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‎Criminologie‎

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‎Deposizioni giurate dei detenuti correi del cavaliere Giuseppe Ricci nella congiura ordita l'anno MDCCCXXXII contro la persona di S. A. R. il Duca di Modena e sua Reale Famiglia ricevute e pubblicate dal ministero di buon governo‎

‎In 8, p. 36. Br. ed. Raro documento testimonianza della congiura ordita dal famigerato conte Girolamo Riccini, ai danni di Giuseppe Ricci, guardia nobile del Duca, accusato di attentato alla vita di Francesco IV. Montanari e Tosi, accusati di furto, dichiararono di essere stati convocati dal Ricci in una sua villa presso Bastiglia con la promessa di 200 napoleoni d'oro nel caso avessero ucciso il Duca in occasione di una sua visita alla Chiesa dei Benedettini. Col Ricci venivano accusati di essere presenti al convegno altri quattro cospiratori: Piva, Guicciardi, Gasparini e Borghi. Il processo, ampiamente falsato, si concluse con la morte del Ricci e dei suoi presunti complici. Solo piu' tardi, nel 1865, venne riabilitato da una corte dell'Italia unita e ascritto nell'empireo dei martiri risorgimentali. L'ennesima beffa per il povero Cavaliere Ricci, duchista e anti liberale convinto.‎

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‎Bando a favore di chi fara' cattura dei confinati alla galea‎

‎In 8, pp. (4). Stemma mediceo xilogr. al fr. Capolettera fig. xilogr. Antica data manoscritta la fr. Bando a favore di chi consegnera' nelle mani della giustizia un condannato alla galea 'per proveder alla quiete e sicurezza de popoli e all'esecuzione del gastigo si simili condannati'. La condanna alla galera era come una sentenza capitale, la quale, piu' dei grandi criminali contro lo stato, colpiva vagabondi, piccoli malfattori e ladri, disertori ed eretici, contrabbandieri, prigionieri di guerra, contravventori all'ordine familiare, religioso e sessuale, falsari. Sulle navi costoro, sotto il feroce controllo dell'aguzzino che dalla corsia li guidava a nerbate, erano ridotti in schiavitu'. Spesso i galeotti non erano rilasciati allo scadere esatto della punizione ma a discrezione delle esigenze di servizio.‎

‎Fresnel R.‎

‎Considerations qui demontrent la necessite' de fonder des maisons de refuge d'e'preveus morales pour les condamne's libe're's‎

‎In 8, pp. (8) + 147+ (1) con 3 grandi tavv. f.t. inc. all'acq. piu' volte rip. con planimetrie degli edifici e 1 tav. sinottica f.t. piu' volte rip. Intonso. Bruniture sparse, per il resto bell'esemplare. Br. ed. Ed. orig. di questo trattato sulle prigioni dell'America del Nord (vengono descritti le carceri di Filadelfia e New York, oggetto della successiva opera di Beuamont e Tocqueville), della Svizzera (viene esposto il sistema progressivo applicato a Ginevra, sistema che prevedeva la divisione delle prigioni in tre quartieri: prova, punizione, ricompensa), e della Francia (descrizione sommaria di molti penitenziari quali Melun, S. Lazare, Poissy, ecc.). L'A. presenta quindi il suo progetto per fondare una struttura pubblica per facilitare il reinserimento dei carcerati liberati nella societa', stabilendo orari, gestione regole di costruzione. Cfr. Foucault, Sorvegliare e punire, p. 268.‎

‎Julius N. H.‎

‎Lecons sur les prisons pre'sente'es en forme de cours au public de Berlin en l'anne'e 1827. Ouvrage traduit de l'allemand par H. Lagarmitte avocat, accompagne' de plusieurs notes du traducteur et de M. Mittermaier, professeur a l'Universite' de Heidelberg Tome premier (-second)‎

‎2 voll. in 8, pp. XXXIV + 440; (4) + 502 con 4 tavv. in lit. piu' volte rip. f.t. Alcune cc. si presentano brunite. Br. ed. con lievi danni. Importante e raro saggio che anticipa di due anni quello di Beaumont et Tocqueville. La traduzione francese parte dal presupposto che la Francia sia ancora arretrata per cio' che riguarda il miglioramento delle condizioni dei detenuti durante la loro redenzione. Julius parla della nascita della 'societa' disciplinare', laddove la disciplina non si identifica con una specifica istituzione o apparato, ma rappresenta un tipo di potere che puo' essere esercitato attraverso vari strumenti (penitenziari, case di correzione, istituti di educazione, ospedali). In una societa' in cui gli elementi principali non sono piu' la comunita' e la vita pubblica, ma lo Stato da una parte e il singolo individuo dall'altra, quest'ultimo esercita di giorno in giorno un'influenza sempre crescente, costruendo e organizzando quegli edifici destinati a sorvegliare la moltitudine degli uomini. 'Il lavoro, alternandosi al pasto accompagna il detenuto fini alla preghiera della sera [...] e' cosi' che si succedono le settimane i mesi gli anni; cosi' il prigioniero che al suo arrivo era un uomo incostante [...] diviene a poco a poco [...] cosi' familiarizzato col lavoro [...] che potra' esserte esposto con maggior confidenza alle tentazioni cui il recupero della liberta' lo sottoporra''. Per Julius si trattava di un processo storico gia' compiuto, mentre Bentham nel suo Panopticon lo aveva descritto come un programma tecnico. Inoltre Julius, parlando del principio panoptico, diceva che vi era in esso ben piu' di una ingegnosita' architettonica: era un avvenimento nella storia dello spirito umano. L?antichita' era stata una civilta' di spettacolo. L?eta' moderna pone il problema inverso: procurare ad un piccolo numero o persino ad uno solo la vista istantanea di una grande moltitudine. Cfr. Foucault, Sorvegliare e punire, pp. 262 e 236.Du systeme penitentiaire aux Etats-Unis et de son application en France.‎

‎Guillo P.‎

‎Systeme cellulare. P. Guillo. Reponse aux questions a' lui soumises par S. E. le Ministre de l'Interieur 20 novembre 1838‎

‎Manoscritto (cm 22 x 34), pp. (24) con allegata lettera di 2 pp. mss. a firma Macarel, nella quale veniva richiesto questo parere a nome del ministro degli interni. Il parere di Monsieur Guillo verte essenzialmente su tre questioni: quale dovesse essere la disposizione e la dimensione delle celle in base al lavoro assegnato al carcerato, e se occorresse, per alcuni lavori, adibire delle officine al di fuori delle celle; che tipo di industrie ritenesse piu' opportuno impiantare negli stabilimenti cellulari con indicazione degli spazi necessari, sempre considerando una popolazione carceraria di 500 persone; quale potesse essere la paga per giornata di lavoro data all'amministrazione, specialmente per le case di Melun, Poissy, Gaillon e Fontrevrault, nella doppia ipotesi di avere un contratto a forfait oppure un costo fisso al pezzo con un ribasso del 20% rispetto al prezzo di mercato. Nell'introduzione l'A. premette che i suoi pareri valgono solamente nel caso venga avviato un regime cellulare e non nel caso si conservi il sistema di lavoro attuale delle "maison centrales". Infatti, egli, essendo ancora attivo come imprenditore presso alcuni stabilimenti, ravviserebbe un palese conflitto di interessi. Per quanto riguarda la prima domanda, Guillo stabilisce in tre metri quadri la misura delle celle, dotate di gabinetto con sifone, riscaldate e con accesso ad un "promenoir" ed a un corridoio di servizio. Per quanto riguarda la seconda domanda, l'A. si rivela essere un sostenitore del sistema Filadelfia, (come descritto da Tocquevile e Beaumont), afferma infatti che con l?isolamento totale in uno stabilimento possano coesistere da 12 a 1500 persone mentre con il sistema di Aubrun (isolamento notturno e lavoro in comune di giorno), non possano coesistere piu' di 3- 400 individui. Chiara e' la maggior convenienza di un carcere per 1000 piuttosto che per 500, sia per le spese di costruzione sia per quelle di gestione. Inoltre Guillo approva l'idea che a cominciare l?esperimento del carcere cellulare siano i condannati ai ferri e i recidivi visto che, in attesa della costruzione delle carceri cellulari, si potra' continuare l'esperienza del regime del lavoro in silenzio gia' attivo nel carcere di Gaillon. Non solo, il governo deve resistere ai filantropi che demonizzano il carcere cellulare, e chiedono una riduzione delle pene, perche' questi non conoscono la vera natura dei condannati. Per poter ben giudicare questo nuovo sistema di carcerazione occorrera' provarlo e in attesa l?amministrazione non potra' certo ridurre le pene. Nella relazione sono poi presi in esame i vari tipi di lavori che possono essere insegnati ai carcerati, con particolare riferimento a quelle occupazioni che possono essere esercitate dagli ex carcerati una volta divenuti liberi, magari proprio presso le loro case e con l'aiuto dei familiari. Le attivita' sono la tessitura, la "bonnetterie", l?arte del calzolaio e del tagliatore d'abiti. Queste dovranno essere le quattro arti da esercitarsi in carcere, anche perche' il salario giornaliero dovra' essere omogeneo. L'Amministrazione dovra' solo vigilare che a livello locale nessuno abbia iniziative o introduca lavori diversi da questi. Per quanto riguarda poi il modello di impresa da utilizzare, Guillo rigetta l?idea di una amministrazione imprenditrice. Sostiene invece che l?Amministrazione debba "laisser les travaux des prisonniers dans l?industrie libre" e organizzare il lavoro dei detenuti in collaborazione con questa. In particolare egli pensa ad una impresa generale con dei forti capitali che gestisca il lavoro nelle carceri, in grado di offrire maggiore solidita' nei momenti di difficolta'. Purtroppo - dice sempre Guillo - sino a quel momento non e' stato possibile far vincere la ripugnanza di una tale intrapresa agli industriali piu' strutturati e facoltosi e, di conseguenza, le carceri sono divenute preda di industriali senza capitali incapaci di offrire opportune garanzie: ecco la necessita' di una impresa generale.‎

‎Volpicella Filippo‎

‎Delle prigioni e del loro migliore ordinamento. Trattato. Seconda edizione‎

‎In 8, pp. 315 + (1b) + (2) con 6 tavv. in lit. f.t. con prospetti architettonici e piante di famosi edifici carcerari di Gand, Pittsburg, New York e Filadelfia. Bruniture sparse. Br. ed. Seconda ed. (la prima usci' nel 1837) di questo importante trattato del maggior riformatore delle carceri del Regno delle Due Sicilie. Volpicella, sociologo, venne incaricato da Ferdinando II di prendere informazioni sul sistema carcerario in Europa e nel mondo. Volpicella utilizzo' come fonte principale le opere di John Howard, che, alla fine del Settecento, intraprese un vero e proprio viaggio alla scoperta dei maggiori luoghi di detenzione europei. Nella prima parte del trattato l'A. passa in rassegna le prigioni dei principali paesi (Inghilterra, Scozia, Irlanda, Svezia, Danimarca, Prussia, Polonia, Olanda, Francia, Svizzera, Spagna, Portogallo). Secondo l'A., che segue la cosiddetta 'teoria dell'intimidazione', il modo piu' efficace per tenere gli uomini lontani da questi luoghi, e quindi prevenire la criminalita', e' l'associare al carcere l'immagine di posto spaventoso e orribile. A tal fine devono essere costruiti in luoghi isolati e quasi inaccessibili, le 'mura nere e massicce, le porte ferrate e chiuse, niuna finestra e poche feritoie di fuori', anche se dentro 'siano comode e sanissime'. Al prigioniero deve essere assolutamente vietato l'incontro con parenti e amici. Tuttavia, per non recidere completamente i legami con la famiglia, al detenuto si possono dare notizie dei parenti 'ma non troppo frequentemente e per modo che una simile licenza possa talvolta parer un favore conceduto a quelli che nella loro prigionia danno buoni segni di ravvedimento'. Prevale l'ottica che vede nell'istituzione carceraria un luogo 'di purgazione e di emenda' in cui 'un ragionato soffrire dee attuar i malvagi pensieri e le inconsiderate voglie, e i costumi emendare'. L'A. spiega quindi i metodi con cui si puo' aiutare il detenuto a pentirsi: in primo luogo non gli devono essere continuamente rammentate le sue colpe passate, anzi 'fa d'uopo aver cura attentissima di niente fare o dire che le cause possa ricordar loro di quella infermita' o l'infermita' stessa e i suoi miserabili effetti'. Utile sarebbe anche istituire delle funzioni religiose all'entrata e all'uscita del carcerato per cominciare ad 'implorare l'aiuto divino' per chi entra e come forma di ringraziamento per chi esce. Anche il lavoro puo' diventare un efficace strumento di redenzione, poiche' insegna l'ordine e la disciplina, allontanando dall'ozio quanti potrebbero peggiorare ulteriormente trascorrendo una vita inerte e inoperosa. Per quanto riguarda le punizioni da sottoporre ai carcerati, i Direttori 'come veri padri di famiglia' sono in diritto di comminarle. La punizione deve domare gli spiriti irrequieti ma non nuocere alla sanita' del corpo ne' avvilire l'anima. A seconda del tipo di infrazione commessa, Volpicella individua una punizione adatta: chi disobeddisce puo' essere tenuto in camere buie per qualche giorno o ricevere solo pane e acqua; chi e' pigro al lavoro puo' essere obbligato a girare la ruota del mulino; a colui che non osserva il silenzio puo' essere lasciato in bocca per qualche ora un pezzo di legno; l'atto di violenza deve essere punito con il corpetto di forza o con la 'repressione verticale', che consiste nel legare il prigioniero al muro impedendogli i movimenti. Saggio di grande interesse, che testimonia la particolare anomalia italiana in campo carcerario, legata alla sua arretratezza in campo industriale. In Italia, infatti, e' venuta a mancare quella fase storica in cui l?istituzione penitenziaria ha svolto una funzione di addestramento al lavoro di fabbrica e di controllo del mercato della forza lavoro. In Italia, il carcere, si e' immediatamente adeguato alla funzione deterrente e terroristica. Cfr. Neppi Modona, La scienza e la colpa, p. 58.‎

‎Raggi Oreste‎

‎Elogio di Giovanni Battista Scanarolo vescovo di Sidonia autore dell'opera sulla visita de' carcerati‎

‎In 8, pp. 29 + (1b) con 1 tav. all'antip. inc. all'acq. Br. muta coeva. Elogio di Giovanni Battista Scanarolo, avvocato dei poveri a Roma, e delegato della Congregazione per le visite alle prigioni, autore del trattato che con piu' competenza mise a fuoco la problematica giuridica e assistenziale delle carceri romane, De visitatione carceratorum libri tres (Roma, 1660). Raggi si sofferma sul capitolo che Scanarolo dedicava alla tortura, in particolare al tormento della veglia, che conduceva spesso alla morte. Per delitti atrocissimi 'la pena dei quali portava o di essere bruciati vivi, o tagliati a brani, od arrotati, o trascinati a coda di cavallo, che erano i delitti di lesa maesta' divina od umana, di parricidio, di assassinio o di omicidio proditorio od altri [...]. Cosicche', rispetto alle pene che per tali delitti dovevano poi soffrire i rei, poca cosa era il tormento della veglia'. Raggi si rallegra quindi del fatto che queste torture siano state definitivamente cancellate, 'e mal si abbia persino chi a' di' nostri osa mettercele innanzi agli occhi, o sulle scene, o in mostruosi romanzi, o su dipinte tele: che' ogni memoria di quelle atrocita' vuole anzi essere dispersa per sempre da noi'.‎

‎Massone G. B.‎

‎La pena dei lavori forzati considerata nella sua applicazione pratica ossia i bagni marittimi negli Stati sardi studiati sotto l'aspetto economico-statistico-igienico-morale ed al confronto della riforma penitenziaria‎

‎In 8, pp. XXIII + 486 con tavv. sinottiche n.t., 2 grandi tavv. sinottiche f.t. piu' volte rip. e 1 tav. in lit. acquerellata a mano all'antip. Nota manoscritta coeva a p. VII. D. rifatto. Qualche alone ai p. Br. ed. Saggio relativo alle abitudini di vita dei condannati ai lavori forzati presso i bagni marittimi negli Stati Sardi. In particolare, l'A. cita l'impiego dei condannati al porto di Genova nei lavori alla darsena e all'arsenale. Oltre a coloro incaricati dello spurgo del porto, ci sono magazzinieri, imbianchini, fabbri, ferrai, falegnami, cordai, maestri d'ascia, stagnai, calderai, bottai. Ad essi il Governo forniva il vitto giornaliero che consisteva in una razione di "trentadue oncie di pane, piu' quattr'oncie di fave per la minestra [...]. Una giubba rossa di molettone, una berretta rossa in lana, e pantaloni di tela, una camicia e scarpe, componevano il loro vestiario". Non tutti i condannati erano incatenati a due a due; alcuni erano liberi, altri portavano al piede una grossa palla di cannone. Successivamente, nel 1848, vennero apportate modifiche al regolamento che disciplinava i lavori forzati nei bagni degli Stati sardi: in particolare i condannati venivano suddivisi in categorie a seconda della durata della pena e dal tipo di reato commesso. L'A. si sofferma poi sulla pena della "berlina", che consisteva nel far passare il prigioniero in mezzo alle vie della citta' mentre veniva sottoposto al pubblico insulto e ludibrio. Massone si scaglia contro questa sanzione ritenendola inutile e dannosa perche' non faceva che accrescere l'astio del detenuto nei confronti della societa'. Si stabili' inoltre, nei nuovi regolamenti, una paga giornaliera per i prigionieri, liberi di utilizzare il compenso come preferivano, purche' lo usassero sempre per migliorare il vitto giornaliero. Alcuni lavoratori speciali, detti "di grazia", erano totalmente liberi dai ferri e potevano uscire in citta' senza scorta. Praticamente anche qui si denota la divisione in addetti alla "grande fatigue" (non pagati e addetti ai lavori peggiori) e alla "petite fatigue" (retribuiti e addetti a lavori specializzati) da tempo in atto nei bagni francesi. Secondo Massone, la vita ai lavori forzati presso i bagni era preferibile rispetto a quella nel carcere a causa della vista del mare, dell'aria libera, del sole, e della possibilita' di stringere amicizia con i compagni. La prigione, invece, "uccide il corpo, altera l'intelligenza e pone l'animo in uno stato di tale letargo, che neutralizza la facolta' di agire a seconda del proprio intimo volere". In realta' i bagni penali furono quanto rimase nel momento in cui le galere vennero a perdere la loro funzione bellica e cominciarono a marcire nei porti. Scomparivano le galere ma rimanevano i galeotti. La pena della galera rimase sempre presente negli ordinamenti e i galeotti vennero quindi destinati ai molti lavori necessari alla gestione di una flotta militare e dei suoi porti. Gran parte della massa dei prigionieri era composta da frotte di poveracci, piu' che da criminali veri e propri, da vagabondi, pitocchi, eretici e contrabbandieri i quali, molte volte senza subire alcun processo, venivano d'ufficio inviati al bagno penale.‎

‎Nicolai Lorenzo‎

‎Delle vicende dell'imprigionamento dai tempi antichi fino ad oggi. Discorso letto dall'avvocato Lorenzo Nicolai presid.e del trib.e di Prima Istanza di Siena nella tornata del di' 11 novembre 1850‎

‎In 8, pp. 42 + (2b). Lieve alone violaceo al marg. int. delle cc. Br. ed. dec. Saggio storico relativo all'evoluzione del sistema carcerario nei secoli. L'A. sottolinea in apertura come sin dai tempi antichi la punizione oscillasse tra 'l'estrema dolcezza' e 'l'estrema crudelta'': questi 'due principii furono la liberta' politica, da cui sorse la dignita', e la prerogativa del cittadino; la schiavitu' politica, e la domestica, da cui venne il disprezzo d'ogni dritto d'umanita''. Nella storia delle civilta' antiche, quindi, o la prigionia era del tutto bandita o era portata all'estremo grado di esasperazione. Durante il Medioevo, le punizioni si fanno crudelissime: 'dileguato ogni carattere di legalita', l'imprigionamento accompagnato da tutte le sue crudelta' fu in pratica per tutta Europa, e divenne l'istrumento delle passioni brutali'. Fu a partire dalla seconda meta' del Settecento che cominciarono a diffondersi nuove teorie sulla prigionia. Nicolai sottolinea in particolare le teorie riformatrici di John Howard e di Bentham, e le riforme dei vari sistemi carcerari europei. L'A. si sofferma poi sulla situazione nel Granducato di Toscana elencando i principali penitenziari esistenti.‎

‎Mittermaier K. J.‎

‎Stato attuale della questione sulle carceri in relazione ai moderni resultati della legislazione e delle esperienze specialmente rispetto all'isolamento del Dott. K. J. Mittermaier consigliere intimo e professore in Heidelberg. Traduzione dell'avv. F. Benelli‎

‎In 8, pp. 272. Intonso. Lieve mancanza al marg. est. di 3 cc. interne. Strappetti al marg. est. dell'ultima c. Br. rifatta con carta d'epoca. Traduzione italiana della nota opera in cui Mittermaier (1787-1867) riassume le dottrine riguardanti il sistema penitenziario interrogandosi in particolare sull'opportunita' dell'assoluto isolamento. L'A. passa in rassegna i vari sistemi carcerari europei, propendendo per un sistema che concili il rigore dell'isolamento nel periodo iniziale della correzione, con quello di un trattamento meno severo a ravvedimendo cominciato. Un capitolo speciale e' dedicato alle recluse, alle quali, per l'indole di particolare sensibilita', deve essere riservato un trattamento particolare. Tuttavia anche alle donne puo' essere applicato il regime d'isolamento 'senza che ne risenta danno la loro salute di corpo e di spirito [...]. Il buon successo dell'isolamento applicato alle donne viene specialmente confermato dai Penitenziari d'Irlanda'. In sostanza egli credeva che piuttosto che tenere i condannati sotto chiave come bestie feroci, bisognasse riunirli, farli partecipare in comune ad esercizi utili, costringerli a buone abitudini in comune prevenendo il contagio morale con un?attiva sorveglianza e la regola del silenzio; questa regola abitua il detenuto a considerare la legge come un precetto sacro la cui infrazione genera un male giusto e legittimo. Mittermaier fu un importante giurista tedesco, celebre soprattutto per la sua opera di studio nei campi giuspenalistico e criminologico. Fu tra i primi ad applicare le scienze sociali delle cosiddette 'filosofie materialistiche' - medicina e psichiatria - al diritto, e a subordinare l'efficacia della legislazione agli sviluppi della scienza nella questione dell'imputabilita' in materia criminale. Cfr. Foucault, Sorvegliare e punire, pp. 259-260.‎

‎Bellazzi Federico‎

‎Prigioni e prigionieri nel Regno d'Italia. Seconda edizione‎

‎In 8 grande, pp. 166 + (2b) con tavv. sinott. n.t. Cart. ed. Testo su due colonne. Saggio relativo alla situazione carceraria italiana nei primi anni postunitari: 'la condizione dell'edificio carcerario italiano' - scrive l'A. - 'e' la somma delle cause opponentisi al conseguimento di uno almeno dei tre scopi di una buona teoria d'imprigionamento, che sono nell'impedire le evasioni, la mutua corruzione dei detenuti, le recidive'. Le carceri italiane sono tali da non riuscire a porre un argine alla corruzione dei prigionieri ma anzi sembrano in qualche modo alimentarla: 'spesso accade di trovare nel medesimo camerone rinchiusi lo adolescente colpevole di un primo fallo, e lo scellerato dai bianchi capegli'. Bellazzi critica in particolare il fatto che imputati e condannati siano mescolati: 'cosi' il peggiore dei sistemi d'incarcerazione, quello che ricorda i piu' barbari tempi della dominazione romana fino ad epoca non molto remota, puo' dirsi ancora in vigore in Italia'. Il peggiore dei sistemi di carcerazione e' quello che considera la prigione non ad puniendos sed ad continendos homines, ovvero 'un semplice luogo di deposito, nel quale si custodiva tanto il condannato che doveva passare alla galera o al patibolo, quanto l'accusato tradotto innanzi al magistrato'. L'A. procede quindi all'analisi di una serie di dati statistico comparativi fra i quali spese consumate per le carceri giudiziarie e per le case di pena, condannati evasi dai bagni marittimi e dalle carceri, confronto del sistema carcerario e penitenziario tra Francia e Italia, fatti punibili commessi dai detenuti dei bagni penali, ecc.‎

‎Beltrani Scalia Martino‎

‎Lettera al sig. Cav. Federigo Bellazzi sul libro Prigioni e prigionieri‎

‎In 8, pp. 60. Danni rip. al d. Br. ed. Polemica innescata dalla pubblicazione dell'opera Prigioni e prigionieri di Federigo Bellazzi: 'a sentir lei' - scrive Beltrani Scalia - 'l'Amministrazione delle carceri non e' che una beata sinecura, inetta, irresoluta, inerte, ritrosa, anzi ribelle, sprezzante i savi consigli, sdegnante i piu' utili suggerimenti, di null'altro capace che di scialacquare i tesori della nazione e di mantenere le tradizioni di un vecchio passato'. Bellazzi riteneva necessario 'rifare a nuovo tutte o quasi le carceri del Regno' attraverso lo stanziamento di una cifra straordinaria ma anche attraverso le somme derivanti dalla cessione a privati dei vecchi fabbricati e dei beni demaniali. Bellazzi si scagliava anche contro l'incapacita' del governo che non era stato in grado di fondare adeguate case di custodia per minori sull'esempio di quanto accadeva, invece, in Francia. Riteneva inoltre ingiusto rinchiudere in prigione minori non ancora condannati e presentava a testimonianza di questo due elenchi di 15 minorenni nelle carceri di Ancona e Bari. Coloro che venivano condannati a brevi pene, avrebbero potuto scontarle in una casa di custodioa invece che in un carcere. Cosi' risponde Beltrani: 'ella e' d'avviso che i giovanetti condannati a brevi pene debbano venire assegnati in una casa di custodia [...]? Crede ella che valga la pena di gravare lo erario di spese di trasporto, per mandarlo in uno stabilimento, a null'altro fare che a sciupare materie prime senza nessun profitto per lui - con dispendio della finanza?'.‎

‎Veratti Giuseppe‎

‎Della riforma degl'istituti educativi coatti pei minorenni traviati e discoli in Italia‎

‎In 8, pp. 21 + (1b). Due minuscoli forellini al marg. inf. delle cc. Br. ed. Scritto in cui l'A. spiega come l'indirizzo speciale della correzione educativa dei minorenni richieda professionisti adeguatamente preparati e non generici insegnanti. Dovrebbe infatti esistere una scuola di abilitazione per allievi correzionalisti in cui si impartissero 'studi diuturni e profondi intorno alla parte negativa psicologica che forma la base stessa del processo dell'incorrezione, del discolaggio, e della colpa, con cui si sviluppano le facolta' del minore. Non giova il miglior sistema carcerario del mondo per riformare come si deve questi istituti educativi coatti, se assolutamente un'influenza tutta morale e civile non si estende sui medesimi'. Da sola l'amministrazione carceraria, infatti, 'con tutte le sue discipline burocratiche, ed i suoi materiali rigori preconcetti di regolamentarismo non puo' raggiungere il fine educativo-coatto, morale e civile'.‎

‎Beltrani Scalia Martino‎

‎Il lavoro dei condannati all'aperto. L'esperimento alle tre fontane e la questione dell'Agro Romano‎

‎In 8, pp. 43 + (1b) con tavv. sinottiche n.t. Br. ed. Saggio relativo alla necessita' di impiegare i carcerati in lavori di pubblica utilita': 'abbiamo parecchie migliaia di ettari di terreno da bonificare e da coltivare nelle province di Foggia, in quella di Lecce [...] abbiamo la questione dell'Agro romano da risolvere [...] Noi abbiamo, d'altra parte, migliaja e migliaja d'individui giovani, robusti, volenterosi [...] le cui forze potremmo (anzi dovremmo) mettere a profitto, con immenso vantaggio di quei sciagurati stessi e del paese'. L'A. riferisce quindi dell'esperimento condotto nella tenuta delle Tre Fontane concessa in enfiteusi ai frati Trappisti con l'obbligo di piantarvi cento mila eucalipti nel corso di dieci anni: 'nata l'idea di far fare dai condannati i lavori di dissodamento in quella tenuta, e vinta la ripugnanza che naturalmente dovea produrre in quei frati, il pensiero di avere in casa propria circa duecento galeotti [...] stabilivasi di fare lo esperimento di un mese'.‎

‎Pellegrino Michele‎

‎Le case di custodia ed i riformatorj per minorenni in Italia. Agli onorevoli signori senatori e deputati‎

‎In 8, pp. 53 + (3b). D. rifatto. Br. ed. Saggio relativo alla necessita' di una riforma delle case di custodia minorili. Secondo l'A., a un minore che si da' al furto e ad altri reati non si possono imputare colpe, dal momento che egli e' vittima della societa', e in primo luogo della propria famiglia: 'e allora l'uomo onorato e ricco di avito censo o di guadagnata posizione, l'uomo dalle continue speranze e dai possibili sogni dorati, perche' non pensa qualche volta a questi miseri reietti della Societa'? Perche' quel ritenerli in tanto spregio, quasi colpevoli di un lotume fin dalla nascita su lor gettato?'. L'A. risponde a quanti sostengono che per i minori con problemi esistono gli appositi istituti: 'siete certi che corrispondano allo scopo della Istituzione, o meglio al bisogno di quei disgraziati? Sono carceri o luoghi di educazione? Si ammaestra la mente ed il braccio o semplicemente si punisce?'. Le Case Governative di Custodia, infatti, 'sono generalmente una piaga anziche' un rimedio'. Piu' che degli educatori, in questi istituti, operano le guardie carcerarie il cui compito non e' certamente quello di fare intravedere ai minori un'alternativa allo stile di vita che hanno da sempre condotto. I riformatori, sorti da poco in Italia, invece, 'non sono piu' luoghi esclusivi di pena, bensi' ogni sforzo hanno rivolto a cancellare quasi ogni idea di forzata dimora, si' da parere quali un rigoroso e ben disciplinato Collegio di Arti e Mestieri, o di Agricoltura'. L'A. cita in particolare gli esempi virtuosi della Casa degli Artigianelli di Torino, la Colonia Agricola di Moncucco Torinese, poi trasferitasi a Rivoli, e il Riformatorio di Boscomarengo. Questa serie di vedute rappresentano sicuramente una evoluzione rispetto ai precedenti modelli delle Case di educazione correzionale e degli ergastoli, nei quali costituivano asse centrale del sistema di rieducazione, la segregazione e la disciplina. L?A., evidentemente illuminato dagli influssi della scienza criminologica positiva, evidenzia nella societa' l?origine dei mali cui soggiacciono i giovani devianti e, alla luce di cio', propone il passaggio da un sistema sostanzialmente punitivo ad uno rieducativo.‎

‎Colonie de Citeaux (Cote d'Or)‎

‎Rapports annuels du directeur de la colonie a' la commission de surveillance de 1851 a' 1874‎

‎In 8, pp. (4) + II + 232. Br. ed. con lievi danni. Relazione statistica di grande interesse che raccoglie i dati di 23 anni consecutivi di attivita'. La colonia venne fondata nel 1849 con lo scopo di riunire ragazzi fino ai sedici anni, condannati da vari tribunali ma anche colpevoli solamente di vagabondaggio o mendicita'. Ad esempio, nell'anno 1851, di 244 ospiti, 110 erano stati condannati per furto, 60 per vagabondaggio, 35 per mendicita', 34 per vagabondaggio e mendicita', 5 per delitti contro il costume, 4 per maltrattamenti nei confronti dei genitori, 3 per incendio, 1 per furto e omicidio involontario. La maggioranza degli ospiti risultava pertanto colpevole di poverta'. Il sistema auspicato da Bentham risulta compiuto. Come affermato da Julius, questo sistema non e' piu' una semplice ingegnosita' architettonica ma e' 'un avvenimento nella storia dello spirito umano'. Ormai la disciplina non puo' piu' identificarsi con una istituzione, ne' con un apparato: essa e' un tipo di potere. Cfr. Foucault, Sorvegliare e punire, p. 235.‎

‎Barzilai Salvatore‎

‎Correzione paterna ed istituti correzionali‎

‎In 8, pp. 75 + (1b) + (1) + (1b). Br. rifatta con carta d'epoca. Studio giuridico relativo al diritto di correzione paterna normato dagli artt. 222 e 223 del Codice civile, a sua volta derivante dal codice di Napoleone. L'art. 222 stabilisce che 'il padre che non riesca a frenare i traviamenti del figlio puo' allontanarlo dalla famiglia, assegnandogli, secondo i propri mezzi, gli alimenti strettamente necessari e ricorrendo ove sia d'uopo al presidente del tribunale'. Ne discende che per far rinchiudere il proprio figlio in istituto il genitore non ha bisogno di autorizzazioni da parte del potere giudiziario, potendolo fare in forza del suo diritto di educatore. Accade cosi', 'specialmente nelle classi popolari, che ad ogni traviamento di un fanciullo [...] il padre ricorra al braccio delle legge. Egli vuole sbarazzarsi da un incomodo, molto spesso sottrarsi a spese di mantenimento, e vede ogni risorsa nella casa di correzione'. Basta quindi che il detentore della patria potesta' dichiari al magistrato di non potere piu' tollerare il figlio, senza che vi sia, come accade in Inghilterra, un'inchiesta giudiziaria per accertare i fatti. Sono quindi elencati alcuni casi perlomeno 'dubbi', in cui diversi minori furono destinati alla casa di correzione. L'A. conclude lo studio chiedendo l'abolizione dell'art. 222 o perlomeno una sua seria riforma. Importante documento, prima opera dell?avvocato, criminologo e politico Salvatore Barzilai, esponente storico dell?estrema sinistra liberale e fondatore del partito repubblicano italiano. Fu questa la sua tesi di laurea, la cui pubblicazione venne auspicata dal senato accademico e nella quale si evidenzia lo spirito progressista di questo esponente del mondo liberal massonico della fine del XIX secolo.‎

‎Lioy A.‎

‎Colonia penitenziaria ad Assab‎

‎In 16, pp. 23 + (1b). Br. ed. Discorso in cui l'A. ipotizza la nascita di una colonia penitenziaria ad Assab al fine di favorire lo sviluppo commerciale della colonia stessa: 'io credo che l'evoluzione piu' propria delle colonie sia quella d'iniziarsi col lavoro degli uomini reietti dalla societa' civile, per poi esse, rese adulte, svilupparsi vieppiu' col lavoro libero manifatturiero ed agrario e giungere cosi' fino a vergognare delle proprie origini e proclamarsi popolo virtuoso e civile. E' una evoluzione storica che rassomiglia ad una farfalla: la farfalla che nasce dal bruco!'. Mille furono le discussioni, gli articoli e i tentativi politici di dare alla neonata nazione il lustro di qualche colonia penale d?oltremare come era accuto per l?Inghilterra e la Francia. Del 1865 e' il progetto Caranti e del 1872-73 e' il viaggio della pirocorvetta Governolo, sotto il comando del Capitano Accinni, con lo scopo, anche se non pubblicamente dichiarato, di fondare una colonia penale italiana su di un?isola del Borneo. Il tentativo falli' miseramente nel momento in cui gli inglesi, evidentemente grazie a qualche operazione di spionaggio, vennero informati delle intenzioni italiane. L?Italia non ebbe mai una sua colonia penale ma seppe rimediare fondando l?Asinara e Pianosa.‎

‎LANZERINI Adolfo‎

‎Progetto di colonia transoceanica (con 1 carta geografica e 16 tavole iconografiche riprodotte dal reale istituto geografico militare di Firenze in seguito di concessione del Ministero della Guerra)‎

‎In 4, pp. 115 + (1b) + (4) con 1 carta geografica f.t. piu' volte rip. e 16 piante f.t., tavv. sinottiche n.t. Dedica al fr. parzialmente cancellata. Scarabocchio al marg. inf. del fr. Al verso della sguardia e' incollato un foglio a stampa con il testo della lettera del Guardiasigilli Zanardelli sull'opera di Lanzerini. Cart. mod. Rara opera che riprende il progetto Caranti del 1865 sulla colonizzazione penitenziaria nelle isole del Golfo di Bengala. Il progetto, affidato a Biagio Caranti dal Ministro dell'Agricoltura e Commercio Luigi Torelli, decadde quando Torelli si dimise e al suo posto arrivarono successori non piu' interessati alla questione. Parecchi anni dopo Lanzerini, impiegato amministrativo all'Universita' di Pisa, ritorno' sul tema scegliendolo come tema di un'esercitazione con Antonio Salandra nel Corso di scienze economiche-amministrative cui si era iscritto. Tuttavia, anche questa volta, nonostante il parere favorevole di Leone Carpi, l'iniziativa non si concretizzo'. Scrive Lanzerini che il sistema della deportazione seguito, ad esempio, dall'Inghilterra, 'contro il quale si levo' cosi' gran rumore in Europa, ha tanto contribuito in Australia allo sviluppo della prosperita' del paese'. Nel progetto, articolato in 72 punti, 'si ordina la presa di possesso in nome della Nazione italiana e colle forme d'uso, delle isole Nicobare situate nel golfo di Bengala'. La colonia penitenziaria sara' formata da 1500 individui dei quali 1200 uomini e i restanti donne. Numerose nel testo le tavv. sinottiche con l'elenco del personale di bassa-forza, l'indennita' di soggiorno e gli stipendi per i funzionari, i generi alimentari del personale, animali e materiali da acquistare. In fine di volume si trovano 16 piantine con la progettazione della citta' di Sambelonga presso il Golfo di Ganges, sede della colonia penitenziaria, il palazzo governativo, la caserma, l'edificio dei deportati, magazzini e stalla, la chiesa. Al di la' del caso italiano, occorre ricordare che altrove, in particolare in Francia, dopo l?abolizione della pena di morte per delitti politici nel 1848, la deportazione sara' il mezzo principale con cui sbarazzarsi degli elementi indesiderati. In Italia, durante il fascismo, sara' attivata una disciplina simile con il provvedimento del confino su isole o luoghi sperduti.‎

‎Canonico Tancredi‎

‎Il congresso penitenziario internazionale di Pietroburgo. Cenni‎

‎In 8 grande, pp. 352-364 + (1b). Br. ed. Estratto dai Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, vol. VI, 2o semestre, fasc. 12, seduta del 21 dicembre 1890. Saggio in cui l'A. presenta un riassunto delle risoluzioni adottate durante il congresso penitenziario internazionale di Pietroburgo. In primo luogo il congresso stabili' l'impossibilita' di introdurre nelle diverse legislazioni una stessa denominazione e definizione per le infrazioni penali, poi sanci' che l'ubriachezza non poteva essere considerata di per se' stessa un reato a meno che non sfociasse in atteggiamenti dannosi alla pubblica sicurezza. Altra questione dibattuta fu la convenienza, o meno, per reati di piccola entita', di adottare la pena condizionale in caso di prima infrazione, e in quale modo eliminare la cattiva influenza dei genitori o tutori sui minori durante il periodo di liberta' condizionata.‎

‎Beltrani Scalia Martino‎

‎Il bonificamento dell'Agro romano con la mano d'opera dei condannati‎

‎In 8, pp. 140 con 1 tav. f.t. rip. Br. ed. Ed. orig. Agli inizi del XX secolo, l?azione riformatrice si dirige verso l'impiego di condannati in lavori di bonifica su terreni incolti o malarici. In questo senso verra' varata la legge del 25 giugno 1904, n. 285. Scopo della legge fu alleggerire la pressione carceraria causata dalle croniche carenze dell?edilizia penitenziaria. La legge voleva inoltre essere una risposta alle istanze di lavoro carcerario, senza che queste potessero urtare socialisti e sindacati preoccupati dalla concorrenza tra lavoro dei detenuti e lavoro libero. Qualcuno si preoccupo' anche per i possibili pericoli per la salute dei condannati, pericolo ovviabile, a detta di alcuni, dai nuovi sistemi medicinali e preservativi. Senza dubbio, se la gran massa dei detenuti continua a provenire dagli strati piu' dequalificati della societa' italiana, viene in questo modo istituzionalizzato il principio che il sistema carcerario non intende fornire alcuna qualificazione professionale agli stessi. Cfr. Neppi Modona, Il sistema penitenziario..., cit. in La scienza e la colpa, pp. 65-66.‎

‎Bianchi Quirino‎

‎L'educazione dei figli dei carcerati. Estratto dalla Rivista Mensile di Psichiatria Forense. Antropologia criminale e scienze affini‎

‎In 8, pp. 32. Indirizzo di spedizione e affrancatura al p. post. Dedica autogr. dell'A. al fr. Br. ed. Studio relativo alla criminalita' minorile con riferimento alle varie legislazioni d'Europa. Secondo l'A., in Italia, la materia che riguarda la tutela dell'infanzia ha un complesso di disposizioni 'che rispecchiano in qualche modo un concetto molto piu' moderno, che non fosse quello francese, o di altre legislazioni estere sull'argomento'. Tuttavia, le statistiche dimostrano che i minorenni che delinquono 'aumentano spaventevolmente'. La stessa statistica dimostra che 'i fanciulli completamente abbandonati superano i 30000, che ogni anno si condannano in media 14000 fanciulli fra i 9 ed i 14 anni, ed in fine che il vagabondaggio dell'infanzia, specialmente nei grandi centri, offre la percentuale del 40%'.‎

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‎Statistica delle carceri e delle colonie per domiciliati coatti. Anno 1910. I. Stabilimenti di detenzione preventiva. II. Stabilimenti penali. III. Colonie per domiciliati coatti‎

‎In 8 grande, pp. XVI + 472 + (2b) con molte tavv. sinott. n.t. D. rifatto. Strappetto al p. ant. Br. ed. Relazione sullo stato delle carceri italiane con molti dati: consistenza numerica e capienza degli stabilimenti, istruzione scolastica, numero delle evasioni, detenuti stranieri, stato civile ed eta' dei detenuti, liberazione condizionale, recidivita', movimenti d'infermeria, casi di tubercolosi, mortalita', casi di alienazione mentale, suicidi, ricompense e punizioni, proventi delle carceri giudiziarie, spese di mantenimento dei detenuti, risultati economici dell'azienda industriale, domiciliati coatti.‎

‎Flajani Alessandro‎

‎Saggio filosofico intorno agli stabilimenti scientifici in Europa appartenenti alla medicina‎

‎In 8, pp. (2) + XXVIII + 288 con tavv. sinott. n.t. e 5 tavv. f.t. piu' volte rip. Intonso. Usuali fioriture della carta. Tarletto ad alcune cc. che nella sua massima espansione raggiunge i 4 cm con lesione del testo. Br. muta coeva. Opera che raccoglie le osservazioni fatte dall'A. nei suoi viaggi in Germania, Inghilterra e Francia durante i quali studio' ospedali e luoghi di cura. Flajani nella prima parte tratta degli stabilimenti scientifici (universita' e scuole cliniche, lezioni pubbliche e private, accedemie e societa' mediche, scuole di veterinaria); nella seconda descrive le collezioni scientifiche (gabinetti di anatomia, gabinetti zoologici, orti botanici, gabinetti mineralogici, biblioteche); nella terza si sofferma sui 'mezzi che somministransi in varj luoghi ai poveri malati e primieramente degli ajuti pubblici usati in Germania ed in Inghilterra' e sugli ospedali destinati ai vari tipi di malattie (febbri contagiose, malattie veneree, donne partorienti, pazzi, ospedali militari). Nella quarta tratta degli aiuti per i poveri non malati (invalidi, poveri e orfani, sordomuti, ciechi). A proposito dei manicomi scrive: 'gli spedali de' pazzi, che trovansi nella Germania non sono cosi' ben sistemati come dovrebbero esser in proporzione de' progressi della Medicina. Lo spedale di Vienna e' sicuramente uno di quelli che trovansi in questo caso'. Molto positivo, invece, il giudizio per quanto riguarda gli ospedali psichiatrici di St. Luke a Londra, e quello di Machester, il Lunatic Hospital.‎

‎D'ALFONSO N. R.‎

‎Otello delinquente. Lettura fatta nell'Universita' di Roma per la fine del corso di psicologia criminale nell'anno 1909-10‎

‎In 16, pp. 51 + (1b). Br. ed. Saggio di criminologia che analizza il personaggio di Otello in chiave psicologica.‎

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‎Processo contro Achille Agnoletti per assassinio del proprio figlio dibattutosi avanti la corte d'assise di Milano nella sessione di giugno e luglio 1872‎

‎In 8, pp. 123 + (1b) con 1 tav. all'antip. con xilogr. Br. rifatta. Documenti del dibattimento processuale che vide imputato il ferrarese Achille Agnoletti accusato di aver ucciso il figlio di tre anni per affogamento. Si tratta di un caso giudiziario che all'epoca fece molto scalpore. Venne condotta una perizia psichiatrica su Agnoletti da Andrea Verga, Antonio Berti e da Cesare Lombroso.‎

‎CHINDAMO Vincenzo‎

‎Suggestione e responsabilita' secondo gli articoli 45 e 46 codice penale italiano con prefazione dell'on. Prof. Enrico Ferri‎

‎In 8, pp. 46. Dedica autogr. dell'A. al fr. e sue annotazioni manoscritte alla fine dell'ultima pagina di testo. Lieve mancanza al d. Br. ed. Sommario: Della suggestione come fenomeno dello spirito umano nella preparazione e compimento dell'atto criminoso; Responsabilita' penale dell'ipnotico e del suggestionato in occasione dei reati da loro eseguiti. Giurisprudenza; Responsabilita' del suggestionatore; Del dolo come finalita' della suggestione...‎

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‎Manifesto senatorio per cui in aggiunta alle disposizioni date con altri precedenti de' 16 Novembre 1740 e 8 Gennaio 1743 per l'estirpazione de' malviventi nelle province d'Alessandria e Lomellina viene dichiarato che possano impunemente uccidersi in caso di resistenza con armi. In data del primo Giugno 1743‎

‎In 4, pp. (4). Stemma e capolettera xilogr. Manifesto che stabilisce che 'ogni qual volta si tentera' l'arresto dei vagabondi e malviventi o che occorrera' di dover inseguire i medesimi per farli cadere nelle forze possano questi, in caso pero' solamente di resistenza con armi, impunemente uccidersi nonostante non siano ancora condannati ne' descritti sovra alcun catalogo'.‎

‎FERRIANI Lino‎

‎Delinquenti che scrivono (studio di psicologia criminale). Prima edizione‎

‎In 16, pp. XIX + 342. Qualche timbretto di ex possessore alle cc. Legatura in mz. tl. coeva. Interessante e rara opera di Lino Mariani (Ferrara, 1856 - ivi, 1921), magistrato prima a Como e poi presso la Suprema Corte di Cassazione a Roma. Fu attento studioso di questioni sociali e della condizione dell'infanzia. Il volume 'ci mostra l'epistolario di tutta una folla di criminali e per mezzo di esso ci ricostruisce tutta la psicologia dell'uomo delinquente...' (Rivista di discipline carcerarie, 1899, p. 97).‎

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‎Notizie statistiche sulle condanne alla pena di morte in Italia nel decennio 1867-1876 pubblicate per cura del Ministro di Grazia e Giustizia‎

‎In 4, pp. 90 + (4). P. post. e dorso rifatti con carta d'epoca. P. ant. orig. con tracce di polverosita'. Pubblicazione contenente tavole sinottiche relative ai dati dei condannati a morte in Italia nel decennio 1867-1876.‎

‎VIRGILIO Gaspare‎

‎Sulla natura morbosa del delitto. Saggio di ricerche. Passannante e la natura morbosa del delitto‎

‎In 8, pp. VIII + 123 + (5). Alcune mancanze ai margg. dei piatti. D. rifatto con rinforzo. Br. ed. Collana: Biblioteca Antropologico-Giuridica, serie II, vol. XLVIII.‎

‎VIDONI Giuseppe‎

‎La delinquenza dei minorenni. Scaturigini e rimedi. Con prefazione di Gian Giacomo Perrando‎

‎In 8, pp. 122 + (6). Strappetti e piccole mancanze al piatto anteriore. Br. ed.‎

‎MASSOLA Giuseppe, TAGLIASACCHI G. B.‎

‎Al tribunale civile e criminale nella giurisdizione di Lunigiana. Allegazione per il cittadino Giuseppe Mercadanti di Sarzana carcerato contro il fisco di Sarzana e chi di ragione‎

‎In 4, pp. 31 + (1b). Br. rifatta con carta d'epoca. Memoria difensiva degli avvocati Giuseppe Massola e Giovan Battista Tagliasacchi i quali tentano di discolpare il loro assistitito, Giuseppe Mercadanti, da cinque mesi in carcere, per un delitto non commesso ovvero l'omicidio di una donna, Maria Domenica Fornesi, moglie d Francesco Fornesi e sorella di Andrea Bologna. Fu il mezzadro di Mercadanti, Antonio Isopo, a denunciare il padrone dicendo che questi aveva ucciso la donna e l'aveva sepolta nella cantina della sua casa di villeggiatura. La Rota civile e criminale di Sarzana trovo' in effetti dei resti umani nel luogo indicato oltre ad una serie di prove che facevano supporre che fosse proprio Mercadanti l'autore del delitto. Lo stesso Mercadanti si dichiaro' colpevole durante un interrogatorio. In questa memoria difensiva i due avvocati, riscostruendo l'intera vicenda, tentano di dimostrare la non colpevolezza di Mercadanti.‎

‎TARDIEU Ambroise‎

‎Etude medico-legale sur la folie avec quinze fac-simile d'ecriture d'alienes‎

‎In 8, pp. XXII + 610 + 48 di catalogo dell'editore. Legatura in cartonat. decorata novecentesca. Da pagina 497 a pagina 602 compaiono le riproduzioni in facsimile di alcune scritture di pazienti alienati. Edizione originale di questo imortante studio sulla follia di Auguste Ambroise Tardieu (1818-1879), medico e criminologo francese professore della Facolta' di Medicina Legale presso l'Universita' di Parigi.‎

‎CHAMBARD Ernesto‎

‎I morfinomani. Studio clinico, medico-legale terapeutico. Traduzione del dott. Giovanelli Giovanni‎

‎In 16, pp. 239 + (1b). Legatura edit. in p. tl. con tit. oro al p. ant.‎

‎GRASSET J.‎

‎Demifous et demiresponsables‎

‎In 8, pp. 297 + (1) + (2). Br. ed. con rinforzo al dorso e bruniture ai piatti.‎

‎DONATI Marco‎

‎Societa' e delinquenti. Conferenza tenuta all'Ateneo Veneto‎

‎In 8, pp. 54. Gora al p. post. e alle ultime 2 cc. Br. ed.‎

‎Anonimo‎

‎Rivocazione. Essendo stati arrestati i disertori Bonaventura Miesgel e Giovanni Rosziziki signalizzati da questa parte li 15 del corrente mese... cosi' ha da cessare ogni ulteriore indagine sopra i medesimi...‎

‎Foglio (cm 22 x 35 ca.). Nota riportante in calce il nome del capo-commissario di Polizia di Innsbruck con l'elenco dei ricercati con descrizione fisica dei soggetti in questione e del tipo di reato commesso. La nota si apre con la dichiarazione d'arresto e la conseguente chiusura delle indagini nei confronti di Bonaventura Miesgel e Giovanni Rosziziki. Sono quindi mezionate due donne, Barbara Nudischer e Teresa Haring, entrambe native di Schwatz, indiziate di aver commesso un furto. Citato quindi un 'giovinastro' di Weerberg, calzolaio, anch'egli indiziato di furto, e altri sospettati per truffa, furti e violenza pubblo'ica, Andrea Loitfelder, Leopoldi Spindler, Andrea Bruneder...‎

‎CAGGIANO Giulio‎

‎Mala vita napoletana. Edizione novissima. Dal 40o al 50o mi‎

‎In 16, pp. 155 + (12) di pubblicita'. Dedica autografa dell'A. all'occhietto. Br. ed. Nuova edizione della raccolta di racconti sulla malavita napoletana di questo magistrato che scrisse anche per il teatro sempre affrontando temi sociali e giuridici legati alla sua professione.‎

‎FERRIANI Lino‎

‎La infanticida nel codice penale e nella vita sociale. Considerazioni‎

‎In 16 gr. pp. 184. Br. ed. Edizione originale. Ferriani, sebbene studioso appartenente alla scuola positiva, tento' sempre di conciliare il determinismo e la teoria del delinquente nato di questa con le istanze della pedagogia cristiana incentrata sul concetto di morale preventiva.‎

‎Anonimo‎

‎Pio IX e l'Italia ossia storia della sua vita e degli avvenimenti politici del suo pontificato seguita da molti documenti ufficiali e dalle orazioni funebri di O'Connell e del Can. Graziosi recitate dal Padre Ventura‎

‎In 8, cm 14 x 20,5, pp. (4) + 376 + CXXXVIII con 8 tavole xilografiche fuori testo raffiguranti personaggi. Gora all'angolo inferiore, qualche brunitura e piccoli difetti. Mezza pelle coeva. Traduzione italiana di quest'opera di Felix Clave', interessante personaggio, fondatore della Societa' S. Vincenzo de Paoli, noto per essere stato coinvolto, peraltro innocente, nello scabroso caso dell'omicidio commesso da Madame Marie' Lafarge, protagonista di uno dei piu' scabrosi casi (omicidio del marito per avvelenamento) del XIX secolo‎

‎LOMBROSO Cesare‎

‎Il caso Olivo con l'aggiunta della autobiografia di Alberto Olivo e 11 tavole‎

‎In 6 (cm 13 x 19), pp. 282 + (2) con inserto centrale con tavole illustrate su carta patinata. Brossura editoriale. Monografia dedica al caso Olivo suddivisa in tre parti: la prima con saggio di Lombroso sulla personalita' di Alberto Olivo; la seconda e' uno studio del processo scritto dal criminologo Augusto Guido Bianchi, la terza e' un'autobiografia scritta dallo stesso Olivo. Sebbene Olivo avesse confessato di essere l'autore di un efferato omicidio fu assolto in due gradi di giudizio per mancanza di prove.‎

‎M. L. Patrizi‎

‎La fisiologia d'un bandito (Musolino). Esperimenti e commenti‎

‎In 8 (cm 15 x 23), pp. 219 con illustrazioni intercalate al testo anche a piena pagina, 1 tavola fuori testo ripiegata, facsimile di un autografo di Musolino e suo piccolo ritratto fotografico all'antiporta. Legatura coeva in tela con abrasioni ai tagli. Saggio di psichiatria criminale sulla figura del bandito, con referti medici, il profilo psicologico, i tratti antropologici, la topografia del cranio, il processo in tribunale, ecc...‎

‎A. Salomon‎

‎Notice sur l'histoire des prisons et de la reforme penitentiaire en Russie‎

‎In 16 (cm 13,5 x 20), pp. 114 + (2). Brossura editoriale. Pubblicazione che nasce dalla volonta' di rispondere al quesito posto dalla Commissione penitenziaria internazionale che aveva chiesto di tracciare una storia della riforma penitenziaria nei vari paesi. Per la Russia risponde A. Salmon, segretario del Consiglio delle prigioni, che procede al racconto della storia carceraria in Russia dall'imperatrice Caterina II. Dalla riforma con l'Imperatrice Caterina nel Settecento si passa alla riforma dell'imperatore Alessandro con particolare riferimento al regolamento per la deportazione dei prigionieri in Siberia, si passa quindi alle riforme di Nico0la e di Alessandro II con la fine dei castighi corporali. Raro.‎

‎MELLUSI Vincenzo‎

‎Quelli che amano e uccidono‎

‎In 8, cm. 12,5 x 21, pp. XIV + 37 + (6), brossura editoriale illustrata. Bruniture sparse. Collana Piccola Biblioteca di Scienze n. 295. Interessante studio di V. Mellusi, autorevole studioso di antropologia criminale di scuola lombrosiana, sul comportamento e sul meccanismo psichico degli erotomani, dei delinquenti per gelosia, degli uccisori per suggestiore erotica e degli uxoricidi per adulterio.‎

‎Mario Carrara‎

‎Le applicazioni dell'antropologia criminale nella prevenzione di polizia‎

‎In 8 (cm 16 x 23), pp. 29 + (3b). Brossura rifatta con  carta d'epoca. Relazione tenuta al primo convegno della Societa' di antropologia, sociologia e diritto criminale di Roma dell'aprile 1914. Estratto editoriale dall'Archivio di Antropologia criminale, Psichiatria e Medicina legale. Relazione di Mario Carrara, ordinario di medicina legale all'Universita' di Torino, fautore della scuola positiva, fu tra i primi ad invocare nei congressi e nelle sue pubblicazioni l'<wbr />esame antropologico-criminale dei detenuti.‎

‎COSENTINO Paolo‎

‎Delinquenza siciliana (Appunti di sociologia criminale)‎

‎In 8, cm 16 x 24, pp. 122. Brossura editoriale con riparazione al dorso. Edizione originale di una delle opere di questo studioso siciliano di antropologia criminale. Altre sue opere di analogo argomento furono 'I delinquenti. Note di antropologia criminale' del 1898 e 'Nel mondo dei criminali' del 1903. Di notevole interesse l'analisi delle differenze che corrono tra mafia siciliana e altri consessi delinquenziali come la camorra napoletana.‎

‎Aubanel‎

‎Rapport medico-legal sur le nomme' Dominique Miller accuse' d'assassinat‎

‎In 16 (cm 12,5 x 20,5), pp. 36. Brossura rifatta con carta d'epoca. Estratto editoriale dagli Annales medico-psychologiques. Rapporto medico legale di Aubanel, medico primario dell'Ospedale psichiatrico di Marsiglia, sullo stato psichico di Dominique Miller, accusato di aver ucciso con premeditazione Antoine Santi, capitano di nave originario della Corsica, ammazzato con un colpo di pistola nel pieno centro di Marsiglia. Secondo Aubanel, Miller aveva agito in uno stato di alienazione mentale ritenendo di doversi vendicare di Santi, persona che in realta' non conosceva.‎

‎Lucy C. Bartllet‎

‎Patronato dei minorenni condannati condizionalmente di Roma. Discorso della Presidente‎

‎In 8 (cm 18 x 26), pp. 9 + (3b). Brossura editoriale con alone al piatto anteriore. Discorso della Presidentessa del Patronato dei minorenni condannati condizionalmente di Roma Lucy Bartlett. Nel 1905 Lucy Bartlett, giovane inglese, innamorata dell'Italia, lanciava negli ambienti aristocratici della societa' romana l'idea della formazione di patronati gratuiti, una sorta di probation system, che assistessero i minorenni condannati con la condizionale. Questi patronati sorsero poi in varie parti d'Italia (oltre a Roma, Milano, Firenze, Napoli, Bologna) con l'intento di colmare la lacuna della legge Ronchetti che non prevedeva la sorveglianza e la cura dei minori a cui era stata sospesa la pena tramite condizionale e che, di fatto, venivano poi abbandonati al proprio destino.‎

‎C. Picone-Chiodo‎

‎I nuovi orizzonti della sociologia criminale. 2o migliaio‎

‎In 8 (cm 13,5 x 24), pp. 162. Dedica autografa e timbro all'occhietto. Dorso rifatto. Gora leggera al margine superiore delle pagine. Brossura editoriale. Argomenti: Fondamento biologico delle istituzioni; Perche' si punisce?; Genesi ed evoluzione storica del diritto di punire; Esame delle varie scuole; La scuola classica; La scuola eclettica; La scuola positiva; L'evoluzione della giustizia penale; La negazione del diritto di punire; ecc...‎

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