interpretabar. non pauca esse animadvertissein, quae hodie, magis magisque cognita veteris tragoediae ratione, etiam post Seidleri alioruraque operam vel explicari rectius vel certius euiendari posse viderentur. Atque a codicibus quidem perexiguum auxilium accessit, quum quibus Matthiae usus est duorum codicum Florentinorum, et, quas iam Seidlerus in praefatione attulit, libri Victoriani lectio-nibus fere ea confirmentur, quae a Marklando Musgravioque ex libris Parisinis fueraut enotata. Illi libri (res sunt, quas notis a Marklando usurpatis designavi A. B. C. Horum A, qui est numero 2887. collatus denuo a Boissonado, Musgravio vocatnr E; ... (Vorwort Gottfried Hermann) / Johann Gottfried Jakob Hermann (* 28. November 1772 in Leipzig; † 31. Dezember 1848 ebenda) war ein deutscher klassischer Philologe. ... Hermann war das anerkannte Haupt der kritisch-grammatischen Schule (der sogenannten Wortphilologen), die in dem Verständnis der antiken Schriftwerke das Ziel der Philologie, in der Erforschung der Sprache das erste und unerlässlichste Mittel zur Erreichung desselben erkannte, und trat dadurch in einen gewissen Gegensatz zu der universalen Richtung August Boeckhs und dessen Schüler wie Karl Otfried Müller, von der aus ihm eine einseitige Auffassung zum Vorwurf gemacht wurde. Der Streit hierüber veranlasste ihn zu der Schrift Über Böckhs Behandlung der griechischen Inschriften (Leipzig 1826) und der Rezension von Herrn K. O. Müller Eumeniden des Äschylos (Leipzig 1835) nebst Rezension einer Antikritik und zweier Rezensionen von Herrn K. O. Müller (Leipzig 1839); doch hat auch diese Fehde allmählich gegenseitiger Anerkennung Platz gemacht. Auf einem mehr freundschaftlichen Austausch verschiedener Ansichten über Mythologie beruhte sein Schriftwechsel mit Friedrich Creuzer: die Briefe über Homer und Hesiodus (Heidelberg 1817) und Über das Wesen und die Behandlung der Mythologie (Leipzig 1819). Seit 1812 war Hermann Mitglied der Preußischen Akademie der Wissenschaften. 1825 wurde er Ehrenmitglied der Russischen Akademie der Wissenschaften in Sankt Petersburg und 1836 auswärtiges Mitglied (associé étranger) der Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. In ihrem Gründungsjahr 1846 wurde er zum ordentlichen Mitglied der Königlich Sächsischen Gesellschaft der Wissenschaften gewählt. Am 31. Mai 1846 wurde er in den preußischen Orden Pour le Mérite für Wissenschaften und Künste aufgenommen. … (wiki)‎

‎Flacelière, Robert, Emile Chambry und Plutarch:‎

‎Plutarque. Vies. Tome XIII. Demetrios - Antoine. Texte etabli et traduit par R. Flaceliere et E. Chambry.‎

‎Gutes Ex.; Rücken verblaßt. - Plutarch (altgriechisch Ploútarchos, latinisiert Plutarchus; * um 45 in Chaironeia; † um 125) war ein antiker griechischer Schriftsteller. Er verfasste zahlreiche biographische und philosophische Schriften, die seine umfassende Bildung und Gelehrsamkeit zeigen. In der griechischen Literaturgeschichte gilt Plutarch als einer der wichtigsten Vertreter des Attizismus. Sein bekanntestes Werk, die Parallelbiographien, stellt jeweils die Lebensbeschreibung eines Griechen und eines Römers vergleichend einander gegenüber. Mitunter wird Plutarch zu den Geschichtsschreibern gerechnet, doch obwohl seine Lebensbeschreibungen oft wertvolles historisches Material enthalten, war er nicht an der Erforschung der Vergangenheit um ihrer selbst willen interessiert, sondern es ging ihm um Charakterstudien und moralische Vorbildlichkeit. Er schilderte bekannte historische Persönlichkeiten, in denen er charakterliche Vorbilder - teils auch abschreckender Art - sah. Durch die Vergleiche versuchte Plutarch das Gemeinsame und Allgemeingültige herauszuarbeiten und dem Leser die Gleichrangigkeit der historischen Leistungen von Griechen und Römern vor Augen zu stellen. Plutarchs Parallelbiographien bilden einen Höhepunkt der antiken Biographik. Als Philosoph bekannte er sich zur Tradition des Platonismus. … (wiki) // ... Charge a vingt-deux ans par son pere de defendre la Syrie comme commandant en chef contre les troupes de Ptolemee, Demetrios, d'abord vaincu a Gaza, retablit rapidement la situation en battant un general ennemi, puis il tint a se montrer aussi genereux envers Ptolemee que celui-ci l'avait ete enverslui apres Gaza (chapitres 5-6). Sur les actions militaires de Demetrios eontre les Nabateens, contre Seleucos en Babylonie, puis contre Ptolemee venu assieger Halicarnasse (7, 1-5), la concision de Plutarque confine a la secheresse. II a certaine-ment hate d'arriver a la " liberation " de la Grece et a l'installation de Demetrios a Athenes. Au chapitre 8, en effet, il paralt visiblement heureux d'avoir a relater la noble entreprise d'Antigone et de Demetrios, desireux da liberer l'Hellade des dominations macedonienne et egyptienne (sans doute pour y etablir la leur), mais Plutarque les croit sinceres et desinteresses : " Jamais aucun roi n'entreprit de guerre plus belle et plus juste que celle-la " (8, 2). Le patrio-tisme hellenique de l'auteur lui inspire les memes accents enthousiastes que lorsqu'il celebre la proclamation de la liberte des Grecs par Flamininus en 196 avant J.-G.2, puis par Neron en 67 de notre ere … (S. 4)‎

‎Fontaine, Jacques und Ammianus Marcellinus:‎

‎( 2 BÄNDE ) Ammien Marcellin. Histoire. Tome IV (Livres XXIII-XXV) 1ere partie: Texte et Traduction (und) Commentaire. Texte etabli et trad. par J. Fontaine.‎

‎Gute Exemplare / 2 BÄNDE. - Französisch; Latein. - Ammianus Marcellinus (* um 330 vermutlich in Antiochia am Orontes, Syrien; † um 395 [spätestens um 400] wahrscheinlich in Rom) war ein römischer Historiker. Er ist neben Prokopios von Caesarea der bedeutendste spätantike Geschichtsschreiber und schrieb in lateinischer Sprache, obwohl seine Muttersprache Griechisch war. Seine Res gestae sind das letzte klassizistische lateinische Geschichtswerk der Antike, das zu großen Teilen überliefert ist. Die erhaltenen Abschnitte behandeln die Jahre von 353 bis 378 und beschreiben die Zeit unmittelbar vor Beginn der sogenannten Völkerwanderung, in der sich die antike Mittelmeerwelt grundlegend veränderte. ... (wiki) // Nulle triade ne merite mieux son nom, dans l'ceuvre conserved d'Ammien, que celle des livres XXIII a XXV. De l'offensive glorieuse a la retraite et a la mort du prince au combat, ce recit de 1'expedition de Perse offre comme un microcosme tragique de la vie breve de Julien. De la tragedie, il a toute I'intensit6 dramatique et dramatur-gique, mais aussi la vigueur d'une structure fortement unitaire. En d6pit de certaines theories rtcentes , il convient de respecter d'abord la coherence 6quilibr6e de cette trilogie, ou plutot de ces trois actes. Respectant strictement l'unitd de temps annalistique, ils s'ouvrent solennellement sur l'inauguration du consulat de Julien et de Sallustius le premier Janvier 363 ; ils se ferment, a tres peu de chose pres, sur l'inauguration d6risoire, le premier Janvier 364, du consulat de Jovien - promis a la mort quelques jours apres -, et de son flls le be'be' Varronien, chetif Kindkaiser dont la colere trouble deja sinistrement la cdremonie imperiale. Unit6 de lieu, aussi : d'Antioche a Ancyre, mais en descendant l'Euphrate et en remontant le Tigre depuis les murs de Ct£siphon, l'Asie seule est ici en cause. Aucune parenthese sur les affaires de l'Occident, a la seule exception d'une page sur la mission d'information des envoyes de Jovien, charge's de sonder le loyalisme des provinces de la pars Occidentis (XXV, 10, 8-13 et 10, 6-8). Encore part-elle de la frontiere perse de Haute M6sopotamie, pour rejoindre l'empereur, mission accomplie, a Tyane. C'est done l'Asie, mais l'Asie Majeure, si Ton peut dire, l'Asie au sens d'un continent (jtendu, par la digression de 23, 6, du croissant fertile a la Chine, et de l'Arabie aux ddserts glac6s du Touran, qui sera ici le " lieu " reel et imaginaire de la trag6die de Julien. R6el pour le pays des deux fleuves, effectivement par-couru par le corps expeditionnaire ; imaginaire - mais constamment present, sous cette forme digne d'Alexandre, a l'esprit de Julien lui-meme - pour le plateau d'Iran et ses dependances lointaines, que la digression sur la Perse reflete a travers le miroir bris6 de la science et de l'imagination hell^nistiques. … (Einleitung)‎

‎Friedrich, Wolf Hartmut (Hrsg.):‎

‎Griechische Tragiker. Aischylos. Sophokles. Euripides. Anm. von Klaus Ries. Übers.: Droysen; Solger; Hartung.‎

‎Abgesehen vom fehlenden Umschlag sehr gutes Ex. - Dünndruck (auf Bibeldruckpapier). // INHALT : AISCHYLOS. ---- Die Perser. ---- Die Sieben gegen Theben. ---- Die Schutzflehenden. ---- Agamemnon. ---- Die Grabesspenderinnen. ---- Die Eumeniden. ---- Der gefesselte Prometheus ---- SOPHOKLES. ---- Aias. ---- Antigone. ---- Die Trachinierinnen. ---- König Ödipus. ---- Elektra. ---- Philoktetes. ---- Ödipus auf Kolonos. ---- EURIPIDES. ---- Alkestis. ---- Medea. ---- Hyppolytos. ---- Ion. ---- Helena. ---- Die Bakchen. ---- Iphigenie in Aulis. ---- NACHWORT. ---- ANMERKUNGEN.‎

‎Goukowsky, Paul und Diodorus Siculus:‎

‎Diodore de Sicile. Bibliotheque Historique. Livre XVII. Texte etabli et traduit par P. Goukowsky.‎

‎Gutes Ex.; Einband stw. leicht lichtrandig. - Französisch; griechisch. - (Einzelband). - INHALT : NOTICE ----- INDEX SIGLORVM ----- LIVRE XVII ----- NOTES COMPLEMENTAIRES. - Diodor (Diodorus Siculus, "Diodor von Sizilien") war ein antiker griechischer Geschichtsschreiber des späten Hellenismus. Er lebte in der ersten Hälfte des 1. Jahrhunderts v. Chr. … Über Diodors Leben ist wenig bekannt. Er stammte aus der Polis Agyrion auf Sizilien und hat sich längere Zeit in Rom sowie in Ägypten (in der Zeit der 180. Olympiade, also im Zeitraum 60/59 bis 57/56 v. Chr.) aufgehalten. … (wiki) // Le principal merite du livre XVII de la Bibliotheque Historique est sans doute d'offrir une relation vivante et coloree du regne d'Alexandre. Mais l'historien trouvera davantage. Car la perte des Memoires et des Histoires composes par les contemporains d'Alexandre a donne une importance inattendue aux 118 chapitres compiles par Diodore. On comprend des lors l'acharnement avec lequel on s'est efforce d'identifier les sources auxquelles celui-ci a emprunte l'essentiel de son information. II n'est pas de probleme plus debattu par la " Quellenforschung " que celui des sources du livre XVII, et le mutisme observe sur ce point par Diodore a laisse champ libre aux hypotheses, souvent gratuites et parfois saugrenues. Ce serait pourtant faire preuve de paresse intellectuelle ou meme d'improbite que de se derober devant le probleme sous pretexte qu'i est obscur et de negliger, quand il existe, l'apport positif de la critique. Quelques solides conclusions peuvent en effet etre tirees de la longue polemique recemment resumee par J. Seibert . A dire vrai, la variete des reponses pro-posees temoigne moins de la complexite du probleme que de la sterilite de certaines methodes, soit que Ton ait pretendu elucider le mystere en fonction de criteres subjectifs, soit que l'on se soit refuse a comparer minutieusement le recit de Diodore a celui que nous offrent d'autres historiens plus Tardifs, grecs ou latins. … (X) // ... Diodors auf Griechisch verfasstes Geschichtswerk trägt den Namen Bibliotheke historike (lateinisch Diodori Siculi Bibliotheca historica) und ist eine Universalgeschichte in 40 Büchern, von denen uns die Bücher 1-5 sowie 11-16 und 18-20 erhalten sind. Das 17. Buch hat einige kleine Lücken. Die Bücher 6-10 und 21-40 sind nur fragmentarisch überliefert, vor allem durch Zitate byzantinischer Autoren und Exzerptsammlungen. Die Darstellung reicht von der sagenhaften Vorzeit (wobei er auch mythologische Erzählungen verarbeitete) bis in die Zeit Caesars (wohl bis in das Jahr 60/59 v. Chr., als Caesar das Consulat bekleidete). Es ist damit, soweit man weiß, das umfassendste Geschichtswerk, das von einem Griechen in der Antike verfasst wurde und uns zumindest in Teilen überliefert ist, und bildet zugleich den "Abschluss der hellenistischen Historiographie" (Klaus Meister). Diodor hat nach eigenen Angaben 30 Jahre lang Reisen und Nachforschungen unternommen. Er nahm in seiner Universalgeschichte allerdings ältere Darstellungen auf und schrieb sie um und kürzte sie (beispielsweise fehlen viele Reden, die ansonsten typisch für die antike Geschichtsschreibung sind), so dass sie besser lesbar und für das Publikum leichter zu verstehen waren. … (wiki)‎

‎Gregor von Nyssa und Günter Heil (u.a.):‎

‎Sermones. Pars I. Ediderunt G. Heil, Adr. van Heck, E. Gebhardt, Andreas Spira. Gregorii Nysseni Opera; Volumen IX.‎

‎Ein gutes Ex. - (Einzelband). - Latein; griechisch. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT), mit dessen sehr geringen Bleistift-Anstreichungen. - Vorwort von Hadwig Hörner. - INHALT : De mortuis oratio (G. HEIL). ---- De beneficentia, vulgo De pauperibus aman- ---- dis oratio I (A. VAN HECK). ---- In illud Quatenus uni ex his fecistis mihi ---- fecistis, vulgo De pauperibus amandis ---- oratio II (A. VAN HECK). ---- Contra usurarios oratio (E. GEBHARDT). ---- Contra fornicarios oratio (E. GEBHARDT). ---- In diem luminum, vulgo In baptismum ---- Christi oratio (E. GEBHARDT). ---- In sanctum Pascha, vulgo In Christi resur- ---- rectionem oratio III (E. GEBHARDT). ---- De tridui inter mortem et resurrectionem ---- Domini nostri Iesu Christi spatio, vulgo ---- In Christi resurrectionem oratio I (E. ---- GEBHARDT). ---- In sanctum et salutare Pascha, vulgo In ---- Christi resurrectionem oratio IV (E. ---- GEBHARDT). ---- In lucif eram sanctam Domini resurrectionem, ---- vulgo In Christi resurrectionem oratio V ---- (E. GEBHARDT). ---- In ascensionem Christi oratio (E. GEBHARDT) ---- De deitate adversus Euagrium, vulgo In suam ---- ordinationem oratio (E. GEBHARDT). ---- Oratio funebris in Meletium episcopum ---- (A. SPIRA). ---- Oratio consolatoria in Pulcheriam (A. SPIRA) ---- Oratio funebris in Flacillam imperatricem ---- (A. SPIRA). ---- Conspectus Siglorum. ---- Indices. // Gregor von Nyssa, auch Gregorius oder Gregorios (* um 335/340; † nach 394) war ein christlicher Bischof, Heiliger und Kirchenlehrer. Er war ein jüngerer Bruder des Basilius von Caesarea und ein guter Freund Gregors von Nazianz. Diese drei werden als die kappadokischen Väter bezeichnet. Eine besonders hohe Wertschätzung genießen sie in der orthodoxen Kirche. Gregor wurde 372 Bischof von Nyssa. Er nahm am Ersten Konzil von Konstantinopel teil und verteidigte das Bekenntnis von Nicäa gegen die Arianer. Seine Gotteslehre stellt einen ersten Höhepunkt der Verschmelzung christlichen und platonischen Denkens dar. Gregor gilt als größter christlich-philosophischer Denker seiner Zeit. Er war zugleich einer der großen Mystiker. ... Zu Gregors großen literarischen Werken gehören die Auslegungen der Genesis, des Hohenlieds, der Psalmeninskriptionen, des Predigers Salomo, des Vaterunsers und der Seligpreisungen. Bedeutend sind auch seine Schrift Über die Seele und die Auferstehung sowie der Antirrheticus gegen Apollinaris von Laodicea. Sichere Grundlagen für eine genaue Datierung aller Schriften Gregors fehlen. ... Gregor von Nyssa war mit den philosophisch-theologischen Strömungen seiner Zeit bestens vertraut. Sein Bildungserbe war nicht nur angelernt, sondern ein lebendiger Besitz, der eine fruchtbare Synthese ermöglichte zwischen dem christlichen Erbe und der überkommenen Philosophie. Er besaß ein großes Feingefühl für die philosophischen und ästhetischen Werte der griechischen Überlieferung. Gregor hat die neuplatonische Philosophie so modifiziert und korrigiert, dass sie sich in seinen christlichen Glauben einfügen konnte. Die von ihm verwendeten Quellen gibt er fast nie an. Die Gedanken und Metaphern, die er übernimmt, verarbeitet er häufig in einem neuen Zusammenhang. Aufgrund seines rhetorischen Talents ist es ihm möglich, in der biblischen Sprache, in der Fachsprache der Platoniker oder in einer eigenen Ausdrucksweise zu schreiben, die durch keine Modelle vorgeprägt ist. Sein Kommentar zum Hohelied wurde zur Zeit der Kirchenväter als die Metaphysik der christlichen Philosophie angesehen. ... (wiki)‎

‎Gregor von Nyssa und Hadwig Hörner:‎

‎Sermones de Creatione Hominis. Sermo de Paradiso. Edidit Hadwiga Hörner. Auctorum Incertorum. Vulgo Basilii vel Gregorii Nysseni.‎

‎Gutes Exemplar. - (Einzelband). - Latein; griechisch. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Gregor von Nyssa, auch Gregorius oder Gregorios (* um 335/340; † nach 394) war ein christlicher Bischof, Heiliger und Kirchenlehrer. Er war ein jüngerer Bruder des Basilius von Caesarea und ein guter Freund Gregors von Nazianz. Diese drei werden als die kappadokischen Väter bezeichnet. Eine besonders hohe Wertschätzung genießen sie in der orthodoxen Kirche. Gregor wurde 372 Bischof von Nyssa. Er nahm am Ersten Konzil von Konstantinopel teil und verteidigte das Bekenntnis von Nicäa gegen die Arianer. Seine Gotteslehre stellt einen ersten Höhepunkt der Verschmelzung christlichen und platonischen Denkens dar. Gregor gilt als größter christlich-philosophischer Denker seiner Zeit. Er war zugleich einer der großen Mystiker. ... Gregor von Nyssa war mit den philosophisch-theologischen Strömungen seiner Zeit bestens vertraut. Sein Bildungserbe war nicht nur angelernt, sondern ein lebendiger Besitz, der eine fruchtbare Synthese ermöglichte zwischen dem christlichen Erbe und der überkommenen Philosophie. Er besaß ein großes Feingefühl für die philosophischen und ästhetischen Werte der griechischen Überlieferung. Gregor hat die neuplatonische Philosophie so modifiziert und korrigiert, dass sie sich in seinen christlichen Glauben einfügen konnte. Die von ihm verwendeten Quellen gibt er fast nie an. Die Gedanken und Metaphern, die er übernimmt, verarbeitet er häufig in einem neuen Zusammenhang. Aufgrund seines rhetorischen Talents ist es ihm möglich, in der biblischen Sprache, in der Fachsprache der Platoniker oder in einer eigenen Ausdrucksweise zu schreiben, die durch keine Modelle vorgeprägt ist. Sein Kommentar zum Hohelied wurde zur Zeit der Kirchenväter als die Metaphysik der christlichen Philosophie angesehen. ... (wiki) // Sermones quos proponam nihil aliud mihi esse videntur nisi loci collectanei, quos Basilius in schedis pro Hexaemero suo praeparatis reliquit, alius quidam post eius mortem ad usum Ecclesiae celeriter conglutinavit. nam si materiam respicimus, copiam admiramur. collectae sunt variorum sententiae et patrum, velut Theo-phili atque Originis, et philosophorum, imprimis Stoici cuiusdam Posidonium secuti, et medicorum aliorumque, ut hominis egregius inter creaturas status laudaretur et deus per hoc summum opus cum cognoscendus tum venerandus patefieret. sin autem aedificium vel potius acervum inspicimus, quem ille homo ignotus construxit, conticet laudatio. hoc tantum nos retinet quin opus-culum catenam appellemus, quod auctor locos diversos quos quidem ingenio suo neque penetrare neque in unum cogere potuit lemmatibus aut sententiolis inter se alligare studebat. cum in schedis nihil repperisset quo sermonum initia et fines exornaret neque multa ad alterius homiliae modum complendum, nunc opera Basilii adiit nunc materiam ipsam divisit modo eadem fere bis proposuit. nam Basilii homiliam in Hexaemeron nonam despoliavit ut primum sermonem exordiretur, quo magis genuinus haberetur ille liber, ex homilia In illud Attende aliquantum in finem alterius sermonis transtulit, epistulam 260 de septenario numero ad versum Gen. 2, 2 explicandum (p. 54 sqq) inspexisse videtur. materiam ad versum Gen. 1,28 collectam dividens in priore sermone de incremento corporis egit, in altero quaestionem rursus movens animae progressum tractavit. ... (Vorwort Hadwig Hörner)‎

‎Gulielmus Budaeus und August Buck:‎

‎Gulielmus Budaeus. De Philologia. De studio litterarum. Faksimile-Neudruck der Ausgabe von Paris 1532 mit einer Einleitung von August Buck.‎

‎Gutes Exemplar. - Deutsch; Latein. - Aus der Bibliothek von Prof. Wolfgang Haase, langjährigem Herausgeber der ANRW und des International Journal of the Classical Tradition (IJCT). - Guillaume Budé (latinisiert Guglielmus Budaeus; * 26. Januar 1468 in Paris; † 20. August 1540 ebenda) war ein französischer Jurist, Philologe, Humanist, Diplomat und Bibliothekar am Hof von Franz I. Er stand in engem Austausch mit anderen Humanisten der Zeit, darunter Erasmus von Rotterdam und Thomas Morus. Er war neben Valla, Zasius und Alciato ein juristischer Humanist und gilt als einer der Begründer der juristischen Methodik mos gallicus, einer Methode zur Erschließung des römischen Rechts mittels der Wiederherstellung von Originaltexten sowie der Berücksichtigung geschichtlicher Zusammenhänge. ... (wiki) // ... Um auch die Griechen im Urtext lesen zu können, hatte (Bude) zunächst als Autodidakt Griechisch gelernt und seine Kenntnisse später bei dem aus Phrygien stammenden gelehrten Ianos Lascaris vervollkommnet, der ihm seine wertvolle Bibliothek überließ. Mit der 1502 veröffentlichten lateinischen Übersetzung von Plutarchs Traktat "De placitis philosophorum" gab dann Bude eine erste Probe seiner meisterhaften Beherrschung des Griechischen, die ihn bald zu einem der füh-renden Hellenisten unter den europäischen Humanisten machen sollte. Wenn Bude mit Recht als "restaurateur des etudes grecques en France" gelten kann - mit den lexikographischen Bemer-kungen seiner 1529 erschienenen "Commentarii linguae graecae" will er in erster Linie dem praktischen Sprachstudium dienen -, so erhalten diese wie alle anderen philologischen Bemühungen Budes ihren eigentlichen Sinn erst im Zusammenhang mit seinem humanistischen Bildungsprogramm. Dieses entspringt der dem humanistischen Geschichtsdenken eigenen Vorstellung von der Reformbedürftigkeit des Zeitalters, das als "aetas decrepita" einer "renovatio ab imis" bedarf. Das Medium, das eine solche Erneuerung ermöglicht, bilden die aus jahrhundertelanger Vergessenheit zu neuem Leben erweckten antiken Autoren. Auf Grund einer so verstandenen "restauratio" kritisierte Bude zunächst gewisse Verfallserscheinungen im geistigen Leben Frankreichs, wie sie ihm im Bereich der Wissenschaften begegnet sind. Seine Kritik richtet sich vor allem gegen die Jurisprudenz und die Medizin, deren Vertreter mit unzulänglichen Methoden arbeiten und lediglich auf materiellen Gewinn bedacht sind. Noch bedenklicher ist es, daß selbst die Theologie ihrer eigentlichen Aufgabe nicht mehr gerecht wird, weil sie sich allzu häufig in den Spitzfindigkeiten der Scholastik, jener "dumpfen und finsteren Wissenschaft" , verliert. Juristen wie Theologen verachten die "artes liberales" und vernachlässigen damit gerade diejenigen Disziplinen, die dem Verfall der Wissenschaft Einhalt gebieten können. Aber die Finsternis, die ein Jahrtausend lang die Erkenntnis der Wahrheit verdüstert hat, beginnt sich zu lichten. Mit der Wiederbelebung der "bonae literae", die in Italien begonnen und sich in Frankreich fortgesetzt hat, stehen antike "sapientia" und "eloquentia" als Heilmittel zu einer geistigen wie sittlichen Regeneration zur Verfügung. … (Einleitung)‎

‎Happ, Heinz:‎

‎( 2 BÄNDE ) Luxurius. Band I: Text und Untersuchungen / Band II: Kommentar.‎

‎Gute Exemplare; Einbände stw. geringfügig berieben; Band 2 mit kl. Fleck; ansonsten sehr gut. - 2 BÄNDE. - Deutsch; Latein. - Heinz Happ (* 8. Mai 1931 in Frankfurt am Main; † 14. Januar 2014 in Tübingen) war ein deutscher Altphilologe. Happ studierte Latein und Griechisch an den Universitäten Frankfurt und Tübingen. Sein Studium schloss er 1958 mit einer Dissertation über den spätrömischen Autor Luxurius ab ... (wiki) // Luxorius (oder Luxurius) war ein spätantiker lateinischer Dichter des 6. Jahrhunderts, der zur Zeit der Vandalenherrschaft unter der Regierung Hilderichs und Gelimers als angesehener Grammatiker in Nordafrika, wahrscheinlich in Karthago lebte. Von Luxorius, der offenbar dem Senatorenstand angehörte und den Rang eines vir spectabilis innehatte, sind vor allem 89 Epigramme vorwiegend derb erotischen Inhalts erhalten, die im letzten Buch der Anthologia Latina überliefert werden. Daneben hat er einen ebenfalls in der Anthologia Latina überlieferten Vergilcento geschrieben. In seinen Epigrammen bedient er sich zahlreicher traditioneller Versmaße, die er jedoch nach Ansicht späterer Philologen oft durchaus nicht meisterhaft handhabt. Auffallend sind etwa Fehler bei der Verwendung langer und kurzer Silben. Ungeklärt ist, ob dies auf die örtliche Aussprache des Lateinischen seiner Zeit zurückzuführen ist oder ob er Latein nicht als Muttersprache beherrschte. Die früher verbreitete Annahme, er sei Vandale gewesen, wird heute jedoch überwiegend für unwahrscheinlich gehalten. Nach Gorippus, dem er als Künstler deutlich unterlegen war, und neben Fulgentius und Arator gilt Luxorius dennoch als einer der wichtigsten lateinischen Dichter der ausgehenden Spätantike, dessen Werk trotz seiner Mängel die Fortexistenz antiker Dichtungstradition bis ins 6. Jahrhundert belegt. Einen Dichter namens Lisorius setzte Heinz Happ mit Luxorius gleich. … (wiki) // INHALT : Einleitung. ----- Luxuri carmina. ----- Liste der im kritischen Apparat zitierten Literatur. Untersuchungen. ----- Leben und Person des Luxurius. ----- Die Gedichte des Luxurius: Inhalt und Form. ----- Die literarische Stellung des Luxurius. ----- Auctores. ----- Die Gedichte des Luxurius als historische Quelle. ----- Zusammenfassung. ----- Chronologie der Gedichte - Edition des 'über epigrammaton' - Kompilation der Anthologia Salmasiana. ----- Die Überlieferung des Luxurius. ----- 'Luxurius' oder 'Luxorius' ? Zur Geschichte des spätlateinischen u. ----- Otto Rößler, Die lateinischen Reliktwörter im Berberischen und die Frage des Vokalsystems der afrikanischen Latinität. ----- Zur Lisorius-Frage. ----- Metrik und Prosodie des Luxurius (Index metricus et prosodiacus). ----- Die Eigennamen bei Luxurius. ----- Literatur-Verzeichnisse. ----- Index nominum et verborum. ----- Sach-Index // Band 2: Kommentar zu AL 37.18.203.287-375 Riese.‎

‎Harpokration, Valerius (u.a.):‎

‎Harpocration et Moeris. Ex recensione Immanuelis Bekkeri.‎

‎Gutes, stabiles Exemplar; Gebrauchs- und Lagerspuren; Einband stärker berieben sowie mit kl. Läsuren; Vorsatz mit hs. Eintragungen; Seiten etwas nachgedunkelt u. stw. gering fleckig. - Griechisch; stw. auch Latein. - Valerius Harpokration war ein alexandrinischer Grammatiker der Kaiserzeit. Seine Lebensdaten sind nicht bekannt. Aufgrund der von ihm zitierten Autoren kann er frühestens unter Kaiser Tiberius gelebt haben. Falls er mit dem in der Historia Augusta als Lehrer des Lucius Verus erwähnten Harpokration identisch ist, hat er im 2. Jahrhundert gelebt. In der Suda wird er als Verfasser eines Lexikons attischer Redner … und einer Sammlung geflügelter Worte … erwähnt. Das Lexikon war vermutlich eine der Quellen der Suda. Es enthält alphabetisch geordnete Bemerkungen zu Personen und Erklärungen von Begriffen (insbesondere aus den Bereichen Recht und Handel). Da die Werke, auf die sich Harpokration stützte (dazu gehört der Grammatiker Didymos Chalkenteros und die attische Geschichte des Atthides), schon früh verloren gingen, stellt das Lexikon in einigen Bereichen heute die einzige erhaltene Quelle dar. … (wiki)‎

‎Hartung, J. A. und Sophokles:‎

‎Sophokles' Fragmente. Griechisch mit metrischer Uebersetzung und prüfenden und erklärenden Anmerkungen. Von A. J. Hartung. Sophokles' Werke, 8. Bändchen.‎

‎Gutes Exemplar; nachgebunden; innen m. kleinen Stempeln. - In Frakturschrift. - Deutsch u. griechisch. - Johann Adam Hartung, auch Johann Adolf Hartung (* 25. Januar 1801 in Berneck; † 20. September 1867 in Erfurt) war ein deutscher Altphilologe und Gymnasiallehrer. Hartung studierte an den Universitäten Erlangen und München. 1824 erhielt er eine Stelle am Gymnasium in Erlangen, 1837 eine Stelle als Direktor am Hennebergischen Gymnasium in Schleusingen, schließlich ab 1840 ebenso eine Stelle als Direktor am Gymnasium in Erfurt. Hartung publizierte vor allem zur griechischen Sprache (insbesondere zu den Partikeln) und Literatur (insbesondere zu Euripides). … (wiki) // Sophokles (* 497/496 v. Chr. in Kolonos; † 406/405 v. Chr. in Athen) war ein Dichter in der Zeit der Griechischen Klassik. Er gilt neben Aischylos und Euripides als der bedeutendste der antiken griechischen Tragödiendichter. Seine erhaltenen Stücke, vor allem Antigone und König Ödipus, werden auf den Bühnen der ganzen Welt gespielt. ... (wiki) // INHALT / Hauptkapitel: Der Trojanische Krieg und die Rückfahrten / Thessalien und die Argonauten / Argos und Myken / Verschiedene Sagenkreise / Register. // Im Einzelnen: Alexandros; Achill's Liebhaber; Odysseus der Wahnsinnige; Hirten; Skyrerinnen; Laokoon oder Sinon; Philoktet in Troja; Teukros; Peleus oder Abfahrt; Salmoneus; Lemnierinnen; Amykos; Die Phäaken; Wurzelsalberinnen; Danae; Die Dummen; Niobe; Jobates; Tereus; Phädra; Kedalion; Andromeda; Hipponoos; Das Urtheil; Amphitryon; Aleaden oder Myser; Der Uebermuth; Die Tadler -- u.v.a.‎

‎Herodianus, Aelius und Moritz Schmidt (Hrsg.):‎

‎Epitome tes katholikes prosodias. Ailios Herodianos. Recogn. Moritz Schmidt.‎

‎Gutes Exemplar. - Griechisch; Latein. - Ailios Herodianos (lateinisch Aelius Herodianus, deutsch Herodian; * um 180; † um 250) war einer der berühmtesten griechischen Grammatiker der Antike. Er ist nicht mit dem Geschichtsschreiber Herodian zu verwechseln. Als Sohn von Apollonios Dyskolos wurde er in Alexandria geboren. Die erhaltenen Fragmente seiner Werke deuten darauf hin, dass sich seine Arbeit auf Fragen der Betonung oder Heraushebung der einzelnen Silben von Wörtern konzentrierte. Herodianos ging nach Rom, wo er seine Allgemeine Akzentlehre (Verslehre, Prosodie) verfasste, die er Kaiser Mark Aurel widmete. Andere Werke sind ein attizistisches Lexikon, genannt Philhetaerus, und eine Studie über unregelmäßige Wörter. Die umfangreichen Sammlungen des Herodianos sind die wichtigste Quelle aller späteren Grammatiker, von denen er hoch geschätzt wurde. Über sein Leben ist nichts weiteres bekannt. … (wiki) ISBN 9783487073507‎

‎Hesiod und Friedrich August Wolf:‎

‎Theogonia Hesiodea. Textu subinde Reficto. In usum Praelectionum. Seorsum edita a Frid. Aug. Wolf., Phil. Prof. Publ. Ord. in Acad. Halensi.‎

‎Ein gutes, stabiles Exemplar; Einband berieben u. stw. leicht beschabt; innen einige Seiten geringfügig fleckig. - Griechisch; Latein. - Die Theogonie (Theogonía „Entstehung der Götter“) ist ein Werk von Hesiod, in dem die Entstehung der Welt und der Götter in der Abfolge ihrer Herrschaft geschildert wird. Sie entstand um 700 v. Chr. und zählt somit neben Homers Ilias und Odyssee zu den ältesten Quellen zur griechischen Mythologie. / ... Hesiod (* vor 700 v. Chr. vermutlich in Askra in Böotien in der Nähe von Thespiai) war ein griechischer Dichter, der als Ackerbauer und Viehhalter lebte. Hesiods Werke sind, neben der Ilias und Odyssee von Homer, die Hauptquellen für unser heutiges Wissen über die griechische Mythologie und Mythographie sowie das Alltagsleben seiner Zeit. Er gilt als Begründer des didaktischen Epos, des Lehrgedichts, das nach seiner Heimat Askra später von den Römern, besonders von Vergil, als Ascraeum carmen bezeichnet wurde. Sein Epos Theogonie, in dem er in über tausend Hexametern die Entstehung der Welt und der Götter schildert, ist weitgehend Grundlage des heutigen Wissens über die griechische Mythologie. … (wiki) // Friedrich August Christian Wilhelm Wolf (* 15. Februar 1759 in Hainrode; † 8. August 1824 in Marseille) war ein deutscher Altphilologe und Altertumswissenschaftler. ... 1783 übernahm Wolf eine Professur in Halle, zunächst für Philologie und Pädagogik, ab 1784 für Philologie und Eloquenz. 1787 gründete er dort das philologische Seminar. 1793 wurde er Mitglied der Freimaurerloge Zu den drei Degen in Halle. Am 21. Februar 1799 wurde Wolf fast einstimmig zum auswärtigen Mitglied der Akademie der Wissenschaften in Berlin gewählt. 1805 wurde ihm der Titel Geheimer Rat verliehen. Nachdem Napoleon Bonaparte die Universität in Halle 1806 geschlossen hatte, übersiedelte Wolf im April 1807 nach Berlin und war seitdem an der Akademie tätig, ohne dass sich sein Status als auswärtiges Mitglied änderte. 1810 wurde er Direktor der Wissenschaftlichen Deputation für die Sektion des öffentlichen Unterrichts im Ministerium und Professor für klassische Philologie. 1812 wurde er zum Ehrenmitglied der Akademie der Wissenschaften in Berlin ernannt. Seit 1819 war er auswärtiges Mitglied der Académie des inscriptions et belles-lettres. Im April 1824 reiste er nach Frankreich, wo er starb. Seinem Wirken in der Philologie zu Ehren wurde ihm von der Versammlung deutscher Philologen und Schulmänner 1840 eine Medaille gewidmet. Seine Hauptarbeit ist sein 1795 entstandenes, Fragment gebliebenes Werk Prolegomena ad Homerum, in dem er die Werke Homers kritisch auf ihre Entstehung hin untersuchte und ihn als einzigen Autor in Zweifel zog (Homerische Frage). Die Altertumswissenschaft verdankt Friedrich August Wolf ihre neue Anerkennung als universale Disziplin, im Sinne des Neuhumanismus (der letzte Zweck des Daseins ist die Bildung der Individualität), die er in enger Verbindung mit Wilhelm von Humboldt, Johann Wolfgang von Goethe und Friedrich Schiller begründete. Auch im Schulwesen sollte die klassische Philologie eine wesentliche Rolle spielen und den Menschen zu einer harmonischen Ausbildung verhelfen. … (wiki) // Ad hanc, quam Veftris manibus tcritis, Theogoniae Hefiodeae editionem parandam me tempori magis cedentem, quam voluntate propria duclum, adeoque minus praeparatum acceilifle, in limine ftatim libelli candide piofireor. Qiumquam enim hoc carmen, quod practer argumentum cum mythica dofltrina coniunctum ipfa vetuftate fua fermonisque ac fententiarum amabili fimplicitate legends animum allicera ac tenerc poteft, privato ftudio faepius tractaveram: nihil tamen in fcriniis fepofitum reperi, quod vel ad verba aucloris melius conftituenda, vel fententiarum totiusque argumenti vim et ratkmem copiofius declarandam magnopere valere poffet, certe nihil, quod me ad novatn carminis editionem. concinnandam invitaret. - Accedit etiam, quod, dum liaec scritebam, ne potiores quidem Hesiodi editiones ad manurn mihi erant. In hac igitur curta auc verius nulla iupelleftile litteraria nihil a me exspestari velim, quod fit cum cura politum numerisque fuis absolutum. ... (S. 3/4)‎

‎Hippokrates und Albrecht von Haller:‎

‎Hippocratis Opera minus certa. Qui Tomus Tertius. Praefatus est Albertus de Haller. Tomus III.‎

‎Gutes, akzeptables Exemplar; Lagerspuren; Einband beschabt und berieben; Seiten fleckig; mit Wasserspur. - Einzelband / Band III. - Latein. - Albrecht Viktor Haller (seit 1749 Albrecht von Haller, auch Albert de Haller * 16. Oktober 1708 in Bern; † 12. Dezember 1777 ebenda) war ein Schweizer Mediziner und Universalgelehrter, der unter anderem als Begründer der modernen Physiologie gilt und vor allem von Göttingen aus wirkte. ... Haller studierte ab 1723 Naturwissenschaften und Medizin an der Universität Tübingen, unter anderem bei Elias Camerarius. 1725 reiste er nach Holland und wurde 1727 an der Universität Leiden bei seinem akademischen Lehrer Herman Boerhaave promoviert. In England und Frankreich liess Haller sich an angesehenen Lehranstalten und Spitälern weiter ausbilden und kehrte 1728 in die Schweiz zurück, um an der Universität Basel Mathematik und Botanik zu studieren. Ab 1729 arbeitete er als praktischer Arzt in Bern, erhielt 1734 die Stelle eines Stadtarztes und wurde 1735 Leiter der Bibliothek in Bern. 1736 wechselte Haller ins Kurfürstentum Braunschweig-Lüneburg an die kurz zuvor gegründete Universität Göttingen auf den Lehrstuhl für Anatomie, Chirurgie und Botanik. Er legte dort 1738 ein Anatomisches Theater, ein Jahr später einen botanischen Garten an und baute eine Sammlung für ein anatomisches "Cabinet" auf. Haller wurde zum Ehrendoktor sowie zum Leibarzt Georgs II. ernannt. Berufungen nach Utrecht und Oxford lehnte Haller ab. Kaiser Franz I. erhob ihn 1749 in den erblichen Adelsstand. … (wiki) // INHALT : TABULA TOMI TERTII : DE MORBIS Liber I ----- De MORBIS Liber II ----- DE MORBIS Liber III ----- DE MORBIS Lib IV ----- MULIEBRIUM Lib I ----- MULIEBRIUM Lib II ----- DE NATURA MULIEBRI ----- DE STERILIBUS ----- DE MORBIS VlRGINUM ----- DE MORBO SACRO ----- DE INSANIA ----- DE FLATIBUS ----- DE Visu. // ... Hallers Bedeutung in der Geschichte der Medizin liegt vor allem in seiner Rolle als anatomischer Wissenschaftler begründet. Durch die Präparation von nahezu 400 Leichen gelang es ihm, in vorher unerreichter Vollkommenheit den Verlauf der Arterien im menschlichen Körper darzustellen. Weitere Studien galten der Strömung des Blutes, dem Aufbau des Knochens und der Embryonalentwicklung. Die systematische Durchführung zahlreicher Tierexperimente zur Bestimmung von Sensibilität und Irritabilität (Reizbarkeit) einzelner Körperteile, deren Ergebnisse eine europaweite Kontroverse auslösten, macht ihn ausserdem zum Begründer der modernen experimentellen Physiologie. ... (wiki) // Hippokrates von Kos (* um 460 v. Chr. auf Kos, wahrscheinlich in Astypalaia/Kefalos; † um 370 v. Chr. in Larisa, Thessalien), latinisiert auch Hippocrates, war ein griechischer Arzt und Lehrer. Er gilt als der berühmteste Arzt des Altertums, dessen Schule die Theorie von vier Körpersäften im Konzept der Humoralpathologie lehrte, und zudem als "Vater der (modernen) Medizin", der ärztliches Handeln über die Wirkungskraft priesterlicher Worte stellte und einem hohen ethischen Verantwortungsbewusstsein unterordnete. … (wiki)‎

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