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‎Dante alighieri‎

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‎Mambelli M. (cur.)‎

‎La «Bellezza ch'io vidi» (Paradiso XXX, 19). La Divina Commedia e i mosaici di Ravenna. Ediz. illustrata‎

‎ill. Durante la sua permanenza a Ravenna il Sommo Poeta visitò certamente le splendide basiliche bizantine traendo ispirazione dai loro mosaici. Fu Giovanni Pascoli a suggerire la rilevanza dell'arte di Ravenna come fonte ispiratrice dell'ultima cantica della Commedia. Dante è un attento osservatore di ogni forma d'arte, disegnatore lui stesso e necessariamente sensibile rispetto a quel ricco repertorio di immagini fortemente evocative, che per lui ebbero la medesima influenza di una fonte scritta. A Ravenna il poeta esule non trovò soltanto un rifugio tranquillo. Nelle basiliche del V e VI secolo, che si elevavano ancora nobili e preziose, splendevano mosaici dal forte contenuto simbolico. Erano immagini concise e luminose, smaterializzate e prive di tutti quegli elementi sensuali che potevano in qualche maniera ostacolare l'espressione della trascendenza e della spiritualità. Questa mostra aiuta a comprendere come quell'universo di simboli e trionfi, occultato dall'umile mattone dei monumenti di Ravenna, occupi un ruolo non episodico ma sostanziale nella Commedia come fonte ispiratrice di immagini sublimi dal Paradiso terrestre sino all'Empireo.‎

‎Azzetta L. (cur.); Mazzucchi A. (cur.)‎

‎Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo. Atti del Convegno internazionale (Roma, 7-9 novembre 2016)‎

‎br. Dopo il grande convegno-evento dell'ottobre 2015, dedicato a "Dante fra il settecentocinquantenario della nascita (2015) e il settecentenario della morte (2021)", con le connesse celebrazioni in Senato e il forum del maggio dello stesso anno, si è tornati a una dimensione più consueta con il convegno del 7-9 novembre 2016, dedicato alla produzione letteraria che si attivò "Intorno a Dante", coinvolgendo direttamente il poeta o subendone in qualche modo l'influenza. Il convegno si è proposto infatti di illuminare la figura e l'opera di Dante attraverso una estesa indagine sugli ambiti politici, storici e culturali entro i quali egli fu attivo e che ne ereditarono il magistero. Giovandosi dell'apporto di metodologie e discipline scientifiche differenti, si è inteso focalizzare l'attenzione sugli ambienti che, durante la vita di Dante e subito dopo la sua morte, si segnalano quali luoghi significativi di elaborazione di cultura e di pensiero, di circolazione di libri e idee, di forme letterarie nuove, che si comprendono pienamente solo in rapporto alla "lezione" del poeta. Entro questo quadro ampio e articolato, che tratteggia le linee fondamentali della civiltà italiana durante il sec. XIV, trova un suo spazio specifico anche la prima ricezione della Commedia, testimoniata da una notevole produzione di copie manoscritte, dalla tradizione dell'antica esegesi, anche figurata, dal fiorire di una ricca e variegata aneddotica, nonché da un importante episodio "iconografico": la recente riscoperta del prezioso Libro d'ore di Francesco da Barberino, creduto fino a non molti anni fa irrimediabilmente perduto, poi ritrovato e recentemente riprodotto in facsimile: il famoso Officiolo, miniato sotto l'attenta supervisione di Francesco, che sembra con ogni probabilità testimoniare la conoscenza non superficiale da parte del Barberino almeno dell'Inferno, di cui riecheggia talune particolarità (ad esempio la raffigurazione del Limbo). Ne risulta un volume particolarmente ricco di indicazioni e di spunti, che ben si colloca all'interno delle numerose iniziative mirate a segnare il cammino verso il traguardo del settimo centenario della morte di Dante, che si celebrerà nell'ormai prossimo anno 2021.‎

‎Valli Luigi‎

‎La struttura morale dell'universo dantesco‎

‎brossura Questo volume raccoglie quanto dell'opera dantesca di Luigi Valli era ancora inedito o pubblicato su riviste, vi sono contenute le sue conferenze e i commenti a quattordici canti di Dante e le note integrative alla sua scoperta del segreto della Croce e dell'Aquila nella Divina Commedia. L'opera dantesca di Valli si estende dal 1904 fino al 1930; seguendo tale criterio il volume è diviso in due parti: la prima comprende i suoi scritti fino al 1922, quando egli scoprì le simmetrie della Croce e dell'Aquila; la seconda, che arriva fino al 1930, porta notevoli e nuovi integrazioni ai suoi volumi di esegesi dantesca. L'Appendice contiene due brevi scritti inediti trovati fra le sue carte che vengono pubblicati per la loro importanza. Con questo testo si vuole dare una visione d'insieme delle materie trattate dal grande studioso il quale dedicò la vita all'interpretazione degli scritti di Dante. Instancabile studioso e ricercatore, Valli traspare nella sua totalità di esperto assoluto delle allegorie dantesche proprio dagli scritti brevi e dalle fulminanti intuizioni. Di lampante e straordinaria profondità sono i capitoli dedicati proprio alla struttura morale dell'universo dantesco, della morte mistica nella Divina Commedia, sul "supercattolicesimo di Dante" e il parallelo tra "Ulisse e la tragedia intellettuale di Dante".‎

‎Mercuri Chiara‎

‎Dante. Una vita in esilio‎

‎ril. L'esilio è come il mar Rosso che si richiude dietro alle spalle, senza aprire alcuna Terra Promessa; ti lascia lì in mezzo al guado, impossibilitato ad andare avanti, impedito nel tornare indietro. Mandare qualcuno in esilio nell'Italia del Trecento, significava volergli fare terra bruciata intorno, distruggergli il nido, buttargli giù la casa pietra a pietra, sasso a sasso, trave a trave. A partire dal racconto tragico dell'esperienza dell'esilio, riprendono vita le vicende biografiche e poetiche di uno dei più grandi autori della letteratura mondiale.‎

‎Liborio Giuffré‎

‎Dante e le scienze mediche. Anatomia e fisiologia generale espressione organica delle passioni‎

‎br.‎

‎Epicoco Luigi Maria‎

‎Vergine madre, figlia del tuo figlio. Meditazioni sull'inno alla Vergine di Dante. Nuova ediz.‎

‎brossura «Queste pagine nascono nella semplicità e nel silenzio delle mattine di dicembre, tra i volti ancora assonnati, ma pieni di stupore dei giovani universitari che quotidianamente riempiono la chiesa per la messa mattutina. Per sette giorni ci siamo fatti guidare da Dante per prepararci alla Festa dell'Immacolata. Poiché ciò che nasce dal nostro essere Chiesa non è solo nostro, proprio per ripagare questo debito abbiamo deciso di consegnare il cammino svolto anche agli altri».‎

‎Zaniboni Raffaello‎

‎Storia di un ADRA: Dante Lazzeri da Ardito Distruttore della Regia Aeronautica a partigiano‎

‎ill., br. Il 28 luglio del 1942 la regia Aeronautica costituì il reparto speciale degli A.D.R.A., gli Arditi Distruttori della Regia Aeronautica, al quale vennero affidati particolari compiti operativi, come quelli riferiti ad azioni di sabotaggio a danno degli aeroporti nemici da attuarsi anche tramite azioni di aviolancio di paracadutisti. Entrò a fare parte di questa nuova realtà anche Dante Lazzeri che con altri si preparò alla guerra, ma solamente alcuni vennero impiegati in una azione in Africa settentrionale e un'altra in Sicilia nell'estate del 1943. Gli A.D.R.A. si addestrarono tecnicamente, fisicamente e psicologicamente nella base di Tarquinia e poi nella zona di Campo dell'Oro a Civitavecchia. Una volta terminato il ciclo di addestramento sopravvenne però l'8 settembre. Lazzeri partecipò alla difesa di Roma, dove durante un combattimento contro i tedeschi, venne ferito alla testa. Miracolosamente salvatosi riuscì poi a tornare a casa in Garfagnana, dove entrò a far parte della Resistenza. Inquadrato nella Divisione partigiana Lunense ebbe l'incarico di comandare una squadra di sabotatori mettendo a frutto la sua esperienza nel campo degli esplosivi.‎

‎Castelli Gattinara Enrico‎

‎Come Dante può salvarti la vita. Conoscere fa sempre la differenza‎

‎ril. Nell'era dell'effetto Dunning-Kruger, quella distorsione per cui chi meno sa più crede di sapere, è bello scoprire che invece ci sono stati casi - e tanti - in cui sapere, ricordare ha fatto letteralmente la differenza tra vivere o morire, tra fortuna e miseria, tra resistenza e disperazione. E non il conoscere pratiche estreme di sopravvivenza, ma il fatto di riportare alla mente il brano di un grande classico imparato a memoria ai tempi della scuola, di sapere dove posare le dita davanti a uno strumento musicale, di riuscire a interpretare un dipinto o una scultura, di comprendere un'opera teatrale. Il fatto di avere un piccolo ma solido bagaglio di cultura. Sì, cultura. Enrico Castelli tutti i giorni deve trovare il modo per convincere i suoi ragazzi che sapere serve. E quando loro sbuffano alla richiesta di imparare qualche verso di Dante a memoria, racconta loro la storia di un uomo che grazie a quelle terzine è sopravvissuto al campo di concentramento.‎

‎Fenzi Enrico‎

‎Dante ghibellino‎

‎br. I due saggi che compongono il volume sono tra loro legati dal comune impegno a riconsiderare la scelta politica di Dante in favore dell'impero. Il primo, Dante ghibellino, muove dal fatto che nel Dante degli anni fiorentini precedenti l'esilio manca, in maniera abbastanza sorprendente alla luce dell'opinione vulgata, ogni dichiarazione o prova di un'esplicita fede guelfa e di un'adesione all'ideologia 'comunale' che aveva in Brunetto Latini il suo principale esponente. Così, l'altrettanto sorprendente e combattivo entusiasmo nei confronti di Federico II e di Manfredi nel De vulgari eloquentia, negli anni immediatamente successivi all'esilio, non può essere messo in diretta contraddizione con una precedente stagione di segno opposto, ma appare semmai come l'erompere improvviso ma coerente di una scelta di fondo che avrà sviluppi ulteriori, sino alla sua definizione ultima nella Monarchia. Il secondo saggio, nato come 'lettura' del canto sesto del Paradiso dedicato alla figura di Giustiniano e alla centralità di una nozione dell'Impero quale 'universo giuridico', si sofferma su due nodi particolari ai quali Dante ha dedicato ampie riflessioni: il rapporto tra l'Impero e la Chiesa, e quello tra il diritto e la guerra, che nella storia del mondo solo il 'volo dell'aquila', cioè la storia di Roma prima repubblicana e poi imperiale, è riuscito a stringere positivamente in un sol nodo.‎

‎Penni Emanuela‎

‎Dante e i mosaici di Torcello. Nel triangolo magico Bisanzio-Ravenna-Venezia‎

‎ill. "Ed è proprio l'interpretazione della Commedia del sommo poeta, oltre che del Giudizio universale di Torcello, che si arricchisce attraverso questo nuovo volume della Professoressa Penni, stabilendo precisi paralleli tra il poema e il mosaico. La lettura di questo libro è una gioia intellettuale ed etica insieme; intellettuale, perché permette di apprezzare e comprendere meglio due grandiose opere d'arte; etica, perché rafforza la tensione al bene che abita in ciascuno di noi." (dalla prefazione di Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede)‎

‎Seriacopi Massimo‎

‎Illuminazioni dantesche e considerazioni su Dante Alighieri‎

‎br. Un intero universo, tripartito ma da ricondurre a un principio unitario, viene presentato all'interno della Commedìa dantesca, scandita secondo le tappe di un viaggio che da una parte rappresenta il confronto con la propria interiorità e con il proprio percorso esistenziale, dall'altra rende conto della situazione di degrado e di corruzione morale e politica della societas all'interno della quale si vive.‎

‎Ferroni Giulio‎

‎L'Italia di Dante. Viaggio nel Paese della «Commedia»‎

‎ril. Seguendo la traccia della Divina Commedia, e quasi ripetendone il percorso, Giulio Ferroni compie un vero e proprio viaggio all'interno della letteratura e della storia italiane: una mappa del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia. L'incontro con tanta bellezza, palese o nascosta, nelle città come in provincia, e insieme con tanti segni della violenza del passato e dei guasti del presente, è un modo per rileggere la parola di Dante in dialogo con l'attualità, ma anche per ritrovare in questi luoghi una ricchezza, storica e letteraria, che spesso fatichiamo a riconoscere anche là dove ci troviamo a vivere. Da nord a sud, dalla cerchia alpina alla punta estrema della Sicilia, da Firenze al Monferrato, da Montaperti a Verona, da Siena a Roma, Ravenna, Brindisi, si seguono con Dante i diversi volti di questo paese "dove 'l sì suona", "serva Italia", "bel paese", "giardin dell'impero": un percorso attraverso la storia, l'arte, la cultura, con quanto di essa luminosamente resiste e con ciò che la consuma e la insidia; ma anche un viaggio che riesce a restituirci, pur tra le fuggevoli immagini di uno smarrito presente, la profondità sempre nuova della nostra memoria.‎

‎Foschini C. (cur.); Mingozzi G. (cur.)‎

‎L'amor patrio di Dante e Mazzini. Sentimenti civici e valori ideali‎

‎br. "L'amor patrio di Dante e Mazzini" traccia un parallelo, culturale e politico, tra due delle più grandi figure della nostra storia: Dante Alighieri e Giuseppe Mazzini. Per certi versi i cinque secoli che li separano temporalmente sembrano vicinissimi, soprattutto se misurati col metro delle loro rispettive opere. Pur da dimensioni diverse, entrambi contribuiranno a fare di una semplice espressione geografica, un vero e proprio Paese unito nella sua accezione politica e identitario in quella linguistica.‎

‎Baldini Eraldo; Bellosi Giuseppe‎

‎Dante in Romagna. Mito, leggende, aneddoti, tradizioni popolari e letteratura dialettale‎

‎brossura La gloria di Dante Alighieri si colorò di mito, soprattutto nei luoghi in cui egli terminò la sua opera e i suoi giorni; e il mito divenne, in diversi modi, leggenda. La memoria e il «culto» a lui tributati non rimasero circoscritti agli ambiti intellettuali: è nota infatti la profonda devozione anche popolare verso il poeta che, ancora in vita, a Ravenna e in Romagna (luoghi non solo d'esilio, ma anche di protettivo e amorevole rifugio) divenne oggetto di vasto interesse e di profonda reverenza. In questi sentimenti e nella familiarità di Dante con la Romagna, e dei romagnoli con Dante, stanno alcune delle premesse che consentirono, nelle nostre comunità, la nascita e la diffusione di aneddoti, storielle, racconti della tradizione e leggende relativi al Poeta, al suo carattere, ai suoi dialoghi, ai suoi comportamenti, ai suoi spostamenti. Una fioritura che, grazie a un paziente e ampio lavoro di ricerca fra innumerevoli fonti, viene qui indagata, raccolta e commentata, insieme ai brillanti versi dialettali riguardanti Dante, la sua opera e, di nuovo, il suo solido e durevole mito.‎

‎Rea R. (cur.); Steinberg J. (cur.)‎

‎Dante‎

‎br. A sette secoli dalla sua morte Dante sorprende ancora per l'originalità e la complessità della sua opera, né cessa di attirare lettori e studiosi. Le sue opere, che si affermano e rimangono come straordinari unica nella nostra tradizione culturale, rifondono in una dimensione al tempo stesso autobiografica e universale certezze e contraddizioni dell'uomo medievale. Ma la ragione prima del fascino e della perdurante attualità dell'invenzione dantesca sta nella sua prodigiosa capacità di trascendere tale alterità e imporsi nella coscienza del lettore di ogni tempo. Scritti da alcuni dei massimi specialisti nell'ambito della filologia e della critica dantesca, i saggi compresi nel volume presentano sia una lettura incisiva e autorevole di ognuna delle opere di Dante, dalle Rime alla Commedia, sia un attraversamento critico delle principali questioni e delle tradizioni culturali che ne sono a fondamento. Nell'insieme il volume disegna quindi, e rende accessibile a tutti i lettori, un quadro ampio e rigoroso dei migliori risultati degli attuali studi danteschi.‎

‎D'Ovidio Francesco‎

‎Dante e la magia‎

‎brossura‎

‎Mercuri Chiara‎

‎Dante. Una vita in esilio‎

‎br. L'esilio è come il mar Rosso che si richiude dietro alle spalle, senza aprire alcuna Terra Promessa; ti lascia lì in mezzo al guado, impossibilitato ad andare avanti, impedito nel tornare indietro. Mandare qualcuno in esilio nell'Italia del Trecento, significava volergli fare terra bruciata intorno, distruggergli il nido, buttargli giù la casa pietra a pietra, sasso a sasso, trave a trave. A partire dal racconto tragico dell'esperienza dell'esilio, riprendono vita le vicende biografiche e poetiche di uno dei più grandi autori della letteratura mondiale.‎

‎Bultrini Nicola‎

‎Con Dante in esilio. La poesia e l'arte nei luoghi di prigionia‎

‎br. Con Dante in esilio rende testimonianza di una realtà storica che ha dell'incredibile: nei più terribili luoghi di sofferenza gli internati si sono ripetutamente e con vivissimo impegno rivolti all'arte, ma soprattutto alla poesia e in particolare alla Divina Commedia, autentica luce poetica che ha squarciato il buio di una prigionia asfissiante e che è stata letta con grande accanimento e conforto allo stesso tempo. Oggi, alla vigilia del settimo centenario della morte del Sommo poeta, Nicola Bultrini, poeta italiano tra i più raffinati e colti, ha messo insieme le testimonianze di quanti, italiani e no, letterati famosi (Guareschi o Gadda) o semplici prigionieri, si sono affidati a Dante per non vivere come bruti l'esperienza atroce della reclusione. Ne è scaturito un libro che contestualizza storicamente e materialmente le circostanze della frequentazione con la straordinaria ricchezza della Commedia in un percorso di testimonianze dirette su un testo capace di attualizzarsi qualunque sia l'inferno in cui venga letta.‎

‎Calabrese Andrea Francesco; Crupi Vincenzo‎

‎La trinità in Dante. Dalla «Vita Nuova» alla «Divina Commedia»‎

‎ril. Tutta l'opera di Dante è costellata dei segni della presenza trinitaria, centrale non solo nella cosmologia dantesca ma anche nella visione della natura, dell'uomo e dei ritmi della storia terrena. Questa presenza è talmente rilevante da influenzare la struttura stessa delle opere a partire dalla Vita nuova e fino al Paradiso. Una modalità trinitaria nel rapporto tra il mondo e Dio agisce a livello poeticoletterario e si manifesta, innanzitutto, nell'importanza che il numero, componente essenziale del simbolismo medievale, assume nelle opere di Dante. La nota insistenza dantesca, nell'ordinamento della Commedia, sul tre non è un fatto meramente numerologico, perché ha origini più profonde, collegandosi proprio alla teologia trinitaria medievale e risale già alla Vita Nuova, dove la sublimazione di Beatrice a «miracolo» ha la sua radice nella «mirabile Trinitade». Questa presenza del motivo trinitario è evidente, con modalità di volta in volta diverse, anche nelle altre opere di Dante, per cui, oltre che nella Vita Nuova, le tracce di una tematica trinitaria si rinvengono nel Convivio, nel De vulgari eloquentia, nel De Monarchia e ancora nelle Rime. Nella Divina Commedia il cammino di Dante attraverso i tre regni dell'aldilà troverà compimento proprio nella visione della Trinità alla fine del canto XXXIII del Paradiso. In questo itinerario la prima tappa è «imagine perversa» di Dio, perché l'Inferno dantesco è organizzato su una riconoscibile parodia trinitaria, mentre nel Purgatorio, dove le anime si purificano dall'amore che «corre al ben con ordine corrotto», le simbologie trinitarie sono espressione dell'uomo in cammino verso l'unità con Dio e anticipano quella che sarà l'atmosfera pienamente trinitaria del Paradiso.‎

‎Norcini Tosi Anita; Seriacopi Massimo‎

‎Dante tra poesia e teologia‎

‎br. «Il saggio della teologa Anita Norcini Tosi e del professore Massimo Seriacopi, intitolato in modo esplicativo: "Dante tra poesia e teologia", riesce ad assemblare due visioni importanti, che si intersecano tra di loro, divenendo un solo corpo, secondo un'interpretazione vicino a quella di Pio Raina, valtellinese di Teglio, ma fiorentino di adozione (...) i due compilatori del saggio affrontano il viaggio in territori danteschi, con ottiche diverse, ma non in contrapposizione tra loro, poiché ambedue realizzano aspetti dell'intera opera dantesca con il metodo di disponibilità a comprendere in modo del tutto originale e proprio. Del resto la Commedia, divenuta Divina possiede in sé la ricerca della Trascendenza, sia essa sottesa nelle cose del mondo che in quella più alta dell'Assoluto. Ambedue ne scoprono la presenza, anche se il loro percorso ci appare diverso. L'opera possiede una lettura profonda filosofica-religiosa, da parte di Seriacopi, e squisitamente iniziatica-esoterica, da parte di Anita Norcini Tosi, con morale ed etica, ma anche poetica in tutti e due i casi, quindi pedagogica e propedeutica.» Prefazione di Lia Bronzi.‎

‎Allegretti P. (cur.)‎

‎Il dossier di Avignone (9 febbraio 1320-11 settembre 1320)‎

‎ill., br. Nel Cielo delle stelle fisse san Pietro profetizza a Dante e al mondo il trasferimento della Curia Romana ad Avignone. Anche in cima al Purgatorio nel paradiso terrestre, il giorno prima, Beatrice e uno spettacolo enigmatico con più attori avevano preannunciato questa rivelazione (Purg. XXXII-XXXIII), ma nel Paradiso le parole di san Pietro sono esplicite. Dure, autorevoli: i Guaschi e i Caorsini saranno i prossimi pontefici (Par. XXVII 58-60). La parodia della salvezza è spaventosa. Il sangue di Pietro e dei primi papi martiri (Par. XXVII 40-42) verrà bevuto in un rito demoniaco (Par. XXVII 27). Nell'istante della rivelazione, datata 1300, tutto l'ottavo cielo diventa rosso scuro. Clemente V, il papa guasco (1305-1314), era già atteso in Inferno e sarebbe caduto a capofitto nella profonda bolgia dei simoniaci (Inf. XIX 82-87 e Par. XXX 142-148). Ma che ne è nella Divina Commedia del caorsino Jacques Duèse, papa con il nome di Giovanni XXII (1316-1334)? Succede infatti che l'unico documento storico in originale, segreto ma ufficiale, che contenga il nome di Dante Alighieri di Firenze sia proprio un documento della Curia di Giovanni XXII. Due cardinali nipoti del papa (Bertrand du Pouget e Arnaut de Via) e l'abate di Saint-Sernin di Tolosa (Pierre Le Tessier) sono i testimoni ad Avignone di una denuncia che coinvolge anche Dante: a Milano Matteo Visconti ha fatto costruire una statuetta-ymago d'argento di Giovanni XXII e la vuole distruggere con sortilegi. Nel 1320, giorno per giorno, un anno prima che Dante Alighieri muoia. Qui si pubblicano e si commentano i documenti dell'Archivio Apostolico Vaticano. E si dialoga con le domande che si pongono i dantisti, i lettori della Commedia, i filologi, gli archivisti e gli storici. Edizione critica, diplomatica e facsimilare.‎

‎Giangoia Rosa Elisa‎

‎A convito con Dante. La cucina della Divina Commedia‎

‎br. La Divina Commedia è un'opera grandiosa, dalle molteplici sfaccettature, in cui anche gli aspetti gastronomici trovano una loro collocazione e un loro rilievo. Leggere la Commedia seguendo questo insolito percorso culinario si rivela allora una grande opportunità, perché oltre a consentire più sottili risvolti interpretativi dell'opera, apre spiragli sulla vita quotidiana dell'autore, che talvolta, anche solo con un semplice accenno linguistico, un paragone o qualche altro debole indizio, ci regala inaspettate possibilità di gettare un'occhiata sul modo di vivere suo e del suo tempo.‎

‎Barbero Alessandro‎

‎Dante‎

‎ril. Dante è l'uomo su cui, per la fama che lo accompagnava già in vita, sappiamo forse più cose che su qualunque altro uomo di quell'epoca, e che ci ha lasciato la sua testimonianza personale su cosa significava, allora, essere un giovane uomo innamorato o cosa si provava quando si saliva a cavallo per andare in battaglia.‎

‎Bonatti Marco‎

‎Dante a piedi e volando. La Commedia come racconto di viaggio. Ediz. illustrata‎

‎ill., ril. «Quando Edmond Dantès arriva finalmente alla grotta sull'isola di Montecristo ad aprire il baule che contiene il tesoro dell'abate Faria, ecco quel che accade: "Si rialzò e prese una corsa attraverso la caverna con la fremente esaltazione di un uomo che sta per diventare pazzo". Con la Commedia può succedere qualcosa di simile.» A 700 anni dalla morte del Poeta, in apertura dell'anno dantesco 2021, un libro per rivisitare tutta la Commedia come racconto di viaggio. Perché quel poema complicato, erudito e pieno di enigmi è anzitutto "commedia", narrazione popolare, teatro. Per questo i lettori comuni hanno obiettivi diversi dai professori e dai Bignami: loro, come Edmond Dantès, vogliono ficcare le mani nel tesoro, immergersi nella musica, inebriarsi delle immagini.‎

‎Nello Marchetti Rita‎

‎Le donne di Dante‎

‎br. In queste pagine Rita Nello Marchetti pubblica un interessante e innovativo studio su Dante Alighieri. "Proprio l'amore per la nostra bella lingua" scrive l'autrice "mi ha spinto a dedicare a Dante un saggio come questo, dove la sua figura, già studiata in tutte le lingue e da innumerevoli angolazioni, in gran parte maschili, viene analizzata nei diversi aspetti e poi amorevolmente ricomposta come in un puzzle, secondo il punto di vista di una donna". Accanto ad aspetti letterari, sono messi in rilievo i risvolti personali del poeta, che ne umanizzano la figura e lo rendono a noi più vicino. L'obiettivo del saggio è inoltre quello di esaminare Dante attraverso le donne che ha incontrato e i rapporti intessuti con il loro animo che ne hanno segnato vita ed opere.‎

‎Toppan Romano‎

‎Dante e i dispatriati. Sublimazione di un destino. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. La Divina Commedia è un capolavoro universale, perché racchiude in una sola opera grandiosa tutti i temi essenziali dell'umanità: il mistero del male e del peccato, con la Cantica dell'Inferno, ma anche la gioia della purificazione e del pentimento, con la Cantica del Purgatorio, e infine la felicità e l'estasi della presenza di Dio nella Cantica del Paradiso. Tuttavia, vi è un filo rosso che segna come una ferita aperta l'evolversi del poema e consiste nella condizione di esiliato e di dispatriato di Dante stesso: senza questa esperienza amara e dolorosa, è difficile immaginare che Dante avrebbe raggiunto la profondità della sua opera e i codici più intimi della sua rappresentazione del mondo, degli uomini e della fede. Il tema dell'esilio e della condizione esistenziale che lo contrassegna è elaborato in tre modi diversi e complementari, tutti caratteristici di aspetti specifici del poeta fiorentino, che era allo stesso tempo un uomo di fede, un uomo politico, uno scrittore e poeta.‎

‎Dossena Giampaolo‎

‎Dante. Edizione anniversario 750 anni‎

‎br. Una guida ai tempi, alla vita e alle opere del più grande scrittore italiano. Leggere la Divina commedia di Dante, e anche le sue altre opere, non è facile; anzi, senza punti di riferimento, strumenti e nozioni può addirittura spaventare. Per vincere questa paura, la cosa migliore, come spesso accade, è avere una guida: qualcuno che ci accompagni lungo il percorso che non conosciamo, che ci racconti i fatti importanti e le curiosità, che ci suggerisca dove guardare e ci prepari a fare le nostre scoperte. E in questo caso, per nostra fortuna, la guida è Giampaolo Dossena, che nel suo Dante ci racconta, con inconfondibile «tono confidenziale», tutto il poco che si sa della vita di Dante e il molto che si può apprendere della cultura, dell'arte, della vita civile e religiosa dell'Italia del tempo, offrendoci un vademecum molto dotto e molto divertente per avvicinarsi senza timore alle opere del padre della nostra letteratura. «Avete voglia di provare a leggere l' Inferno?» commenta Dossena verso la fine di questo viaggio. «Avete voglia di provare a vedere cosa capite, cosa credete di capire? Cosa riuscite a intendere o fraintendere? Se il presente volume non vi ha fatto venire tale voglia, la battaglia è persa. Se la voglia vi è venuta, buttatevi in acqua, e imparerete a nuotare».‎

‎Sermonti Vittorio‎

‎L'ombra di Dante‎

‎br. «A rigor di lessico, io non sono un dantista... un dantista è per definizione uno studioso, e io sono tuttalpiù uno studente: un molto attempato studente che campa scrivendo, e da ultimo leggendo forte quello che ha scritto.» Vittorio Sermonti ha dedicato una vita intera alla diffusione della Commedia, portandone i versi in radio, in televisione, nelle piazze: la sua è stata la prima ed è rimasta la più autorevole e appassionante delle letture. Questo libro raccoglie per la prima volta sette conferenze e lezioni che Sermonti ha proposto nel corso del suo ostinato e fedele percorso di studio e approfondimento: da un viaggio sonoro attraverso il Purgatorio a una magistrale analisi del Dante scienziato fino alla conferenza del 2011 dove al poeta sono affiancati Virgilio e Verdi in una scintillante analisi delle premesse della nostra antichissima lingua. Prende così forma davanti ai nostri occhi non il Dante della scuola o della tradizione, ma il Dante di Sermonti: dell'uomo che - come dice la moglie Ludovica Ripa di Meana nella breve nota introduttiva - «con scrittura e voce ha provato a contagiare, di almeno un po' di tanta grandezza e bellezza, ogni singolo altro per stanare, come diceva ogni volta, anche dal più sfaticato, il più indigente, il più ridicolo, il più canaglia o il più coglione, la misura di grandezza che quell'ognuno può avere, ma non sa di avere».‎

‎Malato Enrico‎

‎Nuovi studi su Dante‎

‎ill., ril. In continuità con la precedente raccolta di Studi su Dante (2005), concepita come omaggio per i settant'anni di Enrico Malato, il libro offre un'ampia selezione dei piú significativi contributi danteschi prodotti dallo studioso nell'arco dell'ultimo quindicennio (2006-2020) e si articola in tre sezioni. La prima raccoglie le lecturae di un trittico di canti cruciali della Commedia (Purg., v e xvir; Par., xxxm), indagati con costante attenzione all'accertamento dei legami interni che contrassegnano la mirabile struttura architettonica e ideologica del poema. La sezione successiva, Note e chiose dantesche, consente di ricostruire, attraverso una serie di rigorose e puntuali indagini, alcune delle principali linee di ricerca seguite dall'Autore, maturate anche nell'àmbito delle numerose iniziative scientifiche e delle prestigiose imprese editoriali da lui promosse (dal Censimento ed Edizione Nazionale dei Commenti danteschi fino alla «Nuova Edizione commentata delle Opere di Dante [NECOD] »), che hanno contribuito in misura decisiva al progresso degli studi danteschi contemporanei. Nella sezione conclusiva di Note storiche e commemorative, infine, vengono riprodotti, nell'ordine, l'intervento tenuto al Senato della Repubblica per il Settecentocinquantenario della nascita di Dante, l'introduzione alla raccolta dei Cento canti per cento anni, concepita anche come profilo storico della Casa di Dante in Roma in occasione del Centenario della sua fondazione, nonché i ritratti di Giorgio Petrocchi editore della Commedia e di Ignazio Baldelli "dantista". Il volume si presenta dunque come un complesso coerente di contributi, tenuti insieme da una fondamentale unità di prospettiva, che si risolve in un costante, appassionato tentativo di decifrazione dell'universo ideologico dantesco, in un continuo "corpo a corpo" con i testi, vòlto a favorirne la decifrabilità e agevolarne la traducibilità, senza mai però eluderne la complessità.‎

‎Meniconi Stefania‎

‎Dante Alighieri, giovane tra i giovani. Cinque studi sulla vitalità di Dante‎

‎br.‎

‎Incontro a Dante. Percorsi guidati alla scoperta della Ravenna del sommo poeta‎

‎ill., br. Questa guida intende accompagnare il visitatore alla scoperta dei luoghi di Ravenna che Dante Alighieri ha incontrato, attraversato e vissuto durante il suo soggiorno nell'ultimo esilio e che hanno offerto suggestioni alla sua opera. Nove percorsi guidati che rivelano tracce della presenza del Sommo Poeta non solo al suo tempo, ma attraverso il tempo. Itinerari inseriti nelle proposte de Le Vie di Dante, premiate dall'editore di viaggi Lonely Planet con il riconoscimento Best in Travel 2021 Premio sostenibilità.‎

‎Onorati Aldo‎

‎San Francesco e San Tommaso visti da Dante. Una rivisitazione problematica‎

‎brossura‎

‎Gourmont Rémy de; Di Palmo P. (cur.)‎

‎Dante, Beatrice e l'ideale femminile. Scritti sulla poesia amorosa‎

‎br. Remy de Gourmont, definito da Apollinaire "Herpes Trismegisto" a causa di un lupus che lo aveva sfigurato costringendolo a un isolamento forzato, è una di quelle figure atipiche di cui è costellato il firmamento letterario francese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Amico di Mallarmé, Huysmans, Mirbeau, Jarry, con il quale condivise l'esperienza della rivista "L'Ymagier", fondò con Alfred Vallette il "Mercure de France"". Nel primo dei tre testi qui presentati, Dante, Beatrice e la poesia amorosa, uscito nel 1908, Gourmont passa in rassegna alcune espressioni della lirica medievale, soffermandosi in particolare sul rapporto tra l'autore della Commedia e Beatrice. Quest'ultima non viene considerata una donna in carne e ossa ma rappresenta l'archetipo della donna angelicata, con tratti che ne fanno una «statua aureolata», a cui idealmente viene contrapposta l'immagine di Francesca che, nonostante si trovi come ombra che vaga «per l'aere maligno» con il suo Paolo, ancora rimpiange «il tempo de' dolci sospiri». Viene qui raccolto in volume anche il saggio Dante, Beatrice e Platone del 1883, dove si possono cogliere sottili differenze interpretative rispetto al primo scritto. Il libro si chiude con Le donne e il linguaggio del 1902 in cui Gourmont, senza rinunciare ad alcuni tipici pregiudizi dell'epoca, riconosce alla donna un ruolo primario nello sviluppo linguistico umano.‎

‎Vinassa De Regny P.‎

‎Dante e il simbolismo pitagorico‎

‎br. Una delle più alte manifestazioni filosofico-scientifiche si affermava, seicento anni prima di Cristo, a Crotone per merito di Pitagora. Si impose difatti allora la filosofia del numero-idea, vanto della solare, armonica civiltà mediterranea, italica. Non si trattava pei pitagorici di reconditi e cervellotici significati cabalistici. Fu gloria di Pitagora di fare assurgere quasi a religione il numero. Pitagora, il filosofo scienziato un po' mitico, che i suoi seguaci considerarono un semidio, è celebre per sè e più che altro per la sua scuola, che continuò a lungo dopo la sua morte; e che fu mistica, iniziatica, retta dal giuramento della sacra tetractis, la quaternità. I pitagorici adoravano difatti questa divina tetrad e, costituita da 1, 2, 3, 4, la cui somma dava 10. La preghiera dei pitagorici alla Tetractis: "Benedici a noi, o numero divino, tu da cui derivano gli dei e gli uomini. O santa, santa Tetrade, tu che contieni la radice, la sorgente dell'eterno flusso della a creazione. Il numero divino si inizia coll'unità pura e profonda, e raggiunge il quattro sacro; poi produce la matrice di tutto, quella che tutto comprende, che tutto collega; il primo nato, quello che giammai devia, che non affatica, il sacro dieci, che ha in sè la chiave di tutte le cose".‎

‎Oliva Gianni‎

‎Per altre dimore. Visione e avventura nel viaggio di Dante‎

‎brossura‎

‎Santagata Marco‎

‎Le donne di Dante‎

‎ill., ril. Da settecento anni la stella di Dante continua a brillare alta nel firmamento degli «spiriti magni» del nostro paese e della cultura occidentale. Con piglio magistrale, Marco Santagata racconta il grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l'intero cammino. Si avvia così un autentico carosello di figure femminili: donne di famiglia, dalla madre Bella alla moglie Gemma Donati e alla figlia Antonia, che si farà monaca col nome di Beatrice; donne amate, prima fra tutte il suo amore giovanile, la Bice Portinari trasfigurata nella Beatrice della «Vita Nova» e del «Convivio», e poi angelicata nel Paradiso; infine le dame e le gentildonne del tempo, come Francesca da Rimini e Pia de' Tolomei, che pure trovano voce nelle cantiche della «Commedia». Lasciamoci allora guidare da parole e immagini alla scoperta anche delle zone d'ombra della biografia del poeta e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria.‎

‎Pellegrini Paolo‎

‎Dante Alighieri. Una vita‎

‎br. Il convenzionale intreccio della figura pubblica e privata di Dante con la sua opera e il contesto storico e culturale dell'Italia tra Due e Trecento ha favorito in passato non poche ingenuità metodologiche e comode semplificazioni che questa nuova vita di Dante evita accuratamente. Combinando, in un linguaggio chiaro e accessibile a un pubblico di lettori non specialisti, le acquisizioni più recenti con gli esiti di ricerche personali e di prima mano, Paolo Pellegrini propone sostanziose novità rispetto alle biografie precedenti. Sia nella scrupolosa ricostruzione dell'esistenza del poeta, sia nell'attenta analisi della tradizione testuale, della cronologia e della stesura delle opere, che passa i più recenti contributi della medievistica moderna al vaglio della migliore filologia novecentesca. Al tempo stesso, attraverso una più solida selezione puntuale della bibliografia dantesca, il saggio intende offrire alle generazioni di studiosi più giovani o ai semplici appassionati un'indicazione di metodo che potrà essere messa a frutto per ulteriori e future ricerche.‎

‎Pirandello Luigi‎

‎Scritti danteschi‎

‎brossura Questi scritti raccolti e presentati a distanza di cento anni dalla loro prima pubblicazione e praticamente inediti, ci mostrano un Pirandello attentissimo studioso dell'opera di Dante: dimostrano come il Maestro siciliano conoscesse alla perfezione le terzine dell'Alighieri. L'ultimo scritto, "La commedia dei diavoli" e "La tragedia di Dante", è il testo, riveduto e ridotto in forma di saggio, di una lettura tenuta da Pirandello in Orsanmichele il 3 febbraio 1916, pubblicato nella Rivista d'Italia (settembre 1918) e mai raccolto in volume. A mero titolo di esempio della profondità con la quale Pirandello affronta le Cantiche dantesche, e della meravigliosa "penna" con la quale riusciva a dare ai suoi pensieri forma esatta, compiuta e magistrale, egli scrive: «Vediamo per effetto del suo passaggio in mezzo all'eterno di questo mondo, a mano a mano destarsi una vita momentanea che la potenza dell'arte fissa in atteggiamenti eterni, e non pensiamo più che questo transitorio nell'eterno, divenuto per potenza d'arte a sua volta eterno, non è certamente per il poeta com'è per noi. Noi vediamo il fatto - così eternamente fissato - dov'egli vedeva e sentiva ancor nuova e calda la sua fattura; cioè, noi vediamo il sentimento del poeta - divenuto quasi realtà fuori di lui - consistere nella rappresentazione ch'egli ne ha fatto; ma questa consistenza con un carattere d'eternità che il sentimento oggettivato del poeta ha per noi, non poteva averla per lui che vedeva ancora invece l'atto del crearla a mano a mano che la materia gli consisteva dentro, quand'era ancora caldo quel sentimento momentaneo per cui, ad esempio, Farinata - proprio ora - in quel gesto gli si levava dall'arca «dalla cintola in su», o Francesca e Paolo gli s'appressavano al grido affettuoso per narrargli i loro dolci sospiri».‎

‎Todarello Nazzareno Luigi‎

‎Cronologia dantesca. Vita, opere, amori e sventure di Dante Alighieri nel suo tempo‎

‎brossura La Divina Commedia è un'opera eterna che affonda le sue radici nel profondo della sua epoca. In questo libro sono raccontati in ordine cronologico tutti gli avvenimenti che hanno influito sulla vita del sommo poeta. E tutti i personaggi che di quella vita eccezionale hanno fatto parte: gli amici Cino, Lapo e Guido; le donne, prima tra tutte Beatrice; la moglie e i figli; i nemici, primo tra tutti Bonifacio VIII; gli ospiti nobili, gli ammiratori. E poi la sua Firenze odiata e amata; la vita politica; i tradimenti e l'esilio; i successi e gli insuccessi, le speranze e le delusioni e, infine, la gloria.‎

‎Potestà Gian Luca‎

‎Dante in Conclave. La lettera ai cardinali‎

‎br. Per comprendere l'enigmatica lettera inviata da Dante ai cardinali nel 1314 in vista dell'elezione papale non è sufficiente un'analisi letteraria: l'originale ricerca filologica e storica di Potestà permette di accedere al pensiero politico di Dante e alle sue speranze per la Chiesa del XIV secolo.‎

‎Casadei Alberto‎

‎Dante oltre l'allegoria‎

‎br. In questo volume l'autore propone gli ultimi risultati delle sue ricerche dantesche, che hanno mirato sin dal 2009 a scandagliare specifici punti critici e questioni testuali, per arrivare a proporre interpretazioni complessive su basi verificate.‎

‎Pertile Lino‎

‎Dante popolare‎

‎ill., br. Dante non è mai stato più lodato e ammirato di oggi, mai più chiosato e recitato in pubblico e in privato, riciclato in ogni forma, tradotto in ogni lingua. Che cos'ha il poeta che lo rende così universalmente irresistibile? Dante popolare cerca di rispondere a questa domanda a partire non dal lato dell'utenza, ma da quello del testo stesso della Commedia. Mentre la critica contemporanea tende a fare del grande poema un libro su altri libri e su se stesso come libro, questo volume si propone di orientare l'attenzione su aspetti meno astratti della Commedia, legati alla «dimensione collettiva dei fenomeni culturali», alle esperienze della vita quotidiana del suo autore, al suo essere uomo del suo tempo, capace in misura somma di captare, assimilare, metabolizzare la cultura 'bassa' con la stessa serietà con cui assorbe quella 'alta'. Il Dante qui proposto non disdegna fonti modestissime, più prossime al sapere popolare che a quello universitario, e la sua Commedia è principalmente un libro sulla vita, che esplora e mette a nudo i segreti meccanismi del comportamento umano, dai più sordidi ai più sublimi; libro che, premiando i buoni e punendo i cattivi, appaga e convalida il naturale desiderio di giustizia dei suoi lettori; ma anche libro eminentemente memorabile per l'energia e l'esattezza eccezionale del suo dettato, per i suoi versi orecchiabili, le ruvidezze plebee, le terribilità michelangiolesche, le vaghezze romantiche, le sublimità mistiche. Il volume è diviso in due parti complementari. La prima affronta nodi e problemi storico-metodologici relativi a una lettura 'popolare' della Commedia; la seconda, di natura applicativa, esamina temi, concetti ed episodi del grande poema che una lettura 'popolare' illumina di luce nuova e inaspettata.‎

‎Mandel'stam Osip‎

‎Conversazione su Dante‎

‎brossura‎

‎Nava Alessandro‎

‎L'opera senza nome. Antistoria del poema dantesco‎

‎brossura Pur irriducibile alla dantistica accademica, "L'opera senza nome" si propone non come studio controcorrente provocatorio e polemico (per partito preso, come sarebbe in linea con l'attuale società dello spettacolo) ma vuole essere una lettura laica e un approccio leale a Dante, visto non come Padre della Patria e della Lingua Italiana, ma come uomo e pensatore contraddittorio, ambivalente e spesso insincero, a partire dalla Vita nova, cui qui si attribuisce valore di distrazione letteraria menzognera piuttosto che valore di documento probante e veritiero. Del tutto originale è l'ottica con cui, lontano dagli approdi tradizionali, si rivisita la figura di Beatrice nei Canti XXVIII-XXXI del Purgatorio, in un contesto critico che non contempla quel perenne omaggio (tipico di chi appartiene a confraternite ufficiali) alla santità operante del Poeta. Per quanto tripartita, la Commedia è narrativamente un viaggio senza soluzione di continuità (dall'Inferno alla natural burella al Paradiso Terrestre, da cui Dante stesso viene assunto in Empireo senza che neanche se ne avveda) e nello svolgimento non c'è mai uno stacco netto. Anzi, a rigor di logica, più che una trilogia, il Poema è una tetralogia, disponendo infatti di una brevissima Quarta Cantica: dal verso 49 al verso 145 del Canto conclusivo. Qui Nava si china stupefatto sugli ultimi 96 versi di Paradiso XXXIII: Dante sospetta che Dio, sacrilegamente, sia forse diverso da quello che le Scritture raccontano ma anche da quello che lui stesso ha raccontato negli oltre 14.000 endecasillabi precedenti come perno del suo Poema, senza prova o reperto testimoniale alcuno. Solo davanti al baratro della sua coscienza, Dante intuisce qualcosa di agghiacciante da cui non può far altro che ritrarsi mascherando astutamente il disinganno. E come la suprema visione si dissolve, assieme alla fantasia del Poeta, confluendo nell'implacabile moto uniforme dell'universo, così la Quarta Cantica suggerisce una pagina musicale: il finale della terza Sinfonia di Brahms dove la struttura armonica e melodica si materializza in un pulviscolo di suoni che sfociano nel silenzio agognato. Un libro da leggere attentamente, magari poco per volta, specie laddove non lo si condivide.‎

‎Di Giannatale Fabio‎

‎Specchi danteschi. Letture politiche di Dante nel Risorgimento‎

‎brossura «"L'unità d'Italia fu sempre antico e continuo desiderio di tutti gl'Italiani intelligenti e generosi. (...) Di Dante non vi dico nulla: era l'idolo degli studiosi; egli rappresentava la grande idea della nostra nazionalità, egli il pensiero, l'ingegno, la gloria, la lingua d'Italia." (Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, Napoli 1879). Nei decenni preunitari il poeta fiorentino simboleggiò, soprattutto per i giovani patrioti alla ricerca di quelle radici culturali identitarie da contrapporre alle dominazioni straniere, non solo una delle tante figure profonde o di parentela da cui, nell'immaginario collettivo, discendeva la nazione italiana, ma l'archetipo stesso dell'italiano di ogni epoca. Come in un gioco di specchi - ovviamente deformanti - ciascuno vide nell'exul immeritus l'antesignano delle proprie idee politiche, alimentando, dentro e fuori l'Italia, una vera e propria "Dantemania".»‎

‎La Porta Filippo‎

‎Come un raggio nell'acqua. Dante e la relazione con l'altro‎

‎br. Dante e Beatrice attraversano la luna senza scompaginarla, come un raggio di luce entra nell'acqua senza turbarla. Un'immagine che diventa il modello della relazione tra individui. Certo, Dante intende riformare l'umanità degenerata e combattere gli eretici, ma nella terza cantica ci consegna un'altra verità, più nascosta e apparentemente impolitica, racchiusa in quella abbagliante epifania lunare. Attorno alla sacralità e inviolabilità dell'altro vengono convocate alcune "guide novecentesche" (Stein, Arendt, Zambrano, Levinas), capaci di ispirare un modello di conoscenza non più fondato sul dominio, ma su una passività ricettiva. La "mitezza", elogiata da Norberto Bobbio, ci ricorda che l'imperativo morale più alto non è tanto aiutare il prossimo quanto lasciarlo essere quel che è. In questa etica del rispetto - unico modo per dare realtà all'altro - sta la lezione sempre attuale di Dante, che dalla sua "distanza" giudica il nostro presente premendo su di noi con gli interrogativi più urgenti. Solo se ci accostiamo a lui come se la "Commedia" fosse stata scritta per noi, potremo ricavarne ragioni di vita.‎

‎De Martino M. (cur.)‎

‎Dante 700 anni dopo‎

‎ill., ril. Nel settimo centenario della morte è oltremodo necessario ripercorrere il cammino intellettuale e culturale del più grande poeta della nostra letteratura, analizzare le caratteristiche della sua Opera, interpretarne i contenuti, coglierne le infinite sfumature. Questo libro, riccamente illustrato, è frutto di sinergie e passioni: accademici e ricercatori, docenti e illustratori, narratori e artisti hanno prestato la propria penna alla celebrazione di Dante, indagandone gli aspetti più significativi e curiosi, stimandone l'eredità che ha lasciato al mondo; dalla filologia alla storia, dalle arti figurative alle interpretazioni eterodosse, dalla ricezione della Commedia nei Paesi orientali ai campi di studio più particolari e inaspettati: la gastronomia, il fumetto, la parodia, i videogiochi. In queste pagine rivive la personalità umana e letteraria di Dante: riscoprirla, nel XXI secolo, è dovere dell'Occidente (e non solo).‎

‎Visconti Giacomo‎

‎Quando la commedia diventa... Divina!‎

‎ill., br. Come è noto, Dante scrisse la Commedia. Boccaccio per primo, nelle sue lezioni, la definì "Divina", ma sarà solo con Ludovico Dolce, nel 1555, che l'opera sarà indissolubilmente legata all'aggettivo e sarà per tutti la Divina Commedia. Questo libro nasce dalla ferma convinzione che l'opera diventi realmente divina nel momento in cui è letta ai ragazzi, con i ragazzi e dai ragazzi. Sono loro che, con le domande che non abbiamo il coraggio di fare e che, offuscati dalla ragione e dagli affanni, non riusciamo a fare, trasformano la Commedia in una Commedia... Divina!‎

‎Tosi Massimo‎

‎I luoghi di Dante nelle tavole di Massimo Tosi-On the trail of Dante with illustrations of Massimo Tosi. Ediz. illustrata‎

‎ill., br. Il sesto volume della collana "Viaggio in Toscana" di Massimo Tosi è dedicato al genio di Dante Alighieri nell'anno in cui si celebrano con manifestazioni nazionali e internazionali i settecento anni dalla morte. Firenze, Ravenna e le città che lo hanno ospitato celebrano con convegni e mostre il Sommo Poeta. Il volume è pensato quindi per descrivere un aspetto importante della storiografia e del poeta stesso. La città che l'ha visto nascere e crescere, quelle che l'hanno accolto nel suo peregrinare da esiliato, i luoghi dei suoi viaggi e le dimore che l'hanno ospitato e visto morire sono trattati dall'autore con la consueta maestria, descritti con accurati disegni e ricostruzioni, non privi di spunti artistici di grande livello. Non a caso Massimo Tosi nel 2018 è stato insignito del titolo di Accademico d'onore dell' Accademia delle Arti del Disegno, la più antica del mondo, fondata dal Vasari nel 1563, che ha annoverato importanti figure come Michelangelo Buonarroti.‎

‎Seriacopi Massimo‎

‎Dante senza veli. Una biografia. Con CD-Audio‎

‎ill., br. Cosa conosciamo davvero della vita di Dante? Troppe ipotesi, troppe congetture si sono stratificate nei secoli, concorrendo a creare una specie di mitizzazione spesso banalizzante e che non riproduce in modo veritiero le varie "fasi esistenziali" del percorso terreno dantesco. Dunque, converrà attenersi sia ai dati documentari certi che ai riferimenti autobiografici contenuti all'interno della Vita nova, del Convivio, del De vulgari eloquentia, della Monarchia, della Commedia, delle epistole, eventualmente di qualcuna delle canzoni e di alcuni sonetti di sicura paternità dantesca, per tentar di togliere quei tanti "veli" che si sono sovrapposti alla vita e all'opera dell'Alighieri, creando indebitamente quel "mito" di cui si diceva, che oscura le "verità", chiamiamole così, comprovabili sulla persona. In allegato il CD-Audio "Frammenti di Comedia", registrato presso il "Teatro del Maggio Musicale Fiorentino", con le musiche di Fabiano Fiorenzani e la produzione artistica ed esecutiva di Claudio Quintavalla.‎

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