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[Spazio; Luigi Moretti, Agnoldomenico Pica et alii]
Spazio. Rassegna delle arti e dell’architettura diretta dall’architetto Luigi Moretti
Collezione completa. Qualche segno d’uso perimetrale e ingiallimento alle copertine; nel complesso più che buoni esemplari. «Spazio» è il capolavoro cartaceo dell’architetto Luigi Moretti (1907-1973), originale interprete del movimento moderno e affermato progettista, dal suo ruolo direttivo in seno all’Opera nazionale Balilla fino al Watergate di Washington nei primi anni ’60. Accuratamente preparata assieme ad Agnoldomenico Pica a partire dall’estate del 1949, sia sotto il profilo organizzativo che dal punto di vista grafico, «Spazio» esordisce nel luglio 1950 configurandosi come progetto grandioso, capace di coniugare qualità tipografica e di contributori, investimenti (redazioni a Milano, Roma, e in seguito Firenze e Parigi), proiezione internazionale (abstract in inglese, francese e castigliano): «La rivista propone, azzardando un’originalità solo in parte mitigata dal ricorso o dall’assonanza con altre testate coeve — e bisogna fare almeno i nomi di “Architecture d’aujourd’hui” o “Art d’aujourd’hui”, l’ameri-cana “Arts and Architecture” o l’italiana “Stile”, — un progetto editoriale complesso, fondato su un’ampia disamina culturale» per un’«impresa editoriale unica nel suo genere» (Tedeschi). -- La struttura interna dei quaderni rispetta un andamento costante, che muove da ricerche o rievocazioni storiche (da Caravaggio all’arte contemporanea passando dal futurismo) per procedere con focus su architettura costruttiva, d’interni e d’arredamento, chiudendo con una robusta e scelta sezione di taglio cronachistico. Numerosi e di assoluto rilievo sono gli scritti del direttore (magnifici i suoi approfondimenti sui valori funzionali dei dettagli decorativi), superato in quantità dal caporedattore Pica — il quale «risulta autore, tra articoli, notizie e piccoli trafiletti, di circa 120 scritti in sette numeri, firmati anche con pseudonimi quali Nautifile, Giovanni Tancredi, Sisto Villa, Angelo dell’Aquila, Callimaco, Ugo Diamare, nonché con sigle “a.p.”, “A.P.” e “A”.» (ivi) — e affiancato da ricorrenti collaboratori: Umberto Bernasconi, Angelo Canevari, Gino Severini, Sisto Villa, Ugo Diamare. Tra gli artisti e architetti valorizzati spiccano i nomi di Carlo Mollino, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Renzo Zanella, Antonio Gaudi, Adalberto Libera, Ugo Carrà, Vico Magistretti, Carlo De Carli, Ettore Sottsass (descritto da Alfonso Gatto!), Atanasio Soldati, Gianni Monnet, Vittoriano Viganò, Franco Albini, Carlo Pagani, Luciano Baldessari. Menzione a sé merita il numero 4 (gennaio-febbraio 1951) con il focus sull’arte astratta nel mondo (scritti di G.C. Argan, M. Seuphor, L. DEgrand, L. Döry, M. Gendel) e quindi in Italia (Severini, Bernasconi, Canevari, Dorazio, Guerrini e Perilli), sotto il titolo complessivo di «Punto sull’arte non obiettiva». -- L’impaginazione è magistrale, governata con sapiente acribia, gusto e originalità dal direttore stesso: «Il tutto va sciorinandosi con eleganza, anche attraverso una scelta tipografica di grande respiro sin dal formato […] ribadita anche da un sofisticato mélange di testi e di immagini. Immagini dovute non di rado a puntuali campagne fotografiche pubblicate talvolta a tutta pagina, ovvero montate come un testo nel testo costruito per estrapolazioni o tagli assimilabili a sequenze cinematografiche» (Tedeschi). Un lavoro capace di sintetizzare esperienze opposte come la monumentalità di «Civiltà», la lussuosa rivista dell’E 42, e l’inventiva ultramoderna di «Campo grafico», la rivista dei grafici d’avanguardia anni ’30, anche tramite virtuosismi tipografici quali inserti, tavole ripiegate, utilizzo di carte diverse, sapiente alternanza di bianco/nero, mono e bi-cromie, quadricromie, che la rendono da sfogliare un piacere per gli occhi. Le copertine sono altrettanto scelte, disegnate da Angelo Canevari (nn. 1-3) tramite sovrimpressione di grafica su sfondo fotografico ‘astrattizzato’; con motivi d’arte concreta da Alberto Magnelli (n. 4), lo stesso Moretti (n. 5) e Severini (n. 6); con una raffinata invenzione di pura ‘grafica tipografica’ da Charles Conrad (n. 7). -- La periodicità è inizialmente dichiarata mensile, poi abbandonata: vengono pubblicati tre numeri nel 1950, due nel ’51, uno nel ’52 e uno nel ’53; un rallentamento nelle uscite che denuncia tutte le difficoltà incontrate dall’ambizioso progetto, portato avanti per il gusto di terminare un programma pareggiando i costi di produzione. -- A partire dal numero 4 «Spazio» dialoga sempre più frequentemente con l’arte contemporanea e — via Severini — con Parigi nello specifico: prima Gualtieri di San Lazzaro, finalmente Michel Tapié, l’incontro con il quale costituisce l’inizio di un sodalizio che porterà Moretti ad aprire la galleria Spazio nel giugno-luglio 1954 con la mostra «Caratteri della pittura d’oggi», esponendo tra gli altri Alechinsky, Burri, Capogrossi, Dova, Falkenstein, Francis, Francken, Jorn, Ossorio, Pollock, Serpan, Tobey, Wols. L’attività della galleria si pone quale coda terminale della rivista: «La sede era in via Cadore 23, la stessa della redazione di “Spazio”. […] Tapié inizia a coordinare un’azione comune nel circuito delle gallerie Rive Droite di Parigi, Spazio di Roma e Martha Jackson di New York. La galleria chiuderà alla fine del 1955, dopo aver organizzato la mostra monografica di Serpan, nel settembre 1955, e la mostra collettiva Individualità d’oggi, nell’aprile maggio-giugno 1955, mostra già allestita a cura di Tapié alla galerie Rive Droite (Individualités aujourd’hui, marzo-aprile 1955)» (Tedeschi). Tedeschi, Algoritmie spaziali: gli artisti, la rivista Spazio e Luigi Moretti (Luigi Moretti, Milano 2010: 137-177); Rostagni, Luigi Moretti (Milano 2008), pp. 74-83 7 volumi
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[Spazioarte]
Spazioarte
Edizione originale. Lieve ingiallitura al dorso e alla piegatura, ma bell’esemplare. Disponiamo del n. 2, dic. 1974, monografico sulla mostra in collaborazione con il Comitato proletario per la casa «Diritto alla casa / Speculatori alla sbarra». Mensile diretto da Valerio Eletti, a distribuzione gratuita. Editoriale di G. Montana, intervista multipla tra rappresentanti del Cpc, il pittore P. Dorazio e l’architetto L. Benevolo; intervista tra U. Carrega e F. Caleffi («Ricerca per una nuova scrittura»); articoli di F. Molè («teatro-immagine»); resoconto del dibattito «La Nuova Generazione e la bassa demagogia della quadriennale», con interventi di Mattone, Mori, Guglielmotti, Montana, Calabrasi, M. Mattei, Parisi, S. Zevi. Alla mostra parteciparono E. Baj, C. Cioni, E. Maldonado, F. Mulas, M. Schifano, E. Vedova e molti altri.
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[STENOGRAPHIE] - [JOurnal Le PIEUX STENOGRAPHE].-
Le Pieux Sténographe. Journal bi-mensuel publié en sténographie avec l'autorisation des Frères Duployé. Directeur : L'abbé Baguet. 3e année 1878.
1878 Béhéricourt / Noyon, 1878, un volume in 8° relié demi-basane brune, dos lisse orné, 384 pages ; vignettes dans le texte.
Bookseller reference : 84528
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[Strategie]
Strategie. Dossier di informazione politica internazionale
Edizione originale. Ottimo esemplare. Il Dossier fa parte della collana «Strategie» a cura di Aldo Bonomi, Primo Moroni e Augusto Zuliani. La redazione italiana (accanto a quella inglese, americana, irlandese e francese) è costituita dal «Collettivo editoriale Dossier Strategie» presso la Libreria Calusca, Corso Ticinese 48.
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[Strega]
La strega
Direttore provvisorio N. Dagnino. Grande vignetta accompagna, con diversi soggetti, il nome della testata. Edito e stampato dalla stessa tipografia che pubblicò numerosi pamphlet di Giuseppe Mazzini. Si pubblicò dal Dicembre 1848 al Gennaio 1851 per poi diventare La Maga. Offriamo dal n. 20 dell’anno I (15 Ottobre 1849) al n. 152 del 21 Dicembre 1850 (mancano i nn. dal 96 al 103), per un totale di 162 fascicoli con i supplementi ai nn. 74 e 92, in perfetto stato di conservazione legati in mezza pelle rossa con nervi e titoli oro al dorso.
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[SURRÉALISME]
Medium. Informations surréalistes
Paris, Medium, 1953. In-folio, 1 ff. (petites manques et déchirures).
Bookseller reference : 17048
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[SUPPLEMENT AU JOURNAL LE SOIR ]
SUPPLEMENT AU JOURNAL LE SOIR Collection complete des 10 numero.
, Le soir, s.d.; in-4, cartonnage de l'éditeur. Les 10 volumes. En état neuf rare Collection complete des 10 numero.
Bookseller reference : 201318944
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[Tageszeitung]
Hellweger Anzeiger und Bote Unnaer Zeitung. Kreisblatt für Unna und die Ämter Unna-Kamen, Fröndenberg, Pelkum und Rhynern. Vom 1. Februar 1939.
Rubens, Unna, 1939. 8 Seiten, mehrfach gefaltet. Das Papier gegilbt, an den Knickfalzen und Rändern und in der Mitte der Seiten mit Einrissen. Mäßiges, aber lesbares Exemplar.
Bookseller reference : 10513
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[Tageszeitung]
Hellweger Anzeiger und Bote Unnaer Zeitung. Kreisblatt für Unna und die Ämter Unna-Kamen, Fröndenberg, Pelkum und Rhynern. Vom 22. April 1933.
Rubens, Unna, 1933. 12 Seiten, mehrfach gefaltet. Das Papier gegilbt, an den Knickfalzen und Rändern mit Einrissen. Mäßig gutes, aber lesbares Exemplar.
Bookseller reference : 10512
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[Tau / Ma; direttori Mario Diacono e Claudio Parmiggiani; contributi di Emilio Villa, Adriano Spatola, Edoardo Sanguineti, Luciano Caruso, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino et alii]
Tau / Ma
Collezione completa. Straordinario insieme in eccellenti condizioni di conservazione, completo, nelle fragili scatole originali (distacco netto ad alcuni degli angoli delle scatole, fermato con nastro filmoplast; scatola n. 3 con segni d’urto agli stessi angoli). Importante rivista/raccoglitore di libri d’artista, pubblicata a cadenza annuale in tiratura limitata a 500 esemplari; fanno eccezione i volumi 3 e 4, entrambi usciti nel 1977, e l’ultimo numero, il 7, pubblicato in 1100 esemplari numerati nel 1981, dopo la mancata uscita nel 1980. All’interno delle scatole sono contenuti veri e propri libri e plaquettes, ciascuno contrassegnato dalla sigla della scatola d’appartenenza (i. e. «Tau/ma 1» su tutti i volumetti della prima scatola, 1976), in un sapiente dosaggio di edizioni originali affiancate da ristampe anastatiche di testi fondativi delle avanguardie storiche. Il libri sono legati tramite incollatura a pressione, senza dorso. -- Oltre a varie opere dei direttori, contiene contributi di Emilio Villa (Alphabetum Coeleste, n. 3/1977; Verboracula, n. 7/1981), Adriano Spatola (Cantico delle creature, n. 4/1977), Edoardo Sanguineti con il figlio Federico (Papiro, n. 5/1978), Luciano Caruso (Piccola teoria della citazione, n. 5/1978), Michelangelo Pistoletto (Le stanze, n. 5/1978), Jannis Kounellis (Hotel Louisiane, n. 7/1981), Mimmo Paladino (Una piccola storia, n. 7/1981), Giulia Niccolai, Julien Blaine, Gian Pio Torricelli, Vito Acconci, Luigi Ballerini, Heinz Gappmayr, Jiri Kolar, Haroldo de Campos e Regina Silveira, Agnes Denes, Joan Jonas, JCT, Adalgisa Lugli, Ladislav Novak, Emilio Prini, Jochen Gerz, Madeline Gins, Richard Nonas, Luciano Bartolini, Elsa Ruiz, Adriano Malavasi, Carlo Serveri, Patrizia Vicinelli, Konrad Balder Schäuffelen, Francesco Pellizzi, Remo Guidieri, Robert Lax, Carlo Finale. -- Tra le ristampe anastatiche, meritano particolare menzione quelle relative a recuperi di testi antichi e raro contenenti virtuosismi calligrafici, come l’«Unius Libri versum» di Bernard Bauhus (1617), il «De furtivis literarum notis» di Giovan Battista Della Porta (1602), la «Lettera apologetica» di Raimondo di Sangro (1750), il «Musarum Liber XXV» di Baldassarre Bonifacio (1628). Maffei & Peterlini, Riviste d’arte e d’avanguardia, pp. 144-5 7 voll.
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[Teatro]
Teatro. Rivista d’arte. Diretta da Nino Della Casa.
Numero monografico dedicato al teatro sintetico futurista, con simultaneità di Marinetti, Settimelli, Balla, Boccioni, Buzzi, Carli, Chiti, Dessy, Fillia, Folgore, Balilla Pratella, Rognoni, Vasari, Volt. Infine, due interessanti articoli con immagini di Prampolini, «Scenosintesi plastica dinamica», e di V. Marchi, «Scenografia futurista», ed il 'doppio profilo' di Casavola e Russolo (R. scrive di C. e C. scrive di R.). Cfr. Cammarota, Futurismo, Giornali fut., 82; Diz. Fut., p. 1162a.
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[Teatro].
Teatro. Anno IV - N. 1. Questo numero è dedicato al “Teatro degli Indipendenti” diretto da A.G. Bragaglia
Numero monografico futurista della rassegna mensile a diretta da Luigi Alessio. Contiene: articoli di Vasari e G. Gori su Bragaglia; «Per un teatro integrale» di Bragaglia stesso; una serie di testi rappresentati al Teatro degli Indipendenti: «Fantocci elettrici», sintesi di Marinetti; «Occhi di Gufo», atto unico di Cornelio Di Marzio; «Pierrot fumista», atto unico di J. Laforgue (tr. da A. Spaini); «Civili sempre», atto unico di C. Soldevilla (tr. di G. Ravegnani). Cfr. Cammarota, Futurismo, Giornali fut., 82; Id., Marinetti, 144. Ottimo esemplare.
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[TRAVAUX de DAMES] - [JOURNAL des DEMOISELLES] - [COUTURE].-
Manuel du Journal des Demoiselles. Explication des termes les plus usités et méthodes pour les principaux travaux de Dames. Illustré de 388 figures. Impressions sur étoffes, marques du lige, manière de relever les patrons, de les agrandir et de les diminuer, robes et confections, etc., etc. 6ème édition revue et augmentée.
P., Journal des Demoiselles, 1879, in 8° broché, 315pp. ; qq. pages poussiéreuses ; couverture fanée.
Bookseller reference : 26423
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[Tribune de Genève]:
Parce que les Genevois sont comme ça !
Genève, Tribune de Genève, sans date [vers 1998]. Affiche triptyque offset 271,5 x 128.
Bookseller reference : 8033
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[Transizione] [Partito di unità proletaria per il comunismo]
Transizione. Scuola e società
Edizione originale. Sporadiche e leggere fioriture su qualche carta, altrimenti bell’esemplare. Anno I, numero in attesa di autorizzazione. Mensile curato dalla Commissione scuola del Partito di unità proletaria per il comunismo. Direttore: Rina Gagliardi; direttore responsabile: Michele Melillo.
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[Travaso].
Il Travaso delle idee futuriste.
Numero speciale della rivista umoristica «Il Travaso delle idee. Organo ufficiale delle persone intelligenti» n. 39, in occasione del «Premio poesia Golfo La Spezia». Cfr. Cammarota, Futurismo, Giornali parafut. 135. Ottimo esemplare.
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[Tre arti] Raffaele Carrieri
Le Tre Arti. Giornale mensile artistico letterario diretto da Raffaele Carrieri
Raro periodico illustrato con fotografie e riproduzioni di opere di Modigliani, Carrà, Campigli, Savinio, De Chirico, Scipione ed altri. Scritti originali di Ungaretti, Moravia, Prampolini, Sinisgalli, traduzioni di Blake, Garcia Lorca, Whitmann. N. 1 del 1 ottobre 1945; n. 3 del marzo-aprile 1946, sei numeri. Tutto il pubblicato a fogli sciolti, in ottimo stato.
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[Tribunale popolare]
Tribunale popolare contro le stragi fasciste e il loro uso di stato. Documentazione 1
Edizione originale. Ottimo esemplare. Il Comitato Promotore è composto da: Coordinamento Comitati Antifascisti, F.G.S.I., Lotta Continua, Avanguardai Operaia, Movimento Studentesco, P.D.U.P., Consigli di Fabbrica, partigiani, sindacalisti, magistrati R. Lombardi, L. Basso. U. Terracini, V. Branca.
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[Tèchne] (Direttore Eugenio Miccini)
Tèchne. Bollettino/rivista del Centro «Tèchne» (numeri 1, 2, 3/4)
Collezione completa dei primi 4 numeri. Tutto il pubblicato del 1969 e primo numero doppio del 1970. Fascicoli in ottime condizioni, con normali abrasioni e segni d’usura alle brossure e carte e tagli leggermente bruniti (lieve fioritura ala prima carta del numero 3/4). Molto rari, specie in queste condizioni. Estremamente rari. Primi 4 numeri in 3 fascicoli della rivista «Tèchne» pubblicata a Firenze a partire dall’ottobre del 1969 e diretta da Eugenio Miccini come bollettino del Centro omonimo (voluto e creato dallo stesso artista e poeta toscano sempre nel 1969). Tra i membri fondatori del «Gruppo 70» insieme a Lamberto Pignotti e Luciano Ori, Miccini si propose con il centro culturale e con il periodico a esso collegato di proseguire il lavoro di ricerca e divulgazione militante nel campo della sperimentazione d’avanguardia e della Poesia Visiva, di cui l’artista toscano, scomparso nel 2007, fu non soltanto uno dei massimi esponenti ma anche ideatore del termine proprio all’interno dell’esperienza del già ricordato «Gruppo 70». Eccentricamente composta da fogli dattiloscritti, manifesti, riproduzioni di opere su diversi tipi di carta e di formato, volantini e inserti e con i suoi testi in italiano, inglese e tedesco il periodico - la cui pubblicazione proseguirà fino al 1976 per un totale di 19 numeri divisi in 9 fascicoli - si presentava come una raccolta di materiali variamente legati sperimentazione verbo-visiva - diventando, insieme a «Lotta Poetica», l’organo ufficiale del movimento di Poesia Visiva non soltanto a livello nazionale - e come cassa di risonanza delle attività del Centro o di luoghi similmente e volontariamente lontani dai circuiti culturali tradizionali e dal potere da essi esercitato. In questi primi numeri relativi al periodo compreso tra l’ottobre del 1969 e il marzo del 1970, si segnalano in particolare i lavori e le tavole grafiche di Eugenio Miccini, Michele Perfetti, Bianca Garinei, Giuseppe Manigrasso, Lamberto Pignotti, Luciano Ori, Jean-François Bory, Franco Vaccari, Adriano Spatola, Jiri Valoch, e gli appunti critici, tra gli altri, dello stesso Miccini, Achille Bonito Oliva, Gillo Dorfles. Nella copia del primo numero qui proposta non sono presenti - a causa dell’allestimento artigianale di queste primissime uscite della rivista (Cfr. M. Bazzini, G. Maffei, «Geiger - Tèchne. Edizioni di poesia e arte», p. 85) - la serigrafia di Vittorio Del Piano e le tavolo fotografiche di Franco Vaccari «Poesia sotterranea poesia trovata». M. Bazzini, M. Gazzotti, «Controcorrente. Riviste e libri d’artista delle case editrici della Poesia visiva», Allemandi, Torino 2011, pp. 21 - 22; M. Bazzini, G. Maffei, «Geiger - Tèchne. Edizioni di poesia e arte», Gli Ori, Pistoia 2002; G. Maffei, P. Peterlini, «Riviste d’Arte d’Avanguardia», Edizioni Sylvestre Bonnard, 2005, p. 146.
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[Tèchne] (Direttore Eugenio Miccini)
Tèchne. Bollettino/rivista del Centro «Tèchne» (Primo numero, ottobre 1969)
Edizione originale. Esemplare in stato più che buono (strappo in corrispondenza del primo punto metallico al piatto anteriore, gora perimetrale al piatto posteriore, carte e tagli leggermente bruniti). Completo di «Poesia sotterranea poesia trovata» di Franco Vaccari e di una serigrafia originale di Vittorio Del Piano con testo di Michele Perfetti. Primo numero della rivista «Tèchne» pubblicata a Firenze a partire dall’ottobre del 1969 e diretta da Eugenio Miccini come bollettino del Centro omonimo (voluto e creato dallo stesso artista e poeta toscano sempre nel 1969). Tra i membri fondatori del «Gruppo 70» insieme a Lamberto Pignotti e Luciano Ori, Miccini si propose con il centro culturale e con il periodico a esso collegato di proseguire il lavoro di ricerca e divulgazione militante nel campo della sperimentazione d’avanguardia e della Poesia Visiva, di cui l’artista toscano, scomparso nel 2007, fu non soltanto uno dei massimi esponenti ma anche ideatore del termine proprio all’interno dell’esperienza del già ricordato «Gruppo 70». Eccentricamente composta da fogli dattiloscritti, manifesti, riproduzioni di opere su carta patinata di diversi formati, volantini e con i suoi testi in italiano, inglese e tedesco il periodico - la cui pubblicazione proseguirà fino al 1976, con un’interruzione tra il 1970 e il 1974, per un totale di 19 numeri divisi in 9 fascicoli - si presentava come una raccolta di materiali variamente legati alla sperimentazione verbo-visiva (diventando, insieme a «Lotta Poetica», l’organo più importante del movimento di Poesia Visiva non soltanto a livello nazionale) e come cassa di risonanza delle attività del Centro o di luoghi similmente e volontariamente lontani dai circuiti culturali tradizionali e dal potere da essi esercitato. Oltre ai contributi, tra gli altri, di Miccini, Achille Bonita Oliva, Luigi Paolo Finizio, Michele Perfetti, il primo numero contiene opere di: Walter Fusi, Umberto Lanza, Renato Ranaldi, Renato Spagnoli, Giovanni Campus, Bianca Garinei, Gabriele Perugini, Riccardo Guarneri, Delia Betto, Carlo Severa. Da segnalare in particolare, all’interno del presente fascicolo, una serigrafia dell’artista pugliese Vittorio Del Piano e, soprattutto, le tavole fotografiche di Franco Vaccari «Poesia sotterranea poesia ritrovata» non presenti in tutte le copie del primo numero a causa dell’allestimento artigianale delle copie stesse (Cfr. M. Bazzini, G. Maffei, «Geiger - Tèchne. Edizioni di poesia e arte», p. 85). M. Bazzini, M. Gazzotti, «Controcorrente. Riviste e libri d’artista delle case editrici della Poesia visiva», Allemandi, Torino 2011, pp. 21 - 22; M. Bazzini, G. Maffei, «Geiger - Tèchne. Edizioni di poesia e arte», Gli Ori, Pistoia 2002; G. Maffei, P. Peterlini, «Riviste d’Arte d’Avanguardia», Edizioni Sylvestre Bonnard, 2005, p. 146.
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[Tèchne] (Direttore Eugenio Miccini; redattore Lino Centi)
Tèchne (numeri 11/12/13 e 14/15/16)
Edizione originale. Tutto il pubblicato del 1974 e del 1975 (due numeri tripli: 11/12/13 e 14/15/16). Fioritura e piccola mancanza al piatto anteriore della brossura del 1975 e normali tracce di usura a entrambi i numeri, ma nel complesso ottimi esemplari. Estremamente raro. Tutto il pubblicato degli anni 1974 e 1975 in due numeri tripli (11/12/13 e 14/15/16) nel nuovo formato 22 x 16 cm (rispetto ai precedenti 34 x 24 e 33 x 22 degli anni 1969 - 1970) della rivista «Tèchne» pubblicata a Firenze a partire dall’ottobre del 1969 e diretta da Eugenio Miccini come bollettino del Centro omonimo (voluto e creato dallo stesso artista e poeta toscano sempre nel 1969). Tra i membri fondatori del «Gruppo 70» insieme a Lamberto Pignotti e Luciano Ori, Miccini si propose con il centro culturale e con il periodico a esso collegato di proseguire il lavoro di ricerca e divulgazione militante nel campo della sperimentazione d’avanguardia e della Poesia Visiva, di cui l’artista toscano, scomparso nel 2007, fu non soltanto uno dei massimi esponenti ma anche ideatore del termine proprio all’interno dell’esperienza del già ricordato «Gruppo 70». Eccentricamente composta da fogli dattiloscritti, manifesti, riproduzioni di opere, volantini e con i suoi testi in italiano, inglese e tedesco il periodico - la cui pubblicazione proseguirà, con un’interruzione tra il 1970 e il 1974, fino al 1976 per un totale di 19 numeri divisi in 9 fascicoli - si presentava come una raccolta di materiali variamente legati sperimentazione verbo-visiva (diventando, insieme a «Lotta Poetica», l’organo ufficiale del movimento di Poesia Visiva non soltanto a livello nazionale) e come cassa di risonanza delle attività del Centro o di luoghi similmente e volontariamente lontani dai circuiti culturali tradizionali e dal potere da essi esercitato. Rispetto alle prime uscite della rivista, i volumi qui proposti si presentano con una confezione editoriale classica, apparentemente meno vicina allo stile delle riviste avanguardiste e sperimentali assemblate artigianalmente. Rimangono tuttavia le pagine dattiloscritte (con saggi e interventi più lunghi e non più proposti anche in inglese e tedesco), gli inserti e le tavole grafiche stampati su carte di tipo e formati diversi tipici del periodico. Tra i molti contributi testuali e visivi raccolti in questi numeri si segnalano, in particolare, quelli di Sylvano Bussotti, Lucia Marcucci, Emilio Isgrò, Lino Centi, Miroslav Klivar, Lamberto Pignoti, Eugenio Miccini. M. Bazzini, M. Gazzotti, «Controcorrente. Riviste e libri d’artista delle case editrici della Poesia visiva», Allemandi, Torino 2011, pp. 21 - 22; M. Bazzini, G. Maffei, «Geiger - Tèchne. Edizioni di poesia e arte», Gli Ori, Pistoia 2002; G. Maffei, P. Peterlini, «Riviste d’Arte d’Avanguardia», Edizioni Sylvestre Bonnard, 2005, p. 146.
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[University of Louisville Journal of Family Law]
ANNUAL SURVEY OF FAMILY LAW, 1992, vol.16 compiled by The International Society of Family Law, and notes, vol.32, n°2, 1993-1994
, Louisville, University of Louisville 1994, in-8, br., impression en anglais, (couv. lég. passée), bon état, [Cet ouvrage provient de la bibliothèque personnelle du professeur Jean Carbonnier (1908-2003)], XII-[227-549]p.
Bookseller reference : 47988
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[Unità leninista]
Unità leninista
Edizione originale. Minime fioriture ma bell’esemplare. Disponiamo del primo numero di questo ciclostilato (1° maggio 1970) diretto da Sergio Manes. dal Sommario: «Unità nel leninismo», «1° maggio elettorale», «Uniti si collabora», «Lenin: un insegnamento strumentalizzato o frainteso», «Il revisionismo avventurista del movimento studentesco e l’opportunismo codista dell’Uci (M-L)».
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[Uomini e Idee] (Nuova serie)
Uomini e Idee. Rivista di Letteratura, Estetica, Psicologia e Arte Contemporanea
Edizione originale. Tutto il pubblicato della “nuova serie” di «Uomini e Idee» dal numero 1 del gennaio-febbraio 1966 al numero 23/25 del settembre 1970. 25 numeri in 11 fascicoli, tutti in ottime condizioni (con occasionali bruniture e lievissime abrasioni alle brossure). La collezione, estremamente rara in questo grado di completezza, include il numero monografico «Il gesto poetico. Antologia della nuova poesia d’avanguardia» (numero 18, fascetta editoriale conservata). Nuova serie della rivista «Uomini e Idee» fondata e diretta da Corrado Piancastelli con il supporto finanziario e la direzione amministrativa di Enzo Portolano. Originariamente pubblicato come rivista scientifica dal 1958 al dicembre 1964 - con contributi di alto profilo principalmente dedicati al rapporto mente e corpo e mente-cervello -, il periodico tornò con la serie qui presentata nel 1966 ampliando i propri orizzonti e abbracciando in modo più deciso i campi della letteratura e della poesia sperimentali e dell’arte, pur non abbandonando – come del resto il lungo sottotitolo dichiara – l’originario terreno marcatamente scientifico-psicologico. Nei 25 numeri (alcuni doppi e tripli) comparsi tra il 1966 e il 1975 figurano così contributi d’eccezione e di natura diversa, da scritti di Renato Barilli, Furio Jesi, Emilio Servadio, Giulio Carlo Argan a interviste a Eugenio Montale e a Bertrand Russell. Da segnalare, per sottolineare la già ricordata attenzione della “nuova serie” alla sfera poetico-letteraria sperimentale, il numero 18 del novembre/dicembre 1968 intitolato «Il gesto poetico. Antologia della nuova poesia d’avanguardia» con una ricchissima selezione di autori legati alle nuove frontiere della fusione tra poesia e arte o tra parola e immagine curata del direttore Piancastelli e di Luciano Caruso.
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[Valdilamone] (Direttore Giuseppe Liverzani)
Valdilamone. Rivista di lettere e d’arti (poi: Rivista romagnola di lettere e d’arti)
Edizione originale. Numeri I-II del 1927; II e III del 1929; I, II, III e IV del 1930; I, II, III e IV del 1931. Esemplari in ottimo stato (normali tracce di usura e leggere fioriture ai piatti delle brossure). Presente il numero doppio inaugurale del 1927 e le annate complete del 1930 e 1931. Fondata a Faenza nel 1927 da Giuseppe Liverzani e attiva con uscita trimestrale irregolare fino al 1935, la rivista «Valdilamone» si proponeva come luogo di salvaguardia e di divulgazione della storia, della cultura e dell’arte del ravennate (benché aperto anche al più vasto panorama letterario e artistico nazionale). Come scritto nelle pagine introduttive del numero inaugurale del 1927, infatti, il periodico avrebbe dovuto: «Stimolare e unire le riposte sane giovani energie della nostra terra, innalzare il pensiero e il sentimento del nostro popolo, ecco il compito che la Rivista si propone; ed ecco ancora il chiaro dovere che essa addita a tutti i cittadini che sentono per l’arte e per la cultura un amore nobile e operoso». Stampato in formato 25 x 17 cm, questi quaderni della Valle del Lamone erano caratterizzati anche dalle belle copertine realizzate con eleganti incisioni (da segnalare almeno il nome di Serafino Campi).
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[Valpreda dice]
Valpreda dice
Edizione originale. Ottimo esemplare completo di foglietto di errata. Anno II n. 1 della collana «Fotostoria». Ricca documentazione storico fotografica.
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[Vent’anni. Quindicinale di bonifica integrale] (Fondato da Guido Pallotta)
Vent’anni. Quindicinale di bonifica integrale (poi: Vent’anni in armi. Quindicinale di combattimento)
Edizione originale. Collezione scompleta di otto annate (dalla I alla IX del 1942, anno di chiusura della rivista) del periodico dei G.U.F. di Torino. Fascicoli sciolti in ottime condizioni conservati in due astucci con cofanetti in tela blu e titoli oro al dorso. Numeri presenti: 10 - 11 del I anno; dal 2 al 14 - 15 del II anno; 1 -2, 3, 5, 9, 10 - 11 del III anno; dal numero 8 al 17 e numeri 23 e 24 del V anno; numeri 1, dal 3 al 13, dal 15 al 21, 23 e 24 del VI anno; dall’1 al 24 del VII anno; dall’1 al 6, dall’8 al 21, 23 e 24 dell’VIII anno; dall’1 al 5, dal 7 al 12, 17 e 18 del IX anno. Rivista dei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti) di Torino fondata da Guido Pallotta nel 1932. Originario di Forlì, dove era nato nel 1901, Pallotta partecipò diciottenne all’Impresa di Fiume per poi diventare giornalista per la «Gazzetta del popolo» e il «Popolo d’Italia». Nominato segretario dei G.U.F. torinesi nel 1931, poco dopo diede vita al mensile - dal secondo anno, quindicinale - «Vent’anni», organo ufficiale degli studenti universitari fascisti del capoluogo piemontese e poi megafono del volontarismo fascista tutto che, a ridosso dell’entrata italiana in guerra, cambiò il proprio nome in «Vent’anni in armi» (poi: «Vent’anni in armi. Quindicinale di combattimento»). Partito per il fronte africano a capo della “Compagnia universitaria Principe di Piemonte” (di cui egli stesso aveva chiesto e ottenuto la formazione), Pallotta morì in combattimento nel dicembre del 1940. Alla sua scomparsa è dedicato il numero 12 del 12 aprile 1941, quando la notizia della sua morte divenne ufficiale.
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[Verri, Pietro - Beccaria, Cesare - Frisi, Paolo et alii]
Il Caffè ossia brevi e varj [vari] discorsi distribuiti in foglj [fogli] periodici Dal Giugno 1764 a tutto Maggio 1765. Tomo I [Dal Giugno 1765 per un anno seguente. Tomo II]
Collezione completa in edizione originale. Ottimo esemplare, molto fresco e pulito, con margini discreti (215 x 160 mm; da segnalare solo il taglio basso del fascicolo P del vol. 1 molto radente al testo, con la perdita di una nota a piè pagina a p. 128), in gradevole legatura ottocentesca non sofisticata (qualche segno d’usura ai bordi; cerniere allentate ma resistenti). Interessante la provenienza: al frontespizio del vol. 1 pecetta con timbro ovale recante lo stemma nobiliare della famiglia (De) Silva, e iscrizione «D. Lvigi SijLva». Parenti di Luigi furono il conte Donato Silva (1690-1779), grande matematico e bibliofilo, fra i promotori della Società Palatina, che diede vita a un’importante biblioteca nella villa di famiglia a Cinisello Balsamo (Milano), poi accresciuta da Ercole Silva (1756-1840) fino a raccogliere una ventina di codici manoscritti e una sessantina di incunaboli — oltre a opere di Beccaria e Verri, amici del conte (vedi il «Catalogo de’ libri della Biblioteca Silva in Cinisello», e Ferrari, «Libri “moderni” e libri “antiqui” nella biblioteca di S. Francesco Grande di Milano, pp. 221-223). Una vendita cospicua dei volumi della biblioteca ebbe luogo a Parigi il 15-16 febbraio del 1869. Rara raccolta completa del celebre foglio dell’illuminismo milanese diretto dai fratelli Verri. Primo volume dal giugno 1764 a tutto maggio 1765; secondo volume dal giugno 1765 a tutto l’anno seguente. Stando ai repertori istituzionali online, in Italia sono conservati presso le biblioteche pubbliche solo una decina di esemplari della collezione completa del «Caffè» in prima edizione. In Europa, si rinvengono solo due esemplari alla British Library, e uno alla storica Biblioteca centrale universitaria “Lucian Blaga”, in Romania. Un solo esemplare infine negli Stati Uniti, alla Houghton Library dell’università di Harvard (ex libris Marino Parenti). -- L’idea della stampa di un periodico che desse voce alle nuove istanze illuministe maturate all’interno dell’Accademia dei Pugni, animata da figure di spicco della cultura milanese — Pietro e Alessandro Verri, Cesare Beccaria, Sebastiano Franci, Paolo Frisi, Giuseppe Visconti, Luigi Lambertenghi, Giovan Battista Carlo — si concretizzò il primo giugno 1764, quando, sul modello della rivista inglese «The Spectator», fu pubblicato il primo numero de «Il Caffè». Programmaticamente rivolto a un pubblico di lettori curiosi e interessati, e non di eruditi e specialisti, la rivista si poneva innanzitutto lo scopo di «spargere delle utili cognizioni fra i nostri cittadini, divertendoli». Un tono leggero dunque, che non risparmiava però severe critiche alla società del tempo, le più pesanti dirette ai «Puristi della Lingua»; emblematiche in questa direzione le parole della «Nota al Lettore» del primo volume, anonima ma con tutta verosimiglianza vergata da Pietro Verri in funzione di manifesto programmatico: «La pedanteria de’ Grammatici che tenderebbe ad estendersi vergognosamente su tutte le produzioni dell’ingegno; quel posporre, e disprezzare che si fa da alcuni le cose in grazia delle parole; quel continuo, ed inquieto pensiero delle più minute cose che ha tanto influito sul carattere, sulla letteratura, e sulla politica Italiana meritano che alcuno osi squarciare apertamente queste servili catene». -- Svariati gli argomenti toccati nella rivista: oltre a letteratura e arti, la politica, l’economia, le scienze e la gastronomia. L’esperienza si concluse nel giro di due anni: dissidi interni — in particolare tra Cesare Beccaria e i fratelli Verri — l’allontanamento di alcuni redattori da Milano — Alessandro Verri a Roma, Gian Battista Biffi a Cremona — e la perdita dell’entusiasmo iniziale decretarono la fine delle pubblicazioni e lo scioglimento dell’Accademia dei Pugni, come ricorda l’accorato congedo nella Nota al lettore del secondo volume: «La piccola Società di Amici, che ha scritti questi fogli è disciolta. [...] Noi ringraziamo quelle anime gentili che si sono degnate d’applaudire al nostro progetto, e di fare coraggio a chi tentava di accrescere la coltura degli ingegni, e diminuire il numero de’ pregiudizi volgari. Sarà questa per sempre la più cara meta de’ nostri studj». -- Per la ricostruzione dettagliata della complessa vicenda editoriale del periodico si rimanda senz’altro al puntuale saggio di Luigi Firpo sugli Articoli tratti da «Il Caffè»; basti qui ricordare che, per sfuggire alla censura asburgica, Pietro Verri decise di stampare il periodico in territorio veneto, a Brescia, presso Giammaria Rizzardi, e così fece per tutto il 1764. Sorsero tuttavia non pochi problemi: innanzitutto, l’incuria della stampa, con l’impiego di piombi e carta scadenti, a cui si aggiungeva la costante mancanza di puntualità dello stampatore nella consegna dei fogli; poi, la distanza da Milano rendeva assai difficile il processo di correzione delle bozze, cosa che comportava la presenza di non pochi refusi e inesattezze; infine, contro le aspettative del Verri, anche i veneziani si dimostrarono censori invadenti, imponendo continue revisioni sui testi. Verri si risolse così di stampare a Milano presso Galeazzi, al quale affidò l’impressione di tutti i numeri della seconda annata. Infine, secondo l’uso dell’epoca, i fogli del periodico rimasti invenduti vennero raccolti in volume dallo stampatore: con un ingegnoso espediente, ancora una volta per sfuggire alla censura, il frontespizio di entrambe le annate reca la data di Brescia, genuina dunque per il primo, falsa per il secondo. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime, s.v.; Biblioteca Luigi Einaudi n. 6161; Firpo, Articoli tratti da «Il Caffè» (in Beccaria: Scritti filosofici e letterari, Milano 1984: 349-358) 2 voll. in uno
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[Viandante]
Il Viandante
Settimanale diretto da Tomaso Monicelli. Il primo numero reca la data 6 giugno 1909; cessò le pubblicazioni col numero 22 del 29 maggio 1910. Dapprima la testata fu disegnata da Pietro Chiesa poi da Antonio Rubino. Pubblica testi di politica, storia e letteratura (poesie e racconti di Gozzano, Giorgieri Contri, Vannicola, Govoni, Lucini), abbelliti da numerose illustrazioni di Golia, T.M. Cascella, Fabiano e Rubino. Tutto il pubblicato rilegato in volume.
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[Vita nuova; Marcello Puma; futurismo; aeropittura]
Vita nuova. Periodico mensile dell'Istituto di Istruzione media e universitaria «G. Ferraris». Anno XIV – N. 11.
Ottimo esemplare con indirizzo di Marinetti a Roma, Piazza Adriana 30, manoscritto in intestazione. Numero speciale del mensile dell'Istituto Galileo Ferraris, dedicato a «I fondamenti scientifici dell'aeropittura futurista», con belle riproduzioni in bianco e nero: «La recente mostra di aeropittura futurista promossa dal Dopolavoro del Ministero dell'Aeronautica, a Roma, può offrire lo spunto ad alcune considerazioni di carattere scientifico» (dall'incipit). Il testo, siglato «m.p.», è del matematico Marcello Puma; le tavole riproducono opere di Benedetta (Cime arse di solitudine), A.G. Ambrosi (Aeroritratto di S.E. Ciano), Tato (Spirale; Diavolerie d’eliche). Salaris, Riviste futuriste, pp. 734-7
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[Vita nuova]
La Vita nuova. Giornale di Letteratura e d’Arte. Anno I - Vol. I
Prima annata completa. Ottimo esemplare (fisiologici segni del tempo alla legatura); ex libris a timbro al frontespizio e al contropiatto posteriore («Libri Scheiwiller s.r.l.»). Quindicinale diretto da Carlo Borghi, Emilio De Marchi e per un breve periodo Tito Dugnani, poi dimissionario in favore di Ambrogio Bazzero. Il foglio continuò lungo tutto il 1877 fino al 28 giugno 1878 (dal dic. ’77 in coabitazione con la testata «Il Preludio» di T. Cremona). 24 fascicoli di 16 pagine cad., a numerazione progressiva, legati insieme in un unico volume completo di occhietto e frontespizio f.t. Fino al fascicolo I,12 (16 giu.) un’elaborata incisione di sapore romantico, con medaglione di Dante, illustra la testata; dal fascicolo del 1° luglio, essa è invece in maiuscoletto semplice. Cfr. Napoli, Intr. a «Milano visione», p. 10s. n. 8: «Il foglio va annoverato tra le voci più importanti della Scapigliatura milanese. Molti dei suoi collaboratori, seguendo un destino comune ad altri esponenti di quel movimento, all’indomani della chiusura del foglio rientrano nei ‘ranghi’. È il caso dello stesso De Marchi [presente sotto vari pseudonimi quali ‘Primo De Vecchi’ o ‘Primo De Novi’], ma anche di Fontana, Corio [notevole l’«inchiesta dedicata alla ‘Plebe di Milano’, che nell'arco di ventun puntate [dal 1° ago. ’76] avrebbe condotto il lettore nei bassifondi ancora inediti della Milano attraversata dalle prime ondate migratorie, e ‘gran mondezzaio della Lombardia’» – DBI] o Boito; altri scomparvero dall’agone letterario e altri ancora, come Bàzzero, seguirono una parabola del tutto autonoma, destinati a far parte con se stessi». DBI s.v. Borghi: «rispetto a fogli come ‘La Farfalla’ di Cletto Arrighi o al tronconiano ‘Lo Scapigliato’, si pose in posizione moderata, disposto a battersi nella direzione di un realismo capace di non lasciar coinvolgere nella polemica antiborghese l'ossequio verso gli alti ideali e verso i parametri di una sicura morale».
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[Voce della ragione] (Monaldo Leopardi)
La Voce della ragione. Giornale filosofico, teologico, politico, istorico, letterario
Edizione originale. Tutto il pubblicato dal 1832 al 1835 in quindici tomi, tutti in ottime condizioni. Estremamente raro in queste condizioni e grado di completezza. Creata nel 1832 dal conte recanatese Monaldo Leopardi, già autore di opere politiche a carattere fortemente conservatore, e stampata a Pesaro dal tipografo Annesio Nobili – a sua volta ostile ai moti rivoluzionari che avevano scosso anche l’Italia nel 1830 e 1831 e pronto per questo a diffondere clandestinamente libri antiliberali, tra cui i «Dialoghetti sopra le materie correnti nell’anno 1831» del Leopardi -, «La voce della ragione» si propose come sodale ed erede della «Voce della verità» di Modena di cui, nel saggio introduttivo al primo fascicolo, i redattori - ovvero il conte e i figli Paolina e Pierfrancesco - celebravano il coraggio per aver tolto «alla cabala antisociale la privativa della favella libera e ardimentosa» e per aver sostenuto i partigiani «dell’ordine e della giustizia». E ordine, giustizia e spirito autenticamente votato alla salvaguardia della società - laddove per società si deve intendere un organismo retto sul rispetto del potere religioso e politico in quel tempo percorso da insurrezioni e rovesciamenti - sono ciò che il quindicinale si proponeva a sua volta di promuovere e difendere, ospitando contributi “filosofici, teologici, politici, istorici, letterari” in linea con questi principi.
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[Vogliamo tutto. Nuova Serie]
Vogliamo tutto. Nuova Serie. Per una iniziativa proletaria a Napoli e nel Sud
Edizione originale. Bell’esemplare. Disponiamo del n. 0 maggio ’79 e del n. 0 [sic] ottobre ’79. Supplemento a «Stampa Alternativa», mensile dell’Autonomia napoletana. All’interno del numero di maggio l’«Inserto speciale repressione», con analisi e contributi in merito all’operazione che il 7 aprile 1979 portò all’arresto di 22 militanti, tra cui Toni Negri e Oreste Scalzone, e che sancì l’attacco definitivo dello Stato, nella figura del giudice Calogero, contro i movimenti autonomi. Il prezzo si intende a fascicolo.
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[Voz Proletaria]
Voz Proletaria. Organo del Partido Obrero (Trotskista)
Edizione originale. Esemplari in buono stato. Disponiamo dei fascicoli a. XV n. 264 e n. 265, 24 e 28 aprile 1962, il primo «por un 1° de mayo de lucha anticapitalista y antimperialista», il secondo con il «Manifiesto del 1° de mayo de la Conferencia extraordinaria de la cuarta internacional». Il prezzo si intende a fascicolo.
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[WALLIS et FUTUNA] - [Journal de la Société des Océanistes].-
Journal de la Société des Océanistes, publié avec l'aide du Centre National de la Recherche Scientifique. Tome XIX, n°19, décembre 1963 : WALLIS et FUTUNA.
1963 Paris, Musée de l'Homme, 1963, grand in 8° broché, 394 pages ; non coupé ; 24 planches hors-texte ; petit accroc en queue du dos.
Bookseller reference : 78861
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[Wendingen]
Wendingen (Serie I, numero 3)
Edizione originale. Fogli normalmente bruniti con occasionali fioriture, nel complesso ottimo esemplare. Estremamente raro. Terzo fascicolo (estremamente raro) della prima serie della rivista olandese «Wendingen», creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918. Legato all’associazione professionale «Architectura et Amicitia», il periodico nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi. In questo terzo numero del 1918, in particolare, l’illustrazione d’apertura è affidata al designer e scultore Hildo (Hildebrand Lucien) Krop mentre quasi metà del numero è occupata da un lungo approfondimento, completo di riproduzioni fotografiche in bianco e nero, sullo scultore olandese Joseph Mendes da Costa e alla sua composizione bronzea del 1917 “Liefde” (“Amare”).
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[Wendingen]
Wendingen (Serie I, numero 4)
Edizione originale. Leggere fioriture ai fogli normalmente bruniti, nel complesso ottimo esemplare. Estremamente raro. Quarto fascicolo della prima serie della rivista olandese «Wendingen» con la bellissima copertina firmata dall’architetto Cornelis Jouke Blaauw. All’interno un lungo approfondimento sugli studi preparatori di Frits Lensvelt per le scenografie del «Faust» e un articolo su Kandinsky a cura di Jan Gratama. Creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918, la rivista - legata all’associazione professionale «Architectura et Amicitia» di cui Gratama era al tempo presidente - nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi.
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[Wendingen]
Wendingen (Serie I, numero 5)
Edizione originale. Ottimo esemplare (qualche fioritura alle prime carte e al piatto anteriore e normale brunitura). Estremamente raro. Quinto fascicolo della prima serie della rivista olandese «Wendingen» con la copertina del pittore olandese Richard Nicolas Roland Holst, celebre per i suoi affreschi al Beurs van Berlange, l’ex Borsa di Amsterdam inaugurata nel 1903 e progettata dal famoso architetto Hendrik Petrus Berlage, ricordato in questo numero per la Holland House realizzata a Londra nel 1916. Creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918, la rivista, legata all’associazione professionale «Architectura et Amicitia», nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi.
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[Wendingen]
Wendingen (Serie III, numero 5 «Dedicato all’arte ungherese come omaggio ai nostri fratelli-artisti di Budapest»)
Edizione originale. Esemplare normalmente brunito e con un piccolo strappo al piatto anteriore, ma nel complesso ottimo esemplare. Estremamente raro. Quinto fascicolo della terza seria della rivista olandese «Wendingen» con la copertina dell’artista fiammingo Jozef Cantré. Come la maggior parte dei numeri del 1920, anche il presente ha carattere monografico ed è dedicato all’arte ungherese, come precisato nelle righe introduttive al numero stesso. Creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918, la rivista, legata all’associazione professionale «Architectura et Amicitia», nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi.
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[Wendingen]
Wendingen (Serie IV, numeri 7 - 8; monografico dedicato al teatro di figura)
Edizione originale. Ottimo esemplare (normali e lievi abrasioni perimetrali alle copertina, carte leggermente brunite). Raro. Bellissimo numero doppio della quarta serie (1921) della rivista olandese «Wendingen» interamente dedicato al teatro di figura. Oltre alla copertina affidata all’incisore, ceramista e designer Carel Adolph Lion Cachet, il corposo fascicolo contiene numerose riproduzioni fotografiche in bianco e nero di marionette e burattini utilizzati nel teatro europeo e cinese accompagnate da articoli di approfondimento. Creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918, la rivista, legata all’associazione professionale «Architectura et Amicitia», nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi.
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[Wendingen]
Wendingen (Serie VI, numeri 11 - 12; monografico dedicato ai cristalli)
Edizione originale. Ottimo esemplare (normali e lievi abrasioni ai piatti, piccolo strappo non deturpante al dorso, carte occasionalmente brunite). Estremamente raro. Bellissimo e famoso numero monografico doppio della sesta serie (1924) della rivista olandese «Wendingen» dedicato ai cristalli, con l’evocativa copertina ideata da Bernard Essers e numerose riproduzioni fotografiche in bianco e nero di sorprendenti solidi cristallini. Creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918, la rivista, legata all’associazione professionale «Architectura et Amicitia», nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi.
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[Wendingen]
Wendingen (Serie XII, numero 10)
Edizione originale. Ottimo esemplare, normalmente brunito e leggermente fiorito ai piatti. Decimo numero della dodicesima serie (1931) della rivista olandese «Wendingen», ultima uscita monografica prima della sua definitiva chiusura decisa in seguito alla cessazione del contratto con le edizioni Mees (subentrate all’editore De Hooge Brug dal 1924). Creata da Hendricus Theodorus Wijdeveld nel 1918, la rivista, legata all’associazione professionale «Architectura et Amicitia», nacque con l’intento di perseguire un ideale di comunione tra tutte le arti seguendo i “rivolgimenti” - “Wendigen”, appunto - propri di quegli anni di grande fermento culturale e politico. Una «totale riconciliazione delle arti», come scrisse nel primo numero il suo ideatore e capo redattore Wijdeveld, in cui l’architettura avrebbe dovuto giocare un ruolo ovviamente fondamentale ma non egemonico. Non sorprende, dunque, che dei centosedici fascicoli pubblicati tra il 1918 e il 1931 soltanto quarantasette vennero dedicati in modo esclusivo all’architettura, riservando invece estrema attenzione ai punti di contatto tra progettazione e creazione artistica (o alla progettazione messa al servizio della pura creazione artistica). Notevole fu anche la sensibilità verso la pittura simbolista e la “Nieuwe Kunst”, testimoniata ad esempio dall’ultimo numero della prima serie interamente incentrato sull’opera di Jan Toorop, tra i massimi rappresentanti in pittura dell’“Art Nouveau” olandese. Ma l’amore per l’arte in ogni sua forma espressiva è più in generale dichiarato dalle molte immagini che arricchivano ogni fascicolo - elegantissimo con il suo formato 33 x 33 cm e la rilegatura alla giapponese con rafia -, dalle illustrazioni a piena pagina e dalle meravigliose copertine affidate ogni volta ad artisti e architetti diversi. Per questo penultimo numero, l’illustrazione d’apertura è di Otto B. de Kat, mentre il resto del fascicolo – composto da sole riproduzioni fotografiche in bianco e nero di edifici e interni - è interamente dedicato all’architetto tedesco Emil Fahrenkamp.
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[Wendingen]
Wendingen [COLLEZIONE COMPLETA; COMPLETE RUN]
Edizione originale. Collezione estremamente rara di tutto il pubblicato (1918-1931) della rivista olandese d’architettura e di arti «Wendingen». Tutti i 116 fascicoli della collezione sono in ottimo stato di conservazione, singolarmente protetti in buste trasparenti. Comprende i sette numeri speciali dedicati a Frank Lloyd Wright rilegati in unico volume con illustrazione di H. Th. Wijdeveld s pagina 1 (versione rilegata del 1926 riservata agli abbonati alla rivista). Rarissima collezione di tutto il pubblicato dell’iconica rivista olandese «Wendingen». Creata nel 1918 grazie a Hendricus Theodorus Wijdeveld e al sostegno di altri importanti architetti-artisti del panorama olandese come Jan Frederik Staal, Karel Petrus Cornelis de Bazel, Johannes Ludovicus Mattheus Lauweriks, Pieter Lodewijk Kramer, Johan Melchior van der Mey, Michel de Klerk, la rivista «Wendingen» apparve da subito come elemento di rottura e rinnovamento e, del resto, “Wendingen” significa “rivolgimenti”, “cambiamenti” destinato a iniziare un nuovo corso nella storia delle riviste di settore, per almeno due ragioni. --- La prima – quella immediatamente visibile riguarda l’aspetto della rivista stessa: con il suo grande formato quadrato (33x33 cm), la stampa solo recto dei fogli 33x66 ripiegati, l’elegante rilegatura alla giapponese con rafia e le particolari e innovative scelte tipografiche, «Wendingen» si presentava come un oggetto decisamente nuovo, bizzarro e, per alcuni detrattori, intollerabilmente lontano dai canoni estetici tradizionali. Ma l’attenzione era ancor più catturata dalle copertine, non semplici presentazioni dei contenuti ma “cappotti” come amava definirle Wijdeveld che dovevano avvolgere e rappresentare lo stile del periodico, esattamente come un abito ricercato avvolge e in qualche modo rappresenta l’identità di chi lo indossa. Ecco allora le bellissime composizioni di forme e colori appositamente commissionate ad artisti e architetti (quando non erano realizzate dallo stesso Wijdeveld) generalmente stampate con metodo litografico o xilografico, tutte lì a dichiarare che, benché l’architettura rappresentasse il terreno di partenza di questa avventura editoriale, l’orizzonte voleva includere tutte le arti. --- Impossibile non ricordare in questo senso almeno la celeberrima copertina firmata nel 1921 dal maestro dell’Avanguardia russa El Lissitzky per il monografico dedicato a Frank Llyod Wright, con l’architetto americano di nuovo protagonista – tra il 1925 e il 1926 di sette numeri speciali. Documento ancora oggi fondamentale e straordinario sui lavori realizzati tra il 1911 e il 1923 dal massimo rappresentante del Movimento Moderno, questi fascicoli vennero pubblicati in lingua inglese per volontà dell’editore Mees con il titolo «The Life-Work Of The American Architect Frank Lloyd Wright» e raccolti già nel 1926 in un unico volume rilegato. Il notissimo architetto partecipò attivamente alla realizzazione del progetto che fu fortemente voluto da Wijdeveld, suo grande estimatore e qui autore non soltanto della prefazione ma anche della copertina.
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[Wobbly]
Wobbly. Foglio di lotta del Precariato Metropolitano
Edizione originalr. Bell’esemplare- Quaderno n. 4 di «Collegamenti per l’organizzazione di classe». Una delle prime analisi sul precariato metropolitano e sulla figura del precario sociale. Notevole l’individuazione delle vertenze legali come fonte di reddito, in particolare quelle legate ai contratti a termine di tipo stagionale, al tempo non consentiti dalla legge italiana.
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\The Wallace Stevens Journal\ Serio John N. \editor\ \Melita Schaum guest editor\ \cover art by Richard Bauer\ \C. Roland Wagn
THE WALLACE STEVENS JOURNAL VOLUME XII NUMBER 2 FALL 1988 SPECIAL ISSUE: STEVENS AND WOMEN
Potsdam NY: The Wallace Stevens Society Inc. Potsdam NY: Near Fine. 1988. First Edition. First edition. Magazine. Pictorial wrappers about 6" x 9" last numbered page is 191 first numbered page is 83 drawing by Kathy Jacobi. Near Fine or better copy. . bx 207 . Near Fine. Paperback. First Edition. 1st Printing. 1988. The Wallace Stevens Society Inc paperback
Bookseller reference : 56824
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\The Wallace Stevens Journal\ Serio John N. \editor\ \Bart Eckhout guest editor\ \cover art by Faye A. Serio\ \Stephen Matter
THE WALLACE STEVENS JOURNAL VOLUME 25 NUMBER 2 FALL 2001 25TH ANNIVERSARY ISSUE: INTERNATIONAL PERSPECTIVES ON WALLACE STEVENS
Potsdam NY: The Wallace Stevens Society Inc. Potsdam NY: Near Fine. 2001. First Edition. First edition. Magazine. Pictorial wrappers about 6" x 9" last numbered page is 295 first numbered page is 107. Near Fine copy light spine end bumping. . bx 207 . Near Fine. Paperback. y First Edition. 1st Printing. 2001. [The Wallace Stevens Society Inc] paperback
Bookseller reference : 56825
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A cura dell'Istituto Biochimico Italiano
Rassegna clinico-scientifica. Periodico di dottrina e pratica medica. Anno XVIII n. 2 Milano, 15 Febbraio 1940.
In 8? (cm 29), Graffato, pagg.79 testo su due colonne con alcune ill. b.n. n.t., piccola menda all'angolo sup. destro, segni del tempo alla cop., buon es. Dal sommario: "Le amebiasi proporzionate" del prof. Guido Izar (Milano, 1883-Siena, 1967); "Meccanismi della resistenza naturale alle infezioni" del prof. Gennaro Di Macco (Siracusa, 1895-1977); "La blenorragia acuta delle articolazioni" del prof. Pierlodovico Bosellini (Modena, 1873-Roma, 1945); "Paradentosi da disfunzioni dell'ipofisi" del prof. Carlo Gasparini; "i vizi valvolari organici del cuore in tempo di pace e in tempo di guerra" del prof. Giovanni Galli; "Notiziario delle Facolt? Mediche", "Fra i libri"; "Attraverso la stampa"; nella rivista sono inoltre pubblicate alcune pubblicit? di medicinali ("produzione vitaminica IBI"; "Antimalarico M3"; "Antiurico Lorenzini"; "Nucleosyl"; "Hepamoxyl Hemostyl"; "Cristallovar"; "Eparema", ecc.)
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A cura di Antonio Fanelli
LARES 2018 n. 3. Fascicolo monografico Una "difficile alleanza": Il carteggio tra Alberto Mario Cirese e Ernesto de Martino
cm 17,5 x 25,5, 342 pp. Quadrimestrale di studi demoetnoantropologici, diretta da Pietro Clemente. Fascicolo speciale monografico. Questo numero di ?Lares? esce in forma monografica, a cura di Antonio Fanelli, proponendo un carteggio finora inedito tra due grandi personaggi degli studi antropologici italiani del secondo dopoguerra, Ernesto de Martino e Alberto Mario Cirese. Il carteggio oggi conservato negli archivi della Fondazione Varrone getta nuova luce sul rapporto difficile e contrastato dei due studiosi ed ? integrato da documenti inediti e da un?importante selezione di lettere scambiate con altri studiosi di rilievo (come Cocchiara, Bonomo, Lanternari e Gallini) e con figure di spicco della cultura italiana dell?epoca (tra gli altri Calvino, Einaudi, Fortini, Muscetta e Scotellaro). This monographic issue of ?Lares?, curated by Antonio Fanelli, presents the unpublished correspondence between Ernesto de Martino and Alberto Mario Cirese, two leading figures in Italian anthropological studies. Dating back to after the Second World War and currently conserved in the archives of Fondazione Varrone, this exchange sheds new light on the troublesome relationship between the two scholars. The publication also contains new documents and a substantial selection of letters the two exchanged with other prominent scholars (like Cocchiara, Bonomo, Lanternari, Gallini) and well-known Italian cultural figures of the time (including Calvino, Einaudi, Fortini, Muscetta, and Scotellaro). Lares 2018/3 Monografia. Cart. Cirese Antropologia 301
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A cura di Paolo De Simonis e Fabiana Dimpflmeier
LARES 2014 n. 1. Fascicolo monografico Dedicato al fondatore della rivista Lamberto Loria.
cm 17,5 x 25,5 Quadrimestrale di studi demoetnoantropologici, diretta da Pietro Clemente. Fascicolo speciale monografico dedicato al fondatore della rivista Lamberto Loria. ?Lares? dedica al suo fondatore, Lamberto Loria, un numero monografico concepito per celebrarne il centenario della morte. I diversi saggi segnano una svolta rispetto alla tradizione di studi: per la natura delle fonti impiegate, e in molti casi letteralmente ?scoperte?. Lettere e diari, appunti e foto, ci restituiscono Loria come studioso e come uomo, nella rete di viaggi e spedizioni alle quali partecip? (dalla Lapponia alla Nuova Guinea). Lares 2014/1 Monografico Lamberto Loria Antropologia 301
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A DoodlyCouch Series Drawing Therapy Journal
Today I Feel.: for the Volleyball Athlete
2013-01-04. Good. Ships with Tracking Number! INTERNATIONAL WORLDWIDE Shipping available. May not contain Access Codes or Supplements. May be re-issue. May be ex-library. Shipping & Handling by region. Buy with confidence excellent customer service! unknown
Bookseller reference : 1482377985 ISBN : 1482377985 9781482377989
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